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Autore: Kagome    30/04/2023    3 recensioni
Ladybug regala a Chat Noir una giacca per Natale e questo porta a rivelare la loro identità. Un luogo comune abusato, direte voi? Vi sbagliate di grosso! Ma per sapere perché, dovete leggere la storia.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Il "Gioco pericoloso" di Adrien

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Quando tornò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, Adrien sospirò e osservò Plagg che si dirigeva verso la credenza e ne usciva con due forme di camembert, ne mangiava una in un sol boccone, per poi masticare lentamente la seconda.

"XY, eh? Come ha fatto a prendere la tua giacca?" chiese il Kwami.

Adrien trascinò i piedi fino al letto e vi sprofondò. "Non ne ho idea", mormorò, con lo sguardo fisso sul soffitto.

"Cosa pensi di fare, gattino?". Plagg si avvicinò al suo viso, con la forma di camembert mezza mangiata ancora tra le zampe.

Adrien fece una smorfia. "Allontana quella roba puzzolente dalla mia faccia, Plagg". Sospirò, ma riuscì a respirare meglio dopo che Plagg si spostò e mangiò il formaggio rimanente in un solo boccone.

"Offendi pure il mio formaggio; non cambierà il fatto che quello stolto di un cantante ti ha rubato la giacca..."

"Non sappiamo se l'abbia rubata o semplicemente trovata, Plagg", lo interruppe Adrien, ma Plagg sbuffò.

"Sì, ha trovato una cosa che era poggiata su una sedia nell'ufficio di suo padre, e così si è sentito in diritto di dire che gli apparteneva". Plagg fece una smorfia. "Dillo a qualcun altro. Che sapesse o meno a chi appartenesse la giacca, era consapevole che non fosse sua e che avrebbe dovuto lasciarla dov'era. Ha torto, e tu dovresti chiedere indietro la tua giacca".

Adrien si alzò di scatto alle parole di Plagg e il suo sguardo triste si trasformò in un cipiglio deciso. "Sai una cosa, Plagg? Hai ragione!".

"Certo che ho ragione. Ho sempre ragione, gat-". disse Plagg, ma fu brutalmente interrotto quando Adrien chiamò la sua trasformazione, risucchiandolo nell'anello. Alcuni istanti dopo, Chat Noir afferrò il baton da dietro la schiena e lo estese, saltando poi fuori dalla finestra.

§§§

Alya sospirò mentre ascoltava Marinette andare nel panico dall'altra parte del telefono. "Non ti odia, Marinette; non hai rovinato tutto per non avere un filo bianco nel tuo kit di cucito d'emergenza!". Cercò di rassicurare la sua migliore amica, ma Marinette continuava a piangere e Alya non sapeva cosa fare.

Fu allora che vide Chat Noir atterrare sul tetto di fronte a casa sua. "Scusa, Marinette, c’è un imprevisto con Ella ed Etta. Ci sentiamo più tardi", disse e riattaccò velocemente il telefono. Poi, uscì di corsa dalla finestra sul balcone e iniziò ad agitare le braccia per fare segno all'eroe in nero.

"CHAT NOIR? CHAT NOIR, POSSO PARLARTI UN ATTIMO?".

Quando Chat Noir vide Alya che cercava di attirare la sua attenzione, si fermò di botto e la salutò con un sorriso. Poi, dopo essersi guardato attorno, allungò la bacchetta per atterrare proprio di fronte alla giovane giornalista.

"Alya Césaire, piacere di vederti! Come posso aiutarti? C'è un’akuma?", chiese, guardandosi ancora intorno con circospezione, tanto che Alya pensò che Chat Noir temesse che Nino li stesse spiando, come l'ultima volta.

"Entra; devo parlarti". Invase il suo spazio personale e gli lanciò un'occhiata furba. "In privato".

E così fu. Chat Noir entrò nella sua stanza dalla finestra e si sedette sul suo letto, guardandola con aria di attesa. Alya stava iniziando a parlare quando squillò il suo telefono e una rapida occhiata all'ID del chiamante le fece capire che si trattava di Marinette. Ringhiò e rispose. Chat Noir non riuscì a capire cosa stesse dicendo Marinette dall'altra parte del telefono, ma sembrava molto in preda al panico.

"Non preoccuparti, Marinette. Te l'ho già detto. Non ti odia, ne sono certa. Ora, se non ti dispiace, ho ancora parecchio da fare; ti richiamo appena possibile". E con questo, Alya riagganciò il telefono. Si sedette sulla sedia della scrivania, ringhiò e strinse le mani a pugno prima di guardare Chat Noir dritto negli occhi.

"Va tutto bene, Alya?", chiese lui, con la maschera sul viso che si stringeva mentre aggrottava le sopracciglia.

