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Autore: Rohhh    02/04/2023    1 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao a tutte mie care lettrici.

Torno con un aggiornamento, stavolta in tempi più decenti. Spero sarà gradito e vi lascio alla lettura, ringraziando chi ancora spende del tempo per dedicarsi alla lettura di questa storia a cui sono molto legata.

Alla prossima!

 

CAPITOLO 49 - PASSI IN AVANTI 

 

Matt rigirò nervosamente il bicchiere tra le mani, mentre i suoi polpastrelli si bagnavano con le gocce gelide della condensa che la birra ghiacciata aveva creato sul vetro.

Socchiuse gli occhi e inspirò più aria nei polmoni, tendendo lievemente i muscoli, come chi sa che sta per schiantarsi e tenta di prepararsi all'urto.

"Cioè fammi capire bene! Quella ragazzina sfacciata ha avuto il coraggio di presentarsi da te dopo averti piantato in asso come la peggior stronza esistente sulla faccia del pianeta?" sbottò Jessica con gli occhi fuori dalle orbite e il viso paonazzo, senza curarsi di aver alzato troppo la voce e fatto voltare mezzo locale.

Ed ecco lo schianto, come previsto.

Matt non fece una piega, l'aveva anticipato perfettamente.

"Jessica…" provò a riprenderla Luke, seduto al tavolo con loro ma con una crescente voglia di svignarsela da un momento all'altro.

Perché aveva ignorato il suo istinto e aveva accettato di vederli tutti e due insieme invece di rimanersene a casa con Melissa, stretti al calduccio ad amoreggiare come due teneri piccioncini?

"Beh, come minimo le avrai sbattuto la porta su quella faccia da finta santarellina che si ritrova, spero!" continuò imperterrita la bionda, gesticolando a dismisura per poi legare frettolosamente i capelli lunghissimi in una coda alta. Il nervoso la stava facendo sudare ed era così accaldata da assomigliare a un vulcano in eruzione.

"No" disse soltanto Matt, bevendo un sorso di birra senza scomporsi e con una pazienza degna di un eremita.

La bionda assunse un'espressione a dir poco sconvolta.

"Jessica…" ripeté Luke quasi tremando, prevedendo la reazione della ragazza e cercando di frenarla ma ovviamente il suo timido tentativo non ebbe risultati.

"Ma allora scusa anche tu sei un completo idiota! Hai già dimenticato quanto sei stato male per colpa di quella…quella..so io come dovrei definirla quella!" sbraitò, mordendosi le labbra per la rabbia e battendo i pugni sul tavolo.

"Non l'ho dimenticato, ovviamente" ribatté Matt, serio.

Per quanto amasse perdutamente Ashley, non era uno stupido e il dolore che aveva provato era ancora ben inciso sulla sua pelle.

Forse era quello il motivo per cui aveva tenuto tutto dentro e si era deciso a parlare di quell'episodio ai suoi amici solo in quel momento, solo due settimane dopo, come se non ne avesse avuto la forza prima.

Jessica si massaggiò le tempie che pulsavano con le mani e cercò di ritrovare la calma per un nanosecondo, espirando e inspirando un paio di volte.

Forzò un sorriso e sgranchì la sua povera gola così già duramente messa alla prova quella sera.

"Evidentemente sei masochista. E dimmi allora, quale ragionevole motivo l'ha spinta a mostrare di nuovo il suo bel faccino al tuo cospetto? Voleva spezzarti il cuore per l'ennesima volta?" chiese con tono sarcastico, sbattendo le sue lunghe ciglia finte.

Matt finalmente sollevò lo sguardo.

"Mi ha dato il suo nuovo indirizzo" le spiegò con calma.

Jessica strabuzzò gli occhi, poi le labbra cominciarono a tremarle e il respiro le divenne pesante proprio come a un toro che sta per dare la carica.

"Cazzo…" mormorò Luke, preparandosi al peggio, e battendosi una mano sulla fronte.

"Ah, certo ora è tutto chiaro! La principessina ti dà l'onore di sapere dove diamine abita così che tu possa andare da lei a venerarla e riverirla!" urlò senza contenersi, beccandosi le occhiatacce del proprietario del locale e di due terzi dei clienti presenti in sala.

"Jessica, per favore…" la implorò stavolta Luke, mentre si segnava mentalmente il nome di quel bar per ricordarselo ed evitarlo la prossima volta, visto che sicuramente li avrebbero buttati fuori a breve, minacciandoli di non metterci mai più piede.

"Oh, piantala cespuglietto dei miei stivali! Ma non ti rendi conto di quanto tutto ciò sia grottesco, ridicolo e patetico! - lo aggredì, voltandosi verso il povero Luke, poi fissò Matt accigliata, puntandolo col dito - e tu non mi dire che ci sei andato!" 

"No…"- rispose Matt e la bionda tirò un grosso sospiro di sollievo.

"Grazie al cielo! Allora un pizzico di sanità mentale ti è ancora rimasta!" esclamò soddisfatta, riacquistando un'aria serena e pacifica.

"Quanto meno non ancora" specificò Matt, facendo ripiombare tutti in un incubo.

"Cosa??? - strillò senza ritegno Jessica, prendendosi stavolta gli improperi di diversi vicini di tavolo mentre Luke si era raggomitolato, tentando di sparire sotto il tavolo per la vergogna - Ascolta, Matt…sai quanto ti ho appoggiato e sostenuto in questo tuo folle amore per quella insulsa ragazzetta dai capelli rossi ma stavolta è troppo! - continuò, abbassando finalmente la voce - Come puoi crederle dopo quello che ti ha fatto? Come puoi darle ancora fiducia? Ti prego, cerca di ritrovare un po' di amor proprio e mandala dov'è che dovrebbe stare…anzi sai che ti dico? Dammi quell'indirizzo così che io lo possa incenerire ed eliminiamo il problema!" Gli propose infine, incrociando le braccia al petto e facendogli capire che per lei la discussione era finita lì.

Matt scosse la testa, pensieroso.

Non poteva dare tutti i torti a Jessica e lui per primo era rimasto confuso e disorientato dall'incontro inaspettato con Ashley.

Erano passate già due settimane e non si era fatto vivo a casa della ragazza, né aveva ancora deciso se mai farlo.

Sentimenti forti e molto diversi tra loro si accavallavano nel suo cuore e nel suo cervello, impedendogli di vedere la questione con lucidità.

Di una cosa era sicuro: era ancora innamorato di lei e rivederla non aveva fatto altro che confermarglielo.

