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Autore: Justice Gundam    30/11/2022    1 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Scusate se ci ho messo così tanto tempo ad aggiornare! Da questo momento in poi, la mia saga originale di Pokemon riprende ufficialmente... in parallelo con quella che ho iniziato già da un po'! Buon divertimento!

 

Capitolo 83 - Nelle grinfie dei fanatici

Sia Bennet che Luna potevano affermare, senza esagerazioni, che si trattava di uno dei momenti più imbarazzanti che si fossero mai trovati a dover gestire. La ragazzina bionda stava in piedi davanti al suo amico d'infanzia, sotto l'attento scrutinio degli accoliti vestiti di bianco della Chiesa d'Alfa, mentre il suo Umbreon, Cheshire, aveva preso posizione accanto a Luna per proteggerla nel caso ce ne fosse stato bisogno. Da parte sua, Bennet stava cercando le parole e si stava guardando attorno come se stesse cercando qualcuno che gliele suggerisse. Si sentì un frullo d'ali proveniente da dietro di lui, e dalla semioscurità della sala apparve un Pokemon simile ad un'enorme farfalla, non troppo dissimile da un Butterfree, ma con un corpo più scuro e più esile, grandi occhi compositi neri con delle esili antenne a frusta, e un paio di enormi ali ricoperte di scaglie polverose, colorate in modo da formare degli spettacolari motivi rosa sulle ali, con alcuni quadratini azzurri o rossi, e il bordo delle ali che si scuriva fino a diventare quasi nero.

"Villon!" esclamò la Pokemon farfalla con voce melodica, guardando attentamente Luna e Cheshire con un paio di occhi compositi che sembravano quasi due piccole finestre aperte sul cielo notturno. Luna si sentì per un attimo ipnotizzata da quegli occhi così belli, ma ricordò a sè stessa di essere nel bel mezzo del territorio del nemico, e si concentrò sull'amico di fronte a lei. Bennet cercava di apparire sicuro di sè e convinto... ma c'erano dei piccoli elementi nel suo linguaggio corporeo che facevano capire a Luna che non era proprio così. Le sembrava che Bennet stesse cercando di farsi coraggio prima di porle la domanda fatidica.

"Ciao, Bennet. Ne è passato di tempo." affermò Luna con aria tranquilla. "A proposito, è un posto carino quello che vi siete trovati come nascondiglio. Dico sul serio. Ha proprio l'aspetto ideale per una chiesa."

Bennet deglutì e ripetè a sè stesso di non farsi prendere dal panico. Doveva spiegare la sua posizione e convincere la sua amica a passare dalla loro parte... e aveva il sospetto che convincerla non sarebbe stato semplice.

"Beh... che posso dire... la Chiesa d'Alfa fa quello che può per far sentire benvenuti i suoi ospiti." rispose. "Noi... abbiamo le nostre tradizioni, a cui ci atteniamo per fare sì che ogni cosa vada al suo posto... e per aiutare le persone a trovare la loro strada. E presentarsi con una certa forma è importante. Noi... vogliamo che sia subito chiaro che chiunque voglia unirsi a noi è il benvenuto."

"Sì, lo capisco. E vedo che non dimenticate la giusta quantità di oscurità. Troppa luce invade i sensi, ed infrange l'incanto del mistero." commentò Luna, in maniera apparentemente casuale, mentre osservava le ombre dalle quali era apparsa la Vivillion di Bennet.

Bennet non fece commenti, abituato com'era a certi commenti un po' strani della sua amica. Fece un cenno a lei e a Taka, invitandoli ad entrare un po' più in profondità nella sede della Chiesa d'Alfa. I tre accoliti, senza dire una parola a loro volta, si inchinarono ai loro visitatori e seguirono Bennet e Vivillon. La farfalla gigante fece un piccolo sorriso a Luna, come se volesse rassicurarla e dirle che non c'erano rischi.

"Luna... sei sicura di volerlo fare?" chiese Taka, appoggiando una mano sulla spalla della biondina. "Voglio dire... se deciderai di seguire quel tipo, è probabile che finirai per doverti confrontare con tuo padre e i suoi fedeli. Non so se te la senti..."

La ragazzina bionda si chinò per accarezzare il suo Umbreon, i cui anelli dorati si accesero di una tenue luce dorata, in modo da diffondere un po' di luce soffusa tutt'attorno. "Va tutto bene, Taka." rispose gentilmente Luna. "In fondo, questa è una cosa che avrei comunque dovuto fare, uno di questi giorni. Mio padre... la Chiesa d'Alfa... loro sono in combutta con il Team Meteora, e prima o poi avremmo comunque dovuto confrontarci con lui e i suoi seguaci. Meglio adesso che in seguito."

Bennet sospirò e fece cenno alla sua Vivillon di affiancarsi a lui. "Ho l'impressione... che tu ti sia fatta un'idea sbagliata del Team Meteora..." disse Bennet, non senza un tremitio di incertezza nella voce. "Il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa... stanno lavorando assieme perchè hanno visto che questo mondo sta proseguendo verso la rovina. E non possiamo permettere che finiscacosì. Una volta che Reborn sarà tornata ai fasti di un tempo, quando era un paese devoto al sommo Arceus e i cui abitanti seguivano i suoi insegnamenti... allora Reborn farà da esempio per il mondo intero. Farà vedere a tutti come deve essere una società giusta, che vive in equilibrio con la natura e gli spiriti."

"Sei davvero convinto di ciò che dici, Bennet?" chiese Luna. "O stai semplicemente dicendo qualcosa che ti permette di giustificare le tue decisioni a te stesso?"

Il ragazzo con gli occhiali non ebbe alcuna reazione visibile, ma per un attimo si sentì raggelare. Esitò a dare una risposta, ma alla fine riuscì a formulare una rapida risposta. "Io... sto solo cercando di fare ciò che è giusto per questo mondo, che ha perso di vista ciò che è davvero importante." rispose Bennet, cercando di mettere a tacere quella vocetta che gli ripeteva che stava facendo tutto questo soltanto per sè stesso. "E temo, Luna... che anche tu lo abbia perso di vista. Padre Elias e i suoi accoliti... vogliono soltanto salvare quante più anime possibile, impedendo che vaghino nell'oscurità e consentendo loro di camminare lungo la via della luce."

