Crossover
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Autore: Figlia di Sephiroth    14/09/2009    0 recensioni
Un cocktail di avventura, sentimento, drammaticità, comicità e mistero che alle volte sfiora il demenziale. Con personaggi provenienti da videogiochi ed anime... e a volte qualcos'altro!.
Nella prima serie, un non-trapassato scopre di avere importanti legami che credeva perduti, e misteriosi poteri si rivelano.
Cosa sono i Clover? Quali fitte trame si stanno tessendo tra le file dell'esercito? E intanto un'organizzazione segreta aspira al controllo di forze sovrumane...
Tutto cominciò a casa del più celebre guardiano di Spira...
(personaggi principali della prima serie appartenenti a Final Fantasy X, Clover, Saiyuki, Fullmetal Alchemist)
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 3 - Incontro Fatale

Personaggi Introdotti:
- Kenshin, Samurai Vagabondo: Kaoru Kamiya, Kenshin Himura, Megumi Takani.
___________________________________________________________

"Un autentico soldato. Un'arma umana." era ciò che pensava Auron mentre si avviava verso il centro della città, miracolosamente tornato nel suo solito abito di FFX. Non sapeva se esserne contento oppure no. Chi ha potere lo usa, e forse un giorno anche Roy sarebbe stato sfruttato per la sua determinazione. Magari avrebbe causato la sua stessa morte.

Auron sapeva cosa voleva dire essere un'arma umana... anche quei suoi "poteri speciali" di cui aveva parlato il figlio.. tipo il teletrasporto o la telepatia.. erano tutte cose su cui non aveva nessun controllo. Ma quando li aveva acquisiti? Da sempre? A Bevelle? Per quanto si sforzasse di ricordare la risposta non gli veniva alla mente.

Ebbe la sensazione di aver dimenticato qualcosa di molto importante sul suo passato. Qualcosa che il trauma della morte aveva sopito forse per sempre.... e forse era meglio così.

- VI HO TROVATI MALEDETTI SBIRRI!!

Trattenendo un sussulto, Auron si voltò. Dietro di lui trovò una giovane ragazza dagli occhi blu e i capelli corvini legati in un'alta coda di cavallo. Indossava un hakama da scherma giapponese, come quello che Mitsurugi l'aveva costretto a indossare in aereoporto. Tra le sue mani, puntata verso di lui, c'era una katana di legno.

- Come, prego? - fu tuttò ciò che riuscì a dire, squadrandola attraverso gli occhiali scuri.

- Non fare il finto tonto! Da oggi terminano i tuoi surprusi di potere! - Abbaiò lei con occhi furenti.

- Non ho idea di chi tu sia nè di cosa tu voglia da me, ragazza. Riponi l'arma e va per la tua strada. - La intimò lui. La guardò e non vide il minimo vacillio nel suo sguardo. Aveva una forte tempra.

- Non mi inganni! SOLO VOI TEMPOLIZIOTTI PORTATE SPADE COSI'!! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!

Si lanciò all'assalto con un fendente verticale. Senza il tempo di dire altro, Auron portò il braccio fuori dal cappotto e parò il colpo con la sua enorme spada.
La ragazza, respinta, fu subito di nuovo in piedi e riassunse la posizione. - Non ti salverai dal mio prossimo attacco!

- Ok, come vuoi.. - Auron non aspettò oltre. Abbassandosi per schivare il nuovo fendente, in un attimo fu davanti a lei e colpì un braccio con la lama di piatto, disarmandola. La spinse poi a terra con una mano. Era molto giovane e gracile, non avrebbe fatto sul serio con una ragazzina.

Lei d'altro canto fece per riarmarsi subito, ma l'uomo pronto allontanò la katana a terra con un colpetto, guardandola poi dall'alto in basso.

- Ma chi sei tu? - Le chiese.

- Che cosa può importare il mio nome a uno sporco ex samuai ambizioso che ha lasciato il proprio onore per prendere alte cariche nell'esercito! - rispose lei, quasi ringhiando. L'odio nei suoi occhi era sincero.

