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Autore: Liberty89    13/09/2009    3 recensioni
Ciò che però colpì Demyx, fu l’insieme della figura del compagno, bella, anche se sul viso erano ancora presenti i segni del sonno e i capelli erano segregati in una bassa coda fatta male.
Solo in quel momento, mentre era intento a recuperare un pentolino, si rese conto che ogni gesto compiuto da Axel per lui era un’occasione per riscoprire cosa lo avesse fatto tanto innamorare di un pazzo come lui.

Una song-fic scritta per l'akudemyx day, in cui Demyx ricorda cosa l'ha fatto innamorare di Axel.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Demyx
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con un'altra robaccia delle mie, partorita dalla mia mente guardando fuori dal finestrino con l'mp3 a tutto volume xD Questa song-fic l'ho scritta per l'Akudemyx day. Sulle note di "Nient'altro che noi" degli 883, Demyx ricorderà cosa lo ha fatto innamorare di Axel, capendo che ogni istante passato con lui è prezioso più dell'oro. Buona lettura!

Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.


.:{ Nient’altro che noi }:.


I primi raggi del mattino s’infiltrarono tra le fessure della persiana, donando un po’ della loro luce alla stanza buia, avvolta nel silenzio lasciato dalla notte.
Un fascio più lungo e dispettoso degli altri arrivò sugli occhi chiusi del biondo, che si destò dal suo sonno con un mugugno seguito quasi immediatamente da un lungo sbadiglio degno di un bambino.
Uscì la mano sinistra da sotto le coperte tinte di un vivace blu color del mare e strofinò l’occhio corrispondente, prima di sporgersi verso il comodino di legno chiaro e dare una sbirciata alla sveglia digitale a forma d’uovo.
-Le sei…?- pensò, con la mente ancora in panne.
Spalancò le sue iridi acquamarina, quando lo sguardo gli cadde sulla data segnata dall’apparecchio tanto odiato. -Mancano solo due giorni?!-
Saltò a sedere, mettendosi le mani tra le ciocche scarmigliate e solo in quel frangente, si ricordò della persona che dormiva accanto a sé, così si voltò per vedere gli effetti del suo scatto troppo mattutino.
I lunghi e dritti capelli rossi risaltavano sulla stoffa azzurra della federa, coprendo la nuca e il collo, mentre il resto del corpo dalla pelle diafana era nascosto dalle coperte, eccetto la spalla destra e parte dell’avambraccio.
Emettendo un grugnito, il ragazzo si girò verso il suo compagno, mostrandogli il viso disteso nella tranquillità del mondo dei sogni.
Sospirò sollevato, ma poi si perse nell’ammirare quel volto addormentato.
Lentamente e con cautela, vi appoggiò la punta di due dita, per seguirne il profilo perfetto, dal taglio un po’ spigoloso ma perfetto. Lo carezzò in ogni sua parte, soffermandosi sulle sottili labbra rosee, stirate in un piccolo sorriso soddisfatto, che tanto adorava baciare e mordicchiare.

Potrei stare ore e ore qui
ad accarezzare
la tua bocca ed i tuoi zigomi
senza mai parlare,
senz'ascoltare altro nient'altro che
il tuo respiro crescere,
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.

