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Autore: Raven_Stark22_    23/04/2023    1 recensioni
Iwaizumi ha sette anni, quando incontra Oikawa Tooru. La sua vita non subirà alcuna svolta radicale, da quel giorno.
É troppo piccolo per sapere cosa sia l'amore, o cosa significhi vivere per qualcuno. Ma conosce bene la parola amicizia. E, quel giorno, Iwaizumi trova un amico.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoba Johsai, Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Fa caldo, e il terreno sotto i piedi sembra tremare per la tensione.

L'arbitro fischia, e Iwaizumi dimentica l'atmosfera rovente che preme sulla sua pelle.

I talloni sono a contatto con il suolo, le gambe divaricate.

-Iwa-chan!-

Oikawa si sposta sotto la rete con passi scivolati, e le suole di gomma stridono sul legno.

Al momento dell'impatto, i gomiti sono flessi sopra le spalle e le mani si trovano davanti alla fronte. Spinge il pallone vero l'alto, con le dita leggermente allargate.

Iwaizumi scatta in direzione della traiettoria. Durante l'ultimo passo, piega le braccia all'indietro ed estende la mano. Inizia il movimento di discesa in anticipo e lo prosegue di lato.

La palla colpisce la rete, ma atterra nel campo avversario. Viene salvata dal giocatore in prima linea, che la rilancia al palleggiatore.

Iwaizumi riesce a contare i secondi di tensione mentre il pallone raggiunge lo schiacciatore opposto.

Il suono di un potente rimbalzo rieccheggia nella palestra, seguito dal fischio che determina la conclusione dell'incontro.

Le braccia di Iwaizumi ricadono lungo i fianchi.

-Cazzo.- sussurra, mentre un coro di esultanza si eleva dalla metà campo avversaria. I giocatori saltano e si stringono attorno all'opposto, gridando il suo nome.

Gli spalti sono vuoti, avvolti da una cupa placidità. Gli allenatori si stringono la mano e richiamano a sè le squadre.

-In linea.- ordina loro il Capitano, senza far trapelare la minima emozione. Iwaizumi si schiera a fondo campo assieme al resto dei compagni.

-Merda!- impreca Oikawa, dopo l'inchino. Lancia lontano il pallone con tutta la rabbia che aveva represso. -Perchè non riusciamo a vincere?-

Gli altri compagni della Kitagawa Daiichi si scambiano occhiate di sconforto.

-Sono troppo forti.- afferma un ragazzo del primo anno, ottenendo vari mormorii d'assenso.

-La Shiratorizawa è imbattibile.- concorda il palleggiatore più grande -Ci hanno eliminato anche lo scorso anno.-

Quando Oikawa alza il mento, Iwaizumi legge una nota di ostinazione nei suoi occhi.

-Nessuna squadra è imbattibile.- dice, serio.

L'altro ragazzo indietreggia per la sorpresa. -Beh, la loro accademia è la più forte della prefettura. Non riusciamo a conquistare nemmeno un set.-

-Solo perchè non ci proviamo abbastanza!- grida Oikawa, spaventando l'intera squadra -E' tutta colpa dell'Opposto! Se non fosse per Wakatoshi, potremmo-

-Competere con loro?- lo interrompe il Capitano, studiandolo dall'alto in basso. -Forse. Ma le cose stanno così, Oikawa. Rassegnati.-

L'alzatore scuote la testa, incredulo. -M-ma... ma noi...-

-Non puoi cambiare la realtà. Prima te ne rendi conto, e prima sarà più facile da accettare.- Gli posa una mano sulla spalla, come segno di conforto. -E' solo una partita di uno stupido torneo organizzato per le scuole medie. Non farne un dramma.-

Poi si allontana verso gli spogliatoi, e gli altri compagni lo segueno borbottando. La cadenza battente dei passi si fa sempre più distante.

Oikawa asciuga una lacrima sfuggita dall'occhio sinistro. Guarda il lato opposto della palestra dove Ushijima Wakatoshi, il giocatore promettente della Shiratorizawa, viene acclamato dai compagni.

I due si scambiano una lunga intesa, ma il contatto visivo viene interrotto da Oikawa.

-Andiamo, Iwa-chan.-

Iwaizumi non é certo qualcuno a cui imporre ordini, ma non gli sembra il momento adatto per litigare. Segue l'amico fuori dalla palestra senza aprire bocca.

Un paio di ragazzine si sporgono dagli spalti per salutare Oikawa. Le loro urla sono acute e insistenti, ma l'alzatore non sembra curarsene.

Iwaizumi si domanda perchè quel gruppetto di tredicenni si ostini a presentarsi a tutte le parite; che divertimento ci trovano ad essere puntualmente ignorate?

Giunto nello spogliatoio, Oikawa appoggia la schiena contro l'armadietto di metallo.

-Il prossimo anno diventerò Capitano.-

Sono soli nella stanza, fatta eccezione per qualche matricola rimasta indietro. Un paio di ragazzi sollevano lo sguardo, ma non si fanno altre domande.

Iwaizumi infila una maglietta pulita e prende un sorso d'acqua dalla borraccia.

-Pensavo che sognassi di diventare l'alzatore ufficiale della squadra.- dice, asciugandosi la bocca. -Perchè hai cambiato idea?-

-Voglio essere entrambe le cose.- spiega Oikawa -Prenderò le decisioni per la squadra e sceglierò quale strategia adottare per ogni partita. Sarò d'ispirazione per i miei kohai!-

I giocatori del primo anno gli rifilano un'occhiata laterale prima di sgusciare fuori dalla stanza. Iwaizumi ruota gli occhi al soffitto. Perlomeno, il ragazzo sembra essersi ripreso dalla sconfitta.

-Da dove salta fuori questa improvvisa aspiazione?-

Oikawa scrolla le spalle e richiude la zip del borsone. -Non lo so. Ushikawa è diventato Capitano al secondo anno e il suo gregge di pecore devote gli porta assoluto rispetto.-

Iwaizumi inarca un sopracciglio. Gli sembra quasi di sentire parlare un'altra persona.

-Da quando sei così ossessionato da Ushijima?-

Le labbra di Oikawa si arricciano in una smorfia di disgusto. -Io? Ew, no. E' solo... stavo solo pensando...- solleva lo sguardo e sorride, stanco. -Sarebbe bello guadagnarsi la stessa ammirazione.-

L'espressione di Oikawa è tanto risoluta da mettergli i brividi. Iwaizumi distoglie lo sguardo e carica il borsone su una spalla.

-C'è ancora il prossimo anno per tentare.-

Oikawa annuisce energicamente. -Sì! Il terzo anno è quello buono, me lo sento.-

Quella speranza si fa largo anche nel cuore di Iwaizumi. Non lo dice, ma pensa che Oikawa sarebbe un buon capitano.

Escono dalla palestra e il sole di Febbraio li colpisce negli occhi. Iwaizumi porta una mano sula fronte e sente su di sè lo sguardo dell'amico.

-Hm?- borbotta, burbero come sempre.

-Sarai il mio vice?-

-Che cosa?-

-Quando diventerò capitano,- spiega pazientemente Oikawa -vuoi diventare il mio vice? E' un'offerta irrifiutabile.-

-Se è irrifiutabile conosci già la risposta.-

Il viso di Oikawa splende di felicità. -Dici sul serio?-

-No.- risponde Iwaizumi, reprimendo una risata di fronte al suo drastico cambio di espressione. -Ma ci penserò su.-

-Rude, Iwa-chan.-

Svoltano al primo incrocio e proseguono lungo una strada secondaria. Iwaizumi conosce quel tragitto a memoria, ma trova sempre qualcosa di raro quando lo percorre in compagnia di Oikawa.

-Dovresti diventare l'Asso.- se ne esce l'altro, all'improvviso. -So che ti piacerebbe.-

Iwaizumi non lo guarda in faccia quando risponde. -Non so di cosa tu stia parlando.-

-Hai talento, ottimi riflessi, e una buona motivazione. Dovresti provare.-

Iwaizumi cerca di non dare troppa importanza a quei complimenti e sbuffa sottovoce.

Ricorda bene la prima volta che ha visto un Asso in azione, durante la partita tra Giappone e Argentina. Oikawa gli aveva illustrato il suo ruolo in campo, e Iwaizumi aveva tenuto gli occhi incollati a Solè per il resto dell'incontro. Gli sarebbe piaciuto divenire la chiave per i punti fondamentali di un match.

Ma Iwaizumi non era Oikawa. Non dedicava la sua vita alla pallavolo. Non possedeva la sua stessa ambizione, e nemmeno gli stessi obbiettivi.

-Ci penserò.- dice semplicemente.

Oikawa ruota gli occhi al cielo, infastidito. -E' la tua risposta per tutto?-

-Forse.-

-Sei davvero irritante.- non parla con cattiveria, nonostante il volto corrucciato. -A volte mi chiedo perchè mi ostino ad essere tuo amico.-

Me lo chiedo anche io, pensa. E c'è una nota di amarezza, nella voce della sua coscienza.

Quando si rende conto che la conversazione è morta lì, Oikawa si ferma. Iwaizumi rallenta il passo e realizza che sono giunti al bivio di casa sua. Le nuvole si disperdono all'orizzonte, e il viale è illuminato dai colori infuocati del tramonto.

