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Autore: JackPortiero    10/02/2023    0 recensioni
Il capitolo 77 di Boruto, dove quel matto di Kawaki spedisce Naruto e Hinata in un'altra dimensione (spoiler necessario per spiegare la mia Fic), è un INCREDIBILE punto di spacco e di svolta nell'intero Manga. Da qui, si potrebbero ideare 100.000 trame, proseguimenti della storia. E', o non é, il TimeSkip che tutti aspettavamo? Questa mia Fic, evoluzione della storia a partire dal cap.77, non è del tutto daccordo. Davvero Naruto e Hinata, due ninja di élite, sono stati messi così facilmente fuori gioco da un adolescente pazzo e ribelle? Chi è, qual è la vera forza di Hinata?... Kawaki, vuole sul serio uccidere Boruto! Per evitarlo, l'unico modo è rivelare la VERITA'. Dove porteranno, certe rivelazioni?... FanFiction piena di segreti ed eventi dolorosi, e misteri di potenza mai svelati. Leggete e vedrete! :)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Uzumaki, Kaguya Otsutsuki, Kurama, Shikamaru Nara, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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( NOTA ALLA LETTURA: in tutte le mie storie, la defunta madre di Hinata, di cui non si sa nulla, apparteneva al clan sei Senju. Hinata Hyuga è Senju e non solo, ha il Mokuton. Ma non l'hai mai usato in tutta la sua vita per ordine del padre, Hiashi, affinché non diventasse l'obiettivo dell'intero mondo ninja, per studi e cellule. Già Hinata ha il ricercato Byakugan della casata principale, ci sarebbe mancato solo di far sapere che ha il Mokuton. )

( EDIT: questo capitolo è postato prima del Manga originale "Boruto: Two Blue Vortex". In pratica ho previsto il ritorno dell'Hiraishin no Jutsu!... :D )





GO BACK HOME, CRAZY SON  -  (capitolo 1: Hiraishin no Jutsu di livello 3!)



"Tu sei pazzo. Nessun essere umano con un minimo di decoro ragiona in questo modo!"  -  (dal cap.77 di Boruto, fan-fiction/previsione degli eventi successivi)



*****



In che specie di cubico e scuro deserto si trovavano ora, Naruto e Hinata?... Lei, aveva dato un ceffone e del malato di mente a Kawaki. E lui, in tutta risposta, li aveva spediti per chissà quanto in un'altra dimensione, virtuale, cibernetica.
Perché egli è così che ragiona, del tutto calmo, ma lineare, dritto per dritto! ("I am totally calm... and thinking straight." - cit.)

Era questa, la fine? La profezia di Momoshiki?... Li avrebbero mai più rivisti, il settimo Hokage e la principessa degli Hyuga, a Konoha?... E Boruto? Era da qui, che avrebbe iniziato col perdere tutto?

"Meno male... che è molto calmo. Pensa un po' se non lo fosse... che guaio ora." - la prese sul ridere Naruto, ancora accovacciato a seguito dell'improvviso urto e sbalzo di realtà, messo goffamente a sedere dall'arte oculare del figlio adottivo ribelle, così, con le natiche sul pavimento, come un novellino. 

Stranamente, però... l'Uzumaki non sembrava affatto preoccupato. Anzi, cercava di sdrammatizzare, di sciogliere Hinata dall'incredulità. Lei sì, sembrava pensierosa; decisamente affranta dagli accadimenti.

"Mi chiedo... se io non abbia esagerato, prima..." - asserì la corvina, riferendosi alla sberla inflitta a Kawaki, e il susseguente giudizio di follia. Naruto, che si era rimesso in piedi, scuote leggermente la testa.
"Non direi, che tu sia stata abusiva. Sei stata solo più veloce di me." - suppose quasi per certo il Settimo, di essere stato soltanto che preceduto - "Sai... credo sia la prima volta che Kawaki abbia ricevuto un ceffone per un valido motivo. Anziché per violenza gratuita."