"Troppa luce può abbagliare e far comunque perdere la strada." rispose Luna, mentre il gruppo seguiva un lungo corridoio che cominciava a scendere. I tre adepti non avevano avuto alcuna reazione alle loro parole, e sembravano piuttosto accompagnare il gruppo come degli automi, senza badare minimamente alle loro azioni o alle loro parole.

Bennet sorrise, un'espressione che sapeva di condiscendenza. "Ecco... queste parole significano che stai perdendo la strada. Coloro che... vorrebbero farti perdere la via stanno cercando di convincerti che un po' di oscurità, un'obbedienza non del tutto perfetta ai dettami del sommo Arceus... è accettabile. Non lo è. Ti stanno dicendo questo perchè vogliono tenerti lontano dalla retta via, perchè credono che seguendo i consigli del maligno potranno risolvere i problemi di questo mondo e del nostro paese. Non è così... loro si illudono e ti illudono, ma la bontà del divino Arceus è tale che sarà in grado di perdonare anche le loro menzogne."

"Ovviamente lo stesso non si potrà dire della Chiesa d'Alfa." affermò una voce più matura, non appena il gruppo ebbe raggiunto una grande sala dal soffitto a cupola alla fine del corridoio. Luna fu costretta a coprirsi il volto con una manica del suo vestito quando la luce la colpì in pieno volto e la lasciò frastornata per un istante, prima di dare un'occhiata attorno a sè e restare ammirata dallo spettacolo che la circondava: si trattava di una sala magnifica, le pareti decorate da mosaici composti da tasselli di pietra luccicante sui quali sembrava che i raggi di luce provenienti dalle lanterne appese ai muri si riflettessero, creando degli effetti di luce iridata che contribuivano a rendere ancora più spettacolare la visione. Una grande statua ricoperta di foglia d'oro troneggiava al centro della sala, rappresentando Arceus che si sollevava sulle zampe posteriori, in un atteggiamento di maestà e potenza. Il pavimento stesso era fatto di piastrelle di marmo finemente intagliate e lucidate, e un piacevole calore permaeva la stanza. Luna e Taka non poterono che apprezzare la gradevole temperatura, in contasto con le vie fredde e buie del Settimo Distretto di Reborn City... anche se l'espressione di Luna si fece gelida nel vedere l'uomo dai capelli bianchi che li attendeva davanti alla statua di Arceus.

"La Chiesa d'Alfa non potrà permettere che persone che mettono in dubbio la verità del sommo Arceus continuino a diffondere nel mondo le loro menzogne." affermò Elias, fissando il gruppo di visitatori come se volesse leggere nelle loro menti e comprendere se potesse davvero fidarsi di loro. "Perciò, coloro che nella nuova era continueranno a mettere in dubbio la verità del nostro signore dovranno essere rieducati e convertiti... e se necessario, se non c'è altra possibilità per impedire loro di diffondere i loro velenosi insegnamenti... dovranno essere purificati nelle sacre fiamme del sommo Arceus."

"Stai forse dicendo che coloro che non sono d'accordo con il tuo modo di vedere le cose devono essere convertiti o eliminati, padre?" rispose Luna.

Elias rivolse la sua attenzione alla figlia ribelle. "E' l'unico modo per salvare questo mondo alla deriva, figliola. Dobbiamo guardare al bene maggiore, e a quannte persone verranno salvate in futuro dai nostri insegnamenti e dalla guida del Team Meteora." rispose.

"Stai dando più importanza a delle ipotetiche persone che esisteranno - forse - in futuro piuttosto che alle persone che stanno soffrendo qui e adesso." ribattè la biondina senza perdere un colpo. "E poi dicono che sono io quella che vive con la testa tra le nuvole." A quella battuta, Taka dovette trattenere una breve risata, trovando quella battuta fin troppo rappresentativa di quello che Elias stava facendo.

"Il sommo Arceus sa quello che è giusto. Lui è onnisciente ed infallibile, e il suo amore per i suoi figli non conosce limiti." rispose il sacerdote. "Ma certi suoi figli inseguono falsi idoli come il denaro, il potere o il successo, e devono essere ricondotti al gregge. E lo stesso può dirsi di te, Luna. Quell'eretico, Radomus, ti ha condotto su una cattiva strada e ha rischiato di corrompere anche Sorella Angela. Ma la luce di Arceus ti riporterà sulla retta via."

"Eon!" esclamò lo Umbreon di Luna, Cheshire. Con un ringhio acuto, si piazzò davanti alla sua allenatrice per difenderla dal padre, che scosse la testa e guardò con sufficienza la Eevolution oscura. "Anche la tua scelta di Pokemon enfatizza il fatto che tu ti sia lasciata sviare da cattive compagnie. Ma non ti preoccupare. Una volta che sarai tornata nel gregge del divino Arceus, ti verranno affidati dei Pokemon più consoni."

Dopo essere rimasto in silenzio e aver trattenuto le sue obiezioni fino a quel momento, Taka decise che non aveva più intenzione di lasciare che Luna se la cavasse da sola. "Ma... padre Elias, non le sembra di esagerare?" chiese il ragazzo. "Voglio dire... comprendo le sue intenzioni, ma Luna non ha fatto niente di male. La sua scelta di Pokemon di tipo Buio è... soltanto perchè lei si trova bene ad usare questo tipo di Pokemon."

"Così si potrebbe dire, mio giovane Taka. E così potrebbe sembrare ad un'occhiata distratta. Ma purtroppo, segni di debolezza d'animo si riflettono sulle scelte di tutti i giorni, e in questo caso, anche sul tipo di Pokemon che Luna utilizza. Per favore, Bennet. Ora tocca a te. Mostra alla tua amica la retta via."

"Sì... padre Elias." rispose Bennet, cercando di mandare via la sua indecisione. Con un gesto, il ragazzo con gli occhiali ordinò alla sua Vivillon di affiancarlo, e la farfalla gigante obbedì all'istante, spiegando le sue magnifiche ali colorate. "Luna... mi dispiace, ma devo farlo. Non ho altra scelta, se voglio impedirti di fare qualcosa di cui ti pentirai sicuramente in futuro."

