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Autore: shirley jane    11/05/2023    2 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Siamo arrivati al settimo capitolo e abbiamo superato più di metà della storia.
Come sempre ringrazio chi sta seguendo questa fanfiction, spero che sia una buona lettura.
A presto!
 
 
 


“Mamma, vuoi dirmi chi sposò Haruka?”
“Abbi pazienza, Kyoko, ti racconterò tutto a tempo debito” la redarguì la madre, prima di ricominciare a parlare. “Quando Masaki rimase vedovo, era ancora giovane e presto avrebbe dovuto risposarsi”.
Si fermò un momento per bere un po’ di tè, gettando un occhio alla figlia. Sorrise, era così impaziente, ma non poteva darle torto, anche lei aveva reagito nello stesso modo quando sua madre le aveva narrato quella storia.
“La sua famiglia e quella di Haruka erano in ottimi rapporti e fu scelta proprio la ragazza come sua promessa sposa” disse Aya. “Lei era molto innamorata di Masaki e anche lui s’innamorò presto. Haruka era piena di vita, esuberante e curiosa”.
“Davvero?”
“Certo, Masaki e Haruka si erano trovati e innamorati, pronti per vivere una vita insieme, piena d’amore…”
 
“Buongiorno, Kaori, come sta?”
Kyoko sorrise con dolcezza alla sua ospite. Il suo viso appariva più disteso e rilassato dei giorni precedenti.
“Buongiorno, signora Nakama, è particolarmente di buon umore stamani?”
L’anziana donna annuì: “Da qualche giorno sembra tornato tutto alla normalità e nessun ospite si è più lamentato” si guardò intorno. “Ryo non è con lei?”.
Kaori alzò le spalle e scosse la testa: “È un inguaribile pigrone” disse. “È un’impresa tentare di farlo alzare dal letto la mattina”.
Kyoko rise, poi la sua espressione cambiò. Guardò la sua interlocutrice come se avesse voluto dirle qualcosa, ma non trovasse le parole giuste.
“Si ricorda quando lei e Ryo vi siete offerti di aiutarci?”
“Certo, ci scusi se non vi abbiamo più fatto sapere niente…”
“Non deve scusarsi, non è di questo che volevo parlarle” la donna distolse lo sguardo per un attimo, prima di posarlo di nuovo sulla ragazza. “Io e mio marito vi siamo grati per l’aiuto che ci avete offerto, ma abbiamo deciso di lasciar perdere”.
Kaori sgranò gli occhi, non si aspettava quel risvolto.
“Non vi interessa sapere la causa che ha scatenato questa situazione?”
“Non più, ormai, l’unica cosa importante è che questa storia si sia risolta, in un modo o nell’altro. I nostri ospiti vengono qui per rilassarsi, per godere della natura e del silenzio di questo luogo. Non vogliamo che le voci su questa vicenda si diffondano e che la quiete che si respira qui venga interrotta”.
Kaori corrugò la fronte, di cosa stava parlando?
“Signora Nakama, noi non abbiamo nessuna intenzione di far trapelare questa storia”.
“Lo so, ma non ha importanza. Vogliamo solo voltare pagina”.
Kaori era basita, non poteva obbligare gli anziani coniugi ad andare a fondo di quella strana circostanza, se avevano deciso di rinunciare, ma la loro improvvisa reticenza era alquanto sospetta. Come potevano essere convinti che quella situazione tanto assurda si fosse risolta come per magia? Cosa gli faceva credere che i misteriosi eventi di cui era stata protagonista la pensione non si sarebbero più verificati?
“D’accordo, come vuole” Kaori mostrò un sorriso gentile. “Sono contenta che siate più tranquilli”.
“La ringrazio della sua comprensione, arrivederci”.
La donna anziana si allontanò, mentre la sweeper tornò nella sua stanza, dove Ryo stava ancora dormendo.
“Svegliati, pigrone! Dobbiamo parlare!” disse, salendo a cavalcioni su di lui.
“Uhm, cosa vuoi, Kaori? Siamo in vacanza” mugugnò l’uomo, poi sorrise, continuando a tenere gli occhi chiusi. “Mi piace quando prendi l’iniziativa”.
“Di cosa stai parlando?”
Il sorriso di lui si allargò, divertito e compiaciuto insieme: “Non lo indovini?” chiese e le sue mani andarono a posarsi sui fianchi della donna, li adorava, erano così morbidi e sensuali. Solo in quel momento Kaori sembrò prendere consapevolezza della loro posizione e diventò rossa.
“Ti devo parlare di una cosa seria…” mormorò e deglutì, le dita di lui stavano seguendo la linea dei fianchi e stavano salendo, fino al seno. “Non sto scherzando…”
“Nemmeno io, amore mio” sussurrò Ryo e socchiuse gli occhi, fissandola con intensità. “Ti ascolto”.
Che faccia da schiaffi, pensò Kaori, eppure adorava quel viso dai tratti decisi. Gli occhi neri penetranti e vivaci, illuminati di seduzione e divertimento. Il naso dritto, le labbra curvate in un sorriso ironico che formavano due rughette ai lati della bocca, la mascella squadrata. I capelli scuri, ribelli e spettinati. Kaori sentì un brivido lungo la schiena quando pensò che quell’uomo vigoroso, seducente e bellissimo, era innamorato di lei e la stava tenendo tra le braccia, aspettando solo un suo gesto per baciarla e fare l’amore con lei.
“È una cosa importante…” tentò di nuovo, più a sé stessa che a lui.
“Sto aspettando”.
“Te l’ho già detto che sei insopportabile, Saeba?”
“Parecchie volte” sorrise lui e una mano si spostò sul seno. “Io invece ti adoro, Sugar Boy”.
Kaori sospirò e si abbassò su di lui, baciandolo. Si scambiarono un bacio lento, ma lungo e profondo, assaporando ogni sensazione di gioia che sapevano donarsi reciprocamente. Si separarono un momento con il respiro leggermente ansimante, gli occhi grandi, dolci e languidi di lei, in quelli profondi e pieni di desiderio di lui.
“Sei meravigliosa”.
Lei sentì un altro brivido, più forte di prima, e lo baciò di nuovo, ma stavolta fu un bacio più impaziente, come se entrambi non potessero più aspettare di sentirsi l’uno parte dell’altra. Ryo capovolse le loro posizioni e le baciò il collo, poi scese giù fino al seno, liberandolo prima della maglia e poi del reggiseno, mentre le sue mani accarezzavano il suo addome, poi i suoi fianchi, fino alle cosce. Kaori sospirò e passò le dita tra i capelli morbidi dell’uomo, poi le spostò sulla schiena, ampia e forte, e strinse le cosce intorno al bacino di lui.
“Ti amo, Kaori” sussurrò Ryo, sulle sue labbra.
“Anch’io ti amo, Ryo”.

