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Autore: shirley jane    26/04/2023    2 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Siamo arrivati al terzo capitolo.
Ringrazio chi sta seguendo questa storia, spero che vi piaccia e che continui a farlo.
Al prossimo capitolo!
 
 
 
 
 
”Mamma, hai mai visto questo dipinto?”
Aya si voltò verso la figlia e osservò la cornice che teneva tra le mani.
“Sì, è il ritratto di un lontano parente vissuto molti anni fa, prima che io, e anche i tuoi nonni, nascessimo” rispose la donna. “Si chiamava Ichiro ed era un artista”.
“Sul serio? Non l’avevo mai visto”.
Kyoko era stupefatta, non sapeva di aver avuto un artista in famiglia.
Aya aprì un’altra scatola e ne tirò fuori altri due dipinti: “Anche questi sono suoi”.
La ragazza osservò con attenzione i due ritratti, erano meravigliosi. Rappresentavano uno una donna e l’altro un uomo, entrambi con uno sguardo profondamente malinconico. La donna doveva avere intorno ai vent’anni. I tratti del viso erano di una dolcezza disarmante, gli occhi grandi e marroni, i capelli folti e scuri. L’uomo aveva sicuramente qualche anno in più, forse una decina o poco meno. Gli occhi scuri, dall’espressione decisa e profonda, i capelli neri e leggermente ribelli, la mascella squadrata e il naso dritto. Erano bellissimi e ricchi di fascino, entrambi. Al giorno d’oggi avrebbero potuto essere scambiati per due attori.
“Sai chi sono?”
Aya annuì, il suo sguardo si addolcì, con una punta di tristezza: “Si chiamavano Haruka e Masaki” disse. “Si racconta che fossero due innamorati”.
“Oh, mamma, raccontami la loro storia, per favore”.
La donna invitò la figlia a seguirla in giardino, dove le aspettava una splendida giornata primaverile.
“Siediti, è una storia lunga…”
 
Kyoko ripensò a quel pomeriggio di primavera di tanti anni prima, era solo una ragazza allora, non aveva nemmeno conosciuto suo marito. Il racconto di sua madre era stato lungo e affascinante, e non l’aveva più scordato, lo portava tutt’ora nel cuore e nella mente. Osservò il cielo limpido, sembrava lo stesso di quel giorno.
“Va tutto bene?”
Kyoko annuì e accarezzò la mano del marito appoggiata sulla sua spalla: “Stavo pensando a quando mia madre mi raccontò la storia di Haruka e Masaki” rispose. “Chissà se è accaduto davvero o è solo una leggenda. Mia madre ci credeva sul serio, comunque”.
I coniugi Nakama rimasero in silenzio, godendosi il panorama che offriva loro Madre Natura. Le foreste verdeggianti e rigogliose, il Monte Fuji circondato da un orizzonte azzurro e nitido, un venticello leggero che accarezzava le chiome degli alberi. Quella vista donava una sensazione di pace immediata, Jin e Kyoko si sentivano un tutt’uno con quel luogo meraviglioso. Erano molto fortunati a vivere lì, non avevano a portata di mano le comodità che offriva la grande città, ma non gli importava.
“Sei ancora convinta che l’arrivo dei signori Saeba non sia solo una coincidenza?”
“Non può esserlo, e la presenza degli spiriti mi rende ancora più sicura”.
“E se avessimo sbagliato?” l’uomo sospirò pesantemente, preoccupato. “Perderemo questo posto se la situazione non si risolve”.
“Ryo e Kaori hanno detto che ci aiuteranno e sembravano sinceri”.
“Sono un po’ strani, possiamo fidarci davvero?”
“Credo di sì”.
“D’accordo, però…” Jin guardò Kyoko in quegli occhi neri e limpidi di cui si era innamorato tanti anni prima. “Dobbiamo essere sinceri anche noi con loro, non gli abbiamo ancora detto tutto”.
La donna scrutò il marito, esitante: “Lo faremo, Jin, te lo prometto”.
 