Nonostante il dolore e la delusione, era certo che Ashley avesse agito in quel modo per delle ragioni che lui forse aveva sminuito o che probabilmente non aveva saputo capire appieno, accecato dai suoi sentimenti.

D'altro canto, non poteva ignorare il suo orgoglio e la paura di rimanere invischiato con lei in una girandola di indecisione infinita.

Cosa fare dunque?

Sacrificare definitivamente ciò che provava o darle un'ennesima, forse ultima, chance?

Gli ultimi mesi erano passati prepotentemente davanti ai suoi occhi.

Dai primi sguardi curiosi e intriganti scambiati di nascosto dai rispettivi gruppi di amici, agli incontri clandestini, fino al momento in cui avevano aperto i loro cuori e avevano riversato tutte le loro sofferenze così simili e scoperto un legame intimo e profondo difficile da cancellare.

E poi il baratro, le paure, le bugie e, alla fine, la separazione.

Finiva davvero così?

Che ne era di quel parlarsi con gli occhi, di quel bisogno di scambiarsi i dolori per rinascere, dei momenti spensierati e di quella felicità innocente e pura che avevano saputo darsi a vicenda anche se per brevi attimi?

La voce rassicurante e calma di Luke lo tirò fuori dal burrone dei suoi pensieri.

"Tranquillo, Matt…Jessica esagera come sempre - azzardò, rischiando di essere fulminato dalla bionda - aspetta ad agitarti tu! - la ammonì subito e stranamente la ragazza stavolta non osò proferire parola - concordo con parte di ciò che ha detto lei e non sarei un buon amico se ti dicessi che va tutto bene ma…solo tu puoi capire cosa è giusto fare. Ascolta i pareri degli altri ma alla fine guardati dentro…qualsiasi cosa deciderai di fare potrai contare comunque su di noi..giusto?" Concluse, cercando l'appoggio di Jessica che, imbronciata come un bambina offesa, si ostinava a rimanere in silenzio.

"Giusto?" Incalzò Luke, dandole una leggera gomitata, Matt sorrise e finalmente Jessica parve rinsavire.

Sbuffò e roteò gli occhi al cielo ma alla fine annuì.

"E va bene… fai come vuoi, idiota che non sei altro. Ti appoggeremo e se alla fine cadrai saremo qui." Borbottò un po' scontrosa ma accennando finalmente un sorriso sincero.

"Grazie di tutto…per me è importante e ci tenevo a dirvelo, visto quanto siete stati coinvolti in tutto questo - ci tenne a fare sapere Matt, poi abbassò lo sguardo e ritornò serio - in realtà c'è anche altro" aggiunse, facendo sussultare i due per il tono fin troppo pesante con cui aveva parlato.

"Sarebbe?" chiese Jessica sollevando un sopracciglio e tradendo un'incertezza insolita per lei.

"Vi ho chiamati anche perché mi serve il vostro aiuto per una faccenda" accennò Matt, misterioso.

"Siamo tutti orecchie" esclamò Luke, sporgendosi in avanti sul tavolo.

Non solo Ashley aveva delle questioni irrisolte da chiudere, anche lui aveva deciso di affrontare ciò che fino a quel momento aveva evitato.


Ashley rilesse con cura le numerose parole scritte con inchiostro nero che riempivano il foglio bianco tra le sue mani. 

Alla fine, soddisfatta, riprese la penna e segnò il suo nome in fondo alla pagina, poi piegò quel pezzo di carta in quattro e lo inserí dentro una semplice busta bianca.

Sospirò.

Anche quello era fatto.

Nei giorni seguenti all'incontro con Terence aveva pensato al modo migliore per provare a sistemare le cose con tutte le altre persone coinvolte e aveva riflettuto molto e con calma.

Infine, aveva stabilito che la seconda sarebbe stata Beth. 

Colleen era più complicata da affrontare in quanto cugina di Michelle e quindi più vicina a lei e meno imparziale, oltre ad essere dotata di un caratterino deciso e pungente. 

Lei avrebbe richiesto decisamente più tempo e coraggio.

E siccome, nonostante la tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione, lei rimaneva un'inguaribile fan della carta e penna, la cara e vecchia lettera era stata subito la sua prima scelta.

In situazioni delicate come quella, niente poteva sostituire una lettera densa di emozioni scritte a mano direttamente dal mittente, da leggere e rileggere in silenzio o a voce alta, immaginando il momento in cui quella persona le aveva impresse sulla carta.

Ashley sigillò la busta, poi la ribaltò per scriverci sopra destinatario e indirizzo e nel segnare quest'ultimo ebbe un fremito di nostalgia.

Quella strada, quella casa, le mura che avevano segnato un periodo in cui sembrava aver ritrovato la spensieratezza perduta.

Gli occhi le divennero lucidi per un attimo mentre innumerevoli ricordi e sensazioni riaffioravano nella sua mente.

Facendosi forza, scosse la testa e con un gesto deciso della mano scrisse gli ultimi dati necessari e ripose la lettera nel cassetto del comodino in attesa di spedirla il giorno dopo.

Chissà se Beth avrebbe capito.

Il suono del campanello la riscosse, andò ad aprire la porta e il viso sorridente di Melissa fece capolino.

"Ciao Ashley" salutò la bruna mentre la sua amica le permetteva di entrare in casa.

"Melissa, che bello vederti!" ricambiò Ashley, dandole un veloce abbraccio.

"Ti trovo in forma!" esclamò la brunetta dando una rapida occhiata alla ragazza mentre si toglieva il cappotto e lo metteva via.

"Già, lo sono. Ho appena finito di scrivere la lettera per Beth." confermò lei, sgranchendosi le braccia, felice per quella piccola vittoria personale.

"Fantastico! Incorociamo le dita, allora ma secondo me andrà bene. Beth è una ragazza intelligente e sensibile e capirà, vedrai. E poi mi chiede spesso di te." la incoraggiò, prendendo posto su una sedia in cucina.

"Lo spero, domani la spedirò e poi aspetterò di ricevere un qualche segnale positivo…- disse mentre si avvicinava ai fornelli - ti va un the caldo? Fuori c'è un freddo tremendo oggi e più tardi dovrebbe piovere. A proposito, come farai a tornare a casa?" Le chiese premurosa prima di versare dell'acqua in un pentolino e metterlo sul fuoco.

