Capitolo 4
Find a way
POV Kristen
First time I saw you
I felt it in my bones
So badly it shows
But you got something on me
Something I need
‘Cos I find that I am falling deep
“Kris
tutto bene?” una voce mi richiamò alla realtà, a quella realtà
da cui ormai mi estraniavo troppo spesso.
“Si
Nikki, tutto bene” risposi automaticamente continuando a fissare il tappeto su
cui avevo puntato gli occhi da quando eravamo arrivati
in albergo.
“Sicura?
Sembri un po’ distratta…” continuò notando
evidentemente la mia reazione minima.
Ero
ancora in trance. Già non ricordavo cosa avesse chiesto. “Sisi, tutto apposto. Sono solo un po’
distratta..” la buttai lì
sperando che fosse una risposta sensata alla sua domanda.
“E’
quello che ho appena detto” disse leggermente offesa.
“Ah
si?” risposi con tono fermo, come se non la stessi ascoltando per niente.
“Ora
basta!” scoppiò e mi strattonò il braccio passandomi una mano davanti agli
occhi. Tornai alla realtà.
“Oddio,
scusami..” sbattei le
palpebre più volte “mi ero incantata..” cercai di rimediare strofinandomi gli
occhi.
Mi
fissò in modo confuso e scrutatore. “Si, l’avevo
capito. Vorrei solo sapere perché?”
“Come?”
chiesi di getto.
Arrivò
subito al punto. “A cosa pensavi?”
“Ehm…io…non…solo…”
iniziai a balbettare e a scuotere la testa presa alla sprovvista e cercando di
perdere tempo.
Nikki
sembrava davvero una brava persona. Era sempre gentile e divertente, tuttavia
ancora non la conoscevo bene, non abbastanza per
confessarle che pensavo a lui. Avrebbe frainteso certamente pensando che fossi
cotta di lui. Non lo pensavo in quel modo, assolutamente. Pensavo ancora al suo
comportamento, non in modo equivoco, solo curioso. Ormai era un pensiero fisso,
lo era stato tutta la settimana dopo quella famosa
audizione, dal momento in cui avevo incrociato il suo sguardo e avevo letto
l’imbarazzo e il tormento nei suoi occhi, dal momento in cui l’avevo
praticamente scritturato.
“Allora
sei sicura?” mi aveva chiesto Catherine per tutta la settimana successiva
all’audizione “Sai che la tua opinione è fondamentale”
Ero
quasi stufa di rispondere a quella domanda, tanto che iniziai a chiedermi se fosse lei a non essere convinta della scelta. “Non è che per caso sei tu a non essere sicura?” le avevo
chiesto un giorno in preda al dubbio.
“NONO!”
aveva quasi urlato “Io sono sicura, però, anche se sono io la regista, credo
che spetti a te la vera decisione”. Era davvero una persona favolosa. Sempre pronta
a chiedere e ascoltare il parere degli altri, ma in questo caso stava davvero
rompendo per avere il mio.
“Cath”
eravamo subito entrate in confidenza, nonostante ci conoscessimo da poco e non avevo
alcuna remora a chiamarla così. “Te l’ho già detto! Davvero non potrebbe essere altrimenti!” le confermai la decisione per
l’ennesima volta. Come cavolo potevo farle capire che ero convinta?? Inaspettatamente quella fu l’ultima volta che affrontammo
la conversazione e tirai un sospiro di sollievo quando
mi comunicò che lo aveva chiamato per confermare. Era ora!
Così
stavamo tutti a Los Angeles, in un albergo a 4 stelle di cui non ricordavo
nemmeno il nome, dove avrebbero alloggiato –in attesa
delle riprese- quelli del cast che non avevano casa a LA come me, e aspettavamo
lui. Lo avevamo incontrato solo io e Catherine ma gli altri - anzi le altre -
Ashley, Nikki ed Elizabeth, avevano subito fatto ricerche su internet; tuttavia
le uniche foto che avevano trovato risalivano ad Harry
Potter – altra cosa che scoprii su di lui in quella settimana – e non rendevano
esattamente l’idea.
Nikki
mi sollevò nuovamente dai miei pensieri “Dici la verità..ti
manca Michael, eh?” disse ammiccando con intenzione.