Più tardi, al calare delle tenebre, i due sweeper non andarono a dormire, in attesa dei presunti spiriti. Volevano scoprire la verità sulla loro identità al più presto, meglio ancora se quella notte stessa.
“Ryo, perché non lasciamo perdere?” sussurrò Kaori, guardandosi intorno con aria preoccupata. Dopo la scorsa notte, non si sentiva del tutto al sicuro in quel luogo.
“Sei stata tu a dire che avremmo aiutato i due vecchietti. Hai cambiato idea per caso?”
“No di certo, ma…”
“I fantasmi appaiono solo di notte, giusto?” Ryo rincarò la dose. Era tremendo, lo ammetteva, ma si divertita un sacco a stuzzicare Kaori su quella storia. “Questo è il momento perfetto per aspettarli, quindi” concluse.
Nonostante avessero parlato della vicenda, concordando che i responsabili potessero essere gli aspiranti acquirenti della pensione, visto che gli strani fenomeni erano iniziati poco dopo il rifiuto dei coniugi Nakama, il calare della notte, con le sue ombre e i suoi suoni indecifrabili, avevano riacceso i timori di Kaori. Era incredibile, non aveva nessuna riserva ad affrontare dei pericolosi criminali, ma aveva una paura folle di due fantasmi o di qualunque cosa rimandasse al soprannaturale.
Un rumore improvviso attirò la loro attenzione, proveniva dalla porta, qualcuno stava cercando di entrare nella loro stanza.
“Ci siamo!” esclamò Ryo, lo sguardo determinato. Si avvicinò lentamente all’entrata, senza emettere alcun rumore. Si fermò e rimase immobile qualche secondo, prima di aprire la porta con un movimento repentino, sicuro di sorprendere l’intruso sul fatto. Quello che si trovò davanti, però, lo lasciò attonito: nessuno, non c’era nessuno. Eppure, aveva udito chiaramente qualcuno che tentava di entrare…
Sentì un altro rumore, ma stavolta proveniva dal gruppo di alberi a pochi metri dalla pensione. Ryo spostò lo sguardo in quella direzione e restò a bocca aperta. Un uomo e una donna, identici a come li aveva descritti Kaori, si muovevano tra la vegetazione. D’accordo, potevano anche sembrare degli spiriti, ma lui non aveva nessuna intenzione di rimanere con il dubbio, avrebbe scoperto la verità e lo avrebbe fatto subito. Quella storia doveva essere risolta il prima possibile, lui e Kaori si erano già abbastanza rovinati la vacanza.
Ryo si infiltrò tra gli alberi, lo sguardo circospetto, i movimenti lenti ma decisi. Non sapevano con chi avessero a che fare, né la notte, né la fitta vegetazione, costituivano un ostacolo per Ryo, era abituato a ben altro. Avvertì uno scatto alle spalle, ma quando si voltò notò soltanto un fruscio tra le foglie, poi il silenzio. Si guardò intorno, ma capì che erano riusciti a fuggire. Sicuramente non si trattava di dilettanti, visto l’abilità e la rapidità che avevano usato per nascondersi e poi per scappare. In caso contrario, non sarebbe stato così semplice farlo, e non solo perché lui aveva dei sensi finemente sviluppati, la notte rendeva tutto molto più difficile, tranne che per dei professionisti. Avvertì di nuovo qualcuno avvicinarsi alle sue spalle, ma riconobbe all’istante il profumo dolce di Kaori.
“Si sono dileguati” disse Ryo tra i denti. Questo significava che avrebbero dovuto investire altro tempo ed energie in quella situazione assurda, invece di godersi il tempo insieme in tranquillità o fare un bagno rilassante in un onsen.
Kaori aveva dovuto raccogliere tutto il suo coraggio per seguire Ryo. Non aveva nessun desiderio di ritrovarsi faccia a faccia con quegli spiriti dal ghigno inquietante, ma non poteva abbandonare Ryo, avrebbe potuto avere bisogno del suo aiuto. Era un eccellente combattente, era vero, ma lei era la sua partner, la sua socia, la sua compagna. Era giusto che stessero fianco a fianco, aiutandosi a vicenda.
“Li hai visti anche tu?”
Ryo annuì e nonostante la sua riluttanza a credere che si trattasse di presenze soprannaturali, non riuscì a convincersi del tutto che Kaori non avesse ragione. In effetti, oltre al fatto che erano spariti nel nulla dopo pochi secondi, a prima vista sembravano davvero degli spiriti venuti da un’altra dimensione. Eppure, era una coincidenza troppo strana che fossero apparsi solo dopo il no dei signori Nakama alla vendita della pensione.
“Proveremo di nuovo domani” disse. “Se tenteranno di entrare ancora nella nostra stanza, e credo proprio che lo faranno, stavolta fingeremo di dormire e li lasceremo fare”.
Kaori annuì, ma la tensione non le permetteva di stare tranquilla. Erano partiti da Tokyo solo due giorni prima, non vedevano l’ora di trascorrere quei giorni insieme e in completo relax, lontani dal caos cittadino e dai pericoli a cui erano continuamente sottoposti a causa del loro lavoro. Sembrava proprio che i guai li inseguissero e che loro non riuscissero a starne lontani, come delle calamite. D’altra parte, non potevano ignorare la situazione che coinvolgeva i signori Nakama, dandogli non pochi pensieri. Certo, Jin e Kyoko non avevano chiesto il loro aiuto come facevano di solito i loro clienti, con un messaggio sulla lavagna della stazione di Shinjuku, ma era chiaro che fossero in difficoltà e Kaori non si era sentita di abbandonarli ai loro problemi. Per fortuna Ryo non aveva protestato a riguardo. Purtroppo, quella vicenda si stava rivelando più complicata del previsto e non erano più sicuri di riuscire a risolvere il mistero velocemente, soprattutto dopo quella notte.
Ryo abbracciò Kaori e sorrise con tenerezza: “Vedrai, riusciremo in qualche modo a venire a capo di questa faccenda e a goderci la nostra meritata vacanza”.
“Lo spero, abbiamo aspettato così tanto…”
L’uomo le accarezzò dolcemente il viso, poi la baciò: “Torniamo dentro, fa freddo qui fuori” disse e la strinse tra le braccia. Kaori sorrise e si lasciò avvolgere in quell’abbraccio pieno di calore. No, non era vero che non si sentiva al sicuro in quel luogo, dovunque ci fosse stato Ryo, non aveva niente da temere.
 
