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Autore: Kifuru    28/11/2022    1 recensioni
Al termine della Seconda Guerra Magica, il giovane Ronald Weasley, deciso fermamente a non ripetere più gli errori del passato, si appresta ad affrontare una nuova vita insieme ai propri cari e ad Hermione, la ragazza che ama alla follia. La terribile guerra appena combattuta lo ha portato a conoscere il terribile dolore della perdita, ma al termine di essa il giovane mago si sente finalmente pronto a vivere e ad amare. Entrando a far parte del Corpo Auror, Ron affronterà dure prove che lo porteranno a conoscere meglio sé stesso e il mondo sia magico che babbano.
La storia di un eroe fallibile e generoso alla disperata ricerca della giusta via da seguire.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 6
 
TATTICHE, SCHIANTESIMI E COLTELLI DA LANCIO
 
 
Gennaio 1999
Grimmauld Place, Inghilterra
 
Il ritorno alla vita normale era stato indubbiamente problematico, con lacrime più di commozione che di vera tristezza. In realtà, il saluto dei ragazzi con le proprie compagne alla stazione di King’s Cross al termine delle vacanze natalizie non era stato così traumatico, almeno non come quello dello scorso settembre. Il rientro ad Hogwarts di Ginny ed Hermione si era rivelato emotivamente più semplice e facile da sopportare. Entrambe le coppie avevano ormai sviluppato una certa maturità, rafforzata dalla previsione di una vita futura da condividere.

Ron ed Hermione avevano iniziato a discutere parecchio riguardo la possibilità di trovare un piccolo appartamento tutto per loro una volta finita la scuola e lo stesso avevano fatto Harry e Ginny. Hermione era abbastanza certa che la sua amica si sarebbe immediatamente trasferita da Harry dopo la scuola. Nonostante qualche scena e falsa protesta, Ron aveva pienamente accettato la cosa. Quello che più premeva a lui e alla sua ragazza era trovare un posto tutto per loro a Londra. Hermione aveva anche trovato diversi appartamenti babbani potenzialmente perfetti per loro.

D’altro canto, sebbene Ron fosse ancora in pieno addestramento, egli cominciava già a percepire un vero e proprio stipendio, inoltre nel tempo libero continuava ad aiutare George nella gestione del negozio di scherzi, che nell’ultimo periodo stava veramente facendo ottimi affari. Hermione, invece, nonostante tutte le sue ansie immotivate, avrebbe presto iniziato la carriera ministeriale da lei sempre desiderata, una volta ovviamente ottenuto il massimo dai MAGO. Ron già pregustava l’orgoglio che avrebbe provato nel vederla raggiungere i più brillanti traguardi, ma più di ogni cosa si immaginava con desiderio sfrenato il momento in cui avrebbe finalmente cominciato la sua convivenza con lei.

Nel frattempo, affrontando il momento cruciale dell’addestramento Auror, i due migliori amici continuavano serenamente la loro convivenza nella vecchia abitazione dei Black. Nei pochi momenti liberi, la vita a Grimmauld Place era tranquilla e divertente. Dopo intere giornate di massacranti allenamenti, i due ragazzi cercavano il più possibile di svagarsi e rilassarsi. Grazie all’influenza della sua ragazza, ad esempio, Ron aveva sviluppato un amore quasi fanatico verso il cinema e vista l’assenza di lei, era sempre Harry in quel periodo il malcapitato trascinato a vedere ogni genere di film.

L’addestramento Auror riprese a ritmi serrati, in previsione delle future prove e soprattutto in vista della prima vera missione delle reclute che si sarebbe tenuta a maggio. Per il momento sia per Ron che per Harry non c’erano state grosse novità: la mattina continuava l’addestramento generale con Roberts insieme a tutti gli altri aspiranti Auror, mentre nel pomeriggio i ragazzi venivano affidati nelle mani dei rispettivi e diretti superiori.

Oltre ad avergli insegnato nuovi incantesimi e a istruirlo nuovi modi di sperimentare anche la stessa magia conosciuta, Layla continuava imperterrita ad addestrare il giovane Weasley nel combattimento corpo a corpo. Tuttavia, la frase detta prima delle vacanze restava ancora enigmatica. Cosa c’era ancora da scoprire nel suo strano addestramento con l’Auror Layla Connors? Nonostante Ron avesse provato più volte a convincerla, la sua maestra non rivelò mai nulla riguardo l’importante novità di cui aveva accennato ormai più di due mesi prima.

Harry guardava distrattamente la televisione disteso sul divano, senza far caso alle varie fasi della ripetitiva trasmissione babbana. < < In effetti è strano > > commentò il moro, aggrottando la fronte con fare riflessivo. < < Sono passate settimane dal nostro ritorno, ma non ti ha ancora fatto sapere nulla. Mi aspettavo che almeno accennasse l’argomento. Avevo sentito parlare della segretezza che circola tra gli Auror e sinceramente mi sembra anche naturale che ci sia vista la gravità delle missioni > >.

< < Però non ti aspettavi che questa segretezza fosse ben radicata anche durante l’addestramento > > terminò cupamente il rosso, anche se da tempo aveva smesso di preoccuparsi per la presunta novità di Layla.

< < Precisamente > >.

Anche Ron sembrava perso nei propri pensieri, dato che aveva persino smesso di guardare la tv. Se ne stava seduto pigramente sulla poltrona del soggiorno, osservando imbambolato il soffitto non più sporco e sudicio come un tempo.

< < In realtà, imparando a conoscerla, penso che potrebbe esserci anche un’altra possibilità > > aggiunse, dopo un momento di riflessione.

< < Vale a dire? > > chiese Harry, inarcando un sopracciglio.

< < Beh, per esempio penso che la novità possa essere semplicemente quella di massacrarmi negli allenamenti ancor più duramente di prima > > disse Ron con voce sarcastica, ma anche con un inquietante fondo di verità. < < Ultimamente gli allenamenti sono molto più duri, tra incantesimi di alto livello e tecniche da combattimento babbane. Hai visto anche tu in quali condizioni riesce a ridurmi quella donna. Certe volte penso che potrebbe perdere il controllo da un momento all’altro. L’altro giorno mi ha quasi spezzato un braccio > >.

