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Autore: ONLYKORINE    19/02/2023    1 recensioni
A Maple Town, dopo tanti anni ricompare la targa che premiava il paese come migliore produttore di sciroppo d'acero e che era scomparsa anni prima. Gli abitanti della cittadina pensavano che l'avessero rubata 130 anni prima i loro vicini, quelli di SapVille, e invece...
E ora? Ora si vedrà. Intanto si potrebbe fare una gara di cucina...
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maggio, 1885

Fred era disperato. Da giorni aveva appreso la notizia che la sua amata Harriet avrebbe sposato un ragazzo di SapVille, uno con un lavoro garantito e ben retribuito, uno di buona stirpe. La sua era una famiglia semplice, che non aveva molto da offrire a una ragazza come Harriet, purtroppo. Fred sapeva di essere ricambiato, tuttavia aveva visto la rassegnazione, oltre alle lacrime, negli occhi della sua amata quando gli aveva dato la brutta notizia.

«Ma non possiamo fare nulla» le aveva detto Fred, sconvolto.

«No, e tu lo sai.» Lei lo aveva fissato con lo sguardo di chi non ha più forze per lottare.

Poi era arrivata la festa dello sciroppo d'acero. Fred non vedeva Harriet da settimane, ma camminando tra la folla la scorse, accanto a uno stand. Lui si era mosso velocemente e si nascose dietro a una delle siepi che circondavano la piazza, appena lei gli era stata vicina e nessuno le parlava, lui l'aveva tirata dal braccio, facendola sparire alla vista e cadere tra le sue braccia. Da prima lei si era spaventata, poi lo aveva baciato.

«Mi manchi» gli aveva confessato, con lo stesso tono arrendevole e di rinuncia.

«Facciamo una follia» le aveva detto lui per non pensare a ciò che sarebbe accaduto, all'inevitabile. E lei aveva accettato, avrebbe accettato di fare ogni cosa con lui, perché avrebbe voluto dirgli di rapirla e che lei glielo avrebbe lasciato fare, ma sapeva che Fred non avrebbe potuto.

«Rubiamo la targa, la nascondiamo e facciamo girare l'idea che siano stati quelli di SapVille. Lo farò questa notte e domani i tuoi genitori non vorranno che tu sposi uno di loro.» Era un'idea stupenda che aveva fatto sbocciare un sorriso sulle labbra carnose di lei.

Fred aveva fatto ciò che aveva promesso, quella stessa notte. Harriet la mattina seguente aveva trovato la targa appoggiata alla finestra della sua camera, al primo piano della sua villa. Fred doveva essersi arrampicato sull'albero e insieme alla targa aveva lasciato un piccolissimo biglietto. «Cara Harriet Carter, ce l'abbiamo fatta. Il piano è riuscito. Sapville avrà quello che si merita. Tuo, Fred Rootweet.»

Lei aveva sorriso e nascosto la targa sotto il letto.

Fred aveva trovato il medesimo bigliettino qualche giorno dopo, attaccato alla finestra della sua camera. Sul retro lei aveva scritto di aver messo la targa dove lui le aveva detto di nasconderla e che lo amava, che lo avrebbe amato per sempre. Lo avrebbe amato per sempre. Quella frase voleva dire che avrebbe comunque sposato quel ragazzo di SapVille, ne era certo, la conosceva.

I giorni erano passati e Fred, senza notizie di Harriet, scalpitava. Un giorno, folle di amore, aveva preso la porta e si era diretto da lei, ma appena prima di voltare l'angolo aveva visto una carrozza sotto casa Carter. Harriet stava salendo e sua madre le porgeva una valigia. Il cuore di Fred era andato in pezzi. Da quel giorno si era chiuso in camera finché aveva ricevuto una lettera della ferrovia. Avrebbe girato gli stati uniti d'America posando binari, lo avrebbero pagato bene e se ne sarebbe andato da quella orribile città.

Ma Fred non sapeva che Harriet stava solo andando a trovare una zia malata e che al suo ritorno avrebbe saputo che Fred se n'era andato, l'aveva lasciata sola, senza nemmeno una parola né un saluto.

Nessuno dei due ebbe un altro amore. Fred visse lontano, Harriet rimase sola e impazzì.

***

Rupert Rootweet se ne stava seduto davanti alla signora Patience. I due si guardavano in silenzio da circa dieci minuti, poi, con uno scatto dovuto alla poca pazienza rimasta, Rupert parlò: «Allora, Patty? Non ho tutta la giornata a disposizione».