Quando il sole era alto nel cielo già da un paio di ore, gli sweeper tornarono da Kyoko e Jin per aggiornarli sugli sviluppi di poche ore prima.
“Purtroppo sono fuggiti” disse Ryo. “Per lo meno nessun altro si è accorto di niente”.
“Grazie di cuore, signori Saeba” disse Kyoko, con un sorriso colmo di gratitudine. “Se si fosse svegliato qualcuno anche stanotte, spaventandosi e urlando, a quel punto i nostri ospiti se ne sarebbero andati tutti”.
“Già” concordò Ryo. “Sono scomparsi prima che io e Kaori potessimo avvicinarci troppo, ci hanno dato l’impressione di temere di essere visti da vicino”.
“Questo particolare è molto sospetto” intervenne Kaori.
I coniugi Nakama si guardarono e la loro espressione diede la sensazione agli sweeper che i due anziani fossero quasi… delusi. In fin dei conti non avrebbero dovuto essere felici di scoprire che probabilmente nessun evento soprannaturale coinvolgeva quel posto? Ryo e Kaori non dissero niente, ma si scambiarono uno sguardo fugace d’intesa, c’era decisamente qualcosa che sfuggiva loro e che gli anziani proprietari stavano volontariamente omettendo.
“Quindi, chi pensate che siano i responsabili?” chiese Jin, cercando di parlare con un tono calmo e deciso.
“Avete detto di aver ricevuto un’offerta per la vendita della pensione, dico bene?” chiese Kaori, lo sguardo attento e vigile alle reazioni di Kyoko e Jin alle loro domande.
“Sì, ma abbiamo rifiutato e dopo non abbiamo più ricevuto alcuna proposta”.
“Talvolta le persone non si arrendono facilmente davanti un obiettivo, soprattutto di tipo economico” spiegò Kaori. “Possono essere disposti anche a ricorrere a metodi piuttosto discutibili per ottenere ciò che desiderano”.
Kyoko e Jin erano increduli, non avevano mai pensato a una cosa simile. La pensione era molto preziosa per loro, per motivi affettivi prima di tutto, oltre che economici, ma non avrebbero mai creduto che potesse esserlo tanto anche per qualcun altro, nonostante l’offerta ricevuta qualche settimana prima.
“E dire che il signor Asano ci era sembrata una persona così cortese…” disse Jin.
“Il signor Asano è colui che vorrebbe acquistare la pensione?”
“Sì, è il proprietario di un grande hotel poco distante. Infatti, ci ha sorpreso la sua offerta, questo posto è così piccolo e modesto, insignificante rispetto al suo albergo di lusso”.
“Qual è il nome di questo hotel?”
“È l’albergo Asano Palace, si trova in fondo alla strada dalla quale si arriva qui”.
“Grazie, questa informazione ci sarà utile” sorrise Kaori.
 
Dopo essersi congedati, Ryo e Kaori si confrontarono sulla conversazione che avevano appena avuto con Jin e Kyoko.
“Ryo, ci stanno nascondendo qualcosa, hai notato come si sono guardati prima?”
“Certo, non sembravano granché soddisfatti di ciò che gli abbiamo detto”.
“Pensi che il proprietario dell’albergo c’entri qualcosa?” chiese Kaori. “O addirittura che abbia un accordo con i signori Nakama?”
“Mi hai letto nel pensiero, socia!” sorrise Ryo. “Non so quale sia il vantaggio, per loro, ma lo scopriremo”.
“E come faremo? Continuano a non dirci una parte della storia”.
“Semplice, domani andremo a fare un giretto all’hotel del signor Asano”.
“Sembra tutto così assurdo” disse Kaori, pensierosa. “I signori Nakama sono preoccupati di perdere la pensione, perché avrebbero dovuto architettare una messinscena di questo tipo?”
“Be’, è quello che hanno detto, è vero. Dobbiamo solo capire se è la verità”.
   
 
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