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Autore: Justice Gundam    29/10/2022    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 11 – Intrappolati nella ragnatela

 

Con crescente paura, Rilo e Fedra cercarono di divincolarsi dalle ragnatele che li intralciavano, mentre al tempo stesso tenevano d'occhio il mostro che si avvicinava minaccioso. Mentre la creatura scostava le ragnatela come se fossero state degli innocui tendaggi, i due giovani ebbero la possibilità di vederlo meglio: era di forma umanoide, con la pelle violacea simile a cuoio, ulteriormente rafforzata con delle placche chitinose sul torace e sulle spalle, il ventre prominente e le braccia esageratamente lunghe, terminanti in due lunghi uncini affilati, come le zampe di una sorta di mostruoso insetto. Era alto circa un metro e ottanta, ma la sua andatura ingobbita lo faceva sembrare un po' meno alto, e i suoi occhi erano compositi come quelli di un insetto, con un paio di mandibole uncinate dalle quali gocciolava un liquido semitrasparente, chiaramente veleno. Si stava avvicinando con espressione famelica, e non c'erano dubbi circa le sue intenzioni nei confronti dei due intrusi.

“Sssiete piccoli, ma sssscommetto che ssssiete molto teneri.” Sibilò il mostro. Le sue mandibole si sollevarono, facendo l'imitazione di un ghigno famelico. “Il capo mi dà ssssempre da mangiare roba coriacea. Finalmente qualcossssa di più prelibato.”

“Un ettercap…” mormorò Fedra. La caligni riuscì a sfoderare un pugnale e cercò di tagliare i fili di seta appiccicosa chestavano per avvinghiarla, mentre dietro la strana creatura avanzavano ragni giganti grandi come lupi, con corpi pelosi ed occhi compositi che scintillavano nell'oscurità.

“Quello essere Battidenti…” disse Majenko stringendo i denti. “Grande capo manda gente che lui non piace a lui perchè li mangi.”

“Più o meno lo avevamo capito…” mormorò Rilo. Il giovane stregone tirò fuori il suo pugnale da sotto le vesti e lo usò per tagliare le ragnatele, mentre l'ettercap si piegava sulle gambe per sferrare un attacco improvviso. Rilo incrociò lo sguardo inumano di quella creatura e cercò di tenersi pronto… e quando Battidenti scattò in avanti puntando dritto alla sua gola, Rilo si gettò di lato ed evitò l'assalitore. Ma Battidenti si era aspettato la reazione rapida del ragazzo, e prima che quest'ultimo potesse lanciare un incantesimo, aprì le fauci e scagliò contro di lui un getto di fili di seta vischiosa che colpì la mano alzata di Rilo, invischiandola e impedendogli di completare i gesti necessari. Rilo indietreggiò con un'esclamazione di sorpresa, e Battidenti fece un cenno ai due ragni che lo accompagnavano.

“Prendetelo!” sibilò l'ettercap. “Dividerò il passssto con voi!”

I due ragni giganti sibilarono orrendamente e si lanciarono contro Rilo, che sgranò gli occhi spaventato e cercò di difendersi come poteva. Uno dei ragni stava per atterrare su di lui… quando Majenko si lanciò addosso al mostruoso aracnide e lo colpì con tutte le sue forze! Ringhiando, il draghetto cominciò a sferzare l'aracnide con gli artigli e le zanne, mentre Fedra scagliava un pugnale che trafisse il secondo ragno ad un fianco.

“Rilo! Tieniti dietro di me!” esclamò Fedra. Sfoderò la sua daga e la sua mazza per affrontare l'ettercap, che emise un sibilo rabbioso e si mise in guardia, sfoderando i suoi affilati artigli.

“Come ossssate fare del male ai miei cuccioli?” ringhiò Battidenti. Fedra fece una finta, avvicinandosi di un passo all'ettercap e dando l'impressione di sferrare un attacco, per poi ritirarsi ed evitare gli artigli della creatura. Majenko si staccò rapidamente dal ragno che aveva colpito e tornò a fianco di Rilo, mentre i due ragni giganti, pur feriti, si piazzavano alla distanza giusta per poter attaccare gli avventurieri e il draghetto nel caso avessero cercato di guadagnare l'uscita all'altro lato della stanza.

“Battidenti può parlare a ragni.” Affermò Majenko. “È grazie a lui che grande capo controlla ragni in questo posto!”

“Ma davvero?” chiese Fedra. “Il che vuol dire che se facessimo fuori questo ettercap, il controllo di Devargo su queste bestiacce verrebbe meno.”

Battidenti sghignazzò, un suono raschiante e maligno che dava l'impressione di artigli che grattavano sul selciato. "Oooh, quindi penssssate di potermi uccidere, vero? Non vi ssstarete montando un po' la tesssta?" ringhiò. "Sssarete un ottimo sssspuntino per me e per i miei cuccioli!"

"Non credere che riuscirai a farci fuori tanto facilmente!" esclamò Rilo, liberandosi la mano e cercando di nuovo di lanciare un incantesimo. Battidenti si spostò rapidamente, in modo da non dare al ragazzino Varisiano un bersaglio fisso, e usando le fitte ragnatele che tappezzavano la stiva come nascondigli per evitare gli attacchi dei suoi avversari. I due ragni giganti avanzarono verso i ragazzi e Majenko... e ben presto, Rilo e Fedra si resero conto di non poter più indietreggiare. Avevano praticamente le spalle al muro, e avevano bisogno di un'idea in fretta.

"Okay, Rilo... se hai in mente qualcosa per toglierci da questa situazione, sarò ben lieta di sentirla." affermò Fedra. " Al momento, io ho un vuoto..."

"Majenko ringrazia per tentativo di aiutare, in ogni caso..." mormorò il piccolo drago. Nell'oscurità, Rilo aveva perso di vista Battidenti, ma sentiva ancora i suoni che il feroce ettercap faceva mentre si muoveva attorno a loro. Sembrava che la creatura si divertisse a tenerli sulla corda e far loro chiedere quando avrebbe attaccato. L'ettercap cercava di snervarli, di portarli a fare una mossa avventata...

I ragni giganti si piazzarono uno davanti al gruppo, e uno su un fianco, tenendo aggrappato alla parete. Da quella posizione, entrambi avrebbero potuto saltare addosso a Rilo, Fedra e Majenko in qualsiasi momento, non appena Battidenti avesse fatto un cenno ai suoi ragni.

