Crossover
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Autore: Figlia di Sephiroth    14/09/2009    0 recensioni
Un cocktail di avventura, sentimento, drammaticità, comicità e mistero che alle volte sfiora il demenziale. Con personaggi provenienti da videogiochi ed anime... e a volte qualcos'altro!.
Nella prima serie, un non-trapassato scopre di avere importanti legami che credeva perduti, e misteriosi poteri si rivelano.
Cosa sono i Clover? Quali fitte trame si stanno tessendo tra le file dell'esercito? E intanto un'organizzazione segreta aspira al controllo di forze sovrumane...
Tutto cominciò a casa del più celebre guardiano di Spira...
(personaggi principali della prima serie appartenenti a Final Fantasy X, Clover, Saiyuki, Fullmetal Alchemist)
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 2 - Burrascoso Arrivo nell'Epoca Meiji

- Che cosa!?! Il colonnello della TV è tuo figlio?!

- Colonnello della TV...? - Roy guardò Auron, dubbioso.

Auron inarcò un sopracciglio. - Mitsurugi è un pò lento, non farci caso.

Il samurai era stato il primo a sapere del ricongiungimento dei due, a casa di Auron dove Roy era stato invitato a pranzo. Continuava a fissarlo con la bocca aperta, tenendo i rimasugli di pollo tra le sue fauci in bella vista.

- Ehm... Sì... Roy Mustang, Colonnello della divisione Poliziotti Temporali, Sovrintendente alla Procura delle Risorse, Trasporto delle Scorte, Sicurezza, attualmente addetto alla Manufattura dei Materiali e Alchimista di Stato di Central City.

Mitsurugi aggrottò la fronte. - Chi sarebbero tutti quelli lì?

- I miei.. gradi? - il colonnello esitò, dubbioso sul senso della domanda.

- Oh, amici tuoi ok! - il samurai annuì e riprese a massacrare il povero pollo.

Auron sospirò. - Mitsu hai sentito che ha detto almeno?

- Non fhorrai che rifeto fuffa chella rofa che ha deffo fui fero? - Mitsurugi lo guardò quasi con terrore da pesce lesso.

- Sveglia. Roy è un Poliziotto Temporale. Non ti viene in mente niente?

Mitsurugi deglutì e guardò Roy con serietà. Poi guardò la finestra e infine di nuovo Roy. - Dici che domani piove?

Roy era sbigottito.

- Idiota.. la tua epoca! Roy controlla i flussi temporali e ha diretto accesso all'Impero Celeste, e in più è a capo dei trasferimenti. Potrebbe riportarti a casa!

- DAVVERO!?!? - Mitsurugi fece un salto tale che per poco non ribaltò il tavolo. - Perchè non me l'hai detto subito!?

- Non.. saprei. - fu tutto ciò che Roy riuscì a dire.

- Allora mi ci porti!? Eh!?

- Beh tecnicamente potrei ma... ci sono delle procedure da seguire, documenti da compilare e... c-che gli prende ora?

Mitsurugi era in stato catatonico, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Stava rigido sulla sedia ondeggiando a destra e sinistra.

- Fa sempre così quando si parla di scrivere o leggere. Le cose difficili lo rendono nervoso. - spiegò Auron. - Ti ci abituerai.

- E tu ci convivi da molto?

- Da troppo.

- Hmm... - Roy si guardò attorno. - Vedo che siete messi male... Sembra che viviate di stenti... O almeno Mitsurugi.

- Beh essendo non-trapassato io posso permettermi di rinunciare a cose quali cibo e medicine. Ma lui non può trovarsi certo un lavoro.

- Già.

Restarono così, al tavolo a fissare Mitsurugi in catalessi per qualche minuto, finchè Roy parlò.

- Sai.. nell'esercito cercano nuovi soldati con esperienza per diventare ufficiali rapidamente.

- Tsk, Mitsurugi non saprebbe dirigere neppure i suoi stessi piedi.

- Parlavo di te.

Auron lo guardò. - Io, nell'esercito?

- Prendila come una possibilità. Come tuo figlio, potrei anche fornirti qualche raccomandazione e farti sorpassare tutte le parti burocratiche del caso. Non ti andrebbe?

L'ex guardiano scrutò il fondo del proprio bicchiere, pensieroso. L'idea di un lavoro, qualcosa che tenesse la sua mente impegnata e lontana da tutte quelle profonde elucubrazioni che tutti i personaggi secondari del suo calibro hanno, non gli era mai passata per la testa prima di allora. Avrebbe rifiutato con fermezza se fosse stato un qualsiasi invito. Ma qui aveva l'occasione di vedersi col figlio più spesso e forse rivivere una parte della perduta parte di padre che mai gli era stata concessa.