Naruto, si stava riferendo al fatto che avendo sperimentato soltanto abusi, in sua vita, Kawaki doveva avere sicuramente colto il significato di quel gesto. Differente, da parte di chi gli cucinava con cura e sentimento, piatti deliziosi tutti i giorni!

"Capisco..." - chinò leggermente il capo la Hyuga - "...deve aver sofferto anche più di quello che è possibile immaginare. Proprio come... Sasuke." - li paragonò, presagendo difficoltà lunghe una decade.
"Ehi! Dannazione... non mi ci fare pensare..." - sbraitò goliardico Naruto - "...a me o Boruto che inseguiamo Kawaki tutta la vita, per mettergli sale in zucca e riportarlo a Konoha." - scuotendo la mano in scomposto e frenetico cenno di diniego, più che poteva.

"Veramente... io pensavo a Neji." - rimase seria Hinata - "Al fatto che non sapeva che non c'era bisogno di sacrificarsi per noi. Che mi sarei potuta scansare all'ultimo, con un clone di legno." - ammise.

Hinata, rialzò la testa, fissando per un attimo Naruto. Non ce la faceva proprio, a scherzare. La storia, si ripeteva. In modo taciuto, mai rivelato, misteriosamente sinistro.


Neji infatti non sapeva, che Hinata avesse il Mokuton. L'Arte del Legno che ogni altro Villaggio, avrebbe sicuramente provato a sottrarre a Konoha. Anche a costo di scatenare un casus belli.

"Alla fine... Neji-niisan è morto per proteggere un'informazione. Per scongiurare un incidente diplomatico. È morto per nulla. Per un segreto. A causa mia..." - rifletteva contrita la donna che aveva sempre e solo usato tecniche Hyuga, in vita sua.

Per farla breve... i tentativi degli altri paesi di ottenere il Byakugan e il Mokuton in un colpo solo, sarebbero stati talmente sfacciati e recidivi, che prima o poi sarebbe stato il pretesto per una guerra tra le Nazioni. Per questo, Hinata Hyuga della discendenza Senju, non aveva mai usato l'Arte del Legno come arma di offesa, verso un altro shinobi. Un suo utilizzo, semmai, era una extrema-ratio. Di mera e non procrastinabile sopravvivenza.

Ma Neji, si era frapposto prima... Senza saperlo, non era morto per proteggere Naruto e Hinata, che poteva fare da scudo e salvarsi. In verità, si era sacrificato per salvaguardare il Sistema degli Shinobi, l'Alleanza appena formatasi, ancora troppo giovane per condividere una informazione di così vitale importanza. Le divergenze, relative alla la condivisione per tutti del materiale genetico di Hinata Senju, e al suo utilizzo, sarebbero state infinite. L'Alleanza... non si sarebbe formata, o avrebbe potuto finire col rompersi poco prima o durante la guerra, tanto era discriminate l'esistenza di uno shinobi con un Mokuton devastante, pari a quello di Hashirama.

"Naruto, senti..." - guardò dritto negli occhi al marito, la madre di famiglia - "Anche Boruto dovrà morire per colpa mia?... Per proteggere un'informazione?"

Un'altra. Non, quella riguardante il Mokuton. Una seconda verità scomoda. Sempre relativa a Hinata. Per la quale lei, si sentiva impontente. Privata finanche della possibilità di proteggere il suo figlio primogenito. La Hyuga... non era la nullità che il padre Hiashi-sama spacciava, ma un mistero. Un vaso di pandora da non scoperchiare mai. E per mantenere sigillati intel al suo interno, stavolta, ci sarebbe andato di mezzo Boruto. Hinata, ne era sicura.


          "Sarebbe... come far morire Neji una seconda volta per un'informazione, non proteggendo ciò lui voleva proteggere e sapeva sarebbe arrivato. Suo nipote. Nostro figlio."