"Il nostro avversario principale è quell'ettercap. Se riuscissimo a toglierlo di mezzo o ad impedirgli di inseguirci, il più sarebbe fatto. Ma con tutte queste ragnatele, è difficile muoversi... e lui, invece, si muove come niente fosse." sussurrò il ragazzino. Fedra guardò all'improvviso verso il lato destro della stiva, dove alcune ragnatele si stavano muovendo... e la sua vista perfettamente adattata all'oscurità colse l'ettercap mentre tesseva qualcosa ben nascosto tra la fitta seta vischiosa.

"Okay, Rilo... preparati a scattare quando te lo dico io..."sussurrò Fedra. "E lancia un incantesimo, se puoi."

"Va bene..." disse il ragazzino. Sulla punta del suo indice destro si raccolse una piccola sfera di luce nera, quasi invisibile in quel luogo buio.

Altri istanti passarono, carichi di tensione...

E finalmente, Battidenti fece la sua mossa.

Con un cenno, diede ordine ai suoi due ragni di attaccare, e i temibili aracnidi si piegarono sulle zampe e poi balzarono addosso a Fedra e Rilo come due belve addosso a due cerbiatti indifesi!

Sfortunatamente per loro, Rilo e Fedra non erano per niente indifesi...

La caligni si mosse con rapidità incredibile e si gettò a terra proprio quando uno dei due ragni stava per chiudere le mandibole sulla sua testa! L'attacco della bestia andò a vuoto, e prima che il ragno potesse rimettersi in guardia, la agazzina lo trafisse al torace con il suo spadino, poi lo colpì alla testa con la mazza e lo scaraventò a terra! Il ragno gigante venne colto da un tremito violento e le sue zampe si rattrappirono, come se cercasse di avvinghiarsi attorno a Fedra... mentre l'altro ragno e l'ettercap si lanciavano assieme addosso a Rilo!

"Ssssei nosssstro!" ringhiò l'ettercap, pronto a colpire con le mandibole e gli artigli. Rilo agì con rapidità e lanciò un incantesimo Movimento Sfocato su sè stesso e corse verso la propria destra, sempre tenendo stretto a sè Majenko. Battidenti sgranò gli occhi sorpreso quando l'immagine di Rilo in movimento gli apparve di colpo sfocata ed indistinta... e il suo attacco fendette l'aria mentre il giovane stregone scivolava alle spalle del mostro e lanciava un altro incantesimo!

"In momenti come questi, forse mi sarebbe stato utile un incantesimo basato sul fuoco, ma tant'è... Raggio di Indebolimento!" esclamò il ragazzino. Puntò l'indice contro il mostro e scagliò un raggio di energia nera e viola che colpì Battidenti alla schiena prima che quest'ultimo potesse voltarsi per attaccare di nuovo! Improvvisamente, il feroce ettercap si sentì pervadere da una terribile debolezza e le gambe gli cedettero, facendolo finire disteso per terra mentre l'altro suo ragno da compagnia atterrava goffamente vicino a lui.  

“Ottimo! Adesso è il momento giusto!” esclamò Fedra. “Presto, usciamo di qui!”

Approfittando del momento in cui Battidenti e il ragno superstite erano a terra, i due ragazzini e Majenko si affrettarono verso l'uscita, muovendosi alla massima velocità possibile in quegli spazi bui ed angusti per guadagnare la via di fuga. Sibilando rabbiosamente, reso ulteriormente furioso dalla morte di uno dei suoi ragni, Battidenti cercò di rimettersi in piedi… e la sua mano uncinata scattò verso uno spesso filo di ragnatela che si trovava vicino al punto in cui era caduto. Con tutta la forza che gli era rimasta, il mostro tirò la fune di seta verso di sè… e all'improvviso, un laccio di seta si avviluppò attorno a Fedra, legandole un braccio al busto e facendola sbilanciare! La caligni emise un'esclamazione di paura e sorpresa prima di cadere a terra, e i suoi due compagni si fermarono di colpo accanto a lei.

“Fedra!” esclamò Rilo.

“Merda…” imprecò la ragazzina. Cercò di liberarsi dalla trappola, ma dibattersi aveva il solo effetto di farla invischiare ancora di più nella trappola, mentre Battidenti si rialzava, un po' malfermo sulle gambe, e si apprestava ad avanzare verso le sue prede. “Rilo, Majenko! Voi fuggite di qui, presto! Io me la caverò in qualche modo!”

“Sì, certo… invischiata in quella trappola? Permettimi di avere i miei dubbi…” rispose Rilo. Il ragazzino cercò di ricacciare indietro la paura e sfoderò il pugnale che aveva preso con sè dall'ufficio di Verik, tenendolo ben stretto tra le mani mentre cercava di tenere lontano l'ettercap. Anche lui si rendeva conto che era un'arma un po' misera, di fronte a quella creatura, ma forse l'aspetto inusuale del pugnale avrebbe potuto spaventare la creatura…

Questa speranza si infranse presto contro la realtà dei fatti. Battidenti sghignazzò malignamente e continuò ad avanzare, sicuro di avere ormai la preda in pugno… e spalancò le fauci per scagliare un altro getto di ragnatela appiccicosa. Rilo reagì con prontezza e si gettò di lato… e per fortuna, l'effetto di sfocatura di cui godeva ebbe successo, e lo schizzo di seta andò a spiaccicarsi inutilmente sul terreno ed unirsi alla seta che già lo copriva.

Con uno scatto improvviso, Rilo si lanciò verso l'ettercap e cercò di colpirlo alle gambe con il suo pugnale. Con un gesto quasi sprezzante, Battidenti sferrò un manrovescio che interruppe l'attacco del giovane stregone e lo fece cadere sul pavimento... ma prima che Battidenti potesse sferrare un altro colpo, Majenko si lanciò su di lui, spinto dal disperato tentativo di sopravvivere e di proteggere coloro che stavano rischiando la vita per aiutarlo. Battidenti abbassò lo sguardo verso il draghetto con espressione stupefatta... e Majenko gli affondò i denti nel ginocchio destro, provocandogli un forte dolore che gli impedì di portare a termine il suo attacco.

"Graaaaah!" esclamò l'ettercap, agitando la gamba destra. "Togliti di mezzo, besssstiolina missserabile!"