- Ci penserò. - Fu tutto ciò che riuscì a dire. Subito portò il bicchiere alla bocca, nascondendo un piccolo sorriso che Roy non notò.

Il ragazzo annuì. - Ok, è stato un buon pranzo comunque. Grazie. - Guardò poi il samurai con attenzione. - Ehi guarda..

- ? - Auron seguì il suo sguardo.

- Può fare da portabicchieri. - Disse Roy, infilando la propria tazza nella mano ancora rigida del catalettico Mitsurugi.

- Accidenti.. non me ne ero mai accorto, è vero. - Auron imitò il suo gesto.

- Ha un futuro.

- Eh già.



- Attenzione, si avvisano i passeggeri che il volo per Bevelle ha subito un ritardo di quarantacinque minuti. Per eventuali rimborsi, rivolgersi a...

Roy ignorò l'altoparlante, scrutando con attenzione il tabellone. Disinvolto ed elegante nella sua divisa di servizio tirata a lucido, non passava inosservato nell'aeroporto internazionale di Luka. Molti si giravano a guardarlo passando, i bambini lo indicavano con ammirazione, e le ragazze non mancavano di sospirare abbandonandosi a sogni galanti con quel giovane colonnello.

- Oh ecco quello per l'Impero Celeste. - disse il ragazzo tra sè con sollievo, al nuovo cambiamento del tabellone. - Cominciavo a credere che fosse stato rinviato. Sbarco numero 21...

Non si accorse delle due figure nascoste a pochi metri da lui che lo pedinavano.



- Mitsu... posso sapere che diavolo stiamo facendo qui?!

- Shhh zitto, vuoi che ci scoprano? - Il samurai non staccava gli occhi dal militare, come un predatore affamato.

- Conciati così non credo che ci scopriranno a causa della mia voce!

- Oh insomma Auron, che c'è che non va? - Mitsurugi si voltò a guardare l'amico, sorpreso e un pò infastidito di dover perdere di vista Roy. - Sono comunissimi abiti borghesi.

- Saranno comunissimi abiti borghesi nella tua epoca, citrullo! - Auron picchiò con forza la shinai di legno sulla testa del samurai. C'erano due cose che non sopportava affatto. La stupidità e cambiare modello d'abito.

- Non ti sta tanto male il kimono viola sai... ahi! - Mitsurugi dovette difendersi dall'ennesima randellata. - Smettila mi rovini il parasole di paglia.

- Togliamoci questa robaccia e andiamocene a casa! Non mi va di pedinare mio figlio solo perchè tu ti rifiuti di chiedergli aiuto a raggiungere la tua epoca!

- Tuo figlio mi ha usato come portabicchieri! Non merita la mia stima. Anzi, è mio nemico. - replicò il samurai impettito.

Auron si portò la mano alla fronte. - Solo tu riesci a far venire mal di testa a un non-trapassato.

- Grazie.

- Ma non era un complime... ehi dove vai!? - L'ex guardiano seguì riluttantemente l'amico.

- Sbrigati o lo perdiamo di vista. E' appena uscito dall'imbarco bargigli.

- Bagagli...

- Eh?

- Lascia stare...

Seguirono Roy a distanza, sotto gli occhi di tutti tranne che di quest'ultimo, attraverso corridoi, su scale mobili e ascensori. Finchè a un tratto Mitsurugi non afferrò Auron con forza e lo sbattè a terra insieme a lui con rapida fermezza.

- Giù!

- Mitsurugi che diavolo combini!?

- Shhh!! - Il samurai si portò il dito alle labbra, intimando il silenzio. Poi sussurrò. - Occhi aperti... siamo in territorio nemico.

- Cos.. che stai dicendo??

Mitsurugi tappò la bocca all'uomo e poi, con cautela e scrutando ogni angolo, indicò un cartello sulle loro teste.

"CHECK-IN"

Auron si liberò la bocca dalla presa. - ....E con ciò?

- Dico, hai 1000 anni e non sai leggere? Ci sono i cecchini! - Mitsurugi continuava a scrutarsi intorno.

- Pezzo di idiota, è Check-in non Cecchini! Si chiama Inglese.

- Lo so benissimo che è in inglese, altrimenti ci sarebbe scritto Cecchini.

