Tornata dalle vacanze, e con le vacanze ci lascia,
gradualmente, anche il caldo. Caldo, compagno di tante sere passate a spalmarmi
sul pavimento alla ricerca di un po’ di refrigerio, a tentare di chiudermi nel
frigo e morire ibernata, a imprecare contro il
condizionatore che si rompeva beffardamente ogni po’…caldo che ora lasci il
posto alle pioggie d’autunno, ti saluto e ci vediamo la prossima estate! XD E
dopo questo piccolo “inno” al caldo che se ne va passo alle graditissime
recensioni! ^__^/
Gioielle: Felice
che sia stata una lieta sorpresa trovare il nuovo
capitolo, Gioielle, e si, Wata-chan stava mentalmente seppellendosi per
l’imbarazzo! XD Non ha tirato un ceffone a Doumeki-san perché, beh, uno
schiaffo l’avrebbe fatto sembrare troppo stile “Verginella incavolata”, cosa
che effettivamente un po’ è, ma non voleva fare altre
figuracce poverino…Doumeki-san al contrario riesce miracolosamente sempre
ad apparire così saldo, il punto fermo in una tempesta…il cavaliere dei sogni
di ogni fanciulla, diciamocelo. Wata-chan, sai che l’intera popolazione
mondiale sognerebbe una notte con lui? ç__ç *lancia il
vasetto vuoto di Yogurt in testa a Wata-chan* Grazie mille per la recensione (e
per lo Yogurt all’albicocca!*__*).
Naco chan: Wata-chan
ispira tenerezza! (Sei contento Wata-chan? n.d.Yusaki/Da stupido a tenero…non saprei…mi sembra che
parliate di un cucciolo da coccolare! N.d.Wata/Beh,
effettivamente…n.d.Yusaki). In questo capitolo Watanuki-chan si riprende un
po’, anzi, un po’ troppo per i miei gusti…emh, emh…per l’amaro in gola, spero
di farlo passare presto con qualche altro capitolo futuro, in cui ci sarà un
po’ di zucchero ad addolcire il pasto! *__*
(Strambe metafore a sfondo culinario!
N.d.Yusaki-che-aspetta-affamata-la-cena.)
Ayla: Se
Wata-chan si fosse buttato di sua spontanea e limpida volontà fra le braccia di
Dou-san mi sarei aspettata come minimo anche di vedere
scendere dal cielo tanti folletti danzanti che gridano “Pastaaa” (Ho
fame…n.d.Yusaki-che-sta-ancora-aspettando-la-cena). Insomma, una cosa
abbastanza impossibile!ç__ç Un po’ come io che
aggiorno regolarmente…impossibile! Sigh…mi fa piacere vedere il tuo entusiasmo
per questo, emh, film? XD Beh, vuol dire che descrivo in maniera decente, meno
male! Evvai! *saltella* In quanto all’Angst, leggendo
Clamp è anche il mio buon pasto, però amo anche i momenti felici! *__*
Am I a Liar:
Grazie per l’inchino, davvero, mi metti in imbarazzo! ^///^ Immagino non vedrò
più inchini però, perché come ho detto è davvero raro che aggiorni in tempi
così brevi!T__T Mi unirei tanto volentieri a te nello
spupazzare Dou-san (o nell’essere spupazzata da Dou-san, magari…), anche se so
che lui è di Watanuki-chan non posso evitarmi di avere qualche bel volo
romantico su un tale bell’arciere!
Skadi: Grazie
al cielo le vacanze non hanno ucciso la mia ispirazione, ma prima di perdermi
in chiacchiere devo dirti…grazie della recensione! Mi fa piacere avere una
nuova recensitrice, è sempre una gioia, soprattutto perché la storia ti piace e
questo mi gratifica moltissimo! ^__^ Watanuki-chan che si destreggia con i
problemi amorosi…*spunta anche a lei un ghigno malefico* Vedremo
proprio se riuscirà a gestirli! (conoscendolo, credo che diremmo entrambe di
no!)
