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Autore: Brume    25/04/2023    5 recensioni
"L’ edificio non assomigliava nemmeno lontanamene ai grossi grattacieli che, in quella zona, fungevano da sede alle maggiori aziende -nonché agli edifici governativi- no; era, piuttosto, una curiosa costruzione, in mattoni rossi, con quattro, cinque appartamenti forse al proprio interno. Nulla in confronto a quei mostri giganteschi.
E questa sarebbe la sede della JSC? Si domandò Kaori, da ben dieci minuti con lo sguardo rivolto verso l’ alto, affascinata da quella costruzione. Mi aspettavo qualcosa di più…imponente ….ma che importa? E’ un bel posto, il quartiere lo conosco bene e…l’importante è che mi trovi bene…."
Kaori, fresca di laurea, viene convocata per un lavoro: qui incontrerà una persona molto cara, che non vedeva da molto tempo. Potrà il destino aiutarla a conquistare l' uomo che ha sempre amato?
Mini long, dai toni leggeri, distanti dai miei vecchi racconti. Buona lettura.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Reika Nogami, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Prologo. Giugno 2021

L’ edificio non assomigliava nemmeno lontanamene ai grossi grattacieli che, in quella zona, fungevano da sede alle maggiori aziende -nonché agli edifici governativi-  no; era, piuttosto, una curiosa costruzione, in mattoni rossi, con quattro, cinque appartamenti forse al proprio interno. Nulla in confronto a quei mostri giganteschi.
E questa sarebbe la sede della JSC? Si domandò Kaori, da ben dieci minuti con  lo sguardo rivolto verso l’ alto, affascinata da quella costruzione.  Mi aspettavo qualcosa di più…imponente ….ma che importa? E’ un bel posto, il quartiere lo conosco bene e…l’importante è che mi trovi bene….


“Mi scusi, cerca qualcuno, per caso?”


Kaori trasalì: chi poteva mai essere? Che fosse la persona con la quale aveva parlato in precedenza la stessa mattina? Oppure…era una semplice scocciatrice? Curiosa, immediatamente si voltò e  trovò davanti a sé una donna,  vestita di un sobrio tailleur pantalone, i capelli sciolti sulle spalle e la borsa di una nota firma europea a tracolla.

“In realtà no; credo di aver trovato ciò che cercavo ed ora stavo semplicemente osservando il tutto” rispose, a dire il vero un po’ piccata per quella intromissione.

L’altra donna tese il braccio, porgendole la mano.

“Lei deve essere la nuova governante, immagino. Io mi chiamo Reika Nogami e sono l’ assistente personale del Signor Saeba. Ci siamo sentite in precedenza. ” disse.

Kaori sorrise, anche se avrebbe voluto sprofondare; non aveva riconosciuto la voce. Istintivamente, ricambiò il saluto della donna.

“Si, sono io. Kaori Makimura” rispose e, nel dire questo aprì la borsetta che portava a spalla estraendo un biglietto da visita che consegnò alla signora Nogami, la quale lo lesse con attenzione prima di riporlo nella tasca della giacca.

“Quando l’ ho vista qui immaginavo fosse lei. L’ agenzia, su richiesta, ci ha inviato una sua foto. Lei ha rilasciato il consenso, corretto?  “ disse. Kaori annuì.

“Si, è così. Molte aziende la richiedono, quindi per me non rappresenta un problema” rispose.
Reika Nogami  annuì e la affiancò.

“Se vuole seguirmi, a questo punto le mostrerei la sede della società nonché abitazione privata del presidente. Lei conosce, vero, l’azienda?” domandò.

“Naturalmente. La JS si occupa di sicurezza a trecentosessanta gradi e nel biennio scorso ha avuto in grande incremento a livello economico, grazie alle nuove politiche intraprese dal nostro Paese e a contratti di lavoro su scala mondiale. Scusi la domanda ma io, precisamente, di cosa dovrei occuparmi, qui?” rispose.
Nogami iniziò a camminare dirigendosi verso l’entrata dello stabile.
“Sostanzialmente, dovrà occuparsi della casa. La prego, non fraintenda le mie parole “precisò subito la donna “ con ciò, intendo dire che dovrà occuparsi di dirigere una crew di dieci elementi, rendicontare le spese, gestire entrate ed uscite,  organizzare eventi, se richiesto. Non l’avevano avvisata?”
“Certo; tuttavia, volevo averne la conferma. L’ agenzia mi ha descritto il tutto sommariamente” rispose. Ricordò benissimo il colloqui con l’ agenzia: all’inizio aveva storto il naso ma poi, ragionandoci sopra…quell’ impiego non solo si sarebbe rivelato remunerativo, ma le avrebbe giovato. Vantare una collaborazione di qualsiasi genere con quella società significava avere molte porte aperte a disposizione.
Nogami le sorrise. Erano ormai arrivate dinnanzi all’ entrata.

