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Autore: Rumenna    07/05/2023    0 recensioni
Estate dei sedici anni: il momento in cui credi che sarete amici per tutta la vita, in cui pensi che basti crederci per farcela, in cui essere ricambiata dalla tua crush sia il dilemma più grande della tua esistenza, in cui una canzone da tre minuti e quaranta secondi può risollevarti di morale.
Ma poi in un batter d'occhio ti ritrovi a sfogliare un vecchio album di fotografie e a chiederti dove siano finiti quei sogni, quelle serate a confidarci di quanto detestavamo il mondo e soprattutto a chiederti dove siano finiti quegli amici.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Incredibile, il video dell'altro giorno ha davvero raggiunto un sacco di visualizzazioni! La tua amica è pazzesca, come fa ad avere tutto quel seguito?» Dice Francesco controllando il profilo di Cinzia.

«È una tipa un po' eccentrica, ma è davvero una ragazza buona come il pane! A proposito, cosa vuoi dal distributore? Io ho una fame...» Siamo chiusi nella sala prove da ore a preparare delle cover da registrare perché vogliamo aprire un canale su Followideo.

«Una barretta integrale e del succo di frutta, per favore.»

«Come sei educato... Mi commuovi. Sicuro che non vuoi un tramezzino, un sacchetto di patatine o un panino col kebab?»

«Carolina sono le cinque di pomeriggio, non posso mangiare un panino al kebab...»

«Mi dispiace per te, amico mio.» gli do una pacca sulla spalla ed esco, spedita verso i distributori automatici in corridoio: io li adoro, sono tanti, super forniti e dalla macchinetta del caffè non esce acqua sporca.

Un paio di ragazzi stanno chiacchierando e ridacchiano davanti ai distributori automatici.

«È un mostro, è inutile provare a soffiargli il posto per il concerto di Natale.»

«Capirai, l'ha ottenuto scopandosi la figlia del sindaco...»

«C'è un concerto di Natale?» chiedo ai due ragazzi. «Cosa si deve fare per partecipare?» se c'è una possibilità di visibilità, vorrei sfruttarla.

«Essere una parente stretta degli organizzatori, oppure scoparti la figlia del sindaco...»

«Non essere idiota!» lo interrompe l'amico. «Lui è un mostro, è ovvio che la sua richiesta sia stata accettata. Non dargli ascolto, se sei brava, ti prendono anche all'ultimo momento! Anche se credo i posti siano finiti ormai...»

«Oh, che peccato. Ma quando sarebbe il concerto?»

«Lo danno il 23 ed il 24 dicembre alla piazza sud della città vecchia. Credo che manchi un'organista, se conosci qualcuno digli di farsi vedere.»

Un'organista? Allora è un concerto di musica classica... Non credo si tratti di quello che avevo in mente.

Mi avvicino alla sala prove verso cui i dure ragazzi lanciano le loro occhiate per sbirciare, ma uno dei due bussa alla porta «Se vuoi ascoltare basta chiedere, no?» mi sorride, poi apre senza aspettare risposta: «Signor Dario Longhi, ha un'ammiratrice! Perché non le fai ascoltare qualcosa di breve prima di tornare alle tue prove?»

C'è bisogno di disturbare qualcuno solo perché mi sono incuriosita un attimo? Che vergogna...

Il ragazzo che impugna un violino poggiato sulla spalla, si volta con un'espressione fredda.

Occhi penetranti del colore dell'oceano, capelli neri rasati corti, alla mano con cui tiene stretto l'archetto porta un anello con una rosa rossa.

Non ci posso credere. Voglio sparire.

«Allora avevo ragione io, sei un'ammiratrice.» mi sorride beffardamente con la sua bellissima faccia da schiaffi.

«Direi di no, è solo un caso! Questi ragazzi ti stavano facendo dei complimenti e mi sono incuriosita, tutto qui! Quindi ti chiami Dario, eh?»

«Farmi i complimenti? Ivan è un ragazzo umile, ma il compare in corridoio credo che piuttosto che i complimenti mi stesse augurando di strozzarmi con il caffè.»

Lancio un'occhiata al ragazzo in corridoio, diventato rosso di rabbia.

«Il tuo nome?» mi chiede fissandomi con fare divertito.

«Carolina.» faccio finta di sorridere.