«Mi devi promettere di non farne parola con nessuno» disse la donna mentre iniziava a formulare un discorso nella sua mente.

«Questa faccenda mi ha già rubato molto tempo. Non lo dirò a nessuno, ma sbrigati.»

«Sempre docile come un passerotto, non sei cambiato affatto.» Patty rise e prese il grugnito di Rupert come un segno di assenso.

«È successo tanto tempo fa, quando ero ancora giovane. Era un pomeriggio come tanti e, come tutte le volte in cui andavo a casa di Emma, mi ritrovai in soffitta a giocare con lei. Non so per quale motivo, ma ci divertivamo un mondo a metterla a soqquadro per scoprire nuove cose. Quel giorno, però, non lo dimenticherò mai. Mi ricordo che Emma mi chiamò e mi chiese se volessi conoscere un segreto e che in quanto tale non avrei dovuto rivelarlo a nessuno. Io ero una ragazza, queste cose facevano scatenare la mia fantasia. Così, accettai e...»

Rupert la interruppe. «Tu mi stai dicendo che sapevate questa cosa da anni e non l'avete mai detta a nessuno?»

La risposta alla sua domanda arrivò dal silenzio della donna e Rupert non insistette.

«Continua» disse.

«Accettai e da un piccolo baule in legno, avente un lucchetto tutto vecchio e arrugginito, Emma tirò fuori un quadretto in legno con delle decorazioni abbastanza "antiche". Gli intarsi non erano ben visibili, capii subito che si trattava di qualcosa di molto vecchio. All'interno del quadretto vi una una targa fatta in bronzo.

Sul fondo metallico veniva riportata una scritta: "Maple Syrup Festival".

«Ma se siamo stati noi a vincere, perché Fred l'ha rubata lasciando un biglietto nel suo orologio?»

«Orologio? Quale orologio?» domandò la donna incuriosita.

«Oh, guarda. C'è qualcosa che non sai» Rupert rise di gusto.

«Rupert!» lo rimproverò la donna.

«Il biglietto che ti ho mostrato poco fa lo ha lasciato Fred in un vecchio orologio che ho trovato in soffitta. È un lascito della mia famiglia. Magari lo hanno usato per scambiarsi qualche messaggio.»

«Questo spiegherebbe come hanno mantenuto il segreto» concluse Patty.

«Ma tornando alla domanda di prima: che motivo c'era di rubare una cosa che era già nostra di diritto?» domandò Rupert ticchettando le dita sul legno del tavolo della cucina.

«Feci più o meno la stessa domanda a Emma, quando me la mostrò. Tutti sapevano della scomparsa della targa, persino io. Chiesi a Emma come mai fosse in suo possesso e nascosta in un baule in soffitta. Lei sorrise e dal baule tirò fuori un diario che mi invitò a leggere. Il diario era di Harriet, una sua lontana parente, e raccontava dettagliatamente come, dove, quando e perché la targa era stata rubata. A quanto pare, Fred Rootweet e Harriet Carter si volevano molto bene, ma a quel tempo non era sempre possibile sposarsi con la persona scelta: spesso era la famiglia a decidere chi dovesse sposare la propria figlia. Il caso volle che Harriet fosse già stata promessa a un giovincello benestante della città vicina.

Quindi, per farla breve, Fred ha rubato la targa in modo che la città di Maple pensasse che i cittadini di Sap Ville, invidiosi della vittoria, avessero rubato la targa. Secondo Fred, l'accaduto avrebbe dovuto provocare dei ripensamenti nella famiglia di Harriet.»

Rupert spalancò gli occhi per la sorpresa e rimase a bocca aperta per qualche minuto. «Un momento, frena la corsa. Tu mi stai dicendo che Fred, per amore, ha rubato una targa... Non è possibile. Mi stai prendendo in giro, donna.» Rupert scattò in piedi.

«Sta' seduto dove sei, Rupert Rootweet, e non azzardarti a darmi della bugiarda. Si possono dire tante cose su di me, ma non che sono una bugiarda» lo ammonì pesantemente la donna. «Questa è la verità. Chiedi a Josephine se non ne sei convinto.»

«Per tutti gli orologi a pendolo, non vorrai dirmi che c'entra anche lei in questa storia!» esclamò Rupert.

«Sì, lei era venuta a casa di Emma con me. Eravamo insieme, quel giorno» rispose la donna in tutta tranquillità.

«Va bene, continua, prima che perda altro tempo.»