Oikawa stringe le dita e allunga il pugno verso Iwaizumi. Il ragazzo lo fissa incuriosito e l'altro respira rumorosamente.

-Dai, batti il pugno.-

Iwaizumi sospira prima di imitare il suo gesto. Le loro nocche si scontrano e Oikawa ritira la mano.

-La prossima volta vinceremo.- afferma, serio.

-Sì.- risponde l'altro, con un lieve sorriso. -La prossima volta vinceremo.-

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In effetti, è il terzo anno di medie a ribaltare le carte in tavola.

Oikawa viene nominato capitano la prima settimana di Aprile, tra chiassosi incoraggiamenti e sguardi estasiati dei primini.

L'allenatrice prende Iwaizumi in disparte, e il ragazzo promette di tenere il suo amico sotto controllo, onde evitare scenate in campo.

-Tooru è un ragazzo per bene,- dice la donna, sorridendo -ma non bisogna perderlo di vista, specialmente quando si trova sotto pressione.-

Con la coda dell'occhio, Iwaizumi osserva Oikawa battere il cinque al loro Libero.

-Intende durante le partite ufficiali?-

L'allenatrice riflette qualche secondo prima di rispondergli. -Vedi, Hajime... di tanto in tanto, può capitare che Tooru si lasci sopraffare da dubbi o incertezze.-

Iwaizumi inarca un sopracciglio, confuso. -Davvero?-

Lei annuisce lievemente. -Certo, è un sentimento inconscio e infondato ma... la paura di fallire lo porta a credere che le altre persone siano più forti, o più preparate.-

La mente di Iwaizumi punta inevitabilmente su Ushijima.

-Tutti gli avversari?- chiede.

-Beh,- la donna alza le spalle -può sentirsi inferiore anche ai suoi stessi compagni. Per questo si spinge sempre fino al massimo. Non fraintendere, è una qualità che ammiro molto. Deve solo stare attento alle conseguenze. Forse tu potresti aiutarlo.-

-Me lo sta chiendo perchè sono il suo migliore amico?-

L'allenatrice inietreggia, agirando le mani. -No, no. Non solo, ecco. Ho visto del potenziale in tutti voi. E ho visto del potenziale in te.- passa una mano sui capelli crespi di Iwaizumi, sfiorandoli con delicatezza. -Sei un buon giocatore, Hajime. Ripongo molta fiducia entrambi.-

La risata di Oikawa rimbomba in tutta la palestra. Un ragazzo del terzo anno si fionda su di lui, facendolo cadere a terra, mentre gli altri compagni incitano alla lotta.

L'allenatrice sospira, sfinita, ma il suo sorriso non cade. -Quel ragazzo farà grandi cose.-

Iwaizumi ha poche certezze nella vita, ma non può fare a meno di trovarsi d'accordo. Si volta, incontrando gli occhi caldi della donna.

-Professoressa?-

-Sì?-

-Come...- prende un respiro a pieni polmoni. -come si diventa un Asso?-

Per quanto Oikawa avesse avuto in dono doti atletiche superiori alla maggior parte di persone, e uno spirito competitivo non da meno, il muro onnipresente della Shiratorizawa non era ancora stato abbattuto.

Negli anni, compere contro di loro aveva significato una puntuale sconfitta.

Iwaizumi trascorreva intere giornate ad ascoltare Oikawa, aiutarlo con i nuovi schemi di gioco, sperimentare nuove strategie. Terminate le lezioni, i due si precipitavano nella palestra per palleggiare, tentare battute in salto, e risollevare il morale della squadra.

Dovevano a tutti i costi avanzare, ma Ushijima impediva loro di raggiungere nuove vette. Fino a quando, quell'anonima settimana di primavera, alle loro porte bussa un proigio.

-Sono Kageyama Tobio delle elementari Akiyama. Gioco a pallavolo dal secondo anno.-

Indossa una felpa turchese che nasconde la corporatura snella. La frangia nera cade sopra due occhi penetranti, che sembrano quasi piegati in un cipiglio di avvertimento. Il viso è spigoloso, ma possiede ancora pochi tratti infantili tipici dei primini.

Due ragazzi del terzo anno lo accolgono con un leggero inchino. L'allenatrice gli stringe la mano e uno studente più piccolo gli consegna la divisa per gli allenamenti.

-Però,- fischia Oikawa, incrociando le braccia. -è precoce.-

Iwaizumi gli rifila un'occhiata obliqua. -Ma smettila, tu giocavi a pallavolo già nel grembo materno.-

Oikawa allarga le mani, con un sorrisetto sfrontato. -Se vuoi metterla come una competizione, allora ho vinto.-

Poi ignora il brusio di disapprovazione emesso da Iwaizumi e si dirige verso il nuovo arrivato.

-Tobio-chan!- saluta allegramente, costringendo l'altro a fare un passo indietro.

-E' Tobio.-

Oikawa rallenta il passo, mentre la palestra si acquieta. -Come?-

-E' Tobio. Solo Tobio.-

Oikawa scoppia a ridere, e qualche ragazzo della squadra si unisce a lui. -Mi chiamo Oikawa Tooru. Dimmi, cosa sei venuto a fare qui?-

Kageyama si guarda attorno, colto alla sprovvista. -Uhm...-

-Sei interessato alla pallavolo? Desideri continuare questo sport anche in futuro? Oppure ti sei iscritto al club perchè i tuoi genitori ti hanno costretto a cercare un passatempo?-

Kageyama indietreggia ancora, e Oikawa alza le mani per tranquillizzarlo. -Non siamo qui per giudicarti. Pura e docile curiosità, lo prometto.-

Kageyama studia uno per uno i giocatori, prima di rispondere: -Mi piace la pallavolo. Un giorno, spero di allenarmi con una squadra professionista. Sarà un onore giocare con voi.-

Dietro di loro, qualcuno si mette a ridacchiare. L'allenatrice solleva il pollice e lo incoraggia con un cenno della testa. -Certo! Fai del tuo meglio!-

Oikawa sbatte ripetutamente le palpebre e sul suo volto si fa largo un sorriso divertito. -Un onore, eh?-

-O-Oikawa-san?-

Passa un braccio sulle spalle del ragazzo, ignorando le sue proteste. -Quindi sei un tipo a posto. Mi stai già simpatico. Chi lo sa, magari sei tu il tassello mancante. Il pedone della scacchiera che ci assicurerà la vittoria!-

Le previsioni di Oikawa, sorprendentemente, si rivelano veritiere.

Inizialmente, il nuovo arrivato arranca dietro i suoi senpai, sottomettendosi alla loro esperienza. Ma, ben presto, impara ad assimilare il ritmo dei compagni e a tenere testa alla squadra.

Ha una spiccata percezione degli spazi, e una presa invidiabile. Le sue straordinarie capacità gli permettono di adeguarsi facilmente a qualunque posizione, seppure prediliga il ruolo dell'alzatore.

-Era perfetto!- si congratura Oikawa, allungando una mano. Il pallone atterra nella metà campo opposta e rotola fino al cesto dei ragazzi in servizio.

-Complimenti.- dice Iwaizumi, recuperando la palla.

Kageyama ricambia la stretta, titubante. L'allenatrice si avvicina con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

-Oggi sei stato fenomenale, piccoletto. Giocherai come titolare durante l'amichevole della prossima settimana.-

Il volto di Oikawa si fa bianco come la neve. -Mi scusi?-

La donna lo rassicura con un gesto della mano. -Voglio solo vedere come se la cava in partita. L'incontro con la Yukigaoka non intralcerà la classifica finale. Rilassati, Capitano.- Lo saluta con una strizzata d'occhio, ma l'umore di Oikawa non sembra migliorare.

-Sarò l'alzatore ufficiale?- chede conferma Kageyama, innocentemente.

Il Capitano torna in sè con una scrollata di testa, e sorride debolmente. -Così pare. Non montati troppo la testa, Tobio-chan.-

Il nomignolo è amichevole, ma qualcosa fa suonare un campanello d'allarme nelle orecchie di Iwaizumi. Quando Oikawa si volta, però, è già troppo tardi. La sua allegria è contagiosa come sempre.

-Diamoci dentro, ragazzi!-

Con Kageyama dalla propria parte del campo, ogni strategia gioca a loro vantaggio. Portano a casa un punto, un match, una vittoria dietro l'altra.

Ci mettono tutto il loro impegno perchè l'allenamento di oggi significa il trionfo di domani. Iwaizumi scopre che il successo si assapora meglio, se la sfida è costata cara.

Dunque, le previsioni di Oikawa si erano rivelate tutte veritiere.

Ma ciò che Oikawa non ha potuto prevedere, è il ruolo del primino all'interno scacchiera.

Kageyama non è mai stato un semplice pedone. Ormai, costituisce la mossa vincente della Regina. E persino un grande Re come Oikawa Tooru, prima o poi, è destinato a cadere.

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Accade di venerdì.

I corridoi scolastici sono scuri e deserti.

Iwaizumi passeggia in quel labirinto come se si trovasse di fronte ad un'inquietante fila di celle. Supera la mensa e la visuale si apre sulle pareti bianche dell'ingresso.

Il sole rosso, nascosto dietro una lieve caligine, colora di vermiglio le finestre delle case.

-Grazie per oggi.-

La voce della sua compagna di classe lo risveglia dal fiume dei suoi pensieri. Si volta verso la ragazza, trovando due occhi nocciola già fissi su di lui.