Sul viso del biondino, si allargò un sorriso felice, al ricordo della sera prima.
Era tornato tardi, l’una passata, e la stanchezza minacciava di farlo cadere a terra stecchito in ogni momento. Salì le scale del condominio tinte di giallo, una volta luminoso come il sole estivo, ma ora spento e anonimo, fino a giungere alla soglia dell’appartamento che divideva con il suo ragazzo.
Il pensiero di essere davanti casa parve ridargli energie e in pochi secondi si ritrovò nella camera da letto, dove si buttò a peso morto sul materasso, senza che il pensiero della presenza del suo compagno gli sfiorasse anche solo l’anticamera del cervello, affondando il viso nelle coperte morbide.
Cadde in uno stato di dormiveglia, in cui la sua mente era più con un piede nel mondo di Morfeo, che nella realtà, tanto che non si accorse delle mani che lo girarono e che cominciarono a spogliarlo con delicatezza, come se fosse una fragile bambola che può rompersi con niente.
Quando, però, il suo corpo fu privato del calore della maglia pesante e dei jeans i suoi occhi velati di stanchezza e bisogno di dormire si schiusero e la prima cosa che videro fu un lungo sorriso amaro, ma con una nota di dolcezza.
-Demyx, dovresti dire al tuo capo che non puoi fare anche il turno di pomeriggio, se la sera devi stare al locale fino a tardi per suonare…-
-Axel…- mormorò. -Lo sai che se non facessi il turno del pomeriggio il mio stipendio ne risentirebbe e a noi quei soldi servono…-
-Lo so, ma so anche che continuando così finirai con l’ammalarti.- replicò il rosso, liberandogli i piedi dai calzini, dopodichè rimase ad osservarlo chiudersi a riccio in cerca di calore.
Ghignò, spostando il biondino in modo tale che poggiasse la testa al cuscino per poi mettersi delicatamente sopra di lui, senza schiacciarlo col proprio peso. -Se hai freddo posso pensare io a scaldarti, che ne dici?- domandò, unendo le loro labbra in un bacio leggero come un alito di vento.
Demyx fissò il viso dell’amante con una muta domanda scritta in faccia.
L’altro rise, sinceramente divertito. -Non sto scherzando e vedrai che con le mie attenzioni sarai presto bello sveglio!- esclamò prima di cominciare a baciarlo con foga.
Il ragazzo dagli occhi acquamarina rise, ma in poco tempo le risate furono sostituite da sussurri e sospiri ricolmi di piacere.

Potrei star fermo immobile
solo con te addosso
a guardare le tue palpebre
chiudersi ad ogni passo
della mia mano lenta che scivola
sulla tua pelle umida
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.

Abbandonò quel piacevole ricordo e sorrise all’indirizzo dell’amato.
-Axel…-
Si chinò su di lui, baciandogli la fronte fresca e quando si allontanò lo vide storcere il naso, come se vi si fosse posata una mosca dispettosa.
Trattenne una risata e si alzò, infilandosi i boxer finiti a terra durante le loro follie, per dirigersi in cucina a prepararsi una buona tazza di latte caldo e una caffettiera per il suo ragazzo.
Solitamente era l’altro a preparare la colazione per entrambi, poiché si alzava presto per andare al lavoro, ma essendo domenica, poteva godersi quelle ore di sonno di cui aveva bisogno.

Una mattina si era alzato preda di un attacco d’insonnia e si era imbambolato sulla porta della cucina ad osservarlo cucinare. Indossava un grembiule rosso, allacciato sulla schiena con un nodo improvvisato, la mano destra era stretta sull’impugnatura della padella in cui friggevano le uova, mentre la sua compagna muoveva il cucchiaio di legno al suo interno e il profondo sguardo smeraldino era concentrato su quel semplice gesto.
Ciò che però colpì Demyx, fu l’insieme della figura del compagno, bella, anche se sul viso erano ancora presenti i segni del sonno e i capelli erano segregati in una bassa coda fatta male.
Solo in quel momento, mentre era intento a recuperare un pentolino, si rese conto che ogni gesto compiuto da Axel per lui era un’occasione per riscoprire cosa lo avesse fatto tanto innamorare di un pazzo come lui.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.

Mise lo zucchero nella tazza da cui usciva una leggera linea di vapore, prodotta dal calore del liquido bianco.
-Cavoli, sono già passati tre anni…- rifletté. -Cosa posso regalargli?-
Sorseggiò la sua bevanda, fino a terminarla, continuando a pensare ad un possibile regalo da fare al proprio compagno per il loro anniversario.
Poggiò la tazza nel lavandino e decise che avrebbe continuato ad arrovellarsi dopo una doccia rilassante.
Tornò in camera per prendere la biancheria pulita e si soffermò di nuovo sulla figura del dormiente, che ora si trovava rannicchiato in mezzo al letto, probabilmente in cerca della sua presenza.

