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Autore: lacrimedidinosauro    15/12/2022    1 recensioni
Storia a 3 capitoli incentrata su Valery Legasov e Boris Shcherbina, capitoli messi in ordine cronologico
non direttamente collegati tra di loro ma che hanno come filo conduttore il titolo della storia, di cui mi ha
dato ispirazione la canzone di Mr. Rain "Fiori di Chernobyl"
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Boris Shcherbina, Valery Legasov
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fiori di Chernobyl . 3

 








Mosca, Dicembre 1988



Quell'inverno le temperature in Russia erano molto ma molto più rigide del solito. Per le strade quel giorno non c'era quasi nessuno.

I fiocchi di neve candida cadevano lentamente sul terreno, rendendo bianche le strade, bianchi gli alberi e le auto parcheggiate lungo il marciapiede,
mano a mano che la luce del giorno calava per fare spazio alle tenebre. C'era un insolito silenzio in giro e tutti i suoni della città sembravano come ovattati dalla neve.

Boris si strinse nel suo cappotto pesante affondando il viso nella sciarpa e le mani ben protette dentro le tasche, sotto il braccio aveva una confezione di carta
contenente un vistoso mazzo di rose rosse, stava camminando a passo lento verso un piccolo cimitero che aveva ancora il cancello aperto.
Un cimitero che negli ultimi mesi aveva imparato a conoscere molto bene.

Varcò la soglia e si diresse quasi in automatico verso la parte più in fondo, lungo una fila di lapidi che costeggiava il muro in pietra del cimitero.
Tutte lapidi con fiori freschi e con una foto del defunto.

Una folata di vento gelido colpì Boris in pieno volto. Iniziò a tossire mentre si portava alla bocca un fazzoletto di stoffa che teneva nella tasca del cappotto.
Per sta volta niente macchie rosse, anche se erano sempre più rare le volte in cui si trattava di tosse normale. Sentiva che anche lui era ormai prossimo alla morte.

Quando si trovavano a Chernobyl, Valery aveva detto che sarebbero entrambi morti nel giro di 5 anni. Una morte che però lui aveva deciso di incontrare prima del tempo.

Boris pensò che se Valery ci avesse azzeccato sarebbe morto tra il 90' e il 91' che era praticamente alle porte e con il passare del tempo,
oltre che ad innamorarsi di Valery Legasov, aveva potuto constatare di persona che quell'uomo raramente sbagliava.

 

"Dunque eccoci... se mai ci rivedremo nel 1990 significa che avevi ragione anche su questo..."
 

Mormorò debolmente Boris in preda all'emozione non appena si ritrovò di fronte ad una lapide spoglia in granito, color grigio chiaro e senza fotografia,
sopra erano incise delle scritte a caratteri cirillici.







Valery Alekseevič Legasov
1 Settembre 1936
27 Aprile 1988




 


Sotto la lapide c'era un vaso in porcellana contenente dei fiori secchi, gli ultimi che Boris aveva portato circa 2 settimane prima.
Nonostante la malattia e il lavoro cercava di andare a trovarlo tutte le volte che poteva, ma quell'inverno rigido e la sua crescente difficoltà a respirare gli
impedivano di raggiungere il piccolo cimitero, che perlomeno era a poca distanza da casa sua.

Boris prese il vaso e si avvicinò ad un cesto dei rifiuti cacciando via i fiori vecchi per poi sostituirli con le 5 rose rosse che aveva acquistato quel pomeriggio,
ne spezzò i gambi per permettere ad ogni singola rosa di entrare facilmente nel vaso ed evitò di riempirlo con dell'acqua in quanto sarebbe stato inutile visto
le gelate di quelle notti, tanto nemmeno durante il giorno si sarebbe scongelata l'acqua.

Una volta appoggiato il vaso di fronte la lapide Boris si rialzo a fatica e decise di rimanere ancora un pò con Valery, almeno finché il cimitero rimaneva aperto.

I suoi occhi chiari e profondi si persero a guardare quel nome scritto sulla fredda pietra.


"Dannazione Valera" Sussurrò.
 

Le sue registrazioni erano state messe da parte, il lascito di un uomo costretto a togliersi la vita pur di farsi ascoltare era ancora in attesa di giustizia,
ma Boris avrebbe fatto di tutto pur di cambiare le cose, l'aveva giurato a se stesso il giorno in cui aveva visto Valery vivo per l'ultima volta, mentre guardava
con occhi umidi e con il cuore carico di dolore quella macchina che glielo stava portando via, per sempre.

