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Autore: G_Monti_E_97    06/02/2023    1 recensioni
Lord Voldemort è rinato dopo la fine del Torneo Tremaghi, molti Mangiamorte si muovono nell'ombra e Silente riforma l'Ordine della Fenice. Per sconfiggere il Signore Oscuro chiederà aiuto a un ex agente del ministero, un ragazzo che è stato torturato da Voldemort per servirlo, diventando uno dei suoi più fedeli servitori.
Rinchiuso per anni a Nurmengard, ora ha la possibilità di aiutare Silente e il ragazzo che è sopravvissuto.
Il suo nome è Byron White.
(Storia di mia invenzione presente anche su Wattpad)
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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«Dai tutto sommato è stato uno dei migliori compleanni di Ron» disse Fred.
La sera stava arrivando; l'infermeria era silenziosa, le finestre erano chiuse e le lampade accese. Il letto di Ron era l'unico occupato. Harry, Hermione e Ginny stavano seduti intorno lui; avevano atteso tutto il giorno fuori dalle doppie porte del reparto, provando a sbirciare dentro ogni volta che qualcuno entrava o usciva. Madama Chips li lasciò entrare solo alle otto in punto. Fred e George arrivarono alle dieci passate.
«Questo non è il modo in cui abbiamo immaginato di darti il nostro regalo» disse risolutamente George, posando un grande regalo sull'armadietto al lato del letto di Ron e sedendosi vicino Ginny.
«Si, quando ci hanno descritto la scena, eravamo increduli» disse Fred.
«Eravamo ad Hogsmeade, attendendo di sorprenderti…» disse George.
«Eravate ad Hogsmeade?» chiese Ginny, guardandoli.
«Stavamo pensando di comprare il negozio di Zonko» disse tristemente Fred. «Una filiale a Hogsmeade, sapete, ma se non potete più uscire i fine settimana a comprare la nostra roba… Comunque ora non importa.« Avvicinò la sedia ad Harry e guardò la faccia pallida di Ron.
«Cos'è successo esattamente?»
Harry raccontò la storia che già aveva raccontato, altre cento volte, o almeno a lui sembrava così, a Silente, alla McGrannit, Madama Chips, a Hermione ed a Ginny.
«...ed allora gli ho infilato il Bezoar in gola così ha ricominciato a respirare un po' meglio, Lumacorno è andato a cercare aiuto, McGrannit e Madama Chips nella confusione lo hanno portato qui. Ci hanno subito detto che tutto si sarebbe aggiustato. Madama Chips dice che dovrà rimanere qui una settimana o in modo da… accertarsi che prenda l'Essenza del Pentimento…»
«Accidenti, sei stato fortunato a pensare al Bezoar» disse a voce bassa George.
«Sono stato fortunato a trovarne uno nella stanza» disse Harry, che continuava a sudare freddo al solo pensiero di che cosa sarebbe accaduto se non si fosse ricordato di quella piccola pietra.
Hermione tirò su con il naso con un rumore quasi impercettibile. Era stata particolarmente silenziosa per tutto il giorno. Si era precipitata, con una faccia bianca,fuori dall' infermeria ed era stata tutto il tempo in silenzio.
«Ma mamma e papà lo sanno?» chiese Fred a Ginny.

«Lo hanno già visto, sono arrivati un'ora fa...ora sono nell'ufficio di Silente, ma saranno presto di ritorno…»
Ci fu una pausa mentre tutti guardavano Ron che borbottava un po' durante il sonno.
«Così c'era del veleno nella bevanda?» disse tranquillamente Fred.
«Sì» disse immediatamente Harry; non stava pensando a null'altro adesso si sentiva felice che qualcuno gli desse l'opportunità di riprendere la discussione. « Lumacorno l'ha gettata via…»
«Lui avrebbe potuto versare qualcosa nel bicchiere di Ron mentre non lo guardavate?»
«Probabilmente.» disse Harry, «Ma perchè Lumacorno desidererebbe avvelenare Ron?»
«Nessun idea« disse Fred, aggrottando le sopracciglia. «Non pensate che potrebbe averla messa nel bicchiere per errore? Oppure aveva l'intenzione di darlo a te?»
«Perché Lumacorno dovrebbe avvelenare Harry?» domandò Ginny.»

«Non so» disse Fred, «c'è molta gente in giro che gradirebbe avvelenare Harry, ma qui? 'il Prescelto'?»
«Così pensate che Lumacorno sia un Mangiamorte?» disse Ginny.
«Tutto è possibile» disse con un volto turbato Fred.

«Potrebbe essere sotto l'influsso della Maledizione Imperius» disse George.