Cheshire scosse la testa e si acquattò sulle zampe posteriori, mentre Vivillon fluttuava lentamente verso il terreno e sipreparava a combattere. Luna fece un cenno di assenso e un piccolo sorriso al suo Pokemon, poi si rivolse a Bennet in un tentativo di farlo ragionare. "Come fai a sapere che me ne pentirò, Bennet? Non sei in grado di vedere il futuro." affermò.

Bennet guardò negli occhi la sua amica, cercando di non farle capire che stava disperatamente cercando di inventarsi un discorso che gli permettesse di giustificare le sue scelte... e non riuscì a pensare ad altro che a qualche variazione di quello che padre Elias aveva già detto. "Io no, ma... il divino Arceus può farlo! Per... per favore, Luna, non costringermi a farlo." rispose. "Io... sto solo cercando di fare ciò che è giusto e di farti capire che non puoi continuare a ribellarti."

"Eoooon!" esclamò Cheshire. Gli anelli dorati sul suo corpo si illuminarono, e Bennet sospirò e scosse la testa, comprendendo di non avere altra scelta. Taka fece un passo in avanti, deciso a mettere da parte i suoi dubbi, almeno per il momento, e dare una mano a Luna, ma la biondina alzò una mano per dirgli che non era necessario.

"Va tutto bene, Taka." affermò. "Questa è una sfida che devo affrontare io. E poi... scusa se te lo dico, ma non sei esattamente nella posizione di darmi una mano."

"Non farti influenzare dalla tua amicizia nei confronti di questa Mareep smarrita, giovane Taka." affermò Elias. "Tuo padre, Lord Solaris, non sarebbe contento se anche tu ti allontanassi dalla retta via."

"Ma..." cercò di protestare Taka. Ma si rese subito conto che non c'era molto che lui potesse fare. "Ugh... e va bene. Chiedo scusa, padre Elias. Volevo solo... assicurarmi che Bennet e Luna non corressero rischi."

"Credimi, Luna. Questo farà più male a te che a me." disse Bennet aggiustandosi gli occhiali. "Vivillon, comincia subito con Eledanza!"

"Cheshire, usa Stordiraggio!" esclamò Luna.

Il corpo di Vivillon si illuminò di luce bianca, e la farfalla gigante cominciò a volteggiare su sè stessa come una ballerina di danza classica, lasciandosi dietro delle immagini residue. Cheshire abbassò la testa, in modo da non farsi abbacinare dai movimenti rapidi ed improvvisi dell'avversario... poi, non appena fu sicuro di averlo a tiro, si voltò verso di lei e spalancò gli occhi, che si illuminarono di un azzurro innaturale.

"Eoooon!" esclamò il Pokemon Buio. Vivillon ebbe l'impressione che il mondo attorno a lui cominciasse ad ondeggiare e a distorcersi, e cercò di proteggersi chiudendo gli occhi e usando le sue grandi ali come scudo, in modo da resistere all'effetto stordente di quell'attacco, ma così facendo rimase esposto a un altro attacco da parte di Cheshire.

"Tutto okay, Cheshire. Adesso colpisci con Finta." disse Luna. Il suo Umbreon fece un rapido passo in avanti e balzò verso Vivillon con un agile scatto... e Vivillon aprì le ali in quel momento, appena in tempo per vedere l'elegante Eevolution oscura che balzava verso di lui.

"Vivillon, usa Segnoraggio." ordinò Bennet. Vivillon, un po' barcollante, drizzò le antenne e scagliò da esse un baluginante raggio di energia colorata... ma Cheshire svanì da sotto i suoi occhi prima che il colpo potesse raggiungerlo, e riapparve dietro Vivillon una frazione di secondo dopo, poi mandò a segno un preciso attacco con i suoi corti artigli, e Vivillon emise un acuto stridio di sorpresa e perse quota.

Cheshire atterrò agilmente vicino alla sua allenatrice, ma con suo grande rammarico, la farfalla gigante si rimise in guardia molto prima di quanto lui e Luna avessero previsto, e Bennet aveva già pronto il suo contrattacco.

"Come mi aspettavo da te, Luna. Sei sempre stata la più abile di noi due, prima di adesso." disse il ragazzo con gli occhiali. "Ma le cose sono cambiate. Vivillon... prego, usa Assorbibacio."

Vivillon si lanciò all'attacco, più velocemente di quanto Luna e Cheshire si aspettassero, e raggiunse il Pokemon Buio, per poi dargli un bacio sulla fronte. Sembrava una mossa innocua... ma un attimo dopo, l'Umbreon di Luna si sentì mancare di colpo le forze, e le zampe posteriori cedettero in un attimo di debolezza, mentre Vivillon sembrava invece più carico di prima! La farfalla gigante prese di nuovo quota e svolazzò fuori dalla portata del Pokemon Buio che alzò lo sguardo e fissò rabbiosamente il suo avversario.

"Cheshire, cosa succede?" chiese Luna. "Sei sicuro di potercela fare?"

"Eon!" rispose il grazioso Pokemon Buio. Si rimise in piedi e illuminò ancora gli anelli dorati sul suo corpo. Poi, ad un cenno della biondina, Cheshire usò una nuova mossa.

"Va bene, Cheshire. Allora prova ad usare Tossina." disse Luna. Il corpo di Cheshire venne avvolto da una nube di gas violaceo che si espanse rapidamente, e Vivillon cercò di tenere lontano il gas nocivo con un attacco Raffica. Tuttavia, era esattamente quello che Luna si era aspettata. Sfruttando la fitta nube di gas che aveva creato attorno a sè, Cheshire scivolò di lato e sferrò un altro attacco Stordiraggio. Questa volta, Vivillon era troppo impegnato ad allontanare da sè l'attacco Tossina, e non riuscì ad evitare il colpo di Cheshire. Lo Stordiraggio ebbe effetto istantaneo, e Vivillon sgranò gli occhi e cominciò a sbattere disordinatamente le ali, per poi mettersi a volare in circolo sopra Bennet.

"Ah! Fermo, Vivillon! Cerca di concentrarti!" esclamò il ragazzo con gli occhiali.

