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Autore: Gatto1967    20/02/2023    2 recensioni
Il periodo che Candy passa a Casa Legan non è proprio il più felice nella vita della nostra eroina. Nonostante riesca a farsi benvolere dalla servitù e dai ragazzi Andrew, Neal e Iriza spalleggiati dalla loro degna madre, sono una bella palla al piede per la povera orfana della Casa di Pony.
Il signor Legan poi, per quanto sembri addirittura prenderla in simpatia, è molto assente da casa, e non contribuisce certo al benessere di Candy.
E se... il signor Legan fosse intervenuto?
Se avesse messo in riga moglie e figli?
Sarebbe stato un bene per Candy?
Andiamolo a scoprire...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stear arrivò davanti alla paninoteca che lo vedeva spesso come cliente, e vi trovò Terence che lo aspettava.

-Allora? Hai trovato quello che ti chiedevo?- 

-Certo, ho trovato una persona di assoluta fiducia a cui puoi consegnare il plico che mi dicevi, e questa persona lo porterà a destinazione.-

-Sei sicuro di questa persona? Ti fidi veramente?-

-Direi proprio di sì: sono io!-

-Tu?!?!?!?-

-Sì io! Ho chiesto e ottenuto dalla zia Elroy di partire per Londra. Dovrò incontrare un investitore della nostra banca. E con l’occasione porterò quei documenti a tuo padre. Piuttosto tu… sei sicuro di quello che fai?-

-Assolutamente sì Stear. L’altro giorno ho toccato il fondo ed è ora di cominciare a risalire. E non posso farlo se continuerò a fare il galoppino di mio padre con la prospettiva un giorno, di essere ciò che non sono. Voglio costruirmi il mio destino. Quale che esso sia!-

-Bene, sono contento per te. E cosa pensi di fare qui in America?-

-Per prima cosa dopo aver chiuso la trattativa con tuo zio partirò per New York. Devo incontrare una persona e forse… inseguire un mio sogno.-

-Ti faccio i miei migliori auguri Terence. E spero di incontrarti di nuovo.-

-Puoi giurarci Cornwell!-

-A proposito dei Legan, lo sai che oggi arrivano Neal e Iriza?-

-Sì lo so, e proprio per questo mi sono defilato!-

Risero insieme mentre entravano nella paninoteca.

 

La macchina dei Legan entrò nel cancello, e quando si fermò davanti all’ingresso, ne scesero oltre all’autista, due giovani di età compresa fra i sedici e i diciannove anni.

-Neal! Iriza! Venite ad abbracciarmi!-

-Ciao mamma! Come stai?- cinguettarono a turno i due rampolli di Casa Legan.

-Candy!- chiamò la signora Legan, e Candy apparve.

-Eccomi signora.-

-Per favore, fai portare i bagagli dei miei figli nelle loro stanze e poi preparaci un tè.-

-Provvedo subito signora.-

Come la ragazza fu rientrata in casa Iriza si rivolse a sua madre.

-Cos’è questa novità? Dici “per favore” a… quella?-

-“Quella” si chiama Candy e ci ha sempre serviti con serietà. In fondo se la merita un po’ di gentilezza no?!?-

Iriza e Neal si guardarono stupiti, ma decisero di non dire niente.

 

Poco dopo Candy serviva il tè nel solito salottino privato della signora, e lei la congedò con un sorriso e un ringraziamento, lasciando ancora più stupefatti i figli e la stessa Candy.

-Allora ragazzi, per quanto vi tratterrete?-

-Io resterò per una settimana, Papà mi ha concesso un po’ di vacanza, ma poi dovrò tornare a Chicago.- disse Neal

-Io invece penso di trattenermi fino alla fine dell’Estate e di rientrare in città insieme a te. Chicago è una tale noia in Agosto…- aggiunse Iriza

-Bene, ne sono lieta. Così potrò godere della vostra compagnia. Anche a Chicago non trascorriamo molto tempo insieme. Come va il lavoro Neal?-

-Molto bene mamma! Sotto la guida di Papà sto imparando rapidamente.-

-E tu Iriza? Come vanno gli intrighi dell’alta società?-

-Te l’ho appena detto mamma: A Chicago non succede niente in questo periodo… ma piuttosto dicci un po’…- disse lei accentuando idealmente i puntini di sospensione -…cos’è questa novità? Da quando ringrazi Candy e le sorridi? Sarà anche brava nel suo lavoro lo riconosco, ma è pur sempre una serva!-

