RAGAZZE
CHE IMPRESA è STATA SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, IN QUESTI
GIORNI NON PER COLPA DELL’ESAME CHE STO STUDIANDO NON MI
VENIVA PROPRIO L’ISPIRAZIONE
DI METTERMI AL COMPUTER E SCRIVERE, PERò OGGI MI SONO
COSTRETTA, SPERO CHE VI
PIACCIA.
PERDONATEMI
PER IL RITARDO, MA NON SAPEVO PROPRIO COME FARE,
SPERO DI ESSERE PERDONATA CON QUESTO CAPITOLO UN PO’
Più LUNGO DEI PRECEDENTI…
BUONA
LETTURA…E GRAZIE PER AVERMI ASPETTATA…
P.S.=
NON SO QUANDO RIUSCIRò A SCRIVERE IL PROX CAPITOLO, MA
FARò IL PRIMA POSSIBILE…UN BACIO.
La
piccola Isabella
Pov
Edward
Avevo
preso la mia decisione; con molto rimpianto
sarei andato via dalla mia famiglia.
Poi
Alice che aveva visto tutto mi aveva convinto a
restare.
Ci
avviammo insieme verso casa, ma avevo così paura
di ritornarci.
In
quella casa c’era lei, quella bambina che aveva
scatenato il mostro.
Ma
chi era quella piccola umana da dovermi
allontanare dalle uniche persone che amavo?
Non
potevo odiarla per qualcosa di cui non aveva
colpa, ma non potevo neanche amarla.
Arrivammo
davanti la porta di casa e mi bloccai.
<<
Che cosa c’è? >> mi chiese Alice
prima di aprire la porta
Cosa
potevo risponderle?
Che
temevo il loro giudizio?
Che avevo
paura di leggere i loro pensieri di disprezzo nei miei confronti?
Paura
di leggere la delusione di Esme e quelle che
mi avrebbe fatto ancor più male, quella di Carlisle?
E soprattutto
che io il predatore più temibile al mondo aveva il terrore
di entrare in quella
casa per colpa di una bambina?
<<
Niente >> ecco qual’era la risposta
che diedi.
Aprì
la porta e subito entrò raggiungendo suo marito
Jasper, io invece ancora un po’ titubante rimasi sulla soglia
con la testa
bassa per paura dei loro sguardi.
“
Oh Edward ” il pensiero di mia madre mi raggiunse
prima che le sue braccia mi circondassero il collo.
“
Figliolo ” e altre due braccia mi circondarono,
quelle di Carlisle.
Alzai
lo sguardo e incrocia tutti gli sguardi sorridenti
dei miei familiari, persino Rosalie mi sorrideva, e in quel momento la
vidi di
nuovo.
Tra
le braccia di Rosalie mi fissava, il suo sguardo
mi incatenò nuovamente nei suoi occhi.
Smisi
di respirare per evitare che il suo profumo
giungesse di nuovo a me.
<<
Perdonatemi, mi dispiace per quello che è
successo prima, io non.. >>
<<
Edward tu non devi chiedere scusa di
niente, tu non hai colpe, lei è la tua cantante
e nessun vampiro è mai riuscito a resistere alla sua
cantante, ma il sol fatto
che tu ora sia qui e non stia provando ad attaccarla significa che la
tua forza
di volontà è molto forte >>
Carlisle è sempre stato un padre troppo buono
con me.
<<
Io non sto respirando >>
<<
Edward tranquillo, non le farai del male,
mi fido di te, noi tutti ci fidiamo di te >> le parole di
Carlisle mi
colpirono in pieno, non trovavano discordia con le espressioni benevoli
del
resto della mia famiglia.
Con
un lieve cenno della testa mi andai a sedere
sulle scale il più lontano possibile dalla bambina, Jasper
per prevenzione
venne a sedersi vicino a me.
<<
Carlisle, allora hai visitato la bambina? >>
chiese Alice a nostro padre.
<<
Si è sana, è solo molto stanca >>
<<
Bene quindi bisogna solo prepararle la
camera >> dai pensieri di mia sorella Alice,
capì che lei considerava
quella bambina già come membro della famiglia.
<<
Alice non potrai pensarlo sul serio, è un’umana
>> chiesi sconvolto.
<<
Sapete che le vostre discussioni silenziose
mi irritano, quindi fateci partecipi >> era Emmett a
parlare.
