Anime & Manga > Sam, ragazzo del West
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Autore: Silen    12/09/2009    2 recensioni
Il paradiso esiste davvero, oppure è soltanto un miraggio nel deserto?
Un giovane pistolero dagli occhi di ghiaccio lo scoprirà durante il cammino per ritrovare suo padre e se stesso.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SAM FanFic

Qualche sera dopo Sam tornò al Paradise Sacks, sperando inconsapevolmente di poter rivedere Pepita, che, però, come la prima volta, non c’era; rifiutò l’ennesimo invito di Billy Ray al tavolo da poker, guadagnandosi un’occhiata cerulea sospettosa, poi subito sostituita da un sorrisetto mellifluo, quasi fosse merito suo, quando il ragazzo indicò la “rossa al peperoncino” con uno sguardo eloquente.

– Ottima scelta, pivello! – esclamò l’uomo, assestandogli la solita pacca non richiesta sulla spalla, – Frenchie fa un eccellente servizio completo! – suscitando l’ilarità volgare dei compari seduti accanto. Evitò di replicare e la raggiunse, poi si avviarono al piano di sopra, e, dopo qualche minuto in un totale e palpabile silenzio, durante il quale lei aveva incominciato meccanicamente a spogliarsi, la fermò. – Possiamo restare anche vestiti… – Al che, la ragazza lo scrutò stranita, poi sorrise maliziosa, – Ah, ho capito: a te piace giocare! – ma lui scosse la testa, – No, voglio solo conversare con te. –

Il ragazzo era comunque un po' sulle spine, e fece non poca fatica a convincerla a prendere sul serio le sue intenzioni, però ci riuscì, semplicemente parlandole in tutta franchezza: si sentiva solo e aveva soltanto voglia di restare con qualcuno con un’età più prossima alla sua. Frenchie lo assecondò; sulle prime, fu dubbiosa, poi, intenerita all’espressione giù di corda di quegli occhi così neri ma anche di ghiaccio, e quindi, proprio come Sam aveva previsto, diventò man mano più incline a raccontargli anche qualche pettegolezzo da saloon, prevalentemente incentrato su di sé.

Così venne fuori che in realtà si chiamava Daisy, poiché a tutte le sue donnine Sacks affibbiava un “nome d’arte” che, a suo gusto, si addiceva di più alla personalità di ognuna, oppure per via del loro aspetto fisico. Infatti, la ragazza, pelle d’avorio, capelli ramati e occhi di acquamarina, per le molto limitate conoscenze geografiche e culturali dell’uomo dava quel tocco di ‘nobiltà parigina’ al bordello, quindi era stata ribattezzata Frenchie, sebbene avesse una lontana discendenza irlandese e fosse figlia di umili contadini dello Utah, che non avevano la minima idea dei guai in cui si era cacciata.

Sfruttando il poco tempo in cui lei poté rilassarsi, Sam riuscì abilmente a dirottare le sue chiacchiere femminili anche sulle altre; in particolare su Pepita, poiché era rimasto incuriosito dalla messicana con le iridi di oro nero e la chioma fluente, lucida e setosa, come quella di una squaw, ed il corpo minuto ma messo sapientemente in risalto dal vestito celeste stretto sul busto; ebbe conferma che le ipotesi di parentela formulate in precedenza erano più che fondate: Santiago era suo padre.

Daisy non gli spiegò come o perché la ragazza fosse finita lì, rivelò soltanto che veniva chiamata così perché rappresentava la “miniera d’oro del paradiso”, come era solito definirla il bastardo sghignazzando, che al momento opportuno gli avrebbe fruttato un sacco di soldi; quindi, per adesso, Pepita lavorava soltanto in cucina, e solo di giorno. Di conseguenza, suppose il ragazzo, non aveva ancora incontrato nessun cliente, e quella fu la miglior informazione ottenuta durante la mezz’ora per cui aveva pagato.

Intanto era anche ormai scaduto il tempo, così fece per congedarsi dalla ‘sua’ donnina, sebbene non avessero consumato alcunché; vide Frenchie mordersi nervosamente il labbro inferiore, così la aiutò a disfare accuratamente il letto perché sembrasse invece l’esatto contrario, e lei dopo non incorresse nei sospetti, o peggio, nelle furie del suo padrone; come ringraziamento per il gesto Sam ricevette un bacio stampato all’angolo della bocca, poi sbavato col dito, cosicché anche lui, una volta tornato al piano di sotto, portasse i segni di rossetto di ciò che invece non era mai avvenuto nella stanza.

