Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: elenabastet    26/05/2023    2 recensioni
Questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

QUANDO SIAMO MORTI

 

Rating: pubblico maturo, lutti, amori, morte, paranormale.

Fandom: Lady Oscar, con cross over con The X-Files.

Note: questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.

 

Capitolo dodicesimo

“Per capire se Krycek ci sta mentendo oppure no, l’ho lasciato fino a domani in consegna alla polizia di Arras”, disse Skinner a Mulder e Scully, appena tornato a Parigi.

“Mi sa che è molto probabile che ci stia ingannando”, rispose Mulder.

“Senz’altro, ma anche lui ha iniziato a raccontare storie sulla Rivoluzione, su due persone amate da salvare e sulla loro morte, e sembra per molti aspetti la storia di Camilla raccontata da un altro punto di vista”, aggiunse Skinner. Certo, non c’era da fidarsi di Krycek, ma tutto era sempre più strano.

“Motivo in più per sospettare che ci sia lui, con magari altri complici, dietro a questa storia, con chissà quali secondi fini”, disse Mulder. Però non era convinto fino in fondo di questo, stava pensando a Girodel, quell’uomo garbato e solitario che parlava di fatti di oltre due secoli prima come se li avesse vissuti in prima persona. Ma forse anche lui non era in buona fede come poteva sembrare a prima vista, magari era coinvolto. E poi c’erano quei sogni strani che faceva, ma erano probabilmente una forma di suggestione. Anche perché cosa c’entravano loro con due amanti vissuti all’epoca dello scoppio della Rivoluzione francese?

“Credo che dobbiamo continuare ad indagare, magari partendo dal materiale raccolto sulla collina di Arras”, disse Scully. Mulder annuì, dandole ragione di nuovo, come sempre.

“Angélique Grandy ci aspetta a casa sua e di Camilla, dice che deve parlarci e farci vedere una cosa”, aggiunse Skinner.

 

Angélique li accolse perplessa e agitata:

“Non riesco a capire cosa stia succedendo… Camilla oggi si è messa a disegnare e venite a vedere cosa ha fatto...”, incominciò.

“Beh, giudicate voi!”, aggiunse e li condusse nella stanza dove Camilla aveva disegnato tutto il giorno.

Mulder, Scully e Skinner trasalirono: conoscevano il quadro che Camilla aveva dipinto. Il cavaliere vestito da Marte sul cavallo bianco, che in realtà era una donna…

“Conosciamo questo quadro”, disse Mulder, “lo abbiamo visto da Girodel, un uomo d’affari di Arras da cui siamo andati per parlare di fatti paranormali legati ad Arras… Anche se Camilla sapesse disegnare, è oltremodo strano che possa riprodurre un quadro di questo tipo senza un modello davanti.”

“Il quadro in questione raffigura in realtà una donna, la donna amata pare da un avo di monsieur Girodel e morta durante la presa della Bastiglia”, disse Scully.

“Oh certo, la mia amata madamigella Oscar”. Era Camilla ad aver parlato.

“Lui venne da me, io lo conoscevo solo di vista, era un uomo gentile, mi dissero che l’avevano poi ucciso quando attaccarono le Tuilieries nell’agosto del 1792, ma io non ci credo, anche perché c’è chi sostiene che andava ogni anno il 14 luglio ad Arras ad omaggiare la sua amata perduta, e ci va ancora, sempre giovane...”

Mulder e Scully si avvicinarono a Camilla e lei continuò:

“Ero andata ad Arras a dare l’ultimo saluto alla mia Oscar e al mio André, esaudendo il loro desiderio di essere là per sempre come marito e moglie, uniti su quella collina. Non ero sola, c’erano anche mio marito Bernard e i Soldati della Guardia, e i genitori di lei, anche se tutti li evitavano, tutti tranne me, c’era un odio per il signor conte e generale, un odio anche cattivo verso un uomo che stava soffrendo così tanto. Ma poi c’era lui, non venne sulla collina con noi, salì dopo e ci restò tutta la notte. Al mattino venne a supplicarmi di dipingere una copia del quadro di madamigella fatto da mastro Armand. Io andai per vari giorni a palazzo Jarjayes, a copiare il quadro, e tutto era così triste, Marie, la buona Marie era morta, e i signori conti erano chiusi nelle loro stanze, ma io trovavo nel salotto dove c’era il quadro le tracce del padrone, i suoi fazzoletti intrisi di lacrime. Ma feci quel quadro e glielo diedi. Poi non lo vidi più, ma so che lui la pensa ancora, la penserà per sempre perché non può avere pace… Ora ne devo dipingere un altro, l’altra versione del quadro...”

Scully prese da parte Mulder e gli chiese:

“Tu parli di possessione, ma è ben strana...”

“Scully, lo so che L’Esorcista è uno dei tuoi film preferiti, sai, è piaciuto tanto anche a me, però se si leggono un po’ di articoli scientifici in tema si scopre che le cosiddette possessioni possono essere anche molto diverse da quella della piccola Regan del film..”

“Ma certo, Mulder, quello è un film. Però...”

“Guarda, io vorrei tentare l’ipnosi con Camilla, ma domani, stasera mi sembra davvero esausta.”

Camilla continuava a ripetere: “Io devo fare l’altro quadro, io devo fare l’altro quadro...”

