Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: So_Vi_Potter    10/04/2023    0 recensioni
Eccomi tornata con la seconda storia di Crossover System! I nostri portali preferiti sono tornati a rovinare la giornata alla carissima Sofia. Riuscirà la nostra amica a sopravvivere ad assassini, avventure e animali parlanti?
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2 - Il primo problema (anzi, i primi due)

 

Osservai meglio. Non eravamo solo a Narnia: eravamo vicino al castello della Strega Bianca.

- Dove siamo? - chiese Daragon alle mie spalle.

- A Narnia, un paese magico. Quello è il castello della Strega Bianca, che ha costretto il paese a un rigido inverno. Ora dovrebbe stare facendo guerra al suo nemico giurato, il leone parlante Aslan…

- Uau. E quello è il castello della strega, vero?

- Che perspicace, l’ho appena detto - dissi ironica.

Poi entrammo. Gli spiegai delle statue e del dominio crudele della strega, con un certo fastidio. Nella sala del trono, però, una musica sconosciuta e bellissima si insinuò nel mio apparato uditivo. Veniva da sotto il trono. Mi ci avvicinai, e con me anche Daragon, ma poi lo tirai per la manica indietro. La strega era entrata.

- Chi siete, stranieri?

Daragon aprì la bocca, incerto, così improvvisai.

- Siamo studenti maghi di uno stregone. Stavamo provando un incantesimo, ma qualcosa è andato storto e ci siamo ritrovati qui. Chiediamo perdono per l’intrusione, vostra maestà, e se volete congedarci saremo lieti di togliere il disturbo.

Così dicendo retrocedetti verso la porta, seguita a ruota da Daragon.

- No, aspettate. Chi è questo stregone e dove si trova? - chiese la strega. Imprecai sottovoce, cercando in fretta una spiegazione.

- Ci ha proibito di dirlo con un incantesimo, maestà, ma vi sosteniamo. Non vuole che lo riveliamo agli sconosciuti e ci ha imposto un incantesimo. Solo non può fare in modo di fare delle eccezioni. Siamo profondamente dispiaciuti e anche il nostro maestro lo è.

Un rivoletto di sudore mi scese sulla tempia e io lo asciugai facendolo passare per un gesto casuale con il quale mi sistemavo i capelli dietro all’orecchio. Per fortuna la strega non se ne accorse e continuò a guardarci con tutta l’aria di volerci trasformare in statue. Deglutii, nervosa. Lei però parve crederci e con un gesto della mano ci congedò. Retrocedendo io e il mio compagno d’avventura uscimmo dalla sala. Poi udimmo un ringhio alle nostre spalle. Ci guardammo e poi ci voltammo lentamente. Un lupo ci stava guardando come fossimo succulenti bocconcini. Poi scattò verso di noi, le mascelle aperte. Daragon cacciò un urlo. Io presi una spada laser e la ficcai in bocca al lupo, bruciandogli le viscere. Poi estrassi l’altra e mi misi in posizione da combattimento. Altri lupi giganti ci stavano accerchiando, probabilmente su ordine della strega. Sentii Daragon dietro di me che accendeva la sua spada laser. Ci mettemmo a combattere. Ero arrabbiata nera con Daragon. Non faceva mai nulla di utile. Perchè?! Dopo aver fatto fuori un po’ di lupi, mi venne un’idea folle.

- Preparati al salto! - dissi a Daragon.

- Cosa?

Io lo spinsi verso l’esterno con la Forza. Lui atterrò in piedi nella neve. I lupi si voltarono verso di lui e ringhiarono.

- Brutti lupi! SONO QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!! - urlai, sperando di ottenere la loro attenzione. Ci riuscii, anche troppo. I lupi si scaraventarono su di me. Io saltai e atterrai accanto a Daragon. Poi estrassi la bacchetta.