Certo che mi mancava. Da morire anche. E il pensiero che non l’avrei visto per minimo un mese mi scavò un bucò nello
stomaco. Sarebbe stato tutto più semplice se non fosse stato impegnato anche
lui in un film, ma aveva una parte minore, rispetto a
un ruolo da protagonista come il mio, e mi aveva promesso che sarebbe venuto
presto a trovarmi, ma già mi mancava. Senza contare che io ero ancora minorenne,
per cui non potevo giare per più di un tot di ore al
giorno (di solito otto) e dovevo andare a scuola; o almeno scuola per modo di
dire. Ormai l’avevo lasciata per gli impegni da quando
avevo quattordici anni e studiavo a casa con mia madre. Mi piaceva e mi trovavo
bene, considerando che non è che avessi poi tanti
amici a scuola. Così me ne stavo a casa a leggere
testi e fare quegli odiosi calcoli di matematica. Se fosse stato per me l’avrei abolita! Che gran seccatura. Non avevo avuto
grossi problemi fino ad allora, ricoprendo sempre
ruoli non eccessivamente impegnativi in fattori di tempo, e riuscivo perciò a
giostrare tutto senza diventare matta. Ma sentivo che
quella volta sarebbe stata diversa. Ero protagonista, di un film di minimo due ore in cui sarei dovuta essere in quasi tutte
le scene ed era “l’ultimo anno di scuola” o di studio per meglio dire e avrei
comunque dovuto dare degli esami. Sarebbe stato un incubo. Me lo sentivo.
Nikki
mi strattonò di nuovo vedendo che ancora non rispondevo alle sue domande. “Ci
ho azzeccato?! Ti manca eh?”
continuò non cambiando il suo tono provocatorio.
Non
potevo negare che mi mancasse ma non potevo ammettere
che in realtà non stavo pensando a lui. Ero alle strette. Iniziai a blaterare
di nuovo qualcosa di incomprensibile finché la provvidenza
–o meglio, i miei nuovi colleghi- vennero in mio aiuto e mi soccorsero
inconsapevolmente.
“Hey,
guarda!” dissi alzando la voce in modo eccessivo cercando di distogliere
l’attenzione da me “Ecco gli altri!”
Mentre
parlavo entrarono Kellan, Ashley e Jackson, seguiti a ruota da Peter, Elizabeth
e Catherine che si allontanarono dal bar per unirsi a loro, e poi raggiungere
noi.
Nikki
si distrasse come speravo e ci dedicammo ai saluti. Eravamo un cast giovane,
era facile fare amicizia, e approfittavamo di ogni
occasione per entrare un po’ più in confidenza.
“Allora
Kris? Com’è questo Pattinson?” mi chiese Ashley
anticipando di poco Elizabeth.
Ancora
quella domanda?? Ma che
pretendevano? A saperlo avrei registrato un video.
Cercai
di rispondere paziente. “Bè, lo vedrete tra poco voi stes..”
Non
riuscii nemmeno a finire la frase che le urla di Catherine invasero la hall dell’albergo.
“ECCOTIIIIIII!”
gli corse incontro mentre lui mesto e gentile aiutava il tassista a scaricare i bagagli.
Osservo la scena dall’angolino della sala, sprofondata
nel divano.
“Spero
non ci siano stati problemi!” continuò Catherine ormai in preda all’euforia.
“Oh,
no! Per niente!” si affrettò a rassicurarla “Certo a parte il film REC che
davano sull’aereo..” sorrise
sperando probabilmente di non aver fatto una gaff.
Conoscevo
quel film. Gli spagnoli non avevano proprio idea di come girare un film.
L’avevo visto e mi era venuto un gran mal di testa a vedere quello schermo che
non si fermava mai. Inconsciamente sorrisi alla battuta. Vidi tutti alzarsi e
li seguii adeguandomi a loro.
“Wau!
È lui?” mi sussurrò Nikki all’orecchio mentre ci
avvicinavamo all’ingresso per accoglierlo.
“Già”
risposi noncurante.
“Beata
te!” sospirò. “E’ un schianto!” commentò a quasi due
passi da lui. Le lanciai uno sguardo eloquente e le pestai scherzosamente un
piede.
“AHI!”.
L’urlo attirò inevitabilmente la sua attenzione e Catherine passò subito alle
presentazioni; ma mi accorsi dal suo tono che in realtà le presentazioni erano
finite. Dovevo essermele perse troppo impegnata a evitare
brutte figure.
“…e lei è Nikki” concluse.
Si
strinsero la mano. “Questa è la squadra!” terminò per poi ricordarsi di me un
secondo dopo. “Oh, ovviamente già conosci Kris..” disse liquidandomi in un secondo.
