DOCCIA
I campeggi sono strani. Genzo in oltre quarant’anni non c’era mai stato. I rari soggiorni, mai in famiglia, fatti al mare da bambino in Giappone erano stati in appartamenti e case di proprietà. Da adolescente le vacanze si erano trasformate in visite concentrate in città d’arte, da adulto l’incubo di fare incastrare impegni di differenti club e nazionali gli avevano impedito di trovarsi così, semplicemente, a perdere tempo con gli amici.
Beh, c’erano stati quei tre giorni a Torino, ma non contano perché aveva piovuto e Hyuga aveva passato l’influenza e Tsubasa con la febbre è tipo Dottor Jekyll e Mister Hyde.
Un gabbiano smette di usare il proprio becco come apriscatole per urlargli dietro. Esagerato, voleva fotografarlo mica fregargli il granchio. Il volatile lo fissa ostile e torna alla sua preda, Genzo sbaglia pulsante e finisce per filmare quando un secondo piccione del mare si schianta sul primo. Parecchio competitivi ‘sti sgorbi sul cibo…
Gira il video a Sanae perché uno dei gemelli studia da veterinario. Quanti anni hanno? Ventiquattro?
È un pensiero talmente agghiacciante da fargli abbandonare il cellulare a Karl e buttarsi in mare. Alle cinque del pomeriggio di una giornata di sole l’acqua è a malapena accettabile. Hermann galleggia disteso sulla schiena un centinaio di metri più avanti. Nella sabbia che degrada piano basta tirarsi in piedi per toccare, forse è per questo che ad Hermann piace. Genzo segue il suo esempio e rinuncia ad un’azione di disturbo che significherebbe rompere la loro decennale tregua sugli scherzi in acqua: non vuole passare il resto delle ferie ad essere trascinato sotto per i piedi.
Nel ristorante che butta sulla spiaggia un cameriere dall’aria addormentata posiziona fili di lampade sospese, un altro assicura una copertura bianca al gazebo esterno.
- Altro matrimonio?
Chiede Hermann trascinandosi vicino, Genzo annuisce. Ce n’era stato uno ieri, un altro due giorni fa e Genzo spera che questa volta nessun deficiente con una birra in corpo di troppo bombardi la spiaggia di fumogeni. Quella robaccia ti entra negli occhi e rientra nella top five delle esperienze orribili da stadio.
A questo giro gli amici dello sposo sono normali e per festeggiare si limitano a gettarlo in acqua.
Il fresco della sera punge agli occhi e quando rientrano al bungalow Genzo colonizza la doccia, regola la temperatura su “ustione” e aspetta che il sale gli si scolli dalla faccia.
Forse dovrebbe dire a Karl che sa degli anelli.
NOTE:
Sono un attimo sparita (ugh) perchè sono settimane di FUOCO per impegni e grossa delusione tipo sberla in faccia.
Però i prompt di quest'anno li voglio finire, accidenti. Probabilmente un po' rallentati, ma avevo un punto in queste one shot.
BTW volevo ancora davvero ringraziare Vallentyne e khrenek perchè coi loro commenti mi danno sempre un sacco gioia.