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Autore: _Tallulah_    24/10/2022    1 recensioni
A breve inizierà il secondo al Karasuno. Una corona cadrà, una nuova monarchia sta per fare un colpo di stato nel regno che è la Palestra N2.
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«Per me sei la pallavolo al di fuori della pallavolo.»
Sgranò gli occhi a quelle parole, quella ammissione, con il cuore che pompava e il battito come un tamburo a riempirle le orecchie.
«Ti rendi conto di quello che hai detto?» chiese quasi senza fiato non osando girarsi «Tu..t-tu ami la pallavolo...»
«Già...»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karasuno Volleyball Club
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Essere una ragazza, ad una prima vista facilmente scambiabile per una turista, che camminava per le strade di Londra aveva fatto sviluppare un certo sesto senso. 

Sesto senso che si era affinato anche durante i viaggi. Alcuni posti erano più tranquilli di altri ma lo stare “attenta e vigile” ormai era naturale. 

Kimiko ormai ci aveva fatto l’abitudine. 

Si fermò un momento avvicinandosi alla finestra aperta del corridoio, poggiando un braccio sul parapetto mentre estraeva il telefono dalla tasca. 

Scrollò qualche messaggio su Whatsapp. Helmi in quel momento si era trasferita con la famiglia nuovamente a Helsinki quindi avevano solo 6 ore di differenza, se non si trovava già sulla strada per andare a scuola sicuramente stava per uscire di casa a breve. 

Prese a registrare un breve audio per augurarle una buona giornata ma dopo averlo inviato non ripose subito il telefono. Aprì invece la fotocamera e abbassò la mano con cui lo teneva direzionando l’obbiettivo verso il corridoio toccando lo schermo per scattare una foto. Rimase in quella posizione qualche altro istante poi riprese a camminare verso il bagno femminile. 

Solo quando si chiuse la porta alle spalle, separandola dal corridoio tirò un sospiro di sollievo. 

Ikeda sbloccò il cellulare avvicinandosi ai lavandini e quando la foto apparve sullo schermo illuminato quasi le venne da ridere. A distanza si poteva vedere una testa inconfondibile che si alzava e svettava in altezza rispetto alle altre. 

«Però potrebbe anche essere un caso...ma se non lo è.…» 

Tanto valeva verificare. Aprì Line e mandò un messaggio nella chat che avevano creato con i primini. 

 

Ikeda
Per caso Kageyama aveva accennato di volermi parlare?                                                                                        

[12:11]
Uccidere?       
[12:11]
Qualcosa del genere?                           
[12:11]

Tokita
No...perchè?
[12:13]
Ti stiamo aspettando
[12:13]
Manca Shimada ma è andato a comprare un panino e poi arriva 
[12:14]

Ikeda
Sicuri? Sicuri?               
[12:14]

Tokita
 
[12:14]
Si...
[12:14]

Ikeda
Sono in bagno              
 
[12:15]
Quello in fondo al corridoio della mia classe                                                                    
[12:15]
Kageyama è qui fuori... Era...                                         
[12:15]
Non lo so non posso controllare senza farmi vedere                                                                                 
Uno di voi può venire a controllare? ಠ_ಠ                                      
[12:15]

Tokita
(-̮̮̃-̃) (-̮̮̃-̃) (-̮̮̃-̃) 
[12:15]
Dacci un minuto per smettere di ridere
[12:16]
Vengo con Yaotome
[12:16]
Shoji dice che resta qui ad aspettare Shimada
per fargli andare il panino di traverso

[12:16]

Ikeda
Va bene    
[12:16]


 

Poggiò il telefono sul bordo del lavandino iniziando a lavarsi i denti con calma. 

