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Autore: RedMarauder    02/03/2023    8 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 35

Un Weasley di Troppo

 

 

 

 

 

 

Quando Hermione posò la piuma sul banco, tirò un lungo e profondo sospiro di sollievo. Era finita. Ce l'aveva fatta. Chiuse gli occhi e respirò di nuovo profondamente. Rimase a occhi chiusi, mentre i rumori di altre punte di piuma che graffiavano la pergamena cullavano i suoi pensieri. Il ticchettio del grosso pendolo scandiva un ritmo opposto al suo respiro lento. Hermione avvertì dei sospiri attorno a sé. Alcuni di sollievo. Altri di terrore. Era finita. Riaprì gli occhi e, quasi incosciamente, cercò Ginny. In quel momento, l'amica aprì gli occhi e si girò verso di lei. Si sorrisero. Era finita. Il pendolo si bloccò. La McGranitt aprì la bocca e disse qualcosa che Hermione però non sentì, era solo un rumore di sottofondo. Lei sentiva solo il suo respiro. Era finita. Vide la McGranitt sventolare la bacchetta. Centinaia di pergamene volarono per la Sala Grande e si depositarono ordinatamente sul grosso tavolo delle Autorità. Era finita.

Hermione scattò in piedi, quasi in contemporanea con tutti gli altri studendi. Senza dire una parola, lei e Ginny si abbracciarono. Era finita. Uscirono mano nella mano dalla Sala Grande, fermandosi qui e là per sorridere o abbracciare qualche compagno. Era finita. L'ultimo esame si era appena concluso. I M.A.G.O. erano finiti. La sua carriera scolastica si era conclusa. Seguendo la massa di studenti, uscirono nei prati. Il sole picchiava sull'erba verde e si rifletteva sul lago. Il cielo azzurro sembrava voler festeggiare con loro. Si sdraiarono ridendo sotto il faggio, il loro posto preferito. L'ombra dell'albero cullò i loro sospiri di sollievo.

- E' finita – mormorò Ginny.

Hermione sorrise al cielo azzurro. - E' finita -

- Ma ci pensi?- scattò eccitata Ginny, sedendosi – Siamo diplomate! -

- Beh tenicamente devono prima uscire i risultati..-

- Ehi! - la sgridò Ginny seria, puntandole un dito contro. - Non rovinare la mia felicità! E poi di cosa ti preoccupi? Su quella pergamena leggerai solo una sfilza infinita di Eccellente -

Arrossendo, Hermione raddrizzò la schiena e incrociò le gambe. - Non ho studiato molto negli ultimi mesi – mormorò.

Ridendo Ginny le accarezzò un braccio. - Forse avremmo dovuto trascorrere meno fine settimana a Hogsmade -

Sorridendo Hermione scosse le spalle. Era finita. Gli esami erano finiti. - Al diavolo gli Eccellente!- sbottò, e prese la mano di Ginny. - Ma non dirlo a Fred!- aggiunse seria.

Ginny finse di tapparsi la bocca e insieme ripercorsero alcuni dei momenti migliori degli ultimi mesi. Fred e George avevano ufficialmente aperto la sede dei Tiri Vispi di Hogsmade. Harry e Ron avevano partecipato a uno corso di addestramento nella Foresta Proibita. Ogni fine settimana per due mesi, Ginny e Hermione erano sgattaiolate in paese attraverso i passaggi segreti e avevano trascorso il tempo con loro. Questo aveva ristretto il loro tempo di ripasso, ma entrambe sapevano di poterselo permettere. Nell'ultimo mese prima degli esami però, gli incontri a Hogsmade si erano sospesi. Harry e Ron erano tornati al Ministero per la quarta e ultima fase di addestramento. Hermione aveva dovuto sorbirsi una lunga serie di lamentele da parte di Fred: studiava troppo, ripassava troppo, era già destinata a prendere solo Eccellente, quindi perché sforzarsi tanto? Perché non passava un ultimo fine settimana con lui? E via dicendo.

Seppur a malincuore, Hermione non era più tornata a Hogsmade e aveva dedicato quell'ultimo mese al ripasso ossessivo del programma. Cosa che, tra l'altro, nei mesi precedenti aveva fatto comunque, rinunciando a una grossa quantità di ore di sonno. A Fred, però, non lo aveva detto. Hermione sorrise, ripensando all'ultima volta che si erano visti. Erano nel retro dei Tiri Vispi, che aveva appena chiuso. George era fuggito via, blaterando qualcosa su Angelina, un campo da Quidditch e la possibilità di allenarsi con i Cannoni di Chuddley.

 

- Il prossimo sarà l'ultimo!- propose Fred, la mano sul cuore.

- No, Weasley! - esclamò lei con un sorriso. - Questo è l'ultimo -

Sbuffando, Fred la afferrò e la spinse contro una delle scansie del magazzino. - Posso corromperti. Sai che posso – mormorò, la voce suadente.

Hermione deglutì, la gola improvvisamente secca. - Non ci riuscirai, questa volta-

Non ci credeva nemmeno lei.

- Non ci credi nemmeno tu – mormorò lui, sfiorandole il collo con la lingua.

Hermione chiuse gli occhi. - Devo studiare -

- Preferisci studiare, che passare il tempo con me?-

- Non si tratta delle mie preferenze – rispose lei, riuscendo a sfoderare un briciolo della sua saccente spavalderia.

- Lo prendo come un no – concluse lui, sorridendo sulla sua pelle.

Sospirando, Hermione spinse sulle sue spalle con forza, allontanandolo. - Un mese, poi tornerò a casa e dovrò sopportarti per il resto della mia vita. Concedimi queste ultime settimane di libertà -

Fred spalancò la bocca indignato. - Come osi anche solo pensarlo – scherzò, fingendosi offeso.