< < Neanche Kingsley ci va molto piano se è per questo. Gli unici incantesimi che non ancora sperimentato contro di noi sono le maledizioni senza perdono > > replicò il moro, con un brivido. < < Comunque devo ammettere che hai ragione. A volte quella donna spaventa parecchio. Secondo me potresti avere ancora delle sorprese da lei, Ron > >.

< < Molto probabile > > mormorò Ron, con tono rassegnato. < < Non posso farci niente. Certe volte quando mi trovo nelle sue grinfie, ho come la sensazione di trovarmi sempre in una situazione priva del benché minimo senso logico. Eppure mi trovo abbastanza bene con lei, anche se non riesco a capirne il motivo > >.

Harry ridacchiò leggermente. Anche lui aveva sviluppato un rapporto di sincera intesa con Kingsley, ma ogni volta che gli capitava di assistere agli allenamenti dell’amico, percepiva un legame di maggiore complicità tra Ron e l’Auror Layla Connors. Non aveva mai visto il suo amico così sicuro e concentrato, così appassionato in qualcosa. Nemmeno il Quiddich aveva avuto quest’effetto su di lui.

Dopo averci riflettuto nel corso di tante settimane, Harry cominciò finalmente a comprenderne il motivo, perché anche lui aveva provato la medesima sensazione. Silente, Sirius, Lupin: era bello avere qualcuno che credesse così tanto in te. Harry ci era passato molte volte in passato, ora finalmente era toccato anche al suo migliore amico.

< < E’ un bene avere maestri di cui ci fidiamo. Non tutti hanno questa fortuna > > dichiarò saggiamente Harry. < < Molto presto cominceranno le prove finali e per allora sarà meglio affrontarle con l’aiuto di qualcuno di cui di fidi > >.

< < La prova finale sarà il nostro primo incarico ufficiale > > osservò Ron < < Forse non lo diranno mai apertamente al campo, ma ho sentito dire che sarà questa la prova più importante, quella a cui gli esaminatori tengono di più > >.

< < Forse è vero. Tuttavia non credo che potranno affidarci incarichi eccessivamente pericolosi, almeno non all’inizio. Saranno missioni di indagine o di perlustrazione, con rischi di pericolo ben calcolati > >.

< < Immagino che tu abbia ragione > > concordò Ron, con una punta di incertezza nella voce < < Non credo sia possibile che ci mandino subito a caccia di maghi oscuri in giro per il mondo, anche se molto presto dovremmo farlo. I Mangiamorte sfuggiti alla cattura sono più numerosi di quanto avessimo immaginato. Ogni giorno sembrano aumentare di numero > >.

< < Sono più di duecento, Ron > > disse Harry, con voce adirata. < < Almeno secondo le stime di Kingsley e di altri Auror pari al suo rango e alla sua esperienza. Sono stati inviati tanti Auror in missione per dar loro la caccia. Può anche essere che il loro numero sia ancora più alto e in costante aumento, per questo il Dipartimento inglese sta cercando nuovi combattenti addestrati. Purtroppo il clima di paura generato da Voldemort non si è estinto con la sua morte > >.

< < I seguaci di Voldemort si sono dileguati dopo la guerra e fino ad adesso le ricerche non hanno prodotto risultati molto soddisfacenti > > esclamò Ron, rammentando suo malgrado terribili immagini che avrebbe voluto dimenticare.

< < Ci sono stati numerosi Mangiamorte che non hanno effettivamente partecipato alla battaglia di Hogwarts > > aggiunse, cercando di mantenere il controllo. < < Questo ha permesso loro di dileguarsi con maggiore facilità. È un fatto, però, che ormai sappiamo esattamente chi siano stati i seguaci o i simpatizzanti di Voldemort. Non potranno più inserirsi spudoratamente nella nostra società come è accaduto in passato > >.

Harry strinse amichevolmente una spalla dell’amico. Gli venne naturale pensare a Lucius Malfoy e sapeva che Ron aveva avuto lo stesso pensiero. Ma come il padre di Draco, tanti Mangiamorte erano riusciti a ben radicarsi nel mondo magico dopo la prima caduta di Voldemort. Era un pensiero davvero spaventoso e sconvolgente.

< < Per questa ragione gli Auror sono in continuo movimento. Per trovare i criminali che già conosciamo e per scovare chi ancora opera nell’ombra > > esclamò il moro, fissando l’amico dritto negli occhi. < < Purtroppo i maghi oscuri non sono soltanto i Mangiamorte. Presto saremo inviati anche noi in missioni di questo tipo > >.
 
< < Lo so bene, amico. Credimi, saremo pronti > > rispose Ron, con ferrea determinazione. < < E pensare che il Profeta continua a sostenere nei suoi articoli che sia tornato tutto alla normalità, che la società magica sia di nuovo al sicuro. Quegli idioti sembrano non cambiare mai > >.

< < Tutte stronzate > > esclamò Harry, con un sorriso amaro. < < Lo scrivono soltanto per mancanza di informazioni e per evitare di diffondere il panico dopo gli eventi traumatici della guerra, il pericolo è che in questo modo trasmettono un falso senso di sicurezza > >.

< < E’ vero che abbiamo vinto la guerra. Ma ci saranno sempre maghi oscuri, Mangiamorte e non > > convenne Ron.

 < < Fatto sta che il Profeta è perfettamente consapevole della presenza di un piccolo esercito di Mangiamorte a piede libero. A volte mi chiedo come faccia Hermione a leggere tutte quelle balle ogni santo giorno > >.

A quelle parole Ron rise di gusto, riflettendo sul fatto che anche lui in verità aveva spesso preso in giro la sua fidanzata per quella vecchia abitudine.

< < Hermione sa benissimo quanto ci sia di vero in quegli articoli > > commentò Ron. < < Continua a leggere il Profeta soltanto per capire quanto possa essere pericoloso ciò che scrivono quegli idioti ogni giorno. Secondo me lei riesce a comprendere meglio di noi quanto ci sia di vero o falso in quelle notizie > >.

< < Credevo che almeno dopo la guerra i giornalisti del Profeta avrebbero cercato di migliorare il loro modo di agire > >.

< < Purtroppo non è stato così. Almeno non ancora > >.

