LA MUJER EN EL ESPEJO
SETTEMBRE
PARALLELES-1 (2021)
L’EPIDEMIA DELLO “SLEEP WALKING”
IL REPORTAGE SHOCK DELL’OSPEDALE SAN MUNGO
E LE DICHIARAZIONI DEL MINISTERO DELLA MAGIA
Sembrano
ormai confermate le voci circa i numerosi casi di coma irreversibile e morte
che negli ultimi anni ha colpito il Mondo Magico. Gli studi condotti dagli
Indicibili nel fantomatico Uffici del Ministero, paiono aver portato alla luce
delle verità sconcertanti ancor più incrociando i dati sempre maggiori di
questi strani “eventi improvvisi” che hanno colto la popolazione magica.
Il primo caso
pare addirittura essere datato 1995, dove in Scozia una bambina aveva iniziato
a rivelare strani particolari su una versione di sé che vedeva in sogno. I
genitori non le diedero peso, ma pochi mesi più tardi, una mattina la bimba non
fu più in grado di svegliarsi. Questo sonno profondo ed irreversibile tenne la
piccola così per 6 anni, prima di morire alla vigilia di Halloween.
Ad oggi sono
sempre più i casi confermarti e quelli che parevano solo strani casi
scollegati, ad oggi prendono una forma sinistra.
«Tutti i
Ministeri mondiali stanno lavorando al fianco delle autorità sanitarie per
comprendere cosa stiamo affrontando» ha dichiarato il Ministro della Magia
Stanley, mentre ha aggiunto anche «Questa minaccia coinvolge il mondo magico,
quanto quello babbano e per questo stiamo lavorando al fianco con le nostre
controparti per una risoluzione per tutti…».
Dal San Mungo
i dati confermano che negli ultimi 26 anni i casi sono triplicati e che gli
stessi non colpiscono solo maghi e streghe, ma come visto antecedentemente,
anche babbani, ma non solo. Chiunque sia un essere vivente, con una capacità
cognitiva sviluppata è in pericolo.
Ricordiamo ai
lettori quali sono i sintomi dello “Sleep Walking” e come comportarsi,
attraverso le parole del Direttore Generale del San Mungo, Ospedale per
Malattie e Ferite Magiche, il Dottor Creed: «Tutto parte dal sonno. All’inizio
potrebbero apparire come semplici sogni in cui si sogna sé stessi in altri
contesti o storie, ma via via si avrà sempre più una percezione di realtà degli
stessi. Successivamente il paziente tende a non scindere più la propria realtà
da quella che sogna, i ricordi stessi si accavallano… Analisi sulle onde
celebrali hanno dimostrato un sovrapporsi delle stesse… come più persone in un
solo corpo. La gravità della malattia di solito porta il soggetto ad essere un
pericolo per sé e gli altri ed infatti va isolato, l’ultima fase è quella del
sonno irreversibile. I soggetti più deboli di solito ci cadono poco tempo dopo
il presentarsi dei sintomi senza le altre conseguenze spiegate prima. Purtroppo
non si è ancora trovata una cura per risvegliare un paziente addormentato, che
va inesorabilmente incontro alla morte, ma si può frenare la malattia se presa
in tempo… quanto meno rallentarla...».
Studiosi di
medicina, magica e non, pozionisti, intellettuali, studiosi, tutti stanno
lavorando in sinergia per trovare al più presto una risoluzione a questo
terribile male.
Nella
biblioteca era buio pesto e c’era un’atmosfera da brivido, Rose accese una
lampada per vedere le file di libri. Se solo James non fosse stato un’arrogante
egoista, forse lei e gli altri avrebbero potuto rischiare meno usando il
mantello d’invisibilità, ma sia mai che lui lo prestasse al fratello traditore, come era solito
apostrofare Albus Severus.
Il Reparto Proibito era proprio in fondo alla
biblioteca. Facendo molta attenzione la Grifondoro scavalcò il cordone che
separava quei libri dal resto della biblioteca e così fecero i suoi compagni.
