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Autore: lavanda7    31/10/2022    0 recensioni
Abbiamo appena vinto contro lo Shiratorizawa, andremo ai nazionali.
Ma basta poco, un battito di ciglia e quello non è altro che un ricordo lontano.
Non nel passato, nel futuro.
Perché indosso di nuovo la divisa della Kitagawa Daiichi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Kunimi, Nuovo personaggio, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Yuutarou Kindaichi
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Tobio

 

Oggi agli allenamenti si respira un'aria diversa, soprattutto quando la squadra vede il piccoletto salutarmi con un sorriso gigantesco.

 

Guardano lui come se fosse impazzito e me piuttosto incuriositi, non capacitandosi di come mi stia comportando.

Fossi stato in loro, avrei reagito allo stesso modo.

Non sanno che dietro c'è un processo di un anno, insieme a dei compagni che mi hanno dato tanto, per loro, per questa squadra, sono cambiato dal giorno alla notte.

Senza Tanaka, senza Daichi, senza tutti loro.

 

"Kageyama-senpai, possiamo fermarci anche oggi?" urla il mio kōhai attirando definitivamente tutta l'attenzione su di noi.

"Si"

 

Il coach si avvicina dandomi una rumorosa pacca sulla schiena prima di gridare a gran voce di riprendere l'allenamento.

 

Stiamo facendo un sei contro sei, titolari e non, mischiati tutti insieme.

La mia squadra non si sta divertendo. Ogni volta che gli avversari fanno un punto, girano tutte le teste verso di me, terrorizzati.

Mi fa incazzare questa cosa, non si preoccupano tanto del punto perso ma di una mia possibile reazione.

Ero davvero il Re tiranno, quindi?

 

Abbiamo perso il primo set con uno scarto di tre punti, nonostante non sia riuscito ad usare ancora bene il secondo anno che gioca come opposto.

Salta sempre in punti diversi con velocità diverse, non riesco a capire dove e come fargli arrivare la palla.

 

Mi avvicino a lui mentre sta bevendo.

"Senichi" lo chiamo.

Per poco non si strozza con l'acqua.

"Lo so, Kageyama, non mi sono impegnato abbastanza, avrei dovuto essere più veloce" mormora.

 

"Cosa? No, volevo solo.." era più facile parlare al Karasuno, non sentivo tutta questa pressione addosso, non venivo sempre frainteso "si, insomma, hai problemi con le mie alzate?"

 

Adesso è diventato più bianco della maglia da allenamento che indossa.

"P-problemi con le tue alzate? No! Assolutamente, è colpa mia" balbetta annaspando.

 

"Allora perché non sei incisivo?"

 

Si inchina subito.

"Scusa"

 

Perché si deve scusare? Non ha sbagliato a schiacciare, solamente non abbiamo ancora trovato un punto di accordo. Non è colpa di nessuno.

"Non capisco come alzarti" ammetto "dove decidi come saltare e quando?"

 

"Io riesco a schiacciare solamente in diagonale, salto in base a dove si posiziona lo schiacciatore così da avere più campo libero e per il tempo parto in base a come arriva a te la ricezione"

È più intelligente di quanto pensassi.

 

"Allora proviamo così" gli dico, spiegandogli l'idea che ho avuto.

"Ovviamente, le prime volte, non ci riuscirà ma continueremo a provarci, va bene?"

 

—————

Yūtarō

 

L'opposto del secondo anno sta parlando in privato con Tobio ed ha una faccia così sorpresa che penso che a forza di spalancare gli occhi, prima o poi, gli usciranno dalle orbite.

 

"Dovresti smetterla di fissarlo, lo sai?"

 

"Io non lo capisco, Kunimi, hanno perso un set e non ha mai urlato, questo non è da lui, starà bene?"

 

"Che ti importa?" mi chiede con voce fredda "sono tre anni che lo conosciamo e abbiamo pianto fin troppe volte per lui, non cascarci anche tu in questa sua farsa, le persone non cambiano dal giorno alla notte, tornerà ad essere quello di sempre"

 

È vero, fin troppe volte ho pianto a causa sua finiti gli allenamenti. Ha sempre avuto il dono di farmi sentire inferiore, al primo anno non lo faceva di proposito, ero io che mi mettevo in competizione con lui,  perdendo sempre.

