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Autore: shirley jane    30/04/2023    3 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Siamo arrivati al quarto capitolo.
Come sempre ringrazio chi sta seguendo questa storia, buona lettura!
 
 

 
Aya, seduta in giardino, attese qualche secondo prima di iniziare il suo racconto, gli occhi di Kyoko erano fissi su di lei.
“Haruka era la figlia minore di un samurai ed era molto amata da suo padre. Era cresciuta spensierata, piena di vita e curiosità”.
Kyoko immaginò la ragazza del dipinto non con lo sguardo malinconico con il quale era stata ritratta, ma felice e sorridente, in un’epoca lontanissima.
“Anche Masaki era figlio di un samurai e il suo destino, sin dalla nascita, era di diventare a sua volta un samurai, degno di rendere orgoglioso il nome che portava. Si racconta che Masaki fosse un uomo coscienzioso e leale” la donna sorrise. “Sicuramente oggi avrebbe molte ammiratrici”.
“Mamma, come si sono conosciuti Masaki e Haruka?” chiese la ragazza, desiderosa di sapere di più. “Come si sono innamorati?”
“Si dice che fosse destino…”
 
“Non riuscite proprio a stare lontani dai guai voi due, eh?”
“Finiscila, Saeko” sbuffò Ryo. “Hai portato quello che ti abbiamo chiesto?”
“Certo, perché altrimenti avrei guidato un’ora e mezza per arrivare fin qui?” la donna gli consegnò una busta sigillata. “Qui dentro c’è tutto”.
Ryo e Kaori avrebbero finto di essere una coppia benestante intenzionata a investire nel settore turistico della zona. Il giorno prima, Saeko era riuscita a ottenere un appuntamento con Takeru Asano, proprietario e direttore dell’albergo Asano Palace, simulando di essere una segretaria alle dipendenze della coppia.
“Vi ho portato qualche abito adatto al contesto” disse Saeko, aprendo gli sportelli posteriori della sua auto. “Non penserete mica che vestiti in jeans e maglietta vi crederebbero davvero una facoltosa coppia di imprenditori?” aggiunse, squadrandoli con le mani sui fianchi.
Ryo e Kaori si guardarono, non sapevano se sentirsi offesi o semplicemente perplessi delle parole di Saeko. Tuttavia, dovettero riconoscere che non aveva tutti i torti, Asano era un uomo con un discreto patrimonio e sicuramente aspirava a stringere affari con persone altrettanto abbienti.
“A questo punto vi saluto, ho un sacco di cose da fare a Tokyo” disse Saeko, salendo in auto. “Ci vediamo presto” concluse, prima di mettere in moto e tornare verso la città.
“Come siamo finiti a dover chiedere l’aiuto di Saeko anche stavolta?”
“Se vogliamo scoprire se Asano c’entra qualcosa con questa storia, non possiamo presentarci con le nostre vere identità” disse Ryo. “Non abbiamo la certezza che i signori Nakama siano estranei alla vicenda, o che addirittura non abbiano un accordo con lui”.
“Mi sembra assurdo” disse Kaori, pensierosa. “Kyoko e Jin sembrano due persone oneste”.
“A volte le apparenze ingannano, lo sai”.
“Eppure i loro occhi non mentivano, erano sinceri”.
Ryo era d’accordo con Kaori, gli anziani coniugi sembravano anche a lui realmente in difficoltà, ma era chiaro che avessero un segreto e questo metteva tutto in discussione.
Ryo, Kaori e Saeko, si erano incontrati in una radura a metà strada tra la pensione e l’hotel. Gli sweeper avevano noleggiato un’auto e per mascherare ulteriormente la loro identità, avevano camuffato alcuni particolari del loro aspetto. Ryo aveva tirato indietro i capelli con del gel e aveva indossato un paio di occhiali. Kaori si era messa una parrucca lunga e nera con una frangia. Gli abiti di Saeko, che avevano indossato in auto, avevano fatto il resto.
“Questo look ti dona, signor Inoue” disse Kaori, con un sorriso divertito.
“Anche tu stai molto bene, signora Inoue” sorrise anche Ryo. “Però sei ancora più bella con i capelli corti e ribelli” aggiunse baciandola.
Sembrava inevitabile che un bacio, anche se fugace, si trasformasse in qualcosa di emozionante e appassionato. Si separarono un momento e quando Ryo si avvicinò di nuovo, Kaori gli mise una mano sulle labbra: “Non adesso” sussurrò, anche se a malincuore.
Ryo sospirò rumorosamente, la sua compagna aveva ragione, ma era così difficile separarsi da lei, soprattutto dopo il bacio ardente che si erano scambiati.
“Mi farai diventare matto, Sugar Boy”.
Kaori sorrise, poi gli diede un bacio sulla guancia, quasi all’angolo della bocca.
“Andiamo, dai” disse. “Prima veniamo a capo di questa storia, prima torneremo alla nostra vacanza”.
“Già, la nostra vacanza!” sbuffò Ryo.