- BOMBARDA! - strillai. Il soffitto della sala d’ingresso collassò addosso ai lupi. Poi mi voltai furiosa verso Daragon e gli tirai un pugno nello stomaco.

- PERCHÉ DIAMINE NON MI AIUTI MAI QUANDO NE HO BISOGNO?! - gli urlai contro.

Lui ne rimase un pochino traumatizzato, piegato in due per il pugno. Mi guardò spaventato. Emanavo potere. Non so come, però lo facevo. Improvvisamente mi calmai.

- Le Gemme di Narnia erano sotto al trono della strega - dissi.

Lui finalmente diede un senso alla musica.

- Ecco perché…

- C’era quella musica, sì. Non ringraziare, per carità.

Lui mi guardò storto.

- Senti, non so perché ce l’hai con me, non so cosa ti ho fatto, ma se dobbiamo collaborare dobbiamo anche essere amici.

Mi diede fastidio il fatto che ci fosse arrivato prima di me.

- Dare della Sanguemarcio a una persona appena la conosci non ti fa fare una gran bella figura - dissi risentita.

- Scusa, era un anno fa, mi dispiace!

Lo guardai male, ma poi mi accorsi che aveva chiesto scusa. Forse qualcosa stava cambiando. Sospirai e gli porsi una mano, comprendendo finalmente che aveva ragione.

- Tregua?

Lui sospirò felice.

- Tregua.

Ci stringemmo la mano e poi iniziammo a conoscerci più a fondo. Qualche domandina, giusto per. Così scoprii che giocava a bowling. Il che sarebbe stato parecchio utile se avessimo dovuto far rotolare qualcosa di sferico con una precisione perfetta.

Dopodiché io mi accorsi che stava succedendo qualcosa. I lupi e la strega stavano uscendo. La guerra!

- Dobbiamo entrare nel castello - dissi.

Daragon mi guardò sbalordito (ora eravamo amici, ma non smisi mai di chiamarlo per cognome, almeno finché restammo a Hogwarts. Le vecchie abitudini sono dure a morire).

- Cioè noi abbiamo appena rischiato di morire lì dentro e tu proponi di tornarci?

Gli indicai i lupi in lontananza.

- Sono usciti tutti, fanno la guerra ad Aslan. Dobbiamo prendere le Gemme.

Lui assentì. Con circospezione entrammo nel palazzo. Incontrammo un lupo di guardia. Io passai la mano davanti al suo muso.

- Ora tu andrai con gli altri - dissi.

- No, stranieri! Ora io vi mangerò - ringhiò quello.

Riprovai con il trucchetto Jedi, ma dopo che non funzionò la seconda volta capii che era un essere troppo complesso per le mie capacità Jedi. Forse Yoda poteva farcela, ma io no. Lo strangolai con la Forza. Daragon distolse lo sguardo.

- Non farlo, ho brutte esperienze con quella roba - disse. Io ricordai e chiesi scusa. Solo l’anno prima il mio nuovo amico/ex nemico aveva rischiato di soffocare a causa di un tizio molto pericoloso chiamato Vader. Forse lo conoscete anche voi. In caso contrario, GUARDATE STAR WARS ALTRIMENTI MI VENDICHERÒÒÒÒÒÒÒÒÒÒÒÒ!!!!!!!