"Bene, Cheshire. Adesso usa Ripicca." continuò Luna. Cheshire corrugò la fronte, e i suoi occhi si accesero di nuovo, questa volta brillando di luce rossa. Poi, il Pokemon Lucelunare eseguì un volteggio su sè stesso e si lanciò all'attacco contro il Vivillon di Bennet, colpendolo con violenza con la sua coda crepitante di energia oscura! L'attacco ebbe un effetto inaspettato sul Pokemon Coleottero/Volante, che accusò un colpo deciso e barcollò pericolosamente a mezz'aria prima di perdere quota.

"No! Vivillon!" esclamò Bennet. Padre Elias non fece commenti, ma corrugò la fronte in un'espressione di disappunto. Quella piccola eretica e il suo Pokemon oscuro stavano rivelando la stessa astuzia maliziosa del Maligno che servivano senza rendersene conto... Forse era il caso di dare una mano al suo pupillo.

Ma Bennet non attese oltre. Con un rapido movimento, tirò fuori una Pokeball vuota e la usò per richiamare la farfalla gigante. Poi, senza attendere oltre, mandò in campo un altro Pokemon. "E va bene... Vivillon, ritorna! Ora tocca a te... Venomoth!"

Una tarma gigante di colore viola chiaro prese il volo, librandosi in aria nello stesso punto in cui Vivillon si trovava fino ad un attimo prima, e si produsse in un'abile cabrata, dirigendosi verso Cheshire nel tentativo di fargli fare un errore o indurlo ad una reazione eccessiva. Cheshire attese il momento giusto e scattò di lato un attimo prima che il Pokemon avversario potesse tentare qualsiasi cosa, poi usò di nuovo un attacco Finta che raggiunse Venomoth al fianco e lo fece barcollare. Ma il Pokemon falena non aveva subito un colpo troppo forte, e riuscì a rimettersi in guardia e a librarsi sopra Cheshire.

"Ho l'impressione, giovane Mareep smarrita... che tu stia sottovalutando la divina provvidenza." commentò Elias rivolto a Luna. "Bennet. Mostrale finalmente cosa intendo dire."

"Sì... stia tranquillo, padre, stavolta non fallirò." rispose il ragazzo. "Venomoth! Usa Ronzio!"

Il Pokemon Velentarma si bloccò a mezz'aria e agitò le ali, provocando una dirompente raffica di onde sonore che colpì in pieno Cheshire! Particolarmente vulnerabile a questo tipo di attacco, il Pokemon Lucelunare sgranò gli occhi e si contorse per cercare di sfuggire a quel bombardamento sonico, ma Venomoth si spostò rapidamente e scagliò il suo attacco da un'altra angolazione, in modo da tenersi ben lontano da Cheshire e dalle sue insidiose mosse. L'Umbreon di Luna cercò di schivare il secondo attacco, ma un colpo superefficace preso in pieno lo aveva stordito, e non riuscì ad evitare di essere colpito di striscio. Cercò di rimettersi in guardia, ma Venomoth si era già spostato in aria e stava per usare un altro attacco.

"Adesso, Venomoth... usa Doppioteam, e poi Staffetta." disse Bennet. Si aggiustò gli occhiali, ora molto più sicuro di sè. La tarma gigante eseguì un altro avvitamento su sè stessa e lasciò dietro di sè diverse immagini illusorie, poi drizzò le ali e si trasformò in una scia di luce rossa che tornò alla Pokeball di Bennet. Immediatamente, il ragazzo mandò in campo un altro Pokemon simile ad una farfalla - in questo caso, una Beautifly, attorno alla quale cominciarono subito ad apparire delle immagini illusorie di sè stessa, come se avesse usato anche lei una mossa Doppioteam!

Luna non cambiò espressione, ma si rese subito conto della strategia di Bennet. Staffetta aveva la particolare capacità di "trasferire" tutti i potenziamenti che l'utente aveva usato su sè stesso al successivo Pokemon entrato in campo, e in questo caso, Beautifly era ora sotto l'effetto di Doppioteam pur essendo appena entrata in campo.

"Credo che sia meglio attendere un momento più favorevole, Cheshire. Prego, ritorna." disse Luna, per poi richiamare il suo Umbreon e mandare in campo un altro Pokemon. "Adesso credo che sia il caso di fare la tua parte, Jubjub!"

La biondina lanciò un'altra Pokeball, e da essa, con un acuto richiamo, uscì il suo Honchkrow, che si librò in volo verso l'aggressiva Pokemon farfalla di Hoenn. "Adesso usa Aeroassalto!" esclamò Luna, sapendo che Doppioteam era inutile contro quella mossa.

Il Pokemon corvo si lanciò all'attacco, producendosi in uno spettacolare avvitamento e prendendo di mira Beautifly. Ma Bennet sembrava a sua volta aver previsto quella mossa, e reagì rapidamente per vanificarla.

"Beautifly, usa Protezione e poi Turbine." affermò. Immediatamente, Beautifly spalancò le ali e creò uno schermo di energia davanti a sè, e Jubjub si fermò appena in tempo per non andare a schiantarsi su di essa. Gracchiando rabbiosamente, il corvo gigante cercò di prendere quota per attaccare Beautifly dall'alto.

Non appena lo schermo di energia scomparve, Beautifly alzò lo sguardo e mosse le ali con decisione, creando un vortice che investì il Pokemon Grancapo e lo costrinse a tornare da Luna con un gracchio di frustrazione. Jubjub si trasformò nuovamente in una scia di luce rossa e tornò nella sfera... mentre un'altra delle Pokeball di Luna si apriva e faceva uscire un terzo dei Pokemon della biondina - un Sableye, una creaturina spettrale dal corpo esile e flessibile, e due grandi gemme cristalline là dove avrebbero dovuto essere gli occhi. Il fantasmino si guardò attorno in un misto di stupore e timore... e questo, assieme alla sorpresa di Luna, diede a Bennet e Beautifly il tempo necessario a sferrare un attacco.

"Beautifly, Palla Ombra." ordinò Bennet. La farfalla gigante spiegò le ali, drizzò le antenne e creò un proiettile fatto di ombre turbinanti che poi scagliò con precisione verso Sableye, colpendolo in pieno! Il Pokemon Buio/Spettro alzò le braccia e cercò di bloccare l'attacco con le sue piccole mani artigliate, ma fu comunque costretto ad indietreggiare fino a ritrovarsi ad appena un passo di distanza dalla sua allenatrice. Luna non si scompose e cercò di pensare ad una nuova strategia... ma non ebbe il tempo di fare nulla prima che padre Elias pronunciasse infine una formula in una strana lingua a lei sconosciuta.