Non era raro che i due ragazzi si mettessero a discutere animatamente sugli eventi che continuavano a sconvolgere il mondo magico. La preoccupazione più grande, molto sentita in tutto il Dipartimento Auror inglese, restava il non saper quasi nulla riguardo i seguaci di Voldemort sfuggiti alla cattura.

Molti di loro erano maghi tristemente famosi, veri e propri assassini ricercati in tutto il mondo. Testate giornalistiche come quella del Profeta potevano continuare a sostenere fino allo sfinimento che tutto andava per il meglio, che l’esercito del signore oscuro fosse stato sconfitto, eppure tante persone in Inghilterra continuavano ad avere paura. Paura che i Mangiamorte potessero nuovamente creare un’organizzazione forte e unita, magari sotto la guida di un nuovo capo.

Harry e Ron, come tanti altri giovani, affrontavano ogni giorno i massacranti allenamenti con la naturale paura di potersi nuovamente ritrovare a combattere uomini e donne senza scrupoli, ma lo facevano anche con la forte e determinata volontà di assicurare finalmente alla giustizia gli autori di così tanti crimini in tutto il mondo magico e non magico. Effettivamente, mentre il Ministero della Magia inglese tentava di riorganizzarsi dopo essere stato dominato e corrotto da forze oscure, il Dipartimento Auror restava l’autorità più efficiente e ben impegnata nella caccia ai Mangiamorte superstiti.

Dopo alcuni minuti di silenzio, Harry si rivolse nuovamente all’amico con un tono più leggero. Non voleva più parlare di guai o tantomeno del loro addestramento. Da diverse settimane rifletteva su un piccolo progetto, che da tempo rientrava tra i suoi desideri. Ne aveva già parlato con Ginny, ora poteva essere una buona occasione discuterne anche con Ron.

< < Ascolta, Ron. Volevo parlarti di un’altra cosa. Direi che per questa sera abbiamo parlato abbastanza delle nostre future rogne. Che ne dici adesso di affrontare un argomento più allegro? > >.

< < Splendida idea , amico > > rispose allegramente il rosso, < < Di che si tratta? > >.

Harry aggrottò la fronte pensieroso, apparentemente indeciso su come cominciare. < < Beh, vedi, potrebbe essere una cosa veramente bella e divertente. In effetti sarebbe la prima volta per noi dopo tutti i guai che abbiamo passato in tutti questi anni > > disse Harry, sorridendo leggermente di fronte all’espressione perplessa dell’amico.

< < Hai intenzione di girarci intorno per molto, Harry? > >.

< < In realtà ne ho già discusso con Ginny alcune settimane fa. Lei è già d’accordo > >.

Ron lo interruppe falsamente inorridito. < < Se la tua intenzione è quella di rivelarmi determinati particolari sulla tua relazione con mia sorella, sappi che adesso sono in grado di spezzare ossa anche senza la magia > >.

< < Che paura > > commentò sarcastico il moro. < < Idiota, non mi sognerei mai di parlarne con te, così come spero che non mi renderai mai partecipe delle tue attività con Hermione > >.

Le orecchie di Ron arrossirono all’istante, mentre Harry sorrideva divertito. < < La questione è molto semplice > > proseguì il moro, tornando serio. < < Molto semplicemente che ne diresti di un viaggio per la prossima estate? > >.

Ron dimenticò all’istante le allusioni alle rispettive vite sessuali, squadrando l’amico con sincera sorpresa. < < Un viaggio? > >.

< < Sì > > confermò Harry, improvvisamente eccitato. < < Un viaggio per solo noi quattro. Lo potremmo organizzare per un periodo relativamente calmo Magari in pieno luglio, quando noi avremo terminato il nostro addestramento, mentre le ragazze avranno finalmente finito la scuola. La meta potremmo deciderla tranquillamente in futuro > >.

< < Ma le prove degli Auror…. > >.

< < La prova finale si farà a maggio e sappiamo che consisterà in una vera e propria missione ufficiale. Quando torneremo dall’incarico, dovremo attendere sicuramente qualche mese prima di prendere servizio nelle nostre Divisioni, perciò potremmo davvero sfruttare quel periodo. Tranquillo ho già chiesto a Kingsley diversi chiarimenti > >.

< < Le ragazze vorranno attendere gli esiti dei MAGO > > intervenne saggiamente Ron, anche se in lui iniziava a nascere un forte. Effettivamente in passato non avevano mai fatto nulla del genere. Era sicuro che anche Layla li avrebbe lasciati partire.

< < Hermione prenderà il massimo dei voti come sempre > > sbottò Harry, gesticolando impaziente con una mano. Da molto tempo, Ron non lo vedeva così appassionato e desideroso di fare qualcosa. < < Sono sicuro che anche lei sarebbe d’accordo > >.

< < Credevo che come primo viaggio avresti organizzato una cosetta romantica in grande stile con mia sorella. Tipo qualcosa di smielato e strappalacrime > > disse Ron, con tono malizioso.

< < Senti chi parla. Ci sarà tempo per i viaggi romantici in solitaria con le nostre fidanzate. Questo dovrebbe essere un viaggio per noi. Solo per noi, per quello che abbiamo vissuto, per quello che abbiamo conquistato. Lo meritiamo > >.

< < Potremmo anche non riuscire a superare l’addestramento e ad entrare nel Corpo Auror > > disse Ron, incrociando le braccia, anche se in cuor suo era già convinto.

< < Hai ragione, ma noi non faremo questo viaggio per festeggiare un’eventuale promozione o il massimo dei voti nei Mago. Ti ripeto, sarà una vacanza solo per noi, perché la meritiamo e perché sarà bello e divertente. Festeggiamo il fatto di avercela fatta, Ron > >.

Harry non poteva essere più esplicito. Ron restò in silenzio, provando improvvisamente una stretta dolorosa al petto. Harry aveva ragione, sarebbe stato bello organizzare qualcosa solo per loro stessi. Avevano combattuto una guerra ed erano sopravvissuti a differenza di tanti cari. Suo fratello Fred.

