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Autore: ValeAlcazar    28/02/2023    1 recensioni
Una one come dedica per una persona cara
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ALBA DI ARRAS

L'ALBA DI ARRAS


PALAZZO JARJAYES, estate 1787


Un rumore assordante di tuoni e saette imperversava rumorosamente nel cielo, preannunciando l'imminente arrivo di uno quei violenti e furiosi temporali che rompono la placida e tranquilla quiete di afose e torride notti estive portando con sé sprazzi di refrigerio. Oscar, se ne stava accucciata nell'enorme letto della sua stanza, mentre il continuo avvicinarsi del fragore dirompente della pioggia rimbombava sonoro accompagnato dall'improvviso baluginare fulmineo di lampi, che le provocavano da sempre un' immenso terrore.

Rammentava quando bambina alle prime avvisaglie di un temporale si rifugiava impaurita in camera di André trovando conforto e tranquillità nel tepore del suo abbraccio, fino a quel giorno in cui le venne proibito di abbracciarlo e dormire con lui.

La vita aveva messo alla prova quei due "innocenti ragazzi", adesso l'affetto fraterno si era trasformato nel dolce turbamento amoroso, che Oscar aveva visto crescere in lei come un fiore appena dischiuso. Aveva gridato quel sentimento che silenzioso si annidava in lei, in quel vicolo dove un attonito conte di Fersen l'aveva tratta in salvo da un tumulto di folla inferocita, mentre Andrè restava in balia di quell'orda che minacciava di ucciderlo.

Oscar continuava a rigirarsi nel letto, non riusciva in nessuna maniera a tranquillizzarsi abbandonandosi ad un sonno ristoratore, la mente intorpidita andava correndo al pensiero di André, aveva bisogno di lui, della sua presenza, tra quelle gelide coltri.

Oscar spostò il leggero lenzuolo di lino e si pose a sedere sul letto, senza neanche badare ad infilarsi la vestaglia in punta di piedi raggiunse il corridoio. I suoi passi erano guidati dal bagliore dei lampi, non aveva bisogno di luce conosceva a memoria il percorso che l'avrebbe condotta da lui. Esitò pochi istanti quando si trovò di fronte la porta che la separava da André, come avrebbe potuto giustificare la sua presenza a tarda notte negli alloggi della servitù se qualcuno l'avesse notata? Dopo questi scrupoli entrò furtiva, mentre una candela da notte ancora accesa lanciava evanescenti riflessi del corpo di Andrè che giaceva addormentato profondamente. Dormiva scoperto, aveva lanciato a terra le lenzuola per la calura estiva.
Oscar immobile ai piedi del letto lasciava spazio alla sua immaginazione contemplando quel corpo scolpito come una scultura greca, avrebbe voluto perdersi in lui, assaporare il nettare di quelle labbra che l'avrebbero fatta impazzire. Non riuscì a dominarsi tanto che scivolò rapida vicino a lui, era imbarazzata e nervosa ma non poté fare a meno, una volta che gli fu accanto, di accarezzare quelle ciocche d'ebano che gli ricadevano sul viso. André sentì un corpo caldo accanto a lui, Oscar gli si era avvicinata e aveva appoggiato la sua mano sul petto per addormentarsi con il ritmo dei battiti dei battiti del cuore di André. Si svegliò e guardò meravigliato che c'era Oscar accanto a lui. – "Oscar che ci fai qui? Posso fare qualcosa per te?" – gli chiese mettendosi seduto.

"No André, volevo vedere come stavi. Non riuscivo a dormire ripensando a ciò che è successo." – disse con gli occhi lucidi
"Oscar. Dai non piangere sono quì e sto bene a parte qualche contusione." –
"Oh André, ho avuto così tanta paura di perderti. Non posso e non voglio vivere senza di te, ti amo Andrè, io ti amo. Il mio Andrè, il mio Andrè." –

Glielo aveva confessato stringendolo a sé e versando calde lacrime che non riusciva a fermare Andrè era rimasto fermo, immobile, non poteva credere a ciò che aveva appena udito.

"No...non può essere sto sognando. Tu mi ami? Oh amore mio, anch'io Ti amo. non sai quanto Finalmente mi hai trovato, ero lì nel tuo cuore e mi hai trovato, sono sempre stato lì. Aspettavo solo che mi trovassi." –
"Andrè, il mio Andrè." –

Lui le catturò la bocca che lei aveva dischiusa come ad aspettare sapevano di miele le sue labbra morbide come di seta iniziando così la danza dell'amore. Baci e carezze di fuoco ora si scambiavano vicendevolmente senza nessun timore da parte di Oscar che si lasciava amare dal suo André. I loro cuori erano colmi di gioia, ora erano uniti oltre che con l'anima anche con il corpo e non c'era gioia più grande che potevano provare, donarsi l'uno all'altra. La flebile luce del mattino attraversò i tendaggi cogliendo i due innamorati avvinti in un dolce abbraccio, si erano confessati di amarsi e avevano unito i loro corpi nell'estasi amorosa.

Oscar si destò a quel raggio di luce che investì i suoi occhi, si voltò verso André che ancora dormiva profondamente e si avviò alla finestra. Oscar fece capolino dal tendaggio, il cielo era terso e sereno e si rammentò quel lontano giorno di molti anni prima, quando due giovani, durante una delle loro scorribande si erano trovati sulla collina di Arras ad assistere al fantasmagorico spettacolo del nascere del giorno.

André accorgendosi che Oscar non era accanto a lui ebbe il timore di aver sognato. Poi la vide in piedi accanto alla finestra, si alzò e andò da lei, l'abbracciò da dietro posandogli piccoli baci sul collo che al tocco dolce di André la fecero gemere di piacere.
"Che succede amore mio, perché sei in piedi a quest'ora." –
"Niente André, volevo vedere sorgere l'alba." –

Le opache trasparenze della notte, erano sfumate lasciando intravedere all'orizzonte piccoli squarci che spandendosi sempre più ampi nel cielo, lo riempivano costellandolo di fasci luminescenti che si allargavano colorandosi di varie e muliebri tonalità di sfumature rossastre, disegnando scie sempre più accese per poi apparire nell'apoteosi dell' astro nascente. Oscar ed André, erano seduti estasiati e meravigliati dal quell'ancestrale bellezza, adesso erano esseri nuovi rinati come quell'alba nel segno dell’amore.
   
 
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