Ridendo, Hermione gli circondò il collo con le braccia e si alzò sulle punte per baciarlo. Fred si distrasse subito e fece pressione con il suo corpo per spingerla di nuovo contro lo scaffale. Con la mano risalì lungo la sua gamba, verso i fianchi, e scese sotto la sua maglia.

- D'accordo, Granger, hai vinto – mormorò sulle sue labbra.

Hermione sgranò gli occhi. - Scusa?-

- Hai vinto. Sei libera – ammise lui, liberandola dal suo abbraccio.

Hermione rimase ferma dov'era, a bocca aperta. - Ti hanno Confuso?-

Fred scrollò le spalle. - Penso di no, ma sei carina a preoccuparti -

Alzando gli occhi al cielo, Hermione incrociò le braccia. - Avanti, sputa il rospo-

- Prego?- chiese lui confuso, ma Hermione non ci cascò.

- Dov'è il tranello?-

- Non c'è nessun tranello-

- Fred – sbottò lei, fulminandolo.

E fu allora che quel sorriso malandrino, vispo e seducente prese posto sulle sue labbra. Hermione associava quel sorriso all'apocalisse. Lo associava all'oblio. Alle fiamme. Hermione indietreggiò, non riuscendo a trattenere un sorriso. Si appoggiò agli scaffali, nello stesso istante in cui Fred la sollevò. Hermione avvolse le gambe attorno ai suoi fianchi e stringendo forte le mani fra i suoi capelli lo baciò, prima che fosse lui a cominciare.

Infondo, dovevano salutarsi nel modo giusto..

 

 

- Mi stai ascoltando?- sbottò Ginny, leggermente offesa.

Hermione tornò al presente con un lieve balzo. - Scusa, mi sono distratta. Cosa stavi dicendo?-

Sospirando, Ginny ripeté – Ho sentito dire che stasera ci sarà una festa in Sala Grande, approvata dalla McGranitt e riservata solo al quinto e al settimo anno. Ci andiamo vero?-

Hermione annuì. - Ce la siamo meritata -

- Questo è lo spirito giusto – approvò Ginny, poi si alzò agilmente e le tese una mano – Forza, torniamo alla Torre, ci siamo meritate anche una sana dormita!-

Ridendo, Hermione afferrò la sua mano. Un lieve capogiro rischiò quasi di mandarla al tappeto. Ginny la osservò con attenzione.

- Che ti prende? - chiese preoccupata.

- Credo che la carenza di sonno degli ultimi mesi stia cominciando a farsi sentire – mormorò lei, mentre il mondo tornava fermo, stabile e definito.

Ginny annuì – Ragione in più per andare a dormire -

Quasi in silenzio rientrarono nel castello e salirono alla Torre di Grifondoro. Era favolosamente deserta. Salirono nella stanza del settimo anno e si lanciarono ognuna nel proprio letto. La morbidezza del cuscino e la frescura delle coperte rischiarono quasi di emozionare Hermione al punto di mettersi a piangere. Da quanto non dormiva decentemente? Da quanto non si riposavano? Quell'anno scolastico sembrava durare da almeno due secoli. Sentì Ginny sospirare grata, i capelli rossi sparsi sul cuscino. Hermione chiuse gli occhi. Dopo le vacanze di Natale lo studio era raddoppiato. Entrambe sapevano di essere al passo con le lezioni e di essere perfettamente in grado di affrontare i M.A.G.O. ma la mole di lavoro aveva reso quelle consapevolezze un po' più fragili. Hermione, dal canto suo, aveva preso ogni esame di ogni singolo anno scolastico come una prova di idoneità alla vita stessa, per cui non si era stupita molto del senso di ansia e terrore che l'aveva assalita già dall'inizio dell'anno, e che si era accentuata dopo Natale. Per mesi, testa china sui libri, Hermione Granger aveva dato prova di essere Hermione Granger fino infondo. Studio, ripasso, dedizione, doveri da Caposcuola, tutto portato a termine senza mai vacillare. Dentro di sé, però, Hermione aveva tremato. Aveva vacillato eccome! C'erano stati diversi momenti in cui era arrivata a credere di non farcela. Quelle orribili e fastidiose sensazioni svanivano quando Fred alterava la sua stressante routine. Prima delle vacanze di Pasqua era venuto un paio di volte a trovarla, insieme a Harry, e per tutto aprile e maggio si erano visti a Hogsmade. Hermione non lo avrebbe mai ammesso, ma la sua presenza l'aveva salvata. Quando lui non c'era, l'ansia tornava. Il carico di studio e lavoro opprimeva la sua mente. Lei e Ginny arrivavano così stanche a fine giornata da non riuscire a dormire mai bene. Scherzavano su quante notti insonni avessero passato, ma sarebbe stato meglio non tenere il conto sul serio. Nell'ultimo mese, il programma di ripasso era stato così serrato, che entrambe avevano saltato accidentalmente i pasti in più di un'occasione. Non che avessero fame. Anzi, entrambe si erano spesso lamentate di quanto l'ansia stesse facendo torcere i loro organi interni. Era come vivere con una piovra piena di tentacoli che si agitava nella pancia. Orribile. Hermione arricciò la bocca in una smorfia di disgusto. Il solo ripensare a quelle sensazioni le aveva fatto tornare la nausea.

Notti insonni, pasti saltati, l'ultimo mese era stato un incubo. E senza Fred a lenire quelle ferite, andare avanti si era rivelato una sifda enorme. Hermione sentì il delicato russare di Ginny. Sorrise contro il cuscino, tenendo gli occhi chiusi. Forse doveva dormire. Cedere alla stanchezza era più difficile di quanto pensasse. La sua mente continuava a viaggiare, nonostante fosse tutto finito sentiva ancora addosso il peso e la tensione degli esami. E il suo stomaco si contraeva ancora. Ci sarebbe voluto tempo, pensò. Anche dopo i G.U.F.O. aveva impiegato settimane prima di rilassarsi, anche se non l'aveva confessato a nessuno. Piano piano il suo corpo e la sua mente si sarebbero ristabiliti. Doveva solo dormire. Con un lungo sospiro, ignorando la nausea e quel peso sulle spalle che ancora la assillava, lasciò andare i pensieri su terrini più felici. Involontariamente tornò con la mente all'ultimo incontro con Fred..

