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Autore: shirley jane    14/05/2023    3 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Ecco qui l’ottavo e penultimo capitolo.
Grazie a chi continua a leggere questa storia, spero vi piaccia!
A presto!
 
Il giorno successivo all’incontro con Saeko, gli sweeper non si allontanarono mai dalla pensione e tennero d’occhio i proprietari per tutto il tempo. Anche se Asano e i suoi complici avevano concordato di agire al calare della notte, non era detto che non cambiassero piano e loro non volevano correre rischi.
La giornata, in ogni modo, passò tranquilla e quando arrivò la sera e il silenzio, l’aria diventò colma di attesa e di tensione. L’abitazione dei coniugi Nakama era adiacente alla pensione, quindi non ci fu bisogno di allontanarsi, potevano controllare sia l’anziana coppia, sia gli ospiti; se qualcuno di loro si fosse svegliato, allarmato dalla confusione, la situazione avrebbe potuto facilmente complicarsi, con conseguenze tragiche.
Ryo e Kaori si erano nascosti nel boschetto che si estendeva a pochi metri dagli alloggi, da quella posizione avrebbero potuto rendersi conto immediatamente di presenze sospette. Era quasi l’una, però, e nei paraggi non si era ancora visto nessuno.
“Non avranno mica cambiato idea?” sbuffò Ryo e starnutì.
“Parla piano, vuoi farti scoprire?”
“È freddo qui fuori, che ci posso fare?” si lamentò l’uomo e starnutì di nuovo. “Stai a vedere che ci hanno fregato e non riusciremo a chiudere questa faccenda nemmeno stasera!”
Kaori non replicò, ma aveva lo stesso timore. Sospirò avvilita, sperava di risolvere quella situazione la notte stessa, ma iniziava ad avere dei dubbi a riguardo.
“Chissà come si infurierà Saeko se non succederà niente” sogghignò Ryo, con una risatina.
“Insomma, è mai possibile che tu non riesca a essere serio, una volta ogni tanto?” esclamò Kaori. “Anche in situazioni di questo genere devi fare lo scemo?”
“Chi è che sta alzando la voce, rischiando di farci scoprire, adesso?”
Lei non rispose e lo fulminò con lo sguardo. Ryo si convinse a non continuare con le sue proteste, ma prima starnutì ancora una volta e borbottò: “Mi prenderò un raffreddore…”
D’un tratto lo sguardo dell’uomo mutò e si voltò con un movimento rapido, estraendo la sua Colt Python 357 Magnum dalla fondina e gridò: “Attenta, Kaori! Sono dietro di te!”
Gli sweeper si trovarono di fronte a un uomo e una donna, probabilmente proprio coloro che stavano aspettando, o almeno così speravano. Entrambi stringevano tra le dita una pistola, puntandola contro di loro.
La donna aveva intorno ai trentacinque anni. Aveva i capelli castano scuro raccolti in una coda di cavallo, gli occhi dall’espressione decisa e pungente, dava l’impressione di non temere affatto quella situazione. L’uomo doveva avere più o meno la stessa età. I capelli neri gli arrivavano fino alle spalle, mentre gli occhi erano socchiusi in uno sguardo risoluto e quasi divertito.
“Sembra che non siamo i soli a tenere d’occhio i due vecchietti, Yuriko” il sorriso di lui era derisorio.
“Hai ragione, Taichi, sono sorpresa” rispose lei. “Chi siete?”
“Potremmo farvi la stessa domanda” disse Ryo. “Noi abbiamo pagato per stare qui, ma non credo che si possa dire lo stesso di voi”.
“Ci prendi in giro?” ringhiò l’altro.
“Per niente, avevamo prenotato qualche giorno in questa deliziosa pensione, ma Takeru Asano e i suoi complici ci hanno completamente rovinato la vacanza”.
“Come fate a conoscere Asano?”
“Credo che il vostro amico vi abbia parlato di una coppia sprovveduta arrivata da Tokyo per stringere un accordo con lui… o forse sarebbe meglio dire per farsi raggirare. Mi pare si chiamino Noboru e Chieko Inoue” Ryo fece un sorriso beffardo. “Siamo desolati, ragazzi, ma ci troviamo costretti a dover rovinare il vostro piano, anche se Asano non ne sarà affatto contento”.
I due sgranarono gli occhi e Taichi esclamò: “Siamo stufi dei vostri giri di parole. Chi siete davvero?”
Entrambi stavano perdendo la pazienza, i sorrisi sarcastici che avevano fino a poco prima erano spariti, sostituiti da un’espressione tesa e irritata.
“Siamo Noboru e Chieko Inoue. Anche se in realtà queste sono delle false identità che abbiamo usato per avvicinarci ad Asano e lui ci è cascato in pieno”.
Lo sweeper sogghignò e guardò Kaori: “Vuoi dirglielo tu?”
Lei annuì e sorrise a sua volta: “Mai sentito parlare di City Hunter?”
