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Autore: theGan    21/10/2022    2 recensioni
Il terzetto dell'Amburgo SV dopo il ritiro decide di andare in vacanza assieme. Nessuno di loro è certo sia stata una buona idea.
 
1) PICCOLO: Karl schianta il camper.
2) CARNE: Genzo ha bisogno di una vacanza.
3) DEVIAZIONE: Karl mette una pezza.
4) UNDICI: Karl è un bravo fidanzato.
5) VERDE: Hermann ha amici idioti.
6) ORGOGLIO: Hermann dorme in macchina.
7) DORMIVEGLIA: Genzo riflette.
8) SERPENTE: Hermann ha amici idioti parte due.
9) BURRO: Genzo in spiaggia.
10) PERSO: Karl in la gioielleria.
11) GIARDINO: Hermann ha una giornata no.
12) ROUTINE: Genzo e Karl fanno uno scherzo.
13) POLVERE: Karl ritrova la scatola.
14) CHIAMATA: Hermann si rilassa.
15) TORRE: Karl è romantico.
16) DOCCIA: Genzo si imparanoia.
17) TENSIONE: Hermann partecipa al torneo.
18) LECCA LECCA: Hermann cambia squadra.
19) CUCCHIAIO: Genzo e la storia degli anelli.
*writober
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TORRE

 

Quando c’è qualcosa da prenotare in una lingua che non sia il tedesco Karl sa di dover lasciare fare a Genzo o a Maria. Hermann dice, dice, ma su certe cose mica puoi farci affidamento.

Giovedì pomeriggio alle sedici e trenta hanno il tour in bicicletta. Karl lo aveva scovato in uno degli opuscoli recuperati da Genzo giorno uno e l’idea gli era piaciuta: full immersion nella natura, moto, bird watching, ma soprattutto non essere incatenati alle istruzioni di una guida turistica. Guarda là, tocca qua, annusa questo. Ma chi ti vuole? Chi ti conosce?

- Ti rendi conto che è il loro lavoro, giusto?

Sì, Hermann, ma queste sono le LORO vacanze. E poi tutti sanno che i cartelloni nei musei rendono gli esseri umani superflui. Genzo non è d’accordo, ma è l’adorabile inquadrato che prende appunti durante i corsi sulla sicurezza sul lavoro, però telefona e prenota lo stesso.

L’acqua del delta li accoglie come un cazzotto sul naso: stormi di gabbiani galleggiano su acque scure puntellate di verde, lentiggini.

Partono dall’approdo dei battelli a cinquecento metri dal parcheggio e procedono su strade sterrate incastonate nell’acqua. Si fermano spesso. I fenicotteri sono più rosa di quello che Karl intuisse dalla brochure, li ignorano mentre si avvicinano alla sponda per studiarli. Sono abituati ai turisti.

Alla sesta ripartenza, un gabbiano gli taglia la strada. Inchioda e la sua bici rovina su quella di Genzo e, beh, su Genzo che non si fa niente, tranne quando insiste per rialzarsi e la catena gli squarcia una gamba. Niente di trascendentale, hanno visto e fatto di peggio. Ci svuotano una bottiglietta d’acqua sopra, sacrificano un fazzoletto alla causa e decidono che, a un quarto d’ora dalle sette, sia il caso di rientrare.

Riconsegnano le bici sotto un cielo denso come lo sciroppo, Hermann sparisce per una telefonata, Genzo gli fa segno verso una delle torrette basse e in legno che puntellano il percorso e Karl lo segue. La parabola del sole che si tuffa dietro gli edifici lontani del centro avviene lenta e poi, come per molte cose, tutta di colpo.

Né lui, né Genzo sono signori del romanticismo, ma osservare il tramonto stretti l’uno all’altro senza avere freddo conta. Certo che conta. Karl s’è preparato un discorso, uno di quelli buoni, provato con Maria almeno un milione di volte (cioè due in tutto). Se l’è preparato perché dopo il disastro del “vieni a giocare con me nel Bayern” di due decadi fa, Karl ha capito che su certe cose è meglio non improvvisare. Troppo.

- Hai freddo?

Genzo non aspetta che risponda per aggiustargli la sciarpa. Ci siamo. È questo il momento. Karl apre la bocca.

- Ehi, siamo sicuri che questa scala sia a norma.

Ama Hermann Kaltz e lo vuole uccidere.

Il suo più vecchio amico alza le mani, scuote la testa e gira sui tacchi. Ottimo istinto di autoconservazione. Dove erano rimasti? Genzo lo guarda in modo molto buffo così è costretto a baciarlo sul naso. Il momento è passato. Fa lo stesso, tanto il PIANO originale prevedeva che fossero al ristorante, Karl ha pure lasciato gli anelli al bungalow. In Germania gliene può prendere più belli.

Il sole è andato. Tempo di rientrare. Genzo borbotta qualcosa su quel suo assurdo “piano quinquennale”, scendono le scale tenendosi per mano.

 

 


NOTE:

 

Karl, le guide fanno il loro lavoro.

 

 

 

  
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