 

- Sicura che non vuoi scappare? Sei ancora in tempo – sussurrò Fred al suo orecchio.

Hermione trovò la forza di lanciargli un'occhiataccia. - Tu dici?- chiese, la voce carica di sarcasmo ma suadente.

Fred sorrise e scelse di rispondere in un modo tutto suo. Erano sul pavimento, circondati da alcune scatole che erano cadute dagli scaffali. I jeans di entrambi erano già spariti da un po', ma Hermione aveva ancora addosso il maglioncino della divisa. Fred lo fece volare via con un gesto fin troppo lento, le accarezzò i fianchi e scese con la bocca sul suo collo. Lentamente, tracciò una scia di baci caldi lungo il suo corpo. Hermione chiuse gli occhi e decise che quella risposta le bastava. Sussultò quando la sua lingua la accarezzò piano, poi sempre più forte, e i sospiri divennero gemiti. Prima che potesse anche solo osare fermarlo, Fred spinse le dita dentro di lei. Hermione si aggrappò ai suoi capelli inarcando la schiena, mentre un'onda di puro fuoco la bruciava da dentro. Non sembrava intenzionato a fermarsi, e Hermione lo ringraziò silenziosamente per questo. Era così vicina a scivolare nel fuoco più caldo..ma si sbagliava. Strinse involontariamente le gambe quando sentì Fred allontanarsi e si prese pure il lusso di incendiarlo con un'occhiataccia. Lui rise e con un gesto rapido le afferrò i fianchi e la tirò verso di sé.

- Dicevamo?- sussrrò, prima di baciarla. Il calore della sua bocca spense tutte le facoltà mentali di Hermione, che si lasciò trasportare da quel bacio e, aggrappandosi alle sue spalle avvicinò il bacino al suo. Fred prima si allontanò, ma forse nemmeno lui riusciva più a giocare e resistere. La strinse forte a sé, premendola di nuovo verso il pavimento ed entrò in lei, soffocando il gemito nella sua bocca. Hermione sussultò di nuovo e si inarcò verso di lui. Qualcosa brillò nella sua mente, un pensiero folle e perverso. Separò la sua bocca da quella di Fred e con un ghigno malefico si spinse di lato. Fred, preso alla sprovvista, perse l'equilibrio e rotolò sul pavimento, con lei sopra. Muovendosi piano su di lui, Hermione scese a baciarlo. Poi, prima che lui potesse stringerla di nuovo a sé, si sollevò di scatto.

- Hai ragione, posso ancora scappare – sussurrò Hermione, lo sguardo incatenato a quello spaesato e ardente di Fred.

La risata di Fred fu leggera ma roca. La afferrò prima ancora che lei potesse alzarsi e, come aveva fatto lei poco prima, rotolò sul pavimento finendo sopra di lei. Le afferrò i polsi e li portò sopra la sua testa, tenendoli fermi sul pavimento con la sua presa forte e decisa, ma dolce e delicata al tempo stesso.

- Non sei credibile- mormorò.

- Ammetterai che me la stavo cavando bene..- ribatté lei, sospirando quando Fred le morse il collo.

- Tu te la cavi sempre molto bene -

Ridendo, Hermione cercò la sua bocca. Fred scivolò di nuovo in lei. E questa volta nessuno dei due tentò di scappare. Era il momento di mettere da parte sfide e scherzi. Era il momento di lasciarsi andare. Completamente.

 

 

Hermione spalancò gli occhi con un sussulto. Scattò in piedi a sedere e istintivamente cercò il libro, tastando la coperta.

Ginny era seduta sull'angolo del suo letto. Inarcò un sopracciglio con un mezzo sorriso. - Cosa fai?-

Hermione sbuffò e si passò una mano fra i capelli. - Cercavo il libro?-

- Quale libro?-

- Non lo so, un libro – sbottò lei, scuotendo le spalle.

Ginny le rivolse uno sguardo di pura rassegnazione – Non ti prenderò in giro, a me è capitata una cosa simile. Il mio primo pensiero appena sveglia è stato: oggi cosa devo ripassare?-

Ridendo, Hermione guardò verso la finestra. - Che ore sono?-

- Ora di cena, e stavolta mangeremo un pasto come si deve!- rispose, battendosi allegra una mano sulla pancia.

Lo stomaco di Hermione si contrasse. - Io forse non sono ancora pronta – mormorò.

Ginny scacciò l'aria con la mano – Ti verrà sicuramente fame quando sarai seduta davanti a una gigantesca porzione di pollo arrosto e patate -

Hermione tenne la bocca chiusa, ma l'espressione nauseata che rivolse a Ginny la fece ridere. Scesero in Sala Grande, che era più caotica e festante del solito. Si fermarono a parlare con Ernie, che le aggiornò sulla festa di quella sera. Stando alle regole della McGranitt sarebbero potuti rimanere solo fino a mezzanotte, ci sarebbe stata la musica, un po' di Burrobirra e qualche piatto speciale da parte degli Elfi Domestici che ci tenevano a congratularsi con loro. Quando si sedettero al tavolo, Hermione scoprì che Ginny aveva ragione. Aveva fame. Molta fame.

- Visto?- chiese Ginny, con la bocca piena di carote – L'ansia non c'è più!-.

- Mi ricordi Ron- commentò Hermione, servendosi il secondo giro di patate.

Ginny la fulminò. - Ritira quello che hai detto!- esclamò, puntandole contro la forchetta.