Poi passò la lampada a Scorpius che tenendola alta le fece luce per permetterle
di leggere i titoli.
Ma non le dicevano granché. Le lettere erano
talmente consunte che l’oro veniva via a pezzi, e formavano parole in lingue
che non riconosceva. Alcuni, poi, non avevano titolo.
I due Serpeverde lasciarono per un po’ Rose cercare
i libri e poi forse per noia, iniziarono anche loro a spulciarne alcuni.
Severus tirò fuori con difficoltà, da uno scaffale basso, un grosso libro nero
ed argento e quando l’aprì il silenzio fu rotto da un grido lacerante da far
gelare il sangue.
Non servì nulla chiuderlo e riporlo, perché
immediatamente i tre sentirono dei passi lungo il corridoio esterno. Non servì
parlare per capire che dovevano darsela a gambe.
Corsero furiosamente nel corridoio, il desiderio di
allontanarsi il più possibile dalla biblioteca era impellente. Forse perché era
buio o forse perché non avevano la minima idea di dove si trovavano, alla vista
di una porta socchiusa decisero di fiondarcisi incontro e chiudersela alle
spalle.
Scorpius si era appena appoggiato alla parete,
mentre Severus si teneva il fianco dolorante, Rose dal canto suo teneva
l’orecchio teso alla porta sentendo, con gran sollievo, dei passi allontanarsi.
«Rimaniamo qui un po’ per sicurezza e poi torneremo
nei nostri dormitori!» bisbigliò lei a due, che assentendo accaldati nemmeno si
erano accorti di dove si trovavano. Fu la Grifondoro ad avanzare nella stanza
per studiarla.
Aveva l’aspetto di un’aula in disuso. Le oscure sagome
dei banchi e delle sedie erano accostate lungo le pareti e c’era anche un
cestino per la carta straccia capovolto. Ma appoggiato al muro, di fronte ai
tre ragazzi, c’era un oggetto che appariva fuori luogo in quell’aula, come se
qualcuno ce l’avesse messo per toglierlo dalla circolazione.
Era uno specchio meraviglioso, alto fino al
soffitto, con una cornice d’oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe
di leone.
«N-Non è possibile…» esclamò Severus spalancando
gli occhi incredulo. Il panico era svanito, c’era solo il desiderio di
guardarcisi dentro.
«Cosa non è possibile?» chiese Scorpius
incuriosito, si scambiò prima uno sguardo d’intesa con Rose e poi si affiancò
all’amico.
«Mio padre mi ha parlato di questo specchio, ma da
quello che avevo capito… non era più ad Hogwarts da tempo immemore…»
«Pensi si tratti dello Specchio delle Brame?» chiese Rose anch’essa fissandone la
superficie.
La cosa strana era che nonostante i tre fossero
esattamente di fronte allo specchio, lo stesso non riconsegnava il riflesso di
nessuno di loro. Ma ben presto furono costretti ad indietreggiare e trattenersi
dal non urlare, perché la superficie si increspò, come uno specchio d’acqua
colpito da un sesso.
Severus si portò le mani alla bocca e Scorpius ebbe
il riflesso di tappare quella di Rose con la sua. Immobili fissarono le onde
fermarsi e lentamente l’immagine di una bellissima donna apparire al suo
interno.
I capelli biondi, perfettamente lisci, erano tutti
tirati all'indietro e dovevano arrivarle fino a metà schiena. Indossava una
pregiata veste rossa ricamata con filo d'oro. Aveva una bellezza particolare,
tanto ammaliante e misteriosa, quanto incredibilmente fine e apparentemente
gentile.
Sorrise ed alzando una mano salutò i tre, parve
quasi divertita dalla loro reazione spaventata, ma al tempo stesso curiosa. Su
quell'emozione avrebbe fatto leva.