-Oh. Nessun problema, Em.- risponde tranquillamente. -Mi piace anatomia. Lo faccio volentieri.-

Lei scosta la frangetta con una mano, e il movimento fa ricadere una treccina laterale sulla sua spalla.

Emika è di una bellezza rara, pensa Iwaizumi. Quel tipo di bellezza che si riflette sulle persone ignare della propria unicità.

E' di bassa statura, per i suoi quindici anni di età. Porta i capelli scuri sciolti poco sopra le spalle, voluminosi ma compatti. La pelle dorata è coperta da un sottile strato di trucco, e gli occhi sono allungati da una linea di eyeliner.

-Dovresti farti pagare.-

Iwaizumi si acciglia, turbato. -Perchè?-

-Hai un futuro da insegnante. Funziona così il capitalismo. Se sei bravo a fare una cosa, mai farla gratis.-

Il volto di Iwaizumi si fa ancora più corrucciato. -Qualche filosofo?-

-Quasi.- ribatte lei, con una scrollata di spalle. -Joker.-

La risata gli sfugge spontanea dalle labbra, ma Emika non muta espressione.

-Uh, ci penserò. Grazie.-

Emika è sul punto di voltarsi, ma qualcosa la trattiene. -Ovviamente, io sarei esonerata dal pagamento.-

-Perchè mi hai suggerito l'idea?-

L'espressione della ragazza lo lascia quasi più disorientato della risposta in sè.

-Perchè sono tua amica?-

Amica. Ormai conosce bene quella parola, ma non si sarebbe mai aspettato di sentirla ripetere tanto presto.

Emika non è come le altre ragazze che hanno tentato di approciarlo. Iwaizumi sa poche cose di lei, e gli è capitato raramente di incrociarla fuori dall'ambiente scolastico.

Ma dopo aver accettato di aiutarla con le ripetizioni, si è subito trovato in sintonia. Seppur silenziosa, Emika è estremamente intuitiva. Si perde spesso nei suoi pensieri, come se coltivasse un mondo tutto suo dentro la testa, eppure è una brava ascoltatrice.

Amica, riflette. Gli piace.

-Oh,- mormora Iwaizumi, colto alla sprovvista -giusto.-

Il disagio sembra svanire quando Emika riprende a camminare verso la via asfaltata. -Non vieni?-

Iwaizumi indugia, lanciando una rapida occhiata alle sue spalle. -Devo... uh, controllare una cosa, prima.-

Lei annuisce, come se fosse preparata a quella risposta. -A domani, allora.-

Iwaizumi aspetta che la sua figura sia scomparsa dietro il muro scolastico per darle le spalle.

Il rumore dei palloni schiacciati a terra oltrepassa i muri della palestra. Il ragazzo costeggia l'edificio mentre porta il telefono all'orecchio. Il numero squilla a vuoto.

Stringe i denti e spalanca bruscamente le porte.

-Adesso basta!-

Oikawa squittisce terrorizzato e il pallone gli scivola dalle mani.

-Iwa-chan! Mi hai fatto prendere un colpo!-

Iwaizumi marcia deciso verso di lui e il ragazzo barcolla all'indietro.

-Che diavolo credevi di fare, eh?-

Oikawa si guarda attorno come se avesse il timore di essere sorpreso da altri compagni.

-Uhm, allenarmi?- risponde sfacciatamente.

Il suo tono provocatorio fa saltare gli ultimi nervi integri di Iwaizumi.

-Stai esagerando, Shittykawa. Passi tutte le sere in palestra, persino dopo una partita. Se n'è accorta anche l'allenatrice!-

-Quindi?- prosegue Oikawa, chinandosi per recuperare la palla. -Dovrebbe ammirare la mia dedizione.-

Iwaizumi, che ha già raggiunto il livello massimo di sopportazione, glielo strappa con rabbia.

-Hey!-

-Se ti infortuni tutto il lavoro sarà sprecato, razza di idiota!- urla, scagliando la palla il più lontano possibile. Poi colpisce la schiena di Oikawa, costringendolo a muoversi verso gli spogliatoi. -Forza! Vai a fare stretching!-

-Ahia! Smettila! Non sei mia madre!- Il ragazzo sfugge dalla presa di Iwaizumi e si volta furioso verso di lui. -Ho quasi quindici anni, cazzo. E' l'allenatrice che ti ha chiesto di tenermi d'occhio?-

Iwaizumi apre la bocca, ma poi serra di scatto la mascella.

Oikawa interpreta il silenzio come una risposta affermativa e comincia a camminare verso fondo campo.

L'istinto di Iwaizumi agisce prima che lui stesso possa mettergli un freno.

-Aspetta.- dice, posando una mano sulla spalla dell'amico. -E' per il ragazzo nuovo, vero?-

La schiena di Oikawa si irrigidisce.

-Ultimamente ti comporti in maniera diversa con lui. Anche se Kageyama è un portento, non devi distruggerti così. Lo dico per il tuo bene. I-io...- prende un bel respiro ed è sollevato che il ragazzo non lo stia guardando. -Ci tengo. Capici cosa intendo?-

L'inflessibilità di Oikawa sembra scomparire del tutto quando si volta. Indossa il solito sorriso ingannevole di cui si serve per mentire a sè stesso.

-Non hai di che preoccuparti, Iwa-chan. Mi sentivo in forma e ho deciso di provare qualche battuta. Ti raggiungo appena ho perfezionato il lancio.-

Iwaizumi scruta attentamente il suo viso, in cerca di un qualsiasi segno di cedimento. La sua espressione è ferrea, aperta come un libro ma, sotto le apparenze, imperscutabile.

Si è sempre convinto di riuscire ad interpretare anche il più piccolo cambio di umore di Oikawa. Ma adesso, la sua maschera è indecifrabile.

-Okay.- dice, indietreggiando. Non vuole litigare e non vuole che il peso al petto prenda il sopravvento.

Qualche anno più tardi, ripensando agli eventi di quel giorno, Iwaizumi desidererà tornare sui propri passi. Vorrà rimangiarsi le sue parole, afferrare il colletto di Oikawa, e costringerlo con la forza a infilarsi negli spogliatoi.

-Non fare tardi. Ci vediamo domani.-

Ma in quel momento, piuttosto che affrontare la verità, commette un errore.

In quel momento, piuttosto che affrontare la verità, sceglie di fidarsi.

La prima crepa si forma venerdì. Iwaizumi finge di non notarla, e torna a casa da solo.

E' di sabato che Oikawa si rompe.

Durante un match di allenamento, la professoressa fischia un'invasione di campo dopo appena dieci minuti dall'inizio.

-Mi dispiace!- si scusa Oikawa, mortificato. Si allontana dalla linea con uno sguardo da cane bastonato, e il Libero lo rassicura con una pacca sulla schiena.

-Non è da te gettarti sulla rete.- scherza un ragazzo del secondo anno, e Oikawa si unisce alla risata generale.

-Sono inciampato.- si giustifica, passando una mano sulla nuca.

L'allenatrice batte le mani per disperdere il gruppetto, e la partita ricomincia.

Il compagno in battuta del campo avversario fa volteggiare il pallone, che viene intercettato dal Libero.

L'attaccante inizia la rincorsa mentre Oikawa si posiziona sotto rete.

-Kindaichi!- chiama, distendendo le braccia.

Iwaizumi cerca di seguire la traiettoria del lancio, ma nessuno degli avversari si è ancora mosso. Si gira verso la sua squadra e trova Kindaichi con le mani lungo i fianchi e un'espressione sconcertata.

Oikawa cammina in silenzio verso il pallone che gli è scivolato tra le dita.

-Qualcuno ha ricoperto la palla di burro?- scherza un primino, ma uno studente del terzo anno lo zittisce con una gomitata.

Oikawa tiene la testa bassa mentre torna ad occupare la propria posizione. Iwaizumi riesce quasi a toccare la tensione che avvolge tutto il suo corpo.

-Le giornate no capitano a tutti.- esordice un altro ragazzo. -Rilassati.-

Eppure, circondato dal sostegno dei suoi compagni, Oikawa pare più vulnerabile che mai.

-Su, su!- intima l'allenatrice, poco convinta. -Riprendiamo!-

La partita prosegue spedita, perchè l'impazienza di Oikawa lo porta ad una serie di errori mai visti prima.

-Scusate!- implora, dopo l'ennesimo palleggio terminato in tragedia. -Non so cosa mi prende.-

Le sue spalle sono tese, la schiena rigida. Le gocce di sudore gli bagnano la fronte e le palpebre tremolano per la stanchezza.

Iwaizumi riesce a distinguere ogni crepa, ogni piccola incrinatura della sua sicurezza mentre questa sbricola davanti ai suoi occhi.

Nessuno dei compagni ha più il coraggio di rivolgergli la parola.

Il battitore fa rimbalzare la palla a terra e poi la colpisce. Supera la rete, ma viene intercettata dall'opposto.

-Kunimi! Qui!-

Un giocatore scivola in prima linea e salva il lancio rispedendo la palla al mittente.

Iwaizumi indietreggia e flette le gambe, pronto al contrattacco. La pressione aumenta come la difesa avversaria.

Un ragazzo del secondo anno riceve il pallone, indirizzandolo verso Oikawa. In pochi attimi, un vortice di persone si crea attorno all'alzatore.