Ridendo, Hermione inforcò una patata e riprese la conversazione con Demelza, che le stava chiedendo quali aspettative di carriera avesse. Sia la cena che la festa volarono. Le ore trascorsero rapide, come mai avevano fatto in quei mesi. La festa fu tranquilla, ma divertente. Nessuno nominò gli esami. Ernie ci provò, e fu tacitato da un incantesimo e costretto a giurare, scrivendo su una pergamena, che non avrebbe più tirato fuori l'argomento. Per sicurezza, lo tennero zitto per un'ulteriore mezz'ora. Una volta liberato, Ernie rise assieme ai suoi compagni, ammettendo di esserselo meritato. Quando tornarono nel dormitorio, Hermione crollò esausta nel letto. Ginny si addormentò vestita. Quella notte, per la prima volta, Hermione dormì tanto, un sonno senza sogni, senza pensieri e senza paure.

Non c'era più niente a spaventarla.

 

Il giorno dopo, durante la colazione, Hermione e Ginny cominciarono a progettare il loro rientro a casa. Altri quattro giorni a Hogwarts, e poi avrebbero ripreso l'Espresso per tornare a Londra. A luglio sarebbero poi tornate al castello per la cerimonia dei diplomi, come aveva annunciato la McGranitt la sera prima.

- Harry dice che verranno in stazione a prenderci – disse Ginny, versando i cereali nella tazza.

Hermione tuffò il cucchiaio nel suo porridge. Aveva ancora una fame tremenda.

- Chi? - chiese perplessa.

Ginny alzò gli occhi al cielo. - Lui e Draco Malfoy?-

Hermione scosse le spalle divertita – Dicono che la sua redenzione stia procedendo bene -

- Esce ufficialmente con la Greengrass -

- E questo che c'entra?- chiese Hermione, aggrottando la fronte.

Ginny sbuffò – Odio essermi persa la reazione della Parkinson!-

Ridendo, Hermione bevve un lungo sorso di succo di zucca. Forse aveva bevuto troppo in fretta o il succo era troppo freddo, perché la nausea tornò. Mentre Ginny si lanciava in un resoconto di tutti gli ultimi pettegolezzi su Malfoy, Hermione fissò indecisa la sua tazza di porridge. Aveva fame, ma aveva anche la nausea. Non sapeva se finirla. O se vomitare.

- Cosa ti ha fatto di male quel porridge?- chiese Ginny divertita.

Hermione sospirò – Credo che il mio corpo non abbia ancora capito che gli esami sono finiti -

- Comprensibile. Vedrai, quando torneremo a casa la mamma ti rimpinzerà di tutti i tuoi piatti preferiti. Già la sento: siete troppo magre!- sbottò, alzando un indice e imitando così meravigliosamente la signora Weasley che Hermione le fece quasi un applauso.

- Hai ragione – rispose Hermione, allontanando la tazza – passerà!-

- Cosa facciamo oggi?- chiese Ginny.

- Potremmo andare a trovare Hagrid – propose Hermione.

- Buona idea, ma passiamo lontano dal lago. Alcuni Corvonero hanno detto che avrebbero scatenato una guerra di fiotti d'acqua -

Uscirono dalla Sala Grande e scesero le scale per raggiungere i prati. Il sole inondava le montagne attorno a Hogwarts. Era caldo, ma una brezza fresca rendeva piacevole quel calore. Passarono tutta la mattina con Hagrid, lo aiutarono in alcune faccende, impedendogli di dare fuoco alla sua casa con qualche maldestro incantesimo, e declinarono educatamente il suo invito a pranzo. Mentre rientravano al castello, Ginny scherzò sull'argomento.

- Te lo immagini? Gli voglio bene, ma non sa proprio cucinare!-

- Una volta Ron ha trovato un artiglio nella sua ciotola di zuppa – raccontò Hermione con una smorfia.

Ginny inorridì – Come assicurarsi la nausea per il resto della giornata -

In quel momento, richiamata forse dai ricordi della zuppa di Hagrid, Hermione sentì una disgustosa ondata risalirle la gola. Si bloccò a metà passo e si premette una mano sullo stomaco. Ginny si voltò e le prese una spalla con la mano.

- Che ti prende? Troppi viscidi ricordi?- scherzò.

Hermione cercò di sorridere, ma le sue labbra scelsero una smorfia a metà fra la risata e il disgusto. - Forse ho scelto il momento sbagliato per raccontartelo -

Ginny aggrottò la fronte – Andiamo da Madama Chips -

Hermione alzò la testa di scatto – Andiamo Ginny, è solo mal di stomaco. Abbiamo vissuto in uno stato di ansia perenne per mesi, passerà -

- Sì ma io sto bene – disse indicandosi – Tu no, quindi qualcosa non va. Forse hai preso il Virus Vermicoloso -

- Il..che cosa? - mormorò Hermione, reprimendo un conato al pensiero dei Vermicoli.

Ginny scosse le spalle – Ha sicuramente un nome diverso per i Medimaghi, ma mamma chiamava così i nostri mal di pancia da piccoli -

- Sto bene, ho solo bisogno di riposarmi – sentenziò Hermione e riprese a camminare.

Ginny sbuffò e la seguì – Fred ha ragione quando dice che hai la testa più dura della corazza di uno Schiopodo Sparacoda -

Buio. Silenzio. Il tempo si fermò. Sembrò che persino il vento si fosse arrestato. Hermione sentì freddo. Una goccia di sudore le scivolò sulla fronte. Fissò l'erba davanti a sé senza vederla realmente. Fra le sue costole, il cuore pulsava lento, forse non ancora consapevole del folle e assurdo pensiero che si era formato nella sua mente. Dopo quelle che le sembrarono ore, si sentì scuotere una spalla. Alzò lo sguardo inoriddita, spaventando Ginny.

- Oh santo Merlino, tu stai male! - esclamò lei, fissandola e con il volto pallido – Corro da Madama Chips, resta dove sei!-

- No! - scattò Hermione, afferrandole il polso prima che corresse via. - Non..io..sto bene – borbottò.