Dopo un po' lo schermo di illuminò segnando una nuova notifica. La voce di Helmi riempì quel bagno. Riusciva a vederla, come una presenza sbiadita lì vicino a lei, appoggiata all’altro lavandino con le braccia incrociate mentre sbuffava e si lamentava della temperatura troppo fredda e non ancora in doppia cifra per poi chiedere quanto fosse, ancora, lontana la Canossa che si stava litigando con l’imbecille. Decisamente Kageyama non aveva raccolto consensi tra le sue amiche dopo che si era sfogata con loro. Aveva richiesto una tazza di thè d’emergenza, dopo una frettolosa organizzazione per incastrare un orario che andasse bene almeno alla maggior parte del gruppo. Erano riuscite a sentirsi qualche giorno dopo e aveva snocciolato tutto il disappunto per l’accaduto, iniziato con “alzata di fortuna” che poi era proseguito in quello strano comportamento e infine sfociato in quell’alterco che li aveva visti protagonisti in palestra. 

Kimiko impossibilitata a registrare un vocale, e nessuna voglia di cambiare lingua alla tastiera, rispose con l’emoji delle dita incrociate. 

Stava per rimettere il telefono sul lavandino quando si illuminò di nuovo. 

Gli occhi si allargarono e sorrise al suo riflesso continuando a spostare lo spazzolino con movimenti lenti. 

Si poteva considerare una foto buffa certo...Tokita e Yaotome in primo piano a fare facce stupide ma il vero protagonista si trovava all’altezza della spalla di Yaotome, abbastanza distante si poteva riconoscere Kageyama di spalle. 

 

Tokita
È qui impalato 
[12:21]

 

 

La ragazza non sapeva bene come interpretare quella cosa. Continuò a guardarsi nello specchio, i suoi occhi si incrociarono nell’immagine che ne rimandava pensando a cosa fare. 

Che ci sia arrivato dopo che abbiamo parlato ieri? Forse ci ha riflettuto e ha capito. Magari ne parliamo…però si sarebbe potuto avvicinare per parlare alla finestra. Forse vuole farlo in un posto più tranquillo perché è uno scemo orgoglioso…

Le possibilità erano un po’ troppe e sulla fronte di Ikeda si andò formando una piccola piega che si distese solo pensando che non avrebbe concluso nulla chiusa in bagno. 

 

Ikeda
Ok adesso esco...                    
    [12:22]
Se mi ferma per parlare noi ci sentiamo dopo                                                                    
    [12:23
]
Se invece non lo fa ditemi se resta lì o mi segue                                                                        
     [12:23]

Tokita
Agli ordini!
[12:23]

 

 

Ikeda asciugò lo spazzolino dall’acqua prima di rimetterlo in tasca. 

Si concesse ancora un istante. 

La mano sulla maniglia della porta e un profondo respiro. 

Quando può essere difficile... pensò varcando la soglia e guardando distrattamente in entrambe le direzioni del corridoio solo per scorgere una testa corvina che si girava e cercava di non farsi vedere tra la folla. 

Ikeda assottigliò le palpebre a quella reazione. 

BaKageyama....

Si girò dall’altro lato iniziando a camminare, non aveva senso prendere immediatamente la strada per raggiungere Shoji e Shimada quindi gironzolò in maniera lenta aspettando la vibrazione del telefono. Vibrazione che non ci mise troppo ad arrivare, si mise rasente al muro per leggere. 

 

Tokita
Ti sta proprio seguendo
[12:25]

 

 

Ikeda guardò lo schermo leggermente alterata. Ci volle meno di un secondo per decidere di prendere in giro l’alzatore, se c’era una cosa che le piaceva era stuzzicare gli alzatori, anche se generalmente lo faceva esclusivamente con la rete a dividerli. Prese una moneta dalla tasca e iniziò a giocarci come il giorno precedente seduta al suo banco con Kageyama di fronte a lei, facendola ripassare sulle nocche avanti e indietro alzando le dita. 

  

Ikeda
Potete avvicinarlo e distrarlo?                                         
[12:26]

Tokita
Così uccide noi?
[12:26] 

Ikeda
No che non vi uccide                          
[12:26]
Però meglio se evitiamo di vederci per oggi                                                                 
[12:26] 

Tokita
Perché?
[12:26] 

Ikeda 
Non mi va che vi arrivi un servizio dritto in faccia                                                                           
[12:27]

Tokita
...e non è ucciderci quello?
[12:27]
Come facciamo?
[12:27]

Ikeda 
Fermatelo e chiedetegli qualcosa                                                
[12:27]
Trattenetelo per qualche minuto                                                
[12:27]
Io vado da Shoji                   
[12:27]
Ci sentiamo stasera                         
[12:28]
Fate un buon allenamento                                    
[12:28]

 

 

Kageyama la osservava giocherellare con una moneta, nuovamente impegnata col telefono. 