Miss Holloway lo stava aspettando in piedi in soggiorno, a braccia conserte e con l’aria più corrucciata del solito; Sam era orfano, ma in quel momento la donna gli parve una madre delusa dal comportamento di un figlio, e l’idea lo fece sorridere.

Non ebbe scrupolo a rimproverarlo aspramente, anche se come suo ospite non aveva contravvenuto a nessuna delle regole della pensione, mentre il sorriso sulla faccia del ragazzo la fece infuriare. – Si può sapere cosa trovi di così divertente?! – sbottò.

– Non immaginavo fosse necessario chiedervi il permesso, per frequentare il saloon, Miss… – che boccheggiò senza riuscire a formulare una risposta caustica quanto basta con cui assicurarsi l’ultima parola, perché aveva ragione lui: lei non era nessuno per imporgli come dovesse comportarsi fuori da casa sua, però ormai la sua presenza era diventata una specie di punto fermo; sospirò, cercando di riprendere il contegno.

– Non mi piace vederti gettar via il denaro che guadagni onestamente nelle tasche già gonfie di quel… – e si morse la lingua, per non usare il nutrito – ma poco raffinato – vocabolario colorito di epiteti spregiativi che conosceva.

Allora Sam decise di spiegarle quello che davvero era andato a fare al Paradise Sacks, con una punta di soddisfazione, immaginando che Miss Holloway avrebbe sicuramente compreso e magari anche approvato che si stesse interessando di Pepita e suo padre. Invece la donna, sulle prime, rimase stupita, dopodiché commentò criptica – Santiago si è rovinato con le sue stesse mani. –

Il ragazzo rimase perplesso, non aspettandosi così tanta ostilità verso quella che considerava solo una famiglia infelice; così provò ad insistere, e infine ebbe la meglio vincendo lo stretto riserbo di Meredith sui pettegolezzi da saloon.

– Sono arrivati dal Messico, lui e la figlia, con una carovana di emigranti in cerca di lavoro in un paese ricco e libero, e Paradise doveva essere soltanto una sosta nel lungo viaggio per raggiungere il Nevada… – iniziò stancamente, – Invece parecchi di quei poveri sprovveduti hanno lasciato qui i risparmi di una vita, attirati dall’illusione delle vincite facili, ma truccate, al tavolo da poker. – Poi l’espressione del viso si indurì – Ma, se altri sono poi ripartiti alleggeriti soltanto di soldi e dignità, Emilio Santiago si è invece giocato la cosa più preziosa che possedeva. –

Il giovane cow-boy aveva ascoltato in silenzio, con l’indignazione che sentiva montare dentro: compassione per la ragazza, che non meritava un tale destino; frustrazione per non poter fare nulla di concreto per lei; un tentativo di comprensione anche per l’uomo, forse costretto dagli eventi a quell’atto sconsiderato.

Al contrario, il tono tagliente della ex-prostituta non lasciò spazio a pietà o indulgenza. – Così, adesso, lui vive come un reietto fuori dalla città, forse in qualche capanno o miniera abbandonati; non ho idea di come ora possa guardarsi in faccia ogni giorno… – concluse, severa, – E nel frattempo, quella povera creatura non può far altro che attendere che si presenti qualche individuo ripugnante con la somma stabilita, che gli permetterà di comprare la sua… – il suo volto diventò di pietra, – …innocenza. –

Sam espirò, comunque ancora scettico – Però, qualche giorno fa, ho visto Santiago da Sacks: forse con l’intenzione di… – Fu interrotto da una secca risata sprezzante – Già, Emilio ogni tanto si rifà vivo, certo, ma ciò non toglie che abbia venduto la sua stessa figlia come una puttana a quel dannato bastardo di Billy Ray! – esclamò con rabbia. Miss Holloway aveva pienamente ragione, ma udire le sue parole, pronunciate come una condanna senza appello, fece scattare quella molla di ribellione interiore, mentre un’idea, forse assurda, cominciò a farsi strada dentro la sua testa.

Il ragazzo e la donna si congedarono poi per la notte, ognuno di loro di nuovo richiuso nel proprio orgoglioso ritegno; il tempo per chiarirsi sarebbe giunto in seguito.