- E secondo te se ci fossero dei cecchini nemici lo scriverebbero per farsi scoprire?

- Per questo non l'hanno scritto nella nostra lingua. Devono essere cecchini inglesi.

- ..... - Auron si alzò con furia. - Basta così, la mia pazienza ha raggiunto il limite per tutta la settimana. Me ne vado a casa e tu non osare seguirmi!

- Aspetta Auron ti prego!! - Mitsurugi si alzò e gli corse dietro, aggrappandosi a una sua gamba. - Devi aiutarmi a tornare a casa! Senza di me il Giappone è perduto! E senza di te, IO sono perduto! Potrai davvero dormire tranquillo sapendo di avere sulla coscienza le vite di un intero paese?

- Ti ricordo che sono morto, io non dormo.

- Ma tu..!!

- Ho detto di no, ora mollami!

- Ma tu sei mio amico!

Il cuore di Auron, seppur fermo, sussultò. Sapeva che se si fosse girato sarebbe stato in trappola. E infatti quando si voltò, la sua paura più grande era lì.
Mitsurugi lo fissava implorante con le lacrime agli occhi, con uno sguardo da cucciolo bastonato. Un'esca infallibile e senza via di scampo. Come poteva dire di no a un atto di tale pietà di fronte a tutta quella gente che li guardava?

- Mitsu... per favore..

- Non abbandonarmi! Io ti...

- NON lo dire...

- Io ti voglio bene, Auron!

A quella frase, un enorme, coordinato, collettivo "Awwwwwwww" partì dal Check-in e si sparse rimbombando per tutto l'edificio, anche tra quelli che non avevano visto niente. Più il suono si espandeva, più Auron si sentiva sprofondare in un deprimente, buio e profondissimo pozzo d'oblio..



Roy si era fermato a guardarsi intorno, tentando di capire cosa fosse quel suono. Dopo qualche secondo rinunciò e si strinse nelle spalle. "Sarà un qualche nuovo motore sperimentale che fa cilecca..."



Auron fissò Mitsurugi.

Mitsurugi fissò Auron.

Auron fissò ancora Mitsurugi.

Mitsurugi fissò ancora Auron.

Auron si guardò intorno. Ogni possibile via d'uscita era bloccata da impavide e gagliarde vecchine commosse come davanti alla loro soap preferita.

L'ex guardiano sospirò. - E va bene...

Ci fu un boato di esultanza! Il samurai si alzò e abbracciò Auron, mentre tutt'attorno a loro la gente piangeva commossa. Perfino Maria de Filippi, in un angolo davanti al pubblico con la cartella di C'è Posta per Te sottobraccio, applaudiva con un sorriso. Subito dopo fu trascinata via dagli addetti alla rimozione intrusi tra le comparse della fanfiction.

Anch'egli con un sorriso, il controllore del check-in porse la mano ai due protagonisti della scena. - Biglietti grazie.

- Sono abbonato. - rispose prontamente Auron.

- Sì un attimo... - Mitsurugi finse di controllare nella tasca, per poi improvvisamente stordire l'uomo con una gomitata. - Via!! - esclamò, superando il check-in che suonò a tutto volume per via delle solite katane che si portava appresso.

- E' abbonato anche lui... - aggiunse Auron con una pacca sulla spalla al povero controllore che si teneva il naso sanguinante, prima di seguire il suo amico all'imbarco.

E dietro di loro la folla ancora applaudiva..



Una volta a bordo, Roy prese il suo solito posto in prima classe e, ordinato il caffè di sempre, si perse nella lettura dei suoi documenti di lavoro. Era determinato ad ottenere una promozione entro la fine del mese.



Anche Auron e Mitsurugi si erano imbarcati, sgusciando velocemente tra i passeggeri per evitare il controllo del biglietto.

- Questo affare è stranissimo! Sicuro che un coso così grande può volare, Auron?

- Sì certo che vola, ma adesso sediamoci qui in seconda classe. Diamo già abbastanza nell'occhio.

- Ok ok ma prima voglio esplorare! - disse il samurai, guardandosi attorno entusiasta. - Chissà se c'è un'armeria??

- Non c'è un'armeri... andato. - Auron sospirò pensantemente e si abbandonò alla poltrona. Era incredibile.. suo figlio non era ancora entrato effettivamente nella sua vita e già questa si era movimentata del doppio. Chissà cosa gli preservava il futuro.
Auron non si era mai preoccupato per il futuro. Pensare a quell'evento sconosciuto a cui aveva rinunciato d'andare incontro lo intimoriva ed eccitava al tempo stesso. Ma ovviamente, represse ogni emozione dalla sua faccia come sempre.