"Non ti preoccupare, mi viene a prendere Luke dopo! Stasera andiamo a cena fuori!" le raccontò, serena e con le guance leggermente arrossate.

Ashley se ne accorse e sorrise teneramente.

"Che bel programma!" commentò felice per la sua amica, tirando fuori dalla scatola le bustine del the e immergendole nelle tazze.

Melissa annuì, poi osservò Ashley che in quel momento era girata di schiena e il suo sguardo si rabbuiò per un secondo.

Non era sicura se parlare di lei e Luke e di quanto stessero bene insieme la facesse soffrire e si sentì un po' in colpa.

Nel frattempo Ashley si avvicinò sorridente e le porse una tazza fumante e profumata per poi accomodarsi di fronte a lei.

"Vuoi dello zucchero?

"Oh no, va bene così" rispose Melissa, prese un respiro caldo dai vapori che si sollevavano dalla bevanda poi fissò Ashley che sorseggiava con lentezza il the.

Il suo sguardo si fece pensieroso, si morse le labbra e le dita cominciarono nervosamente a ticchettare contro la ceramica della tazza.

Non sapeva se poteva osare, se poteva addentrarsi in quell'argomento così spinoso senza ferirla.

"Ci sono novità?" chiese infine, provando a rischiare.

Ashley sussultò lievemente, per un attimo rimase immobile, poi scrollò le spalle.

"Nessuna - rispose soltanto, accorgendosi subito dopo che lo sguardo di Melissa aveva assunto una sfumatura di delusione - ma va bene così, davvero! In fondo due settimane sono ancora poche e poi io mi sto concentrando sui miei obiettivi quindi è tutto ok!" Si affrettò a precisare, con un ampio sorriso sulle labbra.

Melissa la osservò attentamente, Ashley era serena ma a guardare bene si poteva scorgere un'impercettibile ombra che oscurava i suoi occhi castani.

Sospirò.

Ricordava l'entusiasmo e la felicità sconfinata dell'amica quando, circa due settimane prima, le aveva confidato di aver preso il coraggio con due mani e di essersi presentata allo studio di Matt per tentare un riavvicinamento, una riconciliazione o qualcosa che neanche lei sapeva esprimere bene a parole.

Aveva esultato con lei e sperato ogni singolo giorno che lui si fosse fatto vivo.

Invece nulla.

Con Luke non aveva potuto parlarne, non sarebbe stato corretto spifferare le intenzioni della sua migliore amica, visto anche che lui era il migliore amico di Matt ed era già abbastanza complicato gestire quell'ingarbugliata situazione in cui si trovavano coinvolti in maniera contrapposta.

Era proprio un bel casino.

"Ma certo! Sono sicura che sia solo questione di tempo!" la incoraggiò, anche se dentro di lei cominciava a dubitarne - cavolo, si è fatto tardissimo, devo scappare o Luke mi darà per dispersa. Scusami, Ashley se vado così di fretta!" esclamò poi dopo aver buttato casualmente lo sguardo l'orologio e precipitandosi giù dalla sedia.

"Ehi, ma scherzi? Nessun problema! E mi raccomando, divertiti stasera!" Disse la rossa per poi accompagnarla alla porta e notare sul viso dell'amica  i segni di quell'emozione mista a euforia tipica di chi sa che tra poco vedrà il ragazzo di cui è innamorata.

Provò gioia per lei ma anche un pizzico di tristezza.

Lei quelle sensazioni non le provava da un pezzo, ne aveva assaporato un breve assaggio solo qualche giorno prima, fuori dalla porta di Matt, in attesa di rivedere i suoi occhi, quelle labbra che conosceva bene, tutto di lui.

"Grazie, amica mia! Ci sentiamo!" cinguettò la brunetta prima di sparire oltre l'uscio e correre via.

Ashley rimase sola, con la schiena poggiata alla porta e uno strano peso sul cuore.

I suoi occhi si posarono distratti e spenti su un punto a caso davanti a sé.

In fondo due settimane erano poche.

Erano poche, vero?


Melissa salì sulla macchina di Luke e si allungò verso di lui per lasciargli un dolce bacio sulle labbra prima di allacciare la cintura di sicurezza.

"E così tu sapevi tutto!" iniziò il suo ragazzo con un sorrisetto furbo sul viso.

Melissa dapprima inarcò le sopracciglia confusa, poi colse il riferimento e si coprì le labbra per nascondere una risata sommessa.

Chiaramente si riferiva ad Ashley e alla sua capatina da Matt di qualche settimana prima.

"Matt te ne ha parlato? Ovvio che lo sapevo…ma non potevo dirtelo…insomma…in questo momento sono l'unica amica fidata di Ashley e non posso spifferare le sue confidenze…nemmeno se riguardano il tuo migliore amico" si affrettò a spiegargli per giustificarsi ma Luke era tutt'altro che arrabbiato e la capiva benissimo.

"Lo so, tranquilla…è un enorme caos e noi ci troviamo proprio in mezzo a due fuochi…inevitabilmente siamo costretti ad avere dei segreti anche tra di noi" dichiarò calmo mentre parcheggiava la macchina e spegneva il motore.

Melissa aprí lo sportello e scese, aspettò che il suo amato facesse il giro della vettura e la raggiungesse, e poi gli si parò davanti cingendogli il collo in punta di piedi, vista la sua statura minuta.

"Già…e per certi versi è quasi…eccitante…non trovi?" soffiò a un passo dalle sue labbra con tono suadente.

Ormai non era più la ragazzina innocente e sprovveduta dei primi tempi con lui ma in certe occasioni saltava fuori quel suo lato più maturo, più da donna che aveva acquistato confidenza e sicurezza col suo corpo.

Luke fu attraversato da alcuni brividi di piacere, adorava la sua dolce Melissa e proprio per quello impazziva quando da tenera gattina si trasformava in una fiera leonessa pronta a tentarlo.

"Così mi provochi, però…adesso mangiamo e dopo non vedo l'ora di andare a letto col nemico" sussurrò al suo orecchio, facendola arrossire vistosamente.

In fondo, la amava anche per quello.

Si sedettero al ristorante, Melissa iniziò a sgranocchiare dei grissini mentre Luke la guardava, indeciso.

Poi si convinse e sgranchì la voce.

"Non dovrei dirtelo ma mi fido e farò un'eccezione..però mi raccomando…che resti tra me e te - fu la premessa che incuriosì Melissa - Matt non ha ancora deciso se tornare o meno da Ashley. Non l'ha comunque escluso, quindi qualche possibilità c'è " rivelò sottovoce, gli occhi verdi di Melissa si riaccesero di speranze.