Alya sospirò. "In realtà no, Chat Noir. Non c'è niente che vada bene. Come ti è saltato in testa di dare la tua giacca a XY?". Quando lo sguardo di Chat Noir si abbassò, Alya capì di averlo in pugno.

"N-no, Alya, cosa...".

"Senti", disse Alya, aggrottando le sopracciglia. "So che non mi permetterai di scoprire chi sei, e nemmeno voglio saperlo. Ma posso quasi mettere a mano sul fuoco che non sei XY". Poi unì le mani in un gesto di preghiera. "Ti prego, dimmi che non lo sei".

Il sorriso teso e corrucciato di Chat Noir avrebbe dovuto essere una risposta sufficiente, ma il ragazzo decise di rafforzarlo. "XY? Che vuoi dire?"

Alya sorrise e alzò un sopracciglio. "Non provarci con me, Chat. Non funziona quando si tratta di una cosa che sta facendo soffrire Marinette".

"Marinette?" Chat Noir reagì di scatto. "Cosa vuol dire la sta facendo soffrire? Cos'è successo? Devo cataclismare qualcuno?". Si alzò e cominciò a guardarsi intorno, con il pugno destro serrato e pronto all'azione.

Alya alzò le mani. "Uhm, uhm, no, calmati! Non c'è nessun pericolo qui dentro, non ti preoccupare". Gli sorrise nervosamente e sospirò di sollievo quando il ragazzo si sedette di nuovo. "È una cosa tra XY e Marinette".

Chat Noir accavallò una gamba sull'altra e incrociò le braccia sul petto. "Pensavo che Marinette lo odiasse".

"È vero. Ha sempre pensato che XY fosse un idiota e che la sua musica fosse disgustosa".

Chat Noir sollevò un sopracciglio. "Allora cos'è questa storia tra lui e lei?".

Alya sospirò. "Come posso spiegartelo, Chat Noir?". Si grattò la testa. " Ecco, sì... Allora... Ladybug ha commissionato a Marinette la giacca che ti ha regalato, dicendole che era per te. Quando Marinette ha visto che XY aveva la giacca e ha sostenuto che fosse sua e che l'avesse 'trovata', lei ha pensato che XY fossi tu".

Chat Noir annuì. "Sì, l'avevo capito anch'io".

"Per fortuna!" Alya fece un sospiro di sollievo.

"Ma perchè è un problema?" chiese Chat Noir, provocando un altro cipiglio da parte della ragazza.

"Sta parlando ininterrottamente di lui, cerca di scoprire tutto quello che lo riguarda, va ogni giorno nell'ufficio di Bob Roth con Luka per parlargli e interagire con lui, trova scuse per il suo comportamento orribile, dice che sta proteggendo la sua identità di supereroe. Gli ha portato pasticcini e dolcetti, gli ha aggiustato il vestito strappato, ha accettato con un sorriso tutte le offese che lui le ha rivolto... e credimi, l'ha trattata in modo orribile. Ora è in lacrime nella sua stanza, e pensa che tu la odi perché non aveva un filo bianco nel suo kit da cucito d'emergenza quando gli ha aggiustato la camicia".

Chat Noir rimase a bocca aperta. "Oh wow".

"Wow, sì. Infatti. Grazie. Marinette sta ancora cercando di giustificarlo e di prendersi la colpa!".

Chat Noir mise il broncio. "Questo non va bene. Dovrebbe sapere che non la tratterei mai così, anche se fosse per proteggere la mia identità".

"Dovrebbe? Perché a me sembra che non lo sappia".

Lui sospirò e abbassò lo sguardo. "Beh, speravo che l'avrebbe saputo, ma hai ragione. E sì, non sono XY". Rimase in silenzio per un po'. "Pensi che dovrei andare da lei a parlarle?".

Alya gli rivolse un'occhiata dolce, ma poi afferrò il telefono che aveva appena emesso un ping. "Non è una buona idea; a quanto pare, sta avendo una serata cinema con i suoi genitori. Devono aver notato quanto fosse stressata".

"Va bene." Sospirò. "Ma ci andrò al più presto. Non sopporto l'idea che pensi che io sia una persona così odiosa". Strinse i pugni sulle cosce e strinse le labbra mentre le braccia gli cominciavano a tremare. "XY la pagherà cara". Non aspettò nemmeno la risposta di Alya: si alzò e prese il baton da dietro la schiena, lo allungò un po' e lo puntò verso la finestra. "Lascia fare a me; troverò una soluzione".

"Va bene. Solo... non fare niente di stupido, o potrei scoprire chi sei sul giornale di domani perché sei finito in galera o cose del genere".