* * *

I lavori di riparazione alla pensione procedevano con regolarità, poiché ormai Sam era diventato una specie di tutto fare per Miss Holloway, in cambio dei pasti e, alla fine, anche di qualche penny di sconto sulla tariffa; la donna pareva quindi essersi un poco ammorbidita, e al contempo il ragazzo non aveva più sollevato lo scottante argomento di scontro. Inoltre, estese le sue capacità manuali anche ad altri residenti di Paradise, con buona pace di Mr. Morton, che, anzi, avendo maggior tempo libero a disposizione, poteva dedicarsi ben più felicemente alla sua ‘terza attività’, seppur non esattamente remunerativa: il bere; infatti, l’uomo era un assiduo frequentatore del Paradise Sacks, di sera, al tavolo da poker, di notte, a donnine.

E non erano affatto rare le volte che poi dovesse smaltire una sbornia in cella, dopo aver partecipato come protagonista assoluto all’ennesima rissa al saloon; sebbene, poi, il mattino seguente ne fosse completamente dimentico e ricominciasse la sua vita, apparentemente normale, di giorno.

Il suo stile di vita era indubbiamente discutibile, però veniva tollerato, perché Gregory Morton oltretutto godeva della cosiddetta ‘protezione’ di Billy Ray, mentre lo Sceriffo Stoker non poteva di certo impiccarlo per il solo reato di ubriachezza molesta.

Intanto, anche i guadagni alla stalla contribuivano ad accrescere il piccolo gruzzolo che il giovane cow-boy stava mettendo da parte ogni giorno, che gli consentiva, inoltre, di rendere più concreto e attuabile il suo proposito ancora segreto.

Aveva cercato più volte di avvicinare Pepita per proporle un’offerta di aiuto per uscire da quella squallida situazione; però la ragazza si era dimostrata sempre indifferente ad ogni suo tentativo di approccio, limitandosi a trattarlo come ogni qualsiasi altro potenziale offerente. Quella era la cosa che più gli provocava rammarico, perché lui non era come gli altri, e desiderava provarlo a lei ancora di più che a se stesso; però, l’unico modo che aveva per ottenere informazioni, senza sembrare troppo curioso e inopportuno, era parlare con Daisy, pertanto i suoi incontri a pagamento con Frenchie non aiutavano affatto l’immagine che voleva darle di sé.

Meredith Holloway era una donna che il passato aveva reso perspicace, ma, sebbene avesse intuito, non diede più consigli non richiesti al ragazzo; non lo incoraggiò, però nemmeno suggerì di desistere dall’intento di immischiarsi in affari più grandi di lui, lasciando che continuasse a coltivare la blanda illusione di poter aggiustare le cose, anche se non erano vecchie serrature o pompe dell’acqua.

Non voleva demolire quella flebile speranza che gli consentiva di guardare ogni giorno il sorgere del sole con ottimismo; tanto, prima o poi, si sarebbe dovuto scontrare con la dura realtà di Paradise e delle sue regole non scritte. Ma al contempo riteneva che sarebbe stato in grado di affrontare anche una cocente delusione, perché lui sapeva comunque cavarsela da solo; lei non poteva far altro che attendere il momento in cui avrebbe preso atto e rinunciato. O forse no, magari, il pistolero dagli occhi di ghiaccio avrebbe invece deciso di lottare.

In un’occasione, durante la cena, Miss Holloway volle sottolineare, con un sorrisetto in parte materno e in parte malizioso, quel suo spiccato interesse per Pepita. – Non è che, per caso, magari ti piace? – Sam ingoiò a fatica il boccone che stava masticando. – Non sarebbe poi così strano: dopotutto avete più o meno la stessa età… – incalzò. Il ragazzo negò con un po' troppa enfasi, e il sorriso della donna si allargò.

– È strano che invece qui finora nessuno, primo fra tutti, padre Simmons, si sia dato pena per… – commentò lui assorto, poi si illuminò in un’idea, lì per lì geniale, – …per fare, ad esempio, una denuncia! –

Lei scosse la testa – William Raymond Sacks è un maledetto bastardo senza scrupoli, ma non ha commesso nulla di illegale: ha vinto la posta in gioco e l’ha rimessa in palio al miglior offerente, e tutto ciò è riprovevole, d’accordo! – sbottò piuttosto accigliata; poi si strinse nelle spalle, lasciando parlare la voce dell’esperienza, – Gestire una casa da gioco e di piacere è perfettamente legale in Arizona. – Fece una pausa in cui cercò di riassumere un concetto difficile in poche, semplici parole. – Se fossimo a Phoenix, le signore per bene sarebbero tutte quante indignate e si organizzerebbero in chiassose quanto inutili petizioni di protesta… – poi fece un sorrisetto ironico, – Nel mentre, i mariti vengono qui apposta per trovare il paradiso. –