-Sabu-chan!-

Per un breve istante, Iwaizumi coglie ancora una fiamma di risolutezza negli occhi dell'amico, prima che questa si estingua del tutto.

-Merda!- impreca l'altro giocatore quando il pallone supera la sua mano per sbattere contro la parete. -Era troppo alta!-

Oikawa traccia la traiettoria con lo sguardo e si ferma davanti all'allenatrice. Lei incrina le labbra, dispiaciuta, e gli fa segno di avvicinarsi.

-Kageyama, prova tu.-

Il silenzio diventa padrone.

Iwaizumi avverte un tuffo al cuore.

Quelle parole sembrano far piombare nuovamente Oikawa alla cruda realtà. Il ragazzo fa un passo in avanti, barcollante, ma tiene gli occhi fissi sulla rete.

-Va tutto bene, amico.- Saburo cerca di sciogliere la tensione sollevando il pollice. -Andrà meglio la prossima volta.-

Ma la testa di Oikawa, ormai, si trova da tutt'altra parte. La sua postura diventa ricurva, gli occhi persi nel vuoto. Entrano in gioco la vergogna, i sensi di colpa, e poi una fredda malinconia.

Il ragazzo si incammina verso la panchina, passando accanto al primino che lo ha stostituito. Iwaizumi riesce quasi a sentire la nube di pensieri che tuona nel retro della sua mente.

Kageyama sorride ma, per Oikawa, è come se fosse invisibile.

L'allenatrice sussurra qualche parola di conforto, ma Iwaizumi ha l'impressione che lui non stia prestando ascolto. Si siede sulla panca e avvolge le ginocchia con entrambe le mani.

Questa volta, la sua espressione è carica di amarezza.

-Avanti!- urla qualcuno, agguandando Kageyama per le spalle. -Fai vedere di cosa sei capace!-

-Rimontiamo!- esclamano due ragazzi in coro, sollevando l'umore generale.

Iwaizumi torna la proprio posto, con meno entusiasmo e un brutto presentimento che cresce nel suo petto.

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-Ci vediamo domani alla stessa ora. Potete andare.-

-Grazie.-

-Grazie!-

-Grazie mille.-

L'allenatrice prende la porta sul retro, e un cigolio stridente precede il suono delle ruote della bicicletta sull'asfalto.

I ragazzi del primo anno escono per primi, aprendo la strada a quelli del terzo. La coppietta del secondo anno imbocca una scorciatoia laterale, e i due vengono presto inghiottiti dall'oscurità.

Iwaizumi solleva lo sguardo e osserva come la notte ricopra la città con una contemplativa aria di mistero. Il buio gli ha sempre trasmesso una certa inquietudine.

-Dov'è Oikawa?-

La luce del lampione illumina solo metà volto di Saburo, che alza un sopracciglio.

Kindaichi scambia una breve intesa con Kunimi, prima di voltarsi verso i compagni più grandi: -Ha detto che sarebbe rimasto ancora per un po'.-

Saburo fischia per la sorpresa, ma non aggiunge altro.

A prendere la parola è un ragazzo del terzo anno dalla mascella squadrata e i denti sporgenti: -Certo che non era proprio in forma, oggi.-

Kindaichi sobbalza e Kunimi gli tira una gomitata. Il ragazzo torna rapidamente a fissare dritto davanti a sè.

-Già.- concorda il Libero. -Non era per niente concentrato.-

Il piccoletto osserva Iwaizumi con la coda dell'occhio, come se temesse una reazione improvvisa da parte sua.

-E nonostante questo, è rimasto ad allenarsi.- commenta Saburo, incrociando le mani dietro la testa. -Ama davvero la pallavolo, eh?-

-Menomale che il nostro giovane prodigio ha salvato la situazione.- ridacchia il Libero, guardandosi attorno. -Al proprosito, dov'è Kageyama?-

-Voleva migliorare il suo servizio.- sbuffa Kunimi, annoiato. -Probabilmente si trova ancora in palestra.-

Iwaizumi smette tutto a un tratto di camminare. Una terribile sensazione irrompe nella sua mente.

Non va bene, pensa.

Il primo a notare il suo cambiamento d'umore è Suboro, che si avvicina con cautela. -Hey, va tutto bene?-

Prima ancora che possa rendersene conto, i piedi di Iwaizumi si stanno muovendo nella direzione opposta.

-Iwaizumi?- lo chiama un ragazzo del terzo anno, spostandosi di lato per permettergli di passare.

-Ho dimenticato una cosa!- si giustifica l'altro, cominciando a correre.

I mormorii sbigottiti si confondono con i rumori della notte appena Iwaizumi svolta l'angolo.

Il borsone sbatte sul suo fianco e l'acciaio della borraccia preme contro la coscia.

Si ritrova ad accellerare il passo come se stesse scattando verso una palla sotto rete.

Sente tutta la sua energia spegnersi e il suo stomaco chiudersi per l'angoscia. Questa volta, non mette a tacere il suo istinto.

Fa scorrere la porta e prorompe nella palestra.

Le luci sono ancora accese, e decine di palloni sono disseminati lungo tutto il pavimento. Senza il solito andirivieni di giocatori, il campo sembra molto più grande.

-Uh!-

Oikawa spicca un salto e colpisce la palla con il palmo disteso.

Lo schianto è assordante, tanto che l'eco si estende in tutto il palazzetto. Il pallone colpisce il fondo e rotola nuovamente verso l'alzatore.

Iwaizumi lasca ricadere le mani lungo i fianchi e trattiene il respiro.

Gli basta una semplice occhiata per riconoscere tutti i segnali che si è perso nelle ultime settimane.

Di colpo, appaiono talmente evidenti che Iwaizumi vorrebbe solo maledirsi per aver permesso ad Oikawa di farsi tanto male.

Gli occhi vitrei, privi di luce, sono fissi sulla rete. Le labbra secche, scarnificate dallo stress che lo consuma giorno dopo giorno.

Oikawa sposta i capelli dalla fronte madida di sudore e digrigna i denti.

-Ancora.- sussurra, abbastanza forte perchè Iwaizumi desideri solamente sprofondare.

"Può sentirsi inferiore anche ai suoi stessi compagni. Per questo si spinge sempre fino al massimo. Non fraintendere, è una qualità che ammiro molto. Deve solo stare attento alle conseguenze. Forse tu potresti aiutarlo."

Le parole dell'allenatrice gli provocano un'ulteriore fitta al petto.

Iwaizumi è davvero un pessimo amico.

-Oikawa-san?-

Una terza voce richiama l'attenzione di entrambi.

Kageyama si sforza di abbozzare un sorriso mentre solleva il pallone. -Perfavore, insegnami a battere.-

Gli occhi di Oikawa, fermi sul ragazzo, si riducono in due fessure. Iwaizumi coglie un insolito guizzo di aggressività prima che il suo amico si lanci verso il più giovane.

"Certo, è un sentimento inconscio e infondato, ma la paura di fallire lo porta a credere che le altre persone siano più forti o preparate."

-Stai lontano...- sente mormorare con voce rauca. Le labbra di Oikawa scoprono i denti, come un predatore sul punto di piombare addosso alla prossima vittima.

I piedi di Iwaizumi si muovono da soli.

Si interpone tra i due giocatori, facendo da scudo a Kageyama. Blocca il braccio di Oikawa mentre si sta ancora abbassando, e gli ghermisce il polso con cattiveria.

Cerca tracce di rimorso nel suo volto, ma trova solo stupore. Per un breve istante, dimentica persino il calore del suo solito sorriso.

Perchè quello non è il suo migliore amico. Non è la persona che avrebbe desiderato a fianco per il resto della sua vita.

I lineamenti sono rigidi, minacciosi, e i suoi gesti esprimono solo prepotenza.

Quello non è Oikawa Tooru.

-Calmati, idiota!- urla, liberando la presa con uno strattone.

Oikawa sbatte ripetutamente le palpebre, incredulo. Poi si risveglia da quella momentanea perdita di coscienza, e scuote la testa. -M-mi dispiace. I-io...-

-Scusa, Kageyama.- Iwaizumi si volta verso il primino con un'espressione sofferta. -Per oggi è tutto.-

L'altro ragazzo lancia un'occhiata oltre le sue spalle, preoccupato, ma decide di assecondarlo. -Ah. Va bene.-

Le rotelline del cesto di palloni scricchiolano sul parquet.

Iwaizumi si assicura che Kageyama sia scomparso dentro gli spogliatoi, prima di riprendere a parlare: -La sostituzione di oggi era per farti chiarire le idee.-

Oikawa mantiene gli occhi puntati sul pavimento.

Iwaizumi porta una mano sulla fronte e sospira contrariato. -Maledizione. Prenditi un po' di tempo e...-

-Tempo?- Oikawa solleva lentamente la testa e il suo sguardo si fa più duro della pietra. -Il me di adesso non ha alcuna possibilità contro la Shiratorizawa, quindi non posso proprio farlo!-

Iwaizumi sussulta impercettibilmente. Non si è mai sentito tanto piccolo e impotente.

-Voglio vincere e andare ai Nazionali!- sbraita Oikawa, stringendo lo stesso pugno con cui avrebbe desiderato colpire Kageyama. -Per poter vincere, devo a tutti i costi-

La frustrazione è talmente potente da fargli perdere il controllo.