"Sul serio? Questa è una bella notizia. Chiaramente non lo dirò ad Ashley però sono così felice che ci sia ancora una piccola possibilità che accada! Meritano anche loro un lieto fine, no?" domandò carica di romanticismo e Luke non potè che concordare.

"Lo spero per entrambi, Mel…davvero tanto" bisbigliò, carezzandole una mano e sorridendole prima che entrambi si dedicassero a conversazione più leggere.



 

"Ottima scelta, signora! Grazie e buona lettura!" esclamò Ashley mentre porgeva alla cliente il libro appena acquistato e la congedava.

Si guardò intorno, non c'era nessun altro in negozio in quel momento e finalmente poteva rilassarsi un po'.

Non fece in tempo a sedersi che con la coda dell'occhio scorse Carol, o meglio la intravide barcollare da dietro una pila di libri che si ostinava a trasportare in equilibrio precario e che le copriva praticamente tutta la faccia, ondeggiando in maniera pericolosa.

Si catapultò da lei e afferrò la parte superiore di quella torre giusto in tempo per evitare che una decina di libri cascassero malamente a terra.

"Carol, sta' attenta! Che bisogno c'è di caricarti in questo modo?" la riprese mentre la aiutava a sistemare sullo scaffale i libri.

La collega sbuffò, quasi stizzita.

"Ce la facevo tranquillamente anche da sola, che ti credi?" si ribellò, sfoggiando un mega sorriso e rimettendosi subito all'opera come se niente fosse.

"Certo, come no!" le fece eco Ashley, guardandola in maniera sospettosa.

Carol quel giorno non stava ferma un attimo, sembrava iper attiva come se avesse bevuto una trentina di caffè tutti in una volta e questo decisamente non era da lei.

La seguì con lo sguardo finché finalmente non la vide accomodarsi sulla sedia e sfogliare senza molta attenzione una rivista di gossip.

Qualcosa nello sguardo di Carol era diverso, spezzato.

"Cosa c'è che non va? Sei strana oggi, quasi non sembri tu" le chiese a bassa voce, sedendosi accanto a lei e cercando di non essere troppo invadente.

La ragazza scosse la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli biondo scuro che quel giorno erano lisci come spaghetti.

I ricci ribelli e voluminosi di Carol erano spariti, li aveva stirati ed era la prima volta da quando Ashley la conosceva che le aveva visto cambiare pettinatura.

Quei capelli la facevano apparire diversa, più seria e spenta, non frizzante e spumeggiante come al solito, anche se lei si sforzava di comportarsi come sempre.

"Non ho niente, che ti salta in mente?" rispose, fingendo un tono allegro e spensierato che però non riuscì a dissipare i dubbi di Ashley.

Carol capì che la collega non ci era cascata e che non insisteva solo per educazione, per non intromettersi nella sua vita senza permesso.

La vide deviare lo sguardo e rassegnarsi e a quel punto scattò in avanti.

"E va bene, non è vero! - ribatté di colpo, facendo voltare la testa alla rossa, stupita - io non…ieri ho avuto l'ennesimo test di gravidanza negativo…- iniziò, con la voce che cominciava a vacillare e gli occhi lucidi - non riesco a rimanere incinta, Ashley, capisci? Cos'ho che non va?" chiese infine disperata, con le guance già rigate dalle lacrime.

Ashley sobbalzò, non si aspettava l'esplosione di quel dolore e ciò la colse impreparata.

Si sentì in colpa per aver chiesto, per essere la causa di quella sofferenza che forse lei stava provando a soffocare.

"Scusami, Carol…mi dispiace, non potevo immaginare." Balbettò a disagio ma la ragazza la fermò.

"Non è colpa tua, Ashley. Sono io che sono totalmente sbagliata. Ieri dopo quel negativo sono uscita di corsa e sono andata dalla parrucchiera per cambiare look. - spiegò, mentre con fare annoiato si arricciava col dito una lunga ciocca lucida e liscia - non so nemmeno io perché l'ho fatto.. d'improvviso volevo sentirmi diversa, cambiare…non volevo più essere la Carol che  desiderava con tutto il suo cuore un bambino che non arrivava. Che stupida!" sbottò di scatto, portandosi dietro le spalle i capelli come a non volerli più vedere per poi asciugarsi con un gesto rapido le lacrime.

"Ma che dici, Carol? Non sei stupida…quello che provi è perfettamente normale. Quando non ci succede ciò che desideriamo ce la prendiamo con noi stessi, con le cose, a volte anche con le persone che ci circondano" cercò di confortarla, posando una mano su quella della collega.

Lei sollevò lo sguardo, sembrava stupita dal tentativo di Ashley di aiutarla, forse perché in lei aveva sempre visto una ragazza fredda e persa nei suoi pensieri, soprattutto in quell'ultimo periodo.

"È vero…però mi sembra tutto così ingiusto! Sono sei mesi che ci proviamo, i medici dicono che è tutto ok eppure niente! Intorno a me per strada non faccio che vedere pancioni e neonati…ero così felice, da quando ero una ragazzina ho sempre sognato di avere dei figli e il pensiero che forse non succederà mi uccide…pensavo di avere una vita perfetta e invece adesso…forse questa è la punizione per aver pensato di poter ottenere tutto" concluse rassegnata, chiudendosi nelle spalle.

Ashley la fissò affranta, sapeva benissimo così significava restare delusa dalla vita e vedere tutte le proprie aspettative distrutte.

Non poteva però lasciarla crogiolare nella sua depressione.

"La verità è che a volte la vita sa essere proprio crudele, ma non è una punizione. Vale così per tutti, chi più e chi meno. Se c'è una cosa che sto imparando è che abbattersi o piangersi addosso non serve a nulla. L'unica cosa che possiamo fare è provare a trovare una soluzione e se non è possibile, cercare di cavare il buono da quello che ci accade" le consigliò Ashley, le sue parole erano frutto delle tante riflessioni di quel mese che l'avevano fatta maturare.

Si era pianta addosso innumerevoli volte fino a quel momento ma era giunto il momento di rialzarsi e affrontare le cose con lucidità.

Carol la guardò con stupore e curiosità.

Non si aspettava di sentire quell' incoraggiamento proprio da lei.

"Vorrei tanto riuscirci ma è dura." disse, tirando su col naso mentre prendeva un fazzoletto per asciugarsi il viso.