Potrei perdermi guardandoti,
mentre stai dormendo,
col tuo corpo che muovendosi
sembra stia cercando
anche nel sonno di avvicinarsi a me,
quasi fosse impossibile
per te sentire altro che noi,
nient'altro che noi.

Non seppe dire per quanto tempo rimase a fissarlo, solamente quando si staccò dallo stipite della porta si rese effettivamente conto di essersi imbambolato a guardarlo dormire. Arrossì pesando al fatto che se Axel l’avesse visto in quello stato, probabilmente con gli occhi persi e sognanti, lo avrebbe sicuramente preso in giro per tutto il giorno.
Scosse la testa per darsi un’ulteriore svegliata e poi si diresse verso il bagno e la sua tanto attesa doccia.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.

Un forte e prepotente odore di caffé gli arrivò al naso, risvegliando i suoi sensi.
Tastò con la mano alla sua destra, in cerca del corpo caldo e attraente del suo compagno, ma avvertendo la sola consistenza del materasso sotto le dita si decise ad aprire gli occhi ed a mettere finalmente a fuoco il mondo attorno a sé.
Si mise seduto, grattandosi la nuca, e sbadigliando sonoramente diede una veloce occhiata all’orologio del suo cellulare.
-Le nove…- costatò. -Che ci fa Demyx in piedi alle nove? Di domenica poi…-
Ghignò maliziosamente all’idea di essere riuscito ad avere le attenzioni del biondo.
-Peccato che poi sia crollato…- pensò, mettendo i boxer neri. -Doveva essere davvero stanco e io l’ho torturato lo stesso… Dovrò farmi perdonare con qualcosa di speciale per l’anniversario…-
Preso dalle sue riflessioni, il rosso si diresse nella stanza accanto alla ricerca del suo ragazzo per capire cosa stesse facendo: la casa era fin troppo silenziosa.
Lo trovò rannicchiato sul divano, con una decina di fogli appallottolati tutt’intorno, alcuni sistemati in ordine dentro una cartelletta trasparente, e un blocco con le righe degli spartiti in mano.
Poche volte lo aveva visto così concentrato e attento nel fare qualcosa.
-Sicuramente sta scrivendo una nuova canzone…- dedusse, avvicinandosi alle sue spalle in silenzio.
Tuttavia, il suo passo felpato non sfuggì alle orecchie fini del musicista, che si voltò di scatto chiudendo il blocco.
-Ben svegliato.- disse con un sorriso.
-Buongiorno a te.- rispose il rosso, abbassandosi per posargli un bacio sulle labbra. -Ti sei alzato presto… non hai sonno?-
Il biondo scosse il capo in segno di diniego. -Non riuscivo più a dormire, così mi sono alzato, ho fatto colazione e dopo una bella doccia mi sono messo qui.- spiegò. -Se guardi nel termos c’è il caffé…-
-L’hai preparato tu?- chiese.
-No, ho chiamato la vicina per farmi aiutare… Ovvio che l’ho preparato io!- replicò l’altro con uno sbuffo.
-Dai, non ti arrabbiare…- disse Axel, abbracciandolo da dietro. -Stai scrivendo una nuova canzone?-
Il ragazzo dagli occhi acquamarina mostrò un sorriso pieno di soddisfazione alla domanda. -Ho già scritto il testo e adesso devo finire l’ultima parte dello spartito.-
-Posso dare un’occhiata?- domandò, allungando una mano verso la cartelletta, che fu prontamente afferrata dalla mano destra del biondo.
-No!-
Il rosso inarcò un sopracciglio alla reazione. -Ma che ti prende? Di solito non ti fai problemi a chiedermi cosa penso dei tuoi testi, perché…-
Demyx si girò all’istante verso il compagno, prendendogli il viso tra le mani. -Scusami Axel… non volevo risponderti con quel tono, ma questa canzone è importante… Ti prometto che quando avrò finito lo spartito sarai il primo a sentirla e scommetto che ti piacerà!-
Le due paia d’iridi, così diverse, ma allo stesso tempo simili, si fissarono, perdendosi le une nelle altre.
Lo sguardo smeraldino era attraversato da una forte corrente di curiosità e sospetto, mentre nel mare degli occhi del musicista vi era una smisurata sincerità con un sottofondo d’innocenza, a cui il ragazzo più grande non poté resistere.
-E va bene…- si arrese con un sospiro. -Ma voglio essere il primo!-
-Sicuramente!-

