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Autore: Glance    13/09/2009    9 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Mio padre aveva ragione, non amavo essere al centro di tanta attenzione. Riuscivo a mantenere il controllo solo grazie alla vicinanza di Edward. La curiosità dei presenti era legittima, infondo ne ero consapevole. Il nostro matrimonio insieme a quello di Alice era stato l’avvenimento mondano dell’anno. Tutti si erano meravigliati di come fosse trascorso così poco tempo dall’annuncio del fidanzamento della signorina Alice Masen con il sottotenente Hale alla data delle nozze, ma ancor più aveva destato scalpore il matrimonio del più giovane dei due figli maschi del giudice Masen che era avvenuto senza la presentazione ufficiale della futura moglie e come poi i commenti erano stati i più disparati, alla notizia che sposava la figlia del capo della polizia. Ci eravamo trasferiti da poco ed ero riuscita la dove tante avevano fallito. Avevo fatto capitolare uno dei giovani uomini più ambiti della città. La maggior parte non riusciva a capire il motivo di tanta fretta. Solo le persone più vicine alla famiglia di Edward ne conoscevano la ragione, per gli altri non c’era altro modo che fare delle congetture. Non mi ero resa conto di quanto in vista potesse essere la famiglia di cui entravo a far parte fino a quando non ebbi modo di ammirare i regali che avevamo ricevuto per le nostre nozze.
Edward , come Alice e Emmett e gli stessi genitori di mio marito sin da subito si erano dimostrati discreti e alla mano, ma adesso che entravo a far parte anche io della famiglia attorno a me notai immediatamente rispetto e soggezione. La cosa mi meravigliò e intimorì. Io non avrei mai pensato di poter destare in nessuno questo tipo di sentimenti. Mi ero sempre considerata una ragazza semplice e alquanto anonima, ma adesso mi sentivo come se fossi entrata a fare parte di una sorta di famiglia reale. Forse era solo perché avvertivo il peso della mia nuova condizione o forse solamente perché cominciavo a rendermi conto che oltre a me ed Edward c’erano anche altre persone e altre situazioni. Adesso che eravamo finalmente riusciti a coronare il nostro sogno era come se andassi prendendo nuovamente coscienza di me stessa. La sua mano non aveva lasciato la mia mai, neanche per un attimo. Qualunque spostamento facesse Edward mi teneva saldamente al suo braccio come se si sentisse minacciato dal fatto che potessi scomparire. Non faceva che sorridere e guardarmi cercando conferma al fatto che stessi bene.
- Stanca, tesoro?- La sua voce calda e bassa mi faceva sobbalzare il cuore per l’emozione.
- No, direi…felice. Ancora non mi sembra vero.- Il suo sorriso inconfondibile non faceva che procurarmi capogiri.
- Dovrai convincertene. E’ tutto vero, amore mio.- Continuavo a ricevere baciamani e a sorridere, stupendomi ogni volta che lo sentivo presentarmi come sua moglie.
Da sotto il patio dove erano stati sistemati gli orchestrali si levarono le note di un valzer. Edward mi guardò e con un leggero cenno del capo mi invitò ad aprire le danze.
- Tocca a noi. Pronta per il nostro primo ballo da marito e moglie?- Non riuscivo a smettere di sentirmi stordita ogni volta che gli sentivo pronunciare quella parola. Ero sua moglie, finalmente, anche se non riuscivo ancora a capire come fosse potuto succedere che quel ragazzo così bello ed elegante avesse voluto legare la sua vita alla mia.
-Sì.- Dissi. Sentii il suo braccio scivolare intorno alla vita e la sua mano stringere con delicatezza la mia. Mi guidò tra quelle note sotto gli occhi ammirati dei presenti ai quali avevo sentito sussurrare che formavamo proprio una bella coppia e che per Edward non poteva che essere naturale avere al suo fianco una ragazza graziosa ed elegante come me.
Non riuscivo a credere come fosse possibile che mi vedessero in quel modo e l’unica ragione poteva trovarsi solo nell’amore smisurato che provavo che riusciva a farmi sembrare migliore di quello che in realtà fossi.
- Hanno ragione.- Disse Edward. – Non devi arrossire, sei proprio come dicono. Il fatto che tu non ne sia consapevole, ti rende ancora più bella.- Sussurrò piano come se mi avesse letto nella mente. Lo guardai un po’ stupita.