"Intendi... quella informazione!?" - scrutò con preoccupazione l'Uzumaki, con mal celata sorpresa. I due coniugi, infatti, avevano stabilito di non parlane mai, per via della fiducia reciproca, e la stabilità familiare. Nonché di Konoha intera. Anzi, del mondo degli shinobi, letteralmente. La linea da adottare, dunque, era quella. Un segreto a fin di bene, per tutti. Ma quel per tutti, proprio ora, veniva a mancare.

"Se dire la verità a Kawaki è l'unico modo per impedirgli di uccidere Boruto..." - stabilì la corvina senza chiedere alcun consenso a chi aveva di fronte, il Settimo della Landa del Fuoco - "Ebbene. Lo farò."

L'Hokage... socchiuse per un paio di secondi gli occhi. Poi li riaprì, accennando alla Hyuga della casata principale, un benevolissimo sorriso d'amore, ma al contempo di netto rimprovero.
"Sei pur sempre uno shinobi della Foglia." - la ammonì autorevolmente, in veste ufficiale e del ruolo che ricopriva, l'Uzumaki, figlio di Minato Namikaze - "Non se ne parla. È top-secret. In alcun modo, puoi permetterti di agire per motivi personali, e svelare un segreto di Stato. Ne va dell'ordine pubblico. Forse anche estero. Si incrinerebbero i rapporti con gli altri Villaggi." - predisse nel dettaglio le conseguenze, con relativa facilità. Poi, in qualità di marito, Naruto calò l'asso, il carico da 90.


"Se lo dici... sarai sottoposta a mesi, forse anni, di indagini, sorveglianze e interrogatori internazionali." - disse più pacatamente il biondo, lasciando intendere che nemmeno lui, l'Hokage, avrebbe potuto evitarlo - "E se la scelta è un luogo neutrale, lontano... Potremmo anche... non rivederti più. Che ne sarà, allora, di Himawari? Se perderà per sempre sua madre? Ci hai pensato?" - giunse al dunque, credendo di avendo vinto la discussione.


         "Mi stai dicendo cose che già so, e che ho valutato con estrema attenzione... Tutto un giro di parole... per dirmi che non vuoi in alcun modo perdermi."


Passarono svariati secondi. La Hyuga, non replicò subito, si stava piuttosto sciupando nelle proprie considerazioni. Inavvertitamente, e affievolendo nel già scarno colorito. Sembrava quasi un fantasma. E dire... che solo circa un quarto d'ora prima, stava apparecchiando per imbandire la tavola con l'adorato marito, come la più felice delle mogli.
Dal vibrare, rigida, in brevi e impercettibili oscillazioni, la ragazza iniziò via via col tremare, scompostamente. Il respiro, secco e affannoso, quasi ai limiti dell'iperventilazione. Chi o cosa, sussurrava nella sua testa?

Hinata Hyuga... sentiva svariate voci, nell'animo, ognuna distinta e diversa dalle altre, ma tutte concordi su l'esito finale a cui avrebbe condotto il Silenzio. Un tacere che, spacciatosi come necessario, si sarebbe dimostrato vile. Una omertosa presunzione da adulti, vecchi testardi che hanno disperso per strada la giovanile sensibilità di scegliere bene, un'ipocrisia verso l'Inferno, una vergogna per qualsiasi genitore degno di questo nome.

Perché Boruto... stava in siffatta maniera per essere sacrificato per una informazione, un segreto riguardante sua madre. Un intel di Konoha, a garanzia dell'equilibrio e la stabilità dei Villaggi. Hinata... ne era stra certa. Non poteva più, restare nascosta nella sua debole parte di mansueta donna di casa. Ma tornare ad essere... uno SHINOBI.
Dal momento che Kawaki, era già riuscito una volta nel perforare a morte il torace di Boruto, e dunque constava il precedente, la prova che poteva succedere ancora. La Hyuga, immaginando a ciclo continuo la scena, l'irreparabile lutto, si ritrovò infine in preda a un'ansia incontenibile, sull'orlo di un attacco di panico. Ma i ragionamenti, di per sé, risultavano lineari, concreti, chiaroveggenti, del tutto lucidi. Per questo motivo, Hinata stava per esplodere. Perché nella predizione del tragico epilogo, aveva perfettamente ragione.