Il viaggio in Australia della scorsa estate non era stato per nulla piacevole, anzi in alcuni momenti la loro ricerca si era rivelata drammatica. Ron aveva accompagnato la sua Hermione nella lunga traversata per recuperare i suoi genitori e giustamente l’umore della sua ragazza era rimasto teso e cupo per il tutto il viaggio. Non solo per la paura di non riuscire a ritrovarli, ma soprattutto per il rimorso terribile di aver dovuto usare la propria magia contro di loro.

< < E’ un’idea fantastica, Harry > > disse alla fine Ron, sorridendo sebbene con una punta di tristezza. < < Non vedo l’ora di partire. Sarà bello e soprattutto sarà normale. Niente di più che noi > >.

< < Già…… sarà normale > > ripeté Harry, con un leggero sorriso.

Ron non desiderava altro che poter fare finalmente qualcosa di vero con Hermione, qualcosa che la guerra aveva impedito loro di fare. Ora potevano farlo, nessun nemico o mostro assassino avrebbe potuto impedirlo. Ron sentì il proprio cuore scaldarsi, colmando quella tristezza e quel dolore che non sarebbe mai andato via, ma che avrebbe potuto affrontare con l’aiuto delle persone che amava. Con l’aiuto di Hermione. Immaginò la sua ragazza spensierata e divertita nel bel mezzo della loro futura vacanza. Quell’immagine superava ogni cosa, persino la preoccupazione per il futuro e per la prova finale degli Auror.

 
***********
Febbraio 1999
Campo di addestramento Auror, Inghilterra
 
Ron Weasley non era mai arrivato ad affrontare un combattimento così lungo e faticoso. Per di più la sua avversaria era l’Auror Layla Connors. Trovò sconcertante il fatto di poter resistere per quasi una giornata intera contro di lei in un campo di battaglia pressoché sconfinato, vale a dire la foresta del campo di addestramento. Finalmente i massacranti allenamenti mostravano effetti concreti, lo stavano gradualmente trasformando in una persona nuova. Più forte e più riflessiva.

Nel corso del lungo combattimento iniziato poco dopo l’alba, il rosso aveva cambiato tattica molte volte, cosa che effettivamente in rare occasioni si era permesso di fare durante gli innumerevoli scontri precedenti avvenuti con Layla. All’inizio della lotta, il fitto bosco del campo di addestramento lo aiutò ad adottare una strategia prudente e conservativa. Durante la mattina Layla l’aveva costretto un paio di volte al combattimento a mani nude e gli effetti erano già visibili sul volto del ragazzo. Per questo Ron cercava di tenersi a distanza il più possibile, sfruttando la fitta vegetazione ed evitando ad ogni costo il corpo a corpo. Gli incantesimi non-verbali non erano mai stati il suo forte, nemmeno a scuola. Molti suoi compagni, tra cui la sua stessa Hermione, avevano fatto diversi passi avanti in quel tipo di magia e di certo in una battaglia violenta la capacità di scagliare velocemente e silenziosamente un incantesimo di schianto poteva rivelarsi realmente decisiva per l’esito finale.

Per poter lanciare un incantesimo senza parlare, indipendentemente dalla semplicità dell’incanto, era necessaria un’incredibile concentrazione, specie se durante un combattimento all’ultimo sangue. Spesso Ron impiegava troppo tempo nella concentrazione. Qualche volta riusciva nell’intento, ma nella maggior parte dei casi rischiava di perdere troppo tempo e come nella presente situazione rischiava di concedere troppo vantaggio al suo nemico. 

Layla Connors possedeva incredibili capacità di percezione e sapeva leggere perfettamente le tracce della preda a cui dava la caccia. Ogni volta che il giovane mago credeva di essere a distanza di sicurezza, la sua maestra riusciva a identificare la sua posizione. Fu così che venne sorpreso alle spalle per l’ennesima volta da quando aveva iniziato ad allenarsi con lei tanti mesi prima. Lo schiantesimo silenzioso lo centrò alla schiena facendolo volare in avanti. Con una buona dose di prontezza e fortuna, però, Ron riuscì miracolosamente a non perdere la bacchetta. Si alzò in piedi con un sussulto di dolore e in un istante fu aggredito dalla violenza smisurata di Layla. Il rosso dovette affrontarla nel corpo a corpo, ma poteva soltanto difendersi.

L’Auror non gli dava tregua. Bloccava i movimenti dell’allievo con velocissimi incantesimi non verbali e subito dopo gli rifilava pugni, gomitate, calci. Un pugno centrò in pieno la mascella del ragazzo facendolo crollare di nuovo a terra.

Ancora però non aveva perso il possesso della bacchetta e cercò di approfittarne. Mentre si trovava ancora steso sul terreno puntò deciso la bacchetta contro Layla. < < Nebulus > > gridò furiosamente Ron, ignorando il ferroso sapore del sangue sulla bocca.

La bacchetta del rosso produsse una fitta nebbia che inghiottì completamente la figura imponente di Layla Connors. Il suo allievo si alzò di scatto, sapendo perfettamente di avere pochi secondi a disposizione. Lanciò una serie di schiantesimi a raffica dentro la nebbia che presto si sarebbe diradata. Non poteva essere certo che qualcuno di questi incantesimi alla cieca fosse andato a segno, ma era stato un utile diversivo per potersi gettare nella fitta vegetazione.

Ron corse a lungo, cercando disperatamente di far perdere le sue tracce. Si allontanò parecchio dal luogo dello scontro, mentre i colpi ricevuti da Layla si facevano dolorosamente sentire, soprattutto l’ultimo violentissimo pugno alla mascella. Trovò riparo dietro una grossa roccia e finalmente poté riprendere fiato e controllare le proprie condizioni. Il bilancio della mattinata non era dei peggiori, eppure Ron avrebbe preferito fare di meglio. Aveva collezionato diverse contusioni in tutto il corpo, insieme a diversi tagli profondi. Ciò nonostante poteva ancora combattere. Le regole di Layla erano chiare: il combattimento doveva perdurare fino al tramonto, tranne nell’ipotesi in cui uno dei due non avesse potuto.

