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Autore: KurryKaira    06/06/2023    0 recensioni
Sonoko Suzuki aveva organizzato una piccola serata giochi nella sua residenza invitando, furbamente, tutte coppiette: lei e Kyogoku Makoto, Ran Mouri e Shinichi Kudo, Heiji Hattori e Kazuha Toyama. I ragazzi avrebbero voluto passare una serata serena ma con loro c'era anche Shiho Miyano, invitata da Shinichi; "chi è questa ragazza così simile ad Ai?" si chiedeva Ran un po' gelosa, e a ben vedere, tra Shiho e Shinichi sembrava esserci un rapporto molto speciale! A turbare il cuore della giovane Ran non era solo la presenza di quella donna, ma anche alcune sirene in lontananza e la telefonata di sua madre. Un pericolo incombeva per la famiglia Mouri.
Coppie trattate: Shinichi/Ran, Kogoro/Eri, Sonoko/Kyogoku, Heiji/Kazuha, Shinichi/Shiho??
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da poco passata la mezzanotte in quella nottata di fine autunno.
Alcuni domestici della casa avevano scoperto che i ragazzi si erano scambiati le camere e, anche se non stavano facendo niente di male, riportarono l'ordine, maschi con maschi, femmine con femmine. Alla fine, un poco per volta, tutti erano riusciti a prendere sonno.
La luce dei lampioni esterni entrava appena nella camera delle ragazze, illuminando di un rosso scarlatto il muro e le spalliere dei letti.
Ran venne svegliata all'improvviso dal suono di un ambulanza. Fu un attimo, e già la sentiva in lontananza. Si accorse allora che quelle della polizia non si sentivano più.
Provò dispiacere per il povero mal capitato a bordo della vettura bianca ma si rasserenò pensando che il peggio forse era passato.
Si accorse di dover fare pipì e si alzò delicata dal letto, Sonoko dormiva accanto a lei come una bambina, ridacchiò. Poi si soffermò su Shiho, la luce fioca le illuminava appena il viso; Sonoko aveva ragione, assomigliava tantissimo ad Ai, così come Conan assomigliava a Shinichi, questo avrebbe spiegato la loro amicizia così profonda, pensò. Provava un sincero affetto per la piccola Ai, la simpatia per questa Shiho invece, per colpa di una piccola gelosia, non era altrettanta.
Uscì dalla camera evitando di fare rumore per andare verso il bagno, solo due porte più avanti. Incontrò fuori un domestico, era lì, da solo e al buio. Forse era lì per evitare che rifacessero la bravata di scambiarsi le camere. Ran gli sorrise:- Scusate ancora per prima- disse imbarazzata rivolgendosi al personale in generale:- Vado a fare pipì.-
- Prego- le disse il ragazzo indicandole la porta che Ran conosceva bene. Finito tirò lo scarico nella speranza non facesse troppo rumore. Uscì e chiese:- Spero il suono non fosse forte all'esterno!-
- Si è sentito appena!- La rassicurò, lei sorrise dirigendosi di nuovo verso la camera. - Signorina Ran Mouri...- le disse però il domestico facendola sussultare.
- Sì?-
Vide il sorriso così bianco che quasi l'accecò:- Chiami mai la mamma?-
La ragazza non capiva, percepì un brivido lungo la schiena, avrebbe voluto accendere la luce, ma farlo era fuori luogo. - C... certo- rispose la ragazza per poi correre a letto. 
Si rimboccò le coperte fino al naso e controllò che la porta si fosse chiusa con cura, le venne il dubbio che quell'uomo fosse in realtà un fantasma e quasi non chiuse più occhio.

All'alba poi ricevette una chiamata. Era sua madre.
" Chiami mai la mamma?" le tornarono in mente quelle parole, tremò un po'. Uscì nuovamente dalla porta per non disturbare le altre ragazze che ancora sonnecchiavano, il domestico fantasma per sua fortuna non era più lì! Il corridoio era vuoto. Rispose.