Ginny sbuffò – Hermione dovresti vedere la tua faccia, sei trasparente come Mirtilla e hai gli occhi enormi, le tue pupille sembrano quelle di Bill quando arriva la luna piena e stai tremando. Ci serve Madama Chips!-

Hermione scosse la testa – No, dobbiamo andare in Biblioteca -

L'espressione di Ginny, nonostante tutto, fece ridere Hermione.

- Rettifico, mando un gufo al San Mungo -

Hermione scacciò l'aria con la mano e riprese a camminare, trascinando Ginny.

- Dove andiamo?- chiese esasperata.

- Te l'ho appena detto, in Biblioteca – rispose Hermione seria.

- Hermione si può sapere che diavolo..-

Hermione si bloccò e si voltò verso di lei. Si guardò freneticamente attorno, ma i prati erano deserti. Le serre erano silenziose. Il lago privo di studenti festanti. Erano tutti a pranzo.

- Hai ragione, forse meglio parlarne ora lontano dalle orecchie di Madama Pince – borbottò Hermione torcendosi le mani – Non deve sentire quello che stiamo cercando, nessuno deve!- esclamò a voce più alta, facendo sobbalzare Ginny.

- Sentire che cosa? Di cosa stai dannatamente parlando?- chiese lei, sull'orlo di una crisi.

Hermione prese un lungo respiro. Si prese la testa fra le mani e fissò l'amica, che a sua volta la fissava con terrore. Hermione pensò che fosse l'esatto riflesso di come si sentiva lei.

- Ginny, da quanto ho la nausea?- chiese, la gola improvvisamente asciutta.

L'amica scosse le spalle. - Beh, da quando abbiamo cominciato il ripasso per gli esami. Ci lamentavamo quasi ogni sera!-

- Tu te ne lamentavi ogni sera – precisò Hermione, puntandole un dito contro – Io ho cominciato dopo -

Ginny rifletté per qualche secondo, poi spalancò le braccia. - Può darsi, non me lo ricordo. Avanti Hermione abbiamo passato mesi su quei libri, devastate dall'ansia, forse hai un crollo nervoso o forse..-

Non proseguì oltre.

- Sempre detto che sei intelligente quanto me – mormorò Hermione, mentre le sue spalle si afflosciavano.

Ginny fissava il vuoto. Sgranò gli occhi, li fece scattare verso Hermione e poi di nuovo sul prato. Alzò le dita davanti a sé e cominciò a contare, mentre Hermione pregava che un buco enorme e profondo si aprisse sul prato e la risucchiasse.

- Oh no..- mormorò Ginny.

Con un lamento, Hermione si riprese la testa fra le mani. Si sentì afferrare i polsi. Ginny la fissava con uno sguardo folle e un sorriso altrettanto folle.

- Hermione tu..-

- Biblioteca, subito!-

 

- Cosa speri di trovare?- mormorò Ginny, mentre Hermione percorreva l'ennesima scansia.

Ignorandola, Hermione lanciò occhiate fugaci ai cartellini. Erano nella sezione malattie magiche, rimedi e incantesimi per Medimaghi. Era una sezione poco frequentata dagli studenti, più che altro sondata quando qualcuno incappava in incidenti imbarazzanti e non voleva chiedere aiuto a Madama Chips.

- Smettila di guardarmi così – borbottò Hermione.

- Così come?- chiese Ginny, fingendosi innocente ma continuando a sorridere.

- Così – sbottò lei, bloccandosi davanti a uno scaffale e allungando una mano.

Con gesti scattanti e nervosi tirò giù dalla scansia diversi libri e cominciò ad aprirli uno alla volta. Sondava l'indice con un dito, li chiudeva con un gesto secco e li lanciava da una parte, per poi passare ai successivi. Ginny la osservava in silenzio, le braccia incrociate, e un sorriso divertito stampato sul volto lentigginoso.

- Se ti vede Madama Pince..-

- Credo sia l'ultimo dei miei problemi – borbottò Hermione – Trovato!- esclamò poi. Chiuse il libro con un tonfo, prese la bacchetta e con un gesto noncurante fece tornare tutti gli altri libri al proprio posto. Afferrò Ginny e uscì a passo di marcia dalla Biblioteca.

- Posso fare una domanda?- chiese Ginny, appena furono nel silenzioso corridoio.

- Stiamo andando al sesto piano -

- No, non era questa la domanda, ma sapevo comunque la risposta – ribatté lei – La mia domanda è..-

- Sai già com'è successo, i dettagli non servono – rispose Hermione, mentre nausea e panico tornarono ad affiorare nel suo stomaco. Nel suo cervello. Nelle sue gambe. Solo il suo cuore batteva tranquillo, ancora ignaro della situazione.

Ginny sbuffò contrariata – Vuoi smetterla di interrompermi? Stavo per chiederti: cosa ci facciamo con quel libro? Ti sei data alla Medimagia nel tempo libero di questi ultimi anni?-

Hermione prese lo svincolo per la loro ala segreta del sesto piano e raggiunse in silenzio l'ultima stanza. Sbirciò dentro per assicurarsi che Mirtilla non fosse lì ed entrò. L'ala era stata ricostruita. Hermione rivide se stessa un anno prima, appoggiata alla breccia nel muro, mentre lei e Fred guardavano la prima alba di un mondo senza Voldemort. Sospirò, allontanando ogni ricordo e ogni pensiero. Il presente le bastava. Appoggiò il libro su un vecchio banco e si girò verso Ginny. L'ala del sesto piano non era più inutilizzata, ma era comunque poco frequentata.

- Cercavo una lettura su alcune ferite magiche al terzo anno – rispose Hermione – Mi sono imbattuta in una ragazza del settimo che cercava questo libro – disse indicandolo, e fissandolo come se fosse una viscida lumaca carnivora.

Ginny scrollò le spalle – E di cosa parla?- chiese, quasi divertita.

Hermione sbuffò. - Diversi incantesimi per sondare – borbottò.