"È una fase…passerà. E poi sei giovanissima, sei mesi non sono tanti, sono sicura che succederà e in caso contrario avrete tempo per fare tutti gli accertamenti del caso." la rassicurò, carezzandole una spalla.

Carol la fissò poi finalmente sorrise.

"Grazie Ashley, sei stata molto carina. Devi essere davvero una brava amica" commentò, certa di dire una cosa gentile ma la ragazza scosse la testa.

Poggiò il mento sulla mano e sospirò.

"Qualcuno non la penserebbe così" si fece scappare, pensierosa.

Carol sollevò un sopracciglio, incuriosita.

Sapeva del brusco cambiamento di casa di Ashley e più volte aveva chiesto spiegazioni senza ottenerle.

Poi ci aveva rinunciato perché quell'argomento sembrava un vero e proprio tasto dolente e non aveva voluto infierire.

"Ti riferisci a Michelle e alle tue ex coinquiline? So che avete litigato…anzi, volevo dirti che mi dispiace tanto, Ashley." 

Alla fine, dopo un po' di tempo, tramite sua sorella era venuta a sapere della litigata anche se il motivo era rimasto praticamente top secret.

Ashley sollevò mollemente lo sguardo e le fece soltanto un cenno affermativo col capo.

"Che peccato, però! Spero almeno che sia stato per un motivo valido" aggiunse, facendo spuntare ad Ashley un sorriso amaro.

"Per il più banale…un ragazzo" ammise lei, stupendosi della facilità con cui aveva fatto quella rilevazione.

Ormai quella storia era uscita allo scoperto e nascondersi era totalmente inutile.

Carol spalancò gli occhi.

Anche la fredda e apparentemente disinteressata Ashley si era fatta fregare dal più umano dei sentimenti.

"E quale dei tuoi spasimanti?" domandò con fare malizioso, dandole qualche gomitata.

Adesso sì che era tornata la Carol pettegola e frivola di sempre.

In un certo senso Ashley fu contenta di averle involontariamente risollevato il morale con i suoi problemi.

"Il biondo" confessò Ashley, ricordandosi di come Carol li aveva catalogati e sentendo il cuore accelerare.

"Si!!" Strillò lei,  agitando le braccia sotto lo sguardo attonito della rossa.

"E adesso che ti prende?" chiese perplessa.

"Beh, io segretamente tifavo per il biondino" spiegò con naturalezza Carol, giungendo le mani sul petto con aria sognante.

Ashley non poté fare a meno di sorridere per quanto assurda stesse diventando quella conversazione.

"E perché?" 

"Perché era quello che ti scatenava le reazioni più forti…tormento, ansia, trepidazione…lo ricordo bene, sai? Me ne ero accorta anche se tu ti ostinavi a negare. E l'amore in fondo è proprio questo, agitazione, batticuore, felicità incontenibile" rispose, lasciandola a bocca aperta.

Carol non aveva poi tutti i torti.

"Almeno con lui le cose vanno bene?" insistette poi.

La domanda della ragazza le spense lo sguardo.

"Non direi" ammise, senza aggiungere altri particolari.

Sarebbe stata una storia troppo lunga e complicata da raccontare.

Carol aggrottò le sopracciglia.

"Mi dispiace…ma si aggiusterà tutto, vedrai!" si premurò di dirle, con un sorriso aperto e sincero e stranamente riuscí nell'intento di incoraggiarla.

Ashley non l'avrebbe mai detto, eppure quella chiacchierata con Carol le aveva davvero restituito un po' di positività.

Parlare delle proprie reciproche paure e sofferenze era stato terapeutico.

Quando finì il turno uscì per strada e si riempí i polmoni con l'aria frizzante della sera.

Doveva lottare e sperare, ancora.


Matt si avviò verso il parco con la sensazione di aver ricevuto un pugno nello stomaco che non lo faceva respirare.

Doveva farlo, non poteva più tirarsi indietro.

Aveva coinvolto Jessica e Luke e loro avevano fatto il possibile perché il suo piano riuscisse.

Era arrivato il momento di affrontare il suo gruppo.

Non aveva più visto nessuno dei suoi amici, né tantomeno l'artefice del disastro, Pam.

A casa aveva cercato di preparare un discorso, un copione da seguire per apparire convincente e chiaro.

Si era sentito un completo idiota e alla fine della giornata aveva avvertito una stanchezza mentale assurda che lo aveva lasciato spossato.

Era stato in quell'occasione che le era saltata in mente prepotentemente Ashley.

Chissà quanta fatica le stava costando cercare di rimettere a posto le cose con tutti.

Cominciò a capire che l'abbandono, la sua fuga per trovare la concentrazione giusta per scovare le parole, il modo, e il coraggio per affrontare le persone che aveva ferito, erano più che giustificati.

Lui al contrario non aveva fatto nulla per venirle incontro, l'aveva solo accusata di essere vigliacca e di non capire i suoi sentimenti.

Non si era comportato meglio di lei, forse era stato persino peggiore, egoista.

Superò un viale alberato e si diresse verso il punto concordato.

Aveva chiesto la collaborazione dei suoi amici perché con una scusa radunassero tutti e così avevano fatto.

Li intravide da lontano, prese un respiro e accelerò il passo.

Voleva togliersi quel peso dalle spalle e voleva farlo subito.

Intercettò le occhiate amichevoli di Luke e Jessica che gli diedero un ulteriore spinta ad agire.

Si fermò a pochi passi da loro e lentamente osservò i visi di tutti contratti in un'espressione ostile e delusa.

Lo immaginava e sostenne ciascuno di quegli sguardi con forza.

Non aveva niente di cui vergognarsi.

Pam si fece largo tra loro e si piazzò davanti a Matt mentre Jessica le rifilò un'occhiataccia.

"Hai proprio del coraggio da vendere a fare vedere la tua faccia da stronzo qui. Non ti è rimasto più un briciolo di dignità, vero? Ti sei venduta anche quella in nome di quella puttanella" lo accolse l'ex amica, spietata proprio come aveva immaginato.

"Vacci piano con le offese, Pam. Nemmeno la conosci!" Mise subito in chiaro, la fronte contratta e i pugni stretti.

Lui ed Ashley non si erano ancora chiariti ma questo non intaccava il rispetto e l'amore che provava per lei.

"Certo, pensi a difenderla invece che a chiederci scusa uno ad uno" lo aggredì mentre tra gli altri si diffondeva un vociare indistinto di offese e lamentele.