- Samurai ambiziosi?

- Avete assassinato mio padre, che invece era rimasto fedele al codice dei samurai! Sporchi sciacalli traditori che non siete altro!

- Io non sono un samurai! - la interruppe Auron bruscamente. Era l'unico modo per farsi sentire da persone del genere. - Nè lo sono mai stato. Io sono il guardiano di Braska!
Finalmente cominciò a intravedere un velo di dubbio, forse lucidità, in quei profondi occhi blu che fissavano la sua arma.

- E allora perchè porti la spada quando è proibito?!

- Perchè mi appartiene, che domande.

- E' comunque contro la legge! Solo i tempoliziotti schifosi possono portare armi.

- Anche tu hai un'arma, se è per questo. - Auron indicò la katana a qualche metro da loro con un cenno della testa.

- Io sono figlia di un samurai e preferisco mancare alla legge piuttosto che rinunciare al mio onore!

- Beh io sono un guardiano e agisco per conto mio. Quindi non rompere. - Auron si risistemò il cappotto e fece per andarsene.

Dietro di sè, udì la ragazza rimettersi in piedi.
- Anche senza le spade leggendarie di mio padre... non mi lascerò sconfiggere da uno come te!!!

- Proprio non ti arrendi.. - Auron si scostò di lato e non appena la ragazza si sbilanciò in avanti per il mancato colpo, le si portò alle spalle e la stordì con un colpo di manico. - Patetico..

- Sir Auron??

"E' il giorno delle sorprese alle spalle..." pensò il guardiano il modo sarcastico tra sè. Ma per fortuna quando si voltò non c'era nessun'altra ragazza isterica armata di katane di legno. Anche se un'arma effettivamente l'aveva.

Ma Auron sapeva anche che Kenshin non l'avrebbe mai puntata contro di lui. Il ragazzo, o l'uomo (Auron sapeva che aveva molti più anni di Roy sebbene dimostrasse forse la stessa età o meno) lo fissava con la bocca aperta e gli occhi spalancati, con la solita espressione da bambino sconvolto che il guardiano aveva imparato a sopportare. Nel suo solito hakama rosso e bianco, coi capelli scarlatti legati in una bassa coda di cavallo, il samurai stava trasportando un sacco di soia.

- Che ci fa lei qui? - gli chiese meravigliato. - E' venuto a trovarmi nella mia epoca?

- Ehi tu... sei di qui dunque?

- Certo! Benvenuto a Tokyo del 1870 - lo accolse Kenshin. - Com'è arrivato qui?

- Non lo so per certo... eravamo in una brutta situazione e mi sono teletrasportato verso un luogo sicuro ed eccomi qui.. chissà forse inconsciamente ho pensato a te.

- Oh, questo mi onora Sir Auron! Spero comunque che stiano tutti bene. - Il samurai vagabondo si guardò attorno. - Ma che ci fa in questa stradina? Non porta da nessuna parte particolare.

- Ehm.. sì cercavo una persona ma... ho avuto un piccolo incidente. Credo di aver bisogno di un pronto soccorso.

- Oh non si preoccupi, la porto con me nella scuola di scherma in cui vivo. Abbiamo un'ottimo medico, l'istruttrice della palestra mi ha chiesto di far la spesa e così stavo andando lì quindi... ma non mi sembra ferito... - lo scrutò per un'attimo. - E comunque non è già morto lei? Senza offesa..

- Nessuna offesa, le cure sono per questa ragazza che mi ha attaccato scambiandomi per un samurai. - Auron si scostò per mostrargli la giovane schermitrice a terra.

- Kaoru!! - Kenshin lasciò cadere il sacco e si avvicinò a lei, sorreggendola. - Che cosa è successo?

- Sosteneva che siccome portavo un'arma ero un tempoliziotto schifoso e che dovevo pagarla cara.. l'ho solo stordita perchè non mollava. Mi dispiace..

