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Autore: LorasWeasley    03/01/2023    3 recensioni
future|fic [kuroken|iwaoi|ushiten|semishira|futaone]
Raccolta di OS dove Natsu si ubriaca prima di andare a una cena con i suoi genitori e quelli di Kea; Ami scrive ff strane su tutti i suoi amici; Haru distrugge le cose dei suoi genitori e molto altro!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Mika Yamaka, Tendo Satori, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Iniziamo il 2023 con l'ULTIMA storia di questa lunghissima serie dei bambini delle mie ship di Haikyuu che va avanti dal 2021.
Quest'ultima raccolta di OS (9 totali) daranno una fine alle cazzate adolescenziali dei bimbi di Tokyo (ovvero: Kea, Natsu, Haru, Diane, Ami, Maru e Naoya).
Grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui, spero che apprezzerete anche queste ultime OS.
Buona lettura e al prossimo capitolo!
Deh <3




 
Solo un drink

 
Kea non si imbarazzava quasi di nulla. Non si era imbarazzato la prima volta che si era trovato a cena dai genitori di Natsu, non si era imbarazzato quando i suoi genitori gli avevano fatto il discorsetto sulla sessualità, non si era neanche mai imbarazzato a dichiararsi a Isak fin da quando aveva iniziato a parlare.
Al contrario, Natsu si imbarazzava facilmente e per la minima cosa. Kea amava vederlo agitato e con le guance rosse. Inoltre, il più piccolo, era anche un po' stronzo, quindi realizzava spesso situazioni imbarazzanti di proposito: come quando erano circondati da persone e gli si avvicinava per sussurrargli qualcosa di terribilmente sporco all’orecchio che solo lui poteva sentire; quando faceva battutine sottili che, nonostante potessero capire solo loro due il significato che c’era dietro, faceva comunque agitare sul posto Natsu; o come quando dovevano partecipare a feste o serate con i parenti e Kea decideva di mettersi la matita nera intorno agli occhi sapendo che effetto avrebbe fatto all’altro.
“Sei uno stronzo” gli diceva sempre Natsu in un sussurro non appena ne aveva l’occasione.
“Mi ami lo stesso” rispondeva a tono Kea.
Era sempre stato Kea quello a stuzzicare Natsu, fino a quando non accadde il contrario.
I due ragazzi erano appena stati a fare un aperitivo con il loro gruppo di amici, quando erano dovuti andare via prima degli altri perché dovevano partecipare a una cena con i loro genitori.
I due si trovavano sul vialetto di casa dei Kuro quando Natsu gli afferrò il culo con una mano.
Kea sussultò sorpreso girandosi confuso, non che non gli facesse piacere, ma Natsu non voleva neanche abbracciarlo quando c’erano i loro genitori nei paraggi, figurarsi fare quello.
-Natsu?- chiese con il tono di voce di chi pensava che il proprio ragazzo fosse stato sostituito da un alieno.
Natsu sorrise in risposta, un sorriso sbieco. E lì Kea notò alcuni dettagli che non aveva notato prima e arrivò velocemente a una conclusione.
-Sei ubriaco?- sbottò -Come hai fatto a ubriacarti!?
-Haru mi ha dato un drink- rispose tranquillo, come se fosse normale accettare cose da Haru.
Kea prese il telefono, aprì la chat con il suo migliore amico e digitò in fretta “che cazzo hai fatto?”
La risposta di Haru arrivò subito “a fine serata mi ringrazierai”.
Kea non ebbe il tempo di scrivergli altro perché Natsu aveva finito di percorrere il vialetto e suo padre gli aveva già aperto la porta di casa. Ebbe però il tempo di imprecare e raggiungerlo di corsa.
 
Fu una cena… particolare.
Kea si era trovato una mano di Natsu nei pantaloni mentre raccontava al padre di questo quanto fosse difficile il test d’ingresso alle università d’arte del Giappone. Non il momento ideale insomma.
Da come Kenma soffocò con il cibo che aveva in bocca, evidentemente Kea non era stato l’unico ad accorgersene. La situazione divenne ancora più imbarazzante quando Mika si sporse verso il figlio e sibilò fredda “te le taglio quelle mani”.
Cinque minuti dopo, Kea si poteva dire soddisfatto di essere riuscito a togliere quella mano fin troppo curiosa e che tanto amava da dentro le sue mutande senza che né Suguru né Tetsuro lo scoprissero.
Sul volto di Natsu si formò un leggero broncio, ma nulla di cui preoccuparsi troppo, poi iniziò a giocherellare con le sue dita sul tavolo.
Ecco, quello Kea poteva lasciarglielo fare finché l’avrebbe tenuto buono. Questo almeno finché non si rese conto troppo tardi che Natsu aveva preso un tovagliolo di stoffa e gli stava legando i polsi con questo proprio sul tavolo, alla vista di tutti.
Non riuscì a dire nulla perché fu Mika ad anticiparlo, sbottando forte -NATSU!
L’adolescente con gli occhi vacui e le guance rosse si girò verso la madre e nel tono lamentoso che usavano i bambini di quattro anni rispose a tono -Ma mamma! Lui è mio quindi posso farci quello che voglio!
Kea si trattenne dal ridere.
Suguru sembrò cadere dalle nuvole, guardò il figlio e chiese -ma sei ubriaco?
Mika spostò il suo sguardo assassino su di lui -e te ne sei accorto solo ora?
-In ogni caso lo lego anche quando non sono ubriaco, quindi non c’è problema!- Natsu riportò l’attenzione su di sé.
Kea era combattuto tra il divertimento e la paura che suo padre Tetsuro uccidesse definitivamente il suo ragazzo.
-Prendo il dolce- Kenma si alzò rumorosamente dalla sedia -vogliamo spostarci in salotto? Tetsuro aiutami con i piatti.
E anche se Kuro avrebbe preferito rimanere lì per uccidere lentamente Natsu, si alzò per seguire il marito. Mika e Suguru fecero lo stesso per dirigersi nell’altra stanza, ma non prima che la donna lanciasse un ultimo sguardo di fuoco al figlio.
Rimasti soli, Kea porse i polsi a Natsu e gli chiese dolcemente -mi sleghi?
Natsu si fece triste -Perché? Non ti piace?
-Mi piace, ma soprattutto mi piaci vivo, non voglio che mio padre ti uccida.
Natsu sembrò pensarci su, poi chiese -se gli dico quanto mi piaci mi lascia vivere? Posso fargli una lista.
Kea rise -La lista preferirei averla io in privato. Comunque senti, ti propongo una cosa.
Natsu lo guardò felice e curioso, in attesa che continuasse.
-Tu mi sleghi, poi andiamo in bagno. Diremo che ti sto dando delle medicine per farti passare la sbronza e invece potrai mettermi le mani dove vuoi.
Gli occhi di Natsu adesso erano luminosi -Anche nelle mutande!?
-Sì, anche lì.
In realtà riuscirono a sgattaiolare in bagno anche abbastanza facilmente, peccato solo che Natsu raccontò a tutti quello che avevano fatto non appena tornarono in soggiorno.
Quella notte, Kea scrisse ad Haru “Non sono qui per ringraziarti… ma se dovessi farlo mi dici che drink gli hai dato?”
  
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