Una volta arrivati all’albergo, entrarono nella hall, e furono accolti dal sorriso garbato di una receptionist.
“Buongiorno, signori, posso aiutarvi?”
“Salve, abbiamo un appuntamento con il signor Asano” disse Ryo. “Siamo i signori Inoue”.
“Certo, il direttore vi sta aspettando” disse la ragazza. “Un momento, per favore”.
Alzò la cornetta del telefono, annunciando il loro arrivo, e pochi secondi dopo apparve una donna di qualche anno più grande.
“Ben arrivati, signori Inoue, sono la signora Sasaki” disse. “Seguitemi, per favore”.
Superarono la reception e percorsero un breve corridoio, fino ad arrivare davanti a una porta chiusa di un legno lucido. La donna bussò e subito dopo udirono una voce maschile.
“Sono arrivati i signori Inoue, direttore”.
“Li faccia entrare”.
Takeru Asano era un uomo intorno ai quarant’anni, dall’espressione risoluta e un aspetto elegante. Si alzò dalla scrivania e strinse loro le mani, indugiando qualche secondo in più su quella di Kaori.
“Benvenuti, è un vero piacere incontrarvi” disse. “Prego, sedetevi”.
Ryo stabilì che sembrava particolarmente lieto di conoscere Kaori, viste le occhiate che le lanciava, senza preoccuparsi di essere discreto o della presenza del marito.
“La vostra segretaria ha detto che siete interessati a investire nel settore alberghiero di questa zona”.
Ryo trattenne un sorriso sarcastico, a quanto pareva Asano non amava perdere tempo in convenevoli ed era sin troppo sicuro di sé, quasi strafottente.
“Questa località ha il suo fascino, lo ammetto” continuò l’uomo. “Ma per quale motivo dovreste essere interessati a investire proprio qui? Se ho capito bene, abitate a Tokyo”.
“La città offre innumerevoli opportunità, su questo non c’è dubbio”.
Ryo si rilassò sulla sedia e strinse la mano di Kaori, mostrandosi anche lui perfettamente a suo agio. Se l’intenzione di Asano era quella di metterli in difficoltà, non ci sarebbe riuscito facilmente.
“Tuttavia, come ha detto anche lei, questo luogo immerso nella natura ha molto fascino” Ryo sorrise. “Sa, le sfide ci piacciono in modo particolare. Non si sa mai cosa può succedere”.
Asano accennò un sorriso, ma dal suo sguardo trapelava un coinvolgimento evidente.
“La vostra proposta è senz’altro molto interessante” disse. “Stasera, nella mia villa, ho organizzato un ricevimento in maschera. Sapete, le occasioni di questo tipo sono ideali per parlare di affari”.
Kaori aumentò la presa sulla mano di Ryo e lui sorrise, avevano avuto la stessa intuizione. Asano, aprendo le porte di casa sua, aveva dato loro modo di centrare il primo obiettivo: conquistare la sua fiducia e osservare l’ambiente nel quale agiva.
“Mi farebbe piacere se veniste anche voi”.
“Perché no” disse Ryo, guardando Kaori con un sorriso soddisfatto.
“Benissimo” esclamò il direttore, alzandosi in piedi. “Sarà un piacere avervi come miei ospiti”.