Kenshin si caricò la ragazza in spalla. - Beh riconosco che con lei a volte ci vogliano metodi... drastici. Comunque potrebbe farsi perdonare se prendesse per me quel sacco di soia! - aggiunse con un sorriso. - Una volta nella palestra chiariremo tutti i malintesi.

Auron non potè far altro che annuire e fare ciò che gli era stato detto. Conosceva Kenshin e lo riconosceva come la persona più affidabile che avesse incontrato in tutti quegli anni da non-trapassato.



- Allora, perchè ce l'ha tanto con la tempolizia? - chiese dopo un pò mentre camminavano tra la folla, seguiti da sguardi curiosi rivolti all'abbigliamento di Auron e alle loro armi, ma soprattutto alla ragazza caricata come un sacco di patate sulla spalla dell'ex-assassino Kenshin Himura.

- I tempoliziotti che stazionano qui son quasi tutti samurai che han dato via l'onore per i soldi... Kaoru li odia. Son gli unici ad avere il permesso dell'imperatore di portare la spada. Troneggiano con arroganza sul popolo, e per difendere i deboli ha costituito una massoneria segreta che si oppone alla legge per rivoluzionare il governo. Ci chiamano i Samurai Ribelli, e per questo portiamo le armi anche se contro la legge. - spiegò Kenshin, con gli occhi un pò tristi. - L'Impero Celeste non ci aiuta, il Supremo insiste che questi sono affari nostri e così ci arrangiamo come possiamo.

- Sì... è tipico di lui. - Auron guardò la spada al fianco del samurai. - Usi ancora la spada a lama invertita?

- Beh se per usare intende portarla con me sì.. ma non la estraggo da molto tempo. Sa, quel problema...

- Pare che non te ne libererai mai eh? - L'ex guardiano guardò poi la ragazza. - Sembra che il mio colpo abbia ancora effetto.. forse ho calcato la mano.

- Oh, non si preoccupi! E' una persona molto coriacea nonostante l'aspetto. - Kenshin sorrise amabilmente. - Le chiedo ancora scusa per il suo comportamento.. è convinta che la scomparsa di suo padre sia stata a causa dei tempoliziotti. Anche lui si opponeva alla legge, da solo.

- Assomiglio a un tempoliziotto secondo te?

- Beh... per chi non ha visto i vari mondi come lei e me.. direi proprio di sì.

Auron lo guardò. - E che dovrei fare, attaccarmi una spilla con scritto "odio la legge"?

- Oh questo glielo sconsiglio vivamente... - Kenshin si guardò intorno un pò ansioso. - Se la trovano i tempoliziotti... sono molto forti. Uno di loro pratica un'arte terribile chiamata "alchimia". Dicono che abbia distrutto un intero popolo durante una guerra su Spira qualche anno fa.

L'uomo si ammutolì... sapeva che il suo amico parlava di Roy. Aveva saputo della guerra di Ishbar a cui aveva partecipato suo figlio alcuni anni fa... si era visto affibbiare titoli come Terrore di Ishbar, Signore del Fuoco, Fiamma del Giudizio, Inferno Blu e simili.

Ripensò al sorriso che aveva visto l'ultima volta che i loro sguardi si erano incrociati. Come faceva Roy a sorridere così dopo tutti quegli orrori? Forse non gli importava? O aveva dimenticato per lo shock?

O forse aveva un'enorme forza d'animo che neppure Auron avrebbe mai ottenuto.

- E questo alchimista vi ha mai attaccato?

- Io non l'ho mai visto di persona.. Ma non ho mai sentito dire di vittime da parte sua. Qualche volta però è intervenuto per intimidirci, soprattutto durante le rivolte più sanguinose.

- Spero non abbia causato feriti. - Auron non poteva immaginarsi suo figlio fare cose del genere con quel sorriso.. L'esercito lo avrebbe condotto verso una brutta strada se avesse continuato.

