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Autore: So_Vi_Potter    02/04/2023    0 recensioni
Avete mai provato a immaginare la vostra vita ad Hogwarts? Io sì. Questa sarebbe la pazzia che è venuta fuori, spero che vi piaccia e spero di non morire prematuramente per mano vostra. Per leggere questa FF dovete ricordarvi i film di Star Wars. Grazie. Attenzione: le ragazze potrebbero capirne più dei maschi!
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 11 - Il primo anno è finito (ovvero L'ultimo capitolo)

 

La fine dell'anno arrivò portando con sé gli esami e noi 4P+1 li passammo a pieni voti. Mi sarebbe toccato spiegare a Irene e ai miei perché avevo una spalla di metallo, ma in quel momento non avevo nessun pensiero e non mi venne in mente di inventare una scusa. Ci feci un pensierino l’ultima sera mentre mangiavo il delizioso budino al cioccolato e chiesi un consiglio a Susan.

- Dai, Fof, è l’ultima fera, non puoi penfarci froprio ora! - rispose con la bocca piena e un’espressione estasiata sul volto.

- Goditi questo delizioso budino e rilassati, ci penseremo domani sul treno - disse dopo aver ingoiato l’enorme boccone. Io feci di sì con la testa e tornai al mio budino. La notte mi distesi e chiusi gli occhi, con il mio enorme baule ai piedi del letto e in divisa. Era stata una lunga giornata e non avevo voglia di tirare il pigiama fuori, quindi ero rimasta in divisa. I vestiti che avrei indossato il giorno dopo erano su di una sedia. Avevo scelto un paio di shorts parecchio comodi, una t-shirt parecchio lunga e larga, qualche braccialetto, ovviamente la mia ossidiana e un paio di scarpe da ginnastica (con ovviamente un paio di calzini per evitare di farmi male). La mattina dopo mi alzai in ritardo e mi vestii in frettissima. Finii di fare il baule e poi andai in bagno a cercare di mettere in ordine la mia folta chioma. Sarei rimasta lì una mezz’ora se Susan non fosse venuta a cercarmi. Mi tolse la spazzola dalle mani e mi diede un’occhiata. Poi mi disse di girarmi e soffocò una risatina.

- Che c’è?! - chiesi seccata. Lei indicò l’enorme farfalla che era sulla mia maglietta e che era stranamente sul lato della mia schiena. All’inizio non capivo, ma poi compresi e feci il verso di chi cerca di soffiarsi il naso senza fazzoletto, incapace di capire se sentirmi divertita o imbarazzata. Avevo messo la maglietta al contrario. Mi affrettai a girarla e poi ringraziai la mia amica. Poi corsi a chiudere il baule.

Le nostre compagne di dormitorio erano già scese e Susan era già pronta. Ci affacciammo alla porta per controllare che non ci fosse nessuno, poi trasportammo i nostri bauli con la Forza fino alla Sala Comune di Corvonero. Poi scendemmo nella Sala Grande per la colazione. Mi accorsi che, nonostante la gigantesca farfalla verde, blu e viola sulla mia maglietta, non ero la persona vestita in modo più vistoso. C’era una ragazza del quinto anno, o giù di lì, che aveva un vestito estivo color giallo canarino con così tanti pizzi che sembrava fosse stato fatto da una stilista pazzoide con un’inclinazione maniacale. Un’altra aveva un cerchietto con un fiocco assurdo, rosso, e un abito lungo fino alle ginocchia con il corsetto giallo e la gonnellina rossa ricamata d’oro. Mi ricordava vagamente Dolores Madrigal (personaggio di Encanto... sapete, quella che sente tutto). Io e Susan ci sedemmo subito vicino a Bonnie ed Audrey. Ci mettemmo a chiaccherare del più e del meno. Ad un certo punto Bonnie rivelò di avere una cotta per Samuel Gerfaul, terzo anno, bruno, occhi neri. Certo, era carino, ma io non ci trovavo nulla di speciale. Susan le mise la mano sulla spalla con fare comprensivo e poi disse:

- Anche io credevo che mi piacesse, credimi, ma è un po’ fuori portata.