“Non è possibile…”
Taichi e Yuriko apparivano increduli.
“A giudicare dalla vostra faccia sembra che la nostra fama arrivi fin qui. Sai, socia, dovremmo sentirci onorati”.
“In effetti nel nostro ambiente non è inusuale sentire parlare di City Hunter” disse Yuriko. “Ma c’è una differenza fondamentale tra noi”.
“E quale sarebbe?” chiese Kaori.
La donna sorrise: “Noi conosciamo alla perfezione questi luoghi, molto meglio di voi. Quindi, siamo palesemente in vantaggio”.
I quattro si fissarono, seri e concentrati sui movimenti dell’altro. Chi avrebbe fatto la prima mossa? Fino a quel momento avevano scherzato, ma era l’ora di iniziare a fare sul serio.
“Non vi conviene scherzare con noi…” disse Taichi tra i denti.
“Temo che vi sopravvalutiate un po’ troppo”.
“Ah sì? Sono sicuro che tra poco cambierete idea!”
L’uomo fece partire un colpo in direzione di Ryo, ma lui lo evitò abilmente. La scena si replicò, ma questa volta fu lo sweeper a muoversi per primo.
“Sei più veloce di quanto credessi…” mormorò Taichi.
“Anche tu non scherzi”.
Nel frattempo, anche le due donne si stavano confrontando, ma nessun colpo era ancora partito dalle loro pistole.
“Dopotutto sei carina, capisco perché Asano voleva tenerti fuori da ogni responsabilità” disse Yuriko, con un sorriso indisponente. “Quel verme voleva divertirsi un po’, prima di scaricarti”.
“Mi fa piacere sentire che abbiamo la stessa opinione su quell’individuo disgustoso, nonostante tu lavori per lui”.
“Si può dire altro di quell’uomo?” chiese la donna, poi alzò le spalle. “L’unico rapporto che ho con quel tizio è di tipo lavorativo, non mi riguarda la sua vita privata. Si tratta solo affari, in fin dei conti”.
Entrambe avevano lo sguardo fisso in quello dell’altra, immobili.
“D’accordo, direi che è arrivato il momento di finirla con i convenevoli” disse Yuriko e con un movimento fulmineo fece partire un colpo. Kaori riuscì a spostarsi e prima che l’altra potesse tentare di nuovo, con un calcio la disarmò, facendo finire la pistola a qualche metro di distanza. Si era allenata molto nel combattimento corpo a corpo, sviluppando una buona struttura muscolare, che le permetteva di avere un controllo eccellente dei propri movimenti e sferrare colpi veloci e precisi. I criminali che lei e Ryo si trovavano ad affrontare, spesso non si aspettavano quella reazione e si mostravano impreparati.
Le due spostavano lo sguardo dall’avversaria alla pistola. Entrambe volevano recuperarla per prima, ma attendevano la mossa dell’altra.
“Sei in gamba, devo ammetterlo, ma non abbastanza per me” disse Yuriko e con uno scatto si precipitò in direzione della pistola. Kaori si mosse subito dopo e un attimo prima che la donna potesse afferrare l’oggetto, la bloccò, riuscendo a prendere la pistola. Yuriko la guardò con ostilità.
“Sei sempre dell’idea che non sia abbastanza in gamba?” chiese Kaori, con un sorriso sarcastico.
“Sgualdrina…”
“Insultarmi non mi sembra lo spirito giusto da usare per digerire una sconfitta, sai?”
Intanto, gli altri due avevano seguito tutta la scena. Ryo sorrise, Kaori aveva saputo gestire benissimo la situazione e adesso erano in vantaggio.
“La tua partner è davvero in gamba, non c’è che dire” disse Taichi.
“Lo so, è uno dei motivi per cui sono innamorato di lei”.
“Quanto sei tenero”.
“Be’ vedi, quando fai questo tipo di lavoro insieme a un’altra persona, la sintonia è fondamentale, serve per capirsi senza parlare, intuire le mosse dell’altro e aiutarsi a vicenda” Ryo sorrise. “Nel nostro caso, l’amore che ci lega, non fa che rendere ancora più solida questa sintonia”.
Taichi liberò una sonora e lunga risata.
“Una dichiarazione d’amore in piena regola” esclamò. “Davvero romantico, non mi sono mai divertito tanto, sai?”
L’uomo abbassò leggermente la pistola, era evidente che si sentisse migliore di Ryo, ma questa convinzione aumentò ulteriormente il vantaggio degli sweeper, perché abbassò la guardia. Kaori, con un altro movimento rapido, finse di volerlo disarmare e lui si girò verso di lei, ma prima che potesse tentare di colpirla, fu Ryo a disarmarlo.
“Stavo parlando proprio di questo prima” disse Ryo, con un sorriso compiaciuto.
