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Autore: lmpaoli94    23/03/2023    0 recensioni
Ci fissava con quegli occhi iniettati di sangue mentre la paura riversava nelle nostre vene.
Il caso in cui io ed Heiiji eravamo stati chiamati andava ben oltre le nostre capacità intellettive.
Dovevamo fermare uno spirito maligno prima che la sua maledizione avesse colpito me, Heiji, Kazuha ma soprattutto Ran.
Perché quella bambola aveva solo un compito da portare a termine: ucciderci tutti.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Io ed Heiji non eravamo per niente pronti.
Come potevamo affrontare una prova al buio senza sapere che cosa ne fosse del nostro futuro?
< Heiji, che fine hanno fatto Ran e Kazuha? >
< Stanno bene. Di loro non c’è da preoccuparsi. >
Basta. Non mi aveva voluto dirmi altro.
Ma perché non riuscivo ad essere in pensiero per loro? Era come se non m’interessasse niente, troppo impegnato a pensare a cosa la bambola aveva in serbo per noi.
Eravamo ancora mobili sui nostri passi mentre il buio era ancora molto insistente.
< Non possiamo camminare nel buio, Shinichi. È impossibile. >
Heiji era molto più preoccupato di me.
Non riuscivo più a riconoscerlo: avevo solo la percezione di sentire solo i battiti del nostro cuore, un chiaro segnale che eravamo sempre in vita.
Ma quanto poteva andare avanti questa situazione?
< Shinichi, mi prometti che rimarrai sempre vicino a me? >
“Nessuno mi aveva mai rivolto quella parola. A malapena Ran, da quello che ricordo… Caro Heiji, non puoi perdere il tuo coraggio proprio adesso.”
< Non preoccuparti, Heiji. Andrà tutto bene. >
< Questo vuol dire che succederà qualcosa di molto grave, vero? >
< Ad esempio? Cosa ti viene in mente? >
< Non lo so. Tutte le mie paure stanno affollando la mia mente. Non riesco a pensare lucidamente. >
“Questo l’avevo già capito.”
Ma in quel momento non potevo stringergli la mano. Era fin troppo imbarazzante anche per me.
Sentivo il suo respiro forte, affannoso.
La bambola stava facendo il suo gioco contro di noi: voleva spaventarci e ci stava riuscendo in maniera disarmante.
< Miei cari detective, uscite da questa stanza se ne avete il coraggio. >
In quel momento mi balzò in mente un’idea che andava contro la nostra missione: perché dovevamo lasciare quella stanza?
< Okiku, perché non ci dici semplicemente che cosa vuoi? >
< Ma te l’ho appena detto, detective. Io voglio voi. >
< Vuoi forse trasformarci in delle bambole solo per il piacere di farti compagnia? > domandò Heiji.
Il potere dell’occulto e del wodoo andava ben
No, quella bambola non voleva trasformarci a sua immagine e somiglianza.
Voleva solo giocare. Ma perché giocare immersi nel buio? E se le sue lacrime di sangue gli permettevano di vedere nel buio?
< Shinichi, forse se facciamo qualche passo indietro… >
< NO, Heiji! > gridai tutto d’un fiato < non muoverti. >
< Ma cosa ti prende? Dobbiamo uscire da questa casa, no? >
< E’ quello che la Okiku vorrebbe. Ma non ci faremo trarre in inganno per così poco. >
< Okiku? Mi vuoi forse dire che quella bambola ha un nome? >
< Certo che ho un nome, sciocco > fece Okiku con tono risoluto < Ti conviene ascoltare il tuo compagno nonché migliore amico se vuoi sopravvivere. Altrimenti… >
< No! non voglio ascoltarti! >
Ormai l’unica certezza era proprio su Heiji: era impazzito del tutto.

 