Con un calcio lanciò via Majenko, che aprì di colpo le ali e atterrò con agilità accanto a Fedra, che cercava freneticamente di liberarsi dal laccio di ragnatela che la avviluppava. Il draghetto si chinò accanto a lei e iniziò a fendere il laccio con i suoi piccoli ma acuti artigli, mentre Rilo si rialzava e cercava come poteva di difendersi dal ragno gigante che gli stava per piombare addosso. La bestia cercò di costringere a terra il ragazzino Varisiano sotto il suo enorme peso, ma Rilo reagì con prontezza e brandì il suo pugnale, la cui lama colpì una delle zampe dell'assalitore troncandola di netto.

Con un sibilo che esprimeva sia rabbia che dolore, il ragno gigante si ritirò, e Battidenti rivolse nuovamente la sua attenzione allo stregone, che cercò freneticamente di rialzarsi e rimettersi in guardia. L'ettercap scagliò di nuovo la sua ragnatela, e Rilo si spostò per evitarla... ma la massa di seta vischiosa gli intrappolò una caviglia, incollandolo a terra! Rilo soffocò un'imprecazione e cercò di muoversi quanto più possibile, in modo che l'effetto del suo incantesimo Movimento Sfocato non venisse meno.

"Ssssei una preda tessstarda!" sibilò Battidenti, avvicinandosi a Rilo che cercava come poteva di tenerlo a bada con il suo pugnale, mentre pensava ad un incantesimo con cui tenere a bada l'assalitore. "Ma non mi disssspiace. Dopo aver fatto un po' di movimento, il passssto mi ssssoddissssfa di più! Heheheheheee..."

Rilo sferrò un fendente, ma il mostro aracnoide gli afferrò il polso con cui brandiva l'arma e lo strinse fino a fargli perdere sensibilità nelle dita. L'arma di squisita fattura cadde e tintinnò sul pavimento, e Rilo strinse i denti nel tentativo di liberarsi. Sfortunatamente, anche sotto gli effetti del Raggio di Indebolimento, la forza di Battidenti era superiore alla sua, e il ragazzino emise un lamento di dolore quando il mostro lo costrinse in ginocchio.

"Ma come, non opponi più resisssstenza?" sghignazzò. "Peccato, mi ssstavo divertendo. Ma adesssso ho anche fame, quindi... buon appetito a me e al mio cucciolo!"

Battidenti aprì le mascelle dalle quali gocciolavano ruscelli di bava velenosa e puntò dritto alla gola della sua preda, già pregustando il sapore del sangue e della carne fresca. Con la forza della disperazione, Rilo alzò una mano tremante e lanciò un rapido incantesimo, che forse sarebbe riuscito solo a fargli guadagnare qualche istante...

"L-Lampo!" esclamò. Si sentì un breve suono sibilante, e un fascio di luce si sprigionò dalla mano di Rilo ed esplose in faccia all'ettercap. La mostruosa bestia emise un raccapricciante grido quando la luce abbagliante colpì i suoi occhi compositi, e indietreggiò barcollando, usando le braccia per cercare come poteva di ripararsi la vista.

"Raaaaargh!!" gridò Battidenti. "I miei occhi! Non ci vedo più!"

Rilo restò per un attimo fermo al suo posto, non aspettandosi che quel semplice incantesimo di basso livello avrebbe potuto rivelarsi così efficace... ma non restò fermo a lungo e raccolse nuovamente il suo pugnale, cominciando poi a tagliare la ragnatela  che gli teneva la gamba incollata al suolo. Riuscì a liberarsi appena in tempo prima che Battidenti e il ragno superstite, ora entrambi furibondi, facessero per lanciarsi su di lui!

"Okay, adesssso mi ssssono sssstancato di giocare!" esclamò l'ettercap, il cui tono affabile era ormai completamente svanito. Rilo brandì il suo pugnale, sicuro che questa volta sarebbe stata la fine o sua o del suo assalitore...

"Allora permetti anche a me di fare sul serio! Prendi questo!" esclamò la voce acuta e decisa di Fedra. Rilo non vide che un lampo che gli passava accanto... e un attimo dopo, Battidenti ringhiò di dolore quando Fedra, ora libera dalla trappola, piantò la lama della sua daga nella milza dell'ettercap, ferendolo gravemente! Un fiotto di sangue verdastro cominciò a sgorgare dalla ferita, e Battidenti cadde in ginocchio con uno stridio acuto, cercando in qualche modo di fermare l'emorragia.

"Fedra!" esclamò Rilo con evidente sollievo quando la graziosa caligni si piazzò accanto a lui, sollevando davanti a sè la spadina gocciolante del sangue disgustoso dell'ettercap. Majenko era appollaiato sulla spalla della ragazza, e fissava con espressione al tempo stesso impaurita e rabbiosa gli assalitori. Non c'era bisogno di troppa fantasia per capire come si fosse liberata. "Hey, Majenko, grazie dell'aiuto!"

"Presto, Rilo, tagliamo la corda!" esclamò Fedra. Continuò ad agitare la spada davanti a sè per tenere a distanza Battidenti, che però non sembrava voler sfidare ancora la sorte: restava inginocchiato a terra, tamponandosi la ferita al fianco e squadrando Fedra con rabbia impotente. "Dobbiamo scappare, prima che il rumore attragga Devargo e i suoi sgherri!"

"Via di qui! Presto, prima che lui attacca di nuovo!" esclamò Majenko.

Non c'era bisogno che i due amici se lo facessero dire due volte: voltarono le spalle a Battidenti prima che quest'ultimo potesse riprendersi e chiusero di botto la porta dietro di sè, usando uno sgabello vicino per cercare di tenerla chiusa il più a lungo possibile. Dopo essersi assicurati che ci foosero tutti, Rilo, Fedra e Majenko si misero a correre lungo il corridoio tappezzato di ragnatele, passando accanto a numerosi ragni di dimensioni abnormi - tra cui anche alcuni ragni del sogno. In breve tempo, i tre guadagnarono l'uscita, e Rilo aprì di colpo la porta per fuggire sul ponte principale...

Qualcosa sibilò in aria, e una frazione di secondo dopo Rilo urlò per l'improvviso dolore e cadde a terra - un quadrello di balestra gli si era conficcato nel trapezio, per fortuna colpendo un punto non vitale.

"Rilo!" esclamò Fedra sgomenta. La caligni si rese rapidamente conto che davanti a loro si erano schierati un bel po' di brutti ceffi armati di balestre, coltelli e bastoni. I quadrelli erano tutti puntati verso i due avventurieri, e le dita di quei ceffi da galera tremavano sui grilletti delle balestre.