- Mamma! Perché mi chiami a quest'ora? Problemi??-
La voce dall'altra parte del telefono tardò a farsi sentire:-... Tesoro- disse infine pesante.
- Mamma. Mi fai preoccupare!- Iniziava a tremare davvero adesso.
- Non allarmarti- le disse la donna allarmandola ancora di più:- Sei a casa di Sonoko?-
- Sì.-
- Shinichi è con te?-
- Mamma sì. Che sta succedendo?!- Andava avanti e dietro lungo tutto il corridoio nervosamente.
- Non so come dirtelo. Tu stai tranquilla che ancora niente è perduto.-
Ran non ce la faceva più, entrò nella camera dei ragazzi e strattonò Shinichi che innervosito si svegliò, poi vedendola con quegli occhi intuì il dramma e si alzò di scatto.
Shinichi:- Che succede?- Disse a voce bassa per non svegliare gli altri. Ran fece cenno di no con la testa, d'altronde ancora sua madre non le aveva detto niente.
Eri alla cornetta:- Un uomo che ho fatto carcerare è evaso e ha cercato di vendicarsi. Voleva uccidermi.-
Ran non trattenne la voce:- Cosa?!- Svegliando anche gli altri ragazzi nella stanza. - Le sirene questa notte erano per te?! Stai bene mamma?!-
- Io sì. E' stato preso, non mi farà più male. Non credo abbia complici. Siamo al sicuro.-
Ran sospirò sollevata ma poi:- Io sì? Che vuol dire io sì?-
- Si tratta di papà amore mio- non riuscì a trattenere un groppo nella voce e Ran tremando si lasciò cadere sul letto di Shinichi che subito le si sedette accanto. Heiji e Kyogoku anche le si avvicinarono cercando di capire.
- Mi ha difesa, è grazie a lui che sono viva. Ma un proiettile l'ha colpito.-
- No no no no no- ripeteva Ran nel panico al telefono.
- E' stato portato in ospedale verso mezzanotte.-
- Era lui l'ambulanza?!- Pensò ad alta voce non riuscendo più a trattenere le lacrime. Shinichi era in crisi quanto lei ma non riusciva ancora a capire.
- Io sono in ospedale, lo stanno operando, ma ancora non ho notizie. Sono in attesa da alcune ore- cercava di mantenere la calma ma ogni tanto la voce singhiozzava.
- Vi raggiungo- si alzò di scatto per tornare in camera e prendere qualcosa ma la mamma la interruppe subito:- Non c'è bisogno. Ti ho avvisata perché ho ritenuto che tu dovessi saperlo ma ora come ora non puoi nemmeno vederlo, stai lì con Shinichi. Ti chiamerò appena avrò notizie. Verrai solo quando potrai vedere papà, ok?- Le disse con voce dolce e speranzosa.
Ran non seppe rispondere:- Va bene...- le disse ma in realtà aveva tutta l'intenzione di raggiungerla lo stesso. Chiuse la chiamata.
Shinichi:- Ran, che è successo?- La ragazza scoppiò a piangere come una bambina gettandosi tra le braccia del suo ragazzo.
- Voglio papà!- Disse però piangendo. " Voglio papà?" Non gliel'aveva mai sentito dire così, senza un motivo.
Heiji e Shinichi si guardarono. - E' successo qualcosa a Goro?!- Intuirono.
Shinichi la fece sedere di nuovo. Makoto andò a svegliare le ragazze nell'altra stanza, magari potevano fare qualcosa, pensò.
Sonoko allora arrivò di corsa, seguita dalle altre e la trovò disperata mentre cercava di spiegare la situazione a Shinichi.
- Le sirene- diceva:- Le sirene sta notte. Erano per mia madre!-
Sonoko le si sedette accanto dall'altra parte rispetto a Shinichi:- E' successo qualcosa a tua madre?!-
- Un criminale voleva vendicarsi di lei, ha tentato di farle del male.-
- Eri sta male?!- Continuava Sonoko, ma Shinichi che aveva già capito fece cenno di no e Ran lo seguì:- Papà l'ha difesa- disse in un sorriso:- Hai visto che la ama?- Disse sorridendo tra le lacrime al suo ragazzo che annuì.