Intanto il samurai scorrazzava da una parte all'altra dell'aereo, portando nuove sensazionali notizie ogni volta che passava accanto al sedile di Auron.

- Ho visto uno stanzino minuscolo con dentro la tazza più grande che abbia mai visto!

- E' il bagno... - rispondeva stancamente Auron, ma l'amico era già ripartito per nuove avventure.

- Ehi di là c'è una cucina con le ruote!

- E' il carrello...

- C'è pure un negozio di valigie qui sotto!!

- Sono i bagagli Mitsu...

- Qua fuori ho visto dei trampolini ma mi sa che le piscine sono ancora chiuse...

- Quelle son le ali...

- Ehi più avanti c'è una sala giochi micidiale!!

- Aha...



Più avanti, Roy era ancora sui suoi documenti. Stava per porre una firma su un foglio importante, quando un'improvviso scossone gli fece scappare la penna di mano. L'aereo si inclinò in avanti.

- Ma che diavolo combinano i piloti? Ci fanno imbarcare in anticipo per giocare col carrello? - Guardò fuori un pò seccato. La sua fronte si distese quando vide l'ambiente in movimento. - Finalmente partiamo... ma che cos'è questo suono?



Un forte stridio riempì le orecchie dei passeggeri man mano che l'aereo avanzava. Irritato e innervosito, Auron cominciò a frugare tra le tasche dei sedili alla ricerca di un I-pod.

In quell'istante Mitsurugi si riaffacciò ai sedili. - Auron devi venire a vedere! Nella sala giochi c'è un simulatore da paura! Devi provarlo!

- Grazie dell'offerta ma passo. - Auron si mise le cuffie e si sintonizzò su Radio Yevon come suo solito.

"Che bambino.." pensò. "Non capisce niente di questo mondo ma coi videogiochi ci sguazza come un pesce... Da quand'è che ci sono le sale giochi sugli aerei poi..." Auron guardò fuori, tentando di pensare ad altro. E fu così.

La sua attenzione fu subito colta da due uomini che sbracciavano correndo affianco all'aereo.
I piloti...

- Ma se i piloti sono lì allora chi muove l'a..... - Auron si strappò le auricolari dalle orecchie. - La sala giochi!!



- Forse c'è un guasto... - Roy fissava il soffitto dell'aereo, concentrato sul suono. Fu improvvisamente distratto da un curioso e buffo uomo in occhiali da sole col kimono viola... aveva un che di familiare.

"Gente così non dovrebbe neanche transitarci in prima classe... che starà andando a fare davanti?"



Ignorando lo sguardo curioso del figlio alle sue spalle, Auron si precipitò oltre la porta in testa all'aereo... e l'orrore lo travolse.

- MITSU!!! CHE DIAVOLO FAI QUI???

- Ehi Auron sei venuto alla fine!! - lo accolse l'amico girando come una trottola sul sedile del copilota. - Questi aereopiani sono uno vero spasso!

- Mitsu, questa è la sala comandi!! Non ci possiamo entrare qui!! Non hai visto il cartello?? - Auron indicò con rabbia il segnale "Solo personale autorizzato" sulla porta della stanza.

- Io ho più di 18 anni sai!

- Quello si chiama essere adulti!

- Adulti, autorizzati, sai che differenza... ci vuole la carta d'oro per entrare in una sala giochi oggigiorno?

Auron si avvicinò ai comandi, tentando disperatamente di fermare la macchina. - No, ci vuole la licenza!

- Io ho la licenza di uccidere!

- Sta fermo per un momento, qua rischiano tutti la pelle! Come si spegne questo coso...
Premette il pulsante più logico che vide. Uno grande e rosso vicino alla cloche.

Il computer parlò. - Avviato il decollo d'emergenza a mò di razzo.

- Decollo??

- Auron ma che razza di decollo è "a mò di razzo"?

- E che ne s...

Ma prima che il prode ex guardiano potesse finire, il carrello si piantò di botto nel terreno spingendo il velivolo in sù e dei propulsori spuntarono dal nulla dietro l'aereo, spingendolo a forza mostruosa verso l'alto.

- Hai visto che hai combinato!? - Auron afferrò Mitsurugi per le spalle, nel panico.

- Ma non sono stato io a spingere il pulsante sbagliato!

- Ah sì e tu sapresti qual'è il pulsante giusto!??

