The Vision of Escaflowne
«Il Richiamo della Terra»
16
L’Abbraccio della Terra
« Nell’eterno futuro, sotto lo stesso cielo,
sotto i chiari raggi della stessa Luna. »
« Ciò che adesso puoi vedere è invisibile; ciò che adesso puoi udire non ha
alcun suono.. »
Hitomi aprì gli occhi. Un mondo di luce, ecco cosa riusciva a vedere. Come nelle
sue visioni, tutto sembrava avere un senso.
« Chi sei..? » domandò, sussurrando, intuendo nella voce una presenza femminile.
« Bevi l’antico e la distante verità ti sarà mostrata… Adesso, abbandona il
tuo corpo. »
Hitomi chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare da quella luce che l’avvolgeva
completamente.
« Hitomi!! »
Con un battito d’ali, Van si portò nuovamente d’innanzi al viluppo di rami dalla
quale emergeva Hitomi, avvolta in uno stato perenne di incoscienza. Emanava una
calda luce dorata, che era stata in grado di disattivare l’energyst
dell’Escaflowne.
D’un tratto il corpo di Hitomi cominciò a muoversi e le braccia si distesero per
abbracciare i rami che assecondando quel movimento si stringevano a lei,
fondendosi con la luce.
« E’ cominciato. Non puoi fare più nulla, ragazzo. Adesso il futuro di Gaea è
nelle sue mani. » mormorò Dornkirk dissolvendosi nel nulla.
« No!! Hitomi! Hitomi! » a pieni polmoni, continuò a chiamarla.
E brandendo la spada, cominciò nuovamente a farsi breccia, sperando che non
l’avrebbe ferita. Hitomi era racchiusa nelle profondità del fitto della
ramificazione. Aprendosi un varco, cercò di entrarvi anche lui, non avrebbe
potuto raggiungerla in altro modo.
Hitomi scivolava nella luce, come se stesse cadendo. Una sensazione di
meraviglioso appagamento sembrò rassicurarla. Poi, d’un tratto lo vide. Gaea,
era meravigliosa.
Ne vide le foreste lussureggianti, gli specchi d’acqua cristallini, gli animali
correre nelle praterie.
« Questa sensazione.. è la beatitudine? » mormorò a se stessa, una domanda che
non conosceva suono in quella dimensione, ma solo voce.
« Ogni cosa è Uno, e tutto diventerà una sola cosa. Tutto è collegato ad esso.
»
« Perché.. mi trovo qui? Tu sei, Gaea? »
« L’avidità degli uomini, il loro continuo combattersi a vicenda, mi sta
distruggendo. La terra assorbe il sangue versato e la corrode. »
D’un tratto si vide lei stessa seduta sui talloni, d’innanzi ad un grande
albero. La coscienza si trasmise a lei comunicando il suo dolore.
« L’inizio è stato inevitabile, la fine è solo una conseguenza. Nulla potrà
mai cambiare. Questa esistenza è falsa. E’ un tentativo inutile. »
« Si.. Non cambierà mai nulla. Nonostante quanto io mi preoccupi, nonostante
quanto lui conti per me, nessuno potrà mai comprendere il dolore del mio animo.
» rispose Hitomi, abbassando il capo.
« Diventa una cosa sola con me altrimenti, cercherò di mettere fine al mio
stesso movimento. A Gaea, benedetta dai desideri delle persone, non è permesso
di crollare. »
« Si. Tutto diventerà nulla ed anche io.. preferisco non vedere quel futuro dove
io non ci sarò.. si. Tornare al nulla, tornare al tutto. Gaea.. Fino alla fine
di tutto. »
« Hitomi, ti prego apri gli occhi! » Esclamò Van, ancora con la spada in pugno,
cercando disperatamente di aprire un varco per raggiungere Hitomi. Mancava
oramai così poco.
D’un tratto si sentì afferrare da qualcosa. I rami, avevano ripreso a muoversi.
Si stringevano attorno a lui e nel contempo sbocciavano, minuscole foglioline
davano origine a migliaia di boccioli. Gli avevano afferrato le spalle e
cercavano di impedirgli i movimenti, quel piccolo santuario dove la luce dorata
sembrava esserne il fulcro stava catturando l’energia di Hitomi per rinascere a
nuova vita.