- Come fai?- Gli domandai e lo vidi sorridere. - A fare cosa?- Rispose divertito.
- A sapere esattamente a cosa penso.- Mi strinse di più a sé.
- Non è difficile. Lo intuisco dalla tua espressione quando ascolto i commenti che ti vengono rivolti.- Sorrisi. - Sarai sempre così attento a tutto ciò che mi riguarda?- Si fermò e mi guardò con un’espressione seria.
- Sempre.- Rispose.
Fummo raggiunti da mio padre che approfittò della pausa. - Posso chiederti un ballo con mia figlia.- Disse rivolto ad Edward.
- Certamente.- Rispose lui e con un inchino gli porse la mia mano.
- Sembrava molto più facile vedendolo fare a lui.- Disse imbarazzato dietro ad un mezzo sorriso. Anche per mio padre il ballo non era una dote innata.
- Cerchiamo solo di andare a tempo.- Risposi.- E vedrai che nessuno si accorgerà di nulla. L’arrivo del giudice Masen fu provvidenziale.
- Mi dispiace caro Charlie interrompere questo momento padre figlia, ma vorrei avere l’immenso onore di ballare con la mia stupenda nuora.- Mio padre sembrò felice di potersi togliere da quella situazione così imbarazzante per lui. Come me non amava mostrarsi. Lo vidi raggiungere mia madre.
Il padre di Edward era un ottimo ballerino al pari del figlio e sperai di non sfigurare.
- E’ una gioia averti nella nostra famiglia Bella e volevo ringraziarti.- Lo guardai stupita.
- Di cosa signore?- Risposi.
- Di rendere felice il mio ragazzo.- Disse distogliendo lo sguardo in preda all’emozione.
Quando la musica cessò mi affidò nuovamente alle attenzioni di suo figlio.
- Tua moglie è una ragazza splendida, ma la dote che ammiro più di tutte in lei e la gentilezza, la modestia e quel suo essere così riservata. Sono felice che faccia parte della nostra famiglia figliolo e sono sicuro che sarete felici sempre come oggi.- Vidi il giudice Masen stringere la mano di suo figlio e tirarlo a se in un abbraccio che stava a significare tutto l’affetto e la stima che nutriva per lui.
Tutta la sua famiglia si strinse intorno a noi e il brindisi di Emmett annunciò l’arrivo della torta nuziale.
Poi fu la volta del lancio del mio bouquet che con mio grande disappunto fu afferrato da Jessica. I nostri sguardi s’incrociarono e con la perfidia che la caratterizzava fece finta di non riuscire ad afferrarlo e con sul viso un’espressione mortificata vi passò sopra come se fosse capitato in maniera involontaria e alla presenza di tutti disse in modo udibile: - Che sciocca! Sono mortificata. Mi dispiace Bella il tuo stupendo bouquet…- Sapevo che lo aveva sperato sin dall’inizio e che sicuramente aveva fatto in modo da renderlo possibile.
Edward mi strinse a se e sfiorandomi la guancia con un bacio sussurrò: - Non ci pensare, non le resta che questo: la sua gelosia è il suo veleno. Per nostra fortuna noi abbiamo altro.- Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai cullare dal suo passo elegante verso l’atrio, dove ci aspettava Billy. Alice aveva provveduto ai bagagli.
- Bella è il momento dei saluti.- Disse Alice sorridendo.
Ci vedremo domani, quando anche io e Jasper rientreremo. Mi abbracciò.
Fui raggiunta dai miei genitori. - Vai bambina e sii felice.- Disse mia madre tra le lacrime.
- Ti affido mia figlia Edward. Abbine cura.- Rivolto a mio marito.
- Lo farò signore.- Mio padre annuì e mi strinse a se.- Sii felice piccola mia.- Tra le lacrime mi congedai da tutti loro.
Edward mi aiutò a salire in auto.
- Auguri ragazzo mio. Disse il signor Masen. Edward li lasciò, riservando l’ultimo saluto per sua madre che commossa fino alle lacrime gli accarezzò il viso senza riuscire a parlare.
Prese posto accanto a me e mi cinse le spalle con il braccio. Poggiai il viso sulla sua spalla.
- Tutto bene Bella?- Disse cercando di guardarmi in volto. - Sì.- Dissi piano. Mi prese la mano e la tenne stretta per tutto il tragitto.
Non avevo mai visto la casa che mi avrebbe accolta come la moglie di Edward. Era una deliziosa villetta e a poco più di una cinquantina di metri appresi che c’era quella di Alice e Jasper.
Billy fermò la macchina davanti all’ingresso dopo aver attraversato un grazioso giardino ben curato.