<<
Semplice, Alice vuole che la bambina
diventi parte della famiglia >>
<<
Ma cara, non possiamo >> disse dolce
Esme
<<
Sentite non è il momento di parlarne >>
e con la testa indicò nella direzione della bambina che ci
guardava senza
parlare tra le braccia di Rosalie.
<<
È molto stanca deve riposare >> disse
Carlisle << ma ho il timore che se si svegliasse durante
la notte in una
camera sconosciuta potrebbe aumentarle lo shock, quindi è
meglio che dorma qui
sul divano, è l’unica stanza che conosce per ora
>>
<<
Vado subito a prenderle un cuscino e delle
coperte>> detto ciò Rosalie lasciò
la piccola tra le braccia di Esme e
andò al piano superiore.
Gli
occhi di mia madre nel guardare quella piccola
umana erano così emozionati che se avesse potuto avrebbe
pianto.
Dopo
pochi secondi Rosalie scese sistemando il
divano con il cuscino e le coperte.
L’adagiarono
sul divano con molta delicatezza e la
coprirono con un enorme piumone.
<<
Per favore non mi lasciare >>
quella vocina mi penetrò nel cuore.
La
bambina teneva la mano di Esme stretta nella sua
piccola manina e la guardava con occhi supplichevoli.
<<
Bella non ti preoccupare, rimarrò qui con
te tutta la notte, ti prometto che domani appena ti sveglierai
sarò la prima
persona che vedrai >> Esme cercava di tranquillizzarla
con la mano libera
accarezzandole la testa.
<<
Me lo prometti? >> chiese ancora
dubbiosa la bambina.
<<
Te lo prometto >> l’assicurò
Esme.
Rosalie
si avvicinò piano a me << Edward cosa
dicono i suoi pensieri? Si ricorda cosa è successo?
>>
Fino
ad ora non avevo pensato di leggerle la mente e
così tentai.
Vuota.
Niente,
non sento niente, è come se la sua testa
fosse vuota.
<<
Non riesco a leggerle nella mente >>
dissi con un lieve sussurrò, che solo i vampiri nella stanza
potevano udire.
Tutti
in quel momento si girarono verso di me.
<<
Come è possibile? >> chiese Jasper
seduto al mio fianco.
<<
È come se la sua mente fosse vuota >>
<<
È impossibile che non stia pensando niente >>
disse Jasper.
I
miei occhi fissavano quella bambina, non capivo
cosa e come il mio potere non potesse funzionare su di lei.
<<
Quindi significa che domani dovremmo
chiedere direttamente a lei cosa sia successo nel bosco; povera piccola
>>
disse Esme mettendosi una mano sul cuore.
Le
loro mani erano ancora intrecciate, mentre vedevo
gli occhi della piccola farsi pesanti e chiudersi, per poi
addormentarsi.
<<
Bene ora la piccola dorme e possiamo
parlare >> disse Alice appena si accertò che
la bambina si fosse
addormentata sul serio.
<<
Alice come puoi pensare che un umana possa
far parte di questa famiglia? Ti sei dimenticata che siamo vampiri?
>>
cercavo di non urlare nonostante qualcosa dentro di me ribolliva.
<<
Alice, Edward ha ragione, la nostra vita
non è adatta per un’umana e poi qualcuno
sicuramente la starà cercando >>
disse bonario Carlisle.
<<
Sicuramente suo padre o qualche parente si
sarà accorto della sua assenza e della scomparsa della
madre, avrà una famiglia
>> fu Esme a parlare.
In
quel momento un pensiero mi colpì “ mamma
”
non era di nessuno della mia famiglia.
<<
Edward che c’è? >> Jasper si era
accorto del mio cambiamento d’umore.
<<
Ho sentito un suo pensiero >> risposi
avvicinandomi alla bambina.
Quel
gesto fatto con tanta felicità fu un errore,
avevo ripreso a respirare e il suo odore mi colpì di nuovo
forte.
Il
sapore del veleno ricomparve nella mia bocca e mi
bloccai.
Jasper
subito mi bloccò prendendomi per il polso.
Ma
ora ero più tranquillo, avevo placato la mia sete
con la caccia, ma nulla toglieva che la mia gola bruciasse per la sete.
Respirai
nuovamente per riempire i miei polmoni del
suo profumo.
Altro
veleno riempì la mia bocca.
Dovevo
stare calmo, abituarmi a quel profumo, non l’avrei
data vinta al mostro che avevo dentro, che in questo momento si agitava
per
prendere il soppravvento.
Nessuno
mi si avvicinò, nessuno disse niente, era
una lotta che dovevo vincere con me stesso.