 Decise di riposarsi per più di un’ora, stando ben attento a tutto ciò che lo circondava. Bastava un attimo di distrazione, un solo attimo che avrebbe potuto significare la sconfitta. Era abbastanza sicuro che anche Layla si fosse fermata per riposare, la domanda era quanto tempo aveva impiegato? Lei era abituata a questo tipo di scontri, pronta ad affrontare ben altri tipi di problemi in missione. Il giovane mago si mise in marcia furtivamente, sfruttando per occultarsi la fitta vegetazione della foresta e la sua stessa magia di occultamento quando non aveva alcun riparo. Era diventato abbastanza bravo con alcuni incantesimi di mimetizzazione che riuscivano a confonderlo quasi completamente con l’ambiente circostante.

< < Se voglio avere una possibilità per contrattaccare, adesso devo essere io ad identificare la sua posizione > >.

Non era per nulla facile in quelle circostanze, ma Ron fece del suo meglio stando bene attendo a non lasciare tracce del suo passaggio. Incredibilmente, dopo quasi di due ore di ricerca silenziosa tra i sentieri selvaggi della foresta, fu veramente lui a trovarla per primo nei pressi di un’ampia radura. Layla se ne stava immobile con la bacchetta in pugno, apparentemente esposta ad ogni genere di attacco. A giudicare dalla posizione non si era allontanata troppo dal luogo in cui si erano scontrati quella mattina.

Ciò che il ragazzo non si spiegava era il motivo per il quale l’Auror avesse scelto una posizione così esposta. Tuttavia, l’espressione della donna era spaventosa, una maschera di freddezza implacabile pronta a travolgere l’avversario. Per un attimo, nonostante la sicurezza del suo riparo, fu persino tentato di fuggire, dovette combattere con sé stesso per calmarsi, così da calcolare la prossima mossa.

Ron usava un grosso tronco come copertura, mentre silenziosamente era impegnato in veri e propri esercizi di respirazione così come Layla stessa gli aveva insegnato. Respirava profondamente nel tentativo di mantenere il controllo delle proprie emozioni: adrenalina, paura, eccitazione. Era vitale in battaglia che nessuna di queste sensazioni diventasse troppo forte.

Aspettò la determinazione necessaria, la sicurezza che gli serviva per colpire. Strinse delicatamente la bacchetta nella mano destra, per puoi allungare il braccio fuori dal riparo. Era migliorato molto nell’arte degli schiantesimi, il suo braccio era diventato forte e veloce. Da quella posizione, l’attacco avrebbe aggredito il fianco della sua maestra. Ron avrebbe preferito poterla aggredire alle spalle, ma non c’era modo di cambiare posizione. Doveva agire subito.

< < Stupeficium > > urlò a pieni polmoni puntando deciso la bacchetta contro di lei.

La luce rossa partì con un sibilo tagliando foglie e rami durante il suo passaggio. Ron aveva calcolato bene distanza e traiettoria. Layla l’aveva istruito a dovere a non mancare mai il bersaglio.
 
Con il cuore che batteva all’impazzata, Ron credette seriamente di aver sorpreso la sua maestra, ma all’ultimo istante quest’ultima si spostò fulminea di lato, agitando la bacchetta in diagonale per contrastare l’attacco. La luce rossa si spense contro una sorta di mura invisibile. Il ragazzo ne restò scioccato, il suo diretto superiore si era mossa con una velocità quasi inumana.

< < Ottima mossa, Ron > > disse l’Auror, ringhiando malignamente. < < Ma ora ti sei scoperto. Una buona mossa ha sempre il suo costo > >. Con freddezza, Layla puntò la bacchetta verso la fitta rete di alberi e fogliame da dove era arrivato l’attacco. Tuttavia, Ron decise che non aveva ancora concluso la sua offensiva. Scattò fuori dal suo riparo e diede vita ad una folle raffica di incantesimi. Fu in grado di scagliarne tanti e di diversa natura, al punto da sorprendere Layla e costringerla ad indietreggiare.

L’Auror si difese suo malgrado dalla scarica e non sempre riuscì a farlo pienamente. Forse fu proprio questo a scatenare la sua furia, perché all’improvviso liberò con un urlo selvaggio una terribile ondata di energia magica che investì in pieno il ragazzo poco distante, il quale perse l’equilibrio, anche se ancora una volta non perse miracolosamente il possesso della bacchetta. Sembrava che l’intera foresta avesse subito la furia della guerriera.

Così, la situazione si era di nuovo ribaltata. Ora era di nuovo Ron a dover arretrare. Quando si alzò in piedi, ebbe soltanto il tempo di gettarsi all’indietro, rotolando nell’erba nel disperato tentativo di allontanarsi. Mentre si muoveva agilmente nel fitto bosco, udì distintamente gli effetti di un nuovo attacco di Layla. Si voltò appena in tempo per vedere il tronco che aveva precedentemente usato come nascondiglio completamente tranciato. Sembrava che l’albero fosse stato tagliato di netto da una volata tagliante e innaturale. Ron corse a perdifiato tra gli alberi, ignorando i numerosi graffi causati da piante e rametti.

Era ben consapevole che anche Layla si fosse ormai spostata. Sarebbe stato difficile individuarla di nuovo, anzi con ogni probabilità la prossima mossa sarebbe toccata a lei. Dopo tanti mesi di addestramento, Ron aveva ormai imparato a distinguere i suoni della natura, gli inconfondibili sibili degli incantesimi o persino il suono di un coltello in volo, che lui stesso aveva ormai imparato ad usare, anche se non si trovava a suo agio con simili armi. Fulmineo si spostò di lato e con la bacchetta fece appena in tempo a proteggersi da uno schiantesimo. La sua difesa era stata di puro istinto. La barriera che riuscì a produrre bloccò il lampo di fuoco che lo aggredì dal nulla. Non poteva vederla, eppure ogni colpo andava a segno.

Per ridurre quel drammatico svantaggio, il giovane Weasley sapeva che l’unica cosa da fare era continuare a spostarsi e lui lo fece alla disperata ricerca di una posizione di difesa. Mentre Ron correva senza sosta nella foresta, la donna seguitava incessantemente nei suoi attacchi. Il rosso non poteva vedere da dove provenissero i pericoli, di conseguenza era costretto a far fronte ad ogni attacco soltanto all’ultimo secondo.