"Tempus veniat, et fiat lux. Ut veritas reveletur, et tenebrae vincantur."

Il sacerdote dai capelli bianchi alzò una mano in un gesto solenne... e immediatamente, una serie di scie di luce apparirono dal pavimento e si avvinghiarono alle gambe di Luna come tante corde! La biondina sgranò gli occhi per la sorpresa, e il suo Sableye cercò di andare a salvarla... ma così facendo voltò le spalle a Beautifly, che ne approfittò immediatamente e mandò a segno un attacco Raffica, una folata di vento che Beautifly creò con il battito delle ali e scagliò contro il Pokemon Buio/Spettro.

"Ben fatto, Beautifly." disse Bennet aggiustandosi gli occhiali con un sospiro rassegnato. Non gli piaceva dover usare questi metodi coercitivi con la ragazza che gli piaceva, ma a quanto pareva questo era davvero l'unico modo per fare sì che lo ascoltasse. "Mi dispiace, Luna. Credimi, questo fa male sia a te che a me. Ma è necessario affinchè tu non faccia scelta di cui ti pentirai in seguito. Beautifly, usa Paralizzante su Sableye."

La farfalla variopinta aprì di nuovo le ali e fece piovere una raffica di polvere tossica addosso al malcapitato Sableye, i cui movimenti si fecero rapidamente più goffi e legati. Luna cercò di afferrare la Pokeball e richiamare il suo Pokemon Buio/Spettro, ma altre scie di luce scaturirono all'improvviso dal terreno e afferrarono le braccia della ragazzina bionda, impedendole di afferrare le sue Pokeball. Luna cercò di liberarsi, ma nonostante fossero fatte solo di energia (o forse proprio per quello), i vincoli luminosi non si spezzarono, e anzi la trattenevano con ancora più forza.

"Un momento, che state facendo?" protestò Taka. "Mi sembra che stiate esagerando... Luna non ha mai detto di voler essere parte di tutto questo!"

"Eppure, la sua strada era già tracciata, che lei lo volesse o no." affermò Elias con un sospiro rassegnato. "Avrei preferito di gran lunga usare dei metodi più gentili, ma devo fare la volontà del nostro divino creatore, il sommo Arceus, padre di tutti noi."

"La sua volontà... o la tua, padre?" ribattè Luna con un pizzico di acredine.

Elias rivolse alla figlia un'espressione severa. "La sua volontà è anche la mia, figliola. Le Mareep smarrite devono essere ricondotte all'ovile, affinchè siano al sicuro da coloro che vorrebbero usarle per i loro scopi." rispose senza esitazione, per poi rivolgersi nuovamente a Taka. "E tu, ragazzo mio, dovresti esserne al corrente. Anche la tua strada era già tracciata. Tuo padre ripone grandi aspettative in te, e non puoi sottrarti alle tue responsabilità."

Il giovane generale del Team Meteora restò fermo al suo posto per diversi istanti, messo di fronte a quelle che riteneva essere le sue inevitabili responsabilità sia come figlio del capo del Team Meteora che come uno degli ultimi discendenti dell'antico Popolo delle Meteore. Sempre di più, Taka sentiva di essere trascinato tra due obiettivi che non potevano coesistere: il desiderio di vedere al sicuro Luna e i cittadini innocenti di Reborn, e quello di aiutare suo padre e fare sì che Reborn tornasse ad essere il paradiso di una volta. E con quella donna diabolica a tirare i fili del Team Meteora, non vedeva cosa altro potesse fare se non sopportare per il momento, e attendere un momento più favorevole per agire.

Anche se purtroppo questo voleva dire restare in disparte e non reagire quando il destino era loro avverso... 

"Non crederete certo che la mia scomparsa resti inosservata." rispose Luna con tutta calma, La Beautifly di Bennet si avvicinò a lei sbattendo lentamente le ali e le guardò severamente, come per dirle di non tentare nulla di strano. "Quando non tornerò da loro, il signo Radomus e i miei amici della resistenza mi cercheranno. Non mi stupirebbe se fossero già sulle mie tracce."

"Anche questo fa parte del disegno divino." rispose Elias. Alzò il braccio destro e schioccò le dita, al che gli accoliti fecero un inchino rispettoso e si ritirarono, mentre da una stanzaattigua entrarono altri due individui ben conosciuti - fratello Pius e sorella Angela si piazzarono ai fianchi del sommo sacerdote, con espressioni molto diverse: mentre Pius restava stoico e padrone di sè, Angela sembrava essere impaziente di fare il suo dovere, mantenendosi calma e silenziosa, ma con un bagliore sinistro nello sguardo. "Che vengano pure, quei miscredenti. Saranno testimoni di come il divino Arceus piega i cuori degli eretici. Li svuota della loro superbia, e li riempie del suo amore e della sua volontà. E chiunque non accetti questa verità... non avrà posto nel nuovo mondo che verrà. Ed ora, figliola... è ora che tu smetta con questa tua sciocca ribellione e che tu riprenda a vivere nella luce. Portatela nella camera della luce. I preparativi cominceranno a breve."

"Non vedo l'ora." affermò Angela con monolitica certezza. La misteriosa donna dai capelli cerulei si massaggiò la testa, avendo la netta impressione che una strana voce senza corpo l'avesse chiamata, ma scacciò subito quel pensiero. Tutti i suoi pensieri e la sua attenzione dovevano andare al rituale che si sarebbe tenuto di lì a poco...

Mentre parlava, Elias non si accorse dell'espressione sospettosa che attraversava il volto calmo di Pius. Il collaboratore di Elias aveva sentito qualcosa che lo aveva inquietato. Padre Elias aveva detto davvero una cosa simile? Al momento non era il caso di intervenire, ma... prima che quella giovane Mareep smarrita venisse ricondotta sul sentiero luminoso, forse era il caso di farsi dare dei chiarimenti dal suo superiore. Dopotutto, non sarebbe stato da lui negare delle dovute spiegazioni.

Con riluttanza, Luna richiamò il suo Sableye nella Pokeball e seguì il padre e i suoi accoliti verso un nuovo corridoio, gettando uno sguardo espressivo a Bennet, che si rifiutò di guardarla in faccia e restò con lo sguardo ancorato al pavimento, ripetendo a sè stesso che aveva fatto semplicemente quello che andava fatto...