Aspettai che scaricasse le valige mentre una signora dall’aspetto rassicurante ci veniva incontro.
- Benvenuto Signore, felicitazioni per le vostre nozze. Vi stavo aspettano è andato bene il viaggio?- La donna disse rivolta ad Edward.
- Grazie Emma, tutto bene. Ti presento mia moglie Isabella.- La donna mi rivolse un sorriso cordiale.
- Bella lei è Emma la nostra governante.- Ero intimidita e sorrisi a mia volta.
- Benvenuta signora, felice di fare la vostra conoscenza.- Disse mentre prendeva parte dei bagagli e li portava in casa.
Mi diressi a mia volta verso casa, ma mi sentii afferrare per un braccio da Edward.
- Dove pensi di andare?- Mi disse sorridendo. Lo guardai senza capire a cosa si stesse riferendo. Mi sembrava ovvio che volessi entrare.
- In casa- Risposi sorpresa dalla domanda.
- Non puoi da sola- Sorrise enigmatico.- Devo portarti in braccio oltre la soglia. E’ la tradizione e dobbiamo rispettarla.- Si avvicinò e mi sollevo tra le braccia, portandomi all’interno.
L’ingresso era piccolo, ma accogliente. Anche i mobili erano eleganti.
- La stanza è pronta signore, se volete che vi porti qualcosa…- Vidi Edward impacciato.
- No grazie Emma, se avremo bisogno di qualcosa te lo faremo sapere. Puoi andare, grazie.
Era pomeriggio inoltrato e mi trovavo da sola, veramente sola con Edward che ora era mio marito. Ebbi un moto d’imbarazzo e mi sentii arrossire. Lui fece finta di non notarlo.
- Vuoi salire a cambiarti? Io darò disposizioni per la cena. Raggiungimi quando hai fatto- Sorrisi.
- La nostra camera è la prima in fondo alle scale. Disse.
Mi avviai e mentre salivo sentivo il mio cuore battere impazzito. Arrivata in stanza trovai i bagagli e cominciai a disfarli per cercare un abito più consono al momento, mi sarei fatta aiutare a sistemare gli altri da Emma in un secondo momento.
Cominciai a sfilare l’abito da sposa e lo adagiai sulla poltrona ai piedi del letto. La stanza era ben arredata e luminosa e il piccolo balcone si affacciava sul giardino del retro e da lì potevo scorgere la casa di Alice e Jasper. Ancora quella nuova situazione mi sembrava strana e irreale dandomi le vertigini. Mi accorsi che nel mezzo del giardino c’era un grande salice e sotto i suoi rami una panchina. Vidi anche una piccola fontana e un roseto curatissimo.
Finii di preparami e scesi per raggiungere Edward. Lo sentii parlare e non conoscendo la casa seguii la sua voce. Stava conversando con Billy in quello che doveva essere lo studio e dove notai era stato posizionato il suo pianoforte.
Mi fermai sulla porta.
- Vieni mia cara, entra. Dicevo a Billy che avremo bisogno di un autista perché lui tornerà domani a casa dei miei genitori e gli stavo chiedendo se Jacob, suo figlio, era disposto a lavorare per noi.- Feci un cenno di assenso e mi sedetti sul divano di velluto blu in silenzio per non disturbare.
- Glielo chiederò signore e vi farò sapere.- Rispose Billy.
- Grazie.- Disse Edward congedandolo. Si alzò dalla poltrona dietro la scrivania e mi raggiunse.
- Hai fame Bella?- Lo guardai non sapendo cosa rispondere.
Cercavo di prolungare il più possibile il momento di rimanere da sola con lui, ma avevo lo stomaco chiuso e non volevo si accorgesse che dicevo una bugia. - Non saprei di preciso.- Risposi.
- Non preoccuparti. Nel frattempo che decidi, vado a cambiarmi. Avrò tempo per portare la divisa.- Mi accarezzò e mi baciò la mano.
- Faccio presto: tu nel frattempo non scappare.- Disse facendomi l’occhiolino.
Lo vidi allontanarsi e mi diressi verso la porta finestra che dava sul giardino. Scesi i pochi gradini e mi ritrovai a passeggiare verso il grande salice e presi posto sulla panchina per ammirare lo spettacolo che quel tramonto offriva.
Edward mi raggiunse poco dopo e portò con sé il mio scialle di seta e me lo poggiò sulle spalle.
- Sembra che il tempo voglia cambiare.- Osservò prendendo posto accanto a me.- E’ un tramonto Bellissimo , non trovi?.- Disse, fissando il cielo.- Ma non è niente paragonato a te…Ti amo da stare male, Bella…credimi è qualcosa che alle volte mi fa paura questo sentire di appartenerti completamente.- Tacque e il mio cuore si fermò.
Si voltò verso di me:- Non dici nulla?-
- Non pensavo che tanta felicità potesse stordire fino a questo punto.- Dissi tra le lacrime.