Taichi lo fissò con uno sguardo pieno di disprezzo, poi un ghigno si curvò di nuovo sulle sue labbra: “Avete dimenticato un particolare…”
“E quale sarebbe?”
“Voi non conoscete a sufficienza questi luoghi, mentre noi sì. Non ci sarà difficile fuggire”.
“Ne sei proprio sicuro? Guardati intorno…”
I fari di alcune auto della polizia illuminarono la radura e quando Taichi e Yuriko provarono a scappare, si ritrovarono circondati dagli agenti.
“Quando tra poco vedrete Asano, in cella, portategli i nostri saluti!”
 
Più tardi, Saeko raccontò loro che Asano aveva provato a dare la responsabilità a Ryo o meglio, a Noboru, inconsapevole della sua vera identità. Quando aveva scoperto la verità, allora la colpa era ricaduta su Taichi e Yuriko, ma loro non ci pensavano neanche per sogno a finire nei guai ancora di più di quanto non lo fossero già e avevano spiattellato tutto.
“Quindi Asano ha chiesto a quei due di travestirsi da fantasmi per spaventare i signori Nakama e i loro ospiti?” chiese Ryo, incredulo. Era una storia talmente assurda.
“A quanto pare la pensione è legata a una vecchia leggenda e Asano ha pensato di sfruttare quella storia per spaventare i signori Nakama e convincerli a vendere. Quando si è reso conto che la coppia non aveva nessun timore, ha pensato di iniziare a spaventare gli ospiti, in modo da far crollare gli affari e costringerli comunque a vendere”.
“Non immaginavo che avesse un’inventiva tanto originale quel tipo. Ce ne vuole di fantasia per ordire un piano del genere…”
“Già, quando ha capito che il suo piano non stava funzionando, ha deciso di passare alle maniere forti” disse Saeko. “Siete arrivati qui proprio al momento giusto”.
“Perché era tanto interessato alla pensione?” chiese Kaori.
“Abbiamo scoperto che stava tenendo d’occhio anche altre strutture nei dintorni. Sicuramente, una volta conclusa l’acquisizione, avrebbe cercato di acquistare altri edifici turistici del luogo” rispose Saeko. “La pensione dove alloggiate, però, era particolarmente interessante ai suoi occhi proprio per questa leggenda. Voleva sfruttarla per attirare più persone e aumentare i suoi guadagni”.
“Si può sapere di quale leggenda stai parlando?” chiese Ryo.
“Non so di preciso, mi pare che racconti la storia di due innamorati, che ogni tanto appaiono nei dintorni…”
Kaori deglutì e poi si alzò in piedi con uno scatto: “Bene, mi sembra sia arrivato il momento di tornare a Tokyo”.
“Ma come, ci siamo rovinati quasi completamente la vacanza a causa di questa storia assurda e non ti vuoi godere neanche gli ultimi due giorni che ci restano da trascorrere qui?” protestò Ryo.
“Non m’importa, preferisco tornare a casa. Andiamo!”
Kaori afferrò Ryo per la giacca e lo trascinò fuori.
“Ci vediamo, Saeko!” disse e si allontanò di gran carriera con il socio al seguito.
La detective trattenne una risata, quei due erano davvero incomprensibili, a volte.
“Kaori, ma che diamine ti prende?”
“Non voglio tornare in quel posto, è infestato dai fantasmi! Non hai sentito quello che ha detto Saeko?”
“È solo una vecchia leggenda, dai…”
“Non ho intenzione di rischiare!”
“Non credi che i signori Nakama sarebbero delusi se ci vedessero andare via prima del previsto?”
Kaori tentennò, Ryo non aveva tutti i torti, ma non era per niente convinta di voler restare alla pensione altri due giorni, alla luce di quello che aveva scoperto. Ora sapeva che la prima notte in cui erano arrivati lì si era trovata faccia a faccia con Taichi e Yuriko, ma se stavolta si fosse trovata davanti dei veri spiriti?
“Forse posso trovare un modo per convincerti” sussurrò Ryo, posando le labbra sul suo collo.
“Sei sleale…”
“Lo so. Ormai conosco i tuoi punti deboli”.
“Stai attento, perché anch’io conosco i tuoi, Saeba”.
“Questo mi fa molto piacere” rispose lui, prima di attirarla a sé e baciarla. “Ci penserò io a proteggerti e a distrarti, Sugar Boy”.
Kaori arrossì, immaginava perfettamente il modo che aveva in mente Ryo di distrarla. Lui sorrise, a cosa stava pensando la sua socia per arrossire in quel modo?
“Va bene” si arrese Kaori. “E comunque sono contenta che i sospetti su Jin e Kyoko fossero infondati. Forse sono solo un po’ strani”.
“Non ne sono sicuro” rifletté Ryo.
“Cosa vuoi dire?”
“Saranno anche un po’ strani, ma era chiaro che stessero nascondendo qualcosa e stavolta ho tutta l’intenzione di scoprire di cosa si tratta”.
   
 
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