Iwaizumi si sporge in avanti, preda dei suoi isitinti più irrazionali, e afferra l'amico appena sotto il colletto della maglia.

-E smettila con questo "io qua", "io là"!-

Oikawa perde l'equilibrio, e Iwaizumi sfrutta la forza dei bicipiti per attirarlo vicino. Lo colpisce con la parte superiore della testa, allineando la fronte con il naso del ragazzo.

-Ngh-ah!-

Oikawa finisce a terra, coprendo la parte inferiore del viso con la mano. Scivola sul legno lucido e solleva la testa, completamente spiazzato. Un rivolo di sangue cola dalla sua narice destra, sporcando di rosso la maglietta.

Sembra sul punto di ricominciare a lagnarsi, ma la vena pulsante sulla tempia di Iwaizumi lo mette a tacere.

-Pensi forse di essere da solo in campo? Smettila di sparare stronzate, cretino!-

Quando si china su di lui, Oikawa è ancora profondamente sconcertato. Pare quasi non percepire affatto le dita che si sono strette nuovamente attorno al suo colletto.

-I tuoi risultati e quelli della squadra sono gli stessi! E se ti rifiuti di capirlo, ti picchierò!-

La smorfia spaventata di Oikawa si trasforma in un verso di disgusto. -Lo sta già facendo!-

Nessun suono però è in grado di contrastare il rumore del sangue che ribolle nelle vene di Iwaizumi.

-Non abbiamo nessuno che possa battere Ushikawa da solo! Però...- allenta leggermente la presa per consentire all'altro ragazzo di rilassare le spalle. -Nella pallavolo sono in sei a scendere in campo!-

Oikawa strabuzza gli occhi e, per la prima volta, Iwaizumi riesce finalmente a riconoscere la sfumatura dorata che gli era tanto mancata.

-Che tu abbia davanti un genio del primo anno o uno della Shiratorizawa, la squadra più forte è quella con i sei più forti, razza di idiota!-

Per un'interminabile quantità di secondi, entrambi i ragazzi trattengono il respiro. Il cipiglio di Oikawa sembra scavare nell'anima di Iwaizumi e corrodere poco a poco la sua collera.

Fragile, è la prima parola che gli viene in mente. Fragile, e bellissimo.

Scende un silenzio glaciale, e il ragazzo prova lo strano impulso di accarezzare la guancia rigata da una lacrima. Invece fa un passo indietro, concedendo all'altro un po' di spazio.

Oikawa lo scruta con soggezione, ma anche un certo interesse.

-La squadra più forte è quella con i sei più forti.- ripete il ragazzo, piano. Poi, dalle sue labbra sfugge una lieve risata.

Iwaizumi indietreggia ulteriormente, allarmato. -Scusa, forse la testata era troppo forte. S-stai bene?-

-Hm?- sbuffa l'altro, rimettendosi in piedi. Barcolla un po' sul posto, ma presto riacquista l'equilibro. -Haaah, sì. Non so perchè, eppure...-

Iwaizumi tenta di aiutarlo a sorreggersi, ma l'espressione carica di fierezza lo frena di colpo.

-Adesso mi sento invincibile.- completa Oikawa, sforzandosi di sorridere.

Iwaizumi maschera il sospiro di sollievo con un colpo di tosse. Le sue gambe hanno smesso di tremare e la rabbia di vincere sulle altre emozioni.

Non sa di preciso cosa intendesse Oikawa, ma ha notato un cambiamento nella sua irremovibilità.

La paura di perdere qualcuno di così importante scivola lentamente dal suo corpo. Si sente più leggero, come se la furia del momento lo avesse fatto aumentare di peso.

Porta una mano sul petto e si accorge che il cuore ha ripreso a battere regolarmente.

Crede di potersi ritenere soddisfatto, fino a quando il compagno non rompe il silenzio con uno dei suoi soliti commenti meschini: -Piuttosto, Iwa-chan, conosci solo "idiota" come insulto?-

-Vuoi che ti rompa del tutto il setto nasale?-

-No.- Oikawa usa il dorso della mano per grattare via il sangue incrostato. -Una narice è più che sufficiente.-

Anche se necessaria, Iwaizumi si pente di quella botta alla testa. Si offre di medicare la ferita, ma Oikawa rifiuta con un cenno della mano.

-Sto bene.-

-Sei sicuro?-

-Sì.- il ragazzo si china per recuperare un pallone, e lo deposita nel cesto. -Voglio solo andare a casa.-

Iwaizumi afferra altre due palle e le sistema dentro il carrello. Poi inizia a spingere il cesto verso gli spogliatoi, obbligando Oikawa ad occuparsi dei palloni rimanenti.

-Hey!-

-Sei tu che ti sei fermato dopo l'orario di chiusura.-

-Potresti comunque aiutarmi!-

-Tuo problema, non mio.-

-Rude, Iwa-chan!-

"Ripongo molta fiducia entrambi."

E mentre supera la porta con il carrello, il sorriso sorge spontaneo sulle sue labbra.

Forse è un pessimo amico, ma una cosa è certa: Oikawa ha bisogno di lui. Ha bisogno di qualcuno che si preoccupi per lui e che lo incoraggi a prendere le giuste decisioni.

Ha bisogno di qualcuno che sia capace di leggere tra le righe e interpretare i suoi sospiri, e che non rimanga a guardare mentre si fa del male.

E Iwaizumi avrebbe fatto di tutto per tenere Oikawa al sicuro.

-Vuoi fermarti da me?-

Oikawa rallenta il passo e solleva la testa per la prima volta da quando sono partiti. -Cosa?-

Il viaggio di ritorno era stato cheto e distaccato.

Nessuno dei due ragazzi aveva aperto bocca, fatta eccezione per qualche commento sul viale troppo ventilato. Avevano camminato fianco a fianco con gli sguardi chini, immersi nel silenzio.

Arrivati alla svolta per la casa di Iwaizumi, il ragazzo aveva esitato.

-Vuoi fermarti da me?-

-Ti ho sentito.- chiarisce Oikawa -Perchè me lo stai chiedendo?-

Iwaizumi corruga la fronte. Gli sembra una domanda così stupida.

-Domani è domenica. Non c'è scuola. Mio padre è fuori città per lavoro, e la casa è molto più tranquilla.-

Oikawa socchiude leggermente la bocca, riflettendo. Poi abbassa lo sguardo e si sringe nelle spalle.

-Scusa, ma non sono dell'umore giusto.-

Iwaizumi si morde un labbro, e le parole escono fuori prima che possa ripensarci: -E' proprio per questo che dovresti accettare.-

Oikawa torna a guardarlo negli occhi.

L'aria è tesa, ma non c'è più traccia di imbarazzo.

-Guardiamo un film sul divano, come ai vecchi tempi. Solo noi due. Ti sentirai meglio.-

Persino al buio, il sorriso di Oikawa riesce a brillare quanto le stelle. -Solo se il film lo scelgo io.-

-Mi rifiuto di guardare ancora una volta Il ritorno dello Jedi.-

-Va bene.-

Iwaizumi inserisce le chiavi nella serratura del cancello e si volta di scatto.

-Davvero?-

-Certo.- Oikawa lo precede appoggiandosi sulle sbarre di ferro. -Una Nuova Speranza sia, allora.-

Il sospiro affranto di Iwaizumi viene sovrastato dallo stridio del cancello.

-Sei il peggiore.-

-Star Wars è il mio rimedio contro tutti i mali. Tuo problema, non mio.-

-Avrei dovuto lasciarti svenire sul pavimento della palestra.-

-Avresti dovuto, sì.-

Mentre Iwaizumi si appresta ad aprire anche la porta d'ingresso, Oikawa porta una mano alla fronte con fare drammatico. -Peccato che Iwa-chan sia un tenerone, sotto sotto.-

-Ne sei convinto?-

-In base alla mia risposta valuterai il film da vedere?-

-In base alla tua risposta valuterò se lasciarti dormire nel vialetto.-

Oikawa sbuffa una risata e si fa strada nell'abitazione. Le luci si accendono, illuminando un lungo corridoio circondato da pannelli scorrevoli in carta di riso.

-Quando rientrerà tua madre?-

Iwaizumi cala il borsone all'ingresso e controlla lo schermo del telefono. -Entro un paio d'ore.-

Oikawa si toglie le scarpe e scavalca lo scalino.

-Vado a fare una doccia.-

Iwaizumi risponde con un cenno di assenso e si dirige verso la camera da letto. -D'accordo. Sai dove trovare gli asciugamani.-

-Nel caso tua madre tornasse prima del previsto...-

-Le dirò di bussare.- lo interrompe Iwaizumi, agguantando anche la borsa dell'amico. -Tranquillo. Nemmeno io desidero che rimanga traumatizzata a vita.-

-Ti odio.-

-Quando vuoi.-

Con un grugnito di esasperazione, Oikawa scompare dietro la porta del bagno.

Iwaizumi aggira il piccolo altare buddhista, con il vaso di fiori e un portacandele, e viene subito travolto dalla fragranza dell'incenso.

Si infila nella propria stanza e lascia cadere i due borsoni.

Minimalismo e semplicità sono le caratteristiche che la filosofia zen ha trasmesso agli interni giapponesi, con superfici verticali e materiali naturali. Persino la sua camera è spoglia e cupa, fatta eccezione per la scrivania ricoperta di fotografie e il poster di David Bowie sulla parete.