- Sì, lo so, ma posso sempre immaginare di stare con lui - rispose Bonnie con fare sognante. Susan si mise una mano in tasca e poi fece la faccia di una che si è appena ricordata di una cosa importante.

Mi guardò e mi porse le spille che avevo ricevuto a Natale. Mi ero dimenticata della loro bellezza, ma cinque di esse avevano una Gemma incastonata. Ciascuno prese la sua e la quinta, con la Gemma blu scura, levitò verso Daragon, che fece un sorrisetto e mi strizzò l'occhio. Io mi voltai dall'altra parte e mi appuntai la spilla sulla punta di un'ala della farfalla che avevo sulla maglietta. Non stonava affatto, anzi, ci stava parecchio bene, nonostante fosse enorme. Le altre mi imitarono. Susan la mise all'orecchio a mo' di orecchino, mentre Bonnie la mise sui pantaloncini cortissimi che evidenziavano le gambe da modella, nonostante avesse solo undici anni. Audrey se la infilò in tasca, anche lei era in pantaloncini ma non troppo corti, con una canottiera bianca che risultava sulla pelle scura. Vestita così sembrava che stesse per correre i cento metri piani, e sono anche sicura che li avrebbe vinti. Era velocissima.
Faceva la strada dalla Sala Grande al suo dormitorio correndo in due minuti e mezzo, anche se arrivava col fiatone che sembrava un attacco di asma.
Guardai di nuovo la mia spilla. La mia Gemma si illuminò debolmente, poi si spense. Era un po’ come se avesse detto ‘sì, sono ancora qui’. Io sorrisi e poi guardai le altre. Sentimmo un fischio lontano e ci avviammo a braccetto fino al treno. Ci sedemmo in uno scompartimento in testa al treno. Daragon passò a salutarci (per me avrebbe anche potuto non farlo) e poi si mise nello scompartimento a fianco del nostro. Il viaggio fu confortevole, la signora del Carrello ci fece uno sconto sul prezzo dei suoi dolci perché le stavamo simpatiche (ah be’) e imparai qualche bell’incantesimo da Audrey (tutti ovviamente
pericolosamente mortali... sì, come no) tipo Orchideous (ve l’avevo detto, sono tutti pericolosamente mortali). Scesi dall’Hogwarts Express e arrivai direttamente nelle braccia di papà. Mi girai verso mia sorella.

- Scusa, Irene, non ho trovato la penna Prendiappunti...

- Ma dai, Sofi, perché non mi dai mai nulla di quello che ti chiedo?! - rispose lei mettendo su il broncio.

- Non è vero!

Misi anch’io il broncio, ma poi Susan, che per la cronaca non stava capendo un cavolo di niente, si mise a ridere. Inutile dirlo: provocò la famosa Reazione a Catena. Pochi secondi e sia io che Irene ridevamo come matte. Dopo essermi calmata presentai le mie amiche a Irene e ai miei. Abbracciandomi di nuovo, papà mi toccò la spalla di ferro.

- Cos’hai lì? - chiese, e detto ciò sollevò la manica.

Poi fece la faccia di uno che aveva appena visto una torta a forma di asino unicorno con la criniera arcobaleno e le ali.

- Perché hai una spalla di ferro? - chiese Irene, a metà tra il curioso, l’invidioso e il preoccupato.

Io sentii le guance diventare di fuoco.

- Ehm...


FINE

(e spero che vi sia piaciuto).

Ci rivediamo in Crossover System 2!



 

Sofia chiuse il computer. Aveva appena terminato di raccontare il suo primo anno a Hogwarts. Uscì dalla sua stanza, ricordando gli anni passati e le avventure vissute. Ora toccava al secondo anno, i viaggi, i salvataggi e gli incroci di epoche e storie. Ora toccava alla seconda storia.

 
   
 
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