«O potrebbe essere non colpevole» ribatte Ginny. «Il veleno poteva già essere nella bottiglia, in quel caso probabilmente volevano uccidere Lumacorno.»
«Chi desidera uccidere Lumacorno?»
«Silente sa quanto Voldemort lo voglia dalla sua parte» ribattè Harry. «Lumacorno si nascondeva da un anno prima che venisse a Hogwarts. E…» Gli torno alla memoria Silente che non era stato capace di tirare fuori nulla da Lumacorno. «...forse Voldemort lo
desidera allontanato, forse lui pensa che potrebbe essere utile a Silente.»
«Ma tu hai detto che Slughorn stava progettando di dare la bottiglia a Silente per Natale» gli ricordò Ginny.

«Esattamente l'avvelenatore aveva una possibilità facile di esserci dopo Silente.»
«Allora l'avvelenatore non conosceva molto bene Slughorn» disse Hermione, parlando per la prima volta da ore e suonavano come se arrivassero da un posto gelido. «Chiunque conoscesse Lumacorno sapeva che si sarebbe tenuto la bottiglia per se.»
«Her... mio... nee» brontolò inatteso Ron fra loro.
Tutti caddero in silenzio, guardandolo ansiosamente, ma dopo un mormorio incomprensibile di un momento soltanto cominciò a russare.

Le notizia che Ron fosse stato avvelenato si diffuse rapidamente il giorno seguente, ma non produsse lo stesso effetto dell'attacco di Katie. La gente sembrava pensare che potesse essere stato un incidente, dato che si trovava nella stanza del professore di Pozioni e avesse preso subito l'antidoto; quindi non ci diedero molto peso.

Harry, cominciò a controllare sempre più spesso la Mappa del Malandrino, a volte faceva delle deviazioni per vedere cosa stesse combinando Malfoy, ma non era ancora riuscito a trovarlo mentre faceva qualcosa fuori dall'ordinario. Ed ancora c'erano quei periodi
inspiegabili in cui Malfoy spariva semplicemente dalla mappa…
Ma Harry non aveva avuto molto tempo per considerare il problema, dato che aveva avuto gli allenamenti di Quidditch, i compiti ed il fatto che ora si stava cercando caparbiamente di nascondersi da Lavanda Brown.
La ragazza continuava a sedersi vicino Harry per discutere di Ron, inizialmente, fu molto infastidita che nessuno si fosse degnato di dirle che Ron fosse infermeria…
«Cioè, io sono la sua ragazza!»
... ma sfortunatamente ora aveva deciso di perdonare a Harry questa dimenticanza e voleva raccontargli i suoi sentimenti verso Ron, un'esperienza disastrosa di cui Harry avrebbe rinunciato felicemente
«Guarda, perché non dici a Ron tutto questo» chiese Harry, dopo che la discussione particolarmente lunga fatta da Lavanda che spaziava in tutto da come Ron avesse considerato i sui vestiti a come Harry potesse chiedere a Ron se considerasse «seria» la loro relazione
«Si, ma è sempre addormentato quando vado a trovarlo!» disse arrabbiata Lavanda.
«È…» disse Harry, sorpreso, lui aveva sempre trovato Ron perfettamente sveglio ed interessato a sapere le novità sulla squadra di Quidditch, gli allenamenti.
«Hermione Granger ancora va a fargli visita?» Lavanda chiese improvvisamente.
«Si, penso di si. Bhè sono amici no?» rispose impacciatamene Harry.
«Amici, non farmi ridere» disse sdegnosamente Lavanda. «Non ha parlato con lui per settimane dopo che ha cominciato ad uscire con me! Ma adesso suppongo che desideri riavvicinarsi dato che è diventato un tipo interessante…»
«Essere avvelenati dici che fa diventare interessanti?» chiese Harry alzando un sopracciglio. Per un istante si sentì molto Piton. «Comunque… mi spiace ma devo andare...devo incontrare McLaggen per parlare di Quidditch» disse in fretta e se ne andò attraverso una porta che sembrava essere parete solida e scese fino al corridoio principale del terzo piano. Rallentò quando sentì la voce di Byron.

«Credo che sia coinvolto»

«Non ti riguarda» rispose seccamente Piton

«Certo che mi riguarda, se è lui deve darsi una calmata, sta ferendo troppe persone»

«Non è lui.»

«Come fai a esserne certo?»

«Byron, smettila di immischiarti»

«Dovrei starmene a guardare mentre la gente viene maledetta e avvelenata?»

«Silente se ne sta occupando»

«Silente non è nemmeno a scuola la maggior parte del tempo.» Si lamentò Byron

«Ma è informato»

«Che grande consolazione.»

Ron lasciò l'infermeria nel primo mattino di lunedì, rimesso in piena salute dalle cure di Madama Chips. l'avvelenamento aveva fatto si che Hermione ricominciasse a parlare con Ron. Li aveva persino accompagnati giù per colazione, portando con se la notizia che Ginny aveva litigato con Dean. Harry vagò sul tavolo degli insegnati stranamente scarno, Piton e Byron non c'erano.

