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Autore: elenabastet    16/10/2022    4 recensioni
Una storia scritta per ricordare la regina Maria Antonietta nell'anniversario della sua morte, con alcuni missing moments tra lei e Rosalie alla Conciergerie in ricordo di Oscar.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL RICORDO DI UNA ROSA

Rating: Tra giallo e arancione, lutti, tristezze

Fandom: Lady Oscar.

Premessa: la regina Maria Antonietta e Rosalie ricordano Oscar alla Conciergerie. Missing moments dell’episodio 40.

 

La vidi trascinata via verso il patibolo, stringendo in mano la rosa che mi aveva dato: non volli assistere a tutto lo spettacolo, mi dissero degli insulti, ma anche di gente che piangeva e si faceva il segno della croce. L’ultimo suo pensiero, prima di andarsene, fu per chi avevamo amato entrambe. Io piansi quando fui da sola, piansi calde lacrime, perché mi ero affezionata comunque a lei, perché sapevo che non era il mostro che dipingevano, perché stare con la regina mi aveva fatto rivivere momenti unici della mia vita, i giorni in cui ero stata più felice, ed era come se lei fosse stata ancora lì con noi. Con la sua morte, fu come se anche lei se ne fosse andata per un’altra volta.

Tornai al pensiero al primo giorno in cui ero arrivata in quella prigione, mi avevano autorizzata ad assisterla conoscendo la fede rivoluzionaria di mio marito: la mia era sparita da tempo, di fronte ad eccessi e violenze.

“Ma io mi ricordo di voi… eravate la protetta di madamigella Oscar, veniste anche a corte e vi conobbi...”
Davvero, non pensavo che Sua Maestà Maria Antonietta, la cittadina Capeto come la chiamavano adesso, si ricordasse ancora di me. Ma in quel momento capii quanto lei avesse voluto bene alla mia amata Oscar, al di là di calunnie e dicerie.

“Eravate deliziosa con quell’abito giallo canarino, per mano ad Oscar. Ma è vero che eravate una sua parente?”

Decisi di raccontarle la verità, tanto ormai non faceva più differenza.

“No, madamigella Oscar mi incontrò quando vivevo in un povero quartiere di Parigi e mi salvò da una brutta situazione… in seguito, per un equivoco, arrivai a casa sua dopo aver perso mia madre in un incidente e lei decise di prendersi cura di me, accogliendomi a palazzo e crescendomi come una sorella minore…”

Decisi di non dire a Sua Maestà la Regina in che guaio mi trovavo la prima volta che incontrai madamigella Oscar, quando stavo per vendere il mio corpo per vivere, che parentela mi legava a Jeanne de La Motte, avevamo comunque lo stesso padre, e a madame de Polignac. E non le dissi dell’equivoco grazie a cui stavo per fare del male alla buona madame de Jarjayes, la cui morte di crepacuore mi aveva tanto rattristata.

“Madamigella era meravigliosa, generosa, forte, leale… se solo l’avessi ascoltata di più. Sapete, la sera dell’11 luglio 1789 venne a chiedermi di fermare i soldati da sparare alla folla a Parigi e io rifiutai. Non poteva sapere cosa avrei causato a lei..”

Sentii un groppo in gola e una spina gelida nel cuore, perché ricordavo quel giorno maledetto, quel 13 luglio di scontri, ricordavo i Soldati della Guardia con Oscar al comando che prendevano le nostre difese, e André che veniva mortalmente ferito… senza quell’ordine della regina, André non sarebbe morto e nemmeno Oscar, anche se ero venuta a sapere della sua malattia, ma magari il medico si era sbagliato, magari si sarebbe curata, André non l’avrebbe mai lasciata morire, ne ero certa…

“Come era vivere con Oscar?”

Cosa potevo risponderle? Quelli furono i giorni migliori della mia vita, intensi, spensierati, luminosi, dolci.