-Quella ragazza merita rispetto. Sono anni che lavora per noi e non ha mai sgarrato. Trattarla con gentilezza non significa elevarla al nostro rango. Non intendo certo adottarla: figuriamoci!-

-Beh, almeno questo. Mi ricordo ancora il primo giorno che è arrivata qui. Ci saltò addosso senza motivo.-

-Senza motivo dici?- disse la signora Legan -Non sarà che voi le avevate fatto uno scherzo dopo l’altro?-

-Eravamo ragazzi…- minimizzò Neal posando la sua tazza di tè. 

-Piuttosto avrei proprio voglia di farmi una cavalcata. Con permesso vado a prepararmi.-

 

Candy aveva approfittato di un momento di pausa dal suo lavoro per rilassarsi sotto l’albero della sua personale “seconda collina di Pony”, e fu colta da malinconia.

“Fai la cameriera non la schiava” le aveva detto la sua nuova amica Patty, e in fondo era un lavoro come un altro, dignitoso quanto bastava per darle un tetto sulla testa e qualcosa da mangiare.

Si guardò le mani, duramente segnate da anni di quel lavoro, fatto di stracci immersi nell’acqua gelida e di secchi trasportati per abbeverare i cavalli. Ma soprattutto di inchini e stupide formalità con persone che avrebbe volentieri picchiato a sangue.

Capì di non poterne più, che avrebbe voluto fare qualcos’altro, vivere una vita migliore senza più chinare la testa davanti a nessuno.

Cominciò a piangere stringendo la gonna della sua uniforme. Non ne poteva più.

 

Infine decise di rientrare in casa. La signora Legan sembrava sì diventata più gentile, ma sicuramente si sarebbe contrariata a non vederla al lavoro.

Dopo essersi alzata vide un cavallo lanciato al galoppo nella sua direzione.

-È quello sbruffone di Neal.- si disse -Spero che non abbia in mente di farmi i suoi soliti scherzi o stavolta non rispondo delle mie reazioni.-

Il rampollo di Casa Legan infatti, spesso si divertiva a passarle vicino col cavallo lanciato al galoppo per farle perdere l’equilibrio e farla cadere a terra. Una volta per uno di questi stupidi e pericolosi scherzi, l’aveva fatta cadere nel fango. Stavolta decise che non si sarebbe spostata, e si mise ferma con le gambe leggermente divaricate ad attendere il cavallo e il suo stupido cavaliere.

All’improvviso accadde qualcosa di imprevisto: Neal perse l’equilibrio e cadde da cavallo.

-Oh mio dio!- disse Candy mentre scansava l’animale privo di ogni controllo.

Dopo che il cavallo fu scappato via, Candy si precipitò su Neal e lo trovò che si lamentava tenendosi il braccio sinistro.

-Mi faccia vedere signor Neal!- neanche nell’emergenza la ragazza dismetteva la sua maschera di cameriera seria e professionale.

Toccò il braccio in più punti e non lo trovò rotto, ma si accorse anche che il giovane Neal aveva sbattuto il gomito strappandosi la costosa giacca da cavallerizzo.

-Credo si sia soltanto lussato il gomito signor Neal. Torniamo subito in casa, dobbiamo chiamare un medico e far steccare il braccio. Penserà Tim a recuperare Cesare.-

-È… è tutta colpa tua… io…- 

In quel preciso istante Candy sentì di averne abbastanza e afferrò Neal per il bavero della giacca.

-STAMMI A SENTIRE STUPIDO BAMBOCCIO! NE HO ABBASTANZA DI TE, DELLA TUA MALEDETTA SORELLA E DELLA TUA STRAMALEDETTISSIMA FAMIGLIA! 

Adesso noi andiamo in casa e tu dirai tutta la fottutissima verità. Cioè che sei caduto da cavallo da solo, come il deficiente che sei!

Se proverai ad accusare me di qualsiasi cosa giuro che ti spezzo il braccio lussato, quello sano e anche quel qualcosa che tieni in mezzo alle gambe! Sempre ammesso che tu ci tenga qualcosa lì!