«Perché hanno litigato?» chiese annoiato.
«Oh, Dean stava ridendo del fatto che McLaggen ti aveva colpito con quel bolide durante gli ultimi allenamenti» spiegò

«Dev'essere stato divertente» disse Ron, ragionevolmente. «Non è stato per niente divertente!» disse Hermione, arrabbiata. «E' stato terribile, e se Coote e Peakes non avessero preso Harry, poteva finire molto male!»
«Si ma sto bene» disse con uno sbuffo tornando a guardare l'amica

«Ho sentito Piton e Byron discutere l'altro giorno.» annunciò abbassando la voce.

Hermione lo osservò seria «E allora?»

«Credo che Piton sappia qualcosa, o Byron pensa che qualcuno sia coinvolto con l'avvelenamento di Ron»

«Chi pensa che sia stato?» chiese sporgendosi in avanti.

«Non lo ha detto» rispose allontanando di poco il suo piatto. «Ma sa qualcosa»

 *  *  *

«Accidenti quel traditore del sangue non vuole proprio morire» disse Theodore Nott lasciandosi cadere mollemente sul divano della sala comune.

«Ma com’è successo?» domando Pansy curiosa

«E chi lo sa» fece Theo con un’alzata di spalle

«Io ho sentito che hanno messo qualcosa dentro dei cioccolatini» intervenne Goyle grattandosi con forza la testa.

Draco fissò lo sguardo sul camino acceso. Si era quasi dimenticato di quella stupida bottiglia, era stato più un tentativo disperato, visto che quel maledetto armadio non voleva saperne di funzionare. Ma perché Weasley era andato a bere quell’idromele? Lumacorno non sembrava nemmeno averlo in simpatia

«Non vale nemmeno tutto questo sforzo per quella feccia di Weasley.» commentò Pansy. «Addirittura un veleno.»

«Se non ci fosse stato Potter ce ne saremmo liberati.» mormorò Goyle

«Lumacorno è un pozionista esperto.» la voce di Pansy si fece strascicata «Non lo avrebbe lascito morire, anche se è inutile.»

Draco annuì assente, aveva quasi ucciso inavvertitamente Weasley, quella consapevolezza gli fece mancare un battito.
 

 *  *  *

«Allora Harry, hai intenzione di usare la Felix Felicis oppure no?» chiese Ron.
«Beh, sì, credo sia meglio» rispose Harry «ma non credo che mi serva tutta, dodici ore sono tante, non ci vorrà mica tutta la notte... Ne prenderò solo un sorso. Due o tre ore dovrebbero bastare.»
«Credimi, ti dà una sensazione fantastica!» disse Ron con un sorriso nostalgico. «Come se niente potesse andare storto. Hai la certezza di non poter sbagliare.»
«Ma di cosa stai parlando?» scoppiò a ridere Hermione.«Se non l'hai mai assaggiata»
«Sì, ma ero convinto di averla presa, no» replicò Ron, come se per lui la cosa fosse ovvia.
«È praticamente la stessa cosa…»
Avendo appena visto Lumacorno entrare nella Sala Grande e sapendo che a lui piaceva mangiare con calma, si fermarono per un po' nella Sala Comune. Il loro piano prevedeva che Harry sarebbe andato nell'ufficio di Lumacorno una volta che questi vi avesse fatto ritorno.
Quando il Sole raggiunse le cime degli alberi della Foresta Proibita, decisero che era giunto il momento; dopo aver controllato che Neville, Dean e Seamus fossero tutti nella Sala Comune, sgattaiolarono nel dormitorio dei ragazzi.
Harry frugò nel baule finché non trovò il paio di calzini arrotolati dentro cui era nascosta la bottiglietta scintillante.
«Bene, è giunto il momento.» Detto questo, Harry portò la boccetta alle labbra e ne bevve un sorso ben misurato.
«Senti qualcosa?» sussurrò Hermione.
Harry non rispose per qualche istante. Poi, lentamente ma in maniera sempre più decisa, un formidabile senso di sicurezza s'impadronì di lui come se d'improvviso gli si spalancassero davanti infinite possibilità; in quel momento era sicuro di poter fare qualsiasi cosa... recuperare il ricordo di Lumacorno non solo ora sembrava possibile, ma addirittura un gioco da ragazzi.
Saltò in piedi con un gran sorriso, traboccante di fiducia in sé stesso.
«Benissimo» disse «Mi sento davvero benissimo. Bene... faccio un salto da Hagrid.»
«Cosa?» esclamarono Ron e Hermione, entrambi colti alla sprovvista.
«No, Harry. Devi andare da Lumacorno, ricordi?» disse Hermione.
«No» ripeté Harry, sicuro di sé. «Vado da Hagrid, me lo sento, è la cosa giusta da fare»
«Pensi che in questo momento la cosa giusta da fare sia andare a seppellire un ragno gigante?» esclamò Ron attonito.
«Sì» rispose, estraendo dalla cartella il mantello dell'invisibilità. «Me lo sento, è il posto giusto dove andare. Avete capito, no?»
«No» risposero all'unisono Ron e Hermione, entrambi visibilmente preoccupati.
«Questo è Felix Felicis, vero?» chiese ansiosa Hermione, osservando la bottiglietta in controluce. «Non è che avevi una fiala uguale con dentro – non so…»
«...Concentrato di Pazzia?» suggerì Ron, mentre Harry si gettava il mantello sulle spalle.
Harry scoppiò a ridere; Ron e Hermione erano sempre più preoccupati.
«Fidatevi di me« disse. «So quello che sto facendo... o meglio...« raggiunse la porta con passo veloce. «la Felix lo sa«.
Si tirò su il cappuccio del mantello e cominciò a scendere le scale con Ron e Hermione alle calcagna. Giunto in fondo, scivolò oltre la porta aperta.
Uscire dalla Sala Comune non fu difficile, scansò Ginny e sentì il ritratto chiudersi alle sue spalle. con un senso di crescente euforia proseguì lungo il corridoio. Non dovette fare molta attenzione, dato che non incontrò nessuno lungo il suo percorso. Ma la cosa non lo sorprese affatto: quella sera, era la persona più fortunata di Hogwarts.