          "Se non diciamo la verità... Boruto morirà per un intel riguardante me. E' così, che finirà. Kawaki non si fermerà, se non gli diamo un valido motivo per farlo. IO... sono quel MOTIVO."


Naruto... si avvicinò lentamente a Hinata, molto lentamente. Per non rischiare di destabilizzarla ulteriormente. Non appena potè, le strinse delicatamente la mano. Promettendole, con un sorriso dei suoi, che avrebbe sistemato tutto. Fermato Kawaki. Protetto Boruto. Evitato qualsiasi cosa, se solo si fosse fidata di lui.

Hinata, però, per la prima volta in vita sua, non credette ciecamente a Naruto, e mollò istintivamente la presa. Si scostò dall'amore della sua vita, avanzando di qualche passo verso l'infinito oceano di forme geometriche dove stavano rischiando di villeggiare, scomodi e dimenticati per l'eternità. Dunque, prese un bel respiro, distensivo, e poi ancora, fino a ritrovare la compostezza tipica del clan Hyuga. Si allontanò dall'Hokage, il Settimo in vigore, solo un altro po', mezzo metro ancora, per trovare il corretto distanziamento che deve sussistere tra un capo, un kage, e un ninja qualsiasi, un sottoposto nelle gerarchie. Infine, la chunin si voltò, mostrando in viso un'espressione neutra, compassata, tranquilla, pragmatica, del tutto professionale.


"La prego di perdonare la mia irriverenza, Hokage-sama... Non era inteso, di agire da sola o mancarle di rispetto." - si scusò davvero, pronunciandosi in un ossequioso inchino, la kunoichi dagli occhi perlacei - "...e la prego di credermi, se le dico che non sono spinta da motivi personali. Ma dalla Volontà del Fuoco degli shinobi della Foglia." - assicurò, usandolo un po' come pretesto, a dire il vero - "Dobbiamo proteggere... la nuova generazione. Anche Kawaki, prima che compia un crimine irreparabile, e il Consiglio dei Jonin stabilisca che è un traditore di Konoha, da eliminare. È necessario affrettarci, nel prendere la decisione migliore, che non sia un azzardo." - terminò propedeuticamente, mantenendosi in posizione longilinea, statuaria e militare.

"Mi pare di capire che per te, arrivati a questo punto..." - interrogò diretto l'Uzumaki - "...non dire la verità è il vero azzardo? Molto più che dirla?" - chiese retoricamente - "Saresti in grado, di argomentarlo?" - la sfidò bonario, a esporre una analisi, che fosse dialetticamente convincente - "Rispondi sincera e con senso di responsabilità, come se fossi il mio consigliere. Poiché siamo solo io e te, qui. E rischiamo di rimanerci per molto." - pretese in maniera così formale, quasi asettica, perché il dovere di leader, gli imponeva di farlo. Hinata, confermò quindi le sue paure come un fatto futuro, una tangibilità concreta, con un lieve, ma assoluto cenno del volto.


"Sono convinta che se non lo fermiamo con la verità, Kawaki riuscirà nel suo intento di uccidere Boruto." - assicurò la discendente alla lontana di uno dei due figli di Kaguya Ootsutsuki - "Di quello che penseranno i kage, i Villaggi e i loro abitanti, ci penseranno la diplomazia e gli esperti in comunicazione... Questa generazione dei 5 kage, pare più flessibile e ragionevole, delle precedenti." - si espose nella valutazione - "Delle conseguenze... ci saranno, ma dopo 16 anni di pace, non sarà certo una guerra. Ma, più probabilmente, una ridefinizione dei trattati, o sanzioni economiche. Ci stiamo fasciando la testa prima del dovuto riguardo gli scenari peggiori, Signor Settimo." - osservò sagacemente. Che congetturare su conseguenze politiche anche gravi, non valeva il mettere a rischio la vita di giovani foglie.

