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Autore: shirley jane    16/05/2023    5 recensioni
Ryo e Kaori sono partiti per un viaggio dopo il loro ultimo incarico. Desiderano passare qualche giorno insieme, lontani dal caos della loro quotidianità.
I guai, però, viaggiano spesso a braccetto con i due sweeper. Riusciranno, per una volta, a evitarli?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Eccoci arrivati al nono e ultimo capitolo!
Prima di tutto, ci tengo a ringraziare chi ha letto, chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite, e chi ha lasciato un commento, è sempre bello e incoraggiante conoscere l’opinione dei lettori, sia i pareri positivi sia le critiche (costruttive).
Spero che questa storia vi sia piaciuta e mi auguro che il finale non sia deludente.
Vi ringrazio di nuovo, alla prossima!
 
 
 


“Il matrimonio era alle porte, ma poco prima Masaki si ammalò e non gli furono date molte speranze” Aya fece una pausa, il suo sguardo era diventato più malinconico. “I giorni passavano, ma le sue condizioni di salute non miglioravano. Le nozze furono annullate, convinti che non ce l’avrebbe fatta, mentre Haruka sposò il fratello di Masaki, per non rompere l’accordo che avevano stretto le loro famiglie”.
Kyoko spalancò gli occhi, incredula di fronte a quel risvolto inaspettato e crudele.
“Ci volle molto tempo, ma per fortuna Masaki guarì” continuò Aya. “Per lui e Haruka, però, non c’era più alcuna possibilità di stare insieme. Non solo lei aveva sposato un altro, ma quell’uomo era il fratello di Masaki”.
“È per questa ragione che entrambi hanno quello sguardo così infelice nei dipinti che li raffigurano?” chiese Kyoko, rattristata per la piega che aveva preso quella storia d’amore che l’aveva tanto affascinata e incuriosita. “Si amavano ed erano stati a un passo dal poter trascorrere la loro esistenza insieme, ma all’improvviso avevano dovuto rinunciare a tutto”.
“Già, vissero vicini per tutta la vita, ma separati, costretti a nascondere quello che provavano l’uno per l’altra”.
“È molto triste dover vedere ogni giorno la persona amata senza poter stare con lei, senza addirittura poterle dire quel che si prova”.
“Hai ragione, sicuramente non fu semplice per nessuno dei due” ammise Aya. “Sembra che le vicende che riguardarono Masaki e Haruka accaddero proprio in questi luoghi. Ichiro, il nostro antenato, ne ha narrato la storia attraverso i suoi dipinti, fino ad arrivare a noi”.
“Dai ritratti sembra che avesse intuito perfettamente il loro stato d’animo e la loro infelicità”.
“È così, probabilmente. Ha conosciuto Haruka e Masaki di persona” spiegò la madre. “Sai, si racconta anche che ogni tanto i loro spiriti compaiono nei dintorni, forse nella speranza di abbracciarsi e poter stare insieme, finalmente”.
“Davvero?” esclamò la ragazza. “Li hai mai visti?”
Aya fece di no con la testa: “Chissà, magari sarai più fortunata di me, un giorno…”
 