- In cerca di..?-

- Ginny, dacci un taglio!- scattò Hermione.

La ragazza alzò le mani. - D'accordo la smetto. Forza, facciamolo -

Hermione guardò prima il libro, poi Ginny, poi di nuovo il libro. E il vuoto si aprì su di lei.

- Dobbiamo proprio?- chiese, tremando.

- Hermione, l'idea è stata tua – la rimbeccò lei.

- Sì ma..- balbettò, torcendosi di nuovo le mani – possiamo anche, non so..prenderci un po' di tempo -

- E aspettare cosa?- chiese Ginny, con un sospiro paziente.

Hermione scosse le spalle, tremava talmente tanto che sembrò quasi un gesto involontario. - Oh, non so , magari che una grossa ed enorme Giratempo ci riporti indietro -

- Non cambierebbe niente – rispose Ginny tranquilla.

Le spalle di Hermione si afflosciarono. Il suo corpo smise di tremare. La nausea era sempre lì, il panico era in agguato. Il suo cuore continuava la sua lenta corsa. Perché era così calmo? Perché non le trasmetteva lo stesso terrore che i suoi pensieri le stavano scavando dentro? Hermione alzò lo sguardo e vide gli occhi dolci e rassicuranti di Ginny. Erano identici a quelli di Fred, lo aveva sempre pensato. Ginny le prese la mano e la strinse forte. Non disse nemmeno una parola, dettaglio piuttosto inquietante, ma Hermione si sentì come se un'onda di vento caldo l'avesse investita. Rilassò i muscoli, tesi fino allo spasmo, e fu allora che il suo cuore si risvegliò. Iniziò a pulsare più veloce, non era una corsa forsennata, ma le sembrò di sentirlo spingere con forza contro le sue costole.

- Non..non cambierebbe niente?- sussurrò Hermione.

Ginny scosse la testa. Strinse più forte la sua mano e le sorrise. - Andrà tutto bene -

Hermione sospirò – E se..e se ho ragione?-

Il sorriso di Ginny virò in modo inquietante, i suoi occhi divennero vispi e l'espressione furbesca della piccola di casa Weasley fece tremare di nuovo Hermione.

- Vorrà dire che in questa stanza c'è un Weasley di troppo -

La forza delle sue parole risucchiò tutta l'energia dal corpo di Hermione. Con un lamento disperato si prese la testa fra le mani. - Non posso avere ragione – mormorò, la voce ovattata dalle sue dita.

Ginny scoppiò a ridere. - Oh cielo, non vedo l'ora di vedere la faccia della mamma -

- Ginny ti prego..-

- Hermione guardami!- esclamò Ginny, con voce talmente secca che Hermione quasi si spaventò. Alzò lo sguardo e vide gli occhi dolci e rassicuranti della sua migliore amica. - Apri quel dannato libro, spiegami cosa devo fare e facciamola finita!-

- D'accordo, ma stai calma- sbottò Hermione, riuscendo persino a sorridere.

- Adesso sì che ti riconosco – ribatté lei, battendo le mani, il sorriso carico di aspettativa.

Hermione afferrò il libro, lo aprì alla pagina giusta e insieme lessero le istruzioni. Era un incantesimo piuttosto semplice, sembrava alla portata di due streghe come loro. Ginny provò il gesto con la bacchetta e poi scosse le spalle con tranquillità.

- Penso di aver capito – concluse.

Hermione lanciò il libro sul banco senza tante cerimonie, e raddrizzò la schiena. Annuì una volta, Ginny alzò la bacchetta e la punto contro la sua pancia.

Panico.

- No aspetta!- gridò Hermione.

Ginny alzò gli occhi al cielo. - Hermione ti prego..- borbottò.

- Non possiamo farlo – si lamentò, riprendendosi il viso fra le mani per poi afferrarsi i capelli.

- Perché?- chiese Ginny esasperata.

- E se..- ma la voce di Hermione si spense. Non poteva dirlo a voce alta. Non poteva. Non riusciva nemmeno ad elaborare quel pensiero. Perché era assurdo. Surreale. Sapeva di sbagliarsi, sapeva di essere spaventata da un incubo che non sarebbe mai stato reale. Ma faceva comunque paura. Tossì, cercando di recuperare la voce. Guardò Ginny, i lineamenti induriti perché infondo lei sapeva benissimo quello che Hermione stava per dire. Ritentò con più coraggio. - E se lui non lo volesse?-

Ginny sospirò e chiuse gli occhi. Hermione temette di essere Schiantata da un momento all'altro.

- E. Semplicemente. La. Cosa. Più. Stupida. Che. Io. Abbia. Mai. Sentito. Uscire. Dalle tue maledettissime labbra- sbottò, spalancando gli occhi con un lampo di follia nelle iridi profonde.

- Ma..-

Lo sguardo tagliente di Ginny interruppe il suo tentativo. Hermione si limitò a fissarla con un'espressione di puro terrore. Poi tutto improvvisamente cambiò. Il suo cuore iniziò a pulsare rapidamente. I suoi muscoli si rilassarono di nuovo. La tensione sulle sue spalle si allentò. Lentamente, il suo respiro divenne lento e rilassato. Lei era Hermione Granger. E non aveva paura. Mai. Ginny sorrise quando vide comparire, finalmente, quella fiera espressione battagliera che solo Hermione sapeva sfoderare. Si sorrisero, Ginny alzò la bacchetta e Hermione annuì.

Fu veloce, molto veloce. Ginny ruotò il polso e un filo argenteo scivolò fuori dalla punta della sua bacchetta. Colpì la pancia di Hermione e lei lo sentì scendere dentro di sé. Era una sensazione meravigliosa, rassicurante. La sua pelle divenne calda, mentre quel filo continuava a entrare come un piccolo ruscello dentro di lei. Sentì un calore profondo nascere dentro di lei e irradiarsi quasi fino alla gola. Entrambe fissavano il flusso argenteo. Pochi secondi dopo, anche se parvero ore, quel flusso cambiò.

