Estella aveva sedici anni quando il giovane cantastorie dalla voce calda e il sorriso fanciullesco arrivò per la prima volta nel suo villaggio. Parlava una lingua bizzarra, la lingua del grande impero che sorgeva a occidente, ma lei amava le canzoni che portava dalla sua terra natia. Anche se era rimasto per appena tre cicli di luna, la sua voce la accompagnò anche per gli anni seguenti alla sua partenza. Non poteva immaginare, nella sua ignoranza, che le circostanze che li avrebbero riavvicinati sarebbero state tanto nefaste.
L'impero di Taeyang era il gioiello dell'Occidente. L'unica disgrazia che piagava il fiorente impero era la mancanza di figlie femmine nella famiglia reale. Il primogenito della passata regina reggente era noto per il suo buon cuore e la sua indole mite, ma aveva ceduto il suo titolo di erede al trono per la sua mancata propensione al comando e alla politica. Il secondogenito era tutto ciò che un sovrano doveva essere: carismatico, accorto, intelligente e giusto. Ma un fardello rendeva difficile la sua ascensione e lo rendeva impotente davanti alla corte reale. Una grande mancanza che non avrebbe potuto compensare neanche se lo avesse voluto: l'essere nato uomo.