Il superiore tra i due, l'Uzumaki, fissò dritto negli occhi la sottoposta. Ora che non era più attanagliata da ingestibili livelli di ansietà, la stava ascoltando finalmente con attenzione. L'Hokage, prese dunque e mantenne per un po' la parola, scusandosi anch'egli, riguardo la presunzione di dover fare e risolvere tutto da solo. Poiché entrambi, Naruto e Hinata, nell'imprevisto avevano avuto questo eccesso di alterigia, non proprio da loro. Dunque, i due ninja iniziarono a ragionare con calma su quanto sarebbe stato difficile fermare Kawaki con la forza bruta o dei ninjutsu, ogniqualvolta che fosse stato necessario. Da un lato, perché Naruto non aveva più Kurama, a garantirgli reattività e una velocità supersonica, dall'altro perché Kawaki, si ritrovava in possesso di una abilità oculare oltraggiosamente insensata in quanto a potenza, utilità, e sfacciettature di tipo diversivo, spazio-temporale, ma in particolare... il Sukuna-Hikona, l'abilità di restringimento fisico, a livelli microscopici, quel modo così troppo facile di rendersi sfuggente e invisibile, risultando un perfetto e letale killer.

"Probabilmente hai ragione..." - concluse Naruto con un braccio conserto e la mano opposita appen di sotto il mento - "A meno di non considerare Kawaki un traditore da abbattere... Il che, non si rende minimamente conto, per un Villaggio che lo decida e si coordini, sarebbe assai facile..." - riflette in ultima istanza - "...è quasi impossibile fermarlo ogni volta con le buone, considerandolo un familiare e un abitante di Konoha, e
 garantendo sempre per lui di fronte a Shikamaru e gli altri jonin."

"Capisci?... Loro voterebbero all'unanimità di dichiararlo un nukenin da eliminare. Proprio come fu con Sasuke." - rivangò nei trascorsi dell'anteguerra, la Hyuga - "E poiché non se ne parla, di uccidere Kawaki, proprio per quello è ingestibile, così pericoloso per la vita di Boruto." - confermò, iniziando a ritrovarsi, finalmente, sulla stessa linea d'onda del partner - "Se vogliamo salvare entrambi... l'unico modo per distogliere Kawaki dal suo intento, è dicendogli la verità. Questo, lo fermerà."

"Non credo, sia così semplice..." - dissentì tuttavia Naruto - "Non si fermerà. Diventerai semplicemente tu, il suo primo bersaglio." - specificò inequivocabilmente. A buon lettore, e intenditore...


"Lo so. Questo intendevo, con fermalo." - specificò meglio la corvina, anziché albina - "Diventerò io il suo target. Dovrà uccidere prima me. E sai, che in realtà è difficile." - proseguì, senza vanto alcuno, ma per pura necessità, senza fronzoli - "Probabilmente... proverà ad attaccarmi anche subito. Ma una volta detta la verità, non avrei più motivo di nascondere la mia forza."

L'Hokage, annuì, sapendo forse solo lui, e non avendo dubbi, che Hinata fosse molto più forte di Kawaki.
"Però... che succederà, alla tua persona dopo?" - passò in coda alla domanda finale, l'Uzumaki - "Hai un'idea precisa, della reazione dei kage, che ti deriva dalla capacità del clan Hyuga di prevedere gli eventi?" - chiese cercando di mantenersi forzatamente ufficiale, sino al termine del confronto. Confronto... per stabilire i dettagli non modificabili di quella che, di lì a poco, sarebbe stata una MISSIONE ufficiale di grado S.