Ad un cenno di Pius, anche Taka seguì il gruppo di Elias, non riuscendo a nascondere i suoi sensi di colpa. Anche se Luna aveva accettato il rischio, anche se erano preparati all'eventualità che la loro infiltrazione fallisse... anche se Luna stessa non lo biasimava per questo... Taka non riusciva a perdonarsi il fatto che aveva dovuto restare lì, senza fare nulla, mentre la sua amica d'infanzia veniva catturata dal padre.

E ciò nonostante, che altro poteva fare? Lui aveva pure il suo percorso daseguire, anche se non era d'accordo. Il sangue del Popolo delle Meteore che scorreva in lui lo obbligava a fare determinate scelte... e lo stesso valeva per Luna, anche se la cosa lo addolorava non poco.

L'unica cosa che desiderava era che ci fosse qualche altro modo per risolvere questo penoso problema... ma la vita reale non era come gli anime o i manga, dove c'era sempre un modo di mettere tutto a posto...

   

oooooooooo

 

Sandy storse il naso e si tenne vicina al suo possente Hippowdon mentre si aggiravano tra i vicoli malfamati della Settima Strada di Reborn City, ed Adrienn fece del suo meglio per non fare una smorfia di disgusto quando una nube di fumo di tabacco arrivò in faccia a lui e al suo Granbull. Il Pokemon simile ad un bulldog grugnì e guardò nella direzione da cui veniva l'odore nauseabondo. Come immaginava, seduti ad un lato della strada, intenti a giocare d'azzardo, c'erano alcuni giovani sbandati assieme ai loro Pokemon, riuniti attorno ad un fuoco acceso in un piccolo bidone che sprigionava un minimo di luce in quell'ambiente buio ed umido.

"La Settima Strada... non potevano cercare un posto un po' più salubre per la sede di un'organizzazione religiosa?" si chiese Sandy in un sussurro.

Adrienn sospirò e alzò le spalle. "Credo di immaginare cosa passi per la testa a quei fanatici religiosi." rispose, riavviandosi i lunghi capelli bianchi. "Loro pensano... che la parola di Arceus debba essere diffusa prima di tutto tra i reietti della società. E in effetti, non si può negare che, tra tutti i luoghi fatiscenti e privi di speranza che si trovano in questa nostra città, la Settima Strada sia uno dei peggiori."

"Grrrranbull..." rispose Granbull, come per dire che non era necessario pesare le parole. Quello ERA il luogo peggiore di tutta Reborn City.

"Restiamo vicini, non mi fido per niente di questo luogo." sussurrò il giovane dai capelli bianchi ai suoi compagni. Un paio di ragazzacci di strada, accompagnati da un Raticate e un Trubbish, si avvicinò con aria minacciosa ai due membri della resistenza, forse sperando in un facile bottino. Ma qualsiasi illusione si fossero fatti venne rapidamente infranta quando lo Hippowdon di Sandy si voltò verso di loro, li fissò minaccioso per un po'... e infine spalancò la sua enorme bocca, mostrando che era abbastanza grande e potente da poterli spaccare in due con un unico morso.    

I teppistelli rabbrividirono e si ritirarono assieme ai loro Pokemon, e Sandy si avvicinò al suo Pokemon ippopotamo e lo accarezzò su un fianco. "Grazie, Hippowdon... so che si può sempre contare su di te." affermò. "OKay... adesso, dov'è che dovremmo andare?"

"Non si preoccupi, signorina Sandy. In questo momento, Granbull si sta occupando di cercare una traccia olfattiva. Anche se in questo posto, temo che sarà un po' difficile..." affermò Adrienn. Il suo Pokemon bulldog stava annusando l'aria, ogni tanto storcendo il naso quando qualche odore particolarmente sgradevole raggiungeva le sue narici quasi come un pugno. Per fortuna, il suo senso dell'olfatto particolarmente affinato gli consentì di cogliere qualche traccia di un odore a lui abbastanza familiare e senza dubbio rassicurante.

"Bull! Bull!" Il Pokemon Folletto cominciò ad abbaiare per attirare l'attenzione dei due allenatori, poi indicò un vicolo dal quale sentiva provenire quella traccia. "Bull! Bull!"

"Hm? Che succede, Granbull? Hai sentito qualcosa?" chiese Adrienn speranzoso. Il suo Pokemon disse di sì con la testa e fece cenno con una mano di seguirlo in un vicolo vicino. Lo Hippowdon di Sandy diede una rapida occhiata al passaggio... e scosse desolato la testa, comprendendo di essere troppo grande per passare di lì.

"Non ti preoccupare, Hippowdon. Non resterò indifesa." lo rassicurò la sua allenatrice, accarezzandolo su un fianco. "Per adesso torna pure. Se ci sarà bisogno ti chiamerò." 

"Hippow..." rispose il Pokemon ippopotamo, muovendo il testone immenso per dire di sì. La giovane esperta di Pokemon di Terra lo richiamò, poi fece uscire un Pokemon che fosse un po' più abile nel muoversi tra quei vicoletti.

"Okay, Seismitoad. Credo che avremo bisogno del tuo aiuto." disse la ragazza. Dalla sua Pokeball uscì un Pokemon dall'aspetto panciuto e piuttosto sgraziato: un grosso rospo blu, bipede, dalla corporatura robusta e massiccia, con braccia muscolose e mani dalle dita tozze, quasi sferiche. Il suo corpo era costellato di protuberanze azzurro-verdi, e i suoi occhi rossi erano "schiacciati" sotto le protrusioni che ha sulla testa, a fargli quasi da copricapo. Con un gracidio gutturale, il gigantesco rospo salutò allegramente Sandy e alzò una mano, subito imitato dalla sua allenatrice.

"Toooooad!" esclamò il Pokemon Acqua/Terra.

Lui e Sandy si diedero il cinque. "Anch'io sono molto facile di rivederti, Seismitoad." affermò. "Ma temo che dovremo rimandare a dopo i convenevoli. Forse saprai già cosa sta succedendo. Stiamo cercando la Chiesa d'Alfa per salvare un'amica del nostro compagno Adrienn."

