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Autore: Moon Glow    13/09/2009    8 recensioni
Bella è una mezza vampira, invece Edward è un volturo. Aro manda in missione Edward per uccidere i mezzi vampiri, che cosa accadrà?
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6 Io scappooooooooooooooooooooooooooooo
scusate per eventuali errori!!!







             Capitolo 6


    Bella's Pov:

   
«Io cioè... Bella, non lo accetto...E' un mostro!»
    Sobbalzai a quelle parole e puntai un dito sul naso di Jake. Nonostante volessi apparire minacciosa, sembravo una bambina che si arrabbia.
«Jake, non dirlo mai più. Edward non è un mostro!!!»
    Jake sbuffò e tolse l'enorme mano dal tavolo che nel frattempo si era ridotto in segatura.
   
«Perchè ti ostini a negare la verità, Bella?»
   
«Perchè ti ostini ad avere sti pregiudizi, Jake?»
    Non capivo nemmeno io perchè mi sentivo così determinata nel proteggere Edward: forse perchè gli dovevo la vita o era a causa di quella strana sensazione che avevo quando mi era vicino. Mi sentivo una bambina impacciata, ma allo stesso tempo mi sentivo protetta anche solo respirando il suo profumo nell'aria.
   
«Sono due settimane che ti viene a fare visita quotidianamente!!! Ti rendi conto?!?!»
    Sentì una parte di me, sollevata al pensiero che Edward veniva ogni giorno a trovarmi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
   
«Ascoltami, Jake. Edward non mi hai fatto male fino ad adesso -inoltre mi ha salvato da Felix- perchè dovrebbe farmelo ora?»
    Rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Perchè un volturo che ti dovrebbe uccidere»
    Sbuffai mentre Jake continuava ad agitarsi frenetico sopra la sedia. Il pensiero di Edward era piacevole fin troppo piacevole. Solo il suo nome mi faceva venire i brividi. Aprii il frigo in silenzio; vuoto. Ero praticamente prigioniera di quella casa, non potevo uscire perchè mi sarei potuta imbattere facilmente in qualche volturo. Dovevo attendere che qualcuno mi facesse la spesa. Sbuffai e richiusi il frigo.
   
«Non capisco!»
   
«Jake, zitto! Devi stare solo zitto!»
    Qualcuno bussò e capii subito chi fosse. Corsi in salone per aprire quella porta bianca scricchiolante, e dietro di essa apparve il mio miracolo personale: Edward.
   
«Ciao Edward»
   
«Bella»
     Dire che era solo bello era un enorme bestemmia, non avevo mai visto nulla in vita mia di così bello e di così letale: i capelli ramati dove vi erano poggiate cristalline gocce di pioggia, i lineamenti eleganti ma decisi, e quelle maledettissime e tanto attraenti labbra piegate in un sorriso sghembo. Poi feci l'enorme errore di incrociare i suoi occhi, quegli occhi dorati che a volte sprofondavano nel buio.
   
«Mi vuoi far rimanere qui fuori sotto la pioggia?»
   
«Oh sì! Entra» dissi scostandomi per farlo entrare.
    Entrò portando con sè due enormi buste della spesa. Lo guardai con aria interrogativa e lui rispose scrollando le spalle.
«Ho pensato che dopo due settimane le provviste stessero per esaurire»
    Inutile dire che ero diventata rossissima. Nonostante lo conoscessi da due settimane aveva ancora il potere di farmi arrossire a suo piacimento, riuscivo a vedere il suo sorriso ogni volta che il sangue raggiungeva la mie gote.
   
«Ehm... Grazie»
    
«Non c'era bisogno Edward, domani Emily andava a fare spese avrebbe preso tutto ciò che le serviva». Non mi ero proprio accorta di Jake che era entrato nel salone.
   
«Di certo la sua fame non può aspettare, già questa alimentazione basata solo su cibi umani è poco per lei. Però non può uscire per cacciare»
    Ogni volta che li vedevo vicini capivo che sforzo facevo a non sbranarsi a vicenda.
   
«Ciao, Bella. Io devo andare»
    Mi strinse a sè più forte del solito e mi diede un bacio sulla guancia. Da quando Jake era diventato così affettuoso?
    Jake uscì senza nemmeno salutare Edward. Il vampiro mi seguì in cucina dove poggiò sul tavolo le buste della spesa.
   
«Non mi sopporta,eh?»
   
«Credevo fossi tu quello che legge nel pensiero.»
    Rise. 
«Non ha tutti i torti, in fondo l'unico cattivo che c'è qui sono io»
    Sbuffai. 
«Edward, non ti ci mettere pure tu. Ne ho già parlato abbastanza con Jake»
    Dopo due settimane in cui lo vedevo due o tre ore al giorno, mi ero abituata alla sua presenza. Mi pareva di conoscerlo da una vita. Sapevo come trattarlo e come rivolgermi a lui. Riuscivo a parlare senza arrossire, a meno che lui non faceva qualche battutina delle sue.
    Frugando nella busta della spesa con mio sommo piacere trovai tantissime barrette di cioccolato.
   
«Come facevi a sapere che mi piacciono?»
   
«Vivo nella testa delle persone da molto tempo. E so che a tutti piace la cioccolata»
    Ne scartai una e l'addentai subito. Il cioccolato si sciolse in bocca, dolce come non mai.
 