Ma non gli è mai importato molto, a dire il vero; la sua è una famiglia tradizionalista, sempre cordiale con gli ospiti e particolarmente attenta alla propria immagine.

Eppure, Iwaiuzmi si ritiene fortunato: i suoi genitori non sono stati esigenti nei suoi confronti, nè hanno mai preteso l'impossibile.

Anche quando suo padre ha disapprovato l'iscrizione al corso di pallavolo, Iwaizumi è riuscito ugualmente ad inseguire il suo sogno.

Ad essere sinceri trova affascinante l'idea che, negli anni, la sua famiglia si è impegnata a tramandare: non conta il singolo soggetto ma l'insieme, il gruppo unito da legami di sangue.

Crede ci sia qualcosa di ammirevole nella convinzione che ogni singolo membro sia essenziale per tutti gli altri.

Dopo aver dispiegato il futon per Oikawa, Iwaizumi passa sotto il braccio una coperta e raggiunge il soggiorno.

Si distende sul divano, con la luce spenta, e accende la televisione. Mentre scorre sul catalogo dei film, un riflesso abbagliante gli brucia la retina.

-Ah!- esclama, coprendo gli occhi con una mano. -Assikawa, che diavolo!-

-Scusa.- mormora l'amico, cliccando nuovamente l'interruttore. -Mi presti una maglia?-

Iwaizumi allontana il braccio, ma non commette l'errore di voltarsi.

-No. Usa il tuo ricambio.-

-Ti aspetti che giri sempre con un pigiama nella borsa?-

-Tuo problema, non mio.-

-Iwa-chan!-

-Nel cassetto.- borbotta il ragazzo, indicando la camera da letto.

I suoi occhi vagano sul petto di Oikawa solo per una frazione di secondo. E' curiosamente sollevato di trovarsi al buio.

Quando il suo amico è di ritorno, Iwaizumi si sistema vicino al bracciolo per concedergli più spazio.

Oikawa si raggomitola dalla parte opposta, attirando le ginocchia al petto. Profuma di muschio bianco e brezza estiva.

Qualche ciuffo bagnato gocciola ancora sulla sua fronte, e le gote sono arrossate.

Indossa un paio di calzini antiscivolo a pois, ma è ciò che sta sopra i pantaloni della tuta ad attirare la sua attenzione.

-Si può sapere che ti salta in mente?-

Oikawa sege il suo sguardo e tira leggermente il colletto della maglia. -Dov'è il problema?-

-Non puoi prendere la maglia di Freddy Krueger!-

-Perchè no?-

-Lo sai perchè. E' la mia maglia preferita. Non permetto a nessuno di toccarla.-

Oikawa scrolla le spalle e torna a guardare la televisione. -Sarò l'eccezione.-

Sei l'eccezione a molte cose vorrebbe rispondere Iwaizumi, ma si trattiene. Invece, clicca il pulsante di avvio sul telecomando e nasconde il naso sotto la coperta.

-Tanto tempo fa,- recita Oikawa -in una galassia lontana lontana...-

-Ti prego, evita.-

Nel giro di pochi secondi, l'altro sta già canticchiando la colonna sonora di Star Wars stonando di almeno mezzo tono.

Se non avesse assistito a quella scena innumerevoli volte, Iwaizumi avrebbe sicuramente messo fine alle sue sofferenze.

Questa volta, però, il film scorre lento e le sequenze appaiono monotone.

La principessa viene catturata dalle forze imperiali, Obi-Wan riceve il messaggio, Luke e Han si imbarcano sul Millennium Falcon, ma la fine sembra non avvicinarsi mai.

E' come se, gradualmente, la pellicola fosse stata privata di tutta la sua azione. Iwaiuzmi è costretto a impegnarsi per tenere le palpebre spalancate.

Durante l'assalto alla navicella imperiale, sposta la sua attenzione sul ragazzo al proprio fianco.

La schiena di Oikawa è ricurva, e le spalle abbassate. Abbraccia il petto con le braccia, e l'espressione sul suo volto annienta ogni scintilla vitale. Il corpo stesso sembra non reagire agli stimoli, a giudicare dalle pupille ferme e lo sguardo perso nel vuoto.

Ormai, Iwaizumi è convinto che non si stia nemmeno sforzando di seguire il film. Torna a concentrarsi sullo schermo e prende un respiro profondo.

-Vuoi parlarne?-

La domanda è semplice e concisa, ma Oikawa impiega parecchio tempo per rispondere. I suoi occhi rimangono attaccati al televisore, ma Iwaizumi riesce a vedere gli ingranaggi del suo cervello che si mettono al lavoro.

-No.- dice infine, con tono piatto.

Il suono dei blaster di Star Wars sovrasta il sospiro di Iwaizumi.

Il ragazzo si tira indietro, mettendosi comodo, e si sistema in modo da affrontare l'altro faccia a faccia.

Non commetterà due volte lo stesso errore.

-Sì, è stata l'allenatrice a chiedermi di tenerti d'occhio.-

Non nota alcun cambiamento nel viso inespressivo di Oikawa, quindi continua.

-Ma non l'ho fatto per questo. Non l'ho fatto per lei.- sottolinea, sentendo la gola sempre più secca. E' un buon ascoltatore, ma non è capace di improvvisare discorsi così seri.

Oikawa si decide finalmente a sostenere il contatto visivo, ma rimane in silenzio.

-Sei... s-sei il mio migliore amico.- farfuglia, improvvisamente timido. -L'unica persona che è rimasta al mio fianco in tutti questi anni. Voglio dire,- si schiarisce la voce -i genitori non contano.-

Si aspetta un accenno di risata, ma ottiene sempre lo stesso sguardo irremovibile.

-Ma sei anche...- gira leggermente la testa, mentre le sue guance prendono colore. -Sei anche l'unica persona che sento di poter veramente chiamare amico. Quel giorno, al parco, quando mi hai rivolto la parola, tu non te ne sei reso conto, ma...-

Si interrompe per passare una mano dietro il collo, trovando la pelle calda al tatto.

-Insomma tu mi hai come... salvato la vita, ecco. Ero solo, e scontroso e...- le parole gli escono fuori dominate da qualche impulso incontrollabile. -so di esserlo anche ora, però è diverso. Adesso ho te.-

Non ha il coraggio di sollevare la testa, quindi continua a fissare un punto cieco.

-E' grazie a te se ho scoperto la pallavolo e tutti quegli stupidi film fantascientifici. Mi hai insegnato a cucinare l'Imagawayaki, a riordinare i maglioni secondo tonalià e dannazione, ho persino imparato a memoria la scaletta dell'ultimo tour di Taylor Swift.- sbuffa Iwaizumi, ridendo. -Ma mi hai anche spinto a fidarmi delle altre persone. A vedere il bello persino nelle situazioni più catastrofiche e a trattare gli altri come desidererei essere trattato io stesso.-

Subito dopo arriccia il naso, indugiando. -Sull'ultimo punto ci sto ancora lavorando.-

Il suo petto si riscalda quando realizza di essere riuscito a strappargli una risata.

-Che importanza ha se un primino di tredici anni ti ruba la scena? Accettalo e vai avanti. Sei Oikawa Tooru, diamine. Ti rialzerai sempre. Sei destinato a brillare.-

Ormai Iwaizumi è a corto di fiato, ma è troppo tardi per tornare indietro.

-In questi anni non hai fatto altro che aiutarmi. Vorrei poter ricambiare il favore. Lo voglio davvero.-

Quando si decide ad incrociare lo sguardo di Oikawa, il suo cuore fa una capriola.

Nonostante la poca luminosità provenga solo dal televisore, gli occhi del ragazzo risplendono di luce propria.

La maschera grigia che gli incorniciava il volto è caduta, sostituita da un'intensità che mette i brividi.

Qualcosa di nuovo si smuove dentro Iwaizumi. Ha le mani fredde e la bocca priva di saliva.

Le pupille di Oikawa sono così dilatate da riuscire a scavare dentro le sue ossa.

Il suo cuore batte tropppo insistentemente. Sposta la coperta, spezzando di netto il contatto visivo.

-Pensavo di riscaldare dei Noodles. Hai fame?-

Lo stomaco di Oikawa brontola in risposta.

-Lo prendo come un sì.-

Si allontana verso la cucina, cercando di riacquistare il controllo del respiro, ma la voce dell'amico lo blocca sulla soglia.

-Iwa-chan.-

Ha talmente paura di collassare a terra che non osa muoversi di un millimentro.

Stringe le dita attorno alla maniglia e aspetta. Per qualche motivo, conosce già la parola che seguirà.

-Grazie.-

Iwaizumi annuisce in risposta e riprende a camminare. Solo quando ha raggiunto la cucina, si concede un minuto di tregua.

Sistema il piatto di Noodles nel micoonde e imposta il timer. Poi, apppoggia la testa sul tavolo e chiude gli occhi.

Non sa di preciso cosa si sia sbloccato dentro di lui, quella sera.

Ma è certo di non aver mai sentito delle parole più sincere uscire dalla sua bocca.

Si passa una mano tra i capelli e si accorge che il suo respiro ha ripreso a tremare. Ha permesso alle sue emozioni di sopraffarlo senza il minimo ritegno.