Saliti di nuovo in auto, Kaori disse: “È stato tutto troppo facile”.
“Non preoccuparti, sicuramente Asano aveva già cercato informazioni su di noi prima ancora di vederci di persona, hai notato che non ci ha nemmeno chiesto il nome? Inoltre, la sua casa sarà circondata e tenuta sotto stretta sorveglianza dai suoi scagnozzi per tutta la sera, alla festa”.
“È apparso molto interessato, comunque”.
“È il tipo di uomo che sa fiutare un buon affare da lontano” Ryo sorrise. “E noi siamo degli ottimi attori”.


Quella sera, Ryo e Kaori indossarono semplicemente degli abiti eleganti, non avevano il tempo di andare ad acquistare chissà quale costume, ma comprarono delle maschere che coprivano in parte il loro viso. Kaori portava un abito verde a maniche lunghe, la parte superiore era più scura e le lasciava le spalle leggermente scoperte con una scollatura a cuore, poi scendeva morbido fino ai piedi. Ryo, invece, indossava un completo bianco.
“Cavolo, questa villa è… imponente” disse Kaori, osservando stupefatta l’edificio illuminato che aveva davanti. “Perché mai Asano dovrebbe mirare alla piccola pensione dei signori Nakama?”
“Siamo qui per scoprirlo, ammesso che sia davvero così” rispose Ryo. “Sono molto più preoccupato per te, veramente”.
Kaori corrugò la fronte, di cosa stava parlando?
“Rischi seriamente di essere la donna più corteggiata della festa”.
Kaori arrossì e scosse la testa: “Non prendermi in giro, Ryo”.
“Non lo sto facendo affatto” sussurrò l’uomo. “Sei magnifica e io sono decisamente l’uomo più fortunato della serata”.
Kaori sorrise, a volte Ryo dimostrava una dolcezza tale nei suoi confronti, che l’emozione che sentiva era così intensa da confonderla persino.
“Sei molto affascinante anche tu”.
“Lo so!”
Si diressero verso l’entrata dove, dopo aver dato i propri nominativi, furono accolti da Takeru Asano in persona.
“Benvenuti, signori Inoue, è un piacere vedervi”.
A Kaori non piacque come la squadrò, né tantomeno quando le prese la mano per il baciamano. Le dava l’impressione di essere un uomo abituato a comprare tutto ciò che desiderava, per niente incline a ricevere dei rifiuti. Ryo era contrariato nella stessa misura, faticò a non dare del viscido ad Asano e allontanare Kaori da lui. Il suo sguardo non comunicava soltanto ammirazione per lei, c’era qualcosa di più ambiguo.
“Il piacere è nostro” disse Ryo, cercando di mantenere un tono di voce calmo. Intrecciò le sue dita a quelle di Kaori.
Asano sorrise e spostò lo sguardo su Ryo: “Se siete d’accordo, rimanderei a più tardi gli affari” disse. “Come padrone di casa ho il dovere di accogliere i miei ospiti personalmente e non sono ancora arrivati tutti. Sapete, i soliti ritardatari…”
“Certo, ne approfitteremo per goderci un po’ la festa”.
“Benissimo, a più tardi, allora”.
Ryo e Kaori si allontanarono, entrambi sollevati di liberarsi della presenza ingombrante e subdola di Asano.
“Quel tipo non mi piace per niente” ammise Kaori.
“Nemmeno a me” confermò Ryo. “Soprattutto quando ti guarda in quel modo…”
“Per caso sei geloso?” Kaori sorrise, aveva bisogno di smorzare la tensione che si era creata.
“E se anche fosse?” chiese Ryo. “Sei la mia compagna, è del tutto normale che lo sia. Ti avevo detto che saresti stata la donna più ammirata della serata”.
Entrambi avevano attirato decisamente l’attenzione degli altri invitati. D’altra parte, erano affascinanti e bellissimi in quegli abiti eleganti e le maschere creavano un alone di mistero. Durante il ricevimento cercarono di ottenere qualche informazione che potesse essergli utile sul padrone di casa, ma tranne scoprire che era un uomo ambizioso e che mirava a espandere il suo impero, non seppero altro. Nessuna novità, insomma.
“Questa serata si sta rivelando del tutto infruttuosa” disse Ryo tra i denti.
Kaori sospirò, non si sentiva a suo agio in quel luogo e dentro la sala c’era un caldo soffocante.