Si difese strenuamente e con abilità, ma purtroppo per lui, molte maledizioni, alcune anche dagli effetti particolarmente dolorosi, superarono le sue difese. Ron sentì all’improvviso un dolore terribile e bruciante all’altezza della coscia destra. Abbassò gli occhi pur continuando la sua corsa e con orrore si accorse del buco poco sopra il ginocchio, grande quasi come un boccino di Quiddich. Qualunque fosse l’incantesimo che Layla gli aveva scagliato, a Ron ricordava terribilmente almeno come pericolosità il Sectumsembra di Piton. Ovviamente dalla ferita usciva una quantità spaventosa di sangue.

Si appoggiò stremato ad una parete rocciosa. Presto non sarebbe più stato in grado di correre. Di Layla non c’era traccia, ma Ron percepiva ugualmente la sua presenza tra le ombre della foresta. A quel punto, per poter proseguire il combattimento, doveva ancora una volta cambiare tattica. Per prima cosa prese una piccola bottiglietta nera e versò qualche goccia del liquido contenuto sulla ferita, sforzandosi con tutto sé stesso per non urlare come un pazzo. Strappò velocemente una striscia della maglia e la legò attorno alla ferita per bloccare l’emorragia. Una medicazione di fortuna che non avrebbe retto troppo a lungo, ma almeno poteva provare il suo ultimo attacco.

Si sporse leggermente dal suo riparo e nell’istante successivo una luce gialla scheggiò il suo riparo a pochi centimetri dalla sua spalla. In quel momento Ron agì spinto dalla disperazione e da una rabbia profonda, quasi come una belva ferita e senza scampo. Ancora una volta scattò verso la più fitta vegetazione, ignorando il terribile dolore alla gamba e continuando proteggersi dalle violente maledizioni dell’Auror Connors.

< < Quella donna è un vero demonio > >.

Ron, ormai ridotto ad una massa di sudore e di sangue, sorridendo ironicamente trovò persino il tempo di chiedersi come dovesse sentirsi un vero criminale braccato in quel modo da un Auror come Layla Connors. Continuò a muoversi, sperando di guadagnare un minimo di terreno su di lei, quel tanto che bastava per attuare il suo piano finale. La ferita bruciava e pulsava terribilmente, mentre le forze del suo fisico calavano sempre di più per l’enorme quantità di sangue perduta.

All’improvviso non gli arrivarono più contro gli incessanti incantesimi della donna e per Ron fu un segno inequivocabile. Da quando era iniziato quel folle inseguimento, Layla doveva essersi finalmente trovata la visuale momentaneamente oscurata. Era la sua occasione. Con gli occhi pieni di una fredda determinazione, il giovane mago puntò deciso la bacchetta davanti a sé. Produsse una silenziosa raffica di vento che scombinò rami, piante e terreno, quel tanto che bastava per simulare il passaggio di una persona. Con una formula silenziosa creò anche diverse tracce di passi sul terreno in direzione del tratto di foresta che avrebbe dovuto percorrere nel caso avesse deciso di proseguire la fuga. La magia era semplice, un trucco basilare che sperava sarebbe bastato ad ingannare Layla, anche se per pochi secondi.

Layla Connors non era certo l’avversario facile da ingannare con banali trucchi, ma Ron era convinto che sarebbe bastato un piccolo momento di distrazione legato alla sorpresa per sferrare il suo attacco finale. Grugnendo per il terribile bruciore alla gamba, il ragazzo si arrampicò velocemente sopra un grosso albero. Si piazzò nel punto più ottimale dopo aver verificato la stabilità di un ramo, in una posizione dalla quale aveva completa visibilità sul sentiero che stava percorrendo. Restò lì con il cuore in gola, cercando quasi di trattenere il respiro per evitare il benché minimo rumore.

Il suono frenetico dei passi in corsa sulla foresta era inconfondibile. Colei che gli dava la caccia era vicina. Con il braccio sinistro Ron si sostenne attorno al tronco, mentre il braccio destro, armato di bacchetta, era già puntato verso il sentiero boscoso. Dopo un tempo apparentemente infinito, finalmente Layla sbucò agilmente dalla fitta vegetazione. L’aderente tuta nera da combattimento riusciva a trasmetterle un’aria ancora più temibile e minacciosa. Con la bacchetta in pugno, la donna si muoveva agilmente nella foresta, Ron trovava incredibile il fatto che la sua maestra non si ferisse mai mentre correva a gran velocità fra piante e arbusti. Con gli occhi fissi sul terreno, Layla continuò a muoversi, superando l’albero sul quale era appostato, prima di bloccarsi bruscamente. La bruna osservò sempre più sorpresa le tracce sul terreno, quasi non fosse veramente sicura dei suoi sospetti.

< < E’ il momento > >

L’Auror Connors era completamente scoperta, un’occasione irripetibile per lui. Ron puntò la bacchetta con decisione contro di lei, sicuro che non avrebbe mancato il bersaglio. Era calmo e tranquillo, quasi un tutt’uno con la natura che lo circondava. Impiegò cinque interminabili secondi, poi agì.

< < EXPERLIARMUS > > gridò come una furia. L’incantesimo azzurro saettò verso il basso e in un istante la bacchetta di Layla volò inutilizzabile a diversi metri di distanza. La solita aria di freddezza e sicurezza della donna si trasformò in un’espressione di pura sorpresa e sbigottimento. Ron non esitò e cercò di sfruttare fino in fondo il suo momento. Nonostante la ferita alla gamba, si lanciò coraggiosamente nel vuoto dal ramo su cui era appostato. Atterrò a pochi centimetri dell’avversaria e con entrambi gli avanbracci fece forza sulla schiena della sua maestra, la quale ebbe soltanto il tempo di voltarsi.

L’impatto fu molto violento anche per lei e Layla perse completamente l’equilibrio, volando letteralmente in avanti e cadendo bruscamente a terra di spalla. Anche Ron si trovava già disteso sul terreno erboso. Dopo essere atterrato per sferrare il colpo decisivo, la gamba ferita aveva ceduto costringendolo a terra. Egli provò ad alzarsi, ma rinunciò subito urlando per il dolore. A pochi passi da lui Layla giaceva a terra, più scioccata che dolorante. A corto di fiato, la donna si mise a sedere squadrando il giovane allievo stremato e dolorante.