Cosa gli è saltato in mente? Non ci vuole credere.

Cinge il petto con entrambe le braccia e si piega in avanti. Il nodo allo stomaco è diventato preoccupantemente fastidioso.

-Tesoro?-

La porta scorre di lato, rivelando la madre di Iwaizumi ancora con il grembiule in vita.

-Mamma?- dice lui, colto impreparato.

La donna gli spettina amorevolmente i capelli e appoggia la borsa sul tavolo. Tira un sospiro di stanchezza e si lascia cadere sulla sedia.

-Sono sfinita.-

-Giornataccia?- le chiede Iwaizumi, porgendole un bicchiere d'acqua. Hirohide lo accetta volentieri, ringraziando il figlio con un sorriso.

-Il ristorante era pieno e lo chef non ci ha lasciato un secondo di riposo.- si lamenta -Come se non bastasse, Harukame ha sbagliato le dosi della salsa per il sashimi, e il piatto sapeva solo di zenzero. Ci siamo dovuti scusare con tutti i clienti.-

La donna si strofina gli occhi, spossata, e interroga il figlio con un sopracciglio alzato. -Due ciotole?-

-Oikawa.- risponde lui, semplicemente.

Hirohide sembra afferrare al volo, perchè non indaga ulteriormente.

Il timer scatta e Iwaizumi si alza in piedi. Versa il contenuto fumante nelle due ciotole e si avvia verso il corridoio.

-L'allenamento?-

-E' andato bene.- mente Iwaizumi. -Notizie di papà?-

-Quelli degli Affari Esteri lo hanno richiesto per una questione di finanziamenti. Credo abbia a che fare con progetti di ricerca scientifica. Dovrà trattenersi lì ancora per qualche giorno.-

Appena coglie lo sguardo deluso del figlio, Hirohide si affretta a cambiare discorso: -Ho messo da parte alcuni yatsuhashi avanzati. Potreste mangiarli domani per colazione.-

-Grazie, mamma.-

Lei lo congeda con un buffetto sulla guancia. -Non fate tardi.-

Iwaizumi sguscia fuori dalla cucina e supera il corridoio con passo felpato. Arrivato in soggiorno, però, si ferma.

Un rontolio fin troppo familiare sembra disturbare il sottofondo del film.

Si muove con cautela, attento a non inciampare, e appoggia i piatti sul tavolino di vetro.

Oikawa nemmeno si accorge della sua presenza, ormai perso nel mondo dei sogni. Ha la bocca spalancata e un braccio piegato sotto la testa.

Iwaizumi non riesce a frenare il sorriso che si fa largo sulle sue labbra.

-Ti stai perdendo la parte migliore.- sussurra in contemporanea alle urla di Luke che colpisce il reattore della Morte Nera.

Si china in avanti, recuperando la coperta, e la posa sopra Oikawa. Il ragazzo si rigira con un grugnito, ma non apre gli occhi.

Mentre rimbocca gli angoli, Iwaizumi si prende qualche secondo per studiarlo da vicino.

Le lentiggini estive sono scomparse, lasciando spazio a qualche imperfezione della pelle dovuta alla pubertà. La luce del televisore si riflette sul viso secco e pallido, dove spiccano due occhiaie bluastre. Le ciglia sono lucide, come se Oikawa si fosse lasciato sfuggire delle lacrime.

Per la seconda volta in quella giornata, Iwaizumi trova naturale l'istinto di allungare una mano e sfiorargli la guancia con le nocche.

Si ritrae subito come se si fosse scottato. Trattiene il polso con una mano e indietreggia.

Il battito del suo cuore accellera spaventosamente.

Fortunatamente, Oikawa dorme indisturbato.

Iwaizumi si precipita fuori dal soggiorno e si barrica in camera.

Appoggia la schiena contro la parete e tenta di calmarsi.

Va tutto bene, si ripete. Tutto bene.

Era semplicemente una serata da dimenticare. Entrambi i ragazzi si erano comportati diversamente dal solito.

Oikawa ha dato di matto e Iwaizumi ha perso le staffe. Ora, ha solo bisogno di tornare in sè.

Tutto qui. Niente di più.

Vulnerabile.

Scuote la testa per scacciare via quei pensieri.

Indifeso.

Chiude gli occhi e comincia a contare i suoi respiri. Tutto bene. Va tutto bene.

Fragile.

Può contare fino a dieci. Forse lo farà stare meglio.

Fragile e bellissimo.

Porta le mani sul volto e soffoca un urlo disperato.

Il nodo allo stomaco diventa così stretto che Iwaizumi si ritrova a boccheggiare.

Il ricordo dell'espressione penetrante di Oikawa riaffiora rapido come un lampo. Sembra capace di infliggergli una ferita dietro l'altra, decine di accoltellate che gli squarciano il petto.

-Basta!-

In un impeto di rabbia, colpisce il muro con un pugno.

Il dolore, finalmente, lo riporta alla realtà. I suoi polmoni ricominciano a rilassarsi, consentedogli di prendere pieni respiri.

Il panico scivola dal suo corpo e il ragazzo appoggia il capo sulla parete fredda.

Tutto bene.

Non si è mai tirato indietro davanti alle sfide. Questa volta, però, adotta una nuova strategia.

Anche se i sentimenti non corrispondono a ciò che pensa, si racconta una bugia.

Finchè non corre il rischio di pronunciare certe parole a voce alta, può ingannare sè stesso.

Forse non servirà ad alleviarlo ma, se la verità porta tanto dolore, quanto mai potrà fare male mentire?

Va tutto bene.

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Non va tutto bene.

Lo capisce esattamente ventiquattr'ore dopo il tragico incidente, mentre si trova in palestra.

L'allenatrice annuncia la fine dell'allenamento, i giocatori si disperdono per il campo e Oikawa batte il cinque ad Iwaizumi.

-Hey, quella sì che era una schiacciata!-

Le loro dita si sfiorano e un gli brivido percorre tutta la schiena.

Non trova le parole per esprimersi, quindi si limita a balbettare qualche sillaba come un perfetto ebete. Oikawa aggrotta un sopracciglio, ma viene presto richiamato dagli altri compagni.

-Sei di nuovo in forma, finalmente!-

-Che ti è preso ieri?-

-Ti va di aiutarmi con i palleggi?-

-Ragazzi, piano!- sbotta lui, con il sorriso stampato in faccia. Poi si dirige verso di loro, salutando l'allenatrice con un cenno.

-E' tornato in sè.- afferma quest'ultima, lanciando un'occhiata piena di gratitudine ad Iwaizumi. -Immagino che tu gli abbia dato una bella strigliata.-

Lui passa una mano sul viso e sente la pelle calda al tatto. Poi, tira un lungo sospiro e solleva la testa.

-Più o meno.-

Ripensa spesso a quella sera. Lo fa continuamente.

Gli capita di pensarci mentre sta facendo colazione, rischiando di strozzarsi con il riso a vapore. Gli succede quando si distrae in classe, oppure nelle notti insonni.

Rivede il volto pacifico di Oikawa, e le emozioni lo travolgono come se si trattasse ancora di quel giorno.

La mano che si allunga, il respiro tremolante che sfugge dalle sue labbra, il cuore che trepida e...

-Hajime?- Hirohide schiocca le dita per attirare la sua attenzione. -Stai bene, tesoro? Stai rigirando quel pezzo di stufato nel piatto da quasi venti minuti.-

Iwaizumi scuote la testa e cerca di mascherare l'imbarazzo con un colpo di tosse.

-Sì.-

-Ne sei sicuro?-

-Sì, mamma.- ripete, più duro di quanto vorrebbe suonare.

Hirohide torna a concentrarsi sulla sua ciotola, stizzita.

-Adolescenti.- commenta la nonna, dalla parte opposta del tavolo. Le rughe si intensificano quando il suo sorriso si allarga. -Mi ricordi tanto tuo padre.-

-Pure Morikimi era così maleducato a quindici anni?- chiede Hirohide, con una punta di veleno nella voce.

Iwaizumi affonda con rabbia le bacchette nello stufato.

-Oh, era molto peggio.- ridacchia sua nonna -Però anche lui si perdeva nel suo mondo tutte le volte che si prendeva una sbandata per qualche bella ragazza.-

La vecchietta gli fa l'occhiolino e Iwaizumi punta lo sguardo sul piatto. Improvvisamente, gli è passato l'appettito.

Dopo l'episodio del pranzo a casa dei nonni, Iwaizumi decide di darsi una regolata.

Non può permettersi di fantasticare durante le ore di scuola, nè di farsi assalire dalle domande dei familiari.

Se affrontare il problema non avrebbe aiutato a risolverlo, allora non restava che lasciar perdere.

E così, Iwaizumi lascia perdere.

Si costringe ad andare avanti per liberare la mente e il cuore.

Dedica più tempo alla pallavolo, lavora sulle battute e perfeziona le schiacciate fino ad essere notato dall'allenatrice.

-Ottimo lavoro, Hajime!- viene lodato, seguito da un applauso da parte di tutta la squadra. -Di questo passo, potresti considerare la carriera professionale.-

-Wow!- esclama Saburo, stritolandogli un braccio. -Hai sentito, amico?-

Persino il Libero arriva a congraturarsi con lui, assieme alla furia travolgente di Oikawa: -Iwa-chan!-

-Ow!- borbotta lui, fingendo di non gradire tutte quelle attenzioni.