Il silenzio si era rotto in mezzo a quell’oscurità a causa di quella bambola che voleva spaventarci in tutte le maniere.
Heiji, che aveva perso totalmente il controllo di sé stesso, stava cominciando ad urlare come un forsennato cercando una pietà che non sarebbe mai arrivata.
< Heiji, adesso smettila! Ti stai rendendo ridicolo. >
Non avrei mai usato quelle parole in quel frangente, ma il mio compagno non mi aveva lasciato altra scelta.
Non riconoscendolo più, mi aveva fatto tirare fuori quel detective autoritario che non sono mai stato.
< Shinichi! Voglio il tuo aiuto! >
“Ho capito, Heiji!” pensai esasperato “Ma cosa credi che io possa fare in questa situazione? Un bel niente!”
Avevo ormai capito che quella bambola non aveva nessuna intenzione di giocare con noi, ma voleva farci soffrire.
I suoi bisbigli erano davvero inconfutabili e opprimenti, tanto che dovetti chiudermi le orecchie per non poterli sentire.
ma ormai quella bambola mi era entrata nella mia mente con tutta la sua cattiveria e il suo bisogno di farmi soffrire la stava facendo divertire.
Vedevo quelle lacrime di sangue sgorgare a comando come se fosse una cosa naturale, senza che io potessi credere che era tutta una situazione che non mi sarei mai potuto immaginare.
Heiji, correndo nel buio in mezzo a quella stanza, inciampò terribilmente battendo la tresta.
< Heiji, come stai? Tutto bene? >
Ormai sapevo già la risposta ma quello che mi era rimasto era proprio aiutare il mio amico detective.
< Shinichi, dobbiamo andarcene alla svelta. >
< Non possiamo. Questa bambola ce lo sta impedendo. >
Un vortice di potere sovrannaturale mentre il vento e i tuoni erano come un effetto ottico reale, la consapevolezza che la magia esisteva davvero mi rendeva alquanto illuso di aver vissuto in un mondo in cui la percezione del tempo e dello spazio non esiste.
Non la smetteva di fissarci, mentre al suo interno sentivo dei gridolini e delle risate soddisfatte per quello che aveva fatto.
Heiji, che ormai aveva perso il lume della ragione, si fece coraggio (oppure per disperazione) e si alzò da terra per prendere in mano quella bambola.
< Adesso devi smetterla! Che cosa diavolo vuoi da noi?! >
< Heiji, ma cosa… >
< Questa bambola ha finito di prenderci gioco di noi. Dobbiamo strappare la sua folle anima incastonata dentro di lei. >
< ma come? Faresti del male ad una bambola innocente? > gli domandò l’oggetto con tono strappalacrime.
< Tu vuoi farci del male. Ed io non ti permetterò che tu… >
Improvvisamente, la bambola prese fuoco come se il fuoco ricoprisse quell’anima dannata, mentre la mia paura divenne sempre più presente.
I residui di quella creatura maledetta stavano bruciando proprio dinanzi ai nostri occhi, consapevoli che quello era il momento necessario per scappare.
Camminando nel buio e stando molto attenti a dove potessimo mettere i piedi, io ed Heiji riuscimmo a trovare la porta d’uscita della casa.
< Finalmente! Ce l’abbiamo quasi fatta. >
“Hai detto bene, Heiji. Quasi.”
Perché nonostante la bambola non era più un problema che potesse attanagliare la nostra povera anima, due figure che ci aspettavano all’uscita non attendevano altro che prendersi gioco di noi.

 

La luce stava inondando i nostri occhi.
Eravamo accecati da tale impatto, tanto che non riuscivamo a capire che cosa stava succedendo.
L’oscurità era sparita del tutto, ma ero assolutamente convinto che non eravamo tornati alla normalità.
La minaccia di quella bambola era ancora viva nei nostri occhi, tanto che lo spavento che ci aveva indotto quella luce misteriosa si sarebbe trasformato in un momento di gioia rabbiosa.
Gioia rabbiosa perché tutto era finito e quel momento che sanciva quasi la nostra condanna a morte, in realtà era uno stupido scherzo di Ran e Kazuha.
< Ma che significa? Perché tieni in braccio quella bambola, Ran? >
< Perché tu ed Heiji ci siete cascati come due polli > fece Kazuha con tono divertito
“Perché dannazione ci stava prendendo in giro?”
< Credo che voi due ci dobbiate alcune spiegazioni. >
E fu in quel momento che le due ragazze raccontavano i loro momenti in cui si erano presi gioco di noi.
Dal rumore di quella porta d’ingresso di quella villa abbandonata che scricchiolava, fino al momento della nostra fuga.
Una stupida bambola radiocomandata da una voce esterna: e quella voce era quella di Ran.
Io, da detective quale ero, non ero riuscito a riconoscere la voce contraffatta della mia fidanzata.
Il loro piano diabolico per farci prendere un colpo aveva funzionato incredibilmente ed io ed Heiji non potemmo che essere ammutoliti.
< Siete delle pazze! Potevate ucciderci! >
< Oh, come sei melodrammatico Heiji. Non lo vedi che sei ancora tutto intero? >
< Ho perso anni della mia vita a causa di quella casa e di quella bambola! >continuava ancora a sbraitare < E voi pensate che io ve la faccia passare liscia? Io e Shinichi… >
< No, Heiji. Noi non faremo proprio niente > replicai con voce ferma.
< Shinichi, ma cosa stai dicendo? >
< Uno scherzo è sempre uno scherzo. E poi ci stiamo avvicinando ad halloween. Te lo sei dimenticato. >
< Ma cosa vuoi che me ne importi di halloween?! Quelle due ragazze… >
< Si sono presi gioco di noi. E hanno fatto bene. >
Heiji mi fissava con sguardo confuso mentre cercava un totale appoggio su di me che non sarebbe mai arrivato.
< Shinichi, tu non puoi farmi questo. >
Mentre Ran sembrava ammirata dalla mia indifferenza, sapevo che alla fine dovevo vendicarmi di lei in qualche modo.
< Shinichi, non sei arrabbiato con me? >
Il suo tono innocente era davvero snervante per qualsiasi persona, ma io mantenni flebile la mia calma, in attesa di una vendetta che non sarebbe tardata ad arrivare.
< Quella bambola ha davvero uno sguardo inquietante. Dove l’hai presa? >
< E’ di mia madre. Ha molti più anni di me. Ma guarda! Sembra nuova. >
< Certo, come no. >
“Dannata bambola. Le tue maledizioni e i tuoi scherzi non verranno mai dimenticate.”

   
 
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