Si bloccò solo quando voltò a sinistra nel corridoio del terso piano, Byron stava camminando avanti e indietro picchiettando le dita sui pantaloni scuri.

Non aveva idea del perché decise di avvicinarsi togliendosi il mantello da sopra la testa, sentiva solo che era la cosa giusta da fare.

«Harry!» Esclamò sorpreso Byron «Che ci fai fuori a quest'ora»

«Devo andare da Hagrid» disse con entusiasmo

«Se ti scoprono…»

«Non mi scopriranno» rispose con sicurezza fermandosi a pochi passi di distanza.

Byron assottigliò leggermente gli occhi chiari «Stai bene?»

«Benissimo, mai stato meglio» annuì.

Byron aveva uno sguardo confuso, come se stesse cercando qualcosa sul suo volto, eppure sembrava più attraente del solito, per un istante gli sembrò di vedere il giovane Tom Riddle nei ricordi che gli aveva mostrato Silente. Ma Byron non era Voldemort.

I suoi piedi si mossero da soli, si avvicinò con sicurezza, quella sera sapeva che non avrebbe potuto fallire, la Felix gli avrebbe sbarrato la strada in ogni impresa.

Si inclinò in avanti, quasi cadendo addosso a Byron che allungò le braccia per tenerlo, Harry ebbe pochi secondi prima di unire le sue labbra a quelle dell'altro, gli occhi di Byron ebbero un guizzo.

Fu un baciò incerto, ma sentì le mani di Byron stringere la sua schiena per tirarlo a se maggiormente. Harry sussultò cercando di raddrizzarsi maggiormente mentre Byron lo spingeva all'indietro premendolo forte contro il muro freddo.

Sentì le gambe tremare quando si rese conto che l'uomo gli si stava premendo contro con forza. Spinse il bacino in avanti ma proprio in quel momento sentì il pesante rimbombare di passi in lontananza spegnersi di colpo lungo il corridoio. Byron si staccò, forse rendendosi conto di cosa stava facendo e fece un passo indietro guardandolo con occhi appannati. Le spalle si alzavano e abbassavano freneticamente.

«Vattene» disse con la voce roca.

Harry, frastornato e eccitato, rimase appoggiato al muro.

La mano di Byron gli porse il mantello dell'invisibilità abbandonato a terra con un movimento secco.

«Vai da Hagrid»

Harry annuì rapidamente, si mise addosso il mantello e corse con le gambe instabili verso la fine del corridoio.

Raggiunto l'Ingresso Principale vide che Gazza si era dimenticato di chiudere a chiave il portone. Harry lo spalancò con un gran sorriso e si fermò per un istante a respirare l'odore di erba e aria pulita prima di scendere la scalinata alla tenue luce del crepuscolo.
Fu solo quando ebbe raggiunto l'ultimo gradino che si rese conto di quanto sarebbe stato piacevole fare una piccola deviazione verso gli orti mentre andava da Hagrid. Non era proprio indispensabile, ma secondo Harry era un'intuizione che andava assecondata, perciò si incamminò in quella direzione e fu compiaciuto, anche se non del tutto sorpreso, di scorgere il professor Lumacorno che conversava con la professoressa Sprite.
«...ti ringrazio per aver trovato il tempo, Pomona.» stava dicendo cortesemente Lumacorno.
«La maggior parte degli esperti ritiene che siano molto più efficaci se le si raccoglie al crepuscolo»
«Sono assolutamente d'accordo.» rispose con entusiasmo la professoressa Sprite. «Pensi che siano abbastanza?»