- Certo. - Mitsurugi spinse un pulsante con scritto OFF. - Questo qui.

I motori sotto di loro di azzittirono.

- Visto? - Il samurai annuì soddisfatto e con aria di sufficenza.

Non fece in tempo a sbattere gli occhi che si udì un tonfo enorme e tutto si oscurò.

- Che è successo? Siamo sotto delle nuvole?

- No, siamo sott'acqua, genio. Hai spento l'aereo in volo!!

- ....



- Beh... sapevo che le previsioni erano di pioggia per oggi. - Roy guardò perplesso la balena che nuotava fuori dal suo finestrino. - Ma così mi pare un pò esagerato...

Udì poi il suono che preannunciava la voce del comandante al microfono. Ma la voce che ne uscì gli era ben nota.

- Passeggeri, stiamo affondando. Infilatevi i giubbotti di salvataggio, prendetevi per mano e preparatevi ad una manovra di emergenza. PS, attenti agli squali..... Ehi Auron ci sto prendendo la mano. Dovevo fare il pilota forse, non il samurai!

- Samurai...!? Ma che diavolo significa?! - Roy corse alla cabina di controllo, tra il panico generale dei passeggeri. Lì vi trovò chi temeva. - Che ci fate voi due qui!?

Auron si voltò verso il figlio. - Non è il momento. Fai da capofila, dobbiamo teletrasportare tutti i passeggeri fuori di qui!

- Calma.. è tutto sotto controllo, ditemi che cosa sta succedendo e vedrò come provvedere..

Mitsurugi indicò ai piedi del colonnello. - Imbarchiamo acqua.

- Imbarchiamo.... ACQUA DI MARE!! - Roy trasalì e saltò sulla sedia del pilota. - Dobbiamo uscire di qui alla svelta!!

- Mica è olio bollente sai..

Roy fulminò Mitsurugi con lo sguardo. - L'acqua di mare secca i capelli, non lo sai?

- Ma che razza di uomo sei tu!?

- Smettetela di litigare! Mitsurugi dai la mano a me e a quella signora, Roy reggiti a me!

- Dove vorresti portarci? - Roy lo guardò ansioso. - L'ultima volta che l'hai fatto non è stato piacevole...

- In un luogo sicuro.

E una gran luce bianca riempì l'abitacolo mentre il velivolo sprofondava negli abissi...



L'intero gruppo si materializzò con gran fracasso su una strada polverosa.

- Dove siamo finiti? - Roy si alzò lentamente, massaggiandosi la testa. Attorno a loro, gli abitanti di quella città li guardavano confusi e un pò divertiti. Il colonnello aveva già visto prima quel tipo di indumenti, ma non se ne preoccupò molto. Stabilito che quello fosse un mondo collegato all'impero celeste proprio come la sua Spira, si voltò a vedere se suo padre (benchè già morto) stesse bene.

- Complimenti, quella tua abilità di teletrasportarsi è ammirevole. Dove l'hai imparata?

- Non ricordo di preciso.. - Auron non ci perse molto tempo a pensarci. - Ora che ne facciamo di tutte queste persone?

- Oh giusto. - Roy richiamò a sè tutti i passeggeri dell'aereo, e spiegò brevemente cos'era successo. - ...Da qualche parte qui vicino dovrebbe esserci una stazione di trasferimento all'Impero Celeste, che era la nostra destinazione. Chiedete informazioni agli altri civili e siate riconoscenti. E' tutto. - terminò così.

Uno dopo l'altro, ancora scombussolati e confusi, i vari passeggeri si dispersero ognuno per la propria via, ognuno alla ricerca della stazione più vicina.

- Wow, sembra che tu sia a tuo agio nel dirigere le persone. Da quanto sei nell'esercito esattamente? - domandò Auron al figlio. Roy avvertì una nota d'orgoglio nella sua voce.

- Beh su per giù...

- Sono a casa... - Mitsurugi interruppe il colonnello. Era in ginocchio, a guardarsi intorno quasi nello stesso stato calattetico della volta prima a pranzo. Ma stavolta aveva un'espressione completamente diversa sul volto. Gioia. Pura e semplice euforia crescente.

- ....Come hai detto Mitsu? - Auron lo scrutò.

- SONO A CASA!! Riconosco queste strade! Riconosco questo tempo! Questa è Tokyo, della mia epoca!! Ce l'hai fatta Auron, mi hai portato a casa!!! YUHUUUU!!! - Senza contenersi, Mitsurugi abbracciò Auron, poi Roy che si ripettinò indispettito, poi tutti i presenti uno ad uno, facendone anche scappare un paio...