«Perché deve perdere tempo così.» borbottò a bassa voce ignorando le occhiatine che gli lanciavano gli studenti di passaggio.

Finalmente la vide posare il telefono e girarsi, stava per distaccarsi dalla parete e seguirla quando una voce lo fermò, facendolo trasalire come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa di sbagliato. 

«Senpai Kageyama?» 

L’alzatore si voltò lentamente. Corrucciò la fronte aggrottando le sopracciglia trovandosi i suoi kohai Tokita e Yaotome dietro. 

«Che volete?» sbottò, sperando che i due non avessero visto Ikeda e non gli domandassero nulla in merito. 

«Ec-ecco noi...» i due si guardarono incerti. 

Yaotome si schiarì la voce «Ecco Tokita voleva chiederti del servizio in salto.» 

«Si quello...» concordò Tokita dopo aver ricevuto una gomita dal secondo libero della squadra che lo incitava a parlare. 

«E io volevo chiedere qualche suggerimento per le alzate.» 

«Vai da Nishinoya...» disse Kageyama in tono irritato guardando al di sopra della spalla, Ikeda stava sparendo tra la folla «Non ho tempo.» 

«Si ma visto che sei qui...» 

«E come dovrei spiegarvi qualcosa adesso? Perché non siete venuti durante l’allenamento a chiedere?» domandò Kageyama in malo modo. 

«Io ho chiesto a Noya-san ma volevo qualche consiglio in più.» rispose Yaotome. 

«E io ho provato ad avvicinarti ma sei sempre impegnato a provare le alzate. Non tutti si possono fermare dopo gli allenamenti, mia madre mi ammazzerebbe, e anche in quel caso resti a far schiacciare Hinata.» aggiunse Tokita. 

Fermo in quel corridoio Kageyama non poteva dare torto al giovane schiacciatore, ma in quel momento doveva liberarsi dei due e non poteva fare nulla senza una palla in mano. 

«Sentite, va bene. Comunque, non adesso, nell’allenamento pomeridiano cercherò di prendere un po' di tempo così ti faccio vedere come fare il servizio in salto.» 

Prima che i due ragazzi potessero ribattere e tenerlo ancora in quel punto Kageyama gli volse velocemente le spalle andandosene. 

 

 

«Quindi mi tocca imparare il servizio in salto...» borbottò alzando gli occhi al cielo. 

«Scusa Tokita è la prima cosa che mi è venuta in mente.» 

«Sei tu che devi prepararti mentalmente...hai idea di quanto ti urlerà contro perché alzi male?» 

Yaotome sospirò «Tanto ci urla già dietro per buona parte del tempo.» 

 

 

Non la vedeva più. 

Tobio si era diretto verso lo stesso punto in cui aveva visto sparire Ikeda. Non poteva essere tornata in classe, non l’aveva vista tornare indietro, mentre parlava con i due kohai e, sicuramente, in quel caso loro l’avrebbero salutata...o magari lo avrebbe fatto lei con quel tono falsamente amichevole, giusto per infastidirlo. 

Strinse i pugni dicendo a sé stesso che non importava sapere cosa la tenesse impegnata dal restituire personalmente qualcosa a Tsukishima. Anzi tanto meglio così. 

Ikeda stava restando lontana dal club quello era l’importante. 

Con quella presa di coscienza si diresse in cortile. 

Irritato anche dal non poter riprendere immediatamente le attività in pausa pranzo con Hinata che nel primo giorno, dopo lo stop forzato ordinato da Ennoshita, era impegnato con dei doveri scolastici. 

Camminò senza prestare troppa attenzione alla direzione presa. 

Concentrato sull’ingrato compito che gli sarebbe toccato più tardi nell’allenamento pomeridiano continuava a mettere un piede davanti l’altro. 

Non gli piaceva dover insegnare a quei due qualcosa, più che non piacergli. Tobio era cosciente di non esserne in grato. Voleva comunque essere differente in questo da Oikawa e fare un tentativo. 

