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Autore: LorasWeasley    06/03/2023    2 recensioni
AU|Gods [Daisuga|Iwaoi|Bokuaka|Ushiten|Kuroken|Sakuatsu|Matsuhana|Osasuna|Tsukkiyama]
12 racconti ambientati in un mondo fantasy dove i personaggi che tanto amiamo saranno Dei, sacerdoti immortali o semplici umani.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mito 4: La trasformazione di Sunarin
 
Sunarin aveva fatto compagnia a Miya fin dall’inizio dei tempi.
Era la volpe di compagnia di entrambi, il loro spirito guida che riusciva a portarli sulla giusta via nel momento del bisogno.
Ma c’era un motivo se questa stava sempre, o quasi, in compagnia di Osamu: era per l’amore che provava nei suoi confronti. Un amore che andava oltre tutto e che veniva ampiamente ricambiato dal suo dio.
 
Ginjima aveva iniziato a sudare freddo dal primo istante in cui si era svegliato e aveva ricordato quello che aveva fatto.
I postumi della sbornia, inoltre, non stavano aiutando per niente.
Doveva trovare una soluzione al casino che aveva combinato e doveva trovarlo in fretta prima che Osamu lo scoprisse e decidesse (a ragion veduta) di disintegrare il suo più caro e fidato sacerdote (=Ginjima).
Cosa gli aveva detto il suo predecessore come prima cosa? “Stai attendo a quello che dici, gli dei sono molto vendicativi”. Ginjima ricordava che si era domandato cosa diavolo avesse visto quell’uomo per dire una cosa simile con un volto così spaventato. Ma ricordava anche di aver pensato “chi è così stupido da fare un torto a un dio?”.
Ebbene, eccolo lì lo stupido.
Ogni minimo fruscio lo faceva sussultare, il sudore ormai era talmente tanto sul suo corpo che avrebbe avuto bisogno di due bagni per lavarsi bene e la sua mente stava andando fuori di testa.
E fu solo a quel punto che una soluzione iniziò a farsi strada nella sua mente.
Certo, non era sicuro se questo avrebbe o meno peggiorato l’ira di Osamu, ma c’era anche una minima possibilità che la prendesse come una svolta positiva. Le probabilità erano basse ma non aveva altre opzioni nè più tempo.
Così si preparò in fretta per il sermone di quella mattina, nella speranza che il nuovo mito che aveva intenzione di raccontare diventasse presto popolare.
 