Dopo questa bella cosa, entrammo nella sala del trono. La regale sedia dove poggiava il regale deretano della strega brillava di cinque colori diversi. Trovai uno scomparto segreto e lo aprii. Dentro c’erano cinque gemme, degli stessi colori delle spade laser. Toccai la mia, di un delicato indaco chiaro come le lame delle mie spade. La Gemma si aprì e una luce mi investì, donandomi la conoscenza approfondita dei territori narniani, di andare a cavallo e di tirare con l’arco. Dalla mia Gemma uscì anche un grosso arco d’argento con una faretra piena di frecce d’argento che (scoprii poi) non si esaurivano mai. Daragon aveva trovato una lunga spada dritta con l’elsa che si adattava perfettamente alla sua mano. La fece roteare entusiasta con gesti sicuri. Io presi in mano l’arco. Era più leggero di quanto non credessi e mi resi conto che era beskar, purissimo beskar. Esattamente come la mia spalla bionica. Istintivamente portai la mano destra alla spalla sinistra. Ormai non la rifiutavo più, ma ogni tanto mi dava ancora qualche problema di accettazione. Lentamente estrassi una freccia dalla mia faretra e la scagliai sul lato opposto della sala. La freccia andò a segno esattamente dove avevo mirato. Guardai Daragon, poi uscimmo e andammo a vedere la battaglia. All’inizio vidi solo spade d’acciaio, ma poi due lame bianche e luminose spuntarono. Dopo di esse, anche diverse lame blu e verdi, una viola, moltissime rosse. Il loro sibilo si aggiunse al clangore delle spade.

Io e Daragon ci guardammo, poi facemmo per buttarci nella mischia, ma un portale si aprì senza preavviso davanti a noi e ci finimmo inesorabilmente dentro. Incredibilmente, però, il portale ci ritrascinò subito in mezzo alla battaglia, con la compagnia di Audrey e Bonnie. Loro erano stordite, ma le portammo in un posto sicuro e demmo loro le Gemme. Audrey ottenne una grossa ascia bipennata. Bonnie invece vinse un grosso scudo con una punta al centro. Entrambe le armi erano di purissimo beskar, probabilmente per proteggerci anche dai Sith. Ci mettemmo a combattere. Vincemmo un po’ di nemici, tra signori dei Sith e guerrieri della Strega Bianca, poi il portale-taxi ci riportò a Hogwarts.

Sfiorai immediatamente la collana di ossidiana che portavo, ma invece di far svanire le mie armi le rese invisibili. Poi una perla comparve sulla catenella. Una perla con una grossa enne sopra. Sulla mia ossidiana si incise l’immagine del simbolo dei Jedi. Io sfiorai la nuova perla, per curiosità, ed ecco che l’immagine sulla perla cambiava e diventava il segno Jedi e sull’ossidiana si incideva la grossa enne. Non sentii più la cintura, ma sentii il mio nuovo arco e la mia faretra inesauribile appesi alla spalla. Sfiorai la nuova perla ed ecco che cambiavo nuovamente armi. Mi fiondai da Susan con gli altri e le raccontammo tutto. Lei aprì la sua Gemma ed ecco che anche a lei comparve una nuova perla sulla collana. Daragon aveva il frammento di smeraldo più grande su cui era incisa una enne e uno di quelli più piccoli che recava il simbolo Jedi. Audrey aveva il grosso rubino del suo orecchino con sopra la enne e una nuova perla all’altro che portava il sigillo Jedi. Bonnie aveva il suo piccolo zaffiro incastonato sul braccialetto su cui figurava una grossa perla con una enne. Non avevo bisogno di guardare lo zaffiro grande per capire che c’era il simbolo dei Jedi inciso sopra.

- Possiamo usare una sola arma alla volta - disse Audrey.

- Ma allora perché a Narnia avevamo sia la cintura con le spade laser che le armi narniane? - mi chiesi.

- Forse possiamo usarne solo una per volta qui - disse Susan - come se il portale sbloccasse la capacità di usarne più di una alla volta. Tipo un mondo magico in un videogioco.

Io sorrisi ammirata. Susan aveva ragione. La sua ipotesi aveva perfettamente senso. Anche gli altri annuirono, poi tornammo nei dormitori. Una volta sole, Susan iniziò a fissarmi in modo strano.

- Cosa c’è? - le chiesi.

- Quindi Peter è un tuo amico ora, no?

Io sospirai esasperata.

- Non starai mica pensando alla parola ‘coppia’, vero?