“Lei era molto rigorosa, ma nello stesso tempo molto disponibile. Mi insegnò insieme ad André a tirare di scherma e ad usare la pistola, oltre ad andare a cavallo. Ma mi fece anche prendere lezioni di clavicembalo, di pittura, di latino, di italiano, di matematica, di astronomia, di Storia, e questa era la mia materia preferita, perché me la insegnava Oscar. Nonna Marie, la governante, mi insegnò a cucire e a far da mangiare. Io vivevo con lei e con André, quando non erano a corte mi portavano in giro, siamo andati in vacanza ad Arras e in Normandia, dove ho visto per la prima volta il mare.”

Maria Antonietta mi guardò incantata:

“Raccontatemi tutto quello che sapete e potete di madamigella Oscar, vi prego. Io mi sento bene solo se penso a lei”.

Non poteva chiedermi cosa migliore. Le raccontai delle mie giornate, che erano allietate dalla presenza della mia amata Oscar e del suo André, perché lui era sempre stato il suo André, non ho mai visto una dedizione così totale. Quando Oscar era impegnata a corte con André io passavo le mie giornate a studiare e leggere nella biblioteca, dove arrivavano i libri più recenti, ad aiutare la governante, alla quale non posso pensare senza piangere, a giocare con i due gatti che mi furono regalati dalla nipote di Oscar, Loulou. Quando c’era Oscar a casa, stavo con lei e con André, tra lezioni, chiacchiere, letture in gruppo, uscite in giro, per visite, per acquisti. So che Oscar ed André andavano anche in taverne non proprio raccomandabili, ma a me portarono sempre in bei caffè, la mia bevanda preferita resta però il tè, e, tramite il marito di una delle sue sorelle che aveva dei contatti in Inghilterra, arrivava a casa Jarjayes regolarmente.

Le parlai delle sorelle di Oscar, che conobbi tutte, senza rimanerne molto colpita, mentre diventai amica di quella peste di Loulou, la figlia di Hortense, con cui vissi anche delle belle avventure, come quella della temibile e sanguinaria contessa.

“Mio Dio, che storia orribile, sembra uscita da uno di quei romanzi gotici. Quella contessa di Monteclair era davvero spietata...”

“Criminale, folle e spietata”, risposi io. Lei era convinta di vivere in eterno bagnandosi nel sangue di giovani fanciulle insieme al suo amante meccanico, André mi aveva parlato di una storia analoga successa in un Paese straniero, non lontano dall’Austria, molti anni prima, quella della contessa Bathory. Ma questa l’avevo vissuta sulla mia pelle.

Ma forse la contessa di Monteclair aveva anche sperato di vivere in eterno, io avrei voluto che la mia Oscar con il suo André vivessero in eterno, ci fosse stato il modo di farli tornare lo avrei usato…

La regina mi chiese se avevo notizie delle sorelle di madamigella Oscar e di Loulou, ma purtroppo non era così: forse erano fuggite, forse erano in Vandea, Loulou doveva essere lì, con il suo amore, il conte Yannick de Brienne. Ancora oggi non conosco il suo destino né quello delle sorelle Jarjayes.

Non parlai alla regina dell’infatuazione di madamigella Oscar per il conte di Fersen, né del fatto che si fosse vestita da donna per danzare con lui. Né le raccontai di quel giorno in cui André, dopo la partenza del conte per le colonie americane, si era confidato con me in Normandia dicendomi:

“Non posso vedere Oscar con il cuore spezzato per qualcuno che non la amerà mai”.

Non le dissi nemmeno che io ero innamorata di Oscar, la amavo ancora, l’avrei amata per sempre, chiedendomi in eterno perché mai fosse nata donna.

Ma la regina, probabilmente per svariarsi, mi chiese invece qualcosa sul rapporto tra Oscar e André.

“Non ho mai visto due persone così legate e unite, due anime gemelle, sapete chi mi ricordano? I protagonisti di Paul e Virginie, l’avete letto vero?”