“
mamma ”
quel pensiero penetrò con forza nella mia mente,
era una preghiera, una supplica, un lamento.
Aprì
gli occhi che avevo chiuso per riacquistare la
calma e la vidi.
Il
suo viso angelico, aveva assunto una smorfia
tipica della sofferenza.
<<
La sento, ora la sento >> dissi
scrollandomi di dosso la mano di Jasper che mi bloccava per il polso.
<<
Edward sei sicuro? >> mi chiese
Jasper, la sua domanda aveva un doppio senso.
Voleva
essere sicuro che non attaccassi la bambina,
oltre che avere la certezza che la sentissi veramente.
<<
Si, sicurissimo >> dissi con tono
deciso per fargli capire che la mia risposta valeva per tutte e due le
sue
domande.
Mi
affiancai ad Esme e mi abbassai sulle ginocchia.
Ora
il mio viso era ad una spanna dal quel dolce
viso, da quel dolce profumo, chissà se il suo sangue.. no
Edward, non puoi, non
sei un mostro, non puoi deludere tutta la fiducia della tua famiglia.
E
mentre intraprendevo un monologo con
me stesso la sentì di nuovo.
“
mamma non mi abbandonare anche tu ”
Poi
i suoi pensieri
diventarono più allegri.
“
Dai papà, ti prego ancora una volta ” un uomo
sulla trentina guardava sua
figlia sorridente, era alto, con capelli mori e dei baffi che gli
davano un
aria seria e buffa allo stesso tempo.
“
Bells è tardi, lo sai che poi la mamma si arrabbia
” ma il suo sguardo rimase
sempre benevolo.
“
Papà altri cinque minuti e poi andiamo, te lo prometto
” l’uomo si posizionò
alle spalle della bambina e la spinse, lei era su un’altalena.
Più
andava su e più si divertiva.
“
Papà dai fammi volare ” e quell’uomo la
spingeva sempre di più, rimanendo però
sempre al suo fianco per evitare qualche incidente.
“
Ora basta piccola, torniamo a casa, io devo andare a lavoro ”
l’uomo fermò l’altalena,
prese in braccio la bimba e invece di posarla a terra se la mise sulle
spalle.
Poi
il sogno cambiò.
“
Bella sei pronta? Papà sarà qui a momenti
” la bambina era di fronte uno
specchio si stava sistemando il nastro ai capelli, il riflesso era di
una
bambina più piccola di quella che ora era di fronte a me, di
un anno o forse
due.
Il
suono del campanello la distrasse dal suo faticoso compito di fare un
fiocco.
Andò
giù vicino alla porta mentre la madre l’apriva per
buttarsi fra le braccia del
padre, ma quando la mamma aprì invece di suo padre si era
ritrovata di fronte
due agenti, colleghi di suo padre, li aveva riconosciuti
perché aveva giocato
con loro quando suo padre l’aveva portato con se al
commissariato un
pomeriggio.
Aveva
notato che il loro sguardo era triste, ma non capiva perché,
gli agenti non l’avevano
vista presi a guardare in viso la mamma.
“
Bob, Logan, perché siete qui? Charlie dov’
è? ” sembrava che la mamma stesse
per piangere ma non capiva perché.
“
Reneè… oggi pomeriggio un pazzo ha preso in
ostaggio un’intera classe di
bambini di 6 anni con le due maestre, non voleva ragionare,stava
perdendo la
testa, così quando ha chiesto di parlare con un agente,
Charlie si è offerto
volontario, voleva a tutti costi salvare quei bambini; non
c’è stato modo di
farlo ragionare, dopo mezz’ora che è entrato
abbiamo sentito due spari, abbiamo
fatto irruzione e abbiamo visto che l’uomo che aveva preso in
ostaggio i
bambini era ferito ad una spalla, mentre Charlie…
beh… ” la madre si accasciò a
terra e abbracciò forte la bambina e scoppiò in
lacrime.
Tutto
diventò buio, poi comparvero tre sagome, due adulti che
prendevano per mano una
bambina, li riconobbi erano i suoi genitori e la bambina era lei.
Era
felice, nonostante passeggiasse nelle tenebre, guardava i genitori che
le
sorridevano felici, poi tutto cambiò, il padre
diventò serio e si allontano da
lei.
“
Papà, papà, non andare, non mi lasciare, ti
pregooo ”
Poi
degli alberi circondarono lei e la mamma, era il bosco in cui
l’avevano trovata
Rosalie ed Emmett.