Susan sorrise con aria colpevole. Poi andammo a riposarci per essere in ottima forma quella sera al banchetto di Halloween. Decidemmo di travestirci e io andai a fregare dei costumi da una ragazza bravissima con il cucito. Ci misi un po’ a capire come mettermi il mio vestito, ma dopo un paio di cadute a causa di ingarbugliamenti vari compresi l’arcano segreto. Finimmo di vestirci e ci guardammo allo specchio. Adeline ci aveva prestato dei trucchi e ora io ero una perfetta sposa cadavere, con l’abito bianco e gli occhi cerchiati, mentre Susan esibiva delle grosse cicatrici sul viso. Facevamo paura. Scendemmo a cena e vidi Daragon passare. Decisi di fargli uno scherzo e spensi la luce nel corridoio con la bacchetta. Lui si girò e io ebbi il tempo di comparirgli davanti. Quando si voltò verso di me cacciò un urlo e cercò la bacchetta, che avevo prontamente attirato con la Forza.

- Cerchi questa? - gli chiesi, mostrandogliela.

Lui indietreggiò, ma io scoppiai a ridere e riaccesi la luce.

- Non è divertente - disse, mettendo il broncio.

- Hai ragione. Non è assolutamente divertente - dissi io, facendo la seria. Poi ci fissammo. E scoppiammo a ridere.

- Va bene, era divertente. Fai veramente paura - disse lui. Io mi asciugai una lacrima e mi imposi di smettere di ridere. Senza successo.

Ridemmo finché improvvisamente non persi l’equilibrio, finendo dritta addosso a Daragon. Lui mi prese, impedendomi la caduta. Sorrise imbarazzato e mi aiutò a rimettermi in piedi. Mi spolverai il vestito, il che era solo una scusa per non guardare Daragon negli occhi. Alzai lo sguardo un momento e vidi che il suo volto aveva assunto una delicata tonalità color peperone maturo. Abbassai in fretta lo sguardo e sperai intensamente che la mia faccia non fosse rossa come la sentivo, dimenticandomi che ero coperta di trucco bianco.

- Ehm… forse è meglio se andiamo - dissi, evitando lo sguardo del mio nuovo amico e indicando con il pollice la Sala Grande. Lui annuì e io sospirai di sollievo. Avrei avuto un po’ di tranquillità con il cibo. Entrammo.

Io e Susan non eravamo le uniche ad esserci travestite. Bonnie era un diavoletto, con l’abito rosso e nero che pareva uscito da un manga e il cerchietto con le corna. Audrey era uno zombie. Ma non eravamo solo noi: mentre mi avvicinavo alle mie amiche scorsi un paio di fantasmi, una decina di vampiri e addirittura una principessa parecchio inquietante. Spaventoso. Mi sedetti e Bonnie si avvicinò a me con un’espressione preoccupata.

- Ehi, sei sicura di stare bene? No, è che hai il fiatone… hai corso?

Io sentii la faccia che mi andava in fiamme.

- Ehm…

Susan si chinò in avanti con un’espressione che non mi piacque per niente.

- Non è che hai fatto qualcosa con il tuo nuovo… “amico”?

Arrossii ancora di più. Aveva fatto centro. Come al solito. E ovviamente io dissi qualcosa di super intelligente, tipo:

- Ehm… ecco io… cioè…

Bonnie e Audrey fecero ‘oooooooh’ e Susan ridacchiò. Io avrei tanto voluto che il pavimento si aprisse e mi inghiottisse. Sprofondai sotto al tavolo.

- Mistero risolto - disse Susan, sorridendo e tendendomi la mano per aiutarmi a risalire sulla panca. Io accettai riluttante.

- Continuerai a mettermi in imbarazzo finché non ci saremo sposati e non avremo avuto tre figli, vero? - mugugnai all’orecchio di Susan. Lei ridacchiò.

- Diciamo che mi basta che vi baciate.

Gemetti. Non avevo nessuna speranza di liberarmi di lei.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: So_Vi_Potter