"Pam, datti una calmata" la ammonì Jessica, ma Matt le fece cenno di non esporsi, che era tutto sotto controllo.

"Ok, volete che vi dica che sono stato un bastardo e che vi ho venduti per una ragazza? Allora va bene, è così. Mi sono innamorato, questo è stato il mio sbaglio. Scusate se ho visto oltre tutte le rivalità e i pregiudizi e ho cominciato a provare qualcosa per una persona che non c'entra niente con quell'odio" obiettò, facendoli ammutolire.

"Potevi dircelo! Hai fatto tutto di nascosto perché sapevi di farci un torto!" Urlò qualcuno dei suoi vecchi amici senza neanche guardarlo in faccia.

"Sì, forse avrei potuto ma…mi avreste capito? E comunque non potevo farlo per non mettere lei a rischio, visto gli amici che si ritrova…e che a questo punto non sono diversi da voi."  dichiarò duro.

Nessuno osò dire altro, solo Pam si accanì ancora.

"Resta il fatto che ti sei comportato da traditore e questo non lo accettiamo!" dichiarò con arroganza, prendendosi il diritto di parlare a nome di tutti.

"Se ti fa stare meglio, l'odio ha trionfato, lei se n'è andata per colpa di queste inutili lotte…alla fine hai raggiunto il tuo obiettivo, Pam. - le sibilò a un passo dal viso - Dovresti sentirti soddisfatta. È così, avete vinto voi, vi fa stare bene? Vi fa esultare? Io avrò anche commesso degli errori ma voi non siete migliori. Spero solo che potrete accorgervene e che possiamo tornare a essere un gruppo, una famiglia, come prima, a prescindere da chi frequentiamo e da chi amiamo" concluse, Luke gli lanciò un'occhiata d'intesa, sentiva molto suo quel discorso e sapeva che prima o poi anche lui sarebbe dovuto uscire allo scoperto con Melissa.

Non voleva avere paura, non più.

Matt li osservò ancora un attimo, muti, senza più sguardi presuntuosi e nemici.

Persino Pam aveva perso la sua sfrontatezza e lo fissava con le labbra serrate e un'aria sconfitta.

Matt girò i tacchi e sparì.

Aveva detto ciò che sul momento gli aveva suggerito il cuore e sperò che almeno qualcuna delle parole dette avesse lasciato un segno, uno spunto di riflessione, qualcosa da cui ricominciare.

Di una cosa era sicuro: si sentiva leggero come se avesse scaricato un enorme fardello.

Il tempo cambiò improvvisamente, si alzò un gran vento che preannunciava burrasca ma lui non aveva tempo per rintanarsi in casa.

Adesso ne era sicuro, adesso era pronto.



 

Ashley si affrettò a finire di stendere il bucato e rientrò di corsa in casa, chiudendo la porta del cortile con un sonoro tonfo.

Sospirò di sollievo e si piazzò un attimo davanti al termosifone per riscaldarsi, sfregandosi le mani gelide.

Era un pomeriggio di fine marzo freddo e ventoso, uno di quelli in cui l'unica cosa da fare era chiudersi in casa sul divano con una coperta calda addosso e qualche passatempo rilassante.

Il rumore del vento che scuoteva gli alberi era inquietante e non le piaceva  granché, così accese la TV per mascherarlo un po'.

L'orologio segnava le 15.

Sarebbe stato un lungo, noioso, pomeriggio da trascorrere.

Si avviò alla scrivania e recuperò qualche libro e appunti dell'università, decisa a occupare quel tempo studiando.

Solo qualche giorno prima aveva spedito la lettera per Beth e adesso si stava dedicando allo studio in attesa di avere una eventuale risposta.

Si era appena accomodata sul divano quando il suono del campanello la costrinse a rialzarsi.

Forse Melissa aveva deciso di passare per salutarla, ma era comunque molto strano che fosse uscita con quel tempaccio.

Aprì piano la porta, convinta di trovarsi davanti l'amica, invece la visione che le si presentò le tolse il fiato per qualche secondo.

Rimase boccheggiante, con le labbra dischiuse e le corde vocali bloccate, la mano destra ancora serrata sulla maniglia fredda della porta.

Matt stava davanti al suo uscio, i suoi capelli chiari svolazzavano scossi dal vento, gli occhi leggermente socchiusi per il freddo, portava al collo una sciarpa ed era avvolto in un giubbotto scuro.

Era proprio lui, non stava sognando.

Deglutì mentre il cuore cominciò a battere forsennato e lo stomaco le si attorcigliò.

"Ciao Ashley" la salutò lui con voce calma e decisa, quel suono risuonò quasi ovattato nelle orecchie di Ashley, tanto che la rossa penso di stare per svenire.

"Matt.." biascicò soltanto, pallida come un fantasma.

Quanto aveva sperato di trovarselo lì davanti durante le settimane trascorse tanto che alla fine ci aveva perso le speranze e non se lo aspettava più.

Ne era stata colta totalmente in contropiede.

"Disturbo? È un brutto momento?" chiese lui educatamente, vedendola esitare.

"No..no…scusa…ehm…entra pure. Fuori fa un freddo .." balbettò in imbarazzo, sentendosi idiota fino al midollo e dicendo le prime banali cose che le erano passate in mente.

"E così è questa la tua casa" commentò il biondo placidamente, lanciando qualche occhiata discreta in giro.

"Già..lo so, non è un granché, non farci caso. È minuscola ma…a me piace tutto sommato e…mi sento protetta qui dentro - confermò lei, con la testa che ancora le girava, incredula che lui fosse lì - aspetta, dammi pure il giubbotto!" esclamò poi con agitazione, prendendoglielo dalle mani e riponendolo su un attaccapanni.

Lui la osservò con attenzione, aveva colto lo stupore e quel nervosismo che l'aveva attanagliata dopo averlo visto.

Immaginò che non se lo fosse aspettato e che probabilmente questo era dovuto al fatto che erano passati tanti giorni, forse troppi.

Si sentì uno stronzo ma non aveva potuto fare altrimenti.

"Vieni, ti faccio vedere il resto della casa…non ci vuole molto, sono praticamente due stanze, in realtà" continuò lei, distogliendolo dai pensieri.

La mano calda di Ashley sfiorò la sua, avvolgendola in una stretta leggera e familiare.

Quel tocco lo fece tremare, Ashley ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi e vederli fremere le diede la conferma che anche lui fosse un pizzico nervoso.