Un po' di tempo dopo, erano abbracciati, godendosi l’emozione di stare insieme e dell’amore che sapevano donarsi a vicenda, nel silenzio di quel luogo immerso nella natura e nella quiete.
“Te l’ho detto che mi piace quando prendi l’iniziativa”.
Kaori gli diede un colpetto con il pugno e Ryo sogghignò, divertito.
“Di cosa volevi parlarmi prima?”
“Ho incontrato la signora Nakama” disse lei, poi rimase qualche secondo in silenzio, come se stesse ponderando le parole da usare. “Ha detto che né a lei, né al marito, interessa più sapere la causa dei presunti episodi soprannaturali”.
“Come? All’improvviso? E perché?”
Kaori si mise su un gomito, per guardarlo meglio: “Teme che questa storia diventi di dominio pubblico e che il soggiorno degli ospiti della pensione possa essere disturbato”.
Ryo aggrottò la fronte: “Le hai detto che non abbiamo nessuna intenzione di far trapelare questa vicenda?”
“Certo, ha risposto che quello che è successo non ha più importanza, conta soltanto che si sia risolto tutto”.
“Come fanno a essere sicuri che non accadrà più? Dopotutto la situazione si è stabilizzata, apparentemente, da neanche una settimana”.
“È la stessa domanda che mi sono fatta anch’io…”
Le labbra di Ryo si curvarono in un sorriso sarcastico e accompagnò Kaori sopra di sé: “Non hai nessuna intenzione di lasciar perdere, giusto?”
I loro ventri si toccarono e Kaori gemette: “Non ci penso nemmeno” sussurrò sulla bocca dell’uomo.
Lui mosse il bacino, mentre le sue mani andarono di nuovo sui fianchi della donna.
“Sei un vero spregiudicato”.
“Solo con te, dolcezza”.
Sorrisero e si guardarono negli occhi un momento, come se volessero arrivare alla parte più intima dell’altro, poi si baciarono di nuovo, per abbandonarsi ancora all’amore e al desiderio che provavano.