-
 
Ancora prima di aprire gli occhi, Osamu capì che c’era qualcosa che non andava. E, quando infine lo fece, non fu difficile notare l’uomo nudo al suo fianco che lo fissava con uno sguardo languido e le orecchie da volpe che fremevano sulla testa.
-Sunarin?- domandò non capendo.
Le guance del ragazzo si fecero rosse nel sentire il suo nome, poi gli si avvicinò e affondò il viso contro la curva del collo del dio, iniziando a fare le fusa.
Bene, quello era decisamente bello ma anche inaspettato e aveva bisogno di capire cosa era successo alla sua volpe. Se era tutto uno scherzo di Atsumu, l’avrebbe ucciso per un secolo o due.
Sunarin era una volpe immortale, una vera volpe dal pelo castano scuro, il muso bianco e gli occhi sottili. O almeno, lo era stata fino al giorno prima, anche se i suoi tratti distintivi erano facili da individuare.
Era nata insieme a Miya ed era da sempre stata il loro animale guida. Ogni volta che gli umani dovevano raffigurarli con delle statue o dei dipinti, questa non poteva mai mancare.
Quando Osamu e Atsumu si erano divisi, Sunarin aveva iniziato a stare principalmente con Osamu, preferendo questo probabilmente per la sua calma e pacatezza e perché, soprattutto, non l’aveva scordata in giro (come invece ben tre leggende con protagonista Atsumu riportavano).
E adesso eccolo qui, sul suo letto, in versione umana, nudo, a fare le fusa sul suo collo e a strusciare la sua evidente erezione contro di lui.
-Rin, come fai ad essere così?
Tuttavia, per Sunarin c’erano cose più importanti in quel momento rispetto che parlare e Osamu poteva pure capirlo. Ma soprattutto, non aveva alcun problema a dargli ciò di cui aveva bisogno.
Osamu aveva fatto sesso con tantissime creature durante la sua intera esistenza, ma nulla poteva essere paragonato a quello che provò quella mattina con il suo Rin.
Alla fine di tutto, quando stava coccolando il mutaforma soddisfatto che riprendeva fiato sul suo petto, poté nuovamente intraprendere l’argomento.
-Allora Rin?- domandò piano accarezzandogli le orecchie pelose e portandolo a fare rumori più forti -come sei diventato così?
-Il tuo sacerdote- rispose finalmente l’altro con la sua nuova voce bassa e graffiante.
-Mh?
-Ginjima. Ieri notte si è infiltrato in una di quelle feste notturne che fanno in onore di tuo fratello, lì si è ubriaco e potrebbe aver iniziato a dire a troppe persone che a me piaceva tanto stare con te piuttosto che con l’altro Miya per… beh, questo. Stamattina si è reso conto della sua cazzata e, con il terrore che tu potessi distruggerlo per aver insinuato che ti piaceva farti un animale, si è inventato la storia che posso trasformarmi anche in una versione più simile alla tua.
Osamu ascoltò tutte quelle informazioni annuendo piano mentre, con delicatezza, gli continuava ad accarezzare la testa -Evidentemente alle persone piace questa nuova storia se adesso sei così.
Sunarin sorrise con lo sguardo di chi era pronto a ricominciare da dove avevano finito.
-E a te piace?
Osamu rispose al suo sorriso mentre se lo stringeva di più contro.
 
-
 
Era passato un giorno ed era ancora vivo, quindi era un buon segno, giusto?
Dei! Era stata la giornata più stressante della sua vita! Non avrebbe bevuto mai più!
Fu mentre quei pensieri continuavano a rimproverarlo da solo che una forte luce per poco non lo lasciò cieco, poco dopo Osamu era davanti a lui.
Se non fosse stato spaventato già da diverse ore, probabilmente sarebbe svenuto. Ma Ginjima sembrava aver raggiunto uno stato di accettazione.
Osamu era esattamente come l’avevano sempre raffigurato, indossava un semplice gonnellino di stoffa grigio intorno ai fianchi e la volpe che sempre lo seguiva era in versione umana.
Un brivido scese lungo la schiena del sacerdote nel rendersi conto che era esattamente quello che aveva raccontato lui quella stessa mattina.
-Quindi sei tu il sacerdote che ha fatto questo- fu la prima frase che gli rivolse il dio.
Ginjima aveva troppa paura anche solo per rispondere, cosa che non ebbe bisogno di fare perché, insomma, quello che aveva davanti era un dio.
-Mi piace il tuo modo di operare- continuò Osamu -voglio che tu sia il mio sacerdote per sempre.
Così allungò la mano e, senza dargli il tempo di prepararsi, lo fece diventare il suo sacerdote immortale.
Infine, sparì talmente veloce che Ginjima avrebbe potuto tranquillamente pensare che era stato tutto un sogno.
Fino a pochi secondi prima aveva giurato che non avrebbe più bevuto in vita sua, ma se quelle erano le conseguenze… forse non era poi così male.
 
Sunarin aveva fatto compagnia a Miya fin dall’inizio dei tempi.
Era la volpe di compagnia di entrambi, il loro spirito guida che riusciva a portarli sulla giusta via nel momento del bisogno.
Ma c’era un motivo se questa stava sempre, o quasi, in compagnia di Osamu: era per l’amore che provava nei suoi confronti. Un amore che andava oltre tutto e che veniva ampiamente ricambiato dal suo dio.
Sunarin aveva la capacità di trasformarsi in sembianze umane per stare il più vicino possibile a Osamu: era il loro segreto. Lo ascoltava e gli teneva compagnia in modi che a nessun altro era permesso neanche immaginare.
  
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