Auron e Roy lo fissavano inebetiti, poi il figlio parlò.

- Allora... è per questo che mi seguivate?

- Sì.. era troppo orgoglioso per chiederti direttamente aiuto.

- O forse aveva paura di affrontare i documenti... Almeno ora sembra felice.

Auron si voltò verso il figlio. - Va tutto bene?

Roy guardava in lontananza, la fronte agrottata, assorto in chissà quali pensieri. Guardandolo, Auron avvertì un velo di tristezza.

- Roy?

- Sì? - Il ragazzo parve svegliarsi da un sogno, scuotendo la testa e ricambiando lo sguardo all'ex-guardiano. - Scusa, mi son distratto. Che dicevi?

- Che ti prende? Sembra che tu conosca questo posto.. e che ti faccia uno strano effetto.

- Heh... non ti si può nascondere niente a te, vero? - Roy si ravviò i capelli con una mano. - Donne, il problema è sempre quello.

Auron lo fissò, in attesa di una spiegazione più specifica.

Roy cedette alla pressione abbastanza in fretta. - Beh diciamo che ce n'è una qui che.. suscita il mio interesse.

- Vuoi andare da lei? Potresti presentarmela. Sai, sarebbe una cosa da padre.

- Haha cos'è, vuoi fare le esperienze perse?

Il padre lo scrutò. - E' sbagliato secondo te?

- Oh no... non dico questo. - Roy sospirò. - E' solo che... non so neppure dove si trovi.

- Non ti sei fatto dare l'indirizzo?

- Non so neppure come si chiami! Io non... credo di starle simpatico. - Il ragazzo si fissò i piedi, con una smorfia di rassegnazione. - Non le piacciono i militari.

- E questo perchè?

- Non lo so di preciso. - Roy strinse le spalle. - Mi ha pure picchiato... e io per farla felice non mi sono neanche preoccupato di parare i colpi. Non mi aspettavo che la spada di legno facesse così male.

- Che galante...

- Era sarcasmo quello?

Auron sbottò una mezza risata simile a un latrato. - Diciamo di sì...

Si fissarono in silenzio. Uno sguardo carico di complicità e intesa. Auron non aveva mai provato niente di più piacevole per molti anni. Di nuovo si maledisse per aver atteso così tanto a presentarsi a Roy. Però c'era qualcosa che non andava... una sensazione quasi sbagliata... come se mancasse una cosa importante.
Il rumore...

Roy si guardò attorno. - Dove diavolo è finito quello?

- Dev'essere scappato in preda all'euforia... sempre il solito. - Auron sospirò lievemente. - Speravo avesse finito di darmi problemi.

- Lo lasciamo qui?

- Meglio di no, voglio essere sicuro che abbia un posto dove andare prima. Potrebbe farsi chiudere in galera e giustiziare nel giro di un'ora se lo lasciamo a se stesso.

Roy annuì. - Io vado da questa parte allora. Vediamoci qui quando lo troviamo.

- Non dovremmo stabilire un tempo limite?

- Oh non me ne preoccupo. Tu hai dei poteri speciali da quel che vedo. Se lo trovo, lo capirai e mi troverai. Se lo trovi tu, saprai comunque dove trovarmi, giusto? - Roy lo salutò portando indice e medio uniti alla fronte, come avrebbe fatto con un compagno d'armi. Un sorriso spavaldo di chi è pronto ad andare in missione a qualunque ora era sul suo volto anche dopo che gli voltò le spalle per andare dalla sua strada.
_________________________________________________________
Un ringraziamento speciale a: Maria de Filippi, per aver sostenuto immaginariamente i nostri protagonisti.

Note d'Autrice:
Ecco il secondo capitolo.
Mitsurugi è tornato a casa! O così crede. L'epoca Meiji è un mondo ambientato in un tempo leggermente successivo a quello da cui effetivamente proviene, spero che nessuno me ne voglia per questo piccolo dettaglio...! Purtroppo ai tempi, non badavamo molto a queste cose, e meno che mai pensavamo di postare questa storia da qualche parte. Sono tuttavia convinta che la storia sia ancora piuttosto fluente.
Auron si unirà all'esercito? Non si sa ancora. Certo è che il nostro prode non trapassato ora come ora non ha proprio nulla da fare. Continuate a leggere però! I colpi di scena non mancheranno.

Ovviamente, se avete delle domande, non esitate a chiedere!
By Chiara (FdS)
   
 
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