Sonoko:- E allora?-
Ran:- E' stato colpito da un proiettile- Sonoko e le altre portarono le mani alla bocca, i ragazzi strinsero i pugni.
Ran continuò:- Non so nemmeno dove. So solo che è in ospedale ed è ore che lo operano! Nemmeno la mamma è riuscita a vederlo! Devo andare in ospedale!-
Sonoko:- Ti faccio accompagnare!-
Shinichi:- No- le fermò:- Non potresti comunque vederlo, rimani con noi, ti accompagneremo quando Goro si sveglierà.-
Ran strinse i pugni:- Ha detto la stessa cosa la mamma. Si sveglierà vero?- Annegava nelle sue stesse lacrime.
Shinichi sorrise:- Tuo padre ha la pellaccia dura- voleva crederci tantissimo.
Heiji:- Un criminale voleva vendicarsi di tua madre- disse più cinico il detective di Osaka, addolorato quanto gli altri per Kogoro Mouri.
Ran fece cenno di sì:- Ha detto che è evaso.-
Shinichi:- E non ha complici?-
Ran:- Pensano di no.-
Shinichi:- Pensano?!-
Il karateka le si piazzò davanti:- E se qualcuno volesse fare del male anche a te. Rimani qui finché non si saranno calmate le acque. Sei al sicuro con noi- strinse il pugno destro come se quello da solo bastasse a fermare il male nel mondo. Sonoko si avvicinò al suo ragazzo, si strinse al suo braccio e lo assecondò.
Shiho sorrise a Shinichi, lui la notò. "Che c'è?" Le fece cenno e lei rispose a voce alta:- Pensavo di essere io quella in pericolo- si avvicinò alla bellissima donna dai lunghi capelli scuri e l'abbracciò.
- Tu non mi conosci- le disse:- Ma Shinichi mi ha parlato tanto di te. Tu sei forte Ran, la donna più forte che abbia mai conosciuto.-
- Ma tu non mi conosci- ribadì a citare le sue stesse parole la giovane, con stupore e delicatezza.
- Oh, io ti conosco- le sorrise:- tu sei il tipo di donna che supera ogni cosa. Dio, quanto ti invidio donna perfetta- la rassicurava in modo strano ma Ran si lasciava cullare dalle sue parole come se lei fosse in effetti una di famiglia. - Se tuo padre vale almeno la metà di quanto vali tu, supererà ogni cosa anche lui! Ne sono certa!-
Ran annuì e Shinichi sorrise a Shiho, "grazie" le disse. "Grazie è quello che mi restava da dire a Ran" pensò invece lei "ma era troppo sospetto" ridacchiò.
Ran, ora era un po' più lucida e ricordò:- Ragazzi...- si avvicinò a Shinichi:- sta notte mi sono svegliata per andare in bagno...- aspettarono il seguito:- ...lungo il corridoio c'era un domestico.-
Sonoko:- Allora?-
Ran strinse i pugni spaventata:- Avete parlato di complici. Non lo so, è stato strano.-
Shinichi si interessò immediatamente:- Perché? Che ha fatto?-
Ran:- E' quello che ha detto. Sapeva il mio nome e il mio cognome... ma quello- guardò Sonoko:- ho dato per scontato lo sapesse in quanto tua amica.-
Shinichi ed Heiji non erano convinti. Shinichi:- E cos'altro?-
- Mi ha chiesto se chiamassi mai la mamma, con un sorriso che inquietante è dir poco.-
Shinichi corse subito fuori la stanza seguito da Heiji:- Che aspetto aveva?! Sonoko, raduna tutti i domestici! Non farlo da sola.-
Makoto quasi la prese di peso:- Vado con lei.-
Fu chiaro subito ai detective che l'uomo che aveva sparato a Kogoro Mouri avesse certamente almeno un complice, e quel complice era in quella casa. Era stato con loro tutta la notte e non se n'erano accorti! Che stupidi!