"È come hai detto tu, Naruto..." - rompé un filo le righe Hinata, mestamente - "Tutti i Villaggi... chiederanno la mia detenzione cautelativa in un luogo lontano, forse inaccessibile. Sarò estradata. Rischieremo di non vederci mai più." - non nascose, dando conferma alle argomentationi iniziali dell'amato, che aveva sperato di distroglierla da un vero e proprio suicidio sociale, facendo leva sui suoi doveri di madre. E pur tuttavia, ora era con una onorevole kunoichi ferma nei suoi doveri di ninja, che il Settimo si era raffrontato, giungendo a sofferte valutazioni, e ardue deliberazioni.

Lo sguardo di Naruto, si fece fermo, assolutamente penetrante. Da Settimo qual era, e sicuro di chi aveva davanti a sé, dichiarò attiva la MISSIONE: "Ritorno a Konoha, e verità!".
Hinata, notò comunque in lui, per un attimo, un mascherato velo di turbamento, e riperse così la capacità di parlare in maniera formale, militaresco, di fronte al sua anima gemella. Era... suo marito, la persona con cui stava parlando! Dannazione! Era stato davvero necessario, rivolgersi come quasi due estranei, per tutto il tempo!?... Solo per capire il da farsi?

Hinata... tornò ad essere Hinata. La ragazza innamorata del suo principe azzurro. Calò gli occhi, facendo cadere la maschera. Iniziando a trattenere, a stento, un principio di intensa lacrimazione.

"Ma io... sono disposta a sacrificarmi come shinobi. Anche a subire un ergastolo." - si portò le mani aperte sul volto, la più pura di cuore, cercando di dissimulare l'angoscia, una qualsivoglia espressione di disperazione - "Altrimenti... nostro figlio morirà per mano di Kawaki. E Kawaki verrà perseguito e ucciso." - cercò di trattenere il singhiozzo, come poteva.

Naruto... rompe il giogo delle convenzioni anche lui, e iniziò ad avvicinarsi verso la propria donna. La quale non si rese, subito conto, che il suo uomo, non più il suo superiore, le stava venendo incontro.

"Hinata..." - mormorò con fermezza l'Hokage, al primo e secondo passo verso la propria partner - "Tu... non hai alcuna colpa. Non finirai in prigione. Questo, non lo permetterò." - assicurò, avvicinandosi ulteriormente - "Ho già pensato a come evitarlo." - sorrise, quindi, avendo escogitato e pianificato, in cuor suo, qualcosa che nessuno, nessuno mai, avrebbe potuto immaginare, riguardo al modo di salvare la sua compagna da una ingiusta reclusione. Neanche... impegnandosi 100 anni. Eppure lui, Naruto, l'idiota che sognava a tutti i costi di diventare Hokage, ci era già arrivato. Era talmente banale, sebbene impensabile. Tutto, quindi, sarebbe andato per il meglio, perché Uzumaki Naruto, conosceva il significato della parola priorità. Solo un genio imprevedibile come Naruto, avrebbe potuto pensare a una soluzione tanto semplice, quanto efficace, in così breve tempo. E difatti, nemmeno Hinata, con le sue straordinarie doti di precognizione e chiaroveggenza, colse la soluzione del rebus. Il modo in cui, Naruto, avrebbe scagionato Hinata, prendendosi lui tutte le responsabilità. Vale a dire... DIMETTERSI dal ruolo di Settimo, spogliarsi del Titolo di Hokage, il suo Sogno, assumendosi tutte le colpe, e pregando gli altri kage di archiviare l'accaduto.


"Ma poi... che ne sarà di Himawari, il Re..." - non colse gli intenti del marito, la moglie, pensando ancora di dover convincere - "...che ne sarà, della nostra bambina, se perderà per sempre suo fratello, per mano di suo fratello?" - si pronunciò, ma subito dopo sì zittì Hinata. Non, per via della frase di senso compiuto appena pronunciata. Ma perché Naruto, non si era resa affatto conto, ora le stava davanti, apparentemente severo, ad un solo centimetro.

"Basta così, Hinata." - la abbracciò a sorpresa, stringendosela tutta, forte forte, a sé - "Hai detto troppe volte, forse nove o dieci, che Boruto morirà. Basta. Non voglio più sentirtelo dire." - la riprese, dolcemente.

