Non posso… Non voglio farti del male…
 
L’essere lo osservava rintanato tra le ombre, avrebbe dovuto essere spaventato, inorridito anche.
In guerra aveva visto e fatto cose terribili ma niente poteva raggiungere l’orrore di quella creatura, ma la conosci… è il tuo topolino ed al tempo stesso è Behemoth.
 
Non sa come conosce quel nome, eppure gli strappa un sorriso.
Adoro vederti all’opera…
 
Scosse la testa e si protese verso l’essere.
Ha fame, se non asseconderà i suoi istinti svanirà, e riusciva solo a pensare al fatto che sarebbe rimasto solo, ancora una volta.
Preferiresti morire che avvertire ancora quel gelo.
Si scoprì il collo, esponendolo alle fauci della creatura.
«Non voglio che te ne vada…»
 
Quando i denti affondarono nella sua carne non avvertì dolore, bensì un penetrante inaspettato piacere.
Si aggrappò all’essere, sorrise penando quanto dolore e desiderio si mescolassero assieme con tanta perfezione.
Non avrebbe mai immaginato che annichilirsi tra le ombre potesse essere tanto struggente.
Billy…
 
Julian lo stava chiamando, le sue labbra ti sfiorano.
 
Svegliati!
 
«Billy mi stai ascoltando?»
Sbattè le palpebre, il sogno di quella notte finalmente gli scivolò via dalle palpebre.
La Dottoressa Dumont ti fissa impassibile, solo il suo tono tradisce il fastidio.
 
«Non hai dormito molto neanche stanotte?»
 
Lui scosse la testa.
Mentiva…
Il suo topolino, Evie era scivolata accanto a lui, il suo ospite aveva prosciugato ogni incubo, si era nutrito di essi e per la prima volta aveva dormito tranquillo.
Solo che quella realtà ormai gli stava stretta, era quella la verità, bramava gli infiniti mondi che riusciva a sfiorare oltre quel corpo.
Ma non poteva dirlo a lei, solo qualcuno come Evie, che affondava tanto quanto lui nella follia poteva capire, non lei… Non stavolta.
 
Evie era presente in ogni mondo, tanto quanto Julian, ancora non capiva se potesse avere un senso, ma era stanco di continuare quella recita.
Non sapeva molto, ma lo stavano punendo per qualcosa che nemmeno ricordava.
Era stanco di quel gioco dalle regole truccate, solo una cosa lo spronava a resistere allo sprofondare per sempre nei sogni.
 
Julian era reale!