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Autore: Padfootblack    15/01/2023    0 recensioni
James Sirius Potter è tutto il contrario di suo padre: spavaldo, egocentrico e con un'autostima alle stelle.
Elladora Nott è totalmente diversa dai suoi genitori: buona, paziente e con una passione sfrenata per il Quidditch.
Cosa succede quando un Grifondoro impettito incontra una Serpeverde combinaguai?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 28 – Addio

 

La Gazzetta del Profeta recitava: Theodore Nott libero da ogni accusa. La lettera della figlia che commuove la giuria. Buttai il giornale di lato e finii di bere il mio tè in santa pace. Speravo che la notizia non facesse il giro della scuola, ma degli sguardi continuavano a colpirmi. Era gente che non avevo mai visto, ma che adesso mi passava davanti e mi riservava occhi pieni d’odio. Dovetti andarmene per evitare di scoppiare a piangere di fronte a tutta la scuola. Avevano ragione, non potevo biasimarli, ma avrebbero almeno potuto cercare di immedesimarsi nella situazione. Era pur sempre mio padre! Lys comparve nel mio campo visivo, i capelli mossi perfettamente in ordine, come se fosse appena uscito da una cerimonia. Mi fermai, sapevo che mi avrebbe fatto la ramanzina, tra 3,2,1 ...

“Perché lo stai ignorando?”

“Non lo sto ignorando”mentii.

“Elle, se vuoi che questa conversazione sia proficua, devi dirmi la verità”. Ma non volevo, ed ero sicura che lui già sapesse tutto, quindi mi limitai a incrociare le braccia sotto al petto e a lanciargli uno sguardo di sfida.

“Pensi di non meritarlo”disse Lys onestamente, leggendomi nella mente: “E speri che lui si stufi del tuo comportamento strano e che ti lasci, così non sarà obbligato a sopportare gli stessi sguardi che stai sopportando tu in questi giorni. Lascia che ti dica questo: James non è stupido. Non è più il bulletto che era mesi fa, è cambiato. E una relazione è formata da due persone, non puoi decidere tu per lui”

“Voglio solo che non soffra ...”

“Lo stai facendo soffrire con questo tuo comportamento”. Okay, forse era vero. Ma sapevo che dal momento in cui gli avrei parlato, lui mi avrebbe perdonata e non potevo accettarlo.

“Non riuscirai a farti lasciare”continuò Lys.

“Potrei lasciarlo io”

“Ti rincorrerebbe per giorni, mesi, per riconquistarti”. Sì, era da James. L’unica maniera per fare in modo che si liberasse di me era farmi odiare. E per farmi odiare avrei dovuto insultarlo, ma richiedeva uno sforzo che non sarei mai stata capace di fare. Eppure era per il suo bene.

“È nella Stanza delle Necessità”

“Grazie, Lys”

“Quando vuoi sono qui”.

 

Era nella mia stanza, incredibile come riuscisse a trasformarsi per lui, senza che la mia presenza fosse necessaria. Era sempre stato il mio rifugio, costruito così solo per me, negli anni avevo apportato delle modifiche, ma era stato visibile solo a me. Quando osservai James, non sembrò sorpreso di vedermi lì, si aspettava che gli parlassi dopo giorni di silenzi.

“Ho pensato così tanto a te e ho avuto questo”disse allargando le braccia: “Speravo ci fossi tu, ma la stanza era vuota”

“Dobbiamo parlare”

“Della Gazzetta e della notizia in prima pagina?”

“Anche”. Fece per avvicinarsi, ma indietreggiai, non potevo stargli vicino fisicamente perché in questi giorni mi era mancato terribilmente ed ero debole. Un suo sguardo poteva farmi pentire di ciò che stavo per fare.

“Ho salvato mio padre dalla gogna”confessai: “Prima di partire ho consegnato a mia madre la lettera che poteva scagionarlo e il tribunale ha deciso di salvarlo”

“È normale, è tuo padre”. Non lo guardai, chiusi gli occhi e cercai di ricordare la versione precedente di James, quello che mi prendeva in giro perché pensava fossi una Mangiamorte, quello che non osava neanche sfiorarmi per non essere intaccato dai miei geni maligni. Oggi desideravo davvero che quel James tornasse, avrebbe reso il mio compito più semplice.

“Già, ma lui non ti ha accettato. Come mia madre, loro … non pensano che tu sia abbastanza per me”

“Non mi importa di loro, a me importa solo di quello che pensi tu”. No, James, torna ad essere cattivo, andiamo, ti sto dando tutti gli input del mondo, offendi i miei genitori, offendi me.

“Hanno ragione”mentii guardando per terra: “Non siamo fatti per stare insieme, veniamo da due mondi troppo diversi”

“Mi prendi in giro?”

“No, me ne sono resa conto quando ti ho visto in quell’ambiente. Tu non sei fatto per stare lì”

“E chi ci vuole stare lì?”chiese disgustato: “Ci sono cimeli di Voldemort ovunque, avete una cripta con i vostri antenati in giardino!”. Annuii e lo guardai negli occhi: “E non me ne vergogno. Posso anche avere un rapporto freddo con i miei genitori, ma sono la mia famiglia”

“Va bene, ma la tua famiglia non ha nulla a che vedere ...”

“James, ti prego”sussurrai cinica: “Non prendiamoci in giro: le nostre famiglie si odiano, tu mi odiavi fino all’anno scorso ...”