 *  *  *

«Hai completamente perso il senno!»

«Sev calmati»

«Non provare a dirmi di calmarmi» scandì avvicinandosi velocemente mentre lo fissava negli occhi

«Non è niente, è solo…» prima che potesse alzare le difese Severus stava vagando nella sua mente con violenza, fra i ricordi si fermò sul pomeriggio dell'anno precedente nella foresta proibita insieme a Harry e a quel dannato bacio.

Quando il pozionista riemerse lo spinse talmente forte da farlo cozzare con il muro alle sue spalle, gli occhi con una luce folle.

«Non è nie…»

«Ha sedici anni e tu... che schifo« commentò con il volto contratto.

«Che schifo cosa?»

«Lo hai…» abbassò la voce guardandosi attorno, sembrò ricordarsi solo in quel momento di essere in mezzo a un corridoio. «Baciato»

«E allora?»

«E allora è... davvero non ci arrivi?»

«Non è come credi, è diverso» si affrettò a dire

«Ah sì, e come esattamente?»

«Non è un ragazzino»

«No? Ha per caso bevuto una pozione invecchiate? Potter ha sedici anni» ribadì con gravità «E tu sei o dovresti essere un adulto» mosse la mano in aria

«Tralasciando tutto quello che hai fatto, fra cui uccidere suo padre»

«Non lo avrei fatto se non…»

«Certo hai sempre una scusa, è colpa del Signore Oscuro»

«Tu sei l'ultimo a poter parlare» Byron fece un passo in avanti, i loro petti quasi si toccarono «Hai rivelato tu la profezia, Lily è morta per colpa tua»

Il volto di Piton tornò piatto di colpo, fece un passo indietro silenziosamente. Solo in quel momento Byron si rese conto di quello che aveva detto «Sev mi dispiace, so che…»

Piton gli voltò le spalle allontanandosi rapidamente.

Sentì i suoi passi attutiti lungo il largo corridoio vuoto, si appoggiò pesantemente sul muro alle sue spalle.

 *  *  *

Harry corse furtivamente verso il castello. Il portone d'ingresso era rimasto aperto per lui, ma al terzo piano aveva incontrato Pix e solo con difficoltà aveva evitato una punizione tuffandosi di lato in una delle sue scorciatoie.

Con l'eccitazione nel petto alla prospettiva di dire a Silente che era riuscito a prendere il ricordo si precipitò per il corridoio e, in pochi minuti, stava dicendo la parola d'ordine al gargoyle di Silente, che si fece da parte, permettendogli di salire sugli scalini a spirale.
«Avanti» disse Silente quando Harry bussò. Aveva l'aria esausta.
Harry aprì la porta velocemente.
«Per l'amor del cielo, Harry!» disse Silente sorpreso. «A cosa devo questo piacere così tardi»
«Signore, l'ho preso. Ho preso il ricordo da Lumacorno.»
Harry tirò fuori la piccola bottiglietta di vetro e la mostrò a Silente. Per un momento o due, il Preside sembrò confuso. Poi sulla sua faccia comparve un largo sorriso.
«Harry, questa è una notizia spettacolare! Davvero ben fatto! Sapevo che potevi farcela!»
Tutte le considerazioni sull'ora tarda apparentemente dimenticate, corse attorno alla sua scrivania, prese nella sua mano illesa la bottiglietta con il ricordo di Lumacorno e si diresse a gran passi verso l'armadietto in cui teneva il Pensatoio.
«E adesso,» disse Silente, posando il bacino di pietra sulla sua scrivania e svuotando dentro il contenuto della bottiglietta» adesso, finalmente, vedremo. Harry, veloce…»
Harry si abbassò obbediente mente sul Pensatoio e sentì i suoi piedi che lasciavano il pavimento dell'ufficio… ancora una volta cadde attraverso l'oscurità e atterrò nell'ufficio di Horace Lumacorno di molti anni prima.

 *  *  *

Byron entrò nell'ufficio dei sotterranei lentamente, vagò con lo sguardo nella penombra alla ricerca di Severus, ma la sedia dietro al scrivania era vuota. Aprì la porta sulla sinistra che portava alle stanze private ma anche li sembrava non esserci nessuno.

«Sev» chiamò piano

Nessuna risposta. Si avvicinò alla porta sulla destra dove c'era la camera da letto e vi appoggiò la testa contro.

«Possiamo parlare?»