***

Un grido di rabbia, degno di un cavaliere in piena guerra, attirò la sua attenzione, distraendolo dal suo lavoro. Alzò il capo e guardò in direzione del bagno, togliendosi gli occhiali sottili dal naso e posandoli con leggerezza sul tavolo.
Si trattenne dal ridere, quando giunto nella stanza da cui si era levato l’urlo, vi trovò il proprio ragazzo ad imprecare contro il suo riflesso e due ciuffi particolarmente ribelli sulla fronte che non volevano obbedire alla severa imposizione del gel.
-Demyx, cosa stai combinando?-
-Sto perdendo la pazienza!- sbraitò l’altro. -Questi dannati ciuffetti non vogliono saperne di stare su!-
Lo abbracciò da dietro, baciandogli il collo, per poi guardarlo con le sue gemme smeraldine da dietro la spalla. -Perché non li lasci così? Secondo me ti stanno bene…- suggerì, ammirandolo dalla sua immagine riflessa.
I jeans lasciavano vedere il bordo dei boxer grigi, mentre la maglia a manica lunga dello stesso colore dei suoi occhi, gli fasciava la parte superiore del corpo, mostrando il profilo dei pettorali.
-Tu dici?- domandò.
-Ti stanno benissimo.- mormorò, riprendendo a baciare la pelle del collo che profumava di cocco, provocando una serie di brividi alla schiena del compagno.
-Dai Axel, devo andare al lavoro…-
-Ma il lunedì i locali non sono chiusi?- protestò il rosso.
-Quello dove lavoro io chiude la mattina e il pomeriggio, ma la sera riapre lo sai…-
-Come so che se non esci subito arriverai in ritardo…- rispose tranquillo l’altro, facendo mentalmente un conto alla rovescia, cominciando dal tre.
Infatti, tre secondi dopo, il biondino saltò come una bomba ad orologeria, precipitandosi in camera da letto per recuperare la custodia della sua chitarra e la borsa con gli spartiti.
Lo bloccò sulla soglia, per baciarlo un’ultima volta e per rubargli ancora qualche minuto.
-Axel, dai che faccio tardi!- urlò.
-Sei in anticipo di mezz’ora, mio piccolo sbadato…- gli sussurrò all’orecchio, prima di mostrargli il display del suo cellulare, che stava per dimenticare sul mobile del bagno.
-Devi smetterla di farmi questi scherzi! Un giorno o l’altro ci resto secco!-
-Ma no, ma no…- lo placò il rosso. -Ascoltami, che ne dici se domani sera ce ne andiamo fuori a cena?-
Demyx si fermò all’istante, fissando gli occhi dell’amante, come se avesse detto una bestialità. -A cena?-
-Ti ricordi che giorno è domani, vero?- chiese, mentre l’infido seme del dubbio cominciava a crescere nella sua mente.
-Certo che mi ricordo, solo… ecco… mi hai colto alla sprovvista…- balbettò, abbassando lo sguardo.
-Pensi che il tuo capo non ti dia il permesso di uscire prima?-
Il musicista parve rianimarsi a quella domanda e si apprestò a dare una risposta negativa.
-No, no! Sono sicuro che se glielo chiedo non mi darà grane, non preoccuparti…- disse. -Facciamo così, passa a prendermi verso le nove, lo so che è tardi, ma prima non posso uscire…-
-Va bene lo stesso, l’importante è riuscire a passare la serata insieme.- rispose, dando un nuovo bacio al compagno, che da casto divenne un passionale rincorrersi di lingue, alimentato dai sospiri d’entrambi i ragazzi, che colmavano il piatto silenzio dell’appartamento.
-Ora devo proprio andare…- sussurrò Demyx, separandosi controvoglia dalle labbra dell’altro. -Non aspettarmi alzato, mi raccomando.-
-Stai tranquillo, per quando torni avrò già scaldato il letto.- rassicurò. -Buon lavoro, a più tardi.-
-A più tardi.- lo salutò con la mano e uscì, lasciando sulle iridi di Axel il ricordo indelebile del suo sorriso luminoso come il sole.