“Non muovetevi o siete morti! Arrendetevi!” esclamò uno di loro con voce aspra. Fedra, che si era chinata sul suo compagno per dargli una mano, alzò lo sguardo verso la piccola folla di malviventi e li squadrò con rabbia mentre uno di essi, una figura che Fedra non ebbe certo problemi a riconoscere, si faceva strada tra di loro.

“Tch… ecco com'è fatta certa gente. Uno decide di essere gentile e porge loro un dito, e loro credono di potersi prendere tutto il braccio.” Affermò Devargo Barvasi, mantenendo un tono cordiale, ma con un udibile tono di fastidio. Il famigerato Re dei Ragni indossava soltanto un paio di sandali e dei calzoni strappati, e nonostante cercasse di darsi un tono, non riusciva a nascondere l'aria ancora stordita dal sonno. Chiaramente, l'arrivo di Fedra e Rilo lo aveva trovato impreparato.

Majenko sgranò gli occhi per la paura e si acquattò contro Rilo, che strinse I denti per il dolore e si mise davanti al draghetto. “Noi… siamo venuti qui per liberare questa creatura.” Rispose prontamente il ragazzino. “Lei… si rende conto che I drachi domestici sono creature senzienti e dotate di intelligenza, vero? Quello che lei sta facendo è un sequestro, se non addirittura… una riduzione in schiavitù!”

La rampogna non ebbe altro effetto che scatenare un'altra risata da parte di Devargo. “Hah! E con questo? Sarà così per la legge di Korvosa, ma qui, sulla Coda dell'Anguilla, sono io che decido cos'è la legge!” esclamò. “E voi vi siete introdotti qui contro la mia volontà per portarmi via ciò che è mio. Non capisco cosa vi interessi, poi, di quella bestiolina ridicola.”Il criminale gettò uno sguardo astioso a Majenko, come se volesse promettergli una severa punizione per quel tentativo di fuga. “E non solo… adesso avete anche visto Battidenti, il mio ettercap addomesticato. Capirete che non posso lasciarvi andare. Anzi… credo che sarebbe una punizione abbastanza divertente darvi in pasto a Battidenti! Dopo che vi siete dati tanta pena per sfuggirgli, adesso gli ripiombate tra le fauci, eh? Hahahahaaa!”

“Giusto, capo! Sarà uno spettacolo divertente!” esclamò uno dei suoi scagnozzi.

“Ugh… merda… qui si mette davvero male…” pensò tra sè Rilo. Se solo avesse avuto il tempo di lanciare un incantesimo… ma c'erano troppe persone attorno a loro, e diversi degli uomini di Devargo avevano le balestre cariche e puntate contro lui e Fedra. Lo avrebbero riempito di quadrelli non appena lui avesse fatto un solo gesto…

Devargo stava per dare ordine ai suoi uomini di prendere i due intrusi e il draghetto… quando accadde qualcosa che nessuno si aspettava. Fedra si alzò di scatto, tirò fuori un coltello dalla cintura, e lo scagliò con decisione! In una frazione di secondo, l'arma solcò l'aria e si piantò nel legno del ponte principale, a pochi millimetri di distanza dai piedi di Devargo! Il malvivente smise immediatamente di ridere e alzò la testa verso la caligni, che sostenne il suo sguardoastioso.

“Allora lancio una sfida!” esclamò Fedra. “Devargo Barvasi! Ti sfido ad un incontro di monete e coltelli! Non uno dei tuoi uomini! Sfido te in persona!”

Devargo rimase per qualche istante come impietrito, quasi non osasse credere a quello che stava vedendo con i suoi stessi occhi. Guardò il pugnale rimasto conficcato nel legno vicino a lui, poi guardò di nuovo Fedra e corrugò la fronte. "Come? Ho capito bene?" chiese il criminale, in un misto di rabbia ed incredulità. "Tu... vorresti sfidare me? Ad un incontro di monete e coltelli?"

"Certo, ho proprio detto questo! Cos'è, parlo Qadiriano, per caso?" esclamò Fedra. "Un incontro, io contro di te! Faccia a faccia! Se vinci tu, potrai fare di noi quello che vorrai! Se invece vinco io, lascerai andare sia noi che questo draco! Allora, che ne dici?" La caligni fece un ghigno acuto e puntò l'indice contro Devargo. "Certo non vorrai farmi credere che il famigerato Re dei Ragni è coraggioso soltanto quando è circondato dai suoi uomini, vero?"

Devargo non cambiò espressione, ma dentro di sè sentì un brivido di rabbia ed apprensione. Quella ragazzina lo stava mettendo in un angolo con le sole parole, e i suoi timori si fecero più concreti quando si guardò attorno e si accorse che diversi dei suoi scagnozzi lo stavano guardando con espressione sospettosa, come se la loro fiducia e il loro rispetto nei suoi confronti cominciassero a vacillare.

Il Re dei Ragni non sarebbe arrivato fino a quel punto se non fosse stato un tipo in grado di cogliere i segni attorno a sè... e sapeva benissimo che la maggior parte dei suoi scagnozzi non erano altro che marmaglia che lavorava per chiunque fosse in grado di pagarli bene e tenerli a bada con forza e spietatezza. Mostrare a quegli uomini infidi anche un attimo di debolezza e codardia avrebbe potuto essergli fatale... e adesso che Fedra aveva apertamente sfidato la sua autorità, doveva assolutamente rispondere. Se avesse rifiutato quella sfida, avrebbe fatto la figura del vigliacco davanti a tutti i suoi scagnozzi, con conseguenze potenzialmente devastanti per il suo impero di illegalità e piaceri proibiti.

E non sarebbe andata molto meglio se avesse accettato per poi farsi sconfiggere...

No, doveva assolutamente accettare quella sfida... e vincerla, Non c'era altra soluzione.

Con riluttanza, Devargo rispose a Fedra raccogliendo il coltello e rigirandoselo minacciosamente tra le mani, mentre fissava con ferocia la giovanissima avventuriera. "E va bene. Accetto la sfida alle tue condizioni." rispose. Senza neanche voltarsi, fece un cenno ai suoi uomini. "Voi! Preparate un tavolo nella sala del trono! Questa sfida avrà luogo subito, e avete sentito qual è la posta in gioco! Sbrigatevi, o qualcun altro andrà a fare da colazione per Battidenti e i suoi ragnacci!"