“L’ accesso è permesso solo con un codice alfanumerico che viene cambiato una volta a settimana. I primi due piani sono occupati dagli uffici della società, il terzo è dedicato alle sale da riunione. All’ ultimo piano si trova l’attico del Signor Saeba…” disse. Nel frattempo, la porta si aprì, mostrando loro un atrio minimale, non molto grande. Non vi era un portierato, ma telecamere erano sparse un po' ovunque. Alla loro sinistra vi erano un paio di ascensori; Nogami condusse Kaori in quello di destra.
“Questo porta direttamente all’ attico” disse entrandovi. Kaori, sempre più curiosa, pareva una bambina che per la prima volta visitava un parco divertimenti, giusto per rendere l’ idea. Il viaggio in ascensore durò pochi secondi. Ecco, siamo arrivati disse la giovane assistente; non appena le porte si spalancarono Kaori osservò l’ ennesimo atrio, simile al precedente. Distante un paio di metri dal punto in cui si trovava, una porta blindata scura conduceva nell’ appartamento.

“Dunque, per prima cosa deve sapere che il Signor Saeba è un uomo molto riservato; non dovrà mai essere disturbato, per nessun motivo, a meno che non sia lui ad interpellarla. Suo compito precipuo è vigilare che tutto, in questa casa, funzioni a dovere, come le ho accennato”. Nogami si diresse verso la porta, prese un badge e lo passò sul lettore posto accanto alla maniglia. Un beep notificò che era possibile entrare.

Kaori , una volta dentro, si guardò intorno, seguendo Nogami in ogni passo in quello che definire attico era decisamente riduttivo: suddiviso su due piano collegati tra loro da una scala , il piano di sotto  era costituito  per gran parte del perimetro da un open space i cui ambienti principali erano suddivisi da pareti di vetro; solo la cucina, il proprio ufficio, quello dell’ assistente  ed un paio di servizi – per ospiti e personale – risultavano, per ovvi motivi, chiusi. Il piano di sopra, invece, era destinato alle stanze da letto : quella personale del Presidente, un paio destinate agli ospiti  e, come scoprì, vi era anche quella destinata a lei. Risiederà qui. Io, talvolta, risiedo in una delle camere degli ospiti ma spesso sono in viaggio con lui aveva precisato Nogami.  Kaori, che non ricordava le fosse stato richiesto di risiedere, rimase sorpresa ma in ogni caso, non lasciò trapelare nulla ma osservò
l’ ambiente, prese appunti su orari, scadenze, nomi… insomma, cercò di informarsi riguardo a tutto ciò che le potesse servire infine,  praticamente esausta e solo dopo che Nogami aveva preso posto sul divano del salotto di rappresentanza, riuscì finalmente a sedersi. I piedi, rinchiusi in tacchi che raramente portava, le dolevano’ assistente di Saeba si allungò verso il tavolino in cristallo davanti a loro e versò dell’acqua in due bicchieri, porgendone uno alla sua ospite.

“Credo sia tutto chiaro” disse Kaori, accavallando le lunghe gambe avvolte da pantaloni scuri “ ma…il presidente ora non c’è? Avrei avuto piacere di incontrarlo…”
“E’ fuori per lavoro, andrò a prenderlo all’ aeroporto insieme a Mr.Takashi, il suo autista; saremo di ritorno per le ventitré…” rispose l’ altra posando il bicchiere vuoto sul ripiano, Poi, si guardò intorno all’ apparente ricerca di un qualcosa.

“ mi…scusi, i suoi bagagli dove sono? noto solo ora che non ha portato nulla con sé... ”

Kaori , impacciata, sorrise e sistemò un ciuffo di capelli dietro l’ orecchio.

“Non mi era stato specificato che avrei dovuto risiedere, ma ciò non rappresenta un problema, li recupererò in qualche modo…” rispose.

“Potrebbe farlo oggi, noi per ora abbiamo finito. La prego di essere puntuale e di farsi trovare qui per le 23 esatte; nella sua stanza troverà già alcuni effetti come spazzolino da denti, forniture per il bagno. Mi sono permessa di farle trovare anche un set per la beauty routine, come ha notato…” disse Nogami. Kaori annuì e ringraziò. Era stato un gesto davvero gentile.  
Nogami, quindi, si alzò.
“…Prima di andare dovrei mostrarle una ultima cosa, me ne stavo dimenticando. Mi segua” disse. Le due donne si alzarono e uscirono dall’ attico.