- Oh no anzi.. se non fosse arrivato ci sarebbero stati molti versamenti di sangue inutili. E per questo lo ringrazio... tuttavia non posso apprezzare tutti i tempoliziotti solo per lui. Non sono il genere di persona che fa di tutta l'erba un fascio, come si suol dire. - Kenshin sospirò. - Al contrario di Kaoru!

Girato l'angolo, arrivarono finalmente alla palestra di cui aveva parlato. Assorto nei suoi pensieri, Auron non lesse il nome della scuola.

"Non mi sento a mio agio..." pensava. "Che sia successo qualcosa a Roy? O a Mitsu?"

- Sono tornato a casa con la soia! - avvisò Kenshin chiudendo il cancello dietro di loro. Dal dojo uscì una donna sulla trentina, elegante e dai lunghi capelli corvini. Il samurai la salutò con confidenza. - Oh salve signorina Megumi, capita proprio a proposito!

- Ken, caro, che è successo? - Megumi si avvicinò ai due ed esaminò il volto di Kaoru. - Ha fatto ancora a botte con un uomo?

- ^^; In un certo senso... Non credo che abbia niente di rotto però, un pò di ghiaccio per il mal di testa dovrebbe bastare...

- Dovrebbe rompersela la testa, per imparare come si comporta una signora. - Megumi si scostò seccatamente i capelli dal viso. - Portala in camera che le do un'occhiata.

Kenshin annuì e seguì Megumi, voltandosi un'ultima volta verso Auron. - Faccia pure come se fosse a casa sua, ma per favore porti la soia in dispensa, è dietro quel pozzo laggiù.

Auron annuì e col pesante sacco sulla spalla, si diresse dove gli fu indicato. Si guardava intorno con vago interesse, come un turista al museo, in cerca di segni particolari sul genere di vita che un ex assassino come Kenshin potesse fare lì. Era tutto normale, quasi effimero. Si chiese se non fosse lo stile di vita che avrebbe voluto vivere anche lui.. magari una casa in campagna non sarebbe stata così male.

Magari.. una casa appena fuori da Central City, dove lavorava Roy. Chissà se il figlio viveva in città?

All'improvviso, un brivido freddo gli corse lungo la schiena. Si voltò, avvertendo una presenza.

Era arrivato un uomo alle sue spalle, e ad intimorire Auron era il fatto che non l'aveva percepito per niente. Stava lì, seduto accanto a un vaso di fiori, bagnandoli con un piccolo annaffiatoio. Lunghi capelli castani legati in una treccia e occhi viola, canticchiava un motivetto quasi infantile. Vestiva con una tunica bianca molto ampia ed elegante, quasi nobile. Auron pensò di averla già vista da qualche parte.

L'uomo parve accorgersi del suo sguardo. - Oh non faccia caso a me, sto solo aspettando qualcuno. - gli disse con un sorriso amabile salutandolo.

- Posso sapere chi.... huh? - Auron fu interrotto da un fracasso assordante che proveniva dall'interno. Sentì un urlo femminile, poi delle altre frasi sconnesse, infine un altro urlo, stavolta leggermente meno femminile.

Kenshin era in pericolo.

Preoccupato, l'ex guardiano salutò velocemente lo strano individuo ed entrò in casa. Già con la mano sulla spada, si ritrovò davanti uno spettacolo pietoso.

Kaoru aveva ripreso i sensi e si stava avventando su Kenshin con la furia di una tigre con la solita katana di legno. Il povero samurai, pacifista convinto, accusava i colpi senza ribellarsi in nessun altro modo eccetto l'implorare la ragazza che si fermasse, cosa che convinceva ben poco.

- CREPA BASTARDO NON MI PUOI BATTERE COSI' FACILMENTE!!

- Kaoru ti prego stai fraintendendo!!

Agghiacciato, Auron non potè fare altro che fissarli, cercando di convincersi che fosse solo un ridicolosissimo sogno, tutto fino a quando Megumi non li raggiunse con una valigetta di pronto soccorso tra le mani che le sfuggì dalla presa alla vista del tentato omicidio. - Ma che diavolo stai facendo a Ken?!