Akari333: Eh,
si, Wata-chan lo adoriamo proprio perché è un pucciosissimo impiastro! È fra i
più grossi impiastri della storia! XD Voglio dire, solo uno
come Wata-chan può convincersi di non essere innamorato di Doumeki-san…che è
assolutamente una delle cose più belle del mondo, io lo inserirei fra le
meraviglie terrestri! Grazie della recensione, e ti devo anche un grazie perché indirettamente hai fatto scoprire questa
fanficton a Skadi, per fortuna ad entrambe piace come storia! ^///^
Witch Of The Dimensions: Uh, eh, come si scende dalle vette della felicità? Qualcuno
lo sa? Esistono scale?! *panico* Anche io sono fra le vette della felicità per
le tante recensioni positive, vi ringrazio tutte!ç__ç
*commossa* Grazie per i complimenti!!T__T *ancora più commossa*
Yuki Ishimori:
Aha! Allora non sono l’unica che si è sfasciata la testa sbattendola contro il
muro!! Watanuki-chan lo vedi cosa ci fai fare? Questi
traumi al cranio non ci fanno mica bene, sai, Wata-chan,
dovresti collaborare così ce li eviteresti!! Le riflessioni di
Doumeki-san, beh, probabilmente (sicuramente) ci è
rimasto male per la reazione di Watanuki-chan, però come sempre è una persona
forte, spero di poter inserire più sue riflessioni in futuro. È così
fascinosamente imperscrutabile! *__* Cupido, è sano, ma anche fin troppo
propenso a combinare guai…e chissà che non ne combini proprio in questo
capitolo!
KawaiiSai: Nonostante
i mesi trascorsi riesci ad essere puntuale come un orologio! ^__^ Se sono
riuscita nelle scene erotiche, ecco, festeggio! E passo i tuoi complimenti
anche a Doumeki-san, che in effetti meriterebbe un
centinaio di applausi. Tutti noi ci chiediamo come abbia fatto a resistere,
suppongo che è perché è lui, lui è lui, è lui insomma…insomma è lui! *si è intrecciata nel discorso* Come Wata-chan rimarrà sempre il
solito! ^__^
È stato bello, durante il mio piccolo soggiorno in terra
straniera, connettermi a internet di soppiatto e
vedere tante nuove recensioni!
In questo capitolo, vediamo, ah, si, in
certi momenti avrei preferito non scriverlo! Ahaha…purtroppo, mi piace
far incasinare l’amore delle persone, o meglio, i sentimenti che si intrecciano, la confusione nei cuori, tutte cose che mi
affascinano e mi sfuggono volentieri di mano. Questi personaggi fanno tutto da soli, si cacciano nei guai da soli! Ma per
capire meglio è il caso che leggete, questi miei iniziali deliri si concludono e vi auguro una…Buona lettura!
Un paio di mani
lo tenevano saldamente per i fianchi…
Watanuki era di nuovo in
strada, camminava di nuovo rapido, di
nuovo il ragazzo tentava disperatamente di ignorare i
proprio pensieri e forse si illudeva che calcare il suolo a passo di
marcia potesse fargli svanire dalla testa ricordi e sensazioni.
Poi le mani si spostavano a racchiudere le sue, mentre
il colpo caldo dell’altro lo avvolgeva in un abbraccio.
Pestò con più rabbia il
selciato, il suono dei suoi stessi passi che gli giungeva fioco nelle orecchie,
occupate dal rimbombare del suo sangue nelle vene.
Il ragazzo dietro di lui lo toccava senza fretta, ma
facendogli percepire il desiderio insito nei suoi movimenti.
-Inutile!- sbottò Watanuki,
bloccandosi di botto, mentre le guance riprendevano a scottare. -è inutile non riesco a non…-
Non riusciva a non pensare a tutte le cose successe la sera prima, a Doumeki che, inevitabilmente,
aveva finito per spingersi oltre confini impensabili di carezze e sospiri.
Esasperato, Watanuki accostò
la fronte al muretto che delimitava un lato della strada. Sospirò nel trovarsi
a contatto con il fresco piacevole della pietra, tenuta in ombra da un albero
che cresceva all’interno del giardino; quella temperatura gradevole ebbe
l’effetto di abbassare la febbre che ardeva dentro di lui, calmandolo fino a
fargli osare socchiudere gli occhi.
Il colore era grigio e
uniforme, un altro simbolo di calma.
Pian piano, un po’ per il
fresco, un po’ per il grigio, un po’ per il silenzio della stradina solitaria,
i ricordi della notte sfumarono lasciandogli addosso solo qualche brivido;
brividi lungo la schiena che si convertirono in fretta in nuovo calore e
rabbia.