Kyoko sorrise con dolcezza e nostalgia quando terminò il raccontò, ricordando quel pomeriggio primaverile di molti anni prima, erano passati più di quarant’anni. I suoi ospiti apparivano affascinati da quella storia, proprio come lo era stata lei. Sembravano completamente immersi nelle sue parole, come se avessero vissuto in prima persona quelle vicende, come se fossero loro stessi i protagonisti.
L’anziana donna non poteva sapere che anche loro, per un lungo tempo, si erano amati senza confessare all’altro i propri sentimenti, costretti a nasconderli al mondo intero, anche se per motivi diversi.
“È una storia molto toccante, malgrado Masaki e Haruka siano stati obbligati a vivere separati” disse Kaori, con gli occhi leggermente lucidi.
Ryo sorrise con tenerezza, avrebbe voluto abbracciarla e stringerla a sé, rassicurarla che niente sarebbe stato in grado di dividerli. Nonostante l’ambiente pericoloso nel quale anche lei, ormai, viveva da anni, non aveva perso il suo animo romantico, sognatore e pieno di speranza, e lui adorava quel lato della sua socia, perché permetteva anche a un uomo miserabile come lui, di guardare al futuro e di tenere stretta a sé la speranza. Quello stesso sentimento che nasceva e cresceva nell’amore sconvolgente che sentiva per lei e che l’aveva trasformato in un uomo migliore. Ryo voleva essere migliore per Kaori, per la donna che amava e che aveva portato luce e perdono nella sua vita avvolta nell’oscurità. Con il suo amore e la sua gioia di vivere, Kaori era riuscita ad ammansire le tenebre più spaventose che avevano sempre fatto parte della sua esistenza.
“Asano si è dimostrato più meschino di quanto non avesse già fatto!” esclamò Kaori, in un impeto di rabbia e indignazione. “Non solo voleva appropriarsi della pensione con l’inganno, ma aveva intenzione anche di sfruttare la storia di Masaki e Haruka per ricavarci un ulteriore guadagno!”
“Non avrei mai pensato che quell’uomo potesse spingersi a tanto pur di avere la pensione” ammise Kyoko, ancora incredula. “Quando si è presentato qui la prima volta, sembrava una persona cortese. Nemmeno quando abbiamo rifiutato la sua offerta era apparso adirato, non avrei mai immaginato che fosse capace di simili atti”.
“Asano si è dimostrato un buon attore” disse Ryo. “Probabilmente si aspettava un rifiuto, in un primo momento, ma non credeva che sarebbe stato tanto difficile convincervi, questo è sicuro”.
“Ma come poteva essere a conoscenza della storia di Haruka e Masaki?” chiese Jin.
“I suoi complici hanno ammesso di aver soggiornato da voi qualche giorno. Asano voleva che osservassero la situazione prima di farvi la sua offerta”.
“Quindi siamo stati noi a raccontargliela…”
“Non dovete sentirvi responsabili” sorrise dolcemente Kaori. “Non potevate sapere le loro reali intenzioni”.
“È vero, ma se non l’avessimo fatto tutto questo non sarebbe successo” disse Kyoko, abbassando lo sguardo per un momento. “Siamo molto legati a quei dipinti e alla loro storia, ci fa piacere raccontarla ai nostri ospiti…”
Kaori le prese le mani tra le sue e le strinse con tenerezza: “Asano avrebbe trovato un altro modo per cercare di impadronirsi della pensione, anche se non fosse venuto a conoscenza della leggenda. Voi avete agito seguendo il vostro cuore e non dovete sentirvi in colpa per questo”.
Gli occhi di Kyoko si inumidirono, colpita dalla dolcezza della sua ospite. Le sorrise con gratitudine e l’abbracciò.
“Grazie, Kaori, lei è una persona davvero speciale” disse, poi si allontanò e la guardò con tenerezza. “Sono felice che lei e Ryo, a differenza di Haruka e Masaki, abbiate la possibilità di vivere il vostro amore. Non sprecate questa opportunità, mi raccomando”.
“Non lo faremo, non si preoccupi”.
Entrambi sapevano di aver sprecato fin troppo tempo, intrappolati nei propri timori e nelle proprie ansie, spaventati di ammettere apertamente quello che provavano, ma adesso era tutto diverso. Non avrebbero perso altro tempo.
Jin e Kyoko si guardarono in silenzio, poi annuirono.
“Potete aspettarci qui un momento, per favore?”
I coniugi si alzarono e si allontanarono per circa un minuto. Quando tornarono stringevano al petto delle cornici e quando le appoggiarono sul tavolo davanti a loro, Ryo e Kaori strabuzzarono gli occhi.
“Questi sono i ritratti di Masaki e Haruka” sorrise Kyoko.
Ryo e Kaori erano increduli e sbigottiti: quei dipinti sembravano ritrarre proprio loro! L’unica differenza evidente era il modo in cui erano vestiti e pettinati, con costumi appartenenti a un’altra epoca, ma i tratti del viso erano somiglianti ai loro in un modo incredibile e sorprendente.
“È… uno… scherzo?” balbettò Ryo.
“Comprendiamo perfettamente la vostra sorpresa, anche noi abbiamo reagito allo stesso modo quando vi abbiamo conosciuto” ammise Kyoko. “Questi dipinti sono molto antichi”.
“Ma… com’è possibile?” chiese Kaori, incredula quanto il suo socio.