Sì, l’avevo letto e chi non l’aveva fatto? Bello, commovente, ma in fondo era una storia finta. Oscar ed André erano reali, e il loro amore era vero, il più grande del mondo.

“Ho sentito dire che madamigella Oscar ha abbracciato la causa rivoluzionaria per amore di André Grandier e che lo definì il suo sposo...”

“Io posso dirvi che in punto di morte mi disse in un sussurro di seppellirla con lui perché loro erano marito e moglie. Ma mentre André la stava lasciando lei gli chiese di portarla in una chiesa e sposarla...”

“Erano amanti da molto?”, mi chiese con franchezza la regina.

“Guardate… quando arrivai a casa di madamigella, il loro mi sembrava un rapporto molto stretto, da innamorati. Erano sempre insieme, e non perché André era il suo attendente, quello non era un rapporto tra padrona e servo. Oscar coinvolgeva André in tutte le cose della sua vita, come lo coinvolse nella mia educazione. E poi… c’erano dei momenti solo per loro, so che André stava fino a tardi in camera di madamigella, e a volte di prima mattina era già lì. Erano sempre insieme, io sono sposata, ma non sto sempre con mio marito, lui ha il suo lavoro da giornalista, i suoi impegni alla Convenzione… Io mi ero fatta comunque un’idea, che fossero amanti. Ma poi...”

“Poi cosa?”

“Poi mi hanno raccontato altre cose, Alain in particolare, l’amico di André nei Soldati della Guardia, mi disse che solo il mattino del 13 luglio Oscar dichiarò che era legata ad André e che l’avrebbe seguito. Mi disse che era andato nel pomeriggio del 12 a palazzo a riferirle un messaggio, André era con lei...” Tacqui sul messaggio, perché era l’ordine di attacco del popolo a Parigi.

“Tutte le volte che la vedevo con André in loro vedevo l’amore”, disse la regina.

“Pure io ed è questo che conta”.

“Oscar era un sole che ha illuminato tante vite, la mia in testa… l’unica amica che ho avuto...”

In memoria di quell’amica, e volendo essere coraggiosa come lei, Sua Maestà la Regina rifiutò l’offerta di fuggire che le venne da parte del padre della mia Oscar, il generale e conte de Jarjayes, quell’uomo glaciale che non mi aveva mai considerata, e che in quel momento mi guardò con infinita tristezza, dicendomi solo:

“Ricordatevi quanto mio figlia tenesse a voi”.

E come potrei dimenticarlo? E la regina disse:

“Oscar è morta con coraggio, posso solo pensare di prenderla ad esempio”.

Cucì quella rosa bianca e mi disse di tingerla del colore che preferiva, ma io non l’ho mai saputo, e l’ho lasciata bianca, perché era splendente come lei, perché André amava le rose bianche, perché Oscar girava sempre con una rosa bianca appuntata sulla sua divisa, perché il bianco è simbolo di purezza e coraggio, come era lei.

Prima di andare via, in quel tragico mattino in cui la portarono al patibolo, mi disse una cosa:

“Rosalie, non dimenticate madamigella Oscar. Portate quel ricordo in voi, e raccontate la sua vita, trasformatela in una leggenda, perché lei è questo, è fatta della materia di cui sono fatti i sogni e le grandi storie”.

Così ho fatto: in tanti hanno raccontato della regina e dei fatti della Rivoluzione, anche mio marito aveva cominciato a scrivere il suo famoso libro, mai finito perché il destino l’ha travolto. Io ho scritto pagine e pagine su Oscar, ho messo insieme ricordi miei e altrui, ed ora è tutto qui. Il ricordo di una rosa, il ricordo della mia rosa adorata e di chi l’ha amata, come André e la sua regina. Forse un giorno qualcuno leggerà e celebrerà la sua storia.

  
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