Più tardi, mentre finivano di rivestirsi dopo aver fatto la doccia, sentirono qualcuno bussare alla porta della loro stanza. Quando furono presentabili, aprirono e si trovarono davanti la proprietaria della struttura.
“Scusate il disturbo, ha chiamato di nuovo la signora Saeko, vi attende in linea”.
“Grazie, arriviamo subito”.
“Va tutto bene?” chiese Kyoko, scrutandoli con titubanza. “È già la seconda volta che chiama”.
“Certo, vorrà parlarci di questioni di lavoro, collaboriamo spesso con lei” Kaori sorrise, mostrandosi tranquilla.
“Se non volete essere disturbati, posso dirle che siete usciti”.
“Non c’è bisogno, la ringraziamo. Se ci ha chiamato, significa che è una cosa importante”.
Kyoko li accompagnò, per la seconda volta da quando erano lì, fino al telefono.
“Ciao Saeko, hai delle novità?”
“Kaori, devo complimentarvi con voi, avete fatto centro” disse la detective dal suo ufficio. “Non posso parlarvene al telefono, quindi dovete venire immediatamente qui. Mi aspetto di vedervi nel mio ufficio tra due ore, sbrigatevi”.
Saeko terminò la telefonata e Kaori fissò l’apparecchio per qualche secondo, come se si aspettasse di sentire di nuovo la voce della donna.
“Sempre deliziosa, non c’è che dire…” mormorò riagganciando la cornetta.
“Che succede?”
“Dobbiamo andare a Tokyo, immediatamente, ha precisato”.
Gli sweeper stavano per dire qualcos’altro, ma percepirono che qualcuno li stava osservando, o forse sarebbe stato meglio usare il termine origliare.
“È possibile che non siamo liberi di prenderci nemmeno qualche giorno di pausa?” esclamò Ryo, sbuffando. “Ma sai una cosa? Dovrà sbrigarsela da sola, perché adesso ce ne andremo a fare quella gita che avevamo programmato per oggi e non torneremo fino a stasera. Così, se chiamerà di nuovo, sarà costretta a fare a meno di noi!”
I due si allontanarono di gran carriera, fingendo di non aver notato i coniugi Nakama nascosti dietro la porta.
“Non li facevo così curiosi” sussurrò Ryo, quando fu sicuro di essere abbastanza lontano da orecchie indiscrete.
“Già, pensi che abbiano dei sospetti?”
“Non lo so, a volte hanno un atteggiamento equivoco. Ci sfugge qualcosa, ma non riesco a capire cosa…”
“Saeko ha detto che abbiamo fatto centro, ma non ha spiegato a cosa si riferiva, di preciso”.
“Lo scopriremo presto”.