Divenne oro. Oro puro.

Ginny lasciò andare il braccio. L'incantesimo si ruppe e il flusso dorato scomparve. Sollevarono lo sguardo nello stesso istante. Il cuore di Hermione scatenò la sua vera corsa. Ora era inarrestabile, pulsava rapido, spingendo con tutta la sua forza. Il calore non era scomparso, era ancora lì dentro di lei. Hermione impiegò molto tempo per capire che non era il calore dell'incantesimo sonda, ma era il suo. Era l'emozione. Era un senso inspiegabile di amore e folle determinazione.

Era la vita che pulsava dentro di lei.

- Hermione..- sussurrò Ginny, mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia.

Hermione chiuse gli occhi e lasciò andare le lacrime che premevano dietro ai suoi occhi. Sentì le braccia di Ginny avvolgerla, si aggrappò a quell'abbraccio, liberando ogni emozione che provava. Ginny la strinse, Hermione respirò quel profumo di cannella che aleggiava sui suoi capelli. Il profumo di casa.

Il profumo della sua famiglia.

 

Ore dopo, nel silenzio del dormitorio, Hermione rigirava fra le dita un Bolide in miniatura. Glielo aveva regalato Fred. In realtà era una scatola dal meccanismo magico. Hermione sorrise. Appoggiò le labbra sul Bolide e quello si aprì. Al suo interno, un anello d'oro brillava.

 

- Che cos'è?- chiese Hermione curiosa.

Fred sorrise, e rigirò il piccolo Bolide fra le dita – Il tuo regalo per il diploma -

- Ma non mi sono ancora diplomata – precisò Hermione, la fronte aggrottata.

Fred alzò gli occhi al cielo. - Sei sempre la solita. Lo so. Infatti non devi aprirlo ora-

- E quando? - chiese divertita.

Fred scosse le spalle. - Lo capirai da sola -

Ridendo, Hermione lo baciò. - Ci vediamo a giugno -

Con un sospiro rassegnato, Fred rispose – Sempre che tu non abbia cambiato idea -

Hermione gli rivolse un'occhiataccia e si avviò verso la porta dei Tiri Vispi.

- Se cambi idea mandami un gufo!- le gridò dietro lui.

Hermione sventolò la mano e urlò – Non mi mancherai!-

L'eco della risata di Fred sembrò seguirla fino al castello.

 

Hermione aveva aperto il Bolide dopo cena. Era rimasta a contemplare quell'anello per quasi un'ora. Poi aveva letto il piccolo biglietto incastrato dentro.

 

Forse il nostro non è stato un matrimonio molto convenzionale. Ma i simboli sono importanti. Voglio che il mondo sappia che sei mia, e mia soltanto.

 

Sorridendo, Hermione prese l'anello dal Bolide aperto e lo indossò. Le stava davvero bene. La prova che era sposata con Fred Weasley. Hermione si lasciò sfuggire un sospiro. Ripensò a se stessa, anni prima, in quello stesso letto a baldacchino. Se una Hermione Granger armata di Giratempo fosse piombata su di lei per dirle che si sarebbe innamorata di Fred Weasley e lo avrebbe sposato, probabilmente si sarebbe messa a ridere. E si sarebbe sbagliata.

Rilassò la testa contro il cuscino, strinse il Bolide chiuso fra le dita e lentamente si addormentò.

Oh Weasley, non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando saprai cosa ti aspetta..

 

 

 

L'Espresso di Hogwarts rallentò quando si avvicinò alla stazione. Hermione guardò fuori dal finestrino. Il treno stava curvando e la banchina era ancora nascosta. Le sue spalle si irrigidirono. Sentì la mano di Ginny stringere la sua.

- Andiamo?- chiese la ragazza.

Hermione annuì e la seguì fuori dallo scomparto. Con un piccolo sussulto, il treno si fermò. Prima di aprire la porta del vagone, Ginny le sorrise. Hermione ricambiò, provando un senso di leggerezza che non si sarebbe aspettata di provare. Quando Ginny aprì la porta, un raggio di sole colpì la banchina. La ragazza spiccò una corsa e tre secondi dopo era fra le braccia di Harry, che la stringeva forte. Hermione li guardò sorridendo e provò un'ondata di tenerezza nel vedere i suoi migliori amici di nuovo insieme. Per quanto Ginny ci scherzasse sopra, Harry le era mancato da morire.

Scese l'ultimo gradino, e il suo sguardo venne catturato dal quella strana forza che la attirava sempre verso di lui. Una magia strana e potente che non avrebbe mai avuto un nome, né una spiegazione. Fred la aspettava appoggiato alla colonna. Le sorrise. Era il suo sorriso, quello riservato a lei. Hermione corse verso di lui, fu talmente veloce che quasi Fred non fece in tempo a staccarsi dalla colonna. Finì fra le sue braccia, lo strinse forte. Il suo cuore batteva ancora lento. Hermione appoggiò l'orecchio sul suo petto e sentì che il cuore di Fred, invece, batteva furioso.

- Non dirmelo: ti sono mancato!- scherzò.

Hermione alzò lo sguardo e sfoderò un sorriso fiero. - Solo un po'-

Ridendo, Fred la baciò. Hermione si lasciò cullare da quel bacio. Era a casa. Era con lui. Il suo cuore accelerò.

Lentamente, si separarono. Hermione rivolse un'occhiata fugace a Ginny. La ragazza stava guardando verso di lei, un sorriso emozionato e gli occhi lucidi. Distolse lo sguardo per baciare Harry, ma prima le rivolse un occhiolino.

Hermione sorrise divertita e guardò Fred. I loro occhi si incatenarono. Fred le sfiorò l'anulare e accarezzò l'anello.

- Quale momento hai scelto per aprirlo?- chiese curioso.