“Prima di conoscerti! Ma poi ho capito che persona sei e ho cambiato idea!”

“Ma non hai cambiato idea sui miei genitori”

“Come potevo?”chiese sprezzante: “Tua madre mi ha offerto soldi per lasciarti e tuo padre ha tentato di uccidermi”. Mia madre cosa? Ma feci finta di non esserne sorpresa e continuai per la mia strada: “È il loro modo di proteggermi”

“Da cosa? Dal tuo ragazzo?”

“Da un ragazzo che mi ha presa in giro e umiliata per cinque anni”. Ecco, lo avevo detto. Avevo promesso che non avrei mai rivangato quegli anni, ma lo avevo fatto. Una parte di me urlava: James, lo sto facendo per te, ti sto liberando da un peso! Ma non sembrava capirlo e mi guardava come la peggiore delle traditrici: “Sono cambiato”

“Davvero?”chiesi in tono cattivo: “Perché non oso immaginare cosa diciate nella vostra Sala Comune su quello che è successo al ritorno dalle vacanze ...”

“Nulla”ammise: “Non oserei prenderti in giro per questo, non lo faccio più. Che cosa ti sta succedendo, Elle?”

“Ho solo aperto gli occhi”confessai: “E non ha più senso continuare così”

“Mi stai lasciando?”esclamò perplesso, sia perché non era mai stato lasciato, sia perché non capiva i miei motivi. Fissai gli occhi nei suoi, mantenendo un’espressione fredda, ma diventava sempre più difficile non avvicinarmi per abbracciarlo.

“Elle”mormorò cupo: “Non so cosa ti sia successo, ma torna in te”

“Questa è la vera Elle”mi indicai: “E ti sto parlando col cuore”. Questa era l’unica cosa vera che gli avevo detto oggi: tutta questa cattiveria derivava dal fatto che gli volevo così bene da lasciarlo perché non subisse gli stessi trattamenti che gli studenti di Hogwarts riservavano a me. Lo facevo perché i suoi genitori non dovessero più preoccuparsi di mandare il figlio a casa dei genitori della ragazza. Lo facevo perché da qualche parte, in quel mondo, c’era una ragazza perfetta per lui, con una famiglia normale, che lo avrebbe reso felice nel futuro.

“Non ti credo. Quel giorno quando siamo tornati mi hai detto che non mi meritavi ...”

“Era solo una scusa per restare da sola a pensare. Cosa ti fa credere che io non ti meriti?”dissi con tutta la perfidia che riuscivo a trovare nella mia anima: “Sei tu a dover chiedere scusa per il tuo comportamento, io non ho fatto altro che essere gentile”

“Lo so e sto cercando di fare ammenda”

“Non basta. Non posso accontentarmi di stare con uno come te”. Sgranò gli occhi sorpreso: “Accontentarti? Accontentarti? I miei genitori ti hanno accolto come una figlia!”esclamò arrabbiato: “Ho preso a pugni chiunque ti insultasse! Lo so che ho sbagliato e sto cercando di risolvere, perché tutta questa cattiveria? I tuoi genitori ti hanno detto qualcosa?”

“Solo che non mi meriti”dissi e quello era vero, me lo avevano detto più volte quel giorno, chiedendomi di lasciarlo, ma avevo rifiutato, perché non potevo immaginarmi senza James. E ora ero qui, a rinfacciargli cose in cui neanche credevo. Forse Lys aveva ragione, forse avrei dovuto lasciare che il rapporto fra me e James fosse gestito da entrambi e non solo da me stessa. Ma era più forte di me, sapevo cosa fosse giusto per James e mi stavo comportando di conseguenza.

“Non ti riconosco più”ammise dispiaciuto: “Io … non so che dire”

“Non c’è niente da dire. Addio, James”ed uscii velocemente dalla stanza, correndo fino al dormitorio, per chiudermi in camera a piangere come una stupida codarda.

 

Lo evitavo. Entravo per ultima nelle aule e uscivo per prima, mi sedevo nei posti in fondo in modo che non mi vedesse. Se il professore poneva una domanda di cui sapevo la risposta, non alzavo la mano. Se c’erano delle coppie da formare durante le lezioni di Pozioni, restavo accanto ai Serpeverde. Tenevo lo sguardo basso, non passavo mai in Sala Grande, ma cenavo in camera con il cibo che Mary mi portava. Stavo facendo del mio meglio per non fargli pesare la mia presenza, ma sembrava impossibile. Uscivo nel giardino per incontrare Hagrid e trovavo lui. Correvo nei corridoi per andare da una lezione all’altra e lo trovavo lì, con il suo passo calmo, incurante di essere in ritardo. Finivo in punizione per aver risposto male ad un professore e lo vedevo uscire dall’ufficio della Preside. Eravamo in così tanti studenti in quel posto, eppure mi sembrava di vedere soltanto lui. A nulla servivano le parole di Lys, di Albus, di Scorpius. Persino Mary aveva tentato di dirmi di tornare da lui piuttosto che essere un involucro senza vita. Ma non potevo. Avevo fatto una gran fatica a lasciarlo, dicendogli una bugia dietro l’altra e non potevo rimangiarmelo. Ora tutti gli occhi erano puntati su di me. Disprezzavano me, odiavano me. James Potter era tornato ad essere l’eroe della scuola. Ed era giusto così.

   
 
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