«Buonasera
mia cari… è forse un caso il vostro giungere a me? Oh no, non lo credo
possibile…» disse poggiando un dito sul mento e studiandoli maliziosa «Dopotutto siete fuori dai vostri letti così
tardi, perché eravate in cerca di risposte vero? Immagino che le notizie di
oggi sul Profeta vi abbiano sconvolto…»
Severus fece un passo avanti senza paura. I suoi
tratti puliti e gentili per molto tempo lo avevano reso un ragazzino schivo e
remissivo. Timido e chiuso non era stato facile fare amicizie, soprattutto
quando finito a Serpeverde aveva creduto che il mondo gli sarebbe caduto
addosso ed invece... aveva trovato sé stesso. Crescendo i suoi occhi verdi erano
diventati più profondi e il contrasto che facevano con i capelli scuri lo
avevano reso col tempo sempre più desiderabile. Alto e slanciato, aveva
lasciato la popolarità e la fama del Quidditch al fratello maggiore, preferendo
gusti ed amicizie alternative. Scorpius era per lui più che un amico, era un
fratello e Rose la sua sorella dell'anima.
«Chi sei?» chiese con voce ferma. Era certo che
quello fosse lo Specchio delle Brame, ma
considerando ciò che sta accadendo non ne era più così sicuro.
«Consideratemi
una sorta di genio della lampada!» ironizzò la giovane donna con fare
sarcastico.
«Albus
Severus Potter, ma i tuoi amici ti chiamano Sev… o meglio solo i due che sono
qui con te stanotte… le uniche persone di cui ti fidi davvero, le uniche che ti
accettano per quello che sei. A cui non importano le tue ombre e i tuoi
tormenti… non deve essere facile essere figlio del grande Harry Potter
immagino… soprattutto quando tuo fratello ti adombra con la sua superbia e
bramosia…»
«Come diavolo fai a sapere tutto questo di noi!?»
era stata Rose a parlare che scattando al fianco di Sev si era sentita in
dovere di farsi avanti sulla difensiva dopo che aveva visto il cugino
vacillare.
Che era una Weasley non era difficile immaginarlo,
considerati i lunghi capelli rossi, ma a parte quello poco altro l'avvicinava
alla famiglia di origine. Teneva la divisa sempre in modo scomposto
personalizzandola in modo il più delle volte proibito. Le piaceva acconciare
sempre i capelli in codini ironici che contrastavano con i suoi make-up decisi
e provocanti. Era una ribelle dall'intelletto fine che però aveva abbandonato
la media di tutte E, preferendo godersi alla vita che a sgobbare solo. I suoi
avevano molto da ridire sulla sua lingua tagliente, così simile a quella di sua
zia Ginny, o al suo poco rispetto per le regole, che tanto ricordavano a Ron ed
Hermione i gemelli. La sua relazione con Scorpius poi non aveva aiutato nella
convinzione della famiglia che lei fosse stata plagiata.
«Sono la Donna
nello Specchio, potete chiamarmi così. È una lunga storia come e perché io sia
qui, ma posso dirvi che sono una strega molto potente, che giunge da lontano e
che potrebbe avere le risposte che state cercando!»
Lo sguardo di ghiaccio di Scorpius si illuminò
ammaliato dalle sue parole, come un marinaio lo era da una sirena. Tanto aveva
deluso suo padre o così era solito dirgli.
Non andava fiero della sua storia familiare,
detestava suo nonno e non capiva come il padre non potesse comprendere quanto
lui stava facendo per non ripetere i loro stessi errori.
Era certo che fosse meglio essere un ribelle amante
dei punk, piuttosto che un damerino inamidato xenofoba e retrogrado. Non gliene
fregava un cazzo del lignaggio o di dover apparire qualcosa che non era,
avrebbe accettato anche vivere senza un becco di un quattrino se questo voleva
dire farlo nel modo corretto.
Togliersi di dosso il suo nome era difficile,
pesava come un marchio attraverso il quale veniva sempre giudicato e che aveva
impedito alle persone per vederlo per quello che era davvero... a tutti, tranne
Rose e Sev e per questo erano per lui le persone più importanti che
esistessero.
«Tu sai quello che sta succedendo al mondo magico?»
«Non solo lo
so, ma sono anche a conoscenza sia di chi ha causato ciò e di come porvi
rimedio!»