Eri Kisaki, seduta in sala d'attesa, giocava nervosamente con un fazzoletto, spezzettandolo e lasciando cadere i pezzi in mezzo ai suoi tacchi.
Juzo Megure le si avvicinò, la luce fioca e bianca dell'ospedale rendeva l'aria ancora più pesante. Erano soli in quel corridoio, a rovinare il silenzio solo qualche medico che ogni tanto passava di corsa.
- Ci sono novità?- Chiese l'ispettore con riguardo rimanendo in piedi accanto a lei.
La donna scosse la testa:- E' ancora dentro. Ogni tanto esce qualche dottore dalla sala operatoria, ma vanno di corsa e non chiedo mai nulla.-
Gli occhi di Eri erano asciutti e un po' rossi, quasi non sbatteva le palpebre.
Megure:- In centrale ci stiamo occupando dell'imputato. Ci stiamo anche assicurando che non avesse complici.-
L'avvocato lo guardò e dopo un po' assecondò con un cenno.
L'ispettore posò una mano sulla spalla della donna:- Non doveva andare così. Ho intenzione di prendermene la responsabilità.-
- Non è quello che Goro vorrebbe- disse lei.
- Lo so- sorrise Megure:- Ma è quello che mi sento di fare io.-
La donna sfiorò con la sua la mano dell'altro con due pacche di ringraziamento:- Andrà tutto bene. E' anche inutile affrontare certi discorsi.-
L'ispettore ricambiò:- Hai perfettamente ragione.-
Un dottore aprì la porta della sala operatoria, questa volta non era di corsa e guardò la donna che prontamente si alzò in attesa di notizie.

I domestici di casa vennero radunati nel salotto. La notizia sconvolgente è che nessuno di loro era l'uomo che Ran aveva incontrato durante la notte.
Heiji impulsivo quasi la strattonò:- Ne sei sicura Ran?!-
Kazuha lo spinse violenta sgridandolo per il gesto. - Trattala con riguardo, sta vivendo già una situazione piuttosto difficile, non credi?!- Borbottò. - Hai ragione, scusa- disse lui nervoso.
Shinichi non disse nulla, era già sicuro che quel finto domestico all'appello non si sarebbe presentato.
Le luci nella casa si spensero all'improvviso, lasciandoli completamente al buio. Ran, Kazuha e Sonoko non trattennero un urletto, con loro anche alcune domestiche. Makoto, istintivamente portò Sonoko dietro di sé e si avvicinò a Ran pronto a proteggerla in caso di necessità. - So che sei forte- le disse come a scusarsi con l'orgoglio di lei. - Non importa- gli disse Ran:- So che tu lo sei più di me.-
I domestici corsero ad aprire le persiane per far entrare la fioca luce del sole. Sonoko:- Forse è solo scattata la corrente. Siamo solo molto tesi...-
Shiho, come i due detective, non era convinta. La sorveglianza della villa Suzuki si dava da fare per scovare l'intruso.
I ragazzi pensarono di spostarsi nuovamente nelle camere per stare più vicini. Qualche guardia li raggiunse per proteggerli, come se la presenza di Kyogoku Makoto non bastasse. Shinichi ed Heiji però trovarono un escamotage per sgattaiolare via dalla stanza e cercare per conto loro il colpevole.
- Mi ha lasciata di nuovo eh- disse Ran stesa su uno dei letti guardando il soffitto con occhi spenti e un lieve sorriso.
Sonoko:- Dobbiamo avvisare tua madre?- Era seduta sul pavimento ma le stava accanto, al contrario di Shinichi a cui frecciatina era dedicata, e le stringeva la mano.
- No. No!- Disse Ran:- E' già distrutta per via di papà. Non deve pensare ad altro adesso. Siamo in tanti, siamo forti e con Shinichi ed Heiji insieme abbiamo poco da temere!- Sonoko e Kazuha annuirono tristemente.