Un
ragazzo comparve davanti a loro, la bambina pensò che era
comparso dal nulla.
Era
biondo, pelle bianco latte, era perfetto, ma i suoi occhi erano neri e
le
facevano paura.
Era
un vampiro, ma lei non poteva saperlo.
“
Che buon profumino ” disse il vampiro, mentre le guardava con
aria minacciosa.
“
Cosa vuoi? Lasciaci in pace! ” era la madre della bambina,
che aveva capito il
pericolo, per come quel vampiro guardava sua figlia.
“
Voglio solo tua figlia ” e la bambina si strinse
più forte alla gamba della
madre.
“
Per favore non la toccare ” erano le suppliche della donna.
“
Ok, oggi mi sento buono, sarà pur vero che nella botte
piccola c’è il vino
buono, ma in quella grande c’è né di
più e io oggi ho parecchia sete, e poi anche
il tuo profumo è buono come quello di tua figlia,
aspetterò che crescerà, tanto
la caccia è la mia passione ” detto ciò
saettò verso la madre e scomparve con
lei nella foresta.
Man
mano che le loro figure svanirono, anche gli alberi svanirono con loro,
lasciando uno scenario nero a circondare la piccola.
“
Mamma ti prego non mi abbandonare anche tu… MAMMAAAA
”
La
bambina piangendo si mise seduta e abbracciò le sue
ginocchia nascondendo il
viso tra esse.
“
Mamma, sigh, mamma, non mi lasciare anche tu come papà
” la bambina aveva
capito, aveva capito che anche la madre era morta.
Poi
un angelo dai capelli biondi le era andata vicino e l’aveva
messa al sicuro tra
le sue braccia.
Quell’angelo
era Rosalie.
Poi
il suo sogno si semplificò in poche e semplici immagini.
Prima
il viso di Emmett sorridente, poi Carlisle il dottore buono, Esme una
donna
bellissima, Alice aveva pensato che fosse una fatina uscita da uno dei
suoi
libri di fiabe, poi Jasper era quello che all’inizio gli
faceva un po’ paura, perché
assomigliava all’uomo che aveva portato via sua madre,
però poi aveva notato i
suoi dolci occhi ambrati e no neri.
Poi
un’immagine mi colpì.
Ero
io, il mio viso, i miei occhi erano neri ma lei non aveva paura, anzi
mi vedeva
come vedeva Rosalie, un angelo, tutto intorno a me era bianco e la
fissavo
senza nessuna espressione.
“
Edward ” mi chiamò per nome nei suoi sogni.
Mi
allontanai da lei stupito, non gli facevo paura.
<<
Edward >> balzai sorpreso quando
Carlisle mi chiamò.
<<
Edward cosa succede? >> mi chiese
Rosalie in ansia.
Guardavo
quella fragile bambina, così piccola ne
aveva subite tante.
<<
So cosa le è successo >> dissi
continuando a fissarla.
<<
Edward pensi di metterci al corrente? >>
disse Alice spazientita.
<<
Questa piccola è rimasta orfana >>
sentì un singhiozzo provenire da mia madre.
<<
Suo padre era un poliziotto, è stato ucciso
mentre cercava di liberare dei bambini presi in ostaggio da un pazzo,
uno o due
anni fa, e sua madre è stata uccisa da un vampiro questo
pomeriggio, con la
speranza di salvare lei >>
<<
Vuoi dire che un vampiro voleva uccidere
una bambina? >> chiese Emmett arrabbiato.
Risposi
con un solo cenno del capo.
Ripensavo
a quel vampiro, a ciò che aveva detto e un
ringhio nacque dal profondo del mio petto, strinsi i pugni lungo i miei
fianchi
e cercai di calmarmi.
<<
Avete sentito, la piccola Bella ha perso
entrambi i genitori, quindi.. >>
<<
Alice, è nostro dovere denunciare il suo
ritrovamento e non è detto che non abbia parenti che la
stiano cercando >>
la interruppe Carlisle.
<<
Voi non capite, io ho già “ visto ”,
questa
bambina non ha più nessuno, la metteranno in un orfanatrofio
>> era la
prima volta che sentivo Alice arrabbiarsi.
<<
Facciamo così, domani andremo alla polizia
per denunciare il suo ritrovamento, ma non la porteremo con noi, anche
perché per
lei potrebbe essere traumatico, poi vedremo >> disse
Carlisle deciso.
