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Autore: Vallentyne    23/01/2023    7 recensioni
Raccolta di flashfics ambientate dopo la conclusione di The winner takes it all, di cui è indispensabile la lettura.
Sette coppie, insieme, la notte della finale di Champions League.
Avvertimenti: utilizzo occasionale di linguaggio volgare.
Personaggi: Genzo Wakabayashi, Kojiro Hyuga, Karl Heinz Schneider, Pierre LeBlanc, Taro Misaki, Ryo Ishizaki, Tsubasa Ozora, Sanae Nakazawa, Kumi Sugimoto, Azumi Hayakawa, Yukari Nishimoto, alcuni OC.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: quasi tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Winners & Losers'
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La notte dopo la Finale: Londra | Genzo e Sonje
 
«Sei qui.»
«Sì. Sono qui…»
Lei solleva lo sguardo e cerca i suoi occhi, incerta. Ha aspettato quel momento da quando è salita sul volo per Londra il giorno prima, ma adesso che si trova lì, a due passi da lui, si sente inevitabilmente un po’ stupida.
Anche Genzo si sente un po’ stupido. È incredibilmente felice di trovarla lì, alla festa, non se lo sarebbe mai immaginato. Però non ha idea di cosa fare né di cosa dirle. Dopo un attimo di incertezza decide di buttarsi.
«Se ci trovassimo in un’altra situazione ti offrirei qualcosa da bere, ma hai già un bicchiere…»
Sonje rimane a bocca aperta e si volta verso la sua mano. È proprio un bicchiere quello che tiene tra le dita. Fa spallucce, lo appoggia a un tavolino, torna a guardare Genzo.
«Adesso non ce l’ho più, come vedi.»
Lui sorride e annuisce.
«Ok, giusto… Beh, cosa ti andrebbe di bere?»
«Un White Russian, per favore.»
Le fa un cenno con la testa, si avvicinano insieme al bancone del bar. Ordina il White Russian per lei, per sé un Whiskey Sour. Fanno un brindisi un po’ impacciato, lei dice qualcosa che suona come “Congratulazioni per la vittoria” ma in quello stesso momento stava parlando anche lui e non si sono capiti.
Si guardano in giro, nervosi e imbarazzati. Ci sono tantissime persone lì intorno, è come se per ogni giocatore o tecnico del Bayern ci fossero almeno altri quindici parenti o amici.
«Sonje…»
«Sì?»
«Ti va di allontanarti con me da questa festa?»
Lei annuisce.
«In che hotel dormi?»
«Sono in una guest house a più di quindici chilometri da qui, è stato quasi impossibile trovare un posto dove dormire…»
«Sì, per forza. Ti accompagno dopo io in taxi.»
«Ok.»
«Usciamo sulla terrazza, ti va? Rischiamo di trovare magari qualcuno che esce per fumare, ma almeno ci allontaniamo da questa bolgia…»
Allunga una mano nella sua direzione, lei la guarda, incerta, poi la afferra e si lascia trascinare. È una mano grande, con una presa forte e decisa. La mano di un portiere che ha appena vinto la Champions League ai rigori. Lo tocca e sente una specie di scossa, ma lui non ci fa caso, le sta dando le spalle mentre la guida verso l’esterno.
La terrazza in quel momento si rivela deserta. Raggiungono due sedie, posano i cocktail sul tavolino e finalmente sono soli.
C’è un silenzio che sembra quasi irreale.
«È bello averti ritrovata qui.»
«È bello essere qui. Adesso, intendo. Con te.»
«Devi lasciarmi il tuo numero di telefono questa volta…»
Lei ridacchia.
«Assolutamente sì.»
La fissa per un momento, ammirando il suo sorriso. Le si formano due fossette sulle guance, quando sorride lo fa anche con gli occhi. Occhi adombrati da ciglia lunghissime.
Restano in silenzio a sorseggiare i rispettivi cocktail, Londra è un tripudio di luci di fronte a loro.
Con la coda dell’occhio la vede fremere, senza che lei dica nulla si toglie la giacca e gliela passa.
«Hai freddo. Tieni, mettitela sulle spalle.»
«Oh. Io… Grazie. Sì, in effetti il ghiaccio nel White Russian era troppo.»
La prende dalle sue mani, decide di infilarsela. Profuma di buono, non saprebbe dire se sia acqua di colonia o docciaschiuma, ma le piace.
 
Restano a chiacchierare per tutta la notte, quando si riscuotono sono ormai le tre.
«Sonje, è praticamente mattina…»
Lei ha un’aria stravolta, ma contenta.
«Vieni a dormire qualche ora da me?»
Lo guarda confusa. Non è sicura che sia una buona idea accettare. Ma non ha nessuna voglia di chiamare e aspettare un taxi e raggiungere la guest house, ci vorranno più di quaranta minuti. E un letto lì, a portata di mano, è una tentazione irresistibile. Con o senza Genzo dentro. Riflette su cosa lui si potrebbe aspettare da lei, se dicesse di sì. E decide.
«Sì. Sì, ti prego, andiamo in camera tua.»
 
 


Si chiude così il sipario su quella sera.
Soltanto alcune di queste istantanee gettano i semi per storia 4, che vedrà la luce in un futuro prossimo. In questo momento è in fase di definizione.
Ringrazio chi ha letto e recensito, e se vorrete ci incontreremo presto.
Vale
 
 
   
 
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