La donna finì di raccontare la storia. Gli disse dove nascosero la targa, di come Fred accettò il lavoro nelle ferrovie e di come Harriet, divenuta pazza per tutta la faccenda, decise di scrivere il diario. Così, Patty e Jo, preoccupate che la targa venisse scoperta in casa di Emma, decisero insieme di portarla da White e tenere la storia di Harriet e Fred segreta.

«E così Fred e Harriet... Va bene, Patty. Ti ringrazio.» Rupert si alzò e si diresse verso la porta d'ingresso.

«Non farne mai parola con nessuno... Nemmeno con Nora.»

L'uomo annuì e poi uscì da casa della donna. Camminó a lungo per metabolizzare tutto quello che era successo. Quando alzò la testa per controllare che ora fosse, si ritrovò al cimitero della città. Decise che sarebbe stata una buona idea farsi una passeggiata in quel clima di silenzio e tranquillità, prima di tornare a casa. L'uomo non seppe come accadde ma, camminando, avvolto nei suoi pensieri, si ritrovò davanti la tomba in granito della famiglia Carter. L'uomo sorrise ed estrasse il biglietto della sua tasca. Lo rilesse e poi andò in direzione della lapide di Harriet Carter. La guardò per qualche attimo e respirò a fondo l'aria primaverile.

«Credo che la verità debba morire con te, cara Harriet» Rupert si inginocchiò, scavó una piccola buca accanto a una statuina di pietra e vi inserì il bigliettino. Poi infilò la mano nella giacca e vi trovò l'accendino che, da giovane, usava per accendere le sigarette.

«Cenere alla cenere.» Rupert fece scattare la rotella dell'accendino e diede fuoco al biglietto. Aspettò che si consumasse del tutto e poi ricoprì la buca. Dopo qualche attimo di silenzio e concentrazione, Rupert si alzò e si diresse all'uscita.

L'uomo camminò per le vie del paese fin quando, giunto in prossimità della collina dove abitava, non udí una voce alle sue spalle.

«Ciao, Rupert.»

L'uomo riconobbe la voce e ricambió il saluto.

«Ciao, Rachel.»

«Torni a casa per il pranzo?» domandò la donna guardando l'orologio.

«Sí, mia nipote Nora mi starà aspettando» disse l'uomo passandosi una mano dietro la testa.

«Già, la piccola Nora. Ne parlano tutti bene, in paese» disse Rachel, sorridendo.

«Ti andrebbe di conoscerla?» chiese Rupert leggermente imbarazzato.

Rachel sorrise «Mi farebbe molto piacere.»

I due sorrisero, voltarono le spalle alla tranquille vie del paese e si incamminarono lungo la salita che li separava da Nora.

***

Simon Cook si aggiustò la cravatta, fece un respiro profondo e si avvicinò al piccolo palco su cui avrebbe dovuto annunciare il vincitore.

Sorrise a tutti, prese il microfono e fece il soliti ringraziamenti per la riuscita della festa del 130° anniversario della fondazione di Maple Town.

Il sindaco di SapVille, Tara Wolman, di cui Simon si ricordava per aver avuto scontri negli anni passati, era una donna di colore sulla quarantina, con una grinta degna del miglior grizzly ed era seduta proprio al tavolo dei giudici e lui non riusciva a essere completamente tranquillo. Aveva dovuto spiegarle cosa sarebbe successo quel giorno per riuscire a strapparle il consenso a partecipare alla celebrazione e lei, che si era dichiarata golosa di sciroppo d'acero, aveva chiesto di essere il presidente della giuria. Simon aveva il terrore che avesse in mente qualcosa, perché continuava a lanciargli strane occhiate da quando era iniziata la gara.

«Ora, so che siete tutti ansiosi di scoprire il vincitore della gara di cucina, ma prima, vorrei ringraziare tutti i cittadini di SapVille che sono venuti a festeggiare con noi e vorrei invitare, qui accanto a me, il sindaco di SapVille. Venga, Miss. Wolman, mi faccia l'onore di presentarla a tutta Maple Town.»

Simon si prese una pausa e invitò, con la mano, la donna a salire sul palco. Il sindaco di Sapville, sorrise diplomaticamente e si alzò, annuendo e avvicinandosi alla scaletta del palco mentre il fruscio di un applauso accompagnava la sua camminata.

«Grazie, Mr. Cook» disse la donna, quando prese in mano il microfono. «Essere qui in veste di rappresentante della mia cittadina, è un onore per me. E anche aver assaggiato i vostri buonissimi piatti!»