"Toad!" rispose il Pokemon Vibrazione, annuendo rapidamente con espressione quasi imbarazzata. Il rospo gigante si sgranchì il collo e fece cenno ai suoi compagni di stargli dietro mentre si intrufolavano in un vicoletto, sempre stando dietro alle indicazioni di Granbull che continuava a seguire il familiare odore di Luna.

"Il suo Seismitoad pare davvero ben allenato, signorina." commentò Adrienn ammirato, mentre gettava una rapida occhiata al Pokemon Acqua/Terra, che si muoveva nell'ambiente umido e malsano della Settima Strada come se ci fosse nato.

Sandy rivolse ad Adrienn un sorriso cordiale. "La ringrazio, signor Adrienn... in effetti, lui è stato uno dei primi Pokemon che ho allenato. L'ho incontrato nelle paludi attorno a Reborn City, quando era ancora un piccolo Tympole. L'ho aiutato a tornare in acqua, dopo che una secca improvvisa lo aveva lasciato inerme sulla terraferma, e da allora siamo diventati amici. Non molto tempo dopo, ha desiderato entrare a far parte della mia squadra."

"Seismitoad!" rispose allegramente il rospo gigante. Si voltò di scatto verso la giovane e le fece il segno dell'okay, per poi riprendere a destreggiarsi tra le vie di Reborn City...

 

oooooooooo

 

Fratello Pius era seduto alla sua scrivania, nella stanza che gli era stata riservata nella sede della Chiesa d'Alfa nascosta sotto Reborn City. Gli occhi chiusi e le mani giunte davanti a sè, il sacerdote era assiso in meditazione, aiutato in questo anche dal gradevole odore dell'incenso che stava bruciando in un piccolo contenitore posto sul pavimento, che aveva il gradito effetto collaterale di allontanare almeno un po' l'odore di muffa che permeava quella piccola e spoglia stanzina.

In effetti, quel profumo era in pratica l'unica concessione che Pius si era fatto. La sua stanza era molto spartana, con niente più che un modesto letto, una scrivania e una bacinella di acqua fresca - Pius non era certo un uomo di grandi pretese, e per lui, una sistemazione come quella era più che sufficiente.

"Sommo Arceus. Ho spesso parlato con te, in questo periodo." sussurrò, concentrato in preghiera. "Spero di essere stato un figlio devoto e di aver fatto la tua volontà, e chiedo perdono per i peccati che ho commesso. Ora, ho bisogno della tua guida, poichè temo che un uomo che è per me un padre e un fratello stia smarrendo la via giusta."

Pius fece silenzio, raccogliendo i pensieri. "Parlo di Padre Elias, o mio maestro." affermò. "Conosci anche tu la suadevozione e sai cosa c'è nel suo cuore, ma temo che il suo zelo lo stia portando su una cattiva strada. So che le sue intenzioni sono giuste, ma anche Padre Elias è un semplice mortale come me, e come me può commettere errori. Divino Arceus, ti chiedo di concedermi la tua saggezza e la tua benevolenza, affinchè io possa comprendere quale sia la strada giusta, ed evitarci di commettere un grave errore."

L'uomo si rilassò ed inspirò profondamente, sentendo il gradevole odore dell'incensio che gli riempiva i polmoni. Con la mente, il sacerdote tornò alla sua infanzia ed adolescenza, e per un attimo ebbe l'impressione di tornare a quando aveva otto anni, a quel triste giorno in cui si era trovato a pregare davanti all'elegante bara nella quale era stato rinchiuso il corpo di suo padre.

Gli adulti attorno a lui, compresa la sua affranta madre, avevano cercato di parlargli, di spiegargli nella maniera più delicata possibile cosa fosse successo... e mentre il piccolo Pius era inginocchiato lì, guardando smarrito quella inquietante cassa di legno che aveva inghiottito il suo dolce papà, uno di loro gli aveva parlato degli angeli che conducevano le anime delle persone buone al cospetto del signore della verità e della luce.

Sicuramente adesso suo padre era lì... e li stava proteggendo... proprio come il sommo Arceus, un padre lontano che si preoccupava per i suoi figli e li guardava crescere da lontano...

...

Ma certo. Non poteva essere che così.

In quel momento, il velo di incertezza si sollevò dalla mente di Pius, ed egli comprese.

Sapeva cosa doveva fare.

Il sacerdote tirò un sospiro di sollievo e sentì ogni incertezza recedere, per essere sostituita da una sicurezza che lo riempiva di coraggio. Era un passo importante, quello che stava per fare... e non poteva farlo con leggerezza... ma la consapevolezza del suo ruolo e di quanto sarebbe stato importante negli eventi dei giorni a venire scacciarono ogni timore.

Con un lieve sorriso sul suo volto duro, Pius alzò lo sguardo verso il soffitto. "Sì, adesso ho capito. Ti ringrazio, divino Arceus." sussurrò. "Ora so cosa devo fare. E so che dovrò essere io a guidare Padre Elias in questo frangente, una volta tanto. Farò quello che sarà necessario perchè la nostra chiesa mantenga la sua integrità."

Pius si alzò lentamente e con calma dalla sua sedia e fece un cenno con la testa, in segno di ringraziamento. E solo qualche istante dopo, sentì alcuni passi che si avvicinavano, e qualcuno che bussava alla sua porta. "Prego." disse con calma, mentre andava ad estinguere l'incenso che ancora bruciava nel contenitore sul pavimento.

Con un lieve scatto, la porta di legno grezzo si aprì e rivelò un accolito vestito di una semplice veste di tela e sandali di cuoio, che fece un reverente inchino a Padre Pius. "Eminenza... mi scuso per il disturbo che potrei averle arrecato."

"Nessun disturbo, figliolo." si affrettò a tranquillizzarlo il sacerdote più anziano. "Io ho sempre tempo per ascoltare i miei figli e per offrire i miei consigli. Dimmi dunque, figliolo. C'è forse qualcosa che ti tormenta?"