Prima che avesse il tempo di
esternare i nuovi sentimenti con un poderoso: “IDIOTA DI UN DOUMEKI!!!” una voce femminile si insinuò nell’immobilità del
mattino.
-Buongiorno
Watanuki-kun!- esclamò una sorridente
Himawari, il cui volto si oscurò lievemente per la preoccupazione nel vedere
l’espressione sconvolta (e con aggiunta di occhiaie) sul
viso dell’amico Watanuki. -Watanuki-kun- si angustiò
subito la ragazza -Va tutto bene? È successo qualcosa? Hai l’influenza forse?-
Watanuki lasciò che la bella Himawari si avvicinasse per controllare il suo stato
di salute, sapeva di avere il volto pallido e profonde occhiaie, non certo l’aspetto
florido con cui presentarsi alla ragazza sulla quale si vuole far colpo.
Qualcosa dentro Watanuki scattò, dando un colpo di gomito alla sua attenzione,
insomma, Himawari si stava preoccupando per lui ed era anche incredibilmente vicina.
Forse è perché sono stanco, che non mi batte forte il
cuore, devo solo realizzare la cosa! Ah, Himawari-chan, sei sempre così
splendida! Pensò non senza che il
cuore gli si stringesse per l’apprensione, causata da quel calo di entusiasmo dovuto, indubbiamente, al non aver risposato
affatto.
Ben presto, infatti, mentre
camminavano fianco a fianco per raggiungere la scuola, tutto il vigore di
Watanuki parve tornare alla propria vitalità, aiutato dalla presenza
confortante di Himawari-chan che era come il sole che scacciava le tenebre!
-Himawari-chan non preoccuparti! Sto davvero benissimo! Ho solo
dormito poco stanotte!- il gran sorriso che aveva gli scivolò presto via dal
viso, mentre con espressione affranta aggiungeva -Non ho neppure potuto
preparare il bento oggi…-
-Non preoccuparti per il
bento Watanuki-kun- Watanuki la vide sorridere e scuotere la testa, mentre con
espressione incuriosita chiedeva -Ma come mai non hai potuto
prepararlo?-
Watanuki dette in una risata
che aveva vagamente dell’isterico, respingendo all’istante l’idea di dire la
verità, ovvero che non aveva potuto preparare il bento perché quella mattina si
era svegliato nel lett…in casa di Doumeki.
E non era il letto di Doumeki! proseguì nelle sue discussioni mentali, arrossendo di nuovo. Era il letto della camera degli ospiti,
punto e fine.
-E-ecco non avevo alcuni
ingredienti…cioè li avevo ma…mi dispiace avrei tanto
voluto farti assaggiare qualche nuovo e buon piatto!- cambiò discorso Watanuki
prima di entrare nel panico.
-Non preoccuparti per me,
piuttosto sarà Doumeki a esserne dispiaciuto, ci tiene
così tanto ai tuoi cestini del bento!- affermò con tranquilla affettuosità
Himawari, dando l’idea di aver detto qualcosa di assolutamente normale. Per la
testa in subbuglio di Watanuki quella frase fu invece come una nuova lama nel
petto, che, ben lungi dal far fermare il cuore, lo fece battere ancora più
violentemente.
-Doumeki pensa solo a
mangiare- borbottò non precisamente rivolto alla
ragazza -Non tiene ai miei cestini del bento perché li ho preparati io, ma solo
perché sono buoni…- si accorse di pensare, esternando così una sua piccola e
triste considerazione.
-Io credo che Doumeki…- cominciò Himawari che non continuò con la sua considerazione
perché di colpo si mise a gridare -Doumeki-kun! Doumeki-kun!-
agitando la mano in direzione di un alto giovane che attraversava in quel
momento il cancello. -Visto Watanuki-kun? Parlavamo di lui ed è comparso
come per magia!-
Alla voce allegra di Himawari
rispose con un sorriso che cercava di essere gioioso,
nonostante il ritrovarsi a pochi metri da Doumeki gli avesse mandato sottosopra
lo stomaco. I passi che li distanziavano, quelli che lo avrebbero portato
faccia a faccia a lui gli parvero al rallentatore,
infinitamente lenti, come se tutto il suo essere si rifiutasse di
avvicinarglisi.