"S-subito, capo!" esclamarono assieme due dei suoi uomini, per nulla ansiosi di fare una visita al mostro della stiva e ai suoi micidiali ragni. Devargo continuò a fissare Fedra, che restava ferma davanti a lui senza mostrare il minimo cenno di soggezione, piazzata protettivamente davanti a Rilo e a Majenko. Il Re dei Ragni scosse leggermente il capo, chiedendosi per quale assurdo motivo quella mocciosa andava a rischiare tanto per un ragazzino e una lucertolina da quattro soldi.

Ma una risposta a tale domanda non lo avrebbe aiutato. Adesso doveva pensare a fare del suo meglio e vincere quella battaglia. Cercò di calmarsi dicendo a sè stesso che non era certo il suo primo incontro a questo pericoloso gioco, e che sicuramente avrebbe potuto battere quella ragazzina inesperta... e cercò di non pensare all'abilità che Fedra aveva dimostrato nel suo primo gioco...

"F-Fedra..." mormorò Rilo, ancora stordito per il dolore che il dardo nella spalla gli provocava. Majenko gli fece cenno di non sforzarsi e, agendo con gende perizia, usò uno dei suoi piccoli ma acuti artigli per allargare almeno un po' la ferita, in modo che il quadrello fosse un po' più facile da rimuovere. Quando fu sicuro di potercela fare, Majenko estrasse il dardo con estrema attenzione, e Fedra provvide a tamponare la ferita con un fazzoletto, che poi assicurò attorno alla spalla di Rilo. "Ugh... che... che ti è saltato in mente, Fedra? Quel tizio dà tutta l'aria di saperci fare... sei sicura di poterlo battere?"

"No. Ma non avevamo molte altre possibilità, non vi pare?" disse Fedra. Majenko sputò via il dardo estratto dalla spalla di Rilo e sospirò, in accordo con quello che stava dicendo la caligni. "Se non altro, con questa sfida abbiamo una possibilità di sopravvivere... o di guadagnare tempo."

Rilo storse il naso e guardò verso il terreno, sempre sotto lo sguardo vigile di diversi tiratori. Il ragazzino sospirò e poi appoggiò una mano su quella di Fedra, in segno di ringraziamento. "Beh, in effetti hai ragione. Io... voglio solo che tu stia attenta e non corra troppi rischi, tutto qui." affermò. "Okay. Allora... andiamo a fare questo incontro. Io... sai che farò il tifo per te!"

"Hey, no solo tu! Anche Majenko fa il tifo!" esclamò il minuscolo drago, spiegando abilmente le ali. Fedra ridacchiò brevemente, poi gettò un'occhiata attenta a Devargo, che continuava a fissarla furioso. Se quello che aveva sentito dire di quel tipo era vero, allora Fedra avrebbe davvero avuto bisogno di una discreta dose sia di fortuna che di determinazione per portare a casa la vittoria...

 

oooooooooo

 

Uno scagnozzo di Devargo si era occupato di legare una delle braccia di Fedra al fianco corrispondente, esattamente come avevano fatto nello scontro precedente. La ragazzina non ci badò neanche e cercò invece di prepararsi mentalmente allo scontro, poi volse lo sguardo verso Rilo e Majenko, seduti su una panca vicina al tavolo dell'incontro, sorvegliati a vista da due scagnozzi armati di lancia. Vide entrambi gli "ostaggi" che la facevano un cenno di buona fortuna, e alzò il braccio libero per fare un segno dell'okay in loro direzione.

"Se hai finito di salutare i tuoi amichetti, potremo anche iniziare l'incontro." esordì Devargo, il cui tono arrogante era leggermente disturbato da un accenno di nervosismo. Il malvivente si era rivestito e aveva indossato i suoi paramano chiodati, uno dei suoi uomini aveva appena finito di legargli un braccio al fianco con delle cinghie di cuoio, assicurandosi che la battaglia fosse alla pari, e il grande tavolo di legno duro al centro della sala era stato sgombrato in modo da poter fare da piano per l'incontro. "Allora, ti accomodi o no? Hai insistito tanto perchè ti concedessi questo duello... ma puoi ancora tirarti indietro, se vuoi!"

Fedra gettò a Devargo uno sguardo feroce. "Non mi tiro indietro, grazie tante per l'interessamento." affermò la giovane. "Sono pronta quando vuoi, Devargo Barvasi."

"Ancora non capisco per cosa ti dai tanta pena... ma non importa." disse il Re dei Ragni, per poi salire sul tavolo e prepararsi allo scontro. "Okay, adesso tocca a te. Sali sul tavolo, e cominciamo il conto alla rovescia!"

Fedra balzò agilmente sul tavolo e diede un'occhiata al pugnale conficcato sulla superficie di legno duro. Sapeva che quello era, senza ombra di dubbio, l'elemento fondamentale del confronto. E non si aspettava che Devargo cadesse negli stessi tranelli in cui era caduto il suo scagnozzo nel confronto precedente con la giovanissima caligni. No, Devargo dava l'impressione di essere molto più accorto, e sicuramente si stava aspettando molte, se non tutte, le mosse che Fedra avrebbe potuto tentare dalla sua posizione iniziale. Per questo duello, avrebbe dovuto essere molto più creativa ed astuta che in quello precedente.

"Bene, gentili signori!" esclamò Devargo, rivolto a tutti i suoi uomini lì riuniti. "Stanotte, ci sarà uno spettacolo extra! Il vostro capo si esibirà per voi in una gara di monete e coltelli con l'intrusa! Se per caso la qui presente Fedra non si dovesse rivelare all'altezza... se non altro avrete avuto il divertimento di vedere un pò di nemici sbudellati!"

Tutti risero sguaiatamente prima che Devargo riportasse l'attenzione sull'attuale situazione... "Non appena darò il segnale, inizierà il conto alla rovescia a partire da dieci!" esclamò il malfattore. Con agilità, Devargo salì sul tavolo e flettè la mano libera, in modo da scuotere la sicurezza di Fedra. La caligni non battè ciglio e si tenne pronta al momento decisivo. "Molto bene... potete cominciare!"

Uno degli uomini di Devargo cominciò subito a contare, e tutti gli altri presero a gettare monete sul tavolo, mentre Fedra e Devargo si guardavano negli occhi con fare di sfida. La giovane caligni cercò di calcolare quanto tempo ci avrebbe messo per afferrare il pugnale... mentre Devargo restava fermo al suo posto, ghignando sinistramente mentre si preparava ad afferrare l'arma. Nonostante la corporatura robusta, Devargo era agile e scattante, e la caligni si rendeva conto che probabilmente sarebbe arrivato per primo al pugnale.