L'accolito, reso più tranquillo dal tono caldo ed accomodante di Pius, prese fiato e spiegò cosa stesse accadendo. "No, padre, niente di tutto questo. Per fortuna, non c'è nulla che mi dia problemi, almeno personalmente." rispose. "Ecco... venivo soltanto per comunicarle che due individui sospetti sono stati avvistati nella Settima Strada, e stando alle osservazioni dei nostri collaboratori, la descrizione di uno di essi corrisponde al nostro ex-agente Adrienn. L'altra sembra essere una persona ignota... Per adesso, sappiamo soltanto che si tratta di una ragazza, e che ha con sè dei Pokemon di tipo Terra. In ogni caso, sembra proprio che stiano cercando noi."

"Capisco." disse Pius, per nulla allarmato. "Ti ringrazio per l'avvertimento, figliolo, ma stai tranquillo. Fa tutto parte del disegno del divino Arceus, padre di tutti noi. Non ti preoccupare, ogni cosa andrà al suo posto. Preoccupati soltanto di prendere la tua posizione nel caso gli intrusi dovessero entrare, e di avere fiducia che ogni cosa si risolverà per il meglio."

Il giovane iniziato abbassò umilmente il capo. "Come sempre, padre Pius, le vostre parole esprimono prudenza e saggezza." rispose. "Vi ringrazio... e sappiate che ora non ho più dubbi. Farò tutto quello che è in mio potere per difendere questo luogo sacro."

Pius annuì con espressione compiaciuta. Un confratello devoto e fedele, senza ombra di dubbio. Se avesse mantenuto il giusto equilibrio tra zelo e saggezza, sarebbe andato lontano.

Comprendendo che quello era il momento di restare concentrati e fare del proprio meglio per difendere la loro casa, Pius tenne stretta una Pokeball e si preparò mentalmente a quello che doveva fare...

Chissà, magari con un po' di fortuna sarebbe riuscito a convincere anche i recalcitranti membri della resistenza che sarebbe stato nel loro interesse abbracciare la verità del sommo Arceus e salvare le loro anime. Se Sorella Angela non fosse stata troppo zelante e gli avesse concesso il tempo di parlare...

 

oooooooooo

 

Granbull aveva guidato Adrienn, Sandy e Seismitoad attraverso le stradine malfamate di Reborn City, destreggiandosi con abilità in quel soffocante dedalo di strade, rifiuti, pozzanghere ed odori nauseanti. Per il Pokemon bulldog, era stata un'impresa improba seguire l'odore di Luna in quel luogo maleodorante, ma finalmente, la traccia si era fermata... in una piazzetta isolata, dalle mura incrostate di muschio e muffa e dal pavimento dissestato.  Granbull raggiunse uno dei muri, dove aveva sentito che la traccia olfattiva di Luna stava andando... ed ebbe la sensazione di sentire un altro odore, non familiare come quello di Luna, ma comunque un odore che aveva già sentito in precedenza.

"Gran, granbull!" abbaiò il Pokemon, per poi fare un cenno ai due allenatori e a Seismitoad ed indicare il muro davanti a sè.

Prontamente, Adrienn si affrettò verso il suo Pokemon. "Sembra che Granbull abbia trovato qualcosa di interessante..." disse il giovane dai capelli bianchi. "Il problema è che qui vedo soltanto un muro... questo potrebbe voler dire che c'è un passaggio segreto da queste parti."

"Bull!" confermò Granbull con un cenno della testa.

"Il problema è... esattamente, dove lo andiamo a cercare? Come facciamo ad accedere?" si chiese Sandy. Granbull si aggirò nervosamente attorno al punto dove la traccia olfattiva di Luna si fermava, esattamente sul muro, e cominciò a dare un'occhiata al muro. In effetti c'era una leggera rientranza, il che poteva voler dire che il passaggio segreto si trovava lì... ma non c'era nessun indizio che potesse suggerire loro come rivelarlo.

Adrienn si fermò vicino al muro e cercò di pensarci su. "Hmm... sappiamo dove si trova. Sicuramente, gli agenti del Team Meteora e della Chiesa d'Alfa dovevano avere un riferimento abbastanza semplice per sapere come attivarlo." riflettè, per poi mettersi a cercare a tentoni nella parete vicino al passaggio segreto. Il Seismitoad di Sandy fece la stessa cosa, appoggiando i palmi delle mani al muro, dalla parte opposta rispetto ad Adrienn, e cominciò a cercare. "Proviamo a fare così. Vediamo se riusciamo a trovare qualcosa che possa assomigliare ad un meccanismo di apertura."

"Okay. Speriamo di avere un po' di fortuna..." disse Sandy, cominciando a cercare con i palmi delle mani attaccati al muro. Per qualche minuto, i due allenatori e Seismitoad continuarono a cercare, esaminando ogni punto sembrasse rientrare rispetto alla parete...

Finalmente, Seismitoad trovò qualcosa. La sua mano tozza affondò in una macchia di muschio, e le sue dita sentirono qualcosa che poteva assomigliare ad un pulsante.

"Sei! Seismitoad!" esclamò il Pokemon Vibrazione con voce prodonda, in modo da attirare l'attenzione dei due allenatori e di Granbull. Non appena gli sguardi dei suoi compagni si volsero verso di lui, il Pokemon Folletto premette il pulsante... e un attimo dopo, la sezione di muro rientrante che Adrienn aveva trovato poco prima cominciò a muoversi con un cupo  suono di pietra che grattava contro la pietra, rivelando un passaggio segreto e una rampa di scale che scendeva nel sottosuolo, verso un luogo sconosciuto dal quale proveniva una strana luce dorata, che appariva al tempo stesso calda ed inquietante.

"Bravo, Seismitoad! Sei stato grande!" esclamò allegramente Sandy, accarezzando il Pokemon rospo sulla testa. Seismitoad ridacchiò e si sfregò la nuca con una mano, arrossando per l'imbarazzo... poi, la sua espressione si fece seria, e il Pokemon rospo indicò le scale che scendevano.

"Seismi... toad?" gracidò, come a spronare i suoi compagni a compiere il passo decisivo.

Adrienn prese un bel respiro e si scambiò un cenno di assenso prima con Granbull e poi con Sandy. "Bene. Sembra che la Chiesa d'Alfa non stia aspettando che noi." affermò stringendo appena un po' gli occhi. "Credo che... non sarebbe molto gentile da parte nostra farli aspettare tanto a lungo."

"Sono d'accordo." rispose Sandy. "Andiamo a dare un saluto a questi signori, e a salvare Luna."     

          

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

  
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