E l'aveva giurato di nuovo quando vide attraverso un vetro il suo corpo coperto a metà da un lenzuolo bianco, disteso su un tavolo di metallo, con la testa violacea
e il terribile segno nero di una corda che gli circondava il collo, i suoi occhiali e i suoi vestiti posati accanto al suo corpo dentro una scatola di plastica.
Non si sarebbe mai dimenticato di quella scena. Soprattutto non si sarebbe mai dimenticato di come era costretto a fingere indifferenza di fronte al resto dei
compagni, un indifferenza che non faceva parte di lui, un indifferenza che lo fece vomitare per tutta la notte non appena rientrato a casa.

 

"Userò quel poco che mi rimane da vivere per fare in modo che la tua morte non rimanga nel silenzio, sto facendo del mio meglio,
come anche tu mi hai detto, ci sto provando Valera....ma è tanto, tanto difficile senza di te al mio fianco"

 

Una lacrima calda scese lungo la guancia di Boris, mentre osservava le rose rosse che iniziavano ad accogliere tra i petali qualche fiocco di neve.


"Magari un giorno i fiori torneranno a crescere a Chernobyl e il nostro lavoro sarà servito a qualcosa"


Chiuse gli occhi sentendo altre lacrime scendergli lungo il viso mentre il guardiano del cimitero iniziò a suonare una campanella per segnalarne la chiusura
a tutti quelli che erano ancora dentro, anche se molto probabilmente c'era solo lui con quel freddo e a quell'ora.

Boris si ridestò dai suoi pensieri e si chinò a baciare la fredda lapide di Valery, si asciugò le lacrime e si avviò verso l'uscita sussurrando:

"Comunque sei sempre stato tu quello che contava di più"



.

.

.

.

.



Mosca, Dicembre 1996

In quel piccolo Cimitero sta nevicando di nuovo.
Due lapidi di due anime che riposano vicine.
Ci sono tanti fiori davanti ad esse e anche diversi lumini accesi.




Valery Alekseevič Legasov
"Eroe della federazione Russa"
1 Settembre 1936 - 27 Aprile 1988


-

Boris Evdokimovič Shcherbina
"Eroe della federazione Russa"
5 ottobre 1926 - 22 agosto 1990









______________________

 












Note dell'autrice:

Se sei arrivato fin qui a leggere ti ringrazio tantissimo perché è importante per me.

Questa storia a 3 capitoli si basa sui Valery e Boris della serie tv "Chernobyl" della HBO e non direttamente sui veri Valery e Boris. Anche se la serie si ispira a fatti realmente accaduti e a
persone realmente esistite è comunque un filo romanzato, a quei tempi e soprattutto sotto l'unione sovietica era complicato indagare sulla vita privata di figure importanti soprattutto nel
caso di Boris Shcherbina, mi sono permessa di alterare un pò i fatti storici per adattarmi a ciò che (nella mia testa e nel mio cuore da shipper della Valoris) sarebbe potuto accadere "nella serie",
ma ne faccio chiarezza qui sotto:

1) Boris anziché essere nato nel 1926 è nato nel 1919 ma nella serie tv lui e Valery sembrano avere circa 10 anni di differenza, ma non ne sono certa.

2) Ho fatto finire la storia nel 1996 in quanto è stato l'anno in cui a Valery Legasov è stato riconosciuto il merito per le azioni compiute e onorato del titolo (postumo) di "Eroe della Federazione Russa"

3) In realtà solo Valery Legasov è stato onorato di questo titolo mentre Boris ha avuto altri tipi di onorificenze.

4) Valery e Boris riposano realmente nello stesso cimitero, non un cimitero piccolo di quartiere come nella storia ma nel cimitero di Novodevičij che è il più importante e il più grande di Mosca.
ps: le loro tombe sono separate solamente da 5 metri di distanza.

5 (curiosità)) Dal 2020 Valery Alekseevič Legasov è ricordato anche qui in Italia con una targa commemorativa presso il giardino dei giusti di Milano, con sopra la frase:
Agì per salvare la popolazione e l'Europa dalla tragedia di Chernobyl e denunciò le responsabilità del governo sovietico, venendo poi ridotto al silenzio.

Ringrazio Hotaru_Tomoe che con le sue fantastiche fanfiction Valoris mi ha dato ispirazione per questa storia e per quelle che sto scrivendo.

   
 
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