Layla provò sensazioni contrastanti. Da un lato provò una sensazione di fierezza e orgoglio. Era incredibile ed era anche una gioia vedere quanti passi avanti avesse fatto il suo giovane allievo in così pochi mesi, ma dall’altro lato si sentiva leggermente umiliata. Una giovane recluta, anche se eroe e veterano di una guerra, l’aveva quasi battuta in uno scontro totale in campo che conosceva alla perfezione. Appunto, quasi battuta, ma il suo giovane allievo non l’aveva ancora capito.

< < Forse sto invecchiando > > rifletté con sé stessa. < < Oppure la famiglia mi ha indebolita. Non sono più la stessa di una volta > >. Si trattava comunque di un pensiero sereno, che la fece sinceramente sorridere.

Sul volto del giovane mago, tra sudore, tagli e contusioni, si dipinse un sorriso di puro trionfo. Ciò la divertì ancora di più. < < Che sciocco > > pensò mentre con una mano guantata puliva la tuta da polvere e fogliame.

< < Credo che questa possa essere considerata la mia prima vera vittoria contro di te, Layla > > disse affannosamente Ron.

La guerriera gli mostrò un ghigno selvaggio, tale da farlo rabbrividire. < < Tu credi? Perché non provi a dare un’occhiata alla tua mano destra, mio giovane e stupido allievo? > >.

Ron la guardò sorpreso, non capendo cosa volesse dire. Spostò gli occhi sulla mano destra e quasi svenne per lo shock. La mano destra, che avrebbe dovuto impugnare la bacchetta, era piena di sangue, la perdita sembrava addirittura più vistosa della ferita alla coscia. Con un conato di vomito, Ron si accorse di essere comodamente seduto su terreno erboso viscido e rossastro.

< < C-come hai….. > > provò a chiedere il ragazzo, quasi sul punto di svenire. < < Io…. Avevo calcolato…. T-ti ho disarmato…….non avevi più la bacchetta > >.

Lo sguardo burbero della donna si fece più amorevole, quasi materno. < < Tu sei stato bravissimo, Ron > > disse con voce gentile. < < Non hai sbagliato nulla davvero. È vero, mi hai presa in trappola, mi hai disarmata, ma ricordati sempre che io sono stata scelta per dirigere la Divisione Omega degli Auror. Ho altre armi a disposizione, dovresti saperlo > >.

Ron continuava a non capire, ma il dolore era ormai troppo profondo, quasi intollerabile. Facendo più attenzione, si accorse che sulla mano c’era un taglio lungo e profondo, ma come si era ferito? Di certo, al momento del balzo finale, lui aveva in pugno la bacchetta e non c’era nessun taglio sulla mano.

L’Auror si alzò con calma, mentre massaggiava delicatamente il polso destro. Anche lei si era procurata diverse contusioni sul viso e sulle ginocchia, ma per il resto sembrava pronta a riprendere il combattimento. Per l’enorme quantità di sangue che aveva perso, il volto di Ron aveva ormai assunto un colorito spettrale e da qualche secondo anche la vista aveva iniziato ad annebbiarsi.

< < Se stai cercando una risposta riguardo a ciò che è accaduto, ti basterà semplicemente dare un’occhiata alle tue spalle, Ron > >.

Ron lo fece. Si voltò seppur a fatica e ciò che vide lo lasciò letteralmente scioccato. Anche se avesse potuto, non avrebbe saputo cosa dire dinnanzi al coltello da lancio ben piantato sul tronco dello stesso albero da cui era balzato. Riuscì a scorgere un rivolo di sangue scorrere lentamente lungo la lama.

< < Quando l’ha lanciato? > >.

Si fece questa domanda poco prima di sprofondare nelle tenebre più profonde. Fu proprio il suo ultimo pensiero prima di svenire. Nell’oblio in cui era sprofondato non poté udire le parole di Layla Connors. La sua voce, dura e gentile al tempo stesso, era troppo lontana per poterla udire.
 
*********
 
Ron si svegliò con dolori lancinanti in tutto il corpo. La testa sembrava voler scoppiare da un momento all’altro. Dopo essersi allenato così tanto con Layla, pensava di essersi ormai abituato a svegliarsi in condizioni del genere, invece ogni volta era sempre più traumatico. Provò a fatica qualche movimento, ma rinunciò quasi subito. Riconobbe immediatamente l’ormai familiare ambiente della grande infermeria del campo di addestramento. Aveva dimenticato il numero di volte che era finito tra quei letti. Gli eventi del lungo combattimento tornarono bruscamente alla mente e soprattutto l’interrogativo di come avesse Layla reagito alla sua trappola.

Quando aveva lanciato il coltello? Come aveva fatto a colpirlo se lei era girata di spalle, per di più in caduta libera?

Dalle finestre il ragazzo notò che era notte fuori e si chiese per quanto tempo fosse rimasto privo di sensi. Oltre a lui non c’era nessuno in reparto e anche questo non era una novità da quando aveva iniziato l’addestramento Auror.

La voce di Layla non lo sorprese affatto. Ron sapeva che sarebbe venuta presto a trovarlo. < < Sembra che portarti in spalla fino all’infermeria sia diventato un’abitudine fissa dei nostri allenamenti, Ron. Ben svegliato comunque > >.

< < Salve, Layla > > la salutò cordialmente il rosso. Il dolore alla testa stava lentamente diminuendo. Probabilmente i guaritori gli avevano fatto bere qualche pozione, < < Sono ancora vivo incredibilmente. Quanto tempo sono rimasto svenuto? > >.

< < Ben dieci ore. L’ho sempre detto che sei un maledetto pigrone. Tuttavia questa volta posso anche perdonarti per aver dormito così a lungo. Ti sei meritato un lungo riposo, ragazzo mio > >.

L’Auror suo superiore si avvicinò lentamente al suo letto con le braccia dietro la schiena. Faceva strano vederla senza la sua solita tuta da combattimento, in quel momento Layla indossava una semplice tunica verde scuro e un paio di pantaloni neri. Si sedette comodamente sulla sedia accanto al suo letto, poggiandogli con fare materno una mano sul capo.

