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Autore: london04    12/09/2009    2 recensioni
questa è la storia di due caretteri opposti come dice il titolo e tratta di Kevin &Scotty.inizialmente non è un au, ma poi vedrete che con il sussguirsi delle puntate lo sarà sempre un pò di più.adoro infatti i loro caretteri, ma credo che il creatore nn stia dando loro tanto qunato si meritano. quindi, è dedicata atutti coloro che la pensano cme me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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la cucina da rifare.

6h30

Dio, ho passato una notte atroce. Non ho fatto altro che rigirarmi nel letto per tutta la notte, fino a quando alle 5 non ho deciso che non sarei riuscito a chiudere occhio e allora mi sono alzato dal letto e cosa che non faccio da molto, moltissimo tempo a dire la verità, sono andato a correre nel parco vicino casa. Correndo mi sono accorto che stavo cercando con lo sguardo quel piccolo bastardo che con le sue stupide riflessioni ha impedito al mio cervello di addormentarsi e pensare ad altro. Così, correndo sono riuscito a fare un po’ di chiarezza nella mia mente e tornato a casa avevo un unico obiettivo: cambiare la mia cucina. La devo assolutamente cambiare, voglio ridipingerla e chissà forse cambiare anche un po’ di mobili. Fortunatamente dal punto di vista economico non sono messo male; ho saltato l’ultima vacanza estiva perché non ero proprio dell’umore di partire e sono rimasto in ufficio dove ho scoperto che a non andare in vacanza eravamo proprio pochi e che agosto a LA è un vero proprio massacro, con quelle temperature torride e quello stupido vento appiccicoso e caldo.

Comunque, tornando a casa mia ora, sono seduto sul tavolo della cucina sorseggiando il mio caffè e guardo intorno a me: non è brutta, ma i ricordi che sono legati ad essa si. E in più non è neanche bellissima, i suoi muri sono di un bianco sbiadito, il tavolo traballa un po’ e quando faccio il caffè in questa stanza mi riesce sempre malissimo. Forse perché prima non ero mai io a farlo il caffè. Era David.

Pensandoci bene, infatti il caffè che stò bevendo ora è pessimo, come al solito. Svuoto il resto della tazza nel lavandino e guardo la cucina sentendo una piccola scossa di energia scorrermi lungo la schiena. Ora però il problema è riuscire a trovare una ditta che sia disposta a farmi i lavori bene e molto in fretta. Così comincio a chiamare qualche ditta che trovo sull’elenco telefonico e finalmente dopo circa 20 minuti tra vari “siamo occupati fino alla fine del mese, va bene lo stesso?” e “può provare a richiamarci tra un paio di settimane, saremo più disponibili” ne trovo una che dice essere disposta a cominciare i lavori entro l’inizio della settimana prossima, tra un paio di giorni. Felice, riattacco il telefono e mi butto sotto la doccia.

18h40

Oggi per la prima volta il signor Wandell è in ritardo: avrebbe già dovuto essere qui dieci minuti fa e senza accorgermene guardo freneticamente l’orologio: ma dove diavolo è finito quel piccolo bastardo? Cioè, la mia preoccupazione è del tutto professionale: dobbiamo finire il lavoro entro oggi, sennò vorrà dire che dovrò trascinarmi questo caso anche la settimana prossima. Domani infatti è domenica e non vedo l’ora di non fare assolutamente niente per tutto il giorno. Anzi ora un’occupazione ce l’ho:guardare tutti i migliori negozi per la cucina e scegliere come cambiarla.

Improvvisamente la porta dell’ufficio si apre e un trafelato e spettinato Scotty Wandell fa il suo ingresso:

“scusi il ritardo, avvocato. ”e si siede di fronte a me, evidentemente contento di sedersi

“non si preoccupi…che c’è? È rimasto a chiacchierare con i gli amichetti della squadra dei pulcini?”

“oh si, c’era anche suo nipote. mi ha detto di portare i saluti al nonno”

“certo…lui almeno sa correre 200m senza avere il fiatone” dico, notando il suo respiro affannoso.

“se veramente lo vuole sapere ho il fiatone perché ho corso da Kennedy Street fino a qui senza mai fermarmi e se non lo sa,ma Kennedy Street è a più di 4km da qui!” sbuffa, abbastanza scocciato

“certo che so dove è Kennedy Street,è vicino casa mia”

“bè, anche vicino la mia, ma dato che l’autobus ha avuto la splendida idea di rompersi proprio lì non ho fatto in tempo a sedermici che ne sono dovuto uscire e ho dovuto cominciare a correre perché sennò facevo tardi al suo appuntamento! è tutta la mattina che non faccio altro che correre: questa mattina per andare al lavoro mi sono dovuto svegliare prestissimo e non sono neanche potuto andare a fare il mio jogging mattutino, sono tornato da lavoro alle 5emezza, ho fatto una doccia ed ora eccomi qui con lei che fa battute idiote sulla mia corsa. Io corro benissimo, satana.”