“Ora andremo al piano di sopra, dove si trova un terrazzo panoramico ed una piscina idromassaggio. I piani inferiori, non so se l’ ho precisato, sono off limit per tutti, anche per me. Potrà entrarci solo con il permesso del Presidente….”
Ancora una volta Kaori seguì la donna, senza fiatare. Quando il giro panoramico fu concluso, Nogami prese dalla valigetta che portava sempre con sé una cartelletta rigida blu scuro, con il logo dell’ azienda bene in evidenza. È un piccolo memorandum, disse consegnandolo a Kaori che lo prese e lo sfogliò immediatamente.

“E’ chiaro, direi” disse dopo avergli dato una scorsa  “ tuttavia vorrei domandarle solo una cosa: cosa significa che dovrò restare a disposizione del Signor Saeba in qualsiasi ora?”
L’ assistente. Nogami sorrise.
“Non si preoccupi, non è nulla di losco; significa che se dovesse servire qualcosa a Saeba ed io non mi trovo qui, dovrà essere lei ad occuparsene. In ogni caso, l’unico orario al quale è davvero vincolata è la consegna del rapporto giornaliero entro le ore 19, dove lei dovrà annotare qualsiasi comunicazione inerente la gestione della casa, del personale ed altre amenità simili….”
L’ altra annuì.

“Capisco. Quindi, la mattina troverò le sue annotazioni riportanti gli impegni della giornata e la sera dovrei riconsegnare il tutto? Corretto? ”

Nogami diede un cenno di conferma.

“ Il suo lavoro inizierà ufficialmente domattina.  Ora le consiglio di andare a casa e recuperare ciò che deve; ci rivediamo stasera per le 23. Qui ci sono i codici che potrebbero servirle” disse lasciandole un biglietto tra le mani.  Kaori la ringraziò, le loro strade si divisero; l’una, salì su di una vettura sportiva rosso fiammante e l’ altra,  preso il telefono, si affrettò a chiamare un taxi, che arrivò di li a poco.

Alle 22.30 Kaori fu di ritorno.
Aveva portato con sé un paio di valige che sistemò subito nella stanza a lei assegnata; si era data una rinfrescata e sistemato i capelli infine, stretta in un abito sobrio e scuro che riteneva adatto per l’ occasione, era scesa al piano di sotto dove nel giro di qualche minuto  avrebbe incontrato Nogami e Saeba. Faticava a tenere a bada l’ agitazione. Teneva molto a quel lavoro.
E se dovesse rivelarsi una persona spocchiosa ed indisponibile? Come farò? Non posso permettermi di perdere questa occasione pensò, più di una volta, facendo la spola tra le grandi vetrate della sala e la porta d’ ingresso, senza trovare una risposta. Ma ciò che sarebbe accaduto di li a poco l’ avrebbe lasciata ancora più senza fiato.

Saeba e la sua assistente arrivarono con  un leggero anticipo. Kaori li attese, composta, a pochi metri di distanza dall’ ingresso.

“Ecco, siamo arrivati. Lascia che ti presenti la tua nuova governante, Ryo” sentì dire a Nogami poco prima che la porta si aprisse. Kaori sospirò e si diede una ultima occhiata, l la gonna
dell’ abito e aggiustò i capelli. Non appena la porta si aprì, si profuse in un profondo inchino.

“Bentornato, Presidente. Il mio nome è Kaori Makimura e sarò la sua nuova governante” disse con voce ferma e sicura. Quando rialzò il capo e fissò negli occhi l’ uomo, per poco non si sentì mancare.

Ryo? Ryo? Sei tu? Che stupida, come ho fatto a non pensarci? Non ricordavo che il tuo congnome fosse Saeba…sono passati molti anni ma…impossibile non ricordarsi di te.  Ricordo ancora quando, poco più che ragazzina, ti vedevo arrivare a casa dove io e mio fratello vivevamo insieme…cosa è successo, nel frattempo? Come hai fatto ad arrivare fino a qui?


“Signorina Makimura, qualcosa non va?” domandò Reika, sorpresa.
Kaori si sentì strana. Rivedere il suo primo amore, colui per il quale anni prima si era presa una cotta, l’amico fraterno di Hideyuki…

“No, nulla. La prego di scusarmi” rispose in fretta dandosi un contegno; poi, si fece da parte per farli passare.
Ryo le passò a fianco, talmente vicino che potè sentire il suo profumo. Pur  non le togliendole gli occhi da dosso, pensieroso, le passò a fianco salutandola con un cenno del capo, senza nulla aggiungere, per poi sparire oltre il salone ed entrare nell’ ufficio della sua assistente, Reika.
Infine, attese che ne uscissero per accertarsi che non ci fossero particolari consegne; quando avvenne, Reika le diede il permesso di ritirarsi ed uscì. Si sarebbero rivisti l’ indomani mattina.



 




 
   
 
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