- CREPA CREPA CREPA MALEDETTO POLI...Ken? - Kaoru si fermò di colpo e guardò l'insieme di lividi e bernoccoli che prima era un uomo. - Kenshin!? Sei tu?? Che ci fai qui in mezzo alla....

- Sei a casa, Kaoru, non te ne sei accorta? Kenshin ti ha portato qui di peso per curarti! - sbottò Megumi soccorrendo il povero samurai. - Guarda che hai combinato, scalmanata!

- Oh.. scusa Ken! Credevo fossi quel poliziotto... - Kaoru si porò le mani alla bocca, sconvolta. - Oddio ma son stata io a fargli perdere tutto quel sangue?

- Va tutto bene @_@; - Ken si mise a sedere a stento. - Kaoru dovresti riposarti un pò, sei confusa.

La ragazza per poco non lo picchiò di nuovo. - Mi stai dando della pazza??

- No no! O_O - Implorò Kenshin rimettendosi in difesa. - E' solo che... non dovresti agitarti così.. non ti fa bene..

- Ehi Kenshin, il vostro giardiniere sta aspettando qualcuno. - Disse Auron, interrompendo il diverbio.

- Il nostro giardiniere? - Kenshin si voltò. - Ma il nostro giardiniere Manolo è qui. - Indicò poi un modello standard di Giardinere Manolo che lì affianco annaffiava un piccolo cactus.

- E allora chi è quello che...

Kaoru vide Auron e spalancò gli occhi. - TUUU!! Maledetto mostro prendi quest.... - fece per saltargli addosso ma prima che Auron potesse mettersi in difesa, Kenshin la fermò con una salda presa dei capelli dalla ragazza. Servì però a poco. In un attimo la furia di Kaoru si ribaltò su di lui e nel giro di qualche colpo il povero samurai era privo di sensi.

- Ecco, l'hai ucciso. - sospirò Megumi.

- Tsk, respira ancora! - Kaoru sembrava avere una doppia identità, ora non si preoccupava affatto di ciò che era appena successo all'uomo di casa. - Ora a noi maledetto corrotto!

- Ma cosa vuoi da me? Non sono neanche di quest'epoca!

- Che vorresti dire, eh? - Kaoru alzò un braccio per colpire, ma il bendaggio stretto e deciso della dottoressa Megumi fece il suo dovere, immobilizzandola.

- Non sono di qui, ecco ciò che dico.

Kaoru lo squadrò. - Beh certo, con quei vestiti orrendi..

Auron le si avvicinò, ignorando il maligno commento. - Prendi questo, peste.

La ragazza guardò il piccolo fagiolo nella sua mano. - Che cosa sarebbe?

- E' un senzu, mangialo.

- NON DARMI ORDINI!!! IO SON FIGLIA DI UN SAMURAI!!

- Come ti pare, se ti piace soffrire. - Auron continuò a fissarla attraverso gli occhiali scuri con la mano aperta.

Indugiando un momento, Kaoru guardò l'uomo con aria imbronciata. - Beh perchè non ci arresti?

- Non sono un tempoliziotto!!

- E la tua katana giapponese allora!? L'hai rubata a qualcuno che hai ucciso?

- Non è una katana giapponese!

- Certo che lo è!

- E' una wakizashi!

- La wakizashi è una katana maggiore ignorante!!

- Non è una katana!!!

- Non sai neppure le basi! Iscriviti alla scuola che ti insegno stupido poliziotto!

- Tuo padre sarà poliziotto!

- Manolo, passami quelle bende. - Megumi curava Kenshin ignorando i due che si mordevano a parole.

- Cosa diavolo dici!? Era un nobile samurai scomparso dopo l'epoca delle guerre in modo misterioso! Se avessi le sue katane leggendarie ti massacrerei di botte fino a farti implorar perdono!

Auron indugiò... quel commento e il comportamento degenerato della ragazza gli ricordavano Mitsurugi..