Ci si stava ancora sforzando di migliorare sul lato comunicativo. 

Davanti alla macchinetta però non era ancora riuscito a pensare a come approcciare quei due dementi, l’unica certezza era che avrebbe fatto sputare sangue a entrambi per averlo intralciato. 

Il filo di quei pensieri, e dello sguardo che si alternava tra il pulsante del latte e quello dello yogurt, fu interrotto da un rumore sordo dato al bidone poco distante. 

Quando si voltò non riuscì a nascondere una prima sorpresa che però, dopo quel primo momento, mutò rapidamente in uno sguardo seccato. Solo allora si rese conto davanti a quali macchinette si era diretto in maniera inconscia. 

 

«Sono arrivata troppo presto? Ripasso tra qualche minuto?» domandò Ikeda lanciando uno sguardò all’interno del bidone prima di aggirarlo e mettersi di fronte alla macchinetta affiancando Kageyama. 

«Non so proprio di cosa parli.» provò a mentire, spostando il peso del corpo sulla sinistra per mettere una leggera distanza tra loro. 

Per tutta risposta Ikeda umettò le labbra portandosi una mano al naso facendo scorrere le dita verso la punta e ancora più in là in aria, accompagnando quel gesto con un fischio mal riuscito. 

«Bugiardo. Vuol dire bugiardo.» rispose alla domanda che Kageyama non era intenzionato a porre «In ogni caso oggi mi va lo yogurt quindi sarebbero soldi sprecati. Ti sposti o vuoi fare scenate anche per questo?» 

Kageyama si spostò solamente perché Ikeda si era comunque avvicinata, senza aspettare, invadendo il suo spazio vitale. 

Avrebbe voluto andarsene come aveva fatto l’altro giorno, sarebbe stato decisamente più semplice, ma nelle ore di lezione che erano seguite ci si era mangiato il fegato per non aver risposto e ribattuto, andandosene solo quando lei lo aveva effettivamente liquidato scocciata. 

«Non ho sprecato soldi la volta scorsa e non sono io che faccio scenate.» 

Ikeda lo guardò con aria innocente «Te lo riconosco, non li hai sprecati visto che la volta scorsa mi andava il Qoo.» 

Il ghigno compiaciuto e soddisfatto mentre l’alzatore inseriva le monetine nel distributore però lo tradì. 

«Visto che sei un bugiardo?!» chiese Ikeda con tono dispettoso. 

«Sentiamo cosa? Illuminami visto che hai la stessa spocchia di Tsukishima. O anche adesso dirai altre cazzate sul capirlo da solo, visualizzare, il tempo che passa e la pazienza?» 

Ikeda rispose prestando più attenzione nell’inserire la piccola cannuccia nella sua bevanda «Non sai di cosa parlo...poi affermi di non aver sprecato soldi, il che potrebbe anche essere vero se non sai di cosa si parla ma hai aggiunto “la volta scorsa”» disse tra un sorso e l’altro «Convengo che non li hai sprecati visto che lo volevo prendere e te la sghignazzi avendo ricevuto la conferma di non averli sprecati, dandomi conferma che sai benissimo si cosa si sta parlando. Immagino che nella tua mente sia sembrato un piano estremamente malvagio e soddisfacente gettare quelle bottigliette. Beh, c’è chi si accontenta di sensazioni effimere e fugaci...» 

L’alzatore premette con eccessiva forza il tasto per far scendere il latte, odiando come fosse stato raggirato così facilmente, tradendosi da solo e cadendo in quel tranello. 

«Avrai le rughe già a vent’anni se continui a tenere sempre quella faccia imbronciata.» gli fece notare Ikeda con malcelata soddisfazione per aver vinto anche quel battibecco. 

Kageyama stava raccogliendo le idee, qualcosa con cui ribattere allo stesso livello. Non era Hinata con cui poteva limitarsi a dire boke che già risultava quasi un complimento per quell’idiota. 

La sentì tossicchiare, girandosi vide Ikeda rossa che si dava colpetti in mezzo al petto con il brick stritolato nella mano mentre fissava il telefono. 