I
nostri occhi si incrociarono di nuovo e sentii di
nuovo quel feeling, quella connessione di una settimana prima, come se i giorni
non fossero per niente passati. Come se fosse la prima volta che ci eravamo visti.
“Si,
certo! sono felice di rivederti” disse convinto.
Rimasi
sbalordita! Dov’era finito quel ragazzo timido e introverso che avevo conosciuto sette giorni prima??
Rimasi
così impalata per un po’mentre gli altri prendevano
posto al tavolo. Un pranzo era l’ideale per fare conoscenza e persa nei miei
pensieri raggiunsi gli altri accorgendomi che l’unico posto libero era di
fronte a lui mentre Catherine e Nikki occupavano i posto
ai lati. Presi posto rapidamente cercando di non dare
nell’occhio, ma evitare il suo sguardo fu impossibile e i nostri occhi
si incontrarono imbarazzati per un millesimo di secondo.
Perché mi
metteva in imbarazzo quel ragazzo? Ero convinta che fosse il contrario, invece
ero lì a fare congetture e a cercare di capire il mio e il suo comportamento,
mentre ci lanciavamo sguardi furtivi tra una portata e
l’altra.
“Com’è
silenziosa la nostra Kris oggi…” disse Kellan.
Sentii
sette sguardi puntarmi con aria interrogativa ma uno
pesava più degli altri.
“Oh,
bè, sono in tipo di poche parole” dissi a testa bassa cercando di liquidarli
per tornare alle mie supposizioni mentre sempre più
incerta lo guardavo chiacchierare allegramente col resto del cast.
Eravamo
al dolce e non avevo spiccicato una parola, troppo intenta com’ero a fissare la
sua spontanea propensione a fare amicizia con tutti. Sembrava che si fossero
invertiti i ruoli e mi sentii improvvisamente stupida
al pensiero che mi ero anche preoccupata di trovare un modo per farlo sentire a
suo agio mentre invece se la cavava benissimo, con gli altri almeno. Non era stato certo
così una settimana prima. Che cavolo gli era successo? Aveva avuto una rivelazione
improvvisa oppure ero davvero io a renderlo nervoso come avevo pensato
inizialmente? Chissà se e quando avrei trovato risposta ai
miei futili dubbi.
Quel
ragazzo era davvero particolare. Non riuscivo ancora a capirlo. Magari col
tempo…
“…sempre
se per Kristen va bene” una voce ancora poco familiare aveva interrotto i miei
pensieri e non avevo nemmeno capito cosa volesse. Mi ero destata semplicemente
perché avevo sentito il mio nome.
“Cosa?” chiesi ritornando alla realtà e guardandolo negli
occhi sospettosi. “Ehm, scusami, ero distratta..” cercai di rimediare scuotendo la testa.
Catherine
si intromise ancora. Ormai era la mia eroina personale,
pronta a salvarmi in ogni momento di possibile imbarazzo o goffaggine.
“Stavo
dicendo a Rob che i tempi stringono e avendo massimo
quattro giorni a disposizione per le prove forse conviene che vi incontriate
per dare una lettura al copione, almeno voi due che avete le parti
principali..”.
Rimasi
senza parole, non perché credevo fosse una cattiva idea –anzi, tutt’altro- ma
il pensiero di stare sola con quel ragazzo strano e a mio parere lunatico, mi innervosiva un po’. Per un momento mi sfiorò anche la
possibilità di aver fatto la scelta sbagliata. Avevo visto un’altra persona
alle audizioni e temevo che l’avessimo persa. Tuttavia,
indulgente e alla mano come sempre, decisi di non giudicare a fondo finché non
l’avessi conosciuto meglio, così annuii decisa.
“Prima
è meglio è” incalzò Catherine.
Ho
capito!!! “Possiamo fare anche stasera” azzardai
mentre gli scrivevo il mio indirizzo su un tovagliolo. “Vieni
quando vuoi” dissi sorridendo cercando di apparire sicura.
“8?”
chiese semplicemente prendendo il tovagliolo.
Esitai
per un istante. “Ehm, va bene..” risposi
infine sconcertata ancora da quell’improvvisa sicurezza. C’era ancora qualcosa
che non tornava. Magari quella sera avrei capito, e forse avrei finalmente
trovato un vicolo che mi conducesse alla sua mente e ai suoi
pensieri ancora incomprensibili.
I’ve been trying to think of ways
to make it through the haste
Cos in my head I need to make the space
Then maybe I’ll find a way
To find a way to you