Sorrise, il ghiaccio tra loro lentamente cominciò a sciogliersi.

"Questa è la cucina e al di là di quest'arco c'è il divano con la TV e il mio angolo notte. - cominciò a illustrargli, indicando i vari ambienti - qui sulla sinistra c'è la porta che conduce al cortile e in fondo c'è il bagno. Come vedi è proprio piccola." ripeté.

Matt sorrise, facendole perdere un battito.

"Dimentichi che io non vivo in una reggia ma in un bilocale neanche troppo grande." 

"Lo ricordo eccome" replicò lei con voce incerta, in preda ai ricordi.

Entrambi si fissarono, incapaci di aggiungere altro ma gli sguardi parlarono da soli.

Matt si schiarì la voce poi lanciò ancora qualche occhiata intorno.

La casa era piccina ma Ashley né aveva curato ogni dettaglio e tutto parlava di lei lì dentro.

Si respirava un'aria confortante e sicura e Matt immaginò che per Ashley quel monolocale rappresentasse davvero il suo rifugio e il posto ideale per ritrovare se stessa.

"Accomodati, ti preparo un caffè? Hai scelto proprio una giornata terribile per passare." gli fece notare la ragazza, facendo riferimento al meteo.

Matt annuì "Forse" rispose misterioso.

Lui aveva solo seguito il suo cuore e se ne era fregato del tempo.

"Ecco qua!" fece Ashley nel frattempo, porgendogli la tazzina.

Matt iniziò a sorseggiare mentre Ashley non si stancava di guardarlo e di riempirsene gli occhi.

Lui, così bello, il suo grande amore tormentato.

"E dimmi…tu come stai?" chiese dopo un po' Matt, facendola sussultare.

Rispondere in maniera univoca a quella domanda era impossibile, c'erano state tante sfaccettature diverse a colorare quei giorni che faceva davvero fatica a sintetizzare.

"Meglio - si decise a dire infine - ho sistemato qualche faccenda" aggiunse in maniera vaga, accendendo il suo sguardo.

Matt si inumidì le labbra e la fissò.

"Del tipo? Sono curioso" insistette lui, sorridendo e incrociando le mani sotto il mento per mettersi bene all'ascolto.

Ashley roteò gli occhi, incerta su cosa raccontare.

"Ho chiarito con Terence…ci siamo visti ed è andata bene…sembra avermi finalmente capita e ho avuto quasi l'impressione che l'odio che prova per te si sia sbiadito" gli rivelò, aspettando una sua reazione.

Matt abbassò gli occhi, poi scosse la testa 

"Impossibile…stento a crederci" ribatté schietto.

"Chissà…- obiettò la rossa, lasciando che quel dubbio aleggiasse sul biondo, poi continuò - adesso sto tentando con Beth anche se non ho ancora ottenuto risposta e poi pian piano passerò agli altri…Michelle sarà l'ultima, ovviamente" gli spiegò, tremando internamente al pensiero di doverla affrontare prima o poi.

"Sono contento che tu stia raggiungendo i propositi che ti eri imposta" disse lui piano, rivolgendole una sguardo carico d'amore, quasi volesse farle intendere che avesse capito alla fine il perché delle sue azioni, che in un primo momento gli avevano spezzato il cuore.

Lei vacillò dinanzi a quegli occhi e per un attimo non riuscí a parlare.

"Grazie…sono così felice di vederti, Matt - sussurrò poi con un nodo alla gola, senza preoccuparsi di lasciare trapelare i suoi sentimenti - pensavo non sarebbe mai successo" aggiunse, assumendo un'espressione talmente triste che Matt si maledì per averla fatta soffrire.

"Ho tardato un po'...scusami" 

"Figurati…- replicò in fretta Ashley col fiato corto, poi scattò in piedi in preda a tutta l'adrenalina che le stava attraversando il corpo - mi spiace solo di non avere niente di interessante da raccontarti, la mia vita è abbastanza noiosa e…" cominciò a dire velocemente, a testa bassa e raccattando le tazzine e i tovaglioli sulla tavola, giusto per trovare qualcosa che la tenesse impegnata e le evitasse un confronto di cui aveva ancora tanta fottutissima paura.

Quello con Matt e con i suoi sentimenti.

Lui la imitò, balzò in piedi e le bloccò le mani, per poi avvicinarla piano a sé.

Ashley si immobilizzò, gli occhi luccicanti di lacrime e il respiro mozzato.

"Ashley, va tutto bene…calmati…sono sempre io, lo stesso ragazzo che hai conosciuto mesi fa, lo stesso che non ti spaventavi di mandare a quel paese se ti provocava troppo - iniziò a ricordarle, facendola sorridere - lo stesso che ha imparato ad ascoltarti e ad amarti" continuò, mandandole il cervello in tilt.

"Matt, perché sei qui?" chiese in uno slancio di coraggio.

Lui la guardò dritto negli occhi e senza esitare dischiuse le labbra.

"Perché non voglio restare senza di te…non ci riesco…ma soprattutto perché ho capito…forse ci ho messo troppo ma alla fine mi è stato chiaro cosa intendevi quando sei andata via" ammise, ricordando l'incontro col suo ex gruppo di amici e quanto dopo si fosse sentito libero.

Ashley lo ascoltò senza fiatare, il suo respiro si era fatto frequente e affannato e il cuore le scoppiava di gioia. 

Non voleva illudersi che fosse così facile…non poteva permetterselo.

Matt unì la fronte con la sua e la fece annegare nel blu dei suoi occhi.

"Mi dispiace così tanto Matt…da quando sono andata via non ho fatto che pensare a te…ma ho dovuto anche razionalizzare e riprendere in mano la mia vita. E stranamente ci sto riuscendo! Mancavi solo tu e ho avuto così paura di averti perso per sempre." gli confessò. tra le lacrime mentre sentiva le braccia di Matt che la cingevano teneramente per i fianchi e la sensazione di sprofondare di nuovo in quel dolce languore, un abisso da cui sarebbe stato difficile risalire se solo lui si fosse attardato lì per un altro po'.

Si allontanò di poco, ancora incerta, nonostante le rispettive confessioni, di ciò che di loro fosse sopravvissuto.

Dopo le innumerevoli tempeste passate che avevano stravolto così tante volte il loro rapporto da averne lasciato brandelli qua e là, come avrebbero fatto a rimettere tutto in piedi?

Prese un lungo respiro, regolarizzò il battito e cacciò indietro le lacrime, facendosi più seria.