Nella bocca parve ritornargli
il sapore dei biscotti che aveva mangiato quella mattina, a dire il vero non
aveva avuto per niente fame, neppure quando, una volta giunto nella cucina, un
profumo gradevolmente avvolgente gli aveva stuzzicato l’olfatto, già di per se abituato a riconoscere i piatti ben cucinati.
Sulla tavola vi era del riso in bianco, e delle verdure, e prendendo tra le
mani la ciotola del riso si era accorto all’istante che era ancora tiepida, segno evidente che il riso era stato scaldato da
poco, proprio come Doumeki gli aveva detto di aver fatto.
Quella ciotola tiepida gli aveva
trasmesso più calore del dovuto, molto più dell’acqua bollente che aveva usato
per fare il bagno.
Mangiando il riso si era poi accorto
di essere abbastanza affamato e nel contempo i suoi occhi avevano percorso il
tavolo scoprendo più particolari di quelli che aveva notato all’inizio, c’era infatti un piccolo, pratico, vassoio quadrato su sui erano
stati appoggiati dei biscotti. Inghiottì il riso e allungò un
mano a prendere uno di quei biscotti, semplici, ma che sprigionavano un
buon odore di cannella…
La colazione Giapponese aveva
per base piatti salati, quei biscotti dovevano essere stati senza dubbio un
peccato di gola che quell’ingordo di Doumeki si era concesso. Watanuki si
concesse lo stesso piccolo sfizio spingendosi in bocca il dolcetto
dall’apparenza ruvida.
La cannella
che prima era solo un profumo gli si era sprigionata in bocca, e lungo
la gola, delicata ma con l’effetto di stordire se la si respirava per troppo
tempo, gli aveva ricordato con viva impressione l’odore che Doumeki aveva
quella mattina.
Watanuki tornò al presente
con un sussulto, sorpreso di aver ancora addosso quel
sapore che gli ricordava il ragazzo che aveva davanti, e che stava parlando con
Himawari…
-Allora Watanuki-kun ci
ritroviamo tutti alla mensa.-
Il ragazzo portò gli occhi
blu ad incontrare quelli luminosi della ragazza, che era di
nuovo vicina a lui, e gli sorrideva.
-M-ma certo Himawari-chan- balbettò, rendendosi conto di non aver seguito neanche una parola
della conversazione che doveva essersi svolta tra i due.
-Watanuki-kun?- una nota di preoccupazione di insinuò come prima nella
voce di Himawari, e nei suoi occhi, che parvero diventare più scuri. -Sei
sicuro di stare bene?-
Il ragazzo si rese conto che
il suo sembrare così estraneo alle realtà presente
avrebbe preoccupato chiunque. Si stava comunque per
sentire al settimo cielo per la preoccupazione delle splendida Himawari quando,
non fece in tempo ad elaborare le sue emozioni, questa gli prese le mani nelle
sue in un gesto molto dolce.
-Le tue mani sono fresche, non dovresti avere la febbre. Però ti prego,
cerca di riguardarti- gli disse con un lieve rossore sulle guance, che faceva risplendere la bellezza gentile del suo viso.
A quel contatto il cuore di
Watanuki ebbe un sobbalzo, perché Himawari-chan non aveva mai fatto una cosa
simile, come prendergli le mani…sembrava una cosa così intima e sincera da
fargli piangere il cuore di commozione; pareva così preoccupata per lui, così
in ansia, che il ragazzo pensò per un breve istante che si, forse aveva ancora
una possibilità con lei.
Il profumo di quei biscotti
alla cannella, prima così forte da farlo perdere nei ricordi, sembrò svanire,
allontanarsi, così come la presenza di Doumeki sembrò a sua volta allontanarsi,
scacciata da quel tiepido e tranquillo calore che le mani della ragazza gli
trasmettevano.
Si guardarono per un attimo
e, forse rassicurata dal vederlo meno pallido di prima, Himawari sciolse
lentamente l’abbraccio fra le loro mani.
-Andiamo in
classe?- gli domandò Himawari, con
un nuovo e più smagliante sorriso.
Watanuki annuì e la seguì,
come incantato, camminando fianco a fianco a lei mentre ogni pensiero pareva
sparire.
Doumeki, a pochi passi da
loro, di pensieri ne aveva eccome. Erano tutti
affollanti pensieri per niente allegri che avrebbe preferito non avere.