"Ti credo..." - le sussurrò con amore, passando le forti dita tra i blu capelli, e accompagnando l'affusolato viso di lei verso la propria spalla, di modo che potesse finalmente affossarsi su di essa, e sfogare tutte le lacrime.

"Non s-sono pazza. Non sono pazza..." - scoppiò a piangere Hinata, senza un apparente senso logico, e come se, proprio in quel momento, Naruto avesse di fatto salvato, la vita di Boruto.
L'Uzumaki... chiese curioso cosa mai intendesse con "pazza". Poiché andava bene, era tutto normale. Ma le disse anche, alzandole il viso e gli occhi arrossati, e baciandola sulla fronte, che anche qualora fosse stata pazza, l'avrebbe amata ugualmente.

"Tu... hai sempre creduto in me. Sempre." - le bisbigliò con infinita riconoscenza, e ponendo l'accento su quel sempre, il ragazzo della Volpe - "Se ora io non facessi lo stesso, credendo in te l'unica volta che me lo chiedi così disperatamente..." - spiegò, avendo come intuito anche lui di riflesso, la gravità del rischio corso - "E se perdessimo nostro figlio perché come Hokage ho scelto male e ho fallito." - ragionò, come riconoscendo che Hinata lo aveva rimesso sul binario giusto, quello di genitore, prima che di reggente - "Sarei il peggior marito, il peggior padre, e il peggior Hokage della storia al tempo stesso. Non ti pare?" - le sorrise, luminoso come non mai.

Hinata, riuscì finalmente ad abbozzare, anche lei, una più serena smorfia di consolazione, un lineamento di migliore umore. Confessò a Naruto, arrossendo con la giovanile timidezza di un tempo, di amarlo ogni giorno di pù. I due amanti si tennero giusto, qualche momento, mano per mano, stabilendo dopo non molto, che fosse proprio il caso di rientrare a casa.

"Credo che Shikamaru, avrà convinto Boruto a nascondersi da qualche parte... mentre torniamo." - rifletté sulle tempistiche, Uzumaki Naruto - "Ma dobbiamo comunque affrettarci. Credo sia ora." - si preparò alle mosse successive, pianificandole con un alto livello di complessità, da non sottovalutare. (le capacità strategiche di Naruto sono sempre sottovalutate, ndr)


La realtà, era quella. Un non addetto ai lavori, potrebbe rimanere ben shockato!... Ma due ninja di elite come Naruto e Hinata, erano sicuri dei loro mezzi nel poter tornare in breve a Konoha, avendo tra l'altro almeno mezz'ora di tempo, per agire. Perché sapevano bene che, Shikamaru, avrebbe guadagnato del tempo, almeno 30 minuti. Dei quali erano passati, una ventina soltanto. Erano stati drammatici, esasperanti, questo è vero, ma, tutto sommato, la gestione del tempo era stata ottimale. Ma la cosa più incredibile, è come se entrambi non avessero mai avuto dubbi, sul fatto che sarebbero potuti tornare a Konoha, anche subito, quando volevano!

Hinata, pareva si stesse concentrando persino più di Naruto, dopo essersi asciugata le copiose lacrime. Sembrava pronta all'azione.

"Mi dicevi, l'altro giorno, che ci eri quasi?" - chiese ottimista e serafico Naruto, riferendosi a una questione ben specifica: se Hinata, essendosi allenata segretamente 2 ore al giorno tutti i giorni negli ultimi 10 anni, avesse finalmente imparato, ultimato, perfezionato la nuova tecnica.

"Come avrei voluto impararla io, papà, ma..." - pensò tra sè e sè l'Uzumaki - "...da quando sono Hokage, non ho neanche un minuto di tempo per esercitarmi su nuovi jutsu." - farfugliò il figlio del Quarto, alzando lo sguardo in alto, fiero, quasi commosso, immaginando la figura paterna del Lampo Giallo, di certo orgogliosa. Ok, la tecnica l'aveva imparata Hinata. Ma in fondo, lei era la sua compagna. Formavano una coppia affiatata. Come una sola persona. Valeva uguale, Minato, no?