Sentì un fruscio dall'altra parte, ma nessuna risposta.

Byron sospirò «So che non avrei dovuto dire quelle cose, non è colpa tua se... mi dispiace»

Un nuovo movimento dietro la porta «Ti prego, parlami« implorò con la voce più bassa. Fece appena in tempo a scostarsi, prima che la porta si aprisse di colpo.

Piton si fermò sulla soglia con il volto serio, la fronte leggermente aggrottata, le labbra strette in una riga piatta.

«Quante volte hai avuto pensieri simili su Potter» chiese con la voce poco più di un sussurro.

Byron mosse la testa di scatto «Non è questo il…»

«È esattamente questo che importa» lo interruppe seccamente «Silente ti ha fatto stare qui convinto che tu potessi controllarti»

«Infatti posso»

«Evidentemente no» lasciò la presa sulla porta di colpo

«L'anno scorso la ragazza Wealsey, adesso Potter«

«Non ho mai toccato Ginny.» si affrettò a dire Byron.

«Ma avresti voluto.» lo accusò Severus «Ho visto i tuoi pensieri, le tue fantasie…»

«Non importano.» la voce si fece tremante. «Sono solo... posso controllarmi, l'ho fatto tutto l'anno scorso»

«Invece no, hai baciato Potter l'anno scorso» quelle parole sembrarono essere quasi dolorose, Piton chiuse gli occhi come per combattere il disgusto.

«È stato lui a baciarmi.» cercò di difendersi.

«Non mi sembra che tu abbia fatto molta resistenza.» gli occhi neri si aprirono di colpo.

«Tu non capisci.» sussurrò Byron abbassando lo sguardo sul pomolo dorato della porta.

«Cosa non capisco?» sbottò «So cosa ti ha fatto il Signore Oscuro, ma non puoi… il solo pensarlo è aberrante.»

«Tu non sai com'è» ripeté alzando la voce «Non…» sentì la bocca farsi improvvisamente secca «Quando sono vicino a Harry è come essere con il Signore Oscuro, sento... lo sento nella mia testa, sento la sua voce e…»

«Potter non è il Signore Oscuro.» scandì Piton

«Lo so, ma... è come se lo fosse»

Gli occhi di Severus vagarono sul suo volto come alla ricerca di qualcosa, rimase immobile mentre gli si avvicinava serio.
«Non provare mai più a mentirmi» disse in fine a denti stretti. «E stai lontano da Potter»

 *  *  *

Harry si svegliò il mattino seguente euforico, anche se l'effetto della Felix era completamente sparito non riuscì a togliersi il sorriso dalle labbra. Era riuscito a prendere il ricordo di Lumacorno e darlo a Silente, avevano scoperto che Voldemort aveva progettato e forse era riuscito a creare più di un Horcrux e aveva baciato Byron. Omise questa ultima parte quando raccontò a Ronn e Hermione della sera prima mentre erano a colazione. Immaginava quale sarebbe stata la reazione della ragazza.

Quando furono tornati alla sala comune per ripassare per l'imminente verifica di Incantesimi tirò fuori la mappa del malandrino cercando il nome di Byron, non lo avrebbe visto fino alla settimana seguente a lezione, doveva parlargli prima.

Vagò con lo sguardo per tutta la mappa, ma si bloccò quando vide un puntino etichettato con il nome di Malfoy nel bagno dei ragazzi al piano di sotto, insieme non a Tiger o Goyle, ma a Mirtilla Malcontenta.
Era la sua occasione per cercare di seguirlo e scoprire cosa stava facendo, doveva trovare delle prove concrete. Si precipitò giù dalle scale, incurante delle urla confuse di Hermione alle sue spalle.

Corse fino ad arrivare sulla soglia del bagno, accostò l'orecchio alla porta. Non riuscì a sentire nulla. Aprì molto silenziosamente la porta.
Draco Malfoy era in piedi con le spalle alla porta, con le mani serrate ai bordi del lavandino, la testa biondo platino chinata.
«Non fare così.» cantilenava la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei gabinetti. «Non fare così. . . Dimmi cosa c'è... Posso aiutarti. . . »
«Nessuno può aiutarmi» disse Malfoy. Tremava tutto.