Un applauso più sentito si alzò dalla platea al suono delle sue parole.

«Bene, bene. Siamo veramente contenti che il nostro invito sia stato accettato anche perché alla luce dei fatti scoperti di recente, abbiamo capito che la guerra fra due cittadine come le nostre, così vicine e simili, non ha più senso di esistere.

Più di un secolo fa, la targa per la vincita del 'Syrup Maple Feast' era stata trafugata e i nostri antenati hanno ingiustamente incolpato gli abitanti di SapVille di averla rubata e nascosta; ora, che è stato scoperto che era tutto un equivoco, noi vorremmo riappacificare gli animi.»

Un altro applauso pilotato riempì l'aria mentre Cook indicava cerimoniosamente un gazebo, dove venne scoperta dal telo che la copriva la famosa targa di bronzo.

«Ma non è finita qui. Per lasciarci il passato alle spalle, abbiamo pensato, io e Miss Wolman, di farvi sapere, cari cittadini di Maple Town e SapVille, di ricostruire il ponte che venne distrutto e decretò l'inizio degli scontri, così che possiamo finalmente dichiarare chiusa per sempre la questione.»

Un altro applauso si alzò dal pubblico, anche se durò poco, perché la gente era ansiosa di avvicinarsi alla targa per guardarla meglio, ma più che altro era in agitazione per...

«"Sindaco, bando alle ciance! Chi ha vinto la gara?»

Simon rise e si stupì quando anche Miss. Wolman lo fece. Lui si fece da parte e indicò la donna per lasciarle il centro del palco e la dovuta attenzione.

«Eccoci, giusto, sarete tutti curiosi di sapere che la nostra giuria, formata da mangiatori di sciroppo altamente esperti, ha deciso che il vincitore è...» Tara si fermò per riuscire ad aprire la piccola busta con cui era salita sul palco, dove c'era scritto chi si sarebbe vantato del piatto più buono e portato a casa i 2.500 dollari di premio.

«Il miglior piatto è stato il 'Salmone glassato allo sciroppo d'acero con riso e porro! Complimenti!»

«Oh! Ma abbiamo vinto noi!» Nora spalancò gli occhi mentre l'applauso festeggiava lei e il ragazzo che aveva accanto, verso il quale lei si girò. «Seth, abbiamo vinto!»

Il ragazzo annuì sorridendo, come se lui non avesse mai avuto dubbi. «È stato merito tuo, Nora. Nessuno aveva pensato di portare del pesce in gara!»

«Merito nostro, merito nostro. Hai fatto la tua parte anche tu, se tua nonna non ti avesse suggerito come fare la glassa di sciroppo a parte, non ci sarebbe mai venuto in mente!» Nora si alzò e prese per mano il ragazzo, trascinandolo sul palco per ritirare il premio.

«Ragazzi, è stata una bella sorpresa, complimenti! Avremo dei futuri chef a Maple Town?»

«Grazie. E chi lo sa, signor sindaco. La vita è tutta da scoprire» rispose Nora, lanciando un'occhiata a Seth, che arrossì.

 

***

 

Lo spumante venne aperto e i brindisi furono tanti, mentre la piccola banda iniziava a suonare, dando il via ai veri festeggiamenti della festa di fondazione.

Simon si avvicinò alla targa con un bicchiere di vino bianco e si affiancò a Miss. Stealer che parlava con altre due signore della stessa età.

«Oh, sindaco! Ha visto che è andata bene, poi? Abbiamo risolto tutto!» esclamò lei, dando una gomitata alla donna vicino a lei, che sorrise nella sua direzione.

Dopo pochi convenevoli le tre anziane si allontanarono e Simon rimase solo davanti alla targa.

«Certo che tutto questo casino per una targa così brutta...» Simon si voltò verso Tara, che era arrivata silenziosamente.

«Ah, non lo penso solo io, allora!» Simon si scoprì a sorridere.

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***Eccomi qui, scusate, scusate, scursate! Ho scoperto che non avevo pubblicato l'ultimo capitolo, così, dopo tantissimo tempo, mi sembra giusto farlo, almeno per far sapere a tutti come è andata nel 1885.

Spero che la storia vi sia piaciuta e, anche se non c'è l'epilogo (che in teoria sarebbe quasi scritto, ma poi alla fine non è stato concluso molto...) almeno saprete chi ha vinto la gara di cucina. 

Un grosso grazie a chi ha letto fino a qui e soprattutto a Milly_Sunshine  che ha recensito tutti i capitoli.

   
 
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