« Hitomi!! » allungò un braccio, a meno di un metro da lei, cercando di
sfiorarla, di toccarla, ma ancora era troppo lontano.
Si oppose con tutte le sue forze alla stretta che voleva costringerlo a
fermarsi. Mosse un passo e poi un altro mentre Hitomi svaniva diventando una
cosa sola con la luce e l’immenso albero.
Hitomi sorrise, un vento caldo le scompigliava i capelli.
« Questa è la felicità per chi accetta di unirsi al tutto. »
« Non vi è nessun altro in questo luogo? » domandò d’un tratto, guardandosi
attorno, i prati e le colline verdeggianti non gli restituivano l’immagine di
nessuna forma simile a lei.
« La gloria per chi va verso il tutto non può essere condivisibile se non con
se stessi. Ogni cosa qui ha perso la sua reale forma ed è concretizzato nel
volere di questo movimento. »
« Hitomi..!! Hitomi!! »
Una voce raggiunse le sue orecchie, distante, troppo distante per essere
compresa.
« Questo è.. il mio nome? »
« Il tuo nome costituisce il tuo essere e tu in questo momento sei una cosa
sola con me. La tua individualità si sta progressivamente unendo alla mia »
Hitomi si rabbuio, abbassando il capo.
« Quindi questo vuol dire, che se sarò in ogni luogo è come se non esistessi,
non avendo una forma non riuscirò ad esistere! »
« Il tuo essere sarà il tuo stesso movimento, la tua reale presenza sarà
concepita dalla terra, nutrita dall’acqua e accarezzata dal vento, sarai la vita.
»
« Hitomi! Hitomi! »
« Eppure, questa voce.. io la conosco.. »
I rami, oramai fioriti, avevano creato dei grossi solchi nella pelle di Van,
egli aveva le braccia completamente avviluppate ma cosa che lo preoccupava di
più era che anche Hitomi stava cominciando a perdere di consistenza, poteva
chiaramente vedere come le sue braccia, rivolte in alto fossero attorcigliate ai
rami in fiore, fiori bianchi e meravigliosi. Per poter entrare all’interno del
groppo di rami era stato costretto a far sparire le sue ali, altrimenti non
avrebbe potuto accedervi.
Davanti a lui, senza riuscire a fare nulla, Hitomi continuava a sparire nella
luce, inglobata dalla stessa.
« Hitomi, ti prego apri gli occhi! »
La vide appena muoversi, un impercettibile movimento delle dita delle mani, ma
forse, si disse, non era che il ramo che come un serpente, racchiudeva il suo
intero braccio destro e apriva naturalmente il suo palmo da dove nacquero altri
meravigliosi fiori.
Decise di sperare. Non poteva fare altrimenti. Ignorando la presa costrittiva
dei rami, continuò ad avanzare lentamente, un passo dopo l’altro, di pochi
centimetri.
« Hitomi, Hitomi! Torna indietro! »
« Questa non è la realtà.. non ci sarà nessuno qui. »
« Si, hai ragione. Eppure, questo è il luogo che tu hai scelto per salvare
Gaea. »
« Gli abitanti di Gaea.. i loro desideri potrebbero evitarne l’inevitabile
distruzione? »
« Gli uomini hanno la capacità di creare il proprio destino, di renderlo
reale. Si, riuscirebbero anche ad evitare la distruzione di Gaea se lo
volessero. »
« Hitomi!! Torna indietro! »
Hitomi la udì ancora una volta, quella voce così carica di coraggio e di
disperazione. Invocava il suo nome. Lo riconobbe, finalmente.