Ed erano nati tutti da quel congiungersi delle mani di
Himawari e Watanuki.
Ricordò che, sembravano secoli fa, giorni prima anche le sue mani avevano toccato
quelle più snelle e delicate del ragazzo, proprio qualche istante dopo che
quest’ultimo si era ferito con la freccia d’argento. Alla sua mente affiorò
chiara l’immagine delle gote arrossate di Watanuki, dei suoi occhi spalancati per
la sorpresa, del successivo sottrarsi bruscamente e con la voce resa
incespicante dall’imbarazzo…
Quelli erano tutti effetti
della freccia, al contrario dei sentimenti che avrebbe potuto provare da un
contatto con la ragazza che Watanuki aveva sempre dichiarato di amare.
Ovviamente, Doumeki non poteva
farsi illusioni solo per una notte creata grazie all’incanto di uno spirito.
Ma, nonostante continuasse a
ripetersi proprio questo, il dolore che cominciava a
insorgere nel suo petto era sordo, e costante…
Himawari-chan! La mia adorata Himawari-chan! Watanuki non riusciva a fare a meno di guardarla e
pensarla, mentre era seduta a pochi banchi da lui, intenta
in maniera così carina prendere appunti sul suo ordinato quaderno scolastico.
Ed ogni tanto anche Himawari
sollevava lo sguardo su di lui, i loro occhi si incontravano,
e sorridevano entrambi per poi tornare rapidamente a distogliere gli sguardi.
Chiunque, guardandoli,
avrebbe potuto pensare che fossero una coppia appena dichiaratasi, un amore
adolescenziale nel pieno della sua zuccherina intensità.
Chiunque, guardandoli, lo
avrebbe pensato, ma forse si sarebbe ricreduto se avesse potuto vedere cosa si
agitava nella testa di Watanuki.
Kimihiro, per quanto si
sforzasse di guardare lei e solo lei, si ritrovava in alcuni momenti di
distrazione, ad osservare con aria colpevolmente assorta un luccichio dorato
sull’anello che il professore aveva al dito, o la bordatura ambrata del diario
di qualche compagno, fatta probabilmente con un pennarello indelebile. A quel
“perdersi nell’oro” seguivano pensieri rivolti ad un bel ragazzo dal fisico
modellato, alto e prestante, con ciuffi scuri di capelli che riuscivano
misteriosamente a ricadere disordinati, ma con un senso logico, sulla fronte. Quando si accorgeva di starsi distraendo dalla sua
contemplazione di Himawari, Watanuki si arrabbiava con se stesso e tornava, con
maggiore intensità di prima, a guardare la ragazza (o la lavagna a cui il
professore stava appuntando alcune importanti date storiche).
Un osservatore esterno non
poteva però vedere tutte queste cose, così quando Watanuki e Himawari si
diressero insieme, l’uno accanto all’altra, verso la mensa, parecchi compagni
di classe si convinsero che fosse nato del tenero fra di
loro.
-Himawari-chan, vorresti che cucinassi qualcosa di particolare per
il bento di domani? Chiedimi pure quello che vuoi!- esclamò
Watanuki, gesticolando in modo allegro.
-Va bene qualsiasi cosa
Watanuki, tanto so che sarà tutto buonissimo.- commentò
Himawari con un nuovo slanciò di sincerità affettuosa.
-Perfetto, allora ti
preparerò qualcosa di speciale- Watanuki annuì e gli sorrise
di nuovo, già pensando a quale ricetta pescare dal libro di cucina che aveva a
casa. Gli vennero in mente molti piatti prelibati, mentre camminavano parlando
del più e del meno attraverso i corridoi assolati.
C’era Doumeki, ad aspettarli
all’entrata della mensa.
-Ah, Doumeki- sbottò
Watanuki, riuscendo a guardarlo, si sentiva in forze dopo il lungo discorrere
in compagnia di Himawari, era quasi riuscito a chiudere ogni pensiero rivolto alla notte precedente in un angolo della mente. Dopotutto
poteva capitare di provare attrazione fisica verso un altro ragazzo, alla sua
età, lo dicevano un sacco di persone in tv e sulle riviste, con Himawari invece
era un’altra cosa, lei lo rendeva felice sul serio, non lo faceva sentire
agitato, confuso, e arrabbiato insieme. -Io che speravo di stare un po’ solo
con Himawari-chan- continuò ad alta voce, lanciando
un’occhiataccia all’arciere e soggiungendo in tono più basso e stizzito -invece
tu sei sempre di mezzo!-
Doumeki si limitò a
rispondergli con uno sguardo più inespressivo del solito.