«Non posso farlo... Non posso... Non funzionerà mai. . . e se non lo faccio subito... dice che mi ucciderà…»
E Harry realizzò, con uno shock così forte che sembrava paralizzarlo, che Malfoy stava piangendo, piangendo veramente con le lacrime che gli scorrevano sul pallido viso giù nel lavandino sporco. Malfoy ansimava e singhiozzava quando, con un sobbalzo, guardò nello specchio crepato e vide alle sue spalle Harry che lo fissava.
Malfoy si girò, estraendo la bacchetta. Istintivamente, Harry tirò fuori la sua. La maledizione di Malfoy lo mancò per pochi centimetri, mandando in pezzi la lampadina sul muro dietro di lui; Harry si spostò di lato, pensò Levicorpus! e agitò la bacchetta, ma Malfoy bloccò il sortilegio e alzò la bacchetta per un altro.
«No! No! Basta!« gridò Mirtilla Malcontenta, facendo riecheggiare la sua voce tutt'intorno
alla stanza piastrellata. «Fermi! FERMI!«
Ci fu una forte esplosione, e il secchio dietro a Harry saltò in aria; Harry tentò la maledizione Blocca-Gamba, ma rimbalzò sul muro dietro l'orecchio di Malfoy e distrusse lo sciacquone dietro Mirtilla Malcontenta, che lanciò un grido; l'acqua si riversò dappertutto e Harry scivolò mentre Malfoy, con la faccia contorta, gridava,

«Cruci…»
«SECTUMSEMPRA!» ruggì Harry da terra, agitando selvaggiamente la bacchetta.
Un fiotto di sangue schizzò dalla faccia e dal petto di Malfoy, come se fosse stato squarciato da una spada invisibile. Barcollò all'indietro e crollo sul pavimento bagnato con un tonfo, mentre la bacchetta gli cadeva dalla mano destra inerte.
«No…» ansimò Harry.
Scivolando e barcollando, Harry si rialzò in piedi e si lanciò verso Malfoy, il cui viso adesso era di un rosso scarlatto, mentre con le mani pallide si tormentava il petto intriso di sangue.
«No... Io non…»
Harry non sapeva cosa stava dicendo; cadde in ginocchio accanto a Malfoy, che tremava senza controllo in una pozza del suo stesso sangue. Mirtilla Malcontenta lanciò un grido assordante: «ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO!»

La porta si spalancò dietro Harry che alzò gli occhi, terrorizzato: Piton era entrato di corsa nella stanza, con la faccia livida. Spingendo via Harry bruscamente, si chinò su Malfoy, tirò fuori la sua bacchetta e la passò sulle profonde ferite che la maledizione di Harry aveva
prodotto, bisbigliando delle parole magiche che sembravano quasi una canzone. L'emorragia sembrò fermarsi; Piton pulì il sangue dal viso di Malfoy e ripeté l'incantesimo. Le ferite cominciarono a rimarginarsi.
Harry stava ancora guardando, colto dall'orrore per quello che aveva fatto, a malapena consapevole che anche lui era fradicio di acqua e sangue. Mirtilla Malcontenta stava ancora singhiozzando e piangendo. Piron eseguì il contro-incantesimo per la terza volta, poi sollevò in piedi Malfoy.
«Devi andare in infermeria. Potrebbero rimanere delle cicatrici, ma con un trattamento immediato di dittamo potremmo evitare anche queste... Vieni....»
Aiutò Malfoy ad attraversare il bagno, girandosi sulla porta per dire a Harry, con una voce freddamente furiosa, «E tu, Potter... Aspettami qui.»
Harry non pensò neanche per un attimo di disobbedire. Si rialzò lentamente, tremando, e guardò giù sul pavimento. C'erano macchie di sangue come fiori scarlatti dappertutto.
Non riuscì neanche a trovare la forza di dire a Mirtilla Malcontenta di stare zitta, mentre lei continuava a piangere e singhiozzare, divertendosi sempre di più. Piton tornò dieci minuti dopo. Entrò nel bagno e si chiese la porta alle spalle.
«Vai via,« disse a Mirtilla, che scomparì immediatamente nel water, lasciando dietro di se un silenzio assordante.
«Non volevo farlo» disse subito Harry. La sua voce riecheggiò nello spazio freddo e umido.
«Non sapevo cosa avrebbe fatto l'incantesimo.»
Ma Piton lo ignorò. «Sembra che ti abbia sottovalutato, Potter,« disse sottovoce. «Chi avrebbe mai pensato che arrivassi a conoscere questa Magia Oscura? Chi le ha insegnato quell'incantesimo»
«Io...l'ho letto da qualche parte.»
«Dove?»
«Era... in un libro della biblioteca» inventò Harry. «Non mi ricordo come si chiamava…»

«Bugiardo.» disse Piton. La gola di Harry si seccò. Sapeva cosa avrebbe fatto Piton e non sarebbe mai stato capace di evitarlo...
Il bagno sembrò tremolare davanti ai suoi occhi; lottò per bloccare tutti i suoi pensieri ma, per quanto potesse provare, la copia di Pozioni Avanzate del Principe Mezzosangue gli si agitava confusamente di fronte alla mente. Un attimo dopo stava fissando nuovamente Piton, dentro il bagno distrutto e allagato.
Guardò Piton negli occhi, sperando nonostante tutto che Piton non avesse visto quello che temeva avesse visto, ma...