Due ore più tardi, i due si trovarono nell’ufficio della detective Nogami.
“Allora, siamo impazienti, quali sono le novità?” chiese Ryo, sedendosi comodamente su una delle sedie alla scrivania.
Dopo che gli sweeper avevano piazzato i microfoni, Saeko aveva ascoltato attentamente ogni conversazione di Takeru Asano grazie alle intercettazioni. Avrebbero voluto pensarci Ryo e Kaori in prima persona, ma avevano dovuto rinunciarci, non sapevano se la pensione fosse un luogo sicuro e se i coniugi Nakama non curiosassero nella loro camera quando erano fuori, sebbene non avessero mai trovato niente fuori posto.
“Ascoltate voi stessi la registrazione…” rispose Saeko.
“Voleva vederci?”
A parlare era stata una voce sconosciuta che la coppia non riconobbe, apparteneva a un uomo, ma non sembrava quella del loro sospettato.
“Sì, vi farà piacere sapere che ho deciso di aumentare il vostro compenso”.
Gli sweeper identificarono subito il tono infido e provocatorio di Takeru Asano.
“Immagino che questo aumento corrisponda a un nostro impegno maggiore”.
Nella conversazione intervenne una terza voce, stavolta femminile.
“Sei perspicace, come ogni donna, d’altra parte”.
Kaori immaginò il ghigno subdolo di Asano, lo stesso che aveva rivolto a lei, ed ebbe un brivido di repulsione.
“Sono stato anche troppo gentile, finora. Dovrò essere più convincente e ho necessità del vostro intervento”.
“Cosa intende?”
“È stata piuttosto divertente e inusuale la recita che abbiamo portato avanti, quasi mi dispiace non continuare. Probabilmente quegli sciocchi sono convinti che si tratti davvero di quella leggenda”.
La risata stridula e inquietante di Asano risuonò nella stanza.
“Purtroppo, non è bastato a convincerli, quindi dovrete entrare in casa loro e creare un po’ di scompiglio, giusto per spaventarli un po’. Cose di routine per voi, giusto?”
“Dipende da quanto è rilevante l’aumento che ci ha proposto”.
Udirono il rumore di un cassetto che si apriva e poi un fruscio.
“È sufficiente questa somma?”
“Può andare, ma se ci scoprono?”
“Vi vantate di essere dei professionisti, o sbaglio?”
“È così, ma a volte le cose possono avere dei risvolti imprevisti…”
“Certo, capisco. In quel caso dovrete far cadere la responsabilità su Noboru Inoue, ma non su sua moglie, mi raccomando. Sarebbe un tale spreco, a lei ci penserò io”.
“Quando desidera che agiamo?”
“Domani stesso, sapete che detesto aspettare. Dovrete attendere che sia sera, quando gli ospiti della pensione saranno andati a dormire, in modo che non ci siano occhi indiscreti che possano vedervi”.
“Come vuole”.
Evidentemente i due sconosciuti lasciarono la stanza, perché ci fu il rumore del cigolio di una porta che si apriva e poi si richiudeva.
Se tutto va come ho previsto, non solo finalmente otterrò la pensione, ma se la fortuna sarà dalla mia parte, avrò anche l’opportunità di incastrare quello smidollato di Inoue e una volta fuori dai giochi, conquistare la bella Chieko”.
“Smidollato a chi?” proruppe Ryo, scattando in piedi.
“Ti sembra il momento di fare certe scenate? Kyoko e Jin sono in pericolo!”
“Non solo vuole fregarmi, ma dopo vuole anche provarci con te, Kaori!” continuò l’uomo, imperterrito. “Glielo farò vedere io chi è lo smidollato tra noi due!”
Le due donne si guardarono e scossero il capo, non sapevano se ridere o arrabbiarsi per quella sceneggiata inutile e che gli faceva perdere tempo.
“Siamo stati fortunati” intervenne Saeko, ponendo fine alle proteste di Ryo. “Si sono lasciati sfuggire il momento in cui entreranno in azione, questo particolare ci sarà molto utile”.
“Non dirmi che ci lascerai soli ad affrontare quei cattivoni” disse Ryo, con un sorriso ironico.
“Ovviamente no, informerò gli agenti del posto e ci sarà anche la mia squadra” rispose Saeko. “Per quanto riguarda Asano voglio pensarci personalmente”.
“Ottima idea, sarà meno dispiaciuto di essere arrestato se lo farai tu”.
Gli sweeper si diressero verso l’uscita, ma la voce della detective li fermò sulla porta.
“Mi raccomando, fate attenzione, non sappiamo quanto possano essere pericolosi quei tipi. La situazione potrebbe degenerare e questo non deve succedere, soprattutto per l’incolumità dei signori Nakama”.
“Con chi credi di parlare?” chiese Kaori. “Siamo City Hunter”.
Ryo sorrise a quell’affermazione e lasciò l’ufficio insieme a lei.
“Se penso che vuole provarci con te…”
“Per caso sei geloso?” sorrise la donna, divertita. “Lo sai che il mio cuore è già impegnato”.
“Vorrei anche vedere” disse lui, prendendola tra le braccia. “Dove pensi di trovare un uomo altrettanto coraggioso, simpatico e attraente come me?”
Kaori rise e poi si baciarono.
“Finalmente siamo vicini alla soluzione. Sei pronta, socia?”
“Non vedo l’ora!”
   
 
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