< < Guarirai in fretta, Ron > > gli disse gentilmente, senza alcuna traccia di derisione. < < I guaritori hanno lavorato su tutte le tue ferite. Quella alla mano è già perfettamente guarita, mentre quella alla coscia si rimarginerà entro domani. Quella era la più dolorosa, per questo ti hanno steso con una pozione antidolorifica > >.

< < Resterà qualche cicatrice. Non ci sei andata troppo leggera > > osservò ironicamente Ron.

< < Beh, in fin dei conti è colpa tua, Ron. Mi hai spinta tu fino al limite, ad una reazione veramente disperata. Non credevo che ce l’avresti fatta, sono sinceramente orgogliosa di te > >.

Seppur imbarazzato, Ron provò un’intensa ondata di orgoglio e soddisfazione. Finalmente sentiva la portata dei suoi miglioramenti e ora era certo che avrebbe potuto migliorare ancora di più le sue capacità.

< < Hai affrontato il più lungo e faticoso combattimento del tuo addestramento, Ron > > continuò Layla, poggiando comodamente la schiena contro la sedia < < Credimi quando ti dico che ben pochi avrebbero potuto prevalere contro di te in uno scontro come quello di oggi. Forse nessuno dei tuoi compagni, anzi probabilmente avresti vinto contro molti dei miei colleghi > >.

< < Però ho perso ancora una volta contro di te > > mormorò Ron, senza però alcuna vena di tristezza.

La donna gli sorrise furbamente con aria di superiorità. Durante le prime settimane di addestramento con lei, Ron non aveva propriamente apprezzato il suo atteggiamento spesso derisorio, ma con il passare del tempo iniziò a comprendere che quel suo modo di fare non mirava minimamente a schernirlo o a umiliarlo. Molto semplicemente Layla Connors era una guerriera e come tale non sopportava facilmente la sconfitta.

< < Vorrei ben vedere. Pensi che mi farei battere così facilmente dal mio giovane allievo? Non avere fretta, Ron……lascia che ti dia ancora qualche lezioncina prima di diventare troppo vecchia > >.

< < Come hai fatto? Come hai fatto a lanciare il coltello? Credevo di aver calcolato alla perfezione il mio attacco. Mi rendo conto che sia stato un piano affrettato, ma pensavo di aver fatto tutto bene. Davvero, Layla come hai fatto a sorprendermi all’ultimo momento? > >.

< < Non essere troppo duro con te stesso, Ron > > esclamò Layla, con profonda serietà. < < La tua mossa era quasi perfetta. Il tuo agguato era micidiale, effettivamente si trattava dell’unica mossa che ti era rimasta da giocare, data la stanchezza e le ferite accumulate nel corso di un’intera giornata. Sei un ragazzo…….no, sei un uomo capace e coraggioso, ma come banalmente si usa dire in questi casi hai ancora tanto da imparare > >.

< < Il tuo cammino è soltanto all’inizio, Ronald Weasley > >.

Le mani del ragazzo strinsero con forza le lenzuola, la mente persa in mille ragionamenti e riflessioni. Layla lo osservò amorevolmente per qualche secondo prima di continuare. < < Ho lanciato il coltello un istante prima di cadere a terra, Ron. Sai che ne tengo tanti nei molti strati invisibili della mia tuta da combattimento. Sai bene che molti di essi sono impossibili da notare. Dopo aver perso l’equilibrio, mi è bastato un istante per lanciarlo e disarmarti. Era la mia unica occasione contro la definitiva sconfitta > >.

Ron provò un brivido di fronte a quella spiegazione. < < Questo significa che avresti potuto bucarmi molto più seriamente, per esempio con una bella coltellata sulla pancia. Sono semplicemente fortunato ad essere ancora vivo? > >.

< < Oh, non dire sciocchezze > > ribatté l’Auror, ridendo di gusto. < < Pensi davvero che avrei potuto rischiare la tua vita per una sciocca vittoria? Tutto era sotto controllo, i miei lanci sono perfetti e in qualunque posizione mi trovi non manco mai il bersaglio. Questo piccolo particolare mi ha portata alla vittoria ancora una volta > >.
Il giovane mago non sembrava tanto convinto, ma si sentiva troppo stanco per avanzare altre proteste.

< < Ora che ci penso > > aggiunse Layla, a braccia conserte. < < Il lancio dei coltelli è una delle attività in cui sei più carente, ragazzo mio. Dovremo migliorare in futuro e avremo il tempo per farlo. Ti lascerò riposare, domani potremo parlare ancora > >.

< < Grazie Layla. Per tutto quello che fai per me. Sento di essere cambiato, di essere più sicuro. Più forte > > disse Ron, sincero e profondamente grato di essere stato scelto da lei come allievo.

La guerriera si alzò dalla sedia sorridendo apertamente. Era raro vederla sorridere così. Improvvisamente Ron desiderò sapere qualcosa di più su di lei, sulla sua vita, sulla sua famiglia, su ciò che era prima di diventare un Auror.

< < Da molti anni non avevo un allievo come te, Ron. Sono io a doverti ringraziare > > disse Layla, con voce calda e gentile.

Ron osservò la sua maestra mentre si incamminava verso l’uscita. Prima di uscire dall’infermeria, Layla si voltò di nuovo verso di lui.

< < Adesso riposa, Ron. Domani non ci alleneremo, ciò nonostante ti avverto che sarà ugualmente una giornata impegnativa per te. E’ arrivato il momento di fare una scelta. Presentati nel mio ufficio alle dieci in punto e ti spiegherò tutto. Buona notte, Ron > >.

La mente di Ron tornò improvvisamente alla fatidica novità di cui aveva parlato Layla prima delle vacanze. Forse il momento era arrivato, il momento di scoprire il prossimo e probabile ultimo passo del suo addestramento con lei.

Con grande sorpresa, Ron sentì di non provare alcuna ansia o agitazione come una volta. Tutto ciò che provava era il desiderio di migliorare ancora di più, di diventare l’Auror che aveva sempre sognato fin dalla più tenera età. Forse la novità di Layla l’avrebbe ulteriormente avvicinato a quel traguardo così tanto desiderato. Ron era sicuro delle proprie capacità ed era convinto più che mai di potercela fare. Per il suo futuro, per la sua famiglia. Ma soprattutto per la donna che amava più di qualsiasi sogno e di qualsiasi desiderio.
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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