«Vieni nel mio ufficio domani mattina alle dieci» disse Piton, a voce molto bassa. «E sarai in punizione tutti i sabati fino alla fine del semestre.»
«Ma signore . . .»disse Harry, alzando disperatamente lo sguardo. «Il Quidditch… l'ultimo incontro della sta…»
Piton inclinò la testa di scatto «Una stupida partita di Quidditch? Hai quasi ucciso il signor Malfoy, Potter» il volto dell'uomo si contrasse ripetutamente «Per una volta prova a non pensare a stupidaggini del genere e rifletti su quello che hai fatto. Volevi così disperatamente dimostrarmi di non essere un ragazzino egocentrico, allora impegnati di più»

Prima che Harry potesse rispondere Piton uscì dal bagno senza dire un'altra parola. Harry si ritrovò a fissare lo specchio scheggiato, con un senso di nausea crescente.

«Non ti dirò Te l'avevo detto» disse Hermione, un'ora più tardi nella sala comune.
«Smettila, Hermione» disse con rabbia Ron.
Harry non era andato a cena; non aveva per niente fame. Aveva appena finito di raccontare cos'era successo a Ron, Hermione e Ginny. Non che ce ne fosse bisogno; le notizie si erano sparse molto velocemente: Mirtilla Malcontenta aveva cominciato a spuntare su da ogni bagno del castello per raccontare la storia. Malfoy era già stato visitato in infermeria da Pansy Parkinson, che non aveva perso tempo a parlare male di Harry a destra e a sinistra, e Piton aveva raccontato al personale tutto quello che era accaduto. Harry era già stato chiamato fuori dalla stanza comune per sopportare quindici terribili minuti in compagnia della Professoressa McGranitt, che gli aveva detto che era stato fortunato per non essere stato espulso e che era completamente d'accordo sulla punizione di Piton, ogni sabato fino alla fine del semestre.
«Ti avevo detto che c'era qualcosa che non andava in questo Principe.» disse Hermione, evidentemente incapace di trattenersi. «E avevo ragione, è vero o no?»
«No, non penso che avessi ragione,» disse ostinatamente Harry. «Il Principe l'ha solo ricopiato! Non ha consigliato a nessuno di usarlo! Per quel che ne sappiamo, poteva anche aver
annotato qualcosa che era stato usato contro di lui!»
«Non ci posso credere,» disse Hermione. «Tu stai veramente difendendo...»
«Non sto difendendo quello che ho fatto!» disse velocemente Harry. «Vorrei non averlo fatto, e non solo perché mi sono beccato una dozzina di punizioni con Piton. Lo sapete che non avrei mai usato un incantesimo come quello, neanche su Malfoy, ma non potete dare la colpa al Principe, non ha scritto è forte, provatelo! stava solo prendendo appunti per se stesso, non per altri...»

 *  *  *

«Perché non mi hai detto che Potter aveva il mio libro di pozioni?» Chiese Piton livido.

«Come fai a saperlo?» Domandò Byron confuso alzandosi dal divano verde scuro.

«Ha usato un incantesimo oscuro contro Malfoy, se non fossi arrivato in tempo...» la voce si spense di colpo «Quel libro... non ricordavo nemmeno di aver segnato certe cose»

«Avevi solo scritto qualche appunto» disse bìByron incerto

«Evidentemente no, avresti dovuto dirmelo, per questo Potter è diventato improvvisamente bravo in pozioni»

«Volevo che lo scoprisse da solo, mi sembrava divertente» confessò abbassando la voce

«Ti sembra divertente che abbia quasi ucciso Mafloy?» Sbottò

«Non potevo saperlo» si affrettò a dire «Se era davvero così pericoloso non avesti dovuto lascialo in giro»

«Non l'ho lasciato in giro» la voce di Piton si fece più dura. «È stato quell'idiota di Black a rubarmelo»

Byron vagò fra i ricordi del sesto anno «Cavolo è vero!» Esclamò con un'espressione divertita «Gli abbiamo fatto saltare in aria il banco a incantesimi per fargliela pagare» un largo sorriso gli illuminò il volto. «Ma come ha fatto a finire fra le scorte dell'aula? Non lo hai mai trovato in questi anni?»

«Non erano le mie scorte» sbuffò Piton. «Solo Lumacorno può decidere di usare ancora quei testi anteguerra.»

«Quindi doppiamente rubato quel libro.» commentò Byron «Era di tua madre, vero?»

Piton si limitò ad annuire serio.

«Bhe ma non è un grande problema, quante fatture oscure hai trascritto?»

«Non me lo ricordo.» ammise con un ringhio.

«Fattelo ridare da Harry» propose con un'alzata di spalle


 

  
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