Da una parte l’arciere era
contento che Watanuki si fosse ripreso, dimenticare era la cosa migliore visto che il ragazzo dagli occhi blu quella notte aveva
compiuto un’azione che non voleva compiere. Dimenticare
sarebbe la cosa migliore anche per me, si disse Doumeki, mentre gli
precedeva senza una parola dentro la sala del pranzo, quello che è successo non significa niente…per
lui…
Tuttavia non poté fare a meno di guardarlo mentre si metteva
in fila con Himawari per prendere da mangiare, seguì i suoi movimenti, con gli
occhi, fino a che Watanuki non parve accorgersene e alzare il viso verso di
lui.
Il cuore di Watanuki mancò un
battito, forse due, quando lo sguardo solitamente piatto di Doumeki lo colpì. Gli
occhi dell’arciere erano su di lui, con la stessa vorace passione delle ore
notturne trascorse insieme.
Quel paio di battiti mancati
gli fece del tutto passare la fame, anche se Himawari stava appunto parlando
della bontà del cibo esposto.
-Questo katsudon sembra
ottimo, e anche il sashimi deve essere di ottima
qualità.- stava ciarlando in tono alto Himawari, indicando le pietanze esposte
in colorati piatti che ne risaltavano la bontà, con l’ovvio scopo di stuzzicare
l’appetito degli studenti. Non ricevendo risposta cercò di vedere cosa stavano
facendo Watanuki e Doumeki, che erano in fila dietro di lei.
Nessuno vide il sorriso
trasformarsi in un ghigno sulle labbra della giovane, nessuno notò quell’attimo
in cui i suoi occhi si socchiusero facendo passare un lampo lucido attraverso
le iridi; aveva captato tutto di quei due, dall’arrossarsi improvviso della guance di Watanuki, al distogliersi dell’attenzione di
Doumeki.
-E c’è anche dello Yogurt fresco- commentò la ragazza,
in un sussurro in cui la voce si distorse soavemente.
La notte prima…
-Cupido-
Lo spirito sentendo una voce
conosciuta pronunciare il suo nome in tono così serio aprì gli occhi, di colpo,
senza che nessuna traccia di sonno esitasse in essi.
Si accorse si poggiare su una
pavimentazione in legno, buon legno, così provvide a
mettersi seduto cosa che non gli riuscì a causa di una mano dalle dita sottili di
bambina che lo premeva gentilmente a terra. Riconobbe subito i lunghi capelli, azzurri
di una delle due bambine che custodivano il negozio della strega delle
dimensioni, poco accanto vi era anche l’altra, immobile, entrambe lo
osservavano.
-Yuuko- Cupido sentì un dolore trafiggerlo alla testa.
Ah, adesso ricordava.
Era sera, la notte senza
luna, e lui si era recato nuovamente nel mondo umano per assistere agli eventi
che la punta della sua freccia aveva causato. Privo di buon
parte dei suoi poteri aveva proceduto con l’andatura di un normale umano
esperto in atletica, con l’intento di raggiungere il tempio dove, ne era certo,
Doumeki poteva essere alle prese con qualcosa di difficile.
Finché non si lascia baciare, ragionò lo spirito con divertita pacatezza, dovrebbe andare tutto liscio.
Avrebbe solo assistito, senza
intervenire, giusto per misurare ancora quanta fermezza avesse quel bel giovane
dagli occhi d’oro, che si stava dimostrando di straordinaria levatura e
interesse.
Da un vicolo erano sorti però
dei guai inaspettati, attirati probabilmente dalla sua vulnerabilità.
Spettri cattivi? Ancora?
Aumentò la corsa, i piedi che
a momenti scattavano più veloci che mai mentre in altri diventavano come pregni
di cubi di piombo. La strada era deserta, i cancelli chiusi, a parte uno, e visto che era riuscito a seminare gli spettri poteva
anche farsi una pausa.
Ma il giardino in cui entrò si rivelò quello più
sbagliato possibile.