- Mi ricorda Mitsurugi... - mormorò infatti. Prese al volo una foto dell'amico e la mise davanti al naso di Kaoru. - E' lui?

- Lui chi? - Kaoru la guardò sprezzante. - Chi dovrebbe essere? Un samurai?

- Si chiama Mitsurugi.

- COSA?! E' il nome della nostra scuola! Solo gli eredi maschi possono prenderne il nome! - La ragazza guardò Auron con sospetto.

- Beh, se è tuo padre, è ancora vivo. Mangi il fagiolo o no?

- Come posso sapere che mi posso fidare?

Auron sospirò, chiedendosi perchè in tutta la sua vita e morte dovesse avere a che fare con dei bambini. - Ti propongo un patto. Tu mangi quel fagiolo e io ti presento a Mitsurugi. Anche se non conosci tuo padre, ti interessa sapere perchè porta il nome della tua scuola, no?

Kaoru esitò. poi annuì e mangiò il fagiolo. Dopo aver mandato giù, sobbalzò. - Ehi aspetta, come fai a sapere che non conosco mio p.... che sensazione strana... la mia energia sta aumentando... mi hai dato dell'oppio!!!! Megumi, è amico tuo questo??

- Perchè mi devi tirare in ballo ogni volta che si parla d'oppio? - Le rispose seccata la donna.

- Lascia stare, - Auron scosse la testa. - Non potresti mai capire.

- STAI DICENDO CHE SONO STUPIDA?!

- No.. solo che non puoi capire e basta.

- SAPPI CHE HO BATTUTO POLIZIOTTI ANCHE MIGLIORI DI TE!!

- Ci credo poco... e smettila di urlare, non sono sordo.

- ...Comunque adesso sei sotto sequestro e resterai qui finchè.. - Kaoru fu interrotta da un suono tipo PUFF. - Che è quel PUFF?... Ma dove...

Auron era sparito.



Ancora una volta, aveva voluto teletrasportarsi dove l'istinto incontrollabile lo avrebbe portato. Si aspettò di finire chissà dove, ma non gli importava molto visto che ovunque era meglio che quella casa di matti. Si preoccupò per Kenshin e si chiese come facesse a sopportare di vivere lì.

Fu molto sollevato di vedere Roy davanti ai suoi occhi.

- Papà...? - boccheggiò il ragazzo, saltando di sorpresa.

Auron sentì un tuffo al cuore. Era la prima volta che si sentiva chiamare così. Non si aspettava che un ragazzo ormai adulto come Roy potesse voler usare ancora quelle parole.. forse non era neppure stato intenzionale. Sotto sotto, sperò di sì.

Anche Roy parve accorgersi della stranezza della cosa e si riprese scuotendo la testa. - M-ma che ci fai qui?

- Son dovuto scappare da una situazione piuttosto scomoda..

- Hai trovato Mitsurugi?

- Sì... ma quella sbagliata..

Roy non capiva. - Quella..chi?

- Mah, una pazza che gridava "Ti ucciderò poliziotto!!!"

- Aveva lunghi capelli neri in una coda di cavallo? - Il figlio glielo chiese quasi con ansia.

Auron si voltò. Roy lo guardava con occhi spalancati, come se da quella risposta dipendesse il futuro di tutti. Poco convinto sul se fosse un bene rispondergli o no, l'ex guardiano si lasciò sfuggire un - Sì... diceva di chiamarsi Kaoru e di appartenere alla famiglia Mitsurugi..

- Allora l'hai vista.... - Roy sospirò innamorato. - Sì ora ricordo di averle sentito dire quel nome..

- Allora le hai parlato? - Auron era sbalordito. Come poteva Roy amare un diavolo del genere?

- No, ma sai nominava le sue mosse mentre mi attaccava. - Roy si alzò una manica e indicò un livido sul braccio. - Tecnica Mitsurugi del Drago Terrestre. Poi qui sulla spalla c'è il segno del Drago del Cielo. E qui invece c'è la tecnica Mitsurugi del...