Shiho si soffermò a guardare quella donna ancora un po' e poi guardò fuori dalla finestra, la polizia era fuori, ovunque fosse il malintenzionato, era circondato. Poi pensò a Shinichi ed Heiji, doveva raggiungerli, sgattaiolò via anche lei.
Le urla fuori la stanza erano tante, il padre di Sonoko non si tratteneva mai. C'era confusione, forse più all'esterno che nel cuore di Ran.
Sonoko ora aveva raggiunto Makoto, erano in disparte, in una delle grandi cabine armadio delle stanze. Sfogliava, senza un motivo e nervosamente, tutti quei vestiti sgargianti appesi e farfugliava tanto:- Queste cose capitano sempre a lei. Non è giusto.-
- Ogni tanto capitano anche a te.-
- Solo perché sono con lei- scherzò cinicamente. Lasciò stare quei vestiti per correre a piangere tra le braccia del suo ragazzo che un po' imbarazzato l'accolse.
- Aiutala ti prego. Tu sei Superman.-
Lo disse così seriamente che, dopo un sorriso timido, lui si sentì di replicare:- Non sono Superman. Ma proverò a proteggerla con tutto me stesso se è quello che vuoi.-
Lei lo guardò con quelle ciglia bagnate, quanto sapeva essere bella. - Non devi proteggerla come Goro ha fatto con Eri. Tu devi proteggere lei ma anche te stesso. Perché tu puoi. Perché sei Superman- ribadì e lui in una risata quasi si lasciò convincere. La strinse a sé ancora più forte, ma così delicato da non farle alcun male. - Grazie- le disse lui. - Di cosa?- Chiese con totale ingenuità. - Di esserci nella mia vita.-
Lei si colorò di rosso sbattendo più volte quegli occhioni che si perdevano in quelli impacciati dell'altro. Lui continuò:- So di non essere un buon fidanzato. Di non essere troppo presente e di sembrare un po' tonto ogni tanto.-
- Mi sembra la giusta descrizione di Superman, che dici?- Lei ridacchiò non dando peso alle parole di lui.
- Non so se sono la persona che una ragazza come te merita di avere accanto.-
- Non merito Superman?-
- Meriti di più- rispose così sincero da farla ridere di gusto imbarazzata, si asciugò le lacrime e lo abbracciò forte lei adesso, tanto che avrebbe voluto fargli male, ma era impossibile.
- Ti amo, sciocco.-
Lui non rispose, si limitò a sorridere sembrando un adorabile tontolone.

Intanto l'ex donna in nero scovò i due detective, come entrò nella stanza dove confabulavano già sicuri di aver scoperto il luogo del colpevole venne però catturata proprio da quest'ultimo. Le mise una mano sulla bocca in maniera tale da evitare le sue urla e davanti ai due giovani la minacciò con un coltello alla gola.
Heiji:- Esattamente dove pensavamo che fosse- disse ridacchiando nervoso.
Shinichi:- Shiho, hai rovinato i nostri piani- ma glielo disse con affetto. Cercò spontaneamente la cinta ai suoi pantaloni dando due colpi di punta in terra. Ma si rese conto di non essere Conan, né tantomeno di avere i suoi gadget. Il suo essere un campione di calcio non gli era in alcun modo utile in quel momento, dannazione!
Il campione di Kendo invece? Poteva fare qualcosa?
Lo guardò ma Heiji non sapeva cosa fare, anche se avesse impugnato qualcosa, Shiho era troppo nelle grinfie dell'assassino ormai.
- Ai- disse di nuovo confondendosi Shinichi con un groppo in gola:- Lasciala stare! Lei non ha nulla a che vedere con Eri Kisaki!-
- Allora ti propongo un cambio Shinichi Kudo. Ran Mouri è innamorata di te. Ma da come ho potuto osservarvi sta notte tu provi sentimenti per questa ragazzina invece.-
Heiji li guardò rimanendo in silenzio, lo stesso fece Shinichi dopo un tic nervoso. - Sentiamo- disse al nemico il giovane Kudo.
