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Autore: shirley jane    18/04/2023    4 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ciao a tutti!
Che bello tornare a scrivere di City Hunter dopo tanto tempo!
Questa fanfiction avrei voluto scriverla da un bel po’ e può essere collegata a un’altra mia storia, dal titolo “Due ereditieri sotto copertura”. Non è assolutamente necessario leggere quella prima, semplicemente lì, Ryo e Kaori parlano di voler fare un viaggio... eccoli accontentati.
Spero che questa storia vi piaccia, al prossimo capitolo!

 
“Finalmente!” esclamò Kaori. “Non vedevo l’ora di arrivare”.
La donna scese dall’auto e osservò il paesaggio intorno a loro, era estasiata dalla vegetazione di un verde intenso e, sullo sfondo, il monte Fuji. I suoi occhi splendevano di gioia e meraviglia. Ryo le circondò le spalle con un braccio, la sua stretta era tenera e protettiva.
“Ryo, questo posto è incantevole”.
“Già, davvero meraviglioso”.
Kaori 
strinse le labbra e corrugò la fronte: “Cosa diamine stai facendo?”
“A cosa ti riferisci, tesoro?”
“Alla tua mano sul mio sedere, idiota!”
“Ah, quella!” ammise Ryo, con un’espressione appagata e compiaciuta.
Il viso di Kaori diventò rosso dallo sdegno, per poco il fumo non le usciva dalle orecchie.
“Togli subito quella mano di lì!” esclamò. “Cosa penserà la gente? Perché devo fare sempre delle figuracce a causa tua?”
Ryo spostò la sua mano all’istante e si gettò in ginocchio: “Ti chiedo perdono, dolce Kaori” supplicò, con le mani congiunte sopra la testa chinata. “Per favore, risparmia questo uomo misero”.
Kaori lo guardò in silenzio per qualche secondo, le mani sui fianchi e la sua ombra che troneggiava su di lui: “Per stavolta avrò pietà di te, ma vedi di smettere di fare il cretino davanti gli sconosciuti”.
Ryo balzò in piedi con una risatina nervosa e si grattò la testa, sollevato di essere scampato all’ira della socia. Tuttavia, quel giorno era in vena di giocare con il fuoco, evidentemente, e non si lasciò sfuggire l’occasione di capovolgere la situazione. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso divertito, la luce negli occhi ardente e penetrante.
“Vuoi dire che quando siamo soli questa regola non ha valore?” chiese accarezzandole la pelle scoperta delle braccia, la voce suadente e profonda.
Il colorito di Kaori tornò di un rosso intenso, ma questa volta per un motivo completamente diverso.
“Non ci provare, Ryo” sussurrò, trattenendo un sospiro di frustrazione.
“A fare cosa?” le dita di una mano si spostarono tra i ciuffi castani dei capelli.
Kaori liberò il fiato con un soffio rumoroso, dentro di lei si agitava una tempesta fatta di irritazione e desiderio nella stessa misura.
“Ti detesto quando fai così”.
“Non so di cosa parli, amore mio”.
Il sorriso di Ryo aumentò, così anche il suo divertimento. Le carezze si spostarono più in basso, sui fianchi morbidi. Li adorava, quelli sì che erano un luogo incantevole.
“Sei un uomo insopportabile, Saeba!”
Kaori gemette, poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò, con tutta la passione che con poche carezze era riuscito a risvegliare in lei. Ryo la strinse a sé e rispose al bacio con lo stesso ardore. La sintonia che li univa era una cosa sorprendente anche per loro, a volte.
Quando si separarono il sorriso dell’uomo era ancora lì, ma era meno seducente e più ironico: “A quanto pare siamo riusciti a dare spettacolo lo stesso”.
Kaori trasalì, come se si fosse appena svegliata da un sogno. Si guardò intorno e quando si accorse delle persone che li stavano fissando, tra risatine e battute, per la terza volta divenne rossa oltre ogni immaginazione.
“È tutta colpa tua, Ryo!” sbottò, furente.
La donna inspirò ed espirò, decisa a non farsi travolgere di nuovo dalla collera e rischiare di attirare ancora di più gli sguardi indiscreti. Chiuse gli occhi, li riaprì e si concesse un sorriso amabile: “D’accordo, non ho intenzione di arrabbiarmi ulteriormente” affermò, con la considerevole sorpresa, e soprattutto sollievo, di Ryo. “Per far questo sarà sufficiente dormire in stanze separate”.
“Cosa? Sei impazzita per caso?” proruppe Ryo, impallidito all’improvviso. “No, io non ci sto!”
“La tua opinione non ha alcuna importanza, caro” rispose Kaori, con il naso all’insù. “Vado subito a chiedere se c’è una stanza singola disponibile”.
“Kaori-chan, non puoi davvero parlare sul serio…”
Affermare che Ryo era scioccato, era un eufemismo.
“Ti sembra che stia scherzando?” chiese Kaori, passandosi una mano tra i capelli. “Su, andiamo adesso”.
Ryo sbuffò con tutto lo sconforto che sentiva dentro di sé, seguendola con andatura lenta e avvilita. Avevano aspettato tanto per concedersi quella vacanza a Hakone tutta per loro, e ora Kaori si metteva in testa di buttare all’aria tutti i suoi progetti d’amore?
Non lo permetterò! Si disse, ritrovando un po’ di vigore.
Per sua fortuna, e soprattutto per la sua gioia incontenibile, non c’erano altre camere libere, ma Kaori lo avvertì comunque di non avvicinarsi quella notte, le sue trappole erano sempre con lei.
Ryo ammise di averla fatta arrabbiare un po’ troppo, se minacciava addirittura di ricorrere alle sue trappole, ma era sicuro che le avrebbe fatto cambiare idea, con dolcezza e pazienza. Si lasciò scappare un risolino che non sfuggì a Kaori, facendogli guadagnare un’altra occhiataccia.
Quel viaggio iniziava nel migliore dei modi, non c’era che dire…


I due anziani proprietari della pensione, dopo averli accompagnati alla camera che li avrebbe ospitati, si guardarono stupefatti.
“Kyoko, hai notato anche tu la somiglianza?”
“Come potrei non averlo fatto, Jin? Sono identici”.
 Entrambi non riuscivano a credere a ciò che stava succedendo, eppure ogni altra spiegazione sembrava debole e senza senso a confronto.
“Credi che sia arrivato il momento del riscatto per Masaki e Haruka?”
“Lo spero, Jin. Hanno aspettato fin troppo”.
   
 
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