All'inizio del secondo anno però è cambiato radicalmente diventando aggressivo e, a tratti, anche cattivo.

 

Perché con loro è quasi gentile e con noi non lo era mai?

 

"Prendiamoci anche il secondo set" dico, animato da un desiderio di rivalsa.

 

La battuta del capitano supera la rete, viene ricevuta con non poca difficoltà, finisce sui quattro metri e mezzo.

Tobio salta e prova a palleggiarla all'indietro, superando la testa dell'opposto, di molto.

La palla è caduta a terra.

Lui la guarda e sposta lo sguardo sul povero giocatore che però, stranamente, non è terrorizzato, non troppo almeno.

"Di nuovo" dice Kageyama ricevendo un cenno di assenso da parte dell'altro.

 

Siamo tredici pari.

Riprova ad alzarla all'indietro, il secondo anno adesso è riuscito a toccarla ma niente di più, la palla ha gonfiato la rete.

"Cazzo" urla Tobio.

Ecco di nuovo il Re.

"Di nuovo" sbuffa rimettendosi in posizione.

No, non è ancora il Re. Sembrava più arrabbiato con se stesso che con lui.

 

L'incredibile avviene sul 22 a 21 per la nostra squadra.

La ricezione è buona, nei tre metri, abbastanza alta. 

Kageyama si posiziona sotto la palla, la sua postura è perfetta, non riesci mai a capire dove alzerà la prossima.

La spinge all'indietro, veloce al punto giusto.

La mano del secondo anno la colpisce in pieno, il suo palmo aderisce perfettamente al pallone.

È punto diretto.

 

Questo scende dal salto con la gioia stampata sul volto, preso dall'enfasi, si avvicina a Tobio per dargli il cinque.

Kageyama non ha mai battuto il cinque a nessuno, nemmeno una volta, nemmeno sui punti definitivi.

Nemmeno dopo recuperi eccezionali. 

 

L'opposto deve aver pensato lo stesso perché rimane con la mano a mezz'aria, incerto su come comportarsi ora.

È pietrificato.

 

Guardiamo tutti allibiti la scena. Era da troppo che nessuno osava fare una cosa del genere.

Il tempo in palestra sembra si sia fermato, guardiamo a rallentatore la mano del Re del Campo colpire quella di Senichi.

"Ancora una!" esclama Tobio, fin troppo esaltato, continuando a camminare come se non avesse fatto la cosa più incredibile di sempre: ha appena battuto il cinque ad un suo compagno di squadra. 

 

Allo scambio successivo, la palla viene rialzata sempre allo stesso giocatore che riesce a segnare, di nuovo.

Sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, stavolta è Kageyama ad allungare la mano verso di lui.

 

Quante volte ho provato a farlo anche io? Mi sono sempre beccato un rimprovero o uno sbuffata.

Sono invidioso.

Perché con lui lo ha fatto? Perché con me no?

 

—————

Tobio

 

Sto facendo stretching insieme al palleggiatore del primo anno dopo il nostro allenamento da soli, oggi è stato più lento del solito, forse era troppo stanco.

 

"Kageyama-san" dice girandosi dall'altra parte per allungare la schiena, dandomi le spalle "il primo giorno tu hai detto che non ti interessava ma io vorrei dirtelo comunque"

 

"Cosa?"

Perché mi dimentico di tutto?

 

"Il mio nome"

Caro Suga, se tu potessi sentire queste cose probabilmente mi picchieresti.

 

"In realtà, mi interessa molto"

 

"Kisho Okada"

 

"Tobio Kageyama, piacere di conoscerti" sbuffo girandomi anche io con le spalle verso di lui, certe cose sono più semplici da dire se ti sembra di parlare da solo.

"Non credo di essermi mai presentato come si deve, scusami"

 

"Piacere mio"

 

Sono stato davvero il Re tiranno di cui parlavano. 

Non me ne sono mai reso conto fino ad ora, certo, credevo di esagerare ma non immaginavo fino a questo punto.

Forse un po' me lo sono meritato come mi hanno trattato Kunimi e Kindaichi.

Mi sento più in colpa di prima

   
 
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