<<
Che Bello! >> disse Alice saltando
come una bambina sul posto proprio mentre un’immagine
balenò nella sua mente.
<<
Alice, fermati un attimo >> si
accorse dell’errore e subito iniziò a cantare
nella sua mente l’inno francese
tradotto in cinese.
<<
Troppo tardi, spiegami quell’immagine, tu
avevi previsto tutto >>.
<<
Non so di cosa tu stia parlando, fratellone
>> disse con aria innocente.
<<
Alice >> dissi quasi ringhiando.
<<
Ok, Ok, vi dirò cosa ho visto >>
disse arrendevole.
<<
Ti ho visto andare a caccia, incontrare il
suo profumo e ucciderla >> in quel momento trasalii
vedendo nella mia
mente l’immagine di me che si nutriva di quella bambina, poi
lei continuò
<< ecco perché non ho voluto che tu andassi a
caccia, e così con una
scusa ho allontanato i due piccioncini da casa, sicura che
l’avrebbero trovata >>,
concluse.
<<
Perché hai mandato noi e non ci siete
andati voi? >> chiese Emmett.
<<
Beh vedi, ho visto che se fossimo andati
noi, la bambina vedendo Jasper si sarebbe spaventata, perché
al buio della
notte lo avrebbe scambiato per l’aggressore di sua madre e
non si sarebbe fatta
avvicinare, mentre con voi è stato tutto più
facile >> disse sorridendo.
<<
Ok ora però devi dirmi cosa c’entro io
>>
dissi per riprendere quella visione che non avevo capito, ma appena
dissi ciò
mi sbarrò la sua mente pensando a quanti vestiti poteva
comprare alla bambina.
<<
Alice, dimmi quello che voglio sapere >>
stavo perdendo veramente la pazienza.
<<
Edward, tu non c’entri niente, non essere
il solito sospettoso >> poi voltandosi verso suo marito
<< andiamo
a caccia >> lo prese per mano e uscii di casa prima che
la potessi
fermare con qualche altra domanda.
Non
me la raccontava giusta, ma per ora non avrei
insistito, prima o poi la verità sarebbe venuta a galla, e
io avevo un’eternità
a disposizione.
<<
Rose cara, rimarresti tu un po’ con la
piccola? Vado a prepararle la colazione, quando si sveglierà
sarà affamata,
chissà da quante ore non tocca cibo >> chiese
Esme che non aveva sciolto
per niente la presa dalla mano della bambina.
<<
Certo mamma >> e subito Rosalie prese
il suo posto.
Esme
mi passò affianco e mi accarezzò il viso, la
sua mano era bollente e profumata, era la stessa mano che fino a pochi
istanti
fa teneva stretta alla mano della bambina, quel calore mi
provocò un brivido
inspiegabile.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE DOLCISSIME RECENSIONI:
MONI:
sono contenta di avere una nuova fan, spero che questa ff ti piaccia
come l’altra..cmq Bella nella mia ff ha circa sei anni, non
è così piccola…grazie
per i tuoi complimenti..
HONEYMOON:
grazie di cuore… mi basta sapere che tu mi segui sempre
anche
se non puoi sempre recensire, e quando potrai commentare non
potrà altro che
farmi un piacere immenso..
SESSYLI:
non ti preoccupare, io non lascio mai le cose a metà, trovo
sempre una fine in un modo o nell’altro, dovete solo
pazientare, perché in
questo periodo sono presa con gli esami…grazie per il tuo
sostegno.
LUIGIA:
la mia cara gina… beh diciamo…più che
altro perché Jacob lo fa con
piacere perché con nessi ha l’impriting, ma Bella
invece per lui è un ostacolo,
nel senso che è un problema perché gli fa perdere
la sua umanità risvegliando
il mostro…anche se le cose cambieranno.
EMILY
BLOOD: grazie per il tuo sostegno…spero ti piaccia il mio
nuovo
capitolo..
HALE1843:
grazie J
SILVIA16595:
sono contenta di aver creato una ff con i bambini che ti
piaccia, spero che ti piacerà anche quando Bella
crescerà.. J
LUISA98:
la continuerò non ti preoccupare J
GIULIA
MIAO: Grazie per tutti i tuoi complimenti..
MARYAC_CULLEN:
Grazie sono contenta che ti piaccia la mia Bella.
VGETINA
SSJ 94: Grazie…ma la bambina non sa che sono vampiri
ovviamente..
STELLELILLY:
perdonami per il ritardo, spero che ti sia piaciuto il mio
capitolo…baci e grazie.