SONO STATA CHIARA?!!!-

L’espressione allucinata di Candy e il tono strozzato della sua voce non lasciarono dubbi al giovane Legan che la ragazza sarebbe stata capacissima di mantenere le sue minacce, e assentì.

-Si alzi adesso e si appoggi a me. Rientriamo in casa!-

 

I due ragazzi rientrarono in casa, e Neal disse la verità, cioè che era caduto di sella da solo e che Candy lo aveva soccorso. 

Subito fu chiamato il medico di famiglia, che la signora Legan mandò a prelevare con la macchina di famiglia, e questi efficacemente aiutato da Candy, steccò il braccio del giovane Legan.

-È stato fortunato signor Legan, poteva andarle molto peggio sa? In due settimane sarà più che guarito.-

-La ringrazio dottore, e ringrazio anche te Candy.- disse la signora Legan. -Sei davvero una brava infermiera, devo ammetterlo. Ma dove hai imparato ad assistere un medico così bene?-

-Ha presente quei periodi di vacanza che trascorro alla Casa di Pony? Talvolta ho aiutato il medico di La Porte in cambio di pochi soldi. Sa come si dice: impara l’arte.-

-E lei ha imparato davvero bene signorina, i miei complimenti.- disse il dottore.

Candy arrossì compiaciuta.

 

Subito dopo Candy riprese il suo lavoro in cucina, ma sia il cuoco che le sue colleghe cameriere la videro più cupa del solito. Era come se qualcosa si fosse rotto dentro di lei, come se nel suo animo la ragazza stesse maturando qualcosa…

 

Quella sera Neal provava troppo dolore per poter scendere a cenare con i familiari, e fu proprio Candy a salire nella sua stanza per portargli un vassoio con qualcosa da mangiare.

-Avanti.- rispose lui a fatica, e Candy entrò.

-Le ho portato qualcosa da mangiare signore.-

-Non… non ho fame…-

-Come desidera signore, posso lasciare qui il vassoio nel caso più tardi le venga fame?-

-No, porta via tutto, non credo proprio che stanotte riuscirei a mangiare, spero solo di riuscire a dormire.-

-Va bene signore. Porto via tutto.-

-Candy… aspetta un momento…-

-Sono a sua disposizione.-

-Io… vorrei ringraziarti per oggi…-

Candy aspettava anche qualcosa del tipo “…e vorrei chiederti scusa se sono un imbecille integrale…” ma ovviamente niente di simile uscì dalla bocca del giovane Legan, e allora fu lei a pronunciare il suo mantra:

-Dovere signore.-

-Ascolta… vorrei che io e te… fossimo amici… che ci frequentassimo…-

Che cosa? Quel rospo voleva essere amico suo? Voleva frequentarla? Candy si trattenne a stento dal vomitargli addosso tutta la bile che aveva in corpo.

-Io… sono la sua cameriera signore, e non è previsto che una semplice cameriera faccia amicizia con i suoi datori di lavoro. Pensi a cosa direbbero sua madre o la signora Elroy!

Con permesso signore!-

 

-Da non credersi!- sbottò la ragazza una volta nel corridoio -Quel rospo vuole fare amicizia con me! Piuttosto vado a vivere su un’isola deserta fino alla fine dei miei giorni!-

 

Scesa al piano terra, posò il vassoio in cucina e si recò dalla signora Legan che trovò seduta in salone insieme a sua figlia Iriza e a Terence Grandchester da poco rientrato.

-Suo figlio non ha voluto mangiare signora.-

-Prevedibile. Quell’impiastro proverà troppo dolore per avere fame. Una volta di più mi sento di dirti grazie, Candy.-

-Dovere signora. Piuttosto vorrei chiederle un favore.-

-Dimmi. È il minimo che possa fare.-

-Dovrei spedire una lettera, ma non ho né carta né inchiostro, e quindi…-

-Prendi tutto quello che ti serve nel mio studio. Sai dove trovare queste cose.-

-Inoltre vorrei chiederle il permesso di recarmi in città domani, devo appunto spedire una lettera.-

-Prenditi la mattina libera Candy. Attaccherai il lavoro nel pomeriggio.-

-Grazie signora.-

-Dovere Candy.- disse la signora con un sorriso, e Candy ricambiò il sorriso prima di congedarsi.

 

Seduta al tavolaccio nella sua stanza, Candy cominciò a scrivere la sua lettera:
“Cara Miss Pony…”

   
 
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