"In realtà... quasi, appunto." - rispose vaga Hinata, la casalinga con l'hobby dei jutsu, se non proibiti, proibitivi - "Non sono del tutto sicura, di riuscire a tornare entrambi." - fu incerta, a differenza di Naruto, che le pose una mano sulla spalla, per connettersi a lei in quella che sembrava profilarsi... LA TECNICA DEL DIO DEL TUONO VOLANTE!

In una versione successiva, e con delle modifiche che venivano incontro, tra l'altro, a un differente utilizzatore. Nella fronte della Hyuga, infatti, dapprima invisibile, comparve una specie di segno, una piccola figura quadrangolare, o meglio, romboidale. Era qualcosa... di simile al Byakugou di Sakura?... O... al Karma di un Ootsutsuki?... Non si capiva, non era per nulla chiaro.

"Prova..." - incoraggiò Naruto, lasciando fluire lentamente il suo chakra, verso quello di Hinata - "Al massimo mi riposo qui per un po', e mi vieni a riprendere poi, quando verrà nominato l'Ottavo Hokage." - scherzò sia serio, che burlone. Il ruolo di kage difatti, era massacrante, un noiosissimo lavoro di ufficio e di routine, tutto fuorché un'avventura spettacolare, o un punto di arrivo.

Dopo avere prodotto numerosi, ma veloci segni col le mani, il piccolo rombo sulla fronte di Hinata, non visibile nella quotidianità di tutti i giorni, splendette.

Hinata... aveva reso l'Hiraishin no Jutsu del Quarto Hokage, un ninjutsu che non richiedeva più sigilli con entrambe le mani ogni singola volta, per essere eseguito. Bastava eseguirli solo la prima, comporre il ninjutsu soltanto la prima volta, attivando il segno sulla propria fronte. E poi, teletrasportarsi a piacimento, avvicinando soltanto due dita verso la spaziosità sovraoculare, e decidendo tra quali dei tanti marchi predisposti, trasferirsi.
Il fatto di usare solo due dita, come a mezzo sigillo adiacente la propria fronte, e non formare ad ogni uso una lunga, seppur rapida sequenza di gesti, avendo fin dall'inizio attivato il marchio sulla propria pelle, rendeva la tecnica di Minato Namikaze, persino più veloce di qualche centesimo di secondo. Perché bastava usare soltanto l'indice e il medio. E teletrasportarsi. Inoltre, avendo incorporato, come immagazzinato la tecnica nel proprio corpo grazie a quel piccolo rombettino, questo comportava un dispendio quasi nullo di chakra, dove, in realtà, la tecnica del Dio del Tuono Volante, ne esigeva molto.

Era, definitivamente, a un livello successivo. Superiore.

"Come l'hai chiamato, poi?... Teletrasporto?... come nell'ANIME per cui vanno matti Boruto e Hima!?" - domandò Naruto, un po' sornione. Fiducioso.

"Hiraishin no Jutsu. Livello 3!" - esclamò Hinata Hyuga, a torto ancora un po' insicura, con l'indice e il medio, appena sopra gli occhi, come il PROTAGONISTA in questione.

Naruto sorrise. Magicamente, lui e Hinata, entrambi, sparirono.










Dove erano scomparsi, il Settimo Hokage e la principessa degli Hyuga?... Qui... solo un cubico e scuro deserto senza vita, di forme geometriche.





*****















Nessun timeskip? Almeno qui, in questa fan-fic. Se pensavate che la coppia di shinobi più forte del mondo fosse stata così facilmente esautorata e messa fuori gioco da un adolescente arrogante e ribelle... Vi stavate sbagliando di grosso!... :Pppp

To be continued...

- by JackPortiero
  
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