“Esco qualche minuto, ho bisogno di aria fresca”.
“Vuoi che venga con te?”
“Non ce n’è bisogno, fuori è pieno di gente, non mi succederà niente” Kaori gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò.
Non appena uscì fuori respirò l’aria fresca della sera, sentendosi subito meglio. Quel posto era bellissimo, eppure la metteva a disagio. La villa doveva essere almeno su tre piani, circondata da un grande giardino, ricco di rose e alberi rigogliosi, illuminato da piccole luci che contribuivano a creare un’atmosfera suggestiva. Si sedette su una panchina di marmo appartata, non aveva voglia di essere disturbata da nessuno, desiderava solo riflettere con calma. Lei e Ryo erano partiti per passare qualche giorno in tranquillità, godersi la natura e il tempo insieme, invece, erano di nuovo finiti a dover risolvere l’ennesimo grattacapo. Sospirò avvilita, quando sentì un fruscio alle sue spalle. Su una panchina poco distante dalla sua, si era appena seduta una ragazza vestita in abiti tradizionali, stava guardando il cielo e Kaori riusciva a vedere solo il profilo, leggermente nascosto dall’ombra di un albero.
“Questa notte è meravigliosa”.
Kaori annuì, convinta che stesse parlando con lei, non c’era nessun altro nelle vicinanze.
“Sì, ha ragione, è incantevole”.
Kaori la osservò meglio, sembrava quasi eterea, lo sguardo malinconico.
“Vorrei che questo cielo e queste stelle potessero rendere il mio cuore quieto”.
“È triste, signorina?”
La ragazza restò in silenzio, annuì e una lacrima scese lungo il viso.
Kaori trasalì, sorpresa da una risata rumorosa proveniente dalla direzione opposta. Quando si voltò di nuovo, trovò solo la panchina vuota. Dov’era finita la sua interlocutrice? Si guardò intorno, ma non la vide da nessuna parte. Si alzò per tornare alla festa e ripensò alle sue parole, sembrava così afflitta, chissà a cosa stava pensando? Forse stava ricordando un amore che era finito o che non si era mai realizzato. Se così fosse stato, poteva capire bene il dolore che provava, anche se per lei le cose erano cambiate. Si augurò che la felicità raggiungesse anche quella ragazza.
Nel frattempo, anche Ryo era uscito, erano passati più di venti minuti da quando Kaori si era allontanata e non si sentiva tranquillo a saperla da sola in quel posto. Si fermò sui suoi passi, davanti a lui c’era un uomo girato di spalle, vestito da samurai. Il giovane si voltò leggermente, mostrando solo il suo profilo, lo sguardo determinato e serio.
“Qualcuno sta mentendo” disse.
Ryo sgranò gli occhi, stava parlando con lui?
“Chi sei tu?”
“Non farti ingannare”.
Ryo continuò a guardarlo, senza capire. Non percepiva un’aura minacciosa provenire da quell’uomo, a cosa si stava riferendo? Stava parlando di Asano, per caso? Come poteva sapere delle indagini che lui e Kaori stavano conducendo? Sentì Asano chiamarlo e si voltò, ma quando tornò a rivolgersi al giovane vestito da samurai, questo era sparito. Cosa diamine stava succedendo? Era vittima di uno scherzo di pessimo gusto?
“Tutto bene, signor Inoue?”
“Sì, è solo che…” Ryo si guardò intorno, perplesso. “Ehm, stavo cercando mia moglie” disse, riprendendo il controllo di sé stesso e della situazione.
“Sta venendo verso di noi, guardi”.
Ryo fu sollevato di vedere la sua partner, ma ci pensò il proprietario della villa a innalzare nuovamente la tensione.
“Sua moglie è davvero una donna incantevole, convincerebbe persino me a sposarla. Lei è un uomo molto fortunato”.
Più lo conosceva, più a Ryo non piaceva quel tipo, doveva fare attenzione che Kaori non restasse da sola con lui. Asano gli dava l’impressione di essere abituato a prendere tutto ciò che desiderava, a qualunque costo.
“Vogliamo andare nel mio ufficio? Così finalmente potremo parlare di quello che ci interessa”.
Gli sweeper annuirono e lo seguirono.
Si guardarono, stavano per entrare nella tana del leone.
   
 
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