Lui le sorrise. " Ce l'ho con XY, ma non sono pronto a compromettere la mia identità o a cacciarmi nei guai con la legge, non preoccuparti". Le fece un saluto a due dita e saltò fuori dalla finestra, dirigendosi verso casa. Non aveva senso cercare di andare all'ufficio di Bob Roth ormai: parlare con Alya aveva richiesto più tempo del previsto e ora sapeva che il posto sarebbe stato chiuso.

§§§

Tuttavia, il giorno seguente era sabato, il che significava niente scuola e un'occasione perfetta per andare all'ufficio di Bob Roth, dato che sapeva bene che XY usava i fine settimana per registrare il suo nuovo album. Sperava di risolvere la questione prima dell'arrivo di Marinette, ma fu molto sorpreso, quando arrivò, di vedere che Marinette stava già seguendo XY come se fosse la sua ombra.

Poté constatare di persona quello di cui avevano parlato Alya e Luka: XY trattava Marinette come una serva. Anzi, forse peggio: come una piccola schiava. La sua mancanza di cortesia e di rispetto in generale irritò Adrien, e quando XY la sgridò una volta di troppo perché il suo caffè non era abbastanza caldo, Adrien ne ebbe abbastanza. Furibondo, vide che Marinette aveva la testa bassa e sembrava sul punto di piangere, ma con la coda dell'occhio vide che XY era uscito dalla stanza. Così lo seguì, aumentando il ritmo dei suoi passi non appena vide che nessuno lo stava seguendo, finché finalmente lo raggiunse.

"XY?", esclamò, ma non diede a XY il tempo di voltarsi e di accorgersi della sua presenza. Non appena lo raggiunse, lo afferrò per il colletto e lo costrinse a voltarsi, incrociando lo sguardo annoiato e indifferente del ragazzo con quello furente di lui.

Non sapeva che Marinette lo avesse seguito fuori dalla caffetteria e non si rese conto che la ragazza si fosse fermata dietro l'angolo, lottando per evitare che un gemito le uscisse dalle labbra, e molto perplessa sul perché Adrien Agreste stesse afferrando XY per il colletto.

"Che problema hai, Adrien? Non sgualcire la mia giacca".

Adrien afferrò ancora più forte il suo colletto. "Oh, quindi ora è la tua giacca, capisco", gli sibilò in faccia ma lo lasciò andare, portandosi le braccia al petto e lanciandogli un'occhiataccia assassina. XY alzò un sopracciglio verso di lui. "Non è affatto il tuo stile. Dove l'hai comprata?".

XY si raddrizzò la giacca e si aggiustò il colletto prima di sogghignare. "Che ti frega? È solo una giacca. L'ho trovata, mi piaceva e l'ho presa".

Lo sguardo di Adrien si fece ancora più severo. "Importa alla persona che l'ha persa".

"Chi trova, piglia!" replicò bruscamente XY. "E poi, a parte te, nessuno se n'è curato o se n'è accorto. Probabilmente la persona che l'ha persa la detestava". Il suo ghigno si espanse. "A meno che non appartenga a quel fastidioso scarafaggio che continua a seguirmi".

Adrien vide rosso. Davvero. Perse ogni pretesa di tranquillità e gli saltò alla gola. "Non è fastidiosa e non è uno scarafaggio; come osi?". Fissò uno sguardo severo sul volto di XY. "Non ti permetto di insultare Marinette a questo modo!".

"Chi?" chiese XY.

"Sai benissimo chi. Quella che hai appena chiamato scarafaggio. È mia amica; non ti consento di usare una mia amica come se fosse la tua schiava personale, di ferire i suoi sentimenti e di insultarla. È troppo speciale per uno come te".

L'espressione stralunata di XY si trasformò immediatamente in un sorrisetto, mentre il suo sguardo beffardo si fissava in quello di Adrien. "Ma che diamine. È la tua ragazza o cosa?".

Adrien lottò per fermare il rossore che sentiva già diffondersi sul suo viso, ma fallì miseramente e sentì le sue guance andare a fuoco. "Non cambiare discorso!"

XY assottigliò lo sguardo, mentre il suo ghigno dava al suo viso un'aria spettrale. "Sai che ti dico? Non sono io che le vado appresso; è lei che mi sta assillando da una settimana". Spinse con tutta la sua forza Adrien, liberandosi dalla sua presa. "L'ho ignorata fin'ora, ma forse non avrei dovuto; forse avrei dovuto cercare di conoscerla meglio. Se capisci cosa intendo". Ammiccò con le sopracciglia.

Adrien emise un ringhio sordo, i suoi pugni afferrarono di nuovo la giacca di XY e lo avvicinarono al suo viso. "Se la tocchi anche solo con un dito, ti faccio a pezzi!".