- Ok ok ho capito, ti sei fatto pestare di brutto.. da quella pazza indemoniata.

- Beh sì è un pò violenta. - Ammise il ragazzo risistemandosi la giacca. - Ma mi piace così vigorosa!

- A me no..

- Ha anche un lato gentile sai.. pensa che anche lei cerca il padre, proprio come un tempo feci io per te. - Auron rivolse uno sguardo interrogativo verso Roy, che si affrettò ad aggiungere. - Non me l'ha proprio detto, ma parla molto mentre mena...

- E dimmi hai un piano per conquistarla? Non è facile farsi notare da una che ti vuole uccidere sai.

- Semplice, troverò suo padre e allora non saprà resistermi. Lui mi darà il permesso di chiederle la mano!

Auron lo guardò chiedendosi se facesse sul serio. - Ti aiuterei se fosse più intelligente..

- E' intelligente! - la difese Roy caparbio, vagamente irritato. - Solo che è.... ehm.. un pò troppo orgogliosa, come tutti i samurai.

- Già... come tutti i samurai. - Auron gli voltò le spalle e ripensò al povero Kenshin che si faceva pestare senza reagire proprio come aveva fatto Roy. - Comunque credo di conoscere suo padre.

- Davvero?? - Roy gli si mise davanti di scatto con occhi supplichevoli. - Chi è?

- Non ne sono sicuro.. dovrei prima chiederglielo.

- Beh che aspetti? Vai!

Auron fu attraversato da mille pensieri contrastanti. Sapeva che tra Roy e Mitsurugi non scorreva esattamente buon sangue, e che a Roy non avrebbe fatto piacere sapere della parentela con la belva... la ragazza dei suoi sogni. Ancora più difficile sarebbe stato spiegare a Mitsurugi che aveva una figlia. Non ne aveva mai parlato con lui, quindi senz'altro non se ne ricordava.. tentò di farfugliare un insieme di tutte quelle cose insieme quando un poliziotto li raggiunse affannato.

- Scusatemi! Colonnello Mustang?

Roy si voltò. - Non è il momento! Cosa c'è?

Il poliziotto accennò un saluto militare. - C'è una ribellione di grossa entità nella zona commerciale, chiediamo l'intervento dell'alchimia. Voi siete il celebre Alchimista di Fuoco, no?

Auron guardò Roy affianco a lui. I suoi occhi si erano improvvisamente spenti, avvolti come da una scura nube. Tristezza? Rabbia?

No, l'ex guardiano sapeva benissimo cosa era nella mente del figlio. Tutto a un tratto nella sua testa si materializzarono scene a cui mai aveva assistito di persona. Nubi di fumo, pioggia nera, fuoco dappertutto, e continue esplosioni.. e tanti morti. Tantissimi morti, a perdita d'occhio. La gente gridava di fuggire dalla Bestia di Ishbar, l'Alchimista di Fuoco.. subito dopo uno schiocco di dita e ancora fuoco.

Senza che lo avesse voluto, Auron era riuscito ad entrare nella mente di Roy. Quelli erano i ricordi della guerra.

Fu la voce del figlio a risvegliarlo. - Sì, arrivo subito.

- Molto bene, la aspettano. Da quella parte, prego. - Il poliziotto indicò a Sud.

Roy si mosse, ma Auron prontamente lo bloccò con una mano sulla spalla. Come lo fece, un'altra scarica di orribili ricordi gli invase la vista, e dovette scuotere la testa per disfarsene. Come faceva Roy ad aver preservato la sanità mentale in quel mondo di distruzione?

Quando riaprì gli occhi, Roy lo stava guardando con uno sguardo incuriosito, seppure con ancora un velo di tristezza in volto.

- Non andare.

Quelle parole parvero scuotere Roy nel profondo. Aprì la bocca e mormorò qualcosa che Auron non sentì, e nei suoi occhi gli parve anche di scorgere un principio di lacrime. Ma prima che ad esse fosse data forma, Roy gli dette le spalle.