- Non piangere. Ti prego.- Pronunciò piano.
- Vieni forse è meglio mangiare qualcosa.- Mi porse la mano e mi invitò a seguirlo.
Durante la cena conversammo amabilmente e più di qualche volta avemmo motivo di ridere degli avvenimenti della mattina. Lui mi confidò la sua agitazione e come più di qualche volta era riuscito a fare spazientire persino Jasper. Tutto quello servì a mitigare la tensione.
- Volevo proporti una passeggiata in giardino, ma dal tuo viso vedo che sei alquanto provata. Forse sarebbe meglio ti ritirassi.- Mi baciò sulla fronte e mi invitò a salire nella nostra camera.
- Tu…no…non vieni?- Dissi agitata.
- Tra un attimo.- Rispose guardandomi teneramente.
Mi voltai e mi allontanai confusa ed emozionata.
Arrivata in stanza mi liberai del vestito indossando la mia camicia da notte e iniziai a pettinare i capelli con il cuore che batteva come non aveva fatto mai prima di quel momento, sobbalzando ad ogni scricchiolio delle scale, ma ebbi il tempo di dare tutti e cento i colpi di spazzola. Edward tardava forse per darmi più tempo per abituarmi.
Scostai le tende e lo vidi in giardino mentre fumava.
Abbassai la luce del lume e attesi ai piedi del grande letto appoggiata ad uno dei pomi d’ottone.
Quando Edward mi raggiunse e lo sentii entrare nella stanza il mio cuore si fermò.
Non riuscivo a controllare il mio respiro. Sentivo i suoi passi mentre si avvicinava sempre più, fino a quando non ne avvertii il profumo, quel misto tra colonia e tabacco.
Si fermò alle mie spalle e non ebbi la forza di voltarmi.
Senza sfiorarmi mi sussurrò:- Come stai?- Non riuscii a pronunciare una sola parola. Semplicemente tremavo non riuscendo quasi a respirare.
- Hai paura di me, Bella?- Disse con la voce calda e profonda. Fui capace appena di fare un cenno di assenso.
- Non devi amore mio. Non potrei mai farti del male. So che questo è totalmente sconosciuto e nuovo per te, ma stai tranquilla non c’è fretta che succeda nulla adesso.- Cercò di rassicurarmi.
- Posso avvicinarmi ancora un po’ tesoro? Vorrei abbracciarti e provare a tranquillizzarti. Vuoi?.- Risposi, muovendo la testa in silenzio, per dire di Sì.
Mi sentii prendere la mano e lentamente mi attirò a lui.
Quando riuscii a cingermi la vita disse piano: - Tremi come una foglia e sei gelata. Stai calma Bella ti prego non fare così. Si scostò da me e mi voltò lentamente. Prese il plaid adagiato ai piedi del letto e me lo avvolse intorno.
- Guardami Bella. Sono sempre io: Edward.- Mentre mi parlava mi resi conto che iniziavo a piangere. A quel punto mi sentii sollevare e adagiare sul letto.
- Vieni qui, sembri un cucciolo spaurito.- Disse abbracciandomi e baciandomi i capelli.
Quel gesto servì a ridarmi un po’ di autocontrollo e rinfrancata mi accoccolai più vicina a lui.
Pian piano quel contatto e il battito del suo cuore accelerato come il mio mi tranquillizzarono.
Edward prese ad accarezzarmi da prima i capelli, poi il viso delineandone il contorno, poi soffermò le sue dita sulle labbra. I suoi occhi erano dolcissimi e intensi al tempo stesso.
- Vorrei provare a fare una cosa se me lo permetti.- Disse ad un tratto.
- Cosa? -risposi un po’ preoccupata. Sorrise.
- Vorrei provare a baciare mia moglie, fino ad ora ho baciato solo la mia fidanzata e quella da questa mattina non l’ho più.- Mi regalò la sua espressione particolare.
- Credi che potrei farlo? – I suoi occhi innocenti e supplichevoli mi strapparono un sorriso.
- Credo di sì.- Dissi piano.
Rimase un attimo a fissarmi con un’intensità che mi tolse il respiro e lentamente si avvicinò fino a sfiorarmi le labbra. Indugiò con sapienza invitandomi a baciarlo e ritraendosi per tornare a guardarmi. Quel negarsi discreto provocò in me il desiderio dell’attesa e quando finalmente la sua bocca si unii alla mia , sentii il mio cuore esplodere per l’emozione.
Le sue labbra scottavano sulle mie e le sue mani presero ad accarezzarmi fino a che le mie difese cedettero sotto la forza di quel sentimento che ci legava e ci faceva sentire l’una parte dell’altro adesso in tutti i sensi.
Quella fu la prima notte che trascorsi con Edward come sua moglie e con lui intrapresi il mio nuovo cammino di donna: la sua.