-Entrare privo delle tue
difese magiche nel giardino di un umana così particolare-
il tono con cui Yuuko gli si rivolse, parlando attraverso Maru e Moro, aveva un
che di scherzoso -In questa notte in cui sei ancora più debole degli altri.-
-Era il
giardino di quella ragazza…?- domandò
in tono un po’ scosso Cupido.
-Esattamente- rispose Yuuko.
-Quindi, sono finito nel
giardino della giovane Himawari- ristette -Ah, la sfortuna che si incontra con l’amore nel momento sbagliato-
-Ti è già successo una volta,
un paio di secoli fa.- Moro ritirò la mano e sorrise
mentre Cupido si tirava su con uno sbuffo.
-Avrei preferito non ripetere
più l’esperienza di perdere il mio corpo, o quella di barcollare fin qui al tuo
negozio…- continuò Cupido.
Lo spirito
distese un braccio, lungo e
candido che terminava con dita femminili, poi alzò gli occhi sul grande
specchio di fronte a lui, messo lì non certo per una coincidenza.
Il riflesso che lo specchio
gli rimandò non era il suo, di gracile e affascinante bambino con le ali
bianche.
-Così, sarò in questo corpo
per un po’- constatò con uno sbuffo Cupido, nel corpo
di Himawari.
Il sistema di
autodifesa di Cupido era andato in tilt a causa dell’influenza negativa
di Himawari e degli spettri, unita all’influenza positiva dello spirito
dell’amore e a quella della luna. Il risultato era quello: Cupido scagliato nel
corpo della giovane Himawari-chan, costretto lì dentro fino a che non si fosse
ripreso.
-Almeno in questi giorni avrò
modo di divertirmi, e con me dentro questa fanciulla
non avrà più quell’aura negativa addosso.- sentenziò Cupido, lisciandosi le
pieghe della veste da notte che Himawari portava.
-Non gli aiuterai-, come al solito la voce di Yuuko suonò come un’affermazione, di
chi già sa ma si diverte comunque.
-Ma cosa dici?- la voce di Cupido si tramutò all’improvviso a imitazione di quella
allegra e femminile di Himawari-chan -Io sicuramente farò di tutto per non
complicare ulteriormente la vita ai miei amici Watanuki-kun e Doumeki-kun!-
Maru e Moro rimasero in
silenzio per un istante, poi la voce si Yuuko suonò di nuovo
beffarda: -Bugiardo-.
Doumeki-san ti consolo io! Ti consolo io e gli altri milioni
di persone che ti amano!ç__ç Vieni qui adorato arciere
dei nostri cuori, lo sappiamo che è dura essere innamorati di uno come
Watanuki-chan , che non capisce un piffero bucato neanche dopo dieci capitoli!
Poi ci si mette anche Cupido, che poverino non è proprio
colpa sua: ha avuto un incidente. Spieghiamo per bene questo “Incidente” che
può aver lasciato alcuni di voi perplessi. In breve l’autodifesa di Cupido
consiste nel “riposarsi” dentro un corpo umano per riprendere le energie che il
mondo terrestre gli sottrae, solo che in quella folle
notte senza luna i suoi poteri sballati l’anno catapultato, contro la sua
volontà, dentro il corpo della splendida Himawari-chan, corpo nel quale è
costretto a restare fino a che i suoi poteri non saranno tornati in forze.
Himawari-chan che fine ha fatto? Non temete, lei è come
addormentata e non si renderà conto di niente, e comunque
Cupido è una brava persona, avrà cura del suo corpo…e temo anche che avrà anche
cura di causare parecchi guai, come infatti sta già facendo, a Doumeki-san e
Watanuki-chan! Avete capito bene, l’Himawari fin troppo espansiva
nei confronti di Watanuki-chan altri non era che il caro spirito Cupido!
Ma di nuovo vi tranquillizzo, ha intenzione di
aiutarli un po’ alla fin fine.
Ma cosa farà realmente Cupido? Watanuki capirà che c’è qualcosa che non va nella sua dolce Himawari? Doumeki si metterà in azione perché il suo amato non gli venga sottratto? E com’è che io ancora non ho cenato? Anche se quest’ultima cosa non centrava è un dilemma che al mio stomaco preme molto! Ecco, con questi nuovi quesiti vi do appuntamento al prossimo capitoli, spero nelle vostre recensioni, a presto!!! ^__^