Hermione lo fissò assorta, poi cercò con le dita la sua mano e la strinse. Abbassò lo sguardo sull'anulare di Fred e vide lo stesso identico anello.

- Ho tirato a indovinare – rispose vaga.

- E hai sbagliato – sentenziò lui, fingendosi deluso.

- Cosa?- chiese lei allibita.

- Hai sbagliato! Dovevi aprirlo la sera stessa, era quello il mio piano – spiegò lui, alzando gli occhi al cielo quando la vide ancora confusa. - Dovevi aprirlo, emozionarti e scrivermi che no, non volevi stare un mese senza vedermi, e al diavolo i M.A.G.O. -

Hermione scoppiò a ridere. - Mi dispiace, Weasley, ma i tuoi piani sono talmente contorti da essere spesso indecifrabili. Per di più – aggiunse, alzando il mento e sfoderando un cipiglio severo – non avrei mai ceduto su un argomento tanto importante come gli esami finali -

Sbuffando, Fred le accarezzò un guancia. - Distruggi i miei piani da troppo tempo ormai, devo farmene una ragione -

- In realtà, sei tu ad avere quasi distrutto la mia carriera accademica finale – mormorò Hermione, fingendosi seria, ma le sfuggì comunque un sorriso.

Fred aggrottò la fronte, l'espressione sinceramente confusa. - E come avrei fatto scusa?-

Il cuore di Hermione rallentò di nuovo. Era calmo, tranquillo. Troppo emozionato per correre veloce. Era arrivato il momento di dire la verità.

Con un sospiro, Hermione mormorò. - Sei ancora convinto di passare il resto della tua vita con me?-

- Mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia, Granger -

Sorridendo, Hermione gli prese la mano. E la appoggiò sulla sua pancia. Avrebbe potuto scegliere tanti modi di dirglielo. Durante il viaggio verso Londra Hermione li aveva provati tutti nella sua mente. E non ne aveva scelto nessuno. Improvvisò, guidata dall'espressione ancora confusa e attenta di Fred, dai suoi occhi profondi, occhi che le leggevano sempre dentro.

- Spero prenda l'intelligenza da me- sussurrò divertita, mentre con l'altra mano accarezzava la guancia di Fred. - Ma spero che ti assomigli in tante altre cose -

Fred sembrava paralizzato. La fissava immobile, lo sguardo perso. La sua prima vera reazione fu accarezzarle la pancia con le dita, la presa di Hermione ancora stretta sulla sua mano. Poi, come un raggio di sole, un sorriso spuntò sul suo viso vispo e allegro. Appoggiò la fronte a quella di Hermione e chiuse gli occhi. Hermione sentì i suoi riempirsi di lacrime. Fred li riaprì e con la mano libera asciugò una lacrima sulla sua guancia. Anche lui aveva gli occhi lucidi. E il suo respiro era lento, ma profondo.

- Se prende anche solo un quarto del mio talento per i guai sei spacciata – le sussurrò.

Hermione rise – Posso cavarmela. Tienilo lontano da George per buona parte della sua vita, però!-

Fred scattò all'improvvisò e la baciò. Fu un bacio così profondo e lento che Hermione dimenticò tutto. Non erano più sul binario, non erano più circondati da studenti, amici e parenti. Erano soli. In quell'oblio che apparteneva solo a loro. In quel bacio, Hermione riuscì a sentire tutte le emozioni che Fred provava e capì di essere riuscita a tasmetterle a lui. Non servivano le parole, bastavano quelle carezze, bastava quel vuoto di fiamme in cui erano sempre scivolati insieme. In cui sarebbero rimasti per sempre. Insieme. E non più soli.

Quando si separarono, Hermione rimase sospesa in un istante di pura felicità. Occhi negli occhi, le mani intrecciate, le labbra vicine.

- Andrà tutto bene – sussurrò Fred.

Con un sorriso, Hermione sfiorò di nuovo le sue labbra. - Ne riparleremo fra qualche anno, Weasley!-

Ridendo, Fred la abbracciò di nuovo. Hermione si lasciò cullare dalle sue braccia. Rivolse lo sguardo verso Harry e Ginny. Forse la ragazza aveva raccontato tutto al suo migliore amico, perché lui la guardava con occhi emozionati, stringendo Ginny a sé. Le sorrise. Hermione ricambiò.

Con un gesto quasi inconscio, Harry si grattò la fronte e sfoderò un mezzo sorriso esasperato. Hermione si lasciò sfuggire una risata.

Chiuse gli occhi e strinse forte il corpo di Fred. Respirò quel profumo di cannella, erba fresca e aria frizzante. Il profumo di Fred. Il profumo della sua famiglia.

Sì. Andrà tutto bene.

 

 

Fine

 

 

 

Dice l'autrice:

Siamo giunti alla fine! Questa storia mi mancherà tantissimo. Sono sicura che ci siano degli errori e che, in generale, avrei potuto fare di meglio, ma sono davvero legata a questa storia. E lo dico consapevole di averla abbandonata per quasi 10 anni! Come tutti i grandi amori, abbiamo fatto un giro immenso e ci siamo ritrovate. L'ho conclusa come ho sempre saputo che l'avrei conclusa. Attendo le vostre critiche, le vostre opinioni e le vostre recensioni.

Voglio dedicare questo finale proprio a voi: ho pubblicato il primo capitolo tremando come una foglia. Ciò che mi avete regalato, capitolo dopo capitolo, è stato indescrivibile. Mi avete sostenuta e incoraggiata, e mi dispiace da morire avervi abbondanate per 10 anni.

Il mio percorso qui, non finisce! Sto già scrivendo altro, per cui tenete in alto le bacchette: prossima settimana esce il primo capitolo di una raccolta! E ho in cantiere anche un'altra storia, ma vi farò attendere un po', perché voglio capire che forma sta prendendo!

Nel frattempo, GRAZIE, infinite di tutto.

Baci di Mielandia

Amy

  
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