Le monete continuavano a cadere tintinnando sul tavolo di legno duro, mentre Rilo e Majenko guardavano con crescente apprensione. Il conto alla rovescia si avvicinava sempre più allo zero...

"Tre... due... uno... zero!"

Fedra fece immediatamente una finta, e Devargo fece la stessa cosa... ma entrambi si fermarono dopo un attimo, e il boss della malavita della Vecchia Korvosa incrociò lo sguardo dell'avversaria, ghignando malignamente. Non del tutto sicura di cosafare, Fedra esitò... e Devargo fece nuovamente per afferrare l'arma!

Fedra agì d'istinto e alzò una gamba per calciare la mano dell'avversario prima che questo potesse serrare la mano sull'arma... ma si rese conto, troppo tardi, di essere caduta in una trappola. Improvvisamente, il braccio con cui Devargo stava per prendere il pugnale cambiò di direzione, e l'uomo sferrò un pugno alla gamba di Fedra, che sgranò gli occhi per l'improvviso dolore quando le punte acuminate del suo guardamano le penetrarono nelle carni. Era una ferita superficiale, ma iniziò immediatamente a pizzicare, e una strana debolezza si diffuse lungo l'arto ferito, facendole girare la testa. Fedra si rese subito conto che le punte dei guardamano del suo avversario erano state intrise di veleno... probabilmente quello dei numerosi ragni che vivevano nel suo covo!

Per un attimo, Fedra ebbe la tentazione di protestare... ma si trattenne, ricordando con rabbia che non c'era nessuna regola che vietasse l'uso di veleno nel corso della sfida.

"Ugh... colpa mia... avrei dovuto immaginare che questo bastardo avrebbe usato qualche mezzo sleale." pensò tra sè la ragazzina. Devargo ghignò e sferrò un altro fendente con il suo paramano chiodato, ma questa volta Fedra riuscì a scansarsi, e le punte acuminate scintillarono a pochi centimetri dal suo volto. Ma Devargo continuò l'attacco con un calcio all'addome, che Fedra non ebbe modo di schivare. Il colpo la raggiunse, mozzandole il fiato e strappandole un grugnito di dolore...

Ma la caligni si riprese prima di quanto Devargo avesse previsto, e afferrò rapidamente la gamba dell'avversario, in modo da fargli perdere l'equilibrio. Stringendo i denti, l'uomo saltellò sull'altra gamba nel tentativo di liberarsi, usando il braccio libero per cercare di tenersi in equilibrio. Fedra tenne la gamba di Devargo tra il braccio libero e il corpo, e spostò il proprio peso da una parte, in modo da sbilanciare il suo nemico.

"Ugh... sei testarda, eh? Ma... ho l'impressione che ti stia già indebolendo." commentò Devargo. Il criminale cercò di mantenere l'equilibrio e liberare la gamba, ma nonostante la debolezza che si stava diffondendo nel suo corpo, Fedra continuò a tenere duro.

"Non sono una che si arrende tanto facilmente. Questo dovresti averlo già capito." rispose prontamente Fedra. Con un grugnito, la caligni puntò i piedi a terra e strinse i denti, facendo appello a tutte le sue forze per reggere alla spinta del suo avversario.

Devargo non si curò delle parole di Fedra. "Oh, questo per me non è un problema... rende la sfida più interessante." rispose prontamente. Fedra ebbe uno scatto improvviso e torse la gamba di Devargo da un lato... e questa volta, Devargo perse l'equilibrio e annaspò per qualche istante, dando a Fedra la possibilità di attaccarlo. La caligni mollò la presa e alzò il braccio libero per sferrare un pugno alla mascella, ma Devargo si accorse in tempo del suo tentativo e si scansò all'ultimo momento, e il colpo non fece altro che sfiorargli la tempia destra. Con rapidità, Fedra si chinò per afferrare il pugnale... e questa volta riuscì ad afferrare l'arma e sollevarla davanti a sè, in modo da tenere Devargo a distanza.

"Sembra che... il vantaggio non sia più tu, Devargo!" commentò con sarcasmo la ragazzina, cercando di tenersi a distanza di sicurezza dall'uomo. Il suo avversario non non sembrò più di tanto impressionato, e si limitò ad adoperare un po' più di prudenza, in modo da non entrare nel raggio d'azione del coltello di Fedra.

"Heh... non crederai certo che basterà avere in mano un coltello per avere la meglio su di me, vero?" chiese retorico il criminale. "Ed è solo questione di tempo prima che il veleno ti tolga le forze." 

"Almeno non sono del tutto indifesa." rispose Fedra. Con rapidità, la ragazzina si incise la ferita sulla gamba, in modo da far uscire un po' più di sangue e ridurre la dose di veleno assorbita dal suo corpo. Prima che Devargo potesse attaccare di nuovo, Fedra si rimise in guardia e si preparò a sostenere un altro assalto, che il suo avversario decise di ritardare in modo da lasciarla sulle spine.

Per diversi secondi, i due contendenti rimasero a fissarsi negli occhi e fare una serie di finte ed attacchi a vuoto. Fedra scattò di lato, ma si rese subito conto che i suoi movimenti erano stati rallentati dal veleno, e che se voleva uscire vincitrice da quello scontro, doveva inventarsi qualcosa in fretta.

Con tutta la rapidità di cui era ancora capace, la ragazzina schivò un fendente da parte del suo avversario e sferrò un fendente verso la sua gamba. Ma Devargo riuscì a tirarsi indietro ed evitare il fendente, poi cercò di colpirla con un calcio per buttarla giù dal tavolo. Fedra si gettò sul tavolo a pancia in giù e afferrò alcune monete, tenendole nella stessa mano con cui reggeva il pugnale... poi si alzò di scatto e gettò le monete in faccia all'avversario. Colto di sorpresa, Devargo non potè fare altro che alzare il braccio davanti al viso per proteggersi... e in questo modo diede a Fedra un secondo che la caligni non esitò a sfruttare a suo favore. Con un breve grido di determinazione, la ragazzina sferrò un abile affondo e conficcò il pugnale nella gamba sinistra di Devargo, che sgranò gli occhi ed emise un ringhio a denti stretti. Il criminale barcollò e riuscì a malapena a non cadere dal tavolo, ma fu comunque costretto ad appoggiare una mano sul tavolo per reggersi.

"Dannata..." sibilò Devargo.

