La discussione con Gwen era stata cruda. Sebbene non fosse di certo la prima volta che discutevano dell’argomento.
Lo stesso argomento, da mesi. Merlin.
“Non starai davvero insinuando…”.
“Dei, Arthur! Non è di sesso che sto parlando. Sto parlando d’amore! Davvero non riesci a vedere? Il modo in cui siete intimi, in cui vivetel’uno per l’altro?”
“Siamo sempre stati intimi”.
“No, Arthur. Da quando siete tornati da Avalon siete diversi. Mi sento quasi il terzo incomodo tra voi”.
“Arthur, ci stanno aspettando in consiglio”.
“Puoi… Puoi andare da solo? Inventati una scusa qualunque. Per favore”.
Merlin tacque, guardandolo soltanto. Il Re lesse nei suoi occhi domande silenziose, fino a arrivare alla risposta. Le iridi lampeggiarono d’oro, solo un istante.
“Come desiderate, Vostra Maestà”,
“Gwen, ma come puoi parlare così … Io ti amo, lo sai”.
“Lo so, Arthur. Ma non quanto ami lui”.
Si voltò per rientrare, quando si trovò di fronte lo stregone.
“Avete già finito?”,
disse, sorpreso.
“So organizzare bene le cose là dentro. Potrei anche prendere definitivamente il tuo posto, mio Signore”,
fece, con finta supponenza.
“Smettila, idiota. Non sei proprio fatto per fare il Re”,
replicò Arthur, l’inflessione sulla parola “idiota” carica di tenerezza.
Merlin entrò nello spazio personale di Arthur, appoggiandogli delicatamente una mano sul braccio.
“Meglio?”,
sussurrò.
“Mi dispiace”,
soffiò Merlin.
Arthur sgranò gli occhi, sentendo un dolore nel petto.
“Ti dispiace? E per cosa? Per proteggermi? Per avermi salvato la vita, sacrificando tutto? Per…”. Per amarmi?,
terminò, senza dirlo a voce alta.
“Potrei allontanarmi per un po’”,
tirò fuori il mago, a fatica.
“Potrei tornare da mia madre, stare tra i Druidi e…”
“No”.
Arthur tagliò il discorso di Merlin con durezza, senza possibilità di replica.
“Non te ne andrai. Il regno ha bisogno di te”.
Io, ho bisogno di te. Non starò senza di te.
Le parole non uscirono dalla gola di Arthur. Rimasero lì, intrappolate. Sperava che Merlin le leggesse nel suo sguardo, come faceva da anni oramai. Sperava le sentisse nella stretta sul polso, che si era fatta convulsa, come se volesse bloccarlo lì. I suoi sentimenti per quell’uomo - che aveva fatto sempre tutto solo per lui - scalpitavano in quella stretta e ruggivano nel suo cuore. Quell’ uomo così potente da distruggere la foresta con un battito delle sue ciglia, ma che ancora una volta si stava mettendo da parte per Arthur e la sua serenità.
Quell’uomo che era la sua persona, nelle sue vene e nel suo sangue. E che, gli Dei lo perdonassero, amava più di ogni altra cosa.
Non si sarebbe mai, mai separato da lui.
Merlin lesse tutto, fissandolo come se stesse guardando il Sole stesso e sistemandogli la solita ciocca sulla fronte, un sorriso dolce sul viso.
“Cosa posso fare, allora, per te?”,
mormorò appena.
“Stare con me. Sempre e per sempre”.