"Stai giocando un gioco pericoloso, Adrien. Il tuo caro paparino non sarebbe affatto contento di quello che direi se ci provassi. Potrei stroncare la tua reputazione con gravi conseguenze per l'azienda di tuo padre". Fece una risata sgradevole e disgustosa. "Prova a farmi qualcosa e finirai chiuso nella tua torre dorata per il resto dei tuoi giorni. Tutti ti odieranno, soprattutto Marinette, quando saprà che mi hai dato questa giacca perché la detestavi".

"Non ti ho dato quella giacca, me l'hai rubata!".

Un bagliore di scherno balenò negli occhi di XY. "Quindi è davvero tua. Interessante..."

"Proprio così. E la rivoglio indietro! Si tratta del regalo di una persona molto importante per me". Adrien strinse i pugni e ne fissò uno con decisione. Sembnerava così pronto a dargli un pugno in faccia che XY capì l'antifona.

"Attento, Adrien. Se mi dai un pugno, non dimenticherai mai questo giorno, te l'assicuro. Non sono così ottuso e sprovveduto come mi presento al pubblico". Fece la migliore espressione di occhi da cucciolo che Adrien avesse mai visto. "Oh, io sono così innocente e dolce, Adrien è un bruto che mi ha picchiato senza motivo e ora i miei denti sono tutti disallineati! Farli riparare costerà più di 10.000 euro!". La sua espressione cambiò di nuovo in un ghigno cattivo, gli occhi di nuovo pieni di astio. "Ho molti trucchi e funzionano tutti. Li uso spesso con le persone a cui rubo la musica. E l'avvocato di papà sa il fatto suo. Non puoi permetterti di danneggiare il mio bel faccino".

Adrien stava per replicare. Aveva le parole sulla punta della lingua e prese un grosso respiro per parlare, ma prima che potesse farlo sentì una voce al suo fianco che gli gelò il sangue nelle vene.

"Lui non può, ma io sì, razza di ingrato!".

Adrien riuscì a malapena a muoversi prima che il contraccolpo di un fortissimo cazzotto piantato in pieno viso a XY gli tolse l'aria dai polmoni. Un attimo dopo, XY era steso a terra, con un segno rosso sulla mascella e una sottile goccia di sangue che gli scendeva dal labbro inferiore. Marinette era in piedi di fronte a lui, con la mano destra stretta a pugno, lo sguardo feroce e severo, le guance spolverate di rosa. Era così bella nella sua rabbia che Adrien non riusciva quasi a respirare. Era... era identica a Ladybug il giorno in cui aveva dato un pugno in faccia a Félix. Proprio nello stesso modo, a pensarci bene.

Il cuore di Adrien iniziò a battere all'impazzata.

Marinette si drizzò il più possibile e si diresse verso il punto in cui era caduto il giovane cantante. Si chinò, afferrò XY per il collo della giacca e lo tirò a sé, il viso vicinissimo al suo e gli occhi puntati su di lui. "Non ho bisogno che il mio Micetto mi protegga da quelli come te; posso farlo da sola, grazie tante. E non ti azzardare a cercare di metterci nei guai". Lo lasciò cadere e tirò fuori il telefono dalla sua borsa, mostrandogli una conversazione in corso e mostrando sul display il numero di Alya. "La mia amica Alya ha registrato tutto quello che hai detto". Poi passò lo sguardo dal suo viso a quello che aveva addosso e fece una smorfia. "E togliti quella giacca, non te la meriti".

La paura riempì gli occhi di XY e il ragazzo si affrettò a togliersi la giacca, che passò a Marinette; poi si accovacciò, quasi aspettandosi che lei lo colpisse di nuovo. Così facendo, si strofinò la mano sulla bocca e sgranò gli occhi con terrore nel vedere il sangue che gli macchiava le dita dell'indice.

"Non farmi male! Non farmi male! Tu sei matta; sto sanguinando!". Marinette riuscì a malapena a controllare che la giacca fosse a posto prima che XY si tirasse su come se la terra gli stesse bruciando sotto i piedi e se la desse a gambe levate.
 

Continua...


Nota dell'Autrice


Eccoci qui, capitolo 3! Spero la storia continui a piacervi :) Ebbene sì, mi sono ispirata massicciamente all'episodio "Félix" per il pugno in faccia a XY (che si meritava al 10,000%!) e volevo rendere l'idea che Marinette non ha bisogno del cavaliere col cavallo bianco he la protegga perché sa proteggersi da sola, grazie tante. Come ha dimostrato tante volte in canon. 

Vi aspetto la settimana prossima per il quarto capitolo!

Un bacio!

 

 
   
 
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