« Ragazza che provieni dalla Luna dell’Illusione, tu sei stata la prima ad
avere fiducia nei desideri delle persone che ti stavano accanto. Tale potere, ti
ha unito a me. Se lo desideri, non è necessario che i nostri esseri si uniscano
in uno solo. »
« Io.. non lo so, non so cosa sia giusto. »
« Non hai più fiducia? »
« Non è così. E’ solo che c’è qualcosa che non posso lasciare. Non posso
abbandonarlo. »
« Fino a quando vorrai continuare a vivere io vivrò. Se saremo una cosa sola,
io continuerò a vivere con te e tu continuerai a vivere con me. »
« Eppure.. tu continuerai a vivere, anche se io non diventerò una cosa sola con
te? »
« Solo se avrai fiducia e se non lascerai questo mondo, fino a quando i suoi
abitanti non conosceranno l’Amore. »
« L’Amore? »
« Si: Amore. Non ricordi quando hai capito anche tu, il valore di questo
sentimento? Questo può salvare Gaea dalla distruzione. »
Van era oramai allo stremo delle forze, aveva capito che l’albero stava
prendendo la sua energia esattamente come stava facendo con Hitomi, i fiori ed i
frutti che crescevano rigogliosi, non erano altro che il risultato dell’utilizzo
dell’energia e della forza di entrambi. Aggrappandosi disperatamente a
quell’unico ramo che ancora lo separava dal corpo di Hitomi, cercò di spezzarlo
utilizzando solo la forza delle sue mani. Dopo pochi istanti, ricrescette. Era
intriso di luce dorata e quando ritentò a reciderlo era inspiegabilmente
resistente, come metallo.
« Hitomi.. se tu non apri gli occhi.. se tu adesso non ritorni, non avrà alcun
senso vivere! » urlò, sforzando più che poteva, i muscoli delle braccia.
Hitomi era diventata più che un contorno, nella quale si riuscivano a
distinguere appena i tratti del viso. La sua essenza fisica stava sparendo, il
suo corpo era completamente imprigionato dall’albero. Van se ne accorse: era
lei l’albero!
Van abbassò il capo, serrando i denti, cercando di trattenere le lacrime, oramai
prossime a solcare i suoi occhi.
« Proprio adesso che avevo capito quanto tu fossi importante per me, proprio
adesso che la guerra è finita.. Non lasciarmi, Hitomi.. »
« Mi dispiace, non posso essere una sola cosa con te. Io sono io. Non posso
diventare te. »
« Con la forza del tuo amore, potrò ancora vivere a lungo. I sigilli sono
stati spezzati e non sarò più costretta a vivere secondo i desideri di coloro
che sono periti a causa della Macchina di Atlantide. Se tu vuoi amare, Hitomi,
io potrò attingere questa forza da te e continuare e prosperare. »
« Non lasciarmi, Hitomi. »
Van. Hitomi sobbalzò, guardandosi alle spalle, il sole sorgeva proprio
dietro di lei. Il sole di un nuovo giorno, un giorno meraviglioso, pieno di
speranze. Di futuro. Di fiducia.
« Ti sta chiamando. »
« Devo andare da lui. Se restassi qui, sarei comunque sola e ti condurrei alla
morte, ma così, tornando in quel mondo dove ho incontrato persone meravigliose e
gentili, allora potrai nutrirti dai nostri desideri e continuare a vivere. »
Hitomi aveva preso la sua scelta. Non sarebbe rimasta in quel luogo.
Non era necessario sacrificare la sua vita per dare un futuro a Gaea. Tutto ciò
che bastava era solo..Amore e fiducia.
« Avresti ottenuto la felicità eterna ed il completo appagamento, se fossi
divenuta una cosa sola con me. Le tue sofferenze ed i tuoi dolori sarebbero
stati sublimati e ogni tua paura sarebbe scomparsa. »
« Lo so, eppure c’è solo una cosa che non puoi darmi ed è per quella cosa che io
adesso devo tornare. »
« Perdonami: ho condiviso le mie sofferenze con te, perché solo tu potevi
porre fine a tutto questo, ma adesso che hai capito, ti prego: crea insieme a
lui, un mondo di pace e di prosperità. »
Hitomi, riacquistando una nuova consapevolezza fisica e recuperando la sua
realtà corporea si separò da quell’albero e fece il tipico inchino giapponese.
« Lo faremo. Ti ringrazio infinitamente per averci concesso una seconda
opportunità. »
« Speravo che tu fermassi e sciogliessi i sigilli, in altro modo, io avrei
continuato a vivere con loro ed il tuo sacrificio sarebbe stato necessario.