Sam sospirò, perché Meredith aveva di nuovo ragione su tutta la linea; le dava ancora del “voi” e non la chiamava per nome, ma ormai non considerava più Miss Holloway un’estranea, piuttosto un’amica con cui poter sfogare la sua frustrazione per il senso di impotenza che provava. – Per questo ho intenzione di comprarla io! – esclamò con piglio deciso, esprimendo ad alta voce, per la prima volta con qualcuno, quella specie di piano che ormai occupava costantemente i suoi pensieri di giorno e i sogni di notte. – È ammirevole, Sam, davvero… – commentò, – E ti auguro proprio di riuscirci, sono sincera! – poi anche lei emise un sospiro frustrato, – Ma, lo sai che questo vorrà dire anche mettersi contro un infido serpente a sonagli come Billy Ray. –

– Sono pronto ad affrontare le conseguenze delle mie scelte, Miss, così come credo di sapermela… – Fu interrotto – Cavare da solo! L’ho capito ormai, cow-boy… – convenne lei, seria, – E comunque, devo dare io ragione a te, stavolta: se nessuno comincia ad agire concretamente, qui a Paradise le cose non cambieranno mai. –

Il lungo silenzio che seguì e si protrasse fino al momento di congedarsi per la notte questa volta non portò ombre di risentimento reciproco, perché sia Sam che Meredith avevano entrambi tratto una sorta di senso di liberazione interiore nell’essersi rivelati i propri intenti più intimi di riscatto personale.

Mentre scioglieva la stretta crocchia bionda, liberandola dalle forcine, e spazzolava poi i capelli osservando l’immagine riflessa nello specchio del mobile da toilette, sola nella sua stanza da zitella, la donna considerò che, forse, avrebbe potuto iniziare cercando di far accettare Meredith Holloway alle altre signore della città per quello che era, anche con il suo passato di ex-prostituta intenzionata a dare una svolta alla sua vita.

Presa quella decisione, la domenica successiva indossò l’abito buono e una candida cuffietta inamidata per andare in chiesa alla funzione, senza curarsi delle occhiate di sgomento che provennero dalle panche delle prime file, ma concentrandosi soltanto su quella solidale dal pulpito del pastore Simmons, che tante volte l’aveva incoraggiata a seguire il cammino della fede.

Sam, invece, dopo aver riflettuto a lungo, aveva deciso che, prima di poter risolvere un problema, avrebbe dovuto comprenderlo pienamente in tutte le sue sfumature, così, approfittò del giorno di festa per andare a cercare la sua origine; sellò Blanca e si avventurò nel deserto, intenzionato a scovare il luogo dove Santiago viveva le sue giornate di certo in preda al rimorso.

Dopo che l’iniziale sentimento di indignazione provato verso il gesto, per lui insensato, dell’uomo si fu affievolito, si era trovato a riflettere sulla sua condizione di padre, che, sicuramente, aveva commesso un errore, ma forse soltanto per riuscire ad offrire un futuro migliore alla figlia, e quindi negli obiettivi non era stato poi così dissimile da Milton Bradley: la differenza tangibile stava soltanto nelle disponibilità economiche, e anche nell’essere incappato in qualcuno che si era approfittato della sua ingenuità.

Infine era ritornato per l’ennesima volta all’immagine remota di colui a cui, tempo addietro, aveva risparmiato la vita, non avendo ancora idea di chi fosse in realtà, all’episodio che fece scattare quella prima molla interiore che gli aveva poi permesso di chiudere per sempre il capitolo della sua vita sballata con i fratelli Wingate.


Credits e Note:

Sono davvero contenta di trovare man mano altri fan nostalgici come me, e che nonostante i ricordi siano vaghi la mia fanfiction polverosa vi evochi comunque il mondo di Sam, o addirittura ricordi di miti come Clint Eastwood e gli Spaghetti western. Inoltre mi fa proprio piacere che Miss Holloway vi sia gradita.
Un grazie di cuore a Lady Snape per l’apprezzamento, e in particolare al caro amico MaxT, perché quando un lettore ti dà riscontro proprio su quelle cose che volevi comunicare, per un autore è il massimo. *_*

Come sempre, per qualsiasi errore o inesattezza possiate trovare la responsabilità è unicamente della sottoscritta.

* * *

Ed ecco a voi i personaggi! Li aggiungerò man mano che andrò avanti nella storia.
In questo capitolo facciamo la conoscenza di Billy Ray Sacks, interpretato da William Shockley

  
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