“Siamo convinti che voi siate i discendenti di Haruka e Masaki” disse Jin, con una tranquillità e una sicurezza che lasciò esterrefatta la giovane coppia.
Ryo e Kaori si chiesero se Jin e Kyoko non fossero improvvisamente impazziti, perché stavano evidentemente farneticando. Ma in che diamine di situazione erano finiti? Prima c’era stato Asano che aveva organizzato un piano ai limiti dell’assurdo, ora erano i signori Nakama a far correre decisamente troppo la loro immaginazione.
“Ci rendiamo conto che può sembrare assurdo, ma la somiglianza è lampante e non lascia dubbi a riguardo”.
“Sarà una coincidenza…” disse Ryo, ma non sembrava convinto.
“Siamo sicuri che non lo sia” intervenne Kyoko. “Masaki e Haruka erano innamorati, ma non hanno potuto realizzare il sentimento che li legava. Voi due siete arrivati proprio nel luogo dove sono vissuti per dimostrare, attraverso l’amore che vi unisce, che in un certo senso anche loro hanno avuto il loro lieto fine e la conclusione dei loro tormenti”.
Ryo e Kaori si guardarono, ancora senza parole, non sapevano che dire né cosa pensare. Tutta quella storia era assurda, eppure non riuscivano a persuadersi che fosse del tutto campata in aria, le coincidenze erano troppe perfino per la loro razionalità e il loro senso pratico. D’un tratto, entrambi ricordarono gli strani individui che avevano incontrato al ricevimento di Asano. I loro costumi potevano essere spiegati con il fatto di trovarsi a una festa in maschera, ma la cosa strana era che fossero vestiti e pettinati esattamente come nei ritratti. Nessuno di loro due era riuscito a osservare bene i loro volti, nascosti dalla notte, ma le loro parole erano state enigmatiche e apparentemente senza spiegazione. L’uomo con cui aveva parlato Ryo, gli aveva detto che qualcuno stava mentendo e di fare attenzione. Asano, infatti, si era rivelato un bugiardo senza scrupoli, ma come poteva sapere quello sconosciuto? Gli aveva dato l’impressione di essere a conoscenza delle indagini.
Non dissero niente riguardo a quella serata, ma una singolare consapevolezza si fece strada dentro di loro.
“Signori Nakama, possiamo farvi un’ultima domanda?” chiese Kaori, provando a cambiare argomento.
L’anziana coppia annuì.
“Per quale motivo volevate rinunciare a scoprire la causa di questa situazione?”
“Noi credevamo davvero che quegli spiriti fossero Masaki e Haruka, ci sembrava una coincidenza troppo grande che questa storia si fosse risolta proprio dopo il vostro arrivo qui” spiegò Kyoko.
“Ma non è l’unico motivo” intervenne Jin. “I nostri figli, dopo molti anni nei quali hanno vissuto lontano, ci hanno detto che avrebbero desiderato tornare qui, per aiutarci a portare avanti la pensione. È stata una grande felicità saperlo, ormai avevamo perso quasi del tutto le speranze che questo potesse accadere e presto saremo stati costretti davvero a chiudere o vendere l’attività”.
“Capisco, ma non eravate curiosi di sapere se le cose stavano davvero come credevate?”
“Certo, però i nostri figli non hanno mai creduto granché a questa leggenda e se questa storia fosse uscita fuori, temevamo che avrebbero cambiato idea. Sono delle persone discrete e non amano avere i riflettori puntati addosso, una delle ragioni per la quale vogliono tornare qui, oltre alla pensione, è proprio per la tranquillità che vi si respira”.
“Siamo felici che tutto si sia risolto, ma ci dispiace dovercene andare tra un paio di giorni” disse Kaori.
“Oh, ci siamo dimenticati di dirvi una cosa” esclamò Kyoko. “Insieme alla detective Nogami abbiamo concordato di regalarvi un’altra settimana di soggiorno. Ci sembrava il minimo per ringraziarvi per quello che avete fatto per noi”.
Ryo e Kaori si guardarono, sorpresi, quell’avventura li aveva lasciati senza parole fino alla fine.
 
“Credi che la leggenda abbia un fondo di verità?” chiese Kaori più tardi, una volta tornati nella loro stanza.
“Non so, questi giorni sono stati talmente surreali che non mi stupirei se fosse così…” Ryo fece un sorriso ironico e divertito. “Non eri tu quella terrorizzata dai fantasmi? Hai cambiato idea?”
La donna diventò rossa, presa in fallo: “Be’ di solito è così, ma questo racconto è talmente romantico e suggestivo, che la paura passa in secondo piano” ammise. “Anche se dovessi trovarmi faccia a faccia con Haruka e Masaki sono sicura che non avrei niente da temere”.
Ryo l’abbracciò e avvicinò le labbra alle sue, lo sguardo brillante e penetrante: “Nel caso ti spaventassi, comunque, ci penserò io a proteggerti e a farti sentire al sicuro”.
“Davvero?” sussurrò Kaori, sorridendo a sua volta. “E come avresti intenzione di farlo?”
“Te lo spiego subito” l’attirò a sé e la baciò.
 
A pochi metri di distanza, tra la vegetazione del boschetto di fronte alla pensione, un uomo e una donna, vestiti con abiti di un’altra epoca, sorrisero, si presero per mano e scomparvero.
   
 
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