Oikawa gli assesta una potente pacca sulla spalla e scoppia a ridere. -Con una squadra del genere, vinceremo sicuramente il campionato!-

-Sì!- gridano tutti gli altri, in coro.

L'espressione di Oikawa, per un breve momento, diventa famelica.

-E ci prenderemo la nostra rivincita con Ushikawa.-

-Sì!-

Una testa scura si fa largo tra la folla e due occhi cobalto catturano l'attenzione del ragazzo.

-Oikawa-san, ti prego di insegnarmi il servizio dall'alto.-

L'alzatore si stacca da Iwaizumi e lo schernisce con uno sberleffo. -Tch, non ci penso neanche. Stupido.-

-Oi, non metterti a litigare con una matricola.-

Il tempo sembra davvero capace di guarire qualunque tipo di ferita avesse aperto Oikawa.

Ci vogliono giorni, settimane, mesi, ma il ricordo svanisce inconsciamente dalla testa di Iwaizumi.

I suoi voti migliorano, altri compagni si presentano per le ripetizioni, il rapporto con la squadra si rafforza e lo sport lo aiuta a sentirsi bene con sé stesso.

Trascorre più tempo assieme alla madre e impara a cucinare la maggior parte dei piatti serviti al ristorante.

Ciò che è scattato dentro di lui, quel fatidico giorno, è ormai acqua passata.

Le volte in cui gli capita di sentirsi arrabbiato, triste o confuso, aspetta che il tempo faccia il suo lavoro e, nel giro di pochi minuti, si è già liberato di certi pensieri.

E' così che Iwaizumi affronta l'intero anno scolastico: chiudendo gli occhi. Distoglie lo sguardo quando il contatto è troppo difficile da sostenere, e tappa le orecchie mentre il suo cuore cerca di farsi sentire.

Infine, Marzo giunge alle porte.

Oikawa è rimasto lo stesso di sempre: solare, coinvolgente, cordiale. Iwaizumi vorrebbe poter dire lo stesso.

Tuttavia, nel corso dei mesi, diversi momenti lo avevano messo in estrema difficoltà; pacche sulla spalla, leggere inclinazioni in avanti, complimenti subdoli e silenzi tesi.

In più di un'occasione, Iwaizumi si era sentito talmente schiacciato da quella strana inquietudine che aveva pensato di rischiare tutto.

Eppure, ogni volta, era stato capace di ingoiare il nodo e comportarsi come se nulla fosse accaduto.

Perchè andava tutto bene.

-Quello è tuo padre?-

Iwaizumi passa in rassegna gli spalti fino a riconoscere un uomo dal cappotto scuro e i capelli ispidi. Sta guardando verso di loro mentre agita una mano.

-E' venuto davvero.- dice Iwaizumi, dando involontariamente voce ai suoi pensieri.

Oikawa ricambia il saluto e strabuzza gli occhi. -Beh, che ti aspettavi? Si tratta della premiazione conclusiva del torneo. E lui è pur sempre tuo padre.-

Il cuore di Iwaizumi si gonfia di orgoglio. I suoi occhi sono ancora lucidi a causa del pianto durante la cerimonia, e qualche lacrima sfugge al suo controllo.

-Abbiamo vinto solo un set.- dice Oikawa, tenendo gli occhi fissi sul pubblico. -Ma questo premio è la prova che i nostri attaccanti hanno dimostrato la loro forza. Forse Ushikawa ci è ancora superiore, però...-

Si volta verso Iwaizumi e la commozione prende il sopravvento. -Quando andremo al liceo, faremo vedere alla Shiratorizawa quanto valiamo!-

Iwaizumi annuisce e cerca di asciugare le lacrime con il dorso della manica. -Assolutamente.-

-Tobio-chan!-

Oikawa dà le spalle agli spettatori e punta il dito contro il povero primino.

-Non so quanto andrai lontano, ma un giorno lotteremo e ti distruggerò di sicuro. Quindi farai meglio a prepararti!-

Kageyama rimane impassibile e un compagno di squadra maschera una risata con due colpi di tosse.

-Asciugati il naso prima di dire una frase ad effetto come quella.- commenta Iwaizumi.

-Ti serve un fazzoletto?- domanda Kageyama, porgendo un pacchetto al ragazzo più grande.

-State zitti!- brontola Oikawa, strappandoglielo di mano.

La premiazione procede senza intoppi e l'atmosfera irrequieta sembra tranquillizzarsi.

Gli allenatori si scambiano strette di mano, i genitori acclamano la squadra dei figli e i ragazzi del terzo anno preparano i loro addii.

-Un sorriso sincero. Che rarità.-

La magia si spezza e l'espressione entusiasta di Oikawa crolla. Nemmeno gli applausi in suo onore riescono a ripristinare quello sguardo carico di fierezza.

-Che vuoi dire? Il mio sorriso è sempre puro e onesto!- il ragazzo stringe il premio al petto, come se avesse paura che qualcuno potesse strapparglielo via.

Gli occhi di Iwaizumi cadono sulla targhetta e si fermano per qualche secondo.

Premio al miglior alzatore: Oikawa Tooru. Riconoscimento per la tua partecipazione attiva come uno dei giocatori principali tra le squadre di questo torneo. Prefettura di Miyagi, Divisione di pallavolo maschile.

Sbuffa in disaccordo e alza la testa al soffitto.

-Sentire le parole onesto puro uscire dalla tua bocca è già di per sè una cosa strana.-

-Iwa-chan!- Oikawa cerca di mostrarsi offeso, ma la gioia che sprizza il suo volto lo tradisce. -Certo che sono felice! Non ho mai vinto niente del genere prima d'ora!-

Te lo meriti più di chiunque altro, pensa. Non ho mai visto nessuno capace di dare il massimo anche nei momenti più bui.

Invece, se ne esce con: -Ti ricordi cosa mi hai detto l'anno scorso?-

-Vuoi fare il sentimentale solo perchè stiamo per cominciare il liceo?- scherza Oikawa, per poi scrollare le spalle. -No. Cosa?-

-Hai detto di voler diventare capitano per prendere le decisioni a nome della squadra ed essere d'ispirazione per i tuoi kohai. E quando ti ho chiesto il motivo, hai risposto che ti sarebbe piaciuto guadagnare la stessa ammirazione di Ushikawa.-

Le dita attorno alla targhetta si irrigidiscono. -Beh?-

Iwaizumi non lo guarda in faccia, ma distende le labbra verso l'alto. -Penso che tu sia un buon capitano.-

Oikawa lo scruta in silenzio con un'aria interdetta.

Poi, allunga il pugno verso Iwaizumi e sorride lievemente.

-Coraggio.-

Iwaizumi sospira rumorosamente prima di imitare il suo gesto. Le loro nocche si scontrano ma, questa volta, Oikawa non allontana la mano.

Un suono di sorpresa sfugge dalle labbra di Iwaizumi mentre il suo corpo viene tirato in avanti.

-Ah!-

Quando riacquista l'equilibrio, il ragazzo è circondato dalle braccia di Oikawa.

La stretta è ferma, sicura, ma trasmette calore.

Oikawa affonda il naso nell'incavo del suo collo, facendogli saltare un battito.

Quando l'amico inizia a parlare, il respiro gli solletica la pelle: -Non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto.-

Iwaizumi comincia a non sopportare più la temperatura che sta raggiungendo il suo corpo. Così, cerca di scrollarselo di dosso con un impercettibile sbuffo.

-Smettila, non è affatto vero.-

-Sì, invece.- il tono di Oikawa è tanto severo da mettergli i brividi. -Non te ne sei minimamente reso conto, però anche tu in questi anni non hai fatto altro che aiutarmi. Vedi...- si interrompe solo per reprimere una risatina.

-Ormai non riesco neanche ad immaginare una vita senza averti perennemente al mio fianco. Penserai che sia stupido, ma è come se fossimo diventati la stessa persona. Capisci?-

-No.-

Oikawa ridacchia. -Lo sai, Iwa-chan? Sei la parte di me che preferisco, e questo non cambierà mai.-

Iwaizumi è abbastanza sicuro di aver dimenticato come respirare. Le parole gli muoiono in gola assieme al disagio dell'abbraccio.

Rimane impietrito tra le braccia di Oikawa, immerso nei suoi pensieri più profondi. E poi, il panico prende il sopravvento.

Indietreggia di scatto e si libera brutalmente dalla presa. Gli occhi dell'altro ragazzo tremolano per un istante e Iwaizumi ha l'impressione di leggervi qualcosa che ricorda la delusione.

-Comunque,- riprende Oikawa, come se nulla fosse mai accaduto -questo campionato se l'è portato a casa la Shiratorizawa. Ma la prossima volta vinceremo.-

Iwaizumi scuote la testa nel tentativo di tornare con i piedi per terra. Pur consapevole di avere lo sguardo perso nel vuoto, annuisce.

Sei la parte di me che preferisco, e questo non cambierà mai.

-Uhm, sì.- risponde con un filo di voce, come se il suo animo non fosse appena stato frantumato in mille pezzetti. -Certo. La prossima volta vinceremo.-

-Stanno arrivando i tuoi genitori. Vado a salutarli.-

L'altro ragazzo sorride e merda, pensa Iwaizumi.

Gli piace Oikawa Tooru.

   
 
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