Poi recuperò un foglio di carta e iniziò a dipingerlo, anche se era stanchissima.

Angélique guardò Mulder e Scully disperata:

“Cosa posso fare?”

Mulder rispose:

“Temo che bisogna lasciarla fare...”

Scully intervenne:

“Forse potrei provare a farle un’iniezione calmante, con un sonnifero leggero, ma devo cercarlo in farmacia.”

Si girarono e videro che Camilla era caduta come addormentata in un sonno profondo sul foglio, ma che continuava a disegnare nuove forme con un senso compiuto sul foglio.

“Mi sento impotente, Mulder, e non credo che sia tutto un inganno di Krycek, come potrebbe essere così? Devo arrendermi, è difficile trovare una spiegazione razionale”, disse Scully.

Skinner si era avvicinato a loro, con aria perplessa:

“Ho bisogno di parlarv, riguardo a quel quadro. Voi l’avete visto il dipinto di Camilla?”

“Beh, abbiamo visto la copia fatta per l’avo innamorato della donna morta alla Bastiglia”, disse Mulder.

“E io forse ho visto l’originale”, disse Skinner.

Uscirono dalla casa di Camilla e Angélique e si diressero verso l’albergo e Skinner raccontò ai suoi agenti del suo incontro con il misterioso Augustin.

“Signore, mi permetta, ma lei ha rischiato non poco”, disse Mulder, “non credo sia stata una buona idea avvicinarsi così tanto ad una persona potenzialmente pericolosa, già solo per lo stato di alterazione psicofisica in cui si trova.”

“Lo so, ma quell’uomo mi faceva pena, probabilmente ha seri problemi psichiatrici, credo che lei Mulder potrebbe dargli una mano, ma c’era qualcosa in lui che mi ha convinto. E poi ho trovato il palazzo dove risiede e c’è quel quadro...”

“Il mistero si infittisce”, disse Scully, “saprebbe ritrovare quel palazzo?”

“Probabilmente sì, magari ci potremmo andare insieme. E magari dare una mano a quel poveraccio, pare che nessuno si interessi a lui”, disse Skinner.

 

Dopo aver cenato si ritirarono perplessi ognuno in camera propria. Skinner provò ad accendere la televisione, ma non trovò niente che lo interessava, nemmeno nei canali satellitari in lingua inglese. Ad un tratto, si affacciò dalla finestra e ad un tratto trasalì.

Augustin era sul marciapiede sotto l’albergo, guardava verso di lui ma anche verso le due finestre buie di Mulder e Scully, con un’aria molto addolorata. Skinner si rivestì in fretta e scese in strada, ma non lo vide più. Era come sparito, ed era lì poco prima. Pensò che si fosse nascosto, magari lo stava guardando, avrebbe voluto parlargli, ma non lo trovò.

Ad un tratto, vicino a dove aveva visto Augustin in piedi, tra il lampione e una panchina, Skinner notò al buio che c’era una busta. Si chinò a raccoglierla, e capì che era qualcosa di antico, di quell’epoca che li stava ossessionando tutti. La aprì, era una lettera, e quel po’ di francese che conosceva gli fece comprendere il senso.

Signor marchese de Bouillet,

mi perdonerete se rinuncio alle espressioni solite con cui mi rivolgevo a Voi, ma dopo quello che avete affermato non posso più essere Vostro amico.

Voi avete accusato mia figlia, la mia adorata figlia, di essere una traditrice per quello che ha fatto. Siete arrivato nella mia dimora, provata già da due lutti a cui se ne era aggiunto un terzo, senza nessun rispetto per me e la mia Marguerite, e mi avete detto che meriterei che la colpa di mia figlia ricada su di me, su mia moglie, sulle mie altre figlie e le loro famiglie. Avete approfittato di un padre distrutto dal dolore, a cui nessuna parola di conforto può essere più di sollievo, per ferirlo ulteriormente. Ho visto che razza di uomo siete, ho capito, pur essendo nobile, perché mia figlia ha fatto quella scelta che a voi e agli altri dà così fastidio, per amore, certo, qualcosa che voi non potrete mai capire, e perché certe cose non debbano essere più dette e fatte. Il marchese de Lafayette, presente per fortuna in casa mia, ha messo fine alla Vostra tracotanza, e del resto Voi sapete meglio di me che non ci saranno conseguenze per il gesto di mia figlia, basta quello che le è successo. Resto fedele a Sua Maestà, ma non voglio avere niente a che fare con un mostro come Voi. Ho perdonato mia figlia, malgrado quello che le dissi quel giorno, ho perdonato lo sposo di mia figlia, ma Voi no. Darò la vita per le Loro Maestà e i loro figli, se necessario, ma Vi intimo di starmi lontano. Il resto ve l’ha detto il marchese de Lafayette.

Augustin

La data in calce fece trasalire Skinner: 16 luglio 1789. Due giorni dopo la presa della Bastiglia.

 

Doveva andare via da quel posto e provare a salvarli, ora ricordava, c’era di nuovo di mezzo quel dannato Bouillet, era tornato e li avrebbe uccisi di nuovo.

Si alzò, accorgendosi per la prima volta che quell’uomo dentro cui era non aveva un braccio. Ma sembrava capace di fare quello che gli serviva, e ora doveva per la prima volta uscire da lì, c’era poco tempo, presto tutto sarebbe precipitato.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: elenabastet