«Per incontrarci qui vuol dire che hai fatto pace con la tua amica... Ah, già, sei qui per pedinarmi come fai di solito.» la sua espressione cambia rapidamente, il suo viso diventa una maschera gelida. «Ti faccio ascoltare qualcosa allora. Così capirai perché non sopporto il modo in cui hai trattato la tua amica, gettandola in mezzo alla polvere, abbandonandola, facendotela togliere da sotto al naso dopo non essere neanche andata a salutarla di tanto in tanto.»

«Vuoi farmi sentire in colpa?» gli chiedo, con i pugni stretti, incatenata dal suo sguardo freddo e perforante.

«Ti suono qualcosa di semplice, così magari ti ricordi cos'è una scala di note.»

Lo guardo con rabbia, in silenzio. Non lo sopporto. Più apre la bocca meno lo tollero, il problema è nel contenuto di quello che dice: mi fa male perché lo penso anche io, ma se lo può scordare che lo ammetta.

Mi sorride freddamente da dietro al violino, poi inizia a suonare.

 

Lo guardo suonare ammutolita. Le sue dita si muovono troppo in fretta sulla tastiera.

Sento il ragazzo che mi ha aperto la porta sussurrare: «Per fortuna che ha detto "qualcosa di semplice"...»

Arriva anche Francesco, che si ferma ad ascoltare a bocca aperta.

Nonostante sia alto e abbia un fisico decisamente più mascolino rispetto a quello pelle e ossa di Francesco, l'eleganza nei movimenti di Dario è strabiliante. Sta suonando una canzone molto difficile e veloce, ma le bracciate con l'archetto sono dolci e leggere.

A giudicarlo dall'aspetto, con il suo stile da rocker, con gli orecchini, i capelli corti e i vestiti scuri attillati, non si direbbe capace di tale grazia. Questo suo contrasto lo fa spiccare ancora di più.

«Ti sei innamorata di me ancora più di prima?»

«Come, prego?» lo guardo piuttosto sotto shock.

«Mi stai guardando completamente in estasi.»

«Non dire stronzate! Sono scioccata dal constatare quanta sfacciataggine può risiedere in un unico essere umano! Ma chi ti credi di essere?»

Il ragazzo di nome Ivan mi da una pacca sulla spalla: «Come ti dicevo, è un mostro di bravura, ma il suo caratteraccio gli procura un sacco di nemici...»

«Puoi anche dirlo che sono stato fantastico, non mi scandalizzo.»

Sto per mandarlo a quel paese quando Francesco mi stringe le spalle con le mani. «Sei stato fantastico! Complimenti, sei davvero molto bravo!»

«Non accontentarlo!» gli urlo contro.

«Ma è vero! Io mi chiamo Francesco, molto piacere!» le sue guance sono arrossate, sembra un fan davanti al suo idolo.

«Dario, per gli amici Rio.» i due si stringono la mano.

«Per caso hai già una band? Io e Carolina ne stiamo formando una!»

«Che cosa? Fai inviti senza interpellarmi? E poi lui suona il violino, preferirà un'orchestra, no?»

«Cosa dici? Hai mai sentito un pezzo hard rock con un violinista? Che gruppi segui?» l'espressione sulla faccia di Francesco è abbastanza sconvolta, teatrale direi.

«Per il momento sono impegnato altrove. Quando sarò libero valuterò meglio la tua proposta.» che sorriso finto.

«Non vedi che ci sta prendendo in giro? Al principino snob non importa nulla di fare cose ridicole e plebee come formare una band. Non che la cosa mi dispiaccia, una spina nel culo in meno.» lo guardo con rabbia.

«Ufficializziamo il no, allora. Comunque si dice "una spina nel fianco", non "nel culo".» mi sorride riponendo lo strumento. «Vado a farmi un caffè. Alla prossima.»

Nella stanza piomba il silenzio.

«Perché l'hai trattato male? È un fenomeno! Dobbiamo chiedergli di unirsi a noi! Le band con dei violinisti sono molto popolari ultimamente!»

«Perché è uno snob saccente del cazzo, non l'hai visto? È un narcisista, è convinto che io sia cotta di lui quando invece non lo sopporto!»

«Io lo voglio a tutti i costi invece. Cercherò di convincerlo.»

Sbuffo arrendevole: «Certo che hai un bel caratterino tu da sotto a quel ciuffone di capelli. Fai come credi, io non ci perdo la testa di certo, anche perché tra due giorni ritorno a casa.»

«A proposito, ho un regalo per te.» Francesco cerca qualcosa all'interno del suo portafogli a forma di maialino rosa.

 

   
 
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