- Non torco un capello a questa bellezza se al suo posto l'ostaggio diventi tu.-
Shiho strinse denti e pugni, i suoi occhi dicevano "non farlo" a Shinichi.
"Io un giorno morirò prima o poi" sembrò dirgli con gli occhi. A Shinichi venne da ridere e senza esitazioni accettò lo scambio.
Si avvicinò al delinquente lasciandosi catturare, come promesso il tizio lanciò Shiho tra le braccia di Heiji. La donna e il detective di Osaka si guardarono negli occhi, rimanendo in silenzio, cercando uno negli occhi dell'altra un piano.
Shinichi:- Che intenzioni hai? Uccidermi?- Chiese col coltello alla gola. Il tizio non rispose, lo trascinò via da lì, sparendo nell'ombra così come era apparso.
Heiji e Shiho erano rimasti soli.
- Un piano, genio?- Chiese la ragazza.
- Mi prendi in giro? Ti ricordo che lo avevamo in pugno se non fosse per te.-
- Molto carino. I sensi di colpa possono portare alla morte sai?-
- Scusa- disse ma lei ridacchiò. - Perché ridi?-
- Perché io un piano ce l'ho- cacciò dalla giacca un piccolo ricevitore. - Mi sento perseguitata, credi che esca di casa senza nulla che può essermi d'aiuto? Non mi chiamo Shinichi Kudo, lui è uscito di casa solo pensando di passare una bella serata con Ran, a buon intenditore.-
Heiji ridacchiò tra l'imbarazzo e non so cos'altro.
Nel momento in cui era stata catturata la donna aveva attaccato un sensore sui pantaloni del colpevole e ora sapeva come rintracciarlo. Era sicura che Shinichi se ne fosse accorto. Avevano fatto un bel lavoro di squadra, anche se lei davvero non voleva che lui fosse l'ostaggio. Non voleva mettere a repentaglio la sua vita. Il mondo aveva bisogno di Shinichi Kudo. Guardò poi il ragazzo rimasto al suo fianco impugnare un bastone come una spada e mettersi furbamente già sulle tracce del nemico. Shiho sorrise, per fortuna il mondo aveva anche Heiji Hattori.

Eri Kisaki entrò nella stanza dove Goro riposava. L'intervento era riuscito, ora bisognava aspettare che l'uomo si svegliasse. Il rischio di perderlo c'era ancora ma i dottori erano speranzosi. L'uomo respirava piano tra tubi e fili freddi. Eri gli strinse la mano proprio come prima che l'ambulanza lo portasse via.
Mandò un messaggio a Ran spiegandole la situazione e poi mise il cellulare nella borsa sedendosi, su un'apposita sedia, accanto al marito.
- Sei uno stupido- gli disse:- So che mi stai sentendo. Sei davvero uno stupido- la sua voce era sicura, respirò affannosamente però, come quando si piange, anche se non stava piangendo:- Non ho altro da dirti. Non mi riconosceresti.-
Non gli lasciava la mano, la stringeva forte.
Megure si affacciò al vetro, lei lo guardò e lo rassicurò con lo sguardo per poi riprendere il suo dialogo.
- Odio insultarti senza ricevere una sciocca risposta! Non sei mai stato bravo a controbattere, solo a sbraitare.-
Si soffermò a guardare i suoi occhi chiusi. Respirò di nuovo a fatica:- Su, urlami qualcosa contro. Ti prego.-

Ran pianse sollevata leggendo quel messaggio. I presenti se ne accorsero e disse loro tutto:- Non si è svegliato ma i dottori sono speranzosi- Kazuha l'abbracciò e Sonoko si asciugò una lacrima dicendole:- La pelle dura, come ha detto Shinichi.-
Ran ridacchiò:- Sì, lo conosciamo bene!- Ma Ran, subito dopo, ricevette un messaggio da un numero sconosciuto, per l'esattezza una foto. Era Shinichi tramortito e un messaggio citava le parole "vieni a cercarlo, figlia di Eri Kisaki".
  
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