Quei colpi di tosse si alternavano a due parole che non capiva. 

Kageyama rimase con la confezione di latte sospesa a mezz’aria osservandola con disappunto mentre si allontanava velocemente bofonchiando, ancora, quel qualcosa che a lui risultava incomprendibile. 

 

 

 

«Holy shit...» 

La mente di Kimiko stava elaborando quanto letto. Si fermò a metà strada per leggerlo di nuovo ed esserne sicura. 

 

Ito Yoori
Sabato Iiyama e Karasuno terranno un’amichevole
[12:39]
Ero con il professore mentre parlava con il vostro responsabile
[12:39]
Vi facciamo neri
[12:39]
Ah no aspetta è già il colore del Karasuno
[12:40]
Va beh hai capito
[12:40]
Ci vediamo sabato!
[12:40] 

 

 

«Shit...» inspirò profondamente «Holy shit.» 

 

 

Non fece caso al sorriso rasserenato di Ennoshita, che sperava finalmente si fosse chiuso il problema, né al sollievo di Nishinoya e Tanaka, provato per quella interruzione, che sollevarono l’attenzione dai quaderni. 

«Ciao Ennoshita. Come funzionano le amichevoli? Gli studenti possono assistere?» 

«Amichevoli? C’è qualche scuola che fa amichevoli e vuoi andare a vederle?» chiese confuso. 

«No, amichevoli qui al Karasuno.» 

Ikeda si diede un colpetto in fronte. Ito lo aveva appena scritto quindi probabilmente il professor Takeda a loro lo avrebbe comunicato nel pomeriggio. 

Estrasse il telefono dalla tasca per far leggere il messaggio ai tre. Scorrendolo per non far vedere tutto quello che Ito scrisse. 

«Avete un’amichevole sabato prossimo. È già confermato forse ve lo diranno più tardi.» 

«Iiyama? Mai sentita questa scuola...ma perché hanno il tuo numero e te lo hanno scritto?» domandò Tanaka. 

«È la scuola che frequentavo prima.» spiegò Ikeda «Posso venire a vedere?» 

«Se ti dicessimo che gli studenti non possono guardare...ti iscriveresti al club?» propose Nishinoya ricevendo però uno colpo dal capitano. 

«Non lo ascoltare. Puoi venire, certo.» 

 

 

 

Negli spogliatoi dopo l’allenamento regnava l’euforia alla notizia sulla prossima amichevole. 

Tsukishima viveva con disappunto quell’entusiasmo che aleggiava nello spogliatoio, che se per i ragazzi del primo anno fosse stato comprensibile non avrebbe dovuto essere condiviso così esageratamente anche da Hinata, per non parlare di Nishinoya e Tanaka che avrebbero dovuto essere più navigati ormai con le amichevoli. 

«Iiyama comunque mai sentiti. Non sono della nostra prefettura. Da dove vengono?» 

«Sarà una scuola delle prefetture qui vicine.»  rispose Yamaguchi con in sottofondo ancora il vociare concitato. 

Il centrale storse il naso «A questo era facile arrivarci.» 

«Prefettura di Nagano...» intervenne il capitano con un sorriso eloquente per il centrale. 

«Scherzi?!» 

Kageyama non capì cosa ci fosse di rilevante in quella informazione. 

«No.…è venuta a chiedere di poter assistere.» 

Improvvisamente l’alzatore mise a fuoco in che circostante avesse già sentito parlare della Prefettura di Nagano recentemente. 

Quella reazione non passò inosservata al biondo. 

«Però...quando ci vorrà di strada? Immagino che Ikeda gli abbia lasciato ottimi ricordi se sono disposti a venire fin qui per fare un’amichevole.» disse in tono alto e chiaro verso l’alzatore. 

Se la riportino pure indietro dopo che li avremo battuti 2 a 0.




►Non io che ho passato una serata a sistemare con le rientranze e la direzione del testo la parte "chat" per poi scoprire che non le pubblicava come volevo io. Era venuta molto carina ma niente ho alzato bandiera bianca. Chiedo scusa alle anime pie che stanno seguendo la storia per questo aggiornamento così lento.

► Provato a risistemare la parte chat 22-12-2022
 

   
 
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