Si rivolse ancora al poliziotto. - Andrò lì solo per fermare il conflitto. Non ho intenzione di fare altro che un paio di fuochi d'artificio.

Il poliziotto parve contrariato, ma la voce rotta e profonda del colonnello parve intimorirlo. - Va bene così, signore.

- Non ucciderò nessun innocente. Mai più. - Con queste ultime parole Roy si allontanò a passo svelto, mentre la gente davanti a lui si scostava impaurita.

Auron ripensò al momento in cui gli aveva detto di non andare. Roy aveva detto una sola unica parola, un sussurro, e ripercorrendo il ricordo più volte il padre capì che cosa avesse detto.

Rilesse il labiale di quell'istante e comprese il messaggio che il ragazzo aveva costantemente tentato di gridare sin dal primo momento in cui aveva messo piede in quella guerra fino a quel giorno.

"Aiutami."

Come aveva temuto, Roy era diventato uno schiavo della guerra, un cane dell'esercito, per il quale ogni ordine andava imposto e portato a compimento. Aveva tentato di uscire da quell'inferno per tutti quegli anni e non ci era riuscito. Il suo potere era troppo grande perchè lo Stato non se ne approfittasse.
Auron si era sbagliato su una cosa però. Roy non era sereno, quello sguardo soddisfatto e quel sorriso che aveva visto prima erano una maschera, un muro fino ad allora impenetrabile che le sue parole erano riuscite a far vacillare per la prima volta. Dietro di esso, vi era un ragazzo sfruttato e nel panico più totale, che si contorceva nel rimorso e nella paura.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH DANNATO HAI CHIAMATO RINFORZI EH!!!!

Auron sobbalzò, risvegliato bruscamente dai suoi pensieri. Si voltò assieme al poliziotto, e vide ciò che temeva.

Kaoru era di nuovo in piena forma e pronta alla battaglia. Come lo aveva trovato così in fretta?

- Non ancora lei... - stavolta non provò neppure a comunicare. Si voltò e se la dette a gambe senza proferir altra parola.

- Non scappare!!! - urlò Kaoru andandogli dietro.

- Ehi la spada è proibita dalla le...argh! - Il povero poliziotto non terminò il suo discorso che Kaoru lo stordì con un colpo di spada senza neppure guardarlo.

Auron approfittò di quell'attimo di rallentamento e voltò strada, immergendosi nella calca della città. Attraversò una piazza gremita, attirando l'attenzione di tutti quanti per via anche della grossa arma sulla schiena.

Nel giro di pochi minuti un gruppo di poliziotti gli sbarrò la strada, intimandolo di fermarsi per l'arresto.
Auron si guardò attorno. Kaoru non era in vista, ma era circondato da uomini in divisa. Non aveva altra scelta, padre o non padre di un colonnello doveva disfarsene nella maniera più veloce.

- Spero che siate assicurati contro i Quasar... - disse, prendendo la spada.
_______________________________________________________
Un ringraziamento speciale a: il Giardiniere Manolo, per essere sempre il numero uno.

Note d'Autrice:
Quante cose in questo capitolo... Roy e l'esercito, Auron e i suoi strani poteri sconosciuti, i personaggi di Kenshin che spuntano l'uno dietro l'altro...Ribellioni... Misteriosi figuri che aspettano qualcuno... a questo particolare proposito, non posso dirvi molto. Non è che me ne dimenticherò, ma è una cosa che verrà spiegata meglio solo nella terza serie (se mai ci arrivo...), quindi per ora non preoccupatevene troppo.
Insomma, stanno venendo fuori tante cose! E spero che non siano noiose... Purtroppo è passato troppo tempo da quando le abbiamo scritte, e perciò non ho un'idea del mio, o dello stato d'animo degli altri quel giorno... vabbè! Basta discorsi da drammone.

Ovviamente, se avete delle domande, non esitate a chiedere!
By Chiara (FdS)
   
 
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