Le sue dita risalirono sul torace di Matt, gli strinsero dolcemente la stoffa morbida del maglione mentre lei ne studiava la trama con lo sguardo basso.

Lui ne seguì ogni gesto, aggrottando lievemente le sopracciglia.

Ashley sembrava così risoluta adesso che ne ebbe di nuovo paura.

"Forse è meglio che tu vada adesso - mormorò, spiazzandolo - perché se tu rimani…se lo fai, Matt…io non…non credo di riuscire a resisterti" spiegò con la voce ridotta a un soffio leggero, tremolante e intensa allo stesso tempo come una fiamma al vento che traballa ma non si spegne.

Le mani chiare e fredde per la tensione mollarono la sua maglia.

Matt però non si lasciò intimorire.

"E allora non resistere….lasciati andare…prova a seguire il tuo cuore, per una volta, senza farti domande" gli suggerì lui di slancio, sussurrandole all'orecchio con un tono mellifluo e sensuale che le accese ogni centimetro del suo corpo.

Il naso di Matt segnò delle linee invisibili sul suo collo, la sentì tremare sotto le mani, abbandonarsi gradualmente ai suoi tocchi, fare crollare ogni difesa, ogni barriera.

Risalì con le labbra fino al mento e poi sfiorò le sue, che si dischiusero subito per baciarlo ancora una volta.

Come una magia che si ripeteva, come un ricordo che non sbiadisce mai, i baci si rincorsero dapprima più veloci, poi lenti man mano che l'ansia e la paura di prima si tramutava in serenità e calma.

Senza fermarsi indietreggiarono fino ad arrivare alla camera da letto, ben consapevoli di ciò che sarebbe successo e che volevano a tutti i costi.

Ashley si lasciò andare seduta sul materasso e Matt le fu subito sopra, accompagnandola e racchiudendola nel suo abbraccio.

Con dolcezza le sfilò la felpa per poi dedicarsi a baciare la sua pelle nuda.

Lei sospirò di piacere, insinuò le mani sotto al maglione di Matt e accarezzò la sua schiena, seguendone ogni curva.

Si fermarono per guardarsi solo un paio di secondi e leggere l'uno negli occhi dell'altra la conferma di ciò che desideravano.

"Mi sei mancato troppo, Matt" bisbigliò la rossa per poi affondare le labbra in un altro bacio languido.

"Anche tu" ricambiò lui, la voce appena roca per la passione, prima di sdraiarsi su di lei e dedicarsi a donarle tutto il piacere e l'amore che poteva.

Faceva freddo, si infilarono sotto le coperte, buttarono fuori con poca cura gli ultimi vestiti rimasti addosso, senza più temporeggiare e con la voglia che era arrivata alle stelle, e finalmente Ashley lo sentì di nuovo dentro di lei, lasciando che un gemito sfuggisse dalla sua bocca.

Assecondò Matt in ogni sua spinta che man mano la portava sempre più sú.

Non riusciva a crederci di averlo ancora sotto le mani, di essere lì a fare l'amore con lui in quel pomeriggio orrendo che si era trasformato nella giornata più bella.

Lui rallentò un po', le carezzò il ventre e i seni, la baciò a lungo mentre Ashley intrecciava le dita nei suoi capelli morbidi e scompigliati.

"Ti amo" le sussurrò, ansimando, col viso affondato nell'incavo del suo collo, mentre il ritmo aumentava, facendole intendere che il piacere che provava cresceva sempre di più e gli faceva perdere la testa e ogni controllo razionale.

Non rispose, in balia delle sensazioni forti che provava, ma bastarono quelle due parole per farla esplodere di piacere.

Lui, a sua volta, non resistette e la seguì subito dopo, accasciandosi su di lei, appagato e felice, entrambi col fiato corto, ancora abbracciati e uniti fino alla fine.

Il letto a una piazza di Ashley li costrinse a rimanere stretti anche dopo aver finito.

Lei si rannicchiò sul suo petto e lui la strinse, baciandole la fronte.

Ashley sorrise, era in pace col mondo.

Rimase ferma a bearsi del calore e della sensazione di serenità che solo lui sapeva trasmetterle.

Si sentiva completa e rigenerata.

Insieme ritrovarono la confidenza perduta e trascorsero il resto del tempo a parlare sotto le coperte e a scherzare.

Uno scossone non poteva cancellare ciò che di magico e straordinario avevano creato.

"Adesso vado, devo terminare del lavoro" disse Matt mentre indossava la maglia e allacciava la cintura dei jeans.

Ashley lo osservò di spalle, chiedendosi quale direzione avrebbe preso il loro rapporto adesso che si erano ritrovate che lei non aveva ancora completato i suoi obiettivi.

"Matt…" inizio timorosa ma lui la capì al volo.

"Tranquilla, non voglio interferire con quello che devi portare a termine, né metterti pressione - la rassicurò, carezzandole una guancia - ma sappi che ci sono" 

Ashley sorrise commossa, lo abbracciò, poi lo accompagnò alla porta.

"Matt…tu sei tutto ciò che di più importante ho…voglio che tu lo sappia" gli rivelò prima che lui andasse, stringendogli una mano.

Matt annuì, poi le diede un ultimo, dolcissimo, bacio.

Quando Ashley separò le labbra dalle sue scorse qualcuno con la coda dell'occhio.

Si voltò, e in piedi di fronte a loro, con lo sguardo impacciato di un cerbiatto impaurito, stava Beth, stretta nel suo cappotto fluo, coi capelli lunghissimi e ondulati che spuntavano da un berretto di lana con due pon pon vistosi.

Ovviamente aveva fatto in tempo ad assistere a quel bacio che poco lasciava all'immaginazione.

"Cazzo" mormorò Matt per poi tossire leggermente a disagio e staccarsi dalla sua amata.

Ashley fissò Beth con un misto di gioia e preoccupazione per la scena che aveva visto.

Non era proprio un bell'inizio cercare di riappacificarsi per avere avuto una relazione col ragazzo sbagliato facendosi trovare a fare acrobazie con la lingua dello stesso.

Aveva un tempismo da fare invidia, davvero.

Sospirò, col desiderio forte di sprofondare.

Matt si allontanò con naturalezza, sfilò di fianco a Beth che lo fissò guardinga, le rivolse un cenno di saluto e un sorriso irriverente per poi voltarsi a guardare Ashley e mimare con le labbra un "buona fortuna" di cui avrebbe avuto tanto, ma tanto, bisogno.

 
  
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