***

Entrò nel locale, guardandosi in giro, mentre le dolci note di una chitarra acustica iniziarono a danzargli nelle orecchie.
Avrebbe riconosciuto tra mille quel ritmo e quella melodia, sorrise e andò verso il bancone per ordinare qualcosa di veloce, nell’attesa che il suo ragazzo terminasse lo spettacolo.
Appoggiò il braccio sul piano di legno lucido e si voltò verso il piccolo palcoscenico, su cui prendeva posto il biondino, seduto su uno sgabello.
Le dita passavano veloci e leggere sulle corde tese dello strumento con una sicurezza, che mai gli aveva visto in altri gesti. Le palpebre chiuse nascondevano i suoi brillanti occhi acquamarina, incorniciati dalle ciocche più lunghe che avevano ceduto sotto il peso di alcune gocce di sudore, abbandonando la rigidità del gel.

Non c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.

Rimase fisso a osservarlo, estraniandosi da tutto ciò che lo circondava in quel momento, in cui si rese conto di essere l’uomo più fortunato del creato per poter godere di quel ragazzo anche mentre compiva altri gesti più semplici, ma comunque affascinanti.
Fu la voce del barista dietro di lui a risvegliarlo dal suo stato di trance e l’applauso generale che scoppiò pochi istanti dopo.
Vide il suo compagno alzarsi e ringraziare per poi voltarsi nella sua direzione e mostrare un sorriso enorme al suo indirizzo. Axel gli rispose con un cenno del bicchiere, in segno di brindisi, da cui bevve un lungo sorso della sua bevanda.
Demyx annuì, dopodiché tornò a sedersi e avvicinò la bocca al microfono per annunciare il nuovo pezzo.
-Spero che vi stiate divertendo!- esclamò, ricevendo un’ovazione di assenso come risposta. -Benissimo! Siete belli carichi per sentire l’ultimo pezzo della serata!-
Diverse affermazioni di scontento attraversarono la sala.
-Dai, non fate così!- riprese con il suo tono allegro. -Questa è una serata speciale…- proseguì. -Speciale come la persona cui è dedicata questa canzone, che parla di ciò che mi ha fatto innamorare… cose semplici, ma che al tempo stesso sono le cose più belle che questo mondo mi abbia mai dato…- disse, spostando lo sguardo verso il proprio ragazzo.
Il rosso era rimasto folgorato da quelle parole, tanto che il bicchiere nella sua mano rischiava di scivolare a terra e infrangersi in mille pezzi, come il silenzio che era tornato a posarsi tra le persone sedute ai tavolini, insieme al serpente della curiosità, che si muoveva sinuoso nelle loro menti, che si domandavano chi mai potesse essere la persona speciale di cui il musicista parlava.
-Questa è per te… Axel.- sussurrò infine, dando il via alla musica e alle prime parole di quella dedica, che cantava di piccoli, ma al contempo importanti gesti. -Potrei stare ore e ore qui…-





Spero che vi sia piaciuta ^^ Lo so che non è il massimo, però avevo voglia di scriverla e ci tenevo... Purtroppo in alcuni punti sono venuta meno ai miei soliti standard, ma il problema è che l'ho scritta a più riprese e non tutta insieme come sono solita fare con le shot. Mi auguro comunque di non avervi deluso ^^ Alla prossima!
See ya!
  
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