    Edward rise. 
«Mi sembri una bimba»
   
«Perchè?»
    Inizialmente non rispose, si limitò a poggiare un dito freddo sul mio labbro inferiore, facendomi venire i brividi lungo la schiena. 
«Ti sei sporcata di cioccolato»
    Sgranai gli occhi e naturalmente arrossii. In quel momento odiai con tutta me stessa il sangue che mi scorreva nelle vene.
    Prese un fazzoletto e pulì il mio labbro, ma dopo aver finito, non tolse le dita dal mio mento, obbligandomi a tenere il viso rivolto verso l'alto.
   
«Stasera rimango con te»
   
«Eh?»
   
«Demetri ed Alec sono a Seattle, per cacciare un pò d'umani. Felix è troppo occupato a stuzzicare Leah per accorgersi della mia presenza»
    Non ci avevo capito una lettera, ero rimasta ad osservare le sue labbra che si muovevano sinuose.
    Ero "cotta". "Cotta" di quel demonio vestito d'angelo. Non mi era mai successo. Forse una volta quando avevo due anni, mi ero presa un infatuazione per Jake, ma mi era passata subito. Qui i sentimenti erano diversi, sentivo chiaramente il cuore battere più velocemente e un nodo stringermi la gola. Ogni volta che sentivo il suo odore o la sua voce, mi sentivo euforica, su di giri. Come una bambina quando scarta il suo regalo di Natale, come una madre che guarda per la prima volta il figlio negli occhi, come una donna che incontra l'uomo che ama.
    Ma che cos'ero io per lui?
    Per lui ero solo una creatura di cui avere pietà e pena. Lui provava solo e unicamente compassione per me.
   
«Sai, non sentire quello che pensi mi fa impazzire» disse lasciando il mio mento.
   
«Ti dico sempre ciò che penso» dissi cercando di non balbettare.
   
Mi voltai verso il piano cottura prima che mi ponesse altre domande.«Ma tu e Black..»
   
«Jake» lo corressi mentre riempivo la pentola d'acqua.
   
«Eh sì, quello lì»
   
«Edward, sappi che non ti rispondo se non lo chiami per nome»
    Sentì un sospiro rassegnato e sorrisi.
«Tu e...» una smorfia nella voce «Jacob, cioè voi due siete..» non continuò.
   
«... Fidanzati?»
    Annuì.
«Perchè me lo chiedi?»
   
«Perchè quel cane non ha le idee molto chiare, secondo me è il primo ad avere dubbi»
    Risi.
«Per me Jake è solo un amico. Confesso che mi ero infatuata di lui all'età di due anni»
    Lui sembrava perplesso. Calai il riso nell'acqua e presi il cucchiaio di legno per girare il contenuto della pentola.
   
«Ah sì, mi piaceva un certo Nahuel, avevo sette anni è stato il mio primo bacio. Nahuel è come me, cioè ibrido. Ha detto che quando i volturi ci faranno vivere in pace sarebbe tornato a prendermi»
    Sentì un strano rumore, tipo qualcosa che si scostava d'improvviso, ma non mi voltai. Non volevo rimanere di nuovo come una scema nel guardare il suo viso.
   
«Ah... E ti piace ancora?»
   
«Chi? Nahuel? Non lo so... Abbastanza»
    Mai quanto mi piaci tu
   
In quel momento mi sentii sollevata al pensiero di avere uno scudo che proteggesse la mia mente.
   
«E quando torna tu che farai?»
   
«Non lo so»
    E ringraziai anche il fatto che fossi girata di spalle, almeno così non riusciva a vedere quanto fossi lusingata del suo interessamento.
   
«Perchè non ti volti?»
    Non è che mi legge il pensiero!?
   
«Perchè se smetto di mescolare il riso, si attacca al fondo della pentola»
    Non avevo nemmeno finito totalmente la frase, che avvertii due braccia fredde avvolgermi delicatamente. Una mano mi sfilò il cucchiaio di mano mentre l'altra si posò sul mio ventre tendendomi ancor più stretta a sè. 
«Non so cucinare, ma almeno fai mescolare me» disse mentre il suo fiato fresco sulla mia nuca mi faceva venire i brividi.
    Stupido cuore smettila di battere così forte!!!
   
Sentivo ogni suo muscolo contrarsi e distendersi. Il fiato fresco scompigliarmi delle ciocche di capelli. La sua mano poggiata sul mio ventre.
    Di una sola cosa ero certa: che se non si scollava di lì,sarei andata in iperventilazione.
    Il riso fu pronto in troppo poco tempo e mentre mangiavo convissi Edward a vederci "Romeo e Giulietta". Anche se lui preferiva un strano film dove tutti sparavano tutti.
    Alla fine mi ritrovai seduta sul divano, attaccata al braccio di Edward, mentre singhiozzavo per la morte di Romeo.
   
«Mi domando come fai a piangere per un film». Scuoteva la testa ad intervalli con il suo solito sorrisino stampato sul volto.
   
«Sei uno scemo!!! Non capisci nulla!!!Mi passi dei fazzoletti, per piacere?»
    Con il suo sorriso sghembo mi passò un fazzoletto.
   
«Sentiamo, cos'è che non capisco?»
   
«Che è una storia romantica, che i loro amore era ostacolato dalle famiglie. E lui pur di vivere con lei anche nell'aldilà si suicida...». Non riuscì a continuare il mio discorso perchè i miei singhiozzi mi bloccarono.
   
«Questo mi ricorda qualcosa...» dissi senza nemmeno pensarci. «Edward, com'è morto Charlie?»


  
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