“allora una volta mi può sfidare, piccolo bastardo!” esclamo, senza neanche pensare a quello che dico: mi straccerà! È ovvio!

”quando vuole,satana”

E per un attimo ci fissiamo negli occhi con sguardi carichi di sfida e di tensione. Non mi chiedete di che genere perché davvero non saprei dirvelo per l’imbarazzo.

“comunque…che lavoro fa’? lo sa che è sfruttamento su minore il suo?”

“bè, allora tra un paio d’anni quando sarà in pensione potrà creare un’associazione intermante dedicata a loro . Comunque visto che ho perso il lavoro alla reception ora me la sbrigo con qualche lavoretto qua e là. Da una settima lavoro presso una ditta di muratori.”

Oh Dio, ditemi che non è vero.

“è la ditta Joyce&sons,no?” quella che questa mattina aveva detto sarebbe venuta entro l’inizio della settimana: un’orribile sensazione si stà impadronendo di me.

“no, perché?”.una gradevolissima sensazione si impadronisce di me.

“perché vorrei cambiare la mia cucina e presto, a dirla tutta. Quindi questa mattina ho chiamato un po’ di ditte e l’unica disponibile in così breve tempo era appunto la Joyce&sons.”

“che c’è? Non sarebbe stato contento di avermi tra i piedi anche a casa sua?”

“non è per quello…su mettiamoci a lavorare, che è già tardi.”dico, evasivo e contento di dirottare la conversazione su un mio punto forte.

19h02

Ho finito l’intervista e spengo finalmente il registratore. Incrocio le braccia dietro il collo e guardo il giovane di fronte a me, ma prima che qualsiasi altro pensiero mi possa attraversare la mente sento il telefonino squillare dentro la tasca della giacca, poggiata sulla poltrona. Accetto la chiamata e rispondo

“pronto?” è un numero che non conosco.

“pronto, signor Walker? Siamo la ditta Joyce&sons e le volevamo comunicare che non possiamo più lavorare da lei o almeno non immediatamente perché un nostro impiegato proprio oggi si è rotto il braccio cadendo da una scala e gli altri muratori sono già tutti presi..”

“ah,…e per quando potrebbe cominciare i lavori a casa mia allora?”

“bè, veramente per come si sono messe le cose non prima di un mese e mezzo…”

“ah, ok, grazie comunque…arrivederci.”

“arrivederci”

E riattacco, mentre il signor Wandell mi stà guardando proprio con quel suo particolare sorriso.

“allora..i suoi lavori sono stati rimandati?”.

“già..”ammetto, un po’ frustrato.

“su, non faccia quella faccia avvocato!l’aiuterò io.”dice, sorridendo mentre i suoi occhi brillano.

“ah, la sua ditta è libera?” chiede, con un sorriso, speranzoso.

“no, la mia ditta no, ma uno dei suoi operai si:io”.e sfoggia un enorme sorriso a 32 denti. Dio, ecco nuovamente l’orribile sensazione che si impadronisce di me.

“non si preoccupi signor Wandell lei già lavora evidentemente abbastanza…quando avrebbe il tempo di lavorare a casa mia? E poi, in tutta onestà…se la sentirebbe di farlo senza il suo capo?”

“ora decido: cosa deve fare nella sua cucina?”chiede, deciso e serio.

“la devo solo ridipingere ed eventualmente cambiare qualche mobile.”

“bene, allora non ci saranno problemi. Questo lo so fare. È vero che lavoro presso questa ditta solo da una settimana, ma l’ho già fatto da adolescente durante le vacanze estive.”

“ah, ok…e quando sarebbe disponibile?” chiedo,cedendo a quella carica di energia solare.

“bè, domani sarebbe perfetto visto che è domenica e io lunedì ricomincio a lavorare.”

Perfetto. addio domenica rilassante.

“va bene. A che ora vuole venire?”

“facciamo le 8? Credo che avremmo parecchie cose da fare e il tempo non sarà moltissimo.”

“come avremmo? Porterà anche un suo collega? Non ci sono problemi!”

“no, non ha capito bene. Io e lei lavoreremo, nessun io e collega. Io e lei.”ripete, con quel suo sorriso che comincio a trovare odioso.

“che cosa?stà scherzando? Io non sono affatto pratico con questo genere di cose…lasci perdere sono un vero e proprio disastro.”cerco di svicolare e trovare una scusa.

“niente affatto, si divertirà, vedrà. Allora a domani mattina. A proposito, dove abita?”

“a Lincoln Street, in un immobile grigio. Non può non vederlo, è grande.”

“ah, perfetto, la strada parallela alla mia. Dall’altra parte del parco. Allora a domani mattina.”

“si, certo…”rispondo, ancora un po’ titubante.

Tra un po’ realizzerò ciò in cui mi sono appena imbarcato e soprattutto la facilità con la quale mi sono lasciato imbarcare e mi verrà una crisi di nervi. Quel ragazzo è davvero..non so neanche come definirlo!

...Mi serve una tisana.

  
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