Necessitate di un futuro. Ed io non sarò mai sola. »
Hitomi sorrise, lieta che Gaea non dovesse più patire solo i sentimenti di
guerra e di odio ma che avrebbe potuto vivere anche solo di amore.
Si girò, dando le spalle all’albero, il sole nascente sembrò indicarle la strada
che le avrebbe concesso di tornare.
« Raccogliere il coraggio! » mormorò mettendosi in posizione: sarebbe stata una
lunga corsa e non voleva più indugiare.
Scattando in avanti e cominciando a correre, Hitomi sentì che avrebbe potuto
riacquistare la sua forma e tornare dalla persona che amava e che avrebbe
continuato ad amare.
Quando infine Van riuscì a spezzare l’ultimo ramo che lo separava dal corpo
immobile avvolto dalla luce di Hitomi, esso era ridotto a più che un’ombra, una
proporzione indistinta a malapena riconoscibile come una figura umana.
« Hitomi! » mormorò, allo stremo delle forze, ignorando la forte presa dei rami
avviluppati nel suo corpo che continuavano a tenerlo fermo a bloccare i suoi
passi, estremamente vicino ad Hitomi. Allungò la sua mano, riuscì a sfiorarle il
viso, prima che le sue dita passassero oltre affondando nella sua pelle, sentì
la sua consistenza quasi del tutto dissolta. Gli mancò il respiro: non poteva
permettere che ciò accadesse.
« HITOMI!! » La sua rabbia, il suo dolore e la sua disperazione si
concretizzarono in un ultimo e forte urlo. Non poté fare a meno di piangere,
mentre sfiorava il suo volto.
Poi accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato. Il viso di Hitomi si mosse
impercettibilmente e le sue labbra si schiusero.
« Van.. »
Il suo sussurro, la sua voce spezzata. Credeva di star sognando.
Poi rivide ancora una volta le sue labbra muoversi e le parole fluire stanche.
« Van.. »
Ed in quel momento, finì tutto. Non con un boato, ma con un sussurro.
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Ciao a tutti!
Anche questo capitolo ha riscosso moltissime visite! Ma passiamo direttamente ai
commenti!
leidia: Eccoti accontentata! Spero che questo capitolo ti piaccia! Fammi
sapere! ;D
Amber: Ciao! Vedo che hai un ottimo spirito di osservazione! ;D Quando ho
scritto questa parte non avevo ancora visto l'Anime di RomeoxJuliet, è stato una
sorpresa vedere quanto avessi inconsciamente carpito. Tuttavia in questo
capitolo si evidenziano grosse differenze. Se hai letto dal primo capitolo la
storia, dovresti rammentare la prima visione di Hitomi, quella dove lei sta
precipitando e poi viene "salvata" dal ramo che si avviluppa contro di lei come
un serpente. Ebbene, già da quel primo capitolo era stata focalizzata in questo
modo la scena. Eppure, Hitomi non si sacrifica per le colpe degli abitanti, ma
si sacrifica per ristabilire l'equilibrio che era stato infranto quando Dornkirk
aveva adoperato la macchina di modifica del Destino. Nel mio immaginario, anche
il Popolo di Atlantide avrebbe dovuto porre un sacrificio umano come compie
adesso Hitomi, tuttavia loro preferirono creare - ancora forti del loro potere -
un nuovo mondo, dove poter ricominciare, senza sacrificare nessuno. E' evidente
che non ci sarebbe stata una seconda scelta, il potere immenso di Atlantide è
sparito, anzi una piccola parte è concentrato in Hitomi. Il titolo è in effetti
un omaggio, l'ho messo di proposito, perché volevo dare un indizio ed in qualche
modo ricordare l'affinità (del tutto casuale, ci tengo a dirlo) con questa parte
di storia. Spero che nessuno si offenda, spero mi farai sapere cosa ne penserai
di questo capitolo, dove anche se la scena può in effetti rammentare l'ultimo
episodio, fondamentalmente non si tratta della stessa cosa. Se riesci a
toglierti lo schema di somiglianza nella testa e leggi il capitolo senza pensare
ad alcun riferimento, ti accorgerai che è molto più diverso di quello che pensi.
Fammi sapere!
Alla prossima settimana con il prossimo
capitolo!! ^___*
Ciao!