"Adesso... siamo pari!" rispose Fedra con un breve ghigno. Decisa a non perdere il vantaggio, iniziò a sferrare una raffica di calci con la gamba sana, e riuscì a colpire Devargo alla mascella, facendolo barcollare di nuovo. Il malfattore ringhiò e sputò un piccolo fiotto di sangue dalla bocca, ma restò sul tavolo e riuscì ad afferrare la gamba di Fedra, per poi tirare verso di sè nel tentativo di trascinarla giù dal tavolo. Con tutta la forza di cui era ancora capace, la caligni si impuntò e cominciò a scalciare Devargo, piantandogli la suola dello stivale sulla fronte. "Ugh... e va bene! Se vuoi metterla su questo piano, allora mi vedo costretta ad usare le maniere forti!"

"Non... non riuscirai a togliermi quello che è mio, dannata!" ringhiò il malvivente, il cui volto sembrava ora ancora più minaccioso a causa del rivolo di sangue che gli scorreva dalla fronte e gli bagnava l'occhio e la guancia sinistri. "Vai giù, maledetta! Vai giù una buona volta!"

La lotta tra i due stava ormai devolvendo in una rissa senza regole, con entrambi i contendenti che cercavano semplicemente di colpire il più duramente possibile e mettere fuori causa l'avversario. Fedra sentiva che le forze le venivano meno a causa del veleno, e decise di tentare il tutto per tutto per sbarazzarsi di Devargo.

La caligni strinse i denti e allungò la mano verso la gamba ferita di Devargo per poi afferrare il manico del pugnale che gli era rimasto conficcato nell'arto. Con un gesto, la caligni cercò di muovere la lama nella ferita, in modo da provocare quanto più dolore possibile a Devargo. Il malvivente strinse i denti e cercò di resistere... ma alla fine, il dolore si fece insopportabile, e Devargo ringhiò di dolore e mollò la presa su Fedra, che ne approfittò immediatamente. Con un calcio sferrato con rabbia e decisione, la caligni spinse il suo avversario oltre il bordo del tavolo... e Devargo cadde a terra con un tonfo sordo, sotto gli sguardi increduli dei suoi scagnozzi, e quelli sollevati di Rilo e Majenko!

"Sì! Fedra ce l'ha fatta!" esclamò il giovanissimo stregone con gioia e sollievo.

"Grandi tutti e due! Majenko è grato!" proseguì il draghetto.

Fedra rimase in piedi sul tavolo e cercò di riprendere fiato, piegandosi poi su un ginocchio in modo da far riposare un po' la gamba ferita, mentre Devargo restava disteso a terra supino, guardando il soffitto con espressione furiosa ed incredula. I suoi uomini erano rimasti in scioccato silenzio, come se non osassero credere che il loro capo fosse stato battuto da quella illustre sconosciuta. Il silenzio venne infranto solamente quando la ragazzina del Popolo Oscuro ebbe ripreso fiato, e si erse in tutta la sua ridotta statura per proclamare la sua vittoria.

"Ho vinto io! Questa sfida me la sono aggiudicata io!" esclamò con enfasi. "Quindi, ora chiedo che vengano rispettati i patti, e che io, il mio compagno e il draco domestico che il vostro capo tiene prigioniero... veniamo rilasciati e ci venga consentito di tornare dai nostri compagni!"

Uno degli scagnozzi di Devargo imprecò e sputò per terra. "Niente per il cazzo, stronzetta!" ringhiò un uomo dall'aspetto incolto, con una bandana sudicia legata sulla testa e le braccia coperte di tatuaggi neri, mettendo mano ad un coltello. "Cosa credi, di poter venire qui a Vecchia Korvosa e fare quel cazzo che ti pare?"

Un omone alto e ben piantato afferrò un bastone chiodato. "Già! Non siamo obbligati a fare quello che vuoi, stupida mocciosa!"

"Fermi dove siete, zoticoni!" ringhiò improvvisamente Devargo, ancora steso a terra e stordito dal dolore e soprattutto dall'incredulità. Mentre i banditi si fermavano e abbassavano le armi, il Re dei Ragni si mise seduto a terra, gettò uno sguardo colmo di astio a Fedra, e poi riprese il discorso. "Avevamo un patto. E io ho accettato. Lasciateli andare."

"Che cosa?" esclamò quello con la bandana. "Ma... ma capo, vuole davvero lasciare che questi due..."

"Ho detto di lasciarli andare!" ringhiò Devargo, al limite della pazienza. "Vi avverto che sono di pessimo umore! Il prossimo che mi contraddice lo getto a Battidenti seduta stante!"

Gli scagnozzi di Devargo tacquero all'istante, agghiacciati alla prospettiva di diventare cibo per il mostruoso ettercap... e Fedra scese dal tavolo e si afferrò la fronte barcollando. Se non altro, era contenta che Devargo avesse deciso di arrendersi. Non credeva che sarebbe riuscita a continuare a combattere tanto a lungo, e l'idea di riposarsi un po' le era più che bene accetta.

Devargo si rialzò e cominciò a zoppicare verso una via d'uscita, ma si fermò a metà strada giusto per gettare uno sguardo pieno di rancore a Fedra. "E voi, prendete quel fottuto draghetto e sparite di qui! Se doveste tornare alla Coda dell'Anguilla o in una delle imbarcazioni ancorate ad essa... non ne uscirete vivi, mi sono spiegato?"

"Non preoccuparti... non abbiamo nessuna intenzione di tornare in questo postaccio." rispose seccamente Fedra. Cercando di non far vedere la sua debolezza, la giovane caligni raccolse i soldi che aveva guadagnato nella sfida e si diresse verso i suoi compagni. Per un attimo, la debolezza causata dal veleno la fece barcollare, ma la ragazzina prese un bel respiro e, anche se con un po' di difficoltà, raggiunse Rilo e Majenko che la guardavano con un pizzico di apprensione. "Hey, ragazzi... avete sentito il grande capo. Non siamo più i benvenuti da queste parti. Quindi, io dico di smammare prima che questi mettano mano alle armi."

"Stai bene, Fedra?" chiese Rilo, preoccupato per la sua amica. Quando la caligni fugò i suoi timori con un cenno della testa, il ragazzino le sorrise e poi guardò Majenko, la cui espressione di gratitudine gli sembrò impagabile. "Ottimo... adesso però è meglio se togliamo il disturbo... e tu dovresti andare a farti dare un'occhiata. Se quel Devargo ti ha avvelenato, allora è meglio che ti faccia vedere da un medico. O almeno da un chierico come Runyar."