Ecco un altro aggiornamento e spero che sia di vostro gradimento e all’altezza delle aspettative.
Il tema trattato era delicato e doveva poter rendere l’intensità mantenendo toni delicati come era consono per quei tempi. Spero di esserci riuscita. Fatemi sapere cosa ne pensate.


Ancora una volta il mio grazie va a chi preferisce, segue o solo legge per curiosità questa storia.


Sempre un grazie sincero e particolare va a chi invece trova la voglia e il tempo di lasciare il proprio commento.


Recensione di Shinalia [Contatta], del 12/09/2009 - 01:46PM sul capitolo 22: CAPITOLO XXI - Firmata Grazie per i complimenti. Hai ragione, Jessica in effetti non ispira certo buoni sentimenti. Comunque il percorso tra Edward e Bella sarà lungo e non privo di difficoltà, ma come si dice l’amore è la forza che muove l’universo. Ciao

Recensione di ginny89potter [Contatta], del 12/09/2009 - 01:06PM sul capitolo 22: CAPITOLO XXI - Firmata Sono felice e lusingata per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Fammi sapere cosa ne pensi. Ciao.

Recensione di samy88 [Contatta], del 12/09/2009 - 11:35AM sul capitolo 22: CAPITOLO XXI - Firmata Che bello sapere che quello che scrivo vi emoziona. Spero che continuerà a farlo. Baci

Recensione di Goten [Contatta], del 12/09/2009 - 11:34AM sul capitolo 22: CAPITOLO XXI - Firmata Non dovrei, ma non nego che mi fa veramente piacere sapere che la mia storia ti piace talmente tanto da metterla prima del tuo lavoro. Grazie ciao

Recensione di free09 [Contatta], del 12/09/2009 - 09:57AM sul capitolo 22: CAPITOLO XXI - Firmata Spero di avverti accontentata postando il seguito e grazie per seguire questa ff. Un bacio. Ciao.

midnigtsummerdreams: Grazie. I vostri complimenti mi fanno felice. Continua a seguire. Baci
  
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