"Heh... tu preoccupati di quel buco nella spalla, morettino." rispose ironica la caligni, dopo essersi asciugata il sudore dalla fronte. "In ogni caso... Hey, Majenko, tutto bene? Ora sei libero! Puoi andare dove vuoi!"

"Majenko vorrebbe stare con Rilo." rispose il draghetto mentre i due ragazzini cominciavano ad allontanarsi dalla stanza, sempere guardandosi attorno nel caso i numerosi malviventi avessero tentato qualcosa. Diversi di loro squadravano i due amici e il draghetto con odio, e si poteva leggere sui loro volti il desiderio di farli a pezzi... ma il timore reverenziale che provavano verso il loro capo impediva loro di fare qualsiasi mossa azzardata. Senza fermarsi, i due amici e il draghetto infilarono l'uscita dalla "sala del trono" e si allontanarono, contenti di potersene finalmente andare di lì.

"Ovviamente... se questo va bene a Rilo." affermò Majenko, ora appollaiato sulla spalla sana del ragazzino, che ignorò il dolore alla quella ferita e accerazzò sulla testa il simpatico draco. "Majenko mai trovato padrone gentile con lui, quindi... volere solo aiutare loro!" 

"Sì, ti capisco, draghetto..." rispose Fedra. "Ma se credi che sia una sorta di partita amichevole, è meglio che tu sappia che... beh, la nostra professione è molto avventurosa. Magari non saranno sempre cose come infiltrarsi in un'organizzazione criminale o giocare a qualche gioco pericoloso come quello che hai appena visto... ma non sarà esattamente un lavoro tranquillo."

"Certo non potrà essere peggio di tana di Devargo." affermò il piccolo draco. "Se amici d'accordo, Majenko viene con voi e cerca di aiutare, sì?"

Rilo fece un sospiro e accarezzò la buffa creatura sulla testa, facendola nuovamente produrre in una serie di fusa. "Nessun problema, Majenko! Saremo felici di averti in squadra!"

"La compagnia diventa sempre più affollata, a quanto vedo!" rispose Fedra con un sorriso.

 

oooooooooo

 

Poco tempo dopo, vicino a Cittadella Volshyenek...

"Okay, ragazzi... diciamo che non è stata la vostra incursione più brillante." disse Krea con un sospiro rassegnato, mentre Runyar provvedeva a lanciare un paio di incantesimi di cura e un Ristorare sui due ragazzini, in modo da curare le loro ferite e neutralizzare gli effetti che il veleno aveva avuto su Fedra. "Sapevate anche voi che sarebbe stato pericoloso tornare nella tana di quel malvivente... anche se non posso certo biasimarvi per aver salvato questo simpaticone!"

La ragazzina Varisiana non potè fare a meno di sorridere quando Majenko le si arrampicò su una spalla e cominciò a giocare con i suoi lunghi capelli neri, stando ben attento a non tirarli e a non fare male alla giovane donna. Neanche Kostur potè fare a meno di ridacchiare alla vista di quel piccolo drago che si era già ambientato nel loro gruppo... e lo scaltro mezzorco stava anche già pensando che avere un esploratore così piccolo e furtivo avrebbe potuto rivelarsi un grande aiuto.

"Beh... che posso dire, se non altro è finito tutto bene. Grazie anche a Fedra." disse Rilo. Il giovane stregone provò a muovere la spalla dopo aver ricevuto l'incantesimo Cura Ferite di Runyar, e fu soddisfatto di constatare che riusciva a muoverla senza difficoltà. "Ah, e grazie anche di avermi messo a posto, Runyar. Non era divertente andarsene in giro con un buco nella spalla."

"Sì, beh... cerca di non strafare, ragazzo." rispose il nano chierico. "Queste ferite non erano troppo pericolose, ma... sappi che la magia curativa non è onnipotente. Cerca di non fare troppi colpi di testa, o potresti ficcarti in una situazione in cui la mia magia non sarà in grado di salvarti."

"Sono d'accordo, fratellino. Ricordati che la tua vita non è soltanto tua." rispose Krea, una mano appoggiata sulla spalla del fratello minore. "Io, mamma, papà, Deriu... non so proprio cosa faremmo se tu dovessi... beh... insomma, hai capito cosa voglio dire." Sembrava che l'idea che Rilo dovesse cadere vittima di qualche incidente fosse per lei talmente spaventosa che Krea non voleva neanche starci a pensare.

Rilo sospirò e appoggiò gentilmente una mano su quella della sorella maggiore. "Lo so, Krea... lo so... scusami, cercherò di stare più attento... e di non essere così avventato."

"Il vostro scopo era nobile, e di questo è giusto che voi siate fieri." rispose Kostur. "Cercate solo... di temperare la vostra nobiltà d'animo con un po' di sana praticità e pragmatismo. Per il resto... mi fa piacere che sia voi che questo piccolino vi siate salvati."

"Voi siete amici di Rilo e Fedra, vero? Io Majenko!" esclamò il draco domestico, che finalmente si era distratto dai capelli di Krea ed era svolazzato su un parapetto vicino. "Voi salvato me, quindi ora Majenko resta con voi e da una mano, se volete!"

"Non saremo certo noi a respingerti, Majenko!" rispose soddisfatta Fedra. Mosse la gamba alla quale Devargo l'aveva colpita, e constatò con piacere che era guarita del tutto. "Cerca solo... di essere più silenzioso quando siamo in missione, okay?"

"Okay, Fedra! Majenko starà attento!" disse il draghetto, per poi guardarsi attorno e notare che non c'erano due degli avventurieri che aveva visto l'ultima volta. "A proposito, dove essere altri due uomini? Uno grande e muscoloso, e uno più magro e più carino?"

"Aaah, vuoi dire Orik e Verik? Loro hanno la loro abitazione, fuori dalla Cittadella." spiegò Krea. "Ci siamo dati già appuntamento per quando la comandante Kroft ci affiderà la prossima missione... e nel frattempo, mi piacerebbe prenotare qualche lezione di scherma dal nostro amico, Vencarlo Orisini! Credo proprio... che abbiamo già di che passare il tempo, prima della nostra prossima missione."

Runyar sospirò e fece una breve risata a mezza bocca. "Aaah, questi Varisiani... non riescono